Una costruzione completata splendidamente
Or molta gente andava con lui; ed egli, rivolto verso la folla disse:
«Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle
e persino la sua propria vita, non
può essere mio discepolo.
E chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio
discepolo.
Chi di voi, infatti, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolare la spesa
per vedere se ha abbastanza per
poterla finire?
Perché non succeda che, quando ne abbia posto le fondamenta e non la possa finire,
tutti quelli che la vedranno comincino a beffarsi di lui, dicendo:
"Quest'uomo ha cominciato a costruire e non ha potuto terminare".
(Luca 14:25-30)
***
Luca nel suo racconto pone la attenzione sul fatto che
molta gente andava con Lui...
… molta gente vuole andare con Gesù, ma
pochi vogliono seguirlo!
Gesù conosceva molto bene questa loro attitudine e precisa alcuni aspetti
molto pratici per definire e riconoscere
le caratteristiche del vero
discepolo.
Gesù pone in questo passo un severo identikit del vero discepolo.
Gesù dice che il vero discepolo è colui, che nella piena lucidità e
consapevolezza, calcola il prezzo e decide di seguire il Maestro perché
ritiene la costruzione di quella torre un “valido investimento”!
Colui che non valuta attentamente i costi ed è costretto a lasciare l’opera
incompiuta sarà l’oggetto degli scherni dei passanti.
In questo passo si parla di affetti, spese, costruzioni… aspetti molto
pratici, proviamo ad analizzare...
***
“Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle
e persino la sua propria vita, non può essere mio discepolo.
E chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio
discepolo”.
Gesù è lapidario!
Colui che vuole seguire il Maestro, non deve anteporre MAI l’amore
per qualcun altro all’Amore per il Maestro!
***
“Chi di voi,
infatti, volendo costruire una torre,
non si siede prima a calcolare la
spesa per vedere se ha abbastanza per poterla finire?”
Gesù invita la folla a riflettere sull’importanza, non di iniziare, ma di
ultimare l’opera, è il portare a compimento che conta!
Questo è un principio richiamato anche dall’Ecclesiaste:
“Vale più la fine di una cosa, che il suo principio;”
(Ecclesiaste 7:8)
Gesù sottolineò più la conclusione del Suo mandato che l’inizio:
“Quando Gesù ebbe preso l'aceto, disse: «È
compiuto!»
E, chinato il capo, rese lo spirito”.
(Giovanni 19:30)
***
Perché non succeda che, quando ne abbia posto le fondamenta e non la possa finire,
tutti quelli che la vedranno comincino a beffarsi di lui, dicendo:
"Quest'uomo
ha cominciato a costruire e non ha potuto terminare".
Nella Parola di Dio possiamo trovare due esempi di costruzioni, una
interrotta bruscamente, l’altra portata a termine.
Il primo tentativo di costruire una torre, la troviamo subito dopo il
diluvio:
“Tutta la terra parlava la stessa lingua e usava le stesse parole.
Dirigendosi verso l'Oriente, gli uomini capitarono in una pianura nel paese
di Scinear, e là si stanziarono.
Si dissero l'un l'altro: «Venite, facciamo dei
mattoni cotti con il fuoco!»
Essi adoperarono mattoni anziché
pietre, e
bitume invece di
calce.
Poi dissero: «Venite, costruiamoci
una città e una torre la cui cima giunga fino al cielo; acquistiamoci fama,
affinché non siamo dispersi sulla faccia di tutta la terra».
Il SIGNORE discese per vedere la città e la torre che i figli degli uomini
costruivano.
Il SIGNORE disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua
sola; questo è il principio del loro lavoro; ora nulla impedirà loro di
condurre a termine ciò che intendono fare. Scendiamo dunque e confondiamo il
loro linguaggio, perché l'uno non capisca la lingua dell'altro!»
Così il SIGNORE li disperse di là su tutta la faccia della terra ed essi
cessarono di costruire la città.
Perciò a questa fu dato il nome di Babel, perché là il SIGNORE confuse la
lingua di tutta la terra e di là li disperse su tutta la faccia della
terra”.
(Genesi 11:1-9)
Questo intervento diretto di Dio fu una GRAZIA per l’umanità intera,
soprassedendo sulle loro intenzioni, Dio avrebbe messo a rischio la
contaminazione dei cieli con il peccato dell’uomo, la unione “fisica e
spirituale” che avrebbe “geneticamente modificato” la creazione ed i “luoghi
celesti”.
Possiamo vedere alcuni particolari che ci illustreranno le “anomalie” di
questo “progetto”.
Innanzi tutto Dio dice che cambiarono i materiali da costruzione (non che
siano strutturalmente inadeguati ma sono “sostanzialmente”
inadeguati):
-
i mattoni
sono costituiti da argilla (terra), proprio il materiale che costituisce
“l’uomo naturale”;
o
la “cottura” del mattoni con il fuoco può farci pensare alla loro prova
superata (ricordiamoci che la prova del fuoco e la stessa che userà Dio per
provare ogni cosa a Suo tempo) e questa è una falsità perché sta scritto
che:
“Lo stolto ha detto in cuor suo: «Non c'è Dio».
Sono corrotti, fanno cose abominevoli; non c'è nessuno che faccia il bene.
Il SIGNORE ha guardato dal cielo i figli degli uomini, per vedere se vi è una persona intelligente, che ricerchi Dio.
Tutti si sono sviati, tutti sono corrotti, non c'è nessuno che faccia il
bene, neppure uno”.
(Salmo 14:1-3)
-
il bitume
è un derivato dalla decomposizione di materiali fossili (ci parla di morte e
con molta probabilità della creazione distrutta nel diluvio), abbiamo
inoltre la presenza di questo materiale proprio nei pressi del mar morto (ex
valle di Siddim), che diventa una trappola per i re corrotti di Sodoma e
Gomorra:
“La valle di Siddim era piena di pozzi di
bitume; i re di Sodoma e di
Gomorra si diedero alla fuga e vi caddero dentro; quelli che scamparono
fuggirono al monte”.
(Genesi 14:30)
-
i costruttori di quel tempo volevano “acquistarsi
fama”;
“L’acquistarsi fama” è sinonimo di orgoglio, superbia, una delle tre
concupiscenze che provengono dal mondo corrotto e che dominano l’istinto
umano:
“Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la
concupiscenza degli occhi e la
superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo”.
(1 Giovanni 2:16)
-
volevano inoltre “non
essere dispersi” ma vivere tutti in una città;
Il comandamento di Dio per gli uomini di quel tempo era:
“Siate fecondi e moltiplicatevi;
riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e
sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra”.
(Genesi 1:28)
“Dio benedisse Noè e i suoi figli, e disse loro:
Crescete, moltiplicatevi e riempite
la terra”.
(Genesi 9:1)
Il
primo uomo che si mise a costruire una città fu
Caino:
“Caino conobbe sua moglie, che concepì e partorì Enoc.
Quindi si mise a costruire una città,
a cui diede il nome di Enoc, dal nome di suo figlio”.
(Genesi 4:17)
Questo atteggiamento è descritto in modo esemplare in una salmo dei figli di
Core:
“Pensano che le loro case dureranno per sempre e che le loro abitazioni
siano eterne; perciò danno i loro nomi alle terre.
Ma anche tenuto in grande onore, l'uomo non dura; egli è simile alle bestie
che periscono.
Questo loro modo di comportarsi è follia;
eppure i loro successori approvano i loro discorsi. [Pausa]
Sono cacciati come pecore nel soggiorno dei morti; la morte è il loro
pastore; e al mattino gli uomini retti li calpestano.
La loro gloria deve consumarsi nel soggiorno dei morti, e non avrà altra
dimora.
Ma Dio riscatterà l'anima mia dal potere del soggiorno dei morti, perché mi
prenderà con sé. [Pausa]
Non temere se uno s'arricchisce, se aumenta la gloria della sua casa.
Perché, quando morrà, non porterà nulla con sé; la sua gloria non scenderà
con lui.
Benché tu, mentre vivi, ti ritenga felice, e la gente ti ammiri per i tuoi
successi, tu te ne andrai con la generazione dei tuoi padri, che non
vedranno mai più la luce.
L'uomo che vive tra gli onori e non ha intelligenza è simile alle bestie che
periscono”.
(Salmo 49:11-20)
Il secondo tentativo (andato a buon fine) è quello fatto dal Signore Gesù
Cristo.
Questa opera, Dio l’ha compiuta Egli
stesso e l’ha portata a termine, ma non con l’arroganza di chi vuole
“contaminare” (se fosse possibile) anche il trono di Dio, ma
con l’intervento di un uomo GIUSTO,
FEDELE e secondo il cuore di Dio: Gesù Cristo.
Gesù Cristo, l’UOMO GIUSTO,
aveva ben altri intenti rispetto agli abitanti di Babel che
erano sopraffatti dalla superbia
della vita:
“Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, il
quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l'essere uguale a Dio
qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma
spogliò se stesso, prendendo
forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un
uomo, umiliò se stesso,
facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.
Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di
sopra di ogni nome,
affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e
sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla
gloria di Dio Padre”.
(Filippesi 2:5-11)
Le prime intenzioni degli uomini di Babel, in se stesse, nascondevano il
desiderio di ricongiungersi a quel Dio di cui avevano disperatamente
bisogno.
Nella loro cecità spirituale però le
loro intenzioni, deviate dal peccato, erano solamente
il rigurgito del virus malefico
che satana aveva iniettato nel cuore umano, facendogli credere di poter
diventare come Dio… …senza di Lui!
“Ci sono molti disegni nel cuore dell'uomo, ma il piano del SIGNORE è quello
che sussiste”.
(Proverbi 19:21)
Gesù Cristo, ha realizzato tutto quanto era nell’animo umano:
-
Egli sta costruendo un edificio spirituale, la Chiesa, edificata con i
materiali graditi a Dio:
o
Innanzi tutto c’è un fondamento
Il testo di Genesi non parla di alcun
fondamento, abbiamo esempi di
costruzioni antiche simili alla presunta torre di Babele ( gli zigurrat, le
piramidi…) tutte poggianti sulla sabbia… viene subito in mente la parabola
conclusiva del Sermone sul monte di Gesù:
“Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà
paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia.
La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno
investito quella casa; ma essa non è caduta, perché
era fondata sulla roccia.
E chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà
paragonato a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia.
La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno
fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata
grande!”
(Matteo 6:24-27)
Della costruzione di Gesù Cristo vi è un solido fondamento ed è Egli stesso
la pietra angolare:
“Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo
Cristo Gesù stesso la pietra angolare,
sulla quale l'edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per
essere un tempio santo nel Signore.
In lui voi pure entrate a far parte dell'edificio che ha da servire come
dimora a Dio per mezzo dello Spirito”.
(Efesini 2:20-22)
o
In secondo luogo i materiali di costruzione:
A) non sono mattoni cotti con il fuoco, ma “pietre viventi”.
Qualsiasi altare dedicato all’Eterno, nell’Antico Patto, doveva essere
costruito in due modi, di terra o con pietre:
“Fammi un altare di terra;
e su questo offri i tuoi olocausti, i tuoi sacrifici di ringraziamento, le
tue pecore e i tuoi buoi; in qualunque luogo, nel quale farò ricordare il
mio nome, io verrò da te e ti benedirò.
Se mi fai un altare di pietra, non costruirlo di pietre tagliate; perché
alzando su di esse lo scalpello, tu le contamineresti.
E non salire al mio altare per dei gradini, affinché la tua nudità non si
scopra su di esso".
(Esodo 20:24-26)
Mentre l’altare di terra simboleggia l’umiliazione dell’uomo offerta a Dio,
l’altare di pietra simboleggia
l’adorazione di cose dedicate a Dio,
(le dodici pietre rappresentanti le dodici tribù di Israele, le due pietre
incastonate dell’Efod…), queste
pietre non dovevano essere tagliate da mano d’uomo al fine di non
contaminarle.
L’uomo non deve fare nulla per la propria redenzione,
Egli ci prende come siamo e ne fa un altare, qualsiasi nostro intervento per
“renderci” graditi a Dio ai fini della redenzione
è una contaminazione!
Possiamo quindi vedere nelle pietre,
gli uomini di Dio, tale rappresentazione è molte volte confermata dai
passi del Nuovo Patto:
“Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio,
l'edificio di Dio”.
(1 Corinzi 3:9)
“Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo
Cristo Gesù stesso la pietra angolare,
sulla quale l'edificio intero, ben
collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore.
In lui voi pure entrate a far parte dell'edificio che ha da servire come
dimora a Dio per mezzo dello Spirito”.
(Efesini 2:21-22)
“Accostandovi a lui, pietra vivente, rifiutata dagli uomini, ma davanti a
Dio scelta e preziosa, anche voi, come
pietre viventi, siete edificati per
formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici
spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo”.
(1 Pietro 2:4-5)
B) non bitume ma “calce”
La calce è il materiale legante probabilmente più antico dell'edilizia,
ottenuto riscaldando ad alte
temperatura la comune pietra che viene frantumata.
Questo ci parla della “prova sulle
pietre”, le pietre viventi si legano tra loro mediante le prove e
l’esercizio dell’amore fraterno!
“Il ferro forbisce il ferro; così un
uomo ne forbisce un altro”.
(Proverbi 27:17)
A differenza del bitume, la calce ha
bisogno dell'acqua per essere adeguatamente impastata e per poter
reagire chimicamente e fare presa. La
presenza dell’acqua ci parla della funzione della
Parola di Dio, vero
reagente dell’impasto legante!
Dio, inoltre, in contrapposizione alla voglia di fama (di dignità ricercata
dai costruttori di Babel) ha fatto
dei redenti una generazione eletta un real sacerdozio;
“Accostandovi a lui, pietra vivente, rifiutata dagli uomini, ma davanti a
Dio scelta e preziosa, anche voi, come pietre viventi, siete edificati per
formare una casa spirituale, un
sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per
mezzo di Gesù Cristo”.
(1 Pietro 2:4-5)
“A lui che ci ama, e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue,
che ha fatto di noi un regno e dei
sacerdoti del Dio e Padre suo, a lui sia la gloria e la potenza nei
secoli dei secoli. Amen”.
(Apocalisse 1:5-6)
***
La città
che sarà simboleggiata da questo
splendido monumento, è in fase di costruzione nei cieli:
“Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse
che io vado a prepararvi un luogo?
Quando sarò andato e vi avrò
preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove
sono io, siate anche voi; e del luogo dove io vado, sapete anche la via”
(Giovanni 14:2-4)
Giovanni ci narra della celeste visione che Dio gli ha concesso per
confortare i Suoi servi durante il “travagliato” soggiorno terreno:
“Poi vidi un nuovo cielo e una nuova
terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare
non c'era più.
E vidi la santa città, la nuova
Gerusalemme, scendere dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna
per il suo sposo.
Udii una gran voce dal trono, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con
gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso
sarà con loro e sarà il loro Dio.
Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né
cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate».
E colui che siede sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».
Poi mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veritiere», e
aggiunse: «Ogni
cosa è compiuta. Io sono l'alfa e l'omega, il principio e la fine.
Poi venne uno dei sette angeli che avevano le sette coppe piene degli ultimi
sette flagelli, e mi parlò, dicendo: «Vieni e ti mostrerò la sposa, la
moglie dell'Agnello».
Egli mi trasportò in spirito su una grande e alta montagna, e
mi mostrò la santa città,
Gerusalemme, che scendeva dal cielo da presso Dio, con la gloria di Dio.
Il suo splendore era simile a quello di una
pietra preziosissima, come una
pietra di diaspro cristallino.
Aveva delle mura grandi e alte; aveva dodici porte, e alle porte dodici
angeli.
Sulle porte erano scritti dei nomi, che sono quelli delle dodici tribù dei
figli d'Israele.
Tre porte erano a oriente, tre a settentrione, tre a mezzogiorno e tre a
occidente.
Le mura della città avevano dodici fondamenti, e su quelli stavano i dodici
nomi di dodici apostoli dell'Agnello.
E colui che mi parlava aveva come misura una canna d'oro, per misurare la
città, le sue porte e le sue mura.
E la città era quadrata, e la sua lunghezza era uguale alla larghezza; egli
misurò la città con la canna, ed era dodicimila stadi; la lunghezza, la
larghezza e l'altezza erano uguali.
Ne misurò anche le mura ed erano di centoquarantaquattro cubiti, a misura
d'uomo, adoperata dall'angelo.
Le mura erano costruite con diaspro e la città era d'oro puro, simile a
terso cristallo.
I fondamenti delle mura della città erano adorni d'ogni specie di pietre
preziose.
Il primo fondamento era di diaspro; il secondo di zaffiro; il terzo di
calcedonio; il quarto di smeraldo; il quinto di sardonico; il sesto di
sardio; il settimo di crisòlito; l'ottavo di berillo; il nono di topazio; il
decimo di crisopazio; l'undicesimo di giacinto; il dodicesimo di ametista.
Le dodici porte erano dodici perle e ciascuna era fatta da una perla sola.
La piazza della città era d'oro puro, simile a cristallo trasparente.
Nella città non vidi alcun tempio, perché il Signore, Dio onnipotente, e
l'Agnello sono il suo tempio.
La città non ha bisogno di sole, né di luna che la illumini, perché la
gloria di Dio la illumina, e l'Agnello è la sua lampada.
Le nazioni cammineranno alla sua luce e i re della terra vi porteranno la
loro gloria.
Di giorno le sue porte non saranno mai chiuse (la notte non vi sarà più); e
in lei si porterà la gloria e l'onore delle nazioni.
E nulla di impuro, né chi commetta abominazioni o falsità, vi entrerà; ma
soltanto quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello”.
(Apocalisse 21:1-27)
***
“Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i
fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può essere mio
discepolo.
E chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio
discepolo.
Chi di voi,
infatti, volendo costruire una torre,
non si siede prima a calcolare la
spesa per vedere se ha abbastanza per poterla finire?
Perché non succeda che, quando ne abbia posto le fondamenta e non la possa
finire, tutti quelli che la vedranno comincino a beffarsi di lui, dicendo:
"Quest'uomo ha cominciato a costruire e non ha potuto terminare"”.
Dobbiamo riconoscere che il Maestro
è esemplare, e i suoi discepoli sono chiamati ad essere come Lui,
altrimenti non sono dei buoni e veri discepoli:
“Chi dice: «Io l'ho conosciuto», e non osserva i suoi comandamenti, è
bugiardo e la verità non è in lui; ma chi osserva la sua parola, in lui
l'amore di Dio è veramente completo. Da questo conosciamo che siamo in lui:
chi dice di rimanere in lui, deve
camminare com'egli camminò”.
(1 Giovanni 2:4-6)
Come il Maestro il vero discepolo è colui, che nella piena lucidità e
consapevolezza, calcola il prezzo e decide di seguire il Maestro perché
ritiene la costruzione di quella torre un “valido investimento”!
La vita cristiana è una rinuncia alla propria vita!
Questo lo vogliamo dimenticare,
più o meno volontariamente, ma è una
realtà!
Seguire il Maestro vuole dire che noi andiamo dietro a Lui, non che Lui
viene dietro a noi!
E’ Lui che decide!
Quante volte disattendiamo questo!
E le conseguenze sono rovinose!
***
Colui che non valuta attentamente i costi ed
è costretto a lasciare l’opera incompiuta sarà l’oggetto degli scherni dei
passanti oppure fare scelte di economia e speculazione
sui materiali da costruzione con conseguenze sulla durata della costruzione
stessa!
“Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio,
l'edificio di Dio.
Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto,
ho posto il fondamento; un altro vi
costruisce sopra.
Ma ciascuno badi a come vi
costruisce sopra; poiché nessuno
può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù.
Ora, se uno costruisce su questo
fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l'opera
di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà
visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e
il fuoco proverà quale sia l'opera
di ciascuno.
Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà
ricompensa; se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso
sarà salvo; però come attraverso il fuoco”.
(1 Corinzi 3:9-15)
Come abbiamo già l’edificio di Dio è
costituito da un fondamento, la nostra
pietra angolare sicura che non può
essere smossa e ci garantisce la stabilità di tutto ciò che vi è edificato
sopra.
La costruzione sopra questo fondamento è lasciata a ciascuno di noi.
Ognuno di noi può costruire sopra questo fondamento una casa scegliendo i
materiali che vuole,
ovviamente se abbiamo a disposizione una cifra, una casa di legno avrà una
dimensione grande, di fieno probabilmente enorme, di paglia gigantesca!
Se invece preferiamo investire in oro, argento o pietre preziose, la nostra
casa sarà probabilmente molto piccola, forse invisibile ad un occhio
superficiale.
Ma verrà un giorno che il nostro edificio sarà messo alla prova del fuoco.
E’ significativo che Paolo non parli di
quanto grande sia l’opera di
ciascuno ma di che materiale sia
fatto, non è la quantità che
conta ma la qualità!
Paolo elenca alcuni materiali da costruzione, più o meno nobili e più o meno
resistenti alla
prova del fuoco, proviamo ad
analizzarli, ben cosciente di non essere esaustivo:
A)
Il legno
possiamo paragonarlo al ciò che è umano, nel simbolismo ebraico del
tabernacolo, il legno rappresenta
l’umanità.
Costruire la nostra casa di legno può voler rappresentare edificare sul
fondamento di Cristo opere umane
che all’occhio umano hanno una forma
ben definita, sembrano
abbastanza solide, ma
attaccate dal fuoco si ridurranno in
cenere che si depositerà sul fondamento e il credente carnale ne avrà un
danno.
B)
Il fieno
può rappresentare la malvagità,
il Salmo 37:1-2 dice: “Non adirarti a
causa dei malvagi; non aver
invidia di quelli che agiscono perversamente; perché
presto saranno falciati come il
fieno e appassiranno come l'erba verde.”
Costruire la nostra casa di fieno può voler rappresentare edificare sul
fondamento di Cristo opere malvage,
che sommariamente assomigliano ad una casa ma
sono fragili, instabili, insicure e
semmai giungessero fino alla prova del fuoco si ridurranno in cenere
consumata velocemente e il credente che vive nella malvagità ne avrà
un danno.
C)
La paglia
è lo scarto del raccolto, dice:
“Che
ha da fare la paglia con il frumento?», dice il SIGNORE.” (Geremia
23:28)
Costruire la nostra casa di paglia può voler rappresentare edificare sul
fondamento di Cristo opere vane,
inutili, apparenti, che
sommariamente assomigliano ad una casa ma sono “castelli di carta”
estremamente fragili,
instabili, insicuri e
semmai giungessero fino alla prova del fuoco si ridurranno in cenere
consumata velocemente e il
credente vano ed apparente ne avrà un danno.
D)
L’oro,
rappresenta nella parola di Dio, la
divinità, gli arredi e gli utensili del tabernacolo che stavano alla
presenza di Dio erano tutti d’oro, possiamo pertanto dedurre che
l’oro è la nostra devozione a Dio.
Costruire la nostra casa di oro può voler rappresentare edificare sul
fondamento di Cristo opere divine,
quanto di più prezioso è per noi,
quei tesori di cui parla Gesù in Matteo 6:19-21:
“Non fatevi tesori sulla terra, dove
la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; ma
fatevi tesori in cielo, dove né
tignola né ruggine consumano, e
dove i ladri non scassinano né rubano. Perché
dov'è il tuo tesoro, lì sarà anche
il tuo cuore.“
Una casa d’oro è inattaccabile dalla ruggine,
è inalterabile,
solida,
stabile,
preziosissima,
è un sicuro investimento e
se messo alla prova del fuoco si
scioglierà, diventerà liquido, ma una volta raffreddato il suo valore sarà
inalterato, l’oro è un materiale che si può fondere più volte e più volte
riutilizzare, non si altera nel tempo e nell’utilizzo.
E)
L’argento
in più passi della Scrittura è paragonato
alla parola:
“Le parole del SIGNORE
sono parole pure, sono argento
raffinato in un crogiuolo di terra, purificato sette volte”.
(Salmo 12:6)
“La lingua del giusto è argento scelto;
il cuore degli empi vale poco”.
(Proverbi 10:20)
Nella costruzione del tabernacolo i basamenti delle assi del cortile erano
d’argento e rappresentano la
redenzione, il riscatto, la
elevazione e la separazione dalla terra.
Edificare la nostra casa d’argento può quindi significare
edificarci nella Parola, elargire
parole di edificazione, esortare, consolare con parole spirituali.
L’argento, anch’esso, come l’oro, non teme la prova del fuoco, può cambiare
lo stato da solido a liquido, ma ne uscirà purificato ed il suo valore non
verrà alterato.
F)
Le pietre preziose,
le troviamo incastonate sull’efod del sacerdote: “E
fissarono le pietre sulle spalline dell'efod, per ricordare i figli
d'Israele, come il SIGNORE aveva ordinato a Mosè.” ( Esodo 39:7 ) .
Oggi come allora le pietre possono
rappresentare il popolo di Dio,
e chi porta queste pietre intercede
per esso.
Possiamo quindi paragonare le pietre
preziose all’intercessione in favore dei santi, una vita di preghiera ha un
grande valore agli occhi di Dio.
Edificare la nostra casa con le pietre preziose può significare costruire la
nostra casa di preghiera, il luogo dove parlare con Dio, deve intercedere.
Una casa di pietra è una casa solida, sicura, che il fuoco può attaccare ma
non distruggere, purificherà le pietre da tutta la sporcizia che si forma
tra una pietra e l’altra, potrà intaccarne l’intonaco, ma la struttura è
solida, resterà in piedi insieme al fondamento che è anch’esso di pietra.
***
Come partecipiamo a questa costruzione?
Il fondamento è forte, certo, solido, può reggere qualsiasi carico.
Su un fondamento così sicuro vogliamo costruire una casa di paglia, di fieno
o di legno?
Un fondamento di questo tipo
è veramente sprecato per una
costruzione del genere, potrà stare in piedi per un tempo ma non reggerà
alla prova del fuoco.
Ringraziamo continuamente Dio per il fondamento solido che ha provveduto,
senza il quale qualsiasi costruzione non potrebbe essere eretta con la
speranza di durare, è questa è la Grazia di Dio.
Quell’Opera Divina che ha dato vita alla costruzione della nostra dimora
spirituale, che ci da la garanzia della durata della nostra costruzione.
Nessuna opera umana può sostituire questo fondamento.
Ma il miglior modo di onorare Dio per questo fondamento è costruirci sopra
qualcosa di valore, ed è proprio perché sappiamo che quello è l’unico
fondamento veramente solido che dovremmo investire tutto il nostro essere in
questa costruzione.
Non badiamo quindi alle dimensioni più o meno maestose della nostra
costruzione, scegliamo attentamente i materiali pensando che dovranno
passare per il fuoco purificante di Dio.