La giustizia di Dio nella SANTIFICAZIONE:
COME AVVIENE LA santificazione
LETTERA di Paolo ai ROMANI 6:5.23
Perché se siamo stati totalmente
uniti a lui in una morte simile alla sua, lo saremo anche in una
risurrezione simile alla sua.
Sappiamo infatti che il nostro
vecchio uomo è stato crocifisso con lui affinché il corpo del peccato fosse
annullato e noi non serviamo più al peccato; infatti colui che è morto è
libero dal peccato.
Ora, se siamo morti con Cristo,
crediamo pure che vivremo con lui, sapendo che Cristo, risuscitato dai
morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui.
Poiché il suo morire fu un morire al
peccato, una volta per sempre; ma il suo vivere è un vivere a Dio.
Così anche voi fate conto di essere
morti al peccato, ma viventi a Dio, in Cristo Gesù.
Non regni dunque il peccato nel
vostro corpo mortale per ubbidire alle sue concupiscenze; e non prestate le
vostre membra al peccato, come strumenti d'iniquità; ma presentate voi
stessi a Dio, come di morti fatti viventi, e le vostre membra come strumenti
di giustizia a Dio; infatti il peccato non avrà più potere su di voi; perché
non siete sotto la legge ma sotto la grazia.
Che faremo dunque? Peccheremo forse
perché non siamo sotto la legge ma sotto la grazia? No di certo!
Non sapete voi che se vi offrite a
qualcuno come schiavi per ubbidirgli, siete schiavi di colui a cui ubbidite:
o del peccato che conduce alla morte o dell'ubbidienza che conduce alla
giustizia?
Ma sia ringraziato Dio perché eravate
schiavi del peccato ma avete ubbidito di cuore a quella forma d'insegnamento
che vi è stata trasmessa; e, liberati dal peccato, siete diventati servi
della giustizia.
Parlo alla maniera degli uomini, a
causa della debolezza della vostra carne; poiché, come già prestaste le
vostre membra a servizio dell'impurità e dell'iniquità per commettere
l'iniquità, così prestate ora le vostre membra a servizio della giustizia
per la santificazione.
Perché quando eravate schiavi del
peccato, eravate liberi riguardo alla giustizia.
Quale frutto dunque avevate allora?
Di queste cose ora vi vergognate,
poiché la loro fine è la morte.
Ma ora, liberati dal peccato e fatti
servi di Dio, avete per frutto la vostra santificazione e per fine la vita
eterna; perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la
vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.
***
Premessa importante
Per rappresentare questo, Paolo si serve del
concetto di “totale unione con
Cristo” che porterà ad un approfondimento nel capitolo 7 del
concetto paragonato al rapporto matrimoniale.
L’uomo naturale è sotto il vincolo
del peccato… …schiavo del peccato… …e come frutto di questo riceve il suo
giusto salario… …la morte.
L’uomo spirituale rigenerato in
Cristo è sotto l’amorevole vincolo (giogo) della Giustizia… servo della
Giustizia… aiuto convenevole di Cristo… …e riceve come frutto del la Vita
Eterna.
Nella giustificazione che Dio provvede per chi
crede c’è molto di più della “dichiarazione di Giustizia” sulla base della
fede… Paolo ha già scritto che:
…l'amore di Dio è stato sparso nei
nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato. (Romani 5:5)
La presenza dello Spirito Santo nel credente e la
riproduzione in essi di uno degli attributi di Dio (il Suo amore), rivelano
la loro nuova natura e la loro nuova vita.
In questi capitoli dal 6 all’8, Paolo scrive
proprio di questo “nuovo modo di vivere” con la presenza e per mezzo del
ministero di santificazione dello Spirito Santo.
Imparare a realizzare
le realtà spirituali
Quando Dio dice una cosa, essa è
avvenuta… certa… stabilita… indipendentemente dal fatto che sia visibile; questo lo vediamo in moltissime situazioni che abbiamo nella Scrittura
che è:
…utile a insegnare, a riprendere, a
correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e
ben preparato per ogni opera buona.
(2 Timoteo 3:16-17)
Per questo il Signore ci ha lasciato degli
esempi:
(Genesi 1:3)
Poi Dio disse: «Vi sia una distesa
tra le acque, che separi le acque dalle acque».
Dio fece la distesa
e separò le acque che erano sotto la distesa dalle acque che erano
sopra la distesa. E così fu.
(Genesi 1:6-7)
(Genesi 1:9)
(Genesi 1:11)
(Genesi 1:14-15)
Dio creò i grandi animali acquatici e
tutti gli esseri viventi che si muovono, e che le acque produssero in abbondanza secondo la loro specie,
e ogni volatile secondo la sua
specie.
(Genesi 1:20-21)
Dio fece gli animali selvatici della
terra secondo le loro specie, il bestiame secondo le sue specie e tutti i
rettili della terra secondo le loro specie.
(Genesi 1:24-25)
Dio creò l'uomo a sua immagine; lo
creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina.
(Genesi 1:26-27)
Se vi ho parlato delle cose terrene e
non credete, come crederete se vi parlerò delle cose celesti?
(Giovanni 3:12)
… o ancora le parole di Gesù a Marta “dubbiosa”
prima di risuscitare Lazzaro, quando poi ringrazia Dio per la sua
resurrezione quando ancora Lazzaro era morto:
Gesù le disse: «Non
ti ho detto che se credi, vedrai la gloria di Dio?»
Tolsero dunque la
pietra.
Gesù, alzati gli
occhi al cielo, disse: «Padre, ti
ringrazio perché mi hai esaudito. Io sapevo bene che tu mi esaudisci sempre;
ma ho detto questo a motivo della folla che mi circonda, affinché credano
che tu mi hai mandato».
Detto questo,
gridò ad alta voce: «Lazzaro, vieni
fuori!»
Il morto uscì,
con i piedi e le mani avvolti da fasce, e il viso coperto da un sudario.
Gesù disse loro:
«Scioglietelo e lasciatelo andare».
(Giovanni 11:40-44)
2) quando educa Mosè e il popolo:
(Esodo 6:1)
Il faraone non vi darà ascolto e io
metterò la mia mano sull'Egitto; farò uscire dal paese d'Egitto le mie
schiere, il mio popolo, i figli d'Israele, mediante grandi atti di giudizio.
(Esodo 7:3-4)
Quando il faraone vi parlerà e vi
dirà: "Fate un prodigio!" tu dirai ad Aaronne: "Prendi il tuo bastone, gettalo davanti al faraone"; esso diventerà un
serpente».
(Esodo 7:9)
(Esodo 7:13)
3) quando educa Giosuè e il popolo:
E il SIGNORE
disse a Giosuè: «Vedi, io do in tua
mano Gerico, il suo re, i suoi prodi guerrieri. Voi tutti dunque, uomini
di guerra, marciate intorno alla città, facendone il giro una volta. Così
farai per sei giorni; e sette sacerdoti porteranno davanti all'arca sette
trombe squillanti; il settimo giorno farete il giro della città sette volte,
e i sacerdoti suoneranno le trombe. E
avverrà che, quand'essi suoneranno a distesa il corno squillante e voi
udrete il suono delle trombe, tutto il popolo lancerà un gran grido, e le
mura della città crolleranno, e il popolo salirà, ciascuno diritto
davanti a sé».
(Giosuè 6:1-5)
Il popolo salì
nella città, ciascuno diritto davanti a sé, e s'impadronirono della città.
(Giosuè 6:20)
4) quando toglie il regno a Baldassar:
Ecco le parole
che sono state scritte: Mené, Mené, Téchel, U-Parsin.
Questa è
l'interpretazione delle parole: Mené,
Dio ha fatto il conto del tuo regno e gli ha posto fine; Téchel, tu sei
stato pesato con la bilancia e sei stato trovato mancante. Perès, il tuo
regno è diviso e dato ai Medi e ai Persiani».
Allora, per
ordine di Baldassar, Daniele fu vestito di porpora, gli fu messa al collo
una collana d'oro e fu proclamato terzo nel governo del regno.
In quella stessa notte Baldassar, re
dei Caldei, fu ucciso e Dario il Medo ricevette il regno all'età di
sessantadue anni.
(Daniele 5:24-31)
E in tanti altri passi della Scrittura…
dobbiamo quindi prestare veramente fede alle parole di Dio… alla Scrittura…
tutto ciò che Dio dice… promette… lo mantiene… sia che sono cose per noi
comprensibili… sia che siano per noi incomprensibili come le realtà
spirituali che ci stiamo accingendo a studiare.
***
La santificazione inizia con la
rigenerazione, vale a dire la nuova nascita e da questo punto
l’Opera dello Spirito Santo produce nel credente una progressiva
separazione dal peccato… …un vero e proprio
rinnovamento della mente ed una vera e
propria trasformazione dell’intera persona verso un ideale di
santità e di purezza, come scriverà Paolo successivamente:
Non conformatevi
a questo mondo, ma siate trasformati
mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per
esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta
volontà.
(Romani 12:2)
Fino a che il credente non muore fisicamente, il
processo di santificazione non termina… …egli è in cammino… …terminerà nella
gloria, quando egli sarà alla presenza di Dio conforme all’immagine di Gesù
Cristo:
Perché quelli che
ha preconosciuti, li ha pure
predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché
egli sia il primogenito tra molti fratelli; e quelli che ha predestinati li
ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli
che ha giustificati li ha pure glorificati.
(Romani 8:29-30)
L’identificazione per fede del
credente con Gesù Cristo, costituisce sia l’inizio che la meta finale della
santificazione, ma per sperimentarla occorre, da parte nostra una
applicazione che si manifesta con tre atteggiamenti:
1) Il riconoscimento
(Romani 6:5-11)
2)
La rinuncia (Romani 6:12-14)
3) Il servizio (Romani 6:15-23)
***
1) Il riconoscimento (Romani 6:5-11)
- L’ENUNCIATO
Perché se siamo stati
totalmente uniti a lui in una morte simile alla sua, lo saremo anche in
una risurrezione simile alla sua.
Sappiamo infatti che il
nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui affinché il corpo del
peccato fosse annullato e noi non serviamo più al peccato; infatti colui
che è morto è libero dal peccato.
Ora, se siamo morti con
Cristo, crediamo pure che vivremo con lui, sapendo che Cristo,
risuscitato dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di
lui.
Poiché il suo morire fu
un morire al peccato, una volta per sempre; ma il suo vivere è un vivere
a Dio.
Così anche voi fate
conto di essere morti al peccato, ma viventi a Dio, in Cristo Gesù.
Il primo atteggiamento che dobbiamo avere nei
confronti di questa realtà spirituale e che viene richiesto al cristiano in
vista della santificazione è di “fare
conto”… ”dare per certo”… ”considerare reale e già fatto”…
l’essere morto al peccato e vivente
a Dio in Cristo Gesù.
La capacità di riconoscere qualcosa
come vera, dipende però dal conoscere e credere quelle cose… e credere che Colui che ha
cominciato in voi un'opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di
Cristo Gesù
(cfr Filippesi
1:6), ovvero:
…Perché se siamo stati
totalmente uniti a lui in una morte simile alla sua, lo saremo anche
in una risurrezione simile alla sua.
E’ importante sottolineare l’aggettivo
totalmente… in
contrapposizione a quello che vedremo successivamente… una unione non totale
porta alla fornicazione spirituale… all’adulterio spirituale.
L'immagine qui adoperata per “uniti”
(συμφυτοι) non è quella dell'innesto, bensì quella del
crescere insieme di due piante
che finiscono con il “fondersi” e con il “formare” un solo organismo, lo
stesso termine è usato nella parabola del seminatore (cfr. Luca 8:7: le
spine nate e cresciute insieme al buon seme).
Se
siamo stati totalmente uniti con lui di una unione vitale
(paragonata successivamente all’unione matrimoniale… un solo corpo), fatti
una stessa cosa
in una morte simile alla sua, lo saremo anche in una
risurrezione simile alla sua.
Questa conformità inizia quaggiù ma sarà manifestata pienamente ed avrà il
suo pieno effetto nel Regno di Dio.
Se
quindi ci identifichiamo in questa realtà e la
crediamo, conseguentemente…
…Sappiamo infatti che il nostro
vecchio uomo è stato crocifisso con lui affinché il corpo del peccato fosse
annullato e noi non serviamo più al peccato; infatti colui che è morto è
libero dal peccato.
L'espressione “vecchio uomo” è molto cara a Paolo che ha ben chiaro, per
esperienza personale, come sia radicalmente cambiata tutta la sua vita, e la
adopera anche scrivendo ai fratelli di Efeso e di Colosse esortandoli a
“spogliarsi di esso” in senso molto pratico:
Se pure gli avete
dato ascolto e in lui siete stati istruiti secondo la verità che è in Gesù,
avete imparato per quanto concerne la
vostra condotta di prima a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe
seguendo le passioni ingannatrici; a essere invece rinnovati nello
spirito della vostra mente e a rivestire l'uomo nuovo che è creato a
immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità.
(Efesini 4:21-24)
Non mentite gli uni agli altri, perché
vi siete spogliati dell'uomo vecchio
con le sue opere e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in
conoscenza a immagine di colui che l'ha creato.
(Colossesi 3:9-10)
Questo “vecchio uomo”, non è la persona umana nata naturalmente in se
stessa… …questa non è rigenerata con la salvezza, come pensava Nicodemo:
Come può un uomo
nascere quando è già vecchio?
Può egli entrare una seconda volta
nel grembo di sua madre e nascere?
(Giovanni 3:4)
…è la nostra natura peccaminosa di cui Paolo ha già parlato quando descrive
l’uomo ancora
sotto il peccato (cfr Romani
3:9), definendolo
senza forza (cfr Romani 5:6),
peccatore (cfr Romani
5:8),
nemico di Dio (cfr Romani 5:10), ne parlerà nel prosieguo della
lettera (cfr Romani 7:14), è “vecchio”
dal punto di vista della nuova nascita (cfr
Giovanni 3:3;
Tito 3:15); è “vecchio”
perché è morto con Cristo ed è opposto al “nuovo”:
Se dunque uno è in Cristo, egli è una
nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.
(2 Corinzi 5:17)
Questo “vecchio uomo”
è stato crocifisso con Cristo affinché
il corpo del peccato fosse annullato e noi non serviamo più al peccato;
infatti colui che è morto è libero dal peccato.
Questo non implica che il male abbia la sua sorgente nel corpo, ma esso
è l'organo mediante il quale la
nostra mente corrotta opera e lo
ha assoggettato come tutta la creazione è stata assoggettata al peccato
e come tale ha da essere
annullato.
Quindi nella santificazione, anche il nostro corpo terreno (che
ospita lo Spirito Santo e la mente di Cristo), viene gradualmente
sottratto all'antico padrone e posto al servizio, di Dio:
Così dunque,
fratelli, non siamo debitori alla
carne per vivere secondo la carne; perché se vivete secondo la carne voi
morrete; ma se mediante lo Spirito
fate morire le opere del corpo, voi vivrete; infatti tutti quelli che
sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio.
(Romani 8:12-14)
Sappiamo infatti
che fino a ora tutta la creazione
geme ed è in travaglio; non solo essa, ma
anche noi, che abbiamo le
primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando l'adozione, la redenzione del nostro
corpo. Poiché siamo stati salvati in speranza.
(Romani 8:22-24)
…in Lui siete
anche stati circoncisi di una circoncisione non fatta da mano d'uomo, ma
della circoncisione di Cristo, che
consiste nello spogliamento del corpo della carne: siete stati con lui
sepolti nel battesimo, nel quale siete anche stati risuscitati con lui
mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti.
(Colossesi 2:11-12)
Fate dunque morire ciò che in voi è
terreno: fornicazione,
impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria.
(Colossesi 3:5)
Le vivande sono
per il ventre, e il ventre è per le vivande; ma Dio distruggerà queste e
quello. Il corpo però non è per la
fornicazione, ma è per il Signore, e il Signore è per il corpo; Dio,
come ha risuscitato il Signore, così risusciterà anche noi mediante la sua
potenza.
Non sapete che i vostri corpi sono
membra di Cristo? Prenderò dunque
le membra di Cristo per farne membra di una prostituta? No di certo! Non
sapete che chi si unisce alla prostituta è un corpo solo con lei? «Poiché»,
Dio dice, «i due diventeranno una
sola carne». Ma chi si unisce
al Signore è uno spirito solo con lui.
Fuggite la
fornicazione. Ogni altro peccato che l'uomo commetta, è fuori del corpo; ma
il fornicatore pecca contro il
proprio corpo.
Non sapete che il vostro corpo è il
tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi
non appartenete a voi stessi.
Poiché siete
stati comprati a caro prezzo.
Glorificate dunque Dio
nel vostro corpo.
(1 Corinzi 6:13-20)
La morte del vecchio uomo e l'annullamento del corpo del peccato, hanno per
risultato pratica di sottrarre l'attività umana alla schiavitù del male,
e noi non serviamo più al peccato,
come diceva Gesù:
Gesù rispose
loro: In verità, in verità vi dico
che chi commette il peccato è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non
dimora per sempre nella casa: il figlio vi dimora per sempre.
Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi.
(Giovanni 8:34-36)
In contrapposizione alla sana dottrina, è interessante leggere cosa scrive
Pietro in riferimento ai falsi dottori:
Audaci, arroganti, non hanno orrore
di dir male delle dignità; mentre gli
angeli, benché superiori a loro per forza e potenza, non portano contro
quelle, davanti al Signore, alcun giudizio ingiurioso.
Ma
costoro, come bestie prive di
ragione, destinate per natura a essere catturate e distrutte, dicono male di
ciò che ignorano, e periranno nella propria corruzione, ricevendo il
castigo come salario della loro iniquità.
Essi
trovano il loro piacere nel
gozzovigliare in pieno giorno; sono macchie e vergogne; godono dei loro
inganni mentre partecipano ai vostri banchetti.
Hanno occhi pieni d'adulterio e non
possono smetter di peccare; adescano le anime instabili; hanno il cuore
esercitato alla cupidigia; sono figli di
maledizione!
Lasciata la strada diritta, si sono smarriti seguendo la via di
Balaam, figlio di Beor, che amò un salario di iniquità, ma fu ripreso per la
sua prevaricazione: un'asina muta, parlando con voce umana, represse la
follia del profeta.
Costoro
sono fonti senz'acqua e nuvole
sospinte dal vento; a loro è riservata la caligine delle tenebre.
Con discorsi pomposi e vuoti
adescano, mediante i desideri della carne e le dissolutezze, quelli che si erano appena
allontanati da coloro che vivono nell'errore;
promettono loro la libertà, mentre essi stessi sono schiavi della
corruzione, perché uno è schiavo
di ciò che lo ha vinto.
(2 Pietro 2:10-19)
…infatti colui che è morto è libero
dal peccato
colui che è morto è legittimamente
dichiarato
libero dalla signoria del
peccato.
La morte tronca i
tutti i legami terrestri, quindi se il peccato è stato il
padrone del corpo quando questo era vivo,
ora che per l'unione con Cristo,
è avvenuta la morte dell'uomo
vecchio, il peccato ha perduto ogni diritto sul suo schiavo d'una volta.
Uno schiavo morto
non serve più.
…Ora, se siamo morti con Cristo,
crediamo pure che vivremo con lui, sapendo che Cristo, risuscitato dai
morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui.
Paolo è logico e razionale nelle sue espressioni… una astensione dal
peccato, ma privo di santa attività positiva, sarebbe psicologicamente
impossibile e risponderebbe in modo insensato al fine della creazione e
della salvezza.
Come Gesù Cristo era perfettamente cosciente che il suo morire era in vista
del suo risorgere… anche chi crede in Lui vale lo stesso principio.
L'unione con Cristo è una morte, ma solo per
l'uomo vecchio.
Ci libera dalla
illegittima tirannia del peccato per restituirci al legittimo e filiale
servizio di Dio.
Questo il lato positivo della rivoluzione morale determinata dall'unione
con Cristo che riproduce nel credente
la potenza della risurrezione di
Cristo:
Tutto questo allo scopo di conoscere
Cristo,
la potenza della sua risurrezione,
la comunione delle sue sofferenze,
divenendo conforme a lui nella sua morte, per giungere in qualche modo alla
risurrezione dei morti.
(Filippesi 3:10-11)
…Poiché il suo morire fu un morire al
peccato, una volta per sempre; ma il suo vivere è un vivere a Dio.
Il
morire di Cristo fu un morire al peccato… ma non suo… Egli fu
dichiarato Giusto e la resurrezione è la prova di questa approvazione
totale!
Il
morire di Cristo fu un morire al
nostro
peccato!
Isaia descrive così il Servo del Signore:
…erano
le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui
si era caricato; ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato!
Egli è stato trafitto a causa delle
nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità;
il castigo, per cui abbiamo pace,
è caduto su di lui e
mediante le sue lividure noi siamo
stati guariti.
(Isaia 53:4-5)
Come
l'agnello condotto al mattatoio,
come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca.
(Isaia 53:7)
Gli avevano
assegnato la sepoltura fra gli empi, ma nella sua morte, egli è stato con il
ricco, perché non aveva commesso
violenze né c'era stato inganno nella sua bocca.
(Isaia 53:9)
…ha
dato se stesso alla morte ed è stato contato fra i malfattori; perché egli
ha portato i peccati di molti e
ha interceduto per i colpevoli.
(Isaia 53:12)
Gesù Cristo
morì al peccato in quanto
vittima espiatoria sostitutiva.
Egli
ha compiuto, con la sua morte, quello che era necessario per
l'espiazione dei peccati e, come dice Giovanni,
per distruggere le opere del
diavolo:
Per questo è stato manifestato il
Figlio di Dio:
per distruggere le opere del diavolo.
(1 Giovanni 3:8)
Se sulla croce, Gesù Cristo era
carico dei peccati del mondo,
fatto peccato, fatto maledizione, ora, risuscitato dai morti e innalzato
nei cieli, è rientrato nella vita divina e quando apparirà la seconda,
volta, apparirà senza, peccato a
coloro che lo aspettano:
…anche
Cristo, dopo essere stato offerto
una volta sola per portare i peccati di molti,
apparirà una seconda volta, senza
peccato, a coloro che lo aspettano per la loro salvezza.
(Ebrei 9:28)
…Così anche voi fate conto di essere
morti al peccato, ma viventi a Dio, in Cristo Gesù.
Passando dall'insegnamento più teorico all'esortazione pratica, Paolo ci
spinge a renderci consapevoli
della nuova situazione morale in cui ci colloca la unione con Gesù Cristo.
Noi ora sappiamo come Cristo morì al peccato e vive a Dio… …ma dobbiamo
imparare a considerare noi stessi come
morti al peccato e (come Gesù
Cristo)
viventi a Dio.
Infatti scriverà agli efesini:
Benedetto sia il
Dio e Padre del nostro Signore
Gesù Cristo, che ci ha benedetti di
ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo.
(Efesini 1:3)
Il considerarsi
morti al peccato e viventi a Dio
ha delle conseguenze pratiche, visibili… il peccato non dove più regnare nel
nostro corpo mortale le membra non devono più essere dedite all’ingiustizia
ed all’iniquità a disposizione del vecchio padrone… anzi devono essere a
disposizione di Dio per
le buone opere che Egli ha preparato
per noi:
infatti siamo opera sua, essendo
stati creati in Cristo Gesù per fare
le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.
(Efesini 2:10)
***
2) La rinuncia (Romani 6:12-14)
-
LA CONSEGUENZA
Non regni dunque il
peccato nel vostro corpo mortale per ubbidire alle sue concupiscenze; e
non prestate le vostre membra al peccato, come strumenti d'iniquità; ma
presentate voi stessi a Dio, come di morti fatti viventi, e le vostre
membra come strumenti di giustizia a Dio; infatti il peccato non avrà
più potere su di voi; perché non siete sotto la legge ma sotto la
grazia.
A) La prima grande conseguenza della
santificazione è
il vivere non più
come schiavi del peccato… …non regni dunque il
peccato nel vostro corpo mortale per ubbidire alle sue concupiscenze… …non sia più il
peccato il re della vostra vita… …come prima… …quando l’uomo naturale non è
morto è sotto il dominio del peccato!
L’atteggiamento della mente del cristiano deve rivelarsi nella vita
pratica, nella sua esperienza di vita… …Paolo dice infatti
non regni dunque il peccato nel
vostro corpo mortale (come invece regnava prima) in quanto
eravamo i suoi schiavi…
Questo
non ubbidire alle concupiscenze del peccato, richiede uno
sforzo… …in quanto il nostro vecchio uomo rimane in vita fino a che non ce
ne libereremo con la separazione fisica da esso… …la morte, per poi
rivestire il corpo
celeste immortale ed invisibile per ora:
…come
abbiamo portato l'immagine del terrestre, così porteremo anche l'immagine
del celeste.
(1 Corinzi 15:49)
Perché
tutto ciò che è nel mondo,
la concupiscenza della carne, la
concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre,
ma dal mondo.
E
il mondo passa con la sua
concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno.
(1 Giovanni 2:16-17)
…la concupiscenza, quando ha
concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce
la morte.
(Giacomo 1:15)
La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi
(concupiscenza della carne),
che era bello da vedere (concupiscenza
degli occhi) e che l'albero era
desiderabile per acquistare conoscenza (superbia
della vita)…
…e l’avvertimento
di Dio era stato chiaro:
Mangia pure da
ogni albero del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del
male non ne mangiare; perché nel
giorno che tu ne mangerai, certamente morirai.
(Genesi 2:16-17)
Per questo il nostro corpo terreno è detto
mortale, inadeguato alla vita celeste.
Sotto l'azione costante del peccato è diventato un nido di concupiscenze di
istinti depravati che si trasmettono in modo contagioso come una tara
ereditaria allevata nella diseducazione.
Queste tendenze naturali (che sussistono anche dopo la conversione) sono in
contrasto netto con la nuova vita in Cristo.
La santificazione consiste proprio nello “spogliamento” progressivo di
questo corpo peccaminoso e nel rivestirci progressivamente di Gesù Cristo e
della Sua Santità!
B) La seconda grande conseguenza della
santificazione è
il
non prestare le
nostre membra al peccato, come strumenti d'iniquità…
Rinnegando la nostra stessa missione… la terza conseguenza della
santificazione:
C) La terza grande conseguenza della
santificazione è
il
presentare noi
stessi a Dio, come di morti fatti viventi, e le nostre membra come strumenti
di giustizia a Dio…
Paolo ci esorta a sostenere questa lotta contro la nostra natura terrena,
peccaminosa, in quanto ci assicura che l’Opera è già stata compiuta… la
guerra è già vinta…
infatti il peccato non avrà più
potere su di voi; perché non siete sotto la legge ma sotto la grazia.
Come abbiamo già
visto la legge condanna… mentre la grazia giustifica.
La base della santificazione è però l'unione con Cristo,
non esiste Santificazione… non esiste
Vita cristiana senza Cristo, Gesù infatti disse:
Colui che dimora
in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché
senza di me non potete fare nulla.
Se uno non dimora in me, è gettato
via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel
fuoco e si bruciano.
(Giovanni 15:5-6)
L'esperienza di
ogni cristiano dimostra che la nostra forza è vana… …più è invece forte la
nostra unione con Gesù Cristo e più si vediamo la Sua forza nella nostra
debolezza.
La nostra lingua,
i nostri occhi, le nostre mani, i nostri piedi, tutte le nostre membra sono
armi che non sono mai neutrali.
O servono al
peccato o servono a Dio…
…o sono armi di
ingiustizia o sono armi di giustizia.
***
3) Il servizio (Romani 6:15-23)
- L’APPLICAZIONE
Che faremo dunque?
Peccheremo forse perché non siamo sotto la legge ma sotto la grazia? No
di certo!
Non sapete voi che se
vi offrite a qualcuno come schiavi per ubbidirgli, siete schiavi di
colui a cui ubbidite: o del peccato che conduce alla morte o
dell'ubbidienza che conduce alla giustizia?
Ma sia ringraziato Dio
perché eravate schiavi del peccato ma avete ubbidito di cuore a quella
forma d'insegnamento che vi è stata trasmessa; e, liberati dal peccato,
siete diventati servi della giustizia.
Parlo alla maniera
degli uomini, a causa della debolezza della vostra carne; poiché, come
già prestaste le vostre membra a servizio dell'impurità e dell'iniquità
per commettere l'iniquità, così prestate ora le vostre membra a servizio
della giustizia per la santificazione.
Perché quando eravate
schiavi del peccato, eravate liberi riguardo alla giustizia.
Quale frutto dunque
avevate allora?
Di queste cose ora vi
vergognate, poiché la loro fine è la morte.
Ma ora, liberati dal
peccato e fatti servi di Dio, avete per frutto la vostra santificazione
e per fine la vita eterna; perché il salario del peccato è la morte, ma
il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.
…Che faremo dunque? Peccheremo forse
perché non siamo sotto la legge ma sotto la grazia? No di certo!
L’entrare in comunione con Dio per mezzo di Gesù Cristo, porta ad una
rottura definitiva con il peccato e all’inizio di una nuova Vita.
Questa vita nuova
deve trionfare, perchè lo stato di grazia in cui è entrato il credente è garanzia di
vittoria sul peccato che tenta sempre di ricondurre alla sua ubbidienza
coloro che hanno “disertato”.
Per questo Paolo usa questa “strana espressione” o provocazione.
Con questa osservazione Paolo rispondeva di fatto alle accuse
calunniose che si facevano nei
suoi confronti:
Perché non «facciamo il male affinché
ne venga il bene», come da taluni
siamo calunniosamente accusati di
dire?
(Romani 3:8)
L'Apostolo solleva egli stesso l'obiezione dei giudaizzanti contro il
Vangelo della grazia e, confutandola,
stabilisce che l'essere sotto la grazia è garanzia di vittoria, perchè
implica una volontaria sottomissione del credente alla giustizia morale che
è la via della vita, perchè il credente, affrancato dal giogo della legge,
mediante la morte di Cristo, è unito a Cristo vivente come la sposa al suo
sposo, per portare dei frutti alla gloria di Dio.
Questa domanda ci illumina circa il pericolo sottile che spesso ignoriamo e
si insinua sempre nel cuore dei credenti.
Il non essere sotto la tutela della legge, ma sotto la grazia, ci rende
liberi e “maggiorenni” (cfr Galati 4), ma questa libertà deve essere usata
“responsabilmente”!
Paolo in questo è un buon esempio:
Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni
cosa è utile.
Ogni cosa mi è lecita, ma io non mi
lascerò dominare da nulla.
(1 Corinzi 6:12)
Ogni cosa è lecita, ma non ogni cosa
è utile; ogni cosa è lecita, ma non ogni cosa edifica.
(1 Corinzi 10:23)
…esèrcitati invece alla pietà, perché
l'esercizio fisico è utile a poca cosa, mentre la pietà è utile a ogni cosa,
avendo la promessa della vita presente e di quella futura.
(1 Timoteo 4:7-8)
…Non sapete voi che se vi offrite a
qualcuno come schiavi per ubbidirgli, siete schiavi di colui a cui ubbidite:
o del peccato che conduce alla morte o dell'ubbidienza che conduce alla
giustizia?
Il peccato è
disubbidienza e chi lo rinnega abbracciando la
fede entra nel programma di ubbidienza a Dio ed alla Sua volontà che si
esprime nella giustizia morale praticata con crescente fedeltà proiettata
alla vita perfetta ed eterna.
…Ma sia ringraziato Dio perché
eravate schiavi del peccato ma avete ubbidito di cuore a quella forma
d'insegnamento che vi è stata trasmessa; e, liberati dal peccato, siete
diventati servi della giustizia.
Riscattati dalla
schiavitù del peccato, non
siamo rimasti “senza padrone” in uno
stato di neutralità morale; ma avendo ubbidito
di cuore a quella forma d'insegnamento che vi è stata trasmessa
siamo stati
liberati dal peccato siamo
diventati servi della giustizia.
Non vi sono che due padroni possibili per l'uomo:
- satana… …il peccato
- Dio… …la giustizia
Gesù parlò anch’Egli di due padroni:
Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l'uno e amerà
l'altro, o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro.
(Matteo 6:24 e Luca
16:13)
Egli disse ancora:
Chi non è con me è contro di me; e
chi non raccoglie con me, disperde.
(Matteo 12:30 e Luca
11:23)
Neutralità o
indipendenza morale non sono quindi possibili.
La conversione è
fondamentalmente un cambiamento di
padrone…
…abbiamo lasciato
il cattivo per darci al buono.
Lo stato di grazia è uno stato di guerra contro il peccato e di volontaria
consacrazione a giustizia, ossia a Dio.
E’ un principio e tale deve rimanere in modo sempre più assoluto, fino alla
finale vittoria.
Nella Grazia vi
si entra con un atto di ubbidienza del cuore all'Evangelo, vi si continua
nell'ubbidienza alla giustizia.
Con la
conversione si voltano le spalle al peccato… …con la santificazione lo si
combatte, lo si estirpa dal cuore e dalla vita.
Il tornare sotto al giogo del peccato è un tornare al vomito… ...degno
di un anima non rigenerata:
Lo stolto che ricade nella sua
follia, è come il cane che torna al suo vomito.
(Proverbi 26:11)
È avvenuto di
loro quel che dice con verità il proverbio:
Il cane è tornato al suo vomito,
e: La scrofa lavata è tornata a
rotolarsi nel fango.
(2 Pietro 2:22)
Notiamo che Pietro, questi che si sono “tirati
indietro” li chiama “cane”
e “scrofa”, prendendo come
esempio due animali “impuri”, sottolineando che la loro natura non era
cambiata.
E’ solo una questione di tempo, il cane… …la scrofa…
…torneranno chi al suo vomito e chi a rotolarsi nel fango… …a meno che
non muoiano in Cristo per risuscitare con Lui rigenerati a NUOVA VITA”,
perché il cane è rimasto cane e la scrofa è rimasta scrofa, così come la
capra, è rimasta capra… …non sono diventate le pecore che seguono
il buon pastore, si sono solo aggregate al gregge… …per un tempo…
…finchè gli conveniva.
…Parlo alla maniera degli uomini, a
causa della debolezza della vostra carne; poiché, come già prestaste le
vostre membra a servizio dell'impurità e dell'iniquità per commettere
l'iniquità, così prestate ora le vostre membra a servizio della giustizia
per la santificazione.
Paolo quasi si scusa di queste espressioni che adopera a malincuore… …egli
ritiene queste riflessioni quasi indecorose davanti alla Grazia di Dio… …ma
ritiene necessarie farle per respingere i ragionamenti malvagi che
imperversavano nella chiesa a causa dei “giudaizzanti”.
Egli parla in questo modo a motivo della
debolezza della carne
inerente alla decaduta natura umana e che rende difficile anche ai credenti
(specialmente se non profondi conoscitori delle realtà spirituali
l'afferrare le verità spirituali più profonde quando non siano vestite di
forme tolte dalla vita terrena.
Per lo stesso motivo Gesù si servì delle parabole per fare comprendere (o
non fare comprendere ai malvagi) cose
non erano per loro alla portata
(cfr.
1Corinzi 3:1).
Il
servire alla giustizia che
è la volontà di Dio, è
la destinazione dell'uomo; quindi
l'essere posti in condizione di realizzarla, non è una forma di schiavitù
“forzata”, ma è quel “giogo leggero” che ci aiuta a vivere meglio la libertà
vera e gloriosa, come diceva Gesù:
Venite a me, voi
tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo.
Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono
mansueto e umile di cuore; e voi
troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio
carico è leggero.
(Matteo 11:28-30)
Guardiamoci dai “gioghi” diversi da quello di Cristo:
Or dunque perché
tentate Dio mettendo sul collo dei
discepoli un giogo che né i padri nostri né noi siamo stati in grado di
portare?
(Atti 15:10)
(Galati 5:1)
Non vi mettete con gli infedeli sotto
un giogo che non è per voi; infatti che rapporto c'è tra la giustizia e l'iniquità? O quale comunione
tra la luce e le tenebre?
(2 Corinzi 6:14)
…Perché quando eravate schiavi del
peccato, eravate liberi riguardo alla giustizia.
Quale frutto dunque avevate allora?
Di queste cose ora vi vergognate,
poiché la loro fine è la morte.
Quale frutto
avevamo?
Quale utilità
morale poteva mai derivare da quella situazione?
La fine a cui
portava era la morte… la dannazione eterna!
Ma l’espressione di Paolo deve essere per noi anche motivo di riflessione:
Di queste cose ora ci vergognamo?
O le ricerchiamo… le rimpiangiamo… ne sentiamo la
mancanza?
-
liberati dal peccato e fatti servi di
Dio… …abbiamo quindi “cambiato padrone”
Le conseguenze… …il frutto del
peccato nel presente, fanno presagire la fine alla quale esso conduce il
peccatore… …la morte; mentre
il benefico e sano frutto del
servizio di Dio fa presagire al discepolo di Cristo che alla fine
realizzerà pienamente la Vita eterna.
Nei risultati presenti e visibili, da noi stessi in parte sperimentati, del
servizio del peccato e di quello della giustizia, sta una costante
esortazione a scegliere la via stretta che porta alla Vita.
Nel frutto del peccato… …già fin da ora non c'è nè pace, nè riposo, nè
gioia… …quale felicità può esserci per chi è in balia delle proprie
passioni? Egli è schiavo della collera, dell'orgoglio, della gelosia, della
concupiscenza che lo tiranneggia e lo lascia sempre insoddisfatto!
Se poi alziamo lo sguardo verso l'eternità che si avvicina, quanto più
serie e abominevoli sono le conseguenze del nostro peccato!
Quanto diversa la posizione di coloro che, affrancati dal peccato, sono
diventati servi di Dio!
Ricordiamoci di quanto scrive Paolo ai galati:
Non vi ingannate; non ci si può
beffare di Dio; perché quello che l'uomo avrà seminato, quello pure mieterà.
Perché
chi semina per la sua carne, mieterà
corruzione dalla carne; ma chi semina per lo Spirito mieterà dallo Spirito
vita eterna.
Non ci scoraggiamo di fare il bene;
perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo.
Così dunque, finché ne abbiamo
l'opportunità, facciamo del bene a tutti; ma specialmente ai fratelli in
fede.
(Galati 6:7-10)
Se la vita nel peccato
ha un salario… …la morte,
il dono di Dio è la Vita Eterna ed il frutto di
questa nuova Vita è la santificazione.
***
- siamo stati liberati dal
peccato (siamo morti… …non c’è più alcun legame)
- la morte (seconda cfr Apocalisse 2:11; 20:6,14; 21:8)
non ha più effetto su di noi
L’unione totale
nella Sua resurrezione porta:
-
siamo legati a Cristo risorto… …il
peccato non ha più il potere sul nostro nuovo corpo (siamo risorti in
Cristo… …abbiamo un nuovo legame)
- siamo destinati a
Vita Eterna
…Non regni dunque il peccato nel
vostro corpo mortale per ubbidire alle sue concupiscenze; e non prestate le
vostre membra al peccato, come strumenti d'iniquità; ma presentate voi
stessi a Dio, come di morti fatti viventi, e le vostre membra come strumenti
di giustizia a Dio
…di una unione così
certa, salda, completa… come intendiamo vivere?
Come dei “fornicatori”
o come una sposa fedele?
Pietro scrive:
Basta con il
tempo trascorso a soddisfare la volontà dei pagani vivendo nelle
dissolutezze, nelle passioni, nelle ubriachezze, nelle orge, nelle
gozzoviglie, e nelle illecite pratiche idolatriche.
(1 Pietro 4:1-3)
Ora dobbiamo,
come nuove creature ad immagine di Dio, destinate ad un servizio degno di
figli di Dio, dedicarci con tutto il nostro essere a ciò a cui siamo stati
chiamati… …quelle opere
di Giustizia e di Purezza che Dio ha preparato per noi… ..che saranno
l’oggetto della nostra gloria nel Giorno del Signore… …tesori per la nostra Vita Eterna…
Quando una persona risponde per fede al Vangelo ed accetta Gesù Cristo e
si identifica… …si
unisce totalmente
a Lui, il suo destino e la sua situazione cambia
completamente, egli:
- è liberato dal
peccato
- è fatto servo
di Dio
- il suo frutto e
la santificazione