La giustizia di Dio nella SUA SCELTA SOVRANA:

 

IL COMPIMENTO DELLA SCELTA SOVRANA

 

LETTERA di Paolo ai ROMANI 11

 

     

Dico dunque: Dio ha forse ripudiato il suo popolo? No di certo!

Perché anch'io sono israelita, della discendenza di Abraamo, della tribù di Beniamino.

Dio non ha ripudiato il suo popolo, che ha preconosciuto.

Non sapete ciò che la Scrittura dice a proposito di Elia?

Come si rivolse a Dio contro Israele, dicendo: «Signore, hanno ucciso i tuoi profeti, hanno demolito i tuoi altari, io sono rimasto solo e vogliono la mia vita»?

Ma che cosa gli rispose la voce divina? «Mi sono riservato settemila uomini che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal».

Così anche al presente, c'è un residuo eletto per grazia.

Ma se è per grazia, non è più per opere; altrimenti, la grazia non è più grazia.

Che dunque? Quello che Israele cerca, non lo ha ottenuto; mentre lo hanno ottenuto gli eletti; e gli altri sono stati induriti, com'è scritto: «Dio ha dato loro uno spirito di torpore, occhi per non vedere e orecchie per non udire, fino a questo giorno».

E Davide dice: «La loro mensa sia per loro una trappola, una rete, un inciampo e una retribuzione. Siano gli occhi loro oscurati perché non vedano e rendi curva la loro schiena per sempre».

Ora io dico: sono forse inciampati perché cadessero? No di certo! Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta agli stranieri per provocare la loro gelosia.

Ora, se la loro caduta è una ricchezza per il mondo e la loro diminuzione è una ricchezza per gli stranieri, quanto più lo sarà la loro piena partecipazione!

Parlo a voi, stranieri; in quanto sono apostolo degli stranieri faccio onore al mio ministero, sperando in qualche maniera di provocare la gelosia di quelli del mio sangue, e di salvarne alcuni.

Infatti, se il loro ripudio è stato la riconciliazione del mondo, che sarà la loro riammissione, se non un rivivere dai morti?

Se la primizia è santa, anche la massa è santa; se la radice è santa, anche i rami sono santi.

Se alcuni rami sono stati troncati, mentre tu, che sei olivo selvatico, sei stato innestato al loro posto e sei diventato partecipe della radice e della linfa dell'olivo, non insuperbirti contro i rami; ma, se t'insuperbisci, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te.

Allora tu dirai: «Sono stati troncati i rami perché fossi innestato io».

Bene: essi sono stati troncati per la loro incredulità e tu rimani stabile per la fede; non insuperbirti, ma temi. Perché se Dio non ha risparmiato i rami naturali, non risparmierà neppure te.

Considera dunque la bontà e la severità di Dio: la severità verso quelli che sono caduti; ma verso di te la bontà di Dio, purché tu perseveri nella sua bontà; altrimenti, anche tu sarai reciso.

Allo stesso modo anche quelli, se non perseverano nella loro incredulità, saranno innestati; perché Dio ha la potenza di innestarli di nuovo.

Infatti se tu sei stato tagliato dall'olivo selvatico per natura e sei stato contro natura innestato nell'olivo domestico, quanto più essi, che sono i rami naturali, saranno innestati nel loro proprio olivo.

Infatti, fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è prodotto in una parte d'Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri; e tutto Israele sarà salvato, così come è scritto: «Il liberatore verrà da Sion. Egli allontanerà da Giacobbe l'empietà; e questo sarà il mio patto con loro, quando toglierò via i loro peccati».

Per quanto concerne il vangelo, essi sono nemici per causa vostra; ma per quanto  concerne l'elezione, sono amati a causa dei loro padri; perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili.

Come in passato voi siete stati disubbidienti a Dio, e ora avete ottenuto misericordia per la loro disubbidienza, così anch'essi sono stati ora disubbidienti, affinché, per la misericordia a voi usata, ottengano anch'essi misericordia.

Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disubbidienza per far misericordia a tutti.

Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio!

Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie!

Infatti «chi ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì da riceverne il contraccambio

Perché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose.

A lui sia la gloria in eterno. Amen.

 

***

 Come al capitolo 4 ha preso l’esempio di Abramo per dimostrare la giustificazione per fede e non per le opere della Legge, come al capitolo 5:12-21 ha preso l’esempio di Adamo per dimostrare l’universalità della giustificazione vitale in Cristo, così adesso prende la storia del popolo di Israele per dimostrare come Dio sa portare a compimento il Suo disegno benevolo, al di là della fedeltà dimostrata dal Suo popolo, perché sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il Suo disegno. Perché quelli che ha preconosciuti li ha pure predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio Suo, affinchè Egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati. (Romani 8:28-30)

 

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 La trattazione comprende tre paragrafi.

 

1 - Romani 9:1-29 Dopo espresso il proprio dolore per lo stato d'Israele, Paolo dimostra che la reiezione, anche della maggioranza d'esso, non contraddice le dichiarazioni della Parola di Dio, la quale proclama la sovranità di Lui nella conoscenza delle persone che hanno da far parte del suo popolo.

 2 - Romani 9:30-10:21 La reiezione di Israele è il risultato dalla sua cecità spirituale e dalla sua disubbidienza di fronte alla proclamazione del Vangelo della grazia.

 3 - Romani 11 La reiezione d'Israele non è però nè totale, nè definitiva, ed è nella sapienza di Dio, volta al bene dei pagani; i quali  contribuiranno alla finale conversione di Israele che segnerà il punto culminante dello svolgimento del Regno di Dio sulla terra.

 

***

 Paolo, spiega quindi ora il piano di Dio per la riammissione del popolo di Israele, per la quale c’è speranza… …la speranza di ravvedimento e conversione, proprio come gli stranieri.

Possiamo apprezzare qui come nulla è definitivo… …dietro un ravvedimento Dio ha la potenza di innestarli di nuovo.

Per questo ogni uomo deve avere quel sano timore di Dio… …deve considerare la bontà e la severità di Dio… …e giungere a quella sincera lode per i Suoi giudizi inscrutabili  le Sue vie ininvestigabili

Infatti «chi ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì da riceverne il contraccambio

Perché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose.

 

Dobbiamo sempre tenere presente che Paolo sta descrivendo la situazione di popoli… …non di singoli… …si tratta di pluralità di persone e non di individui, in questo passo troviamo tre gruppi definiti:

1)                     Israele: il popolo scelto da Dio quale fonte di benedizione per tutti i popoli (cfr Genesi 12:3);

2)                     Eletti: il popolo dei redenti (in particolare quelli secondo la Grazia del Vangelo di Gesù Cristo (cfr Efesini 1:4);

3)                     Altri: gli altri popoli della terra (nello specifico quelli fuori dal tempo della Grazia del Vangelo di Gesù Cristo.

 

Possiamo dividere questo paragrafo in due sezioni:

 SEZIONE A Romani 11:1-10 La reiezione di Israele non è totale, Dio non ha ripudiato in modo definitivo Israele, perché Dio odia il ripudio e non ripudia per sempre… …essi sono inciampati, non sono caduti per sempre.

 

SEZIONE B Romani 11:11-36 La reiezione di Israele non è definitiva perché le promesse di Dio, i Suoi doni e la Vocazione sono irrevocabili... …Israele è fonte di benedizione per tutti i popoli, nel male… …ancora di più nel bene!

 

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 SEZIONE A Romani 11:1-10 La reiezione di Israele non è totale, Dio non ha ripudiato in modo definitivo Israele, perché Dio odia il ripudio e non ripudia per sempre… …essi sono inciampati, non sono caduti per sempre.

 

Abbiamo visto come Israele non è giunto alla legge della giustizia… è inciampato ignorando la giustizia di Dio in Cristo Gesù (il Vangelo) e non si è sottoposto ad essa, non ubbidendo al Vangelo, non l'ha conosciuto, in modo da comprenderlo… …Paolo quindi prosegue il disegno divino per il popolo di Israele.

Gesù stesso ha lasciato una possibilità aperta:

…io vi dico: ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata.

A chiunque parli contro il Figlio dell'uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo né in quello futuro.  (Matteo 12:31-32)

 

Dico dunque: Dio ha forse ripudiato il suo popolo? No di certo!

Paolo anticipa quindi la ovvia domanda che potrebbe nascere dal suo discorso fatto fin ora riguardo ad Israele … Dio ha forse ripudiato il suo popolo?

La risposta a tale domanda è perentoria e senza condizioni … No di certo!

Il popolo di Israele (come strumento privilegiato per lo stabilimento del regno di Dio nel mondo), non è reietto per sempre …in modo assoluto …un albero può essere potato fino ad essere ridotto al solo tronco, senza perdere del tutto la sua vitalità!

Un esempio di questo situazione la possiamo trovare nella profezia di Isaia, proprio in occasione della prima deportazione del popolo del nord …popolo impenitente e adultero al quale Dio da la giusta retribuzione dell’incredulità:

Ed egli disse: «Va', e di' a questo popolo: "Ascoltate, sì, ma senza capire; guardate, sì, ma senza discernere!"

Rendi insensibile il cuore di questo popolo, rendigli duri gli orecchi, e chiudigli gli occhi, in modo che non veda con i suoi occhi, non oda con i suoi orecchi, non intenda con il cuore, non si converta e non sia guarito

E io dissi: «Fino a quando, Signore

Egli rispose: «Finché le città siano devastate, senza abitanti, non vi sia più nessuno nelle case, e il paese sia ridotto in desolazione; finché il SIGNORE abbia allontanato gli uomini, e la solitudine sia grande in mezzo al paese.

Se vi rimane ancora un decimo della popolazione, esso a sua volta sarà distrutto; ma, come al terebinto e alla quercia, quando sono abbattuti, rimane il ceppo, così rimarrà al popolo, come ceppo, una discendenza santa». (Isaia 6:9-13)

 

D’altronde non potrebbe non essere così… …è lo stesso carattere di Dio:

Poiché io odio il ripudio,  dice il SIGNORE, Dio d'Israele; chi ripudia copre di violenza la sua veste, dice il SIGNORE degli eserciti.

(Malachia 2:16)

 La fedeltà di Dio è un potente incoraggiamento a confidare nelle Sue promesse ed a temere delle sue minacce.

Colui che è la gloria d'Israele non mentirà e non si pentirà; Egli infatti non è un uomo perché debba pentirsi.

(1 Samuele 15:29)

 

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 Perché anch'io sono israelita, della discendenza di Abraamo, della tribù di Beniamino.

Dio non ha ripudiato il suo popolo, che ha preconosciuto.

 

Paolo si propone come esempio della fedeltà e della bontà di Dio …egli stesso …il primo dei peccatori (1 Timoteo 1:15-16) …ha avuto Grazia… …quindi c’è speranza anche per il Suo popolo … anch'io sono israelita, della discendenza di Abraamo, della tribù di Beniamino.

Paolo, la cui discendenza ebraica è ben costatata (cfr Filippesi 3:5) e che si è mostrato, in gioventù, giudeo anche per l'accanimento con il quale ha perseguitato i cristiani, è stato chiamato, non solo alla fede, ma all'apostolato (cfr Romani 1:5) e ad un apostolato ricco di frutti (cfr. Romani 15).

Vista la Grazia ricevuta e sperimentata personalmente …come potrebbe mai sostenere che Dio ha reietto Israele, quando egli stesso è la prova vivente  che Dio non ha rinunciato a servirsi dei discendenti di Abramo per essere benedizione a tutte le famiglie della terra (cfr Genesi 12:3 – 28:14)?

Quello che Dio ha scelto per essere il Suo popolo particolare, per associarlo più direttamente alla Sua opera nel mondo, è stato sempre presente nella mente onnisciente di Dio.

Egli non ha sbagliato nello scegliere Israele …certo non ignorava le sue future ribellioni nè i giudizi che si sarebbero tirati addosso; ma contemplava il tronco che conservava la vitalità dell'albero.

Prima di arrivare al presente, Paolo fa riferimento alla Scrittura e cita in particolare l’esempio tratto dalla storia di Elia …un profeta che ha vissuto nel periodo “più idolatra” del popolo …ma che nel suo scoraggiamento, trova consolazione nel ricevere la rivelazione di Dio circa un residuo fedele ancora in mezzo a tale popolo (cfr 1 Re 19).

 

***

 Non sapete ciò che la Scrittura dice a proposito di Elia?

Come si rivolse a Dio contro Israele, dicendo: «Signore, hanno ucciso i tuoi profeti, hanno demolito i tuoi altari, io sono rimasto solo e vogliono la mia vita»?

Ma che cosa gli rispose la voce divina? «Mi sono riservato settemila uomini che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal».

Così anche al presente, c'è un residuo eletto per grazia.

Ma se è per grazia, non è più per opere; altrimenti, la grazia non è più grazia.

 

Non sapete ciò che la Scrittura dice a proposito di Elia?

Come si rivolse a Dio contro Israele, dicendo: «Signore, hanno ucciso i tuoi profeti, hanno demolito i tuoi altari, io sono rimasto solo e vogliono la mia vita»?

 Paolo cita quindi il dialogo che ci fu tra il profeta Elia e Dio, in un momento di sconforto del profeta (nonostante avesse appena fatto una grande dimostrazione della potenza di Dio).

Acab raccontò a Izebel tutto quello che Elia aveva fatto, e come aveva ucciso con la spada tutti i profeti.

Allora Izebel mandò un messaggero a Elia per dirgli: «Gli dèi mi trattino con tutto il loro rigore, se domani a quest'ora non farò della vita tua quel che tu hai fatto della vita di ognuno di quelli».

Elia, vedendo questo, si alzò, e se ne andò per salvarsi la vita; giunse a Beer-Sceba, che appartiene a Giuda, e vi lasciò il suo servo; ma egli s'inoltrò nel deserto una giornata di cammino, andò a mettersi seduto sotto una ginestra, ed espresse il desiderio di morire, dicendo: «Basta! Prendi la mia anima, o SIGNORE, poiché io non valgo più dei miei padri!»

Poi si coricò, e si addormentò sotto la ginestra. Allora un angelo lo toccò, e gli disse: «Àlzati e mangia».

Egli guardò, e vide vicino alla sua testa una focaccia cotta su pietre calde, e una brocca d'acqua. Egli mangiò e bevve, poi si coricò di nuovo.

L'angelo del SIGNORE tornò una seconda volta, lo toccò, e disse: «Àlzati e mangia, perché il cammino è troppo lungo per te».

Egli si alzò, mangiò e bevve; e per la forza che quel cibo gli aveva dato, camminò quaranta giorni e quaranta notti fino a Oreb, il monte di Dio.

Lassù entrò in una spelonca, e vi passò la notte. E gli fu rivolta la parola del SIGNORE, in questi termini: «Che fai qui, Elia?»

Egli rispose: «Io sono stato mosso da una grande gelosia per il SIGNORE, per il Dio degli eserciti, perché i figli d'Israele hanno abbandonato il tuo patto, hanno demolito i tuoi altari, e hanno ucciso con la spada i tuoi profeti; sono rimasto io solo, e cercano di togliermi la vita».

Dio gli disse: «Va' fuori e fermati sul monte, davanti al SIGNORE».

E il SIGNORE passò.

Un vento forte, impetuoso, schiantava i monti e spezzava le rocce davanti al SIGNORE, ma il SIGNORE non era nel vento.

E, dopo il vento, un terremoto; ma il SIGNORE non era nel terremoto.

E, dopo il terremoto, un fuoco; ma il SIGNORE non era nel fuoco.

E, dopo il fuoco, un mormorio di vento leggero.

Quando Elia lo udì, si coprì la faccia con il mantello, andò fuori, e si fermò all'ingresso della spelonca; e una voce giunse fino a lui, e disse: «Che fai qui, Elia?»

Egli rispose: «Io sono stato mosso da una grande gelosia per il SIGNORE, per il Dio degli eserciti, perché i figli d'Israele hanno abbandonato il tuo patto, hanno demolito i tuoi altari, e hanno ucciso con la spada i tuoi profeti; sono rimasto io solo, e cercano di togliermi la vita».

Il SIGNORE gli disse: «Va', rifa' la strada del deserto, fino a Damasco; e quando vi sarai giunto, ungerai Azael come re di Siria; ungerai pure Ieu, figlio di Nimsci, come re d'Israele, e ungerai Eliseo, figlio di Safat da Abel-Meola, come profeta, al tuo posto.

Chi scamperà dalla spada di Azael, sarà ucciso da Ieu; e chi scamperà dalla spada di Ieu, sarà ucciso da Eliseo. Ma io lascerò in Israele un residuo di settemila uomini, tutti quelli il cui ginocchio non s'è piegato davanti a Baal, e la cui bocca non l'ha baciato».

(1 Re 19:1-18)

 

Settemila uomini sono pochi di fronte ai milioni di idolatri che formano la massa del popolo; ma sono molti di fronte alla parola di scoraggiamento del profeta …questi settemila uomini rappresentano il residuo santo del popolo di Dio!

È questo il residuo che deve conservare il timore di Dio finchè sia passato l'uragano dell'empietà …sono uomini il cui ginocchio non s'è piegato davanti a Baal, e la cui bocca non l'ha baciato sono il ceppo del tronco da cui l’albero può ripartire...

Il culto di Baal, dio del sole, con quello della dea Astarte, era stato largamente importato in Israele dalla Fenicia, per opera di Izebel moglie di Acab.

La stessa situazione la troviamo nella lettera alla chiesa di Tiatiri (la città di origine di Lidia cfr Atti 16:14):

All'angelo della chiesa di Tiatiri scrivi: Queste cose dice il Figlio di Dio, che ha gli occhi come fiamma di fuoco, e i piedi simili a bronzo incandescente: "Io conosco le tue opere, il tuo amore, la tua fede, il tuo servizio, la tua costanza; so che le tue ultime opere sono più numerose delle prime. Ma ho questo contro di te: che tu tolleri Iezabel, quella donna che si dice profetessa e insegna e induce i miei servi a commettere fornicazione, e a mangiare carni sacrificate agli idoli. Le ho dato tempo perché si ravvedesse, ma lei non vuol ravvedersi della sua fornicazione.

Ecco, io la getto sopra un letto di dolore, e metto in una grande tribolazione coloro che commettono adulterio con lei, se non si ravvedono delle opere che ella compie. Metterò anche a morte i suoi figli; e tutte le chiese conosceranno che io sono colui che scruta le reni e i cuori, e darò a ciascuno di voi secondo le sue opere.

Ma agli altri di voi, in Tiatiri, che non professate tale dottrina e non avete conosciuto le profondità di Satana (come le chiamano loro), io dico: Non vi impongo altro peso. Soltanto, quello che avete, tenetelo fermamente finché io venga.

A chi vince e persevera nelle mie opere sino alla fine, darò potere sulle nazioni, ed egli le reggerà con una verga di ferro e le frantumerà come vasi d'argilla, come anch'io ho ricevuto potere dal Padre mio; e gli darò la stella del mattino.

Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese"

(Apocalisse 2:18-29)

 

…Così anche al presente, c'è un residuo eletto per grazia…

 Proprio come ai tempi di Elia, Paolo vede, al suo tempo presente, i giudei convertiti (una minoranza rispetto alla totalità del popolo), come il residuo eletto per grazia …non per opere o per titoli e/o casati!

…è una Grazia di Dio …non è merito loro …perché Egli dice:

…io lascerò in Israele un residuo di settemila uomini…

 

Come dice ai credenti di Tiatiri:

Non vi impongo altro peso. Soltanto, quello che avete, tenetelo fermamente finché io venga.

 

Infatti Paolo scrive:

Mi sono riservato settemila uomini che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal.

Così anche al presente, c'è un residuo eletto per grazia… ma se è per grazia, non è più per opere; altrimenti, la grazia non è più grazia.

 

***

 Che dunque? Quello che Israele cerca, non lo ha ottenuto; mentre lo hanno ottenuto gli eletti; e gli altri sono stati induriti, com'è scritto: «Dio ha dato loro uno spirito di torpore, occhi per non vedere e orecchie per non udire, fino a questo giorno».

E Davide dice: «La loro mensa sia per loro una trappola, una rete, un inciampo e una retribuzione. Siano gli occhi loro oscurati perché non vedano e rendi curva la loro schiena per sempre».

 

Quale conclusione trarremo quindi da questo?

Quello che Israele cerca, non lo ha ottenuto

Cosa cerca Israele?

La giustizia e la gloria del regno messianico per mezzo delle loro opere… l’ha ottenuto? No! A causa del loro indurimento di cuore… …in quanto non hanno creduto al Vangelo e si sono ostinati a ricercare una propria giustizia

…perché Dio li ha resi insensibili per un suo giusto giudizio… secondo l’opera di Gesù:

Sebbene avesse fatto tanti segni miracolosi in loro presenza, non credevano in lui; affinché si adempisse la parola detta dal profeta Isaia: «Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione? A chi è stato rivelato il braccio del Signore?»

Perciò non potevano credere, per la ragione detta ancora da Isaia: «Egli ha accecato i loro occhi e ha indurito i loro cuori, affinché non vedano con gli occhi, e non comprendano con il cuore, e non si convertano, e io non li guarisca».

Queste cose disse Isaia, perché vide la gloria di lui e di lui parlò.

(Giovanni 12:37-41)

 

Tutto questo perché stabilito nel disegno benevolo che aveva prestabilito dentro di sé, per realizzarlo quando i tempi fossero compiuti. Esso consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra. (Efesini 1:9-10)

 

Indurire (πωρουν) significa letteralmente privare un organo della sua naturale sensibilità, e Dio lo ha fatto con azioni specifiche:

A) Dio ha dato loro uno spirito di torpore…

Questa espressione Paolo l’ha presa dalla profezia del profeta Isaia:

Stupitevi pure... sarete stupiti! Chiudete pure gli occhi... diventerete ciechi!

Costoro sono ubriachi, ma non di vino; barcollano, ma non per bevande alcoliche.

È il SIGNORE che ha sparso su di voi uno spirito di torpore; ha chiuso i vostri occhi, i profeti, ha velato i vostri capi, i veggenti.

Tutte le visioni profetiche sono divenute per voi come le parole di uno scritto sigillato che si desse a uno che sa leggere, dicendogli: «Ti prego, leggi questo!»

Egli risponderebbe: «Non posso, perché è sigillato

Oppure come uno scritto che si desse a uno che non sa leggere, dicendogli: «Ti prego, leggi questo!» Egli risponderebbe: «Non so leggere».

Il Signore ha detto: «Poiché questo popolo si avvicina a me con la bocca e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e il timore che ha di me non è altro che un comandamento imparato dagli uomini, in mezzo a questo popolo io continuerò a fare delle meraviglie, meraviglie su meraviglie; la saggezza dei suoi saggi perirà e l'intelligenza dei suoi intelligenti sparirà».

Guai a quelli che si allontanano dal SIGNORE in luoghi profondi per nascondere i loro disegni, che fanno le loro opere nelle tenebre e dicono: «Chi ci vede? Chi ci conosce?»

Che perversità è la vostra! Il vasaio sarà forse considerato al pari dell'argilla al punto che l'opera dica all'operaio: «Egli non mi ha fatto?»

Al punto che il vaso dica del vasaio: «Non ci capisce nulla?» (Isaia 29:9-16)

 Questa profezia detta dal profeta Isaia descrive il giudizio di Dio verso il popolo che  si avvicina a Dio in modo meramente formale e senza un pio timore.

  

B) Dio ha dato loro occhi per non vedere e orecchie per non udire… fino a questo giorno.

 Questa seconda espressione Paolo l’ha presa dalla profezia di Mosè nel libro del Deuteronomio in occasione del rinnovamento del patto e del giudizio dell’Egitto e delle nazioni cananee a causa della loro idolatria… senza che il popolo comprendesse pienamente il disegno di Dio:

Mosè convocò dunque tutto Israele, e disse loro: «Voi avete visto tutto quello che il SIGNORE ha fatto sotto i vostri occhi, nel paese d'Egitto, al faraone, a tutti i suoi servitori e a tutto il suo paese; i tuoi occhi hanno visto le grandi calamità con le quali furono provati, quei miracoli, quei grandi prodigi; ma, fino a questo giorno, il SIGNORE non vi ha dato un cuore per comprendere, né occhi per vedere, né orecchi per udire.

Io vi ho condotti quarant'anni nel deserto; le vostre vesti non vi si sono logorate addosso, né i vostri calzari vi si sono logorati ai piedi.

Non avete mangiato pane, non avete bevuto vino né altre bevande alcoliche.

Tutto questo affinché conosceste che io sono il SIGNORE, il vostro Dio.

Quando siete arrivati in questo luogo, e Sicon re di Chesbon, e Og re di Basan sono usciti contro di noi per combattere, noi li abbiamo sconfitti, abbiamo preso il loro paese, e lo abbiamo dato come proprietà ai Rubeniti, ai Gaditi e alla mezza tribù di Manasse.

Osservate dunque le parole di questo patto e mettetele in pratica, affinché prosperiate in tutto ciò che farete.

(Deuteronomio 29:1-8)

 

Questa Scrittura di Mosè, Paolo la sente più vera che mai quando considera l'atteggiamento del popolo di fronte alla suprema rivelazione della grazia e della verità in Cristo:

Allora i discepoli si avvicinarono e gli dissero: «Perché parli loro in parabole?»

Egli rispose loro: «Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli; ma a loro non è dato. Perché a chiunque ha sarà dato, e sarà nell'abbondanza; ma a chiunque non ha sarà tolto anche quello che ha.

Per questo parlo loro in parabole, perché, vedendo, non vedono; e udendo, non odono né comprendono. E si adempie in loro la profezia d'Isaia che dice: "Udrete con i vostri orecchi e non comprenderete; guarderete con i vostri occhi e non vedrete; perché il cuore di questo popolo si è fatto insensibile: sono diventati duri d'orecchi e hanno chiuso gli occhi, per non rischiare di vedere con gli occhi e di udire con gli orecchi, e di comprendere con il cuore e di convertirsi, perché io li guarisca".

Ma beati gli occhi vostri, perché vedono; e i vostri orecchi, perché odono!

In verità io vi dico che molti profeti e giusti desiderarono vedere le cose che voi vedete, e non le videro; e udire le cose che voi udite, e non le udirono. (Matteo 13:10-17)

 Ma in Dio c’è speranza… tutto questo avrà una fine… fino a questo giorno.

  

C) Dio ha fatto in modo che la loro mensa sia per loro una trappola, una rete, un inciampo e una retribuzione. Siano gli occhi loro oscurati perché non vedano e rendi curva la loro schiena per sempre.

 Questa terza espressione Paolo l’ha presa dalla salmo profetico (circa la persona di Gesù Cristo) di Davide, afflitto e perseguitato senza motivo dai suoi connazionali, abbandonato perfino dai suoi congiunti, che invoca sui suoi nemici i giudizi di Dio:

Salvami, o Dio, perché le acque mi sono penetrate fino all'anima.

Sprofondo in un pantano senza trovare sostegno; sono scivolato in acque profonde, e la corrente mi travolge.

Sono stanco di gridare, la mia gola è riarsa; i miei occhi si spengono nell'attesa del mio Dio.

Più numerosi dei capelli del mio capo sono quelli che mi odiano senza ragione; sono potenti quelli che vogliono distruggermi e che a torto mi sono nemici; ho dovuto consegnare ciò che non avevo rubato.

O Dio, tu conosci la mia stoltezza, e le mie colpe non ti sono nascoste.

Non siano confusi, per causa mia, quelli che sperano in te, o Dio, SIGNORE degli eserciti!

Non siano coperti di vergogna per causa mia, quelli che ti cercano, o Dio d'Israele!

Per amor tuo io sopporto gli insulti, la vergogna mi copre la faccia.

Sono un estraneo per i miei fratelli, un forestiero per i figli di mia madre.

Poiché mi divora lo zelo per la tua casa, gli insulti di chi ti oltraggia sono caduti su di me.

Ho pianto, ho afflitto l'anima mia con il digiuno, ma ciò mi ha causato disonore.

Ho indossato come vestito il cilicio, ma essi ridono di me.

Le persone sedute alla porta sparlano di me, sono divenuto lo zimbello degli ubriaconi.

Ma io rivolgo a te la mia preghiera, o SIGNORE, nel momento favorevole!

Per la tua grande misericordia, rispondimi, o Dio, assicurandomi la tua salvezza.

Salvami dal pantano, perché io non affondi!

Liberami da chi mi odia e dalle acque profonde.

Non mi sommerga la corrente delle acque, non m'inghiottisca il vortice, non chiuda il pozzo la sua bocca su di me!

Rispondimi, SIGNORE, perché la tua grazia è benefica; vòlgiti a me nella tua grande misericordia.

Non nascondere il tuo volto al tuo servo, perché sono in pericolo; affrèttati a rispondermi.

Avvicìnati all'anima mia, e riscattala; liberami a causa dei miei nemici.

Tu conosci la mia vergogna, il mio disonore e la mia infamia; davanti a te sono tutti i miei nemici.

L'oltraggio m'ha spezzato il cuore e sono tutto dolente; ho aspettato chi mi confortasse, ma invano; ho atteso dei consolatori, ma non ne ho trovati.

Hanno messo fiele nel mio cibo, e mi hanno dato da bere aceto per dissetarmi.

La loro tavola imbandita sia per essi come una trappola, un tranello quando si credono al sicuro!

Gli occhi loro si offuschino e più non vedano; indebolisci per sempre i loro fianchi.

Riversa su di loro il tuo furore, li raggiunga l'ardore della tua ira.

Sia desolata la loro dimora, nessuno abiti le loro tende, poiché perseguitano colui che hai percosso, e godono a raccontarsi i dolori di chi hai ferito.

Aggiungi questo peccato ai loro peccati e non abbian parte alcuna nella tua giustizia.

Siano cancellati dal libro della vita e non siano iscritti fra i giusti.

Io sono misero e afflitto; il tuo soccorso, o Dio, mi porti in salvo.

Celebrerò il nome di Dio con un canto, lo esalterò con le mie lodi, che il SIGNORE gradirà più dei buoi, più dei tori con corna e unghie.

Gli umili lo vedranno e gioiranno; o voi che cercate Dio, fatevi animo, poiché il SIGNORE ascolta i bisognosi, e non disprezza i suoi prigionieri.

Lo lodino i cieli e la terra, i mari e tutto ciò che si muove in essi!

Poiché Dio salverà Sion, e ricostruirà le città di Giuda; il suo popolo abiterà in Sion e la possederà.

Anche la discendenza dei suoi servi l'avrà in eredità, e quanti amano il suo nome vi abiteranno.

(Salmo 69)

 Leggendo questo… non si può non pensare alla sorte del popolo ebreo, dai tempi di Gesù Cristo fino ad oggi.

 

***

 SEZIONE B Romani 11:11-36 La reiezione di Israele non è definitiva perché le promesse di Dio, i Suoi doni e la Vocazione sono irrevocabili... Israele è fonte di benedizione per tutti i popoli, nel male… ancora di più nel bene!

 

Dopo avere esposto i fatti storici… ora Paolo sta per esporre i fatti profetici riguardo all'avvenire del popolo di Israele.

La reiezione d'Israele non è definitiva.

La sua sorte resta indissolubilmente legata alle sorti del regno di Dio.

La sua caduta stessa serve ad estenderlo e la sua conversione è sempre quella che ha da segnare il momento del massimo splendore terreno del regno di Dio.

 

Ora io dico: sono forse inciampati perché cadessero? No di certo! Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta agli stranieri per provocare la loro gelosia.

Ora, se la loro caduta è una ricchezza per il mondo e la loro diminuzione è una ricchezza per gli stranieri, quanto più lo sarà la loro piena partecipazione!

 L'Apostolo adopera due verbi che significano entrambi “cadere”, ma il primo è “temporaneo”… il secondo è “definitivo”.

La caduta temporanea (inciampo) di Israele non è definitiva… aveva uno scopo preciso… a causa della loro caduta la salvezza è giunta agli stranieri per provocare la loro gelosia.

L'incredulità dei Giudei è stata il fatto storico, l'occasione che ha permesso l'evangelizzazione dei pagani e spostamento “temporaneo” del centro del regno di Dio che finirà col produrre, in Israele stesso, un sentimento di rimpianto e di gelosia ed un desiderio di riprendere il posto perduto a causa della incredulità dimostrata davanti a Gesù Cristo.

Paolo spiega che la loro caduta temporanea è una ricchezza per il mondo (perchè la salvezza è ora giunta a tutto il mondo) e la loro diminuzione è una ricchezza per gli stranieri (perché la Chiesa è formata principalmente dai pagani convertiti) quanto più lo sarà la loro piena partecipazione!

 

***

 Parlo a voi, stranieri; in quanto sono apostolo degli stranieri faccio onore al mio ministero, sperando in qualche maniera di provocare la gelosia di quelli del mio sangue, e di salvarne alcuni.

 Paolo ha sempre davanti a se i due popoli che compongono il popolo di Dio in Cristo Gesù… …è una rivelazione che ha ricevuto personalmente e dalla quale non si distrae:

Ma ora, in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo.

Lui, infatti, è la nostra pace; lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo e ha abbattuto il muro di separazione abolendo nel suo corpo terreno la causa dell'inimicizia, la legge fatta di comandamenti in forma di precetti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo facendo la pace; e per riconciliarli tutti e due con Dio in un corpo unico mediante la sua croce, sulla quale fece morire la loro inimicizia.

(Efesini 2:13-16)

 

E si rivolge quindi a quella parte della Chiesa composta da coloro che vengono dal paganesimo… parlo a voi, stranieri…  in quanto sono apostolo degli stranieri faccio onore al mio ministero…

Paolo si sente primariamente apostolo dei gentili, in conformità al mandato ricevuto da Dio sulla via di Damasco:

…àlzati e sta' in piedi perché per questo ti sono apparso: per farti ministro e testimone delle cose che hai viste, e di quelle per le quali ti apparirò ancora, liberandoti da questo popolo e dalle nazioni, alle quali io ti mando per aprire loro gli occhi, affinché si convertano dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio, e ricevano, per la fede in me, il perdono dei peccati e la loro parte di eredità tra i santificati. (Atti 26:16-18)

 

e confermato dagli altri apostoli:

Ma quelli che godono di particolare stima (quello che possono essere stati, a me non importa; Dio non ha riguardi personali), quelli, dico, che godono di maggiore stima non m'imposero nulla; anzi, quando videro che a me era stato affidato il vangelo per gli incirconcisi, come a Pietro per i circoncisi (perché colui che aveva operato in Pietro per farlo apostolo dei circoncisi aveva anche operato in me per farmi apostolo degli stranieri), riconoscendo la grazia che mi era stata accordata, Giacomo, Cefa e Giovanni, che sono reputati colonne, diedero a me e a Barnaba la mano in segno di comunione perché andassimo noi agli stranieri, ed essi ai circoncisi…

(Galati 2:6-9)

 

…sperando in qualche maniera di provocare la gelosia di quelli del mio sangue, e di salvarne alcuni…

 Paolo ripete in altra forma che il motivo per cui non può perdere di vista la salvezza di Israele, anche lavorando alla conversione dei pagani, sta appunto nella somma importanza che deve avere per il mondo la reintegrazione del popolo eletto e nello stesso tempo egli è pronto a testimoniare a chiunque perché il suo scopo è portare la salvezza e per questo fa ogni cosa:

Poiché, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti, per guadagnarne il maggior numero; con i Giudei, mi sono fatto giudeo, per guadagnare i Giudei; con quelli che sono sotto la legge, mi sono fatto come uno che è sotto la legge (benché io stesso non sia sottoposto alla legge), per guadagnare quelli che sono sotto la legge; con quelli che sono senza legge, mi sono fatto come se fossi senza legge (pur non essendo senza la legge di Dio, ma essendo sotto la legge di Cristo), per guadagnare quelli che sono senza legge.

Con i deboli mi sono fatto debole, per guadagnare i deboli; mi sono fatto ogni cosa a tutti, per salvarne ad ogni modo alcuni.

E faccio tutto per il vangelo, al fine di esserne partecipe insieme ad altri. (1 Corinzi 9:19-23)

 Paolo vuole anche provocare quella sana gelosia tra il suo popolo terreno… e fa di tutto per farlo!

Egli sa quale potrà essere il beneficio che potrà derivare dalla conversione del Suo popolo terreno per tutta la umanità…

 

***

 Infatti, se il loro ripudio è stato la riconciliazione del mondo, che sarà la loro riammissione, se non un rivivere dai morti?

 Come per la caduta… anche il ripudio è temporaneo… non è definitivo.

Se, come abbiamo visto, Dio non ha ripudiato il suo popolo ed Egli stesso odia il ripudio, possiamo qui comprendere come questo “ripudio temporaneo” sia paragonabile a quella situazione di separazione tra coniugi che lascia sempre spazio ad una futura possibile riconciliazione:

Ai coniugi poi ordino, non io ma il Signore, che la moglie non si separi dal marito (e se si fosse separata, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito); e che il marito non mandi via la moglie.

(1 Corinzi 7:10-11)

 Questo “temporaneo ripudio” del popolo di Israele ha avuto per risultato la riconciliazione del mondo pagano con Dio, in quanto che Dio ha rivolto agli stranieri il suo Vangelo ed ha, adottato il mondo pagano credente come strumento dei suoi disegni, mentre prima esso era estraneo alle promesse (cfr Efesini 2:18-22)… …che beneficio porterà la loro riammissione?

 

La conversione d'Israele inaugurerà l'era del trionfo del Vangelo sulla terra:

Sorgi, risplendi, poiché la tua luce è giunta, e la gloria del SIGNORE è spuntata sopra di te! Infatti, ecco, le tenebre coprono la terra e una fitta oscurità avvolge i popoli; ma su di te sorge il SIGNORE e la sua gloria appare su di te.

Le nazioni cammineranno alla tua luce, i re allo splendore della tua aurora.

Alza gli occhi e guàrdati attorno; tutti si radunano e vengono da te; i tuoi figli giungono da lontano, arrivano le tue figlie, portate in braccio.

Allora guarderai e sarai raggiante, il tuo cuore palpiterà forte e si allargherà, poiché l'abbondanza del mare si volgerà verso di te, la ricchezza delle nazioni verrà da te.

Una moltitudine di cammelli ti coprirà, dromedari di Madian e di Efa; quelli di Seba  verranno tutti, portando oro e incenso, e proclamando le lodi del SIGNORE.

Tutte le greggi di Chedar si raduneranno presso di te, i montoni di Nebaiot saranno al tuo servizio; saliranno sul mio altare come offerta gradita, e io onorerò la mia casa gloriosa.
Chi mai sono costoro che volano come una nuvola, come colombi verso le loro colombaie?

Sono le isole che spereranno in me e avranno alla loro testa le navi di Tarsis, per ricondurre i tuoi figli da lontano con argento e con oro, per onorare il nome del SIGNORE, tuo Dio, del Santo d'Israele, che ti avrà glorificata.

I figli dello straniero ricostruiranno le tue mura, i loro re saranno al tuo servizio; poiché io ti ho colpita nel mio sdegno, ma nella mia benevolenza ho avuto pietà di te.

Le tue porte saranno sempre aperte; non saranno chiuse né giorno né notte, per lasciar entrare in te la ricchezza delle nazioni e i loro re in corteo.

Poiché la nazione e il regno che non vorranno servirti, periranno; quelle nazioni saranno completamente distrutte.

La gloria del Libano verrà a te, il cipresso, il platano e il larice verranno assieme per ornare il luogo del mio santuario, e io renderò glorioso il luogo dove posano i miei piedi.

I figli di quelli che ti avranno oppressa verranno da te, abbassandosi; tutti quelli che ti avranno disprezzata si prostreranno fino alla pianta dei tuoi piedi e ti chiameranno la città del SIGNORE, la Sion del Santo d'Israele.

Invece di essere abbandonata, odiata, al punto che anima viva più non passava da te, io farò di te il vanto dei secoli, la gioia di tutte le epoche.

Tu popperai il latte delle nazioni, popperai al seno dei re, e riconoscerai che io, il SIGNORE, sono il tuo Salvatore, io, il Potente di Giacobbe, sono il tuo Redentore.

Invece di bronzo farò affluire oro; invece di ferro farò affluire argento; invece di legno, bronzo; invece di pietre, ferro; io ti darò per magistrato la pace, per governatore la giustizia.

Non si udrà più parlare di violenza nel tuo paese, di devastazione e di rovina entro i  tuoi confini; ma chiamerai le tue mura: Salvezza, e le tue porte: Lode.

Non più il sole sarà la tua luce, nel giorno; e non più la luna t'illuminerà con il suo chiarore; ma il SIGNORE sarà la tua luce perenne, il tuo Dio sarà la tua gloria. Il tuo sole non tramonterà più, la tua luna non si oscurerà più; poiché il SIGNORE sarà la tua luce perenne, i giorni del tuo lutto saranno finiti.

Il tuo popolo sarà tutto un popolo di giusti; essi possederanno il paese per sempre; essi, che sono il germoglio da me piantato, l'opera delle mie mani, per manifestare la mia gloria.

Il più piccolo diventerà un migliaio; il minimo, una nazione potente.

Io, il SIGNORE, affretterò le cose a suo tempo»  (Isaia 60)

 

Il mondo pagano non è più attualmente escluso dal regno di Dio; è riconciliato ma manca ancora la realizzazione delle promesse del Vangelo perché manca ancora all’appello una parte del popolo di Dio… vi è come un misterioso impedimento… ..un velo di tristezza c’è ancora… …manca la presenza del figlio maggiore (cfr Luca 15:11-32).

L'avvenire del popolo di Israele è glorioso e fonte di benedizione per tutto il mondo... altro che scomparire dalla cartina geografica… …nel momento che si convertirà e volgerà lo sguardo a Colui che hanno trafitto avverrà uno spiegamento di vita spirituale che sarà come una risurrezione per le nazioni tutte della terra… un rivivere dai morti!

Possiamo anche considerare come il ravvedimento e la conversione di Israele, come vista da Giovanni nell’Apocalisse, sia strettamente connessa alla prima resurrezione:

Poi vidi scendere dal cielo un angelo con la chiave dell'abisso e una grande catena in mano.

Egli afferrò il dragone, il serpente antico, cioè il diavolo, Satana, lo legò per mille anni, e lo gettò nell'abisso che chiuse e sigillò sopra di lui perché non seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni; dopo i quali dovrà essere sciolto per un po' di tempo.

Poi vidi dei troni. A quelli che vi si misero seduti fu dato di giudicare. E vidi le anime di quelli che erano stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e di quelli che non avevano adorato la bestia né la sua immagine e non avevano ricevuto il suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Essi tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni.

Gli altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero trascorsi.

Questa è la prima risurrezione.

Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione.

Su di loro non ha potere la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni.

(Apocalisse 20:1-6)

 

***

 Se la primizia è santa, anche la massa è santa; se la radice è santa, anche i rami sono santi.

Se alcuni rami sono stati troncati, mentre tu, che sei olivo selvatico, sei stato innestato al loro posto e sei diventato partecipe della radice e della linfa dell'olivo, non insuperbirti contro i rami; ma, se t'insuperbisci, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te.

 Paolo è ben conscio che nel suo provocare la gelosia del popolo di Israele, ci può essere l’effetto collaterale di fare insuperbire gli stranieri… vuole quindi equilibrare alcuni concetti, anche perché perfettamente convinto che l’inciampo di Israele è temporaneo.

Il giudizio temporaneo attualmente gravante sul popolo di Israele non deve dunque fare insuperbire gli eletti del tempo della Grazia… …anzi li deve tenere in umiltà e timore… quindi stiamo attenti e temiamo il Signore!

Per fare comprendere questo, usa due immagini di cui una tratta dalla Scrittura ed una tratta dal creato:

 

…Se la primizia è santa, anche la massa è santa…

 Paolo prende questa immagine dalla legge secondo la quale l'Israelita doveva prelevare dalla pasta (come primizia) una focaccia da offrire a Dio:

Quando sarete arrivati nel paese dove io vi conduco e mangerete del pane di quel paese, ne preleverete un'offerta da presentare al SIGNORE.

Delle primizie della vostra pasta metterete da parte una focaccia come offerta; la metterete da parte, come si mette da parte l'offerta dell'aia.

Delle primizie della vostra pasta darete al SIGNORE una parte come offerta.

Lo farete di generazione in generazione.  (Numeri 15:17-21)

 Con questo atto, l’intera massa della pasta veniva dichiarata santa o consacrata.

 

…se la radice è santa, anche i rami sono santi.

Se alcuni rami sono stati troncati, mentre tu, che sei olivo selvatico, sei stato innestato al loro posto e sei diventato partecipe della radice e della linfa dell'olivo, non insuperbirti contro i rami; ma, se t'insuperbisci, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te.

 Questa seconda immagine ci parla dello sviluppo della pianta dell’olivo e del rapporto che c’è tra la radice ed i rami… questi partecipano alle qualità della radice.

Questi rami… questa pasta… sono il popolo come nazione, le primizie o la radice santa, cioè consacrata, sono i patriarchi che Dio ha scelto per poter sviluppare il Suo disegno benevolo.

Come possiamo osservare… non tutti i rami dell’olivo (tutti i discendenti di Abramo) saranno dei credenti (resteranno null’olivo)… non esenta il popolo dal giudizio di temporanea reiezione a causa della loro infedeltà… anzi alcuni rami sono stati troncati e altri rami sono stati innestati al loro posto e sono diventati partecipi della radice e della linfa dell'olivo… non c'è in questo, alcun motivo di insuperbirsi.

L'innesto, in agricoltura, è tolto dall'albero domestico e adattato all'albero selvatico, Paolo stesso ammette che questo innesto è contro l'uso naturale:

…infatti se tu sei stato tagliato dall'olivo selvatico per natura e sei stato contro natura innestato nell'olivo domestico, quanto più essi, che sono i rami naturali, saranno innestati nel loro proprio olivo. (Romani 11:24)

 …ma con questo esempio vuole fare comprendere come la ammissione dello straniero nel popolo di Dio è dovuta unicamente alla Grazia di Dio, e solo per Grazia sei stato innestato al loro posto e sei diventato partecipe della radice e della linfa dell'olivo… …quindi  non insuperbirti contro i rami; ma, se t'insuperbisci, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te.

 

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 Allora tu dirai: «Sono stati troncati i rami perché fossi innestato io».

Bene: essi sono stati troncati per la loro incredulità e tu rimani stabile per la fede; non insuperbirti, ma temi. Perché se Dio non ha risparmiato i rami naturali, non risparmierà neppure te.

 Il fatto che l’Israele sia stato temporaneamente reciso è una realtà presente, ma è un atto di presunzione pensare che sia stato reciso perché Dio abbia preferito gli stranieri… essi sono stati troncati per la loro incredulità, quindi questo non deve portare gli stranieri a sentirsi “scelti” al posto dei giudei… anzi deve portare gli stranieri al timore di Dio… perché se Dio non ha risparmiato i rami naturali, non risparmierà neppure te.

Il fatto di essere stati benedetti da Dio e di avere ricevuto la Sua Grazia non è una buona ragione per insuperbirsi, infatti i gentili sono come una radice di olivo selvatico… incapace di portare frutto da sé, innestata in un olivo domestico che li rende capaci di portare frutto, per questo Paolo più volte dice:

…chi si vanta si vanti nel Signore.   (1 Corinzi 1:31; 2 Corinzi 10:17)

 Come possiamo notare, quel che disunisce e/o unisce è la fede, infatti sono stati troncati per la loro incredulità e tu rimani stabile per la fede… …per questo Paolo, quando scrive ai Corinzi circa la Vera Unità li esorta così:

Ora, fratelli, vi esorto, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad aver tutti un medesimo parlare e a non aver divisioni tra di voi, ma a stare perfettamente uniti nel medesimo modo di pensare e di sentire (1 Corinzi 1:10)

 Una unità che non ha lo stesso modo di pensare e di sentire (in Cristo), non è unità…  è qualcos’altro!

 E’ bene che teniamo in considerazione che la Grande Babilonia oggetto dei giudizi del Signore viene proprio dalla degenerazione del cristianesimo!

 

***

 Considera dunque la bontà e la severità di Dio: la severità verso quelli che sono caduti; ma verso di te la bontà di Dio, purché tu perseveri nella sua bontà; altrimenti, anche tu sarai reciso.

Allo stesso modo anche quelli, se non perseverano nella loro incredulità, saranno innestati; perché Dio ha la potenza di innestarli di nuovo.

 

Quello che dobbiamo imparare da questo esempio è la bontà e la severità di Dio!

Dio è severo con quelli che cadono perché inciampano nella pietra che Dio ha scelto, Gesù Cristo! Dio è buono verso quelli che rimangono stabili per la fede e perseverano nella Sua bontà… senza cadere… altrimenti, anche tu sarai reciso.

In natura i rami recisi dall'albero perdono ogni vitalità e periscono... ma Dio è potente anche di ridare vita ai rami recisi… come ben profetizzato (per Israele) da Ezechiele:

La mano del SIGNORE fu sopra di me e il SIGNORE mi trasportò mediante lo Spirito e mi depose in mezzo a una valle piena d'ossa.

Mi fece passare presso di esse, tutt'attorno; ecco erano numerosissime sulla superficie della valle, ed erano anche molto secche.

Mi disse: «Figlio d'uomo, queste ossa potrebbero rivivere?»

E io risposi: «Signore, DIO, tu lo sai».

Egli mi disse: «Profetizza su queste ossa, e di' loro: "Ossa secche, ascoltate la parola del SIGNORE!"

Così dice il Signore, DIO, a queste ossa: "Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e voi rivivrete; metterò su di voi dei muscoli, farò nascere su di voi della carne, vi coprirò di pelle, metterò in voi lo spirito, e rivivrete; e conoscerete che io sono il SIGNORE"».

Io profetizzai come mi era stato comandato; e come io profetizzavo, si fece un rumore; ed ecco un movimento: le ossa si accostarono le une alle altre.

Io guardai, ed ecco venire su di esse dei muscoli, crescervi la carne, e la pelle ricoprirle; ma non c'era in esse nessuno spirito.

Allora egli mi disse: «Profetizza allo Spirito, profetizza figlio d'uomo, e di' allo Spirito: Così parla il Signore, DIO: "Vieni dai quattro venti, o Spirito, soffia su questi uccisi, e fa' che rivivano!"».

Io profetizzai, come egli mi aveva comandato, e lo Spirito entrò in essi: tornarono alla vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, grandissimo.

Egli mi disse: «Figlio d'uomo, queste ossa sono tutta la casa d'Israele. Ecco, essi dicono: "Le nostre ossa sono secche, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti!"

Perciò, profetizza e di' loro: Così parla il Signore, DIO: "Ecco, io aprirò le vostre tombe, vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi ricondurrò nel paese d'Israele.

Voi conoscerete che io sono il SIGNORE, quando aprirò le vostre tombe e vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio!

E metterò in voi il mio Spirito, e voi tornerete in vita; vi porrò sul vostro suolo, e conoscerete che io, il SIGNORE, ho parlato e ho messo la cosa in atto", dice il SIGNORE».  (Ezechiele 37:1-14)

 Il popolo di Israele (come popolo in generale) è ora privo della linfa vitale del Vangelo, ma non è sparito dalla scena del mondo.

Dopo la lunga reiezione, dopo i secoli della sua avversione al Cristianesimo, Dio aprirà le vostre tombe e li tirerà fuori dalle loro tombe… metterà in loro il Suo Spirito, e  torneranno in vita; li porrà sul loro suolo… (profezia fin qui adempiuta) …e conosceranno che il SIGNORE ha parlato e ha messo la cosa in atto (ultima parte della profezia che deve compiersi).

E Gesù profetizzo così:

Imparate dal fico questa similitudine: quando già i suoi rami si fanno teneri e mettono le foglie, voi sapete che l'estate è vicina.

Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, proprio alle porte.

Io vi dico in verità che questa generazione non passerà prima che tutte queste cose siano avvenute.

Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno (Matteo 24:32-35)

 

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 Infatti se tu sei stato tagliato dall'olivo selvatico per natura e sei stato contro natura innestato nell'olivo domestico, quanto più essi, che sono i rami naturali, saranno innestati nel loro proprio olivo.

 Se gli stranieri (estranei al popolo di Dio) vi sono stati introdotti e hanno potuto occupare, per un tempo, il posto d'onore… …quanto più certamente vi saranno riammessi i Giudei ravveduti e convertiti…

 

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 Infatti, fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è prodotto in una parte d'Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri; e tutto Israele sarà salvato, così come è scritto: «Il liberatore verrà da Sion. Egli allontanerà da Giacobbe l'empietà; e questo sarà il mio patto con loro, quando toglierò via i loro peccati».

 

L'Apostolo si rivolge alla chiesa come composta in gran maggioranza di pagani convertiti con un preciso scopo... affinché non siano presuntuosi, a causa della superbia che potrebbe annidarsi nei loro cuori circa il loro innesto nell’olivo in luogo dell’Israele idolatra… a loro non vuol tenere nascosta e nemmeno che ignorino quella parte del piano di Dio che si riferisce all'indurimento temporaneo e l’avvenire glorioso dell’Israele liberato dall’empietà.

Paolo chiama questo un mistero… termine spesso adoperato dall’apostolo (cfr Efesini 1:9; 3:3-5; Romani 16:25; 1Corinzi 2:7-10; Colossesi 1:26) per definire cose relative al disegno divino della salvezza incomprensibili all’uomo e che erano solo parzialmente rivelate nell’Antico Testamento (cfr. Matteo 13:11; 1Corinzi 15:51; 1Tessalonicesi 4:15).

Questo mistero di Dio consiste proprio in questo indurimento in una parte d'Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri, secondo la profezia di Gesù:

E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine.

(Matteo 24:14)

 prima bisogna che il vangelo sia predicato fra tutte le genti. (Marco 13:10)

 

Cadranno sotto il taglio della spada, e saranno condotti prigionieri fra tutti i popoli; e Gerusalemme sarà calpestata dai popoli, finché i tempi delle nazioni siano compiuti. (Luca 21:24)

 

…per poi giungere alla salvezza di tutto Israele.

 La nazione nel suo insieme sarà, per la sua conversione a Cristo, fatta partecipe della grazia.

Questo non esclude che vi abbiano ad essere degli individui ostinati nella loro incredulità, come non include di necessità una restaurazione nazionale in senso politico; ma contiene l'annuncio della conversione del popolo a Cristo.

Paolo fonda la rivelazione di questo mistero, citando la Scrittura profetica:

In avvenire, Giacobbe metterà radice, Israele fiorirà e germoglierà, e copriranno di frutta la faccia del mondo.

Il SIGNORE ha colpito il suo popolo come ha colpito quelli che colpivano lui?

L'ha forse ucciso come ha ucciso quelli che uccidevano lui?

Tu l'hai punito con misura mandandolo lontano, portandolo via con il tuo soffio impetuoso, in un giorno di vento orientale.

In questo modo è stata espiata l'iniquità di Giacobbe, e questo è il frutto della rimozione del suo peccato: egli ha ridotto tutte le pietre degli altari come pietre di calce frantumate, in modo che gli idoli di Astarte e le colonne solari non risorgeranno più.

Infatti la città fortificata è una solitudine, un pascolo abbandonato, abbandonato come il deserto; vi pascoleranno i vitelli, vi si sdraieranno, e ne divoreranno gli arbusti.

Quando i rami saranno secchi, saranno rotti; verranno le donne a bruciarli; poiché è un popolo senza intelligenza; perciò colui che l'ha fatto non ne avrà compassione, colui che l'ha formato non gli farà grazia.  (Isaia 27:6-11)

 

Così si temerà il nome del SIGNORE dall'occidente, e la sua gloria dall'oriente; quando l'avversario verrà come una fiumana, lo Spirito del SIGNORE lo metterà in fuga.

«Un salvatore verrà per Sion e per quelli di Giacobbe che si convertiranno dalla loro rivolta», dice il SIGNORE.

«Quanto a me», dice il SIGNORE, «questo è il patto che io stabilirò con loro: il mio Spirito che riposa su di te e le mie parole che ho messe nella tua bocca non si allontaneranno mai dalla tua bocca, né dalla bocca della tua discendenza, né dalla bocca della discendenza della tua discendenza», dice il SIGNORE, «da ora e per sempre». (Isaia 59:19-21)

 

***

 Per quanto concerne il vangelo, essi sono nemici per causa vostra; ma per quanto  concerne l'elezione, sono amati a causa dei loro padri; perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili.

 Paolo è ben conscio che per quanto concerne il vangelo, essi sono nemici per causa dei gentili che devono udire il Vangelo, ma per quanto  concerne l'elezione, sono amati a causa dei loro padri… …della benevolenza dimostrata e delle promesse fatte ai padri della nazione, che furono scelti da Dio e dimostrati fedeli.

 …perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili.

 Che consolazione ci porta questa espressione di Paolo!

Quando Dio ci fa un dono e ci salva… …nulla può revocare tale fatto… …è irrevocabile.

E questo Dio lo dimostra anche verso Israele, questa persistenza dell'amore divino ha per ragione profonda la fedeltà di Dio al proprio proponimento… …e la prova è proprio la Sua fedeltà verso Israele!

 

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 Come in passato voi siete stati disubbidienti a Dio, e ora avete ottenuto misericordia per la loro disubbidienza, così anch'essi sono stati ora disubbidienti, affinché, per la misericordia a voi usata, ottengano anch'essi misericordia.

Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disubbidienza per far misericordia a tutti.

 Le meravigliose vie di Dio per condurre a salvezza i pagani ed i Giudei, fanno vedere quanto profonda sia la sua sapienza.

Dio non abbandona il suo proponimento.

Le vie che segue per arrivare allo scopo che si è prefisso possono essere indirette e lunghe, ma Egli vi giunge con sicurezza…

Paolo prende come esempio della capacità di redimere di Dio, proprio i pagani convertiti… in passato disubbidienti a Dio e ora fatti oggetto della misericordia… così anche i giudei, ora disubbidienti otterranno anch'essi misericordia.

 …Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disubbidienza per far misericordia a tutti.

 Il rinchiudere contiene l'immagine di un luogo recintato dal quale non c'è via di scampo, ma la salvezza è offerta alla totalità dei popoli viventi quaggiù e quel magnifico risultato (ora manifestato solo parzialmente) apparirà in ultimo come il fine di tutta l’Opera salvifica di Dio.

 

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 Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio!

Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie!

Infatti «chi ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì da riceverne il contraccambio

Perché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose.

A lui sia la gloria in eterno. Amen.

 

La ricchezza di Dio accenna alla infinita abbondanza di risorse che Dio possiede per portare a compimento i suoi disegni…

La sapienza di Dio si rivela nel modo con cui Egli dispone i mezzi per portare a compimento i suoi disegni…

La conoscenza di Dio abbraccia il passato ed il più lontano futuro… ..Paolo ammette qui quanto sia impossibile alla mente umana il farsi un concetto adeguato di queste perfezioni divine.

Vi è un crescendo nelle tre domande: Chi ha conosciuto?... Chi è stato suo consigliere?... Chi gli ha dato?

Nessun uomo può giungere a conoscere completamente i disegni che sono nella mente del Signore… …ancora meno ancora può essere in grado di essere suo consigliere (come se l’Eterno avesse bisogno dei suoi consigli); e meno che mai, può la creatura prestare dei propri mezzi (come se l’Eterno avesse bisogno dei suoi mezzi).

Perché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose.

A lui sia la gloria in eterno. Amen.

Quel che si può conoscere di Dio… quel tanto che la rivelazione ci dà di conoscere delle Sue vie, dei Suoi disegni e del Suo regno… deve portarci ad avere sentimenti di umiltà, di fiducia e di profonda adorazione ma nello stesso tempo sondare e studiare la Sua Parola perché questo è secondo la Sua Volontà e secondo la preghiera di Paolo:

Senza dubbio avete udito parlare della dispensazione della grazia di Dio affidatami per voi; come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero, di cui più sopra vi ho scritto in poche parole; leggendole, potrete capire la conoscenza che io ho del mistero di Cristo.

Nelle altre epoche non fu concesso ai figli degli uomini di conoscere questo mistero, così come ora, per mezzo dello Spirito, è stato rivelato ai santi apostoli e profeti di lui; vale a dire che gli stranieri sono eredi con noi, membra con noi di un medesimo corpo e con noi partecipi della promessa fatta in Cristo Gesù mediante il vangelo, di cui io sono diventato servitore secondo il dono della grazia di Dio a me concessa in virtù della sua potenza.

A me, dico, che sono il minimo fra tutti i santi, è stata data questa grazia di annunciare agli stranieri le insondabili ricchezze di Cristo e di manifestare a tutti quale sia il piano seguito da Dio riguardo al mistero che è stato fin dalle più remote età nascosto in Dio, il Creatore di tutte le cose; affinché i principati e le potenze nei luoghi celesti conoscano oggi, per mezzo della chiesa, la infinitamente varia sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che egli ha attuato mediante il nostro Signore, Cristo Gesù; nel quale abbiamo la libertà di accostarci a Dio, con piena fiducia, mediante la fede in lui.

Vi chiedo quindi di non scoraggiarvi a motivo delle tribolazioni che io soffro per voi, poiché esse sono la vostra gloria.

Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell'uomo interiore, e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell'amore, siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.

Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen. (Efesini 3:1-21)

 

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 CONCLUSIONE

 Dio è veramente sovrano!

 Egli ha predestinato la salvezza ed il ristabilimento di tutto il creato secondo un disegno misterioso e straordinario… …un mistero rivelato in modo progressivo nella Scrittura, ma che nessuno può fermare… …nemmeno l’ostinata ribellione dell’uomo!

Oltre a questo, Dio ci rivela in questo brano cosa Egli intende per fedeltà nei patti… …non c’è ripudio definitivo… …non c’è caduta irrimediabile… …ma Egli è Severo con chi si ostina nella ribellione ed è Buono con chi si ravvede e ritorna a Lui!

Celebriamo quindi la Sua Ricchezza, la Sua Sapienza e la Sua Scienza!

 

 Gianni Marinuzzi