La giustizia di Dio rivelata nel giudizio  -

 

Il giusto giudizio di Dio sui Giudei

 

LETTERA AI ROMANI 2:1-16

 

  

Perciò, o uomo, chiunque tu sia che giudichi, sei inescusabile; perché nel giudicare gli altri condanni te stesso; infatti tu che giudichi, fai le stesse cose.

Ora noi sappiamo che il giudizio di Dio su quelli che fanno tali cose è conforme a verità.

Pensi tu, o uomo, che giudichi quelli che fanno tali cose e le fai tu stesso, di scampare al giudizio di Dio?

Oppure disprezzi le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento?

Tu, invece, con la tua ostinazione e con l'impenitenza del tuo cuore, ti accumuli un tesoro d'ira per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio.

Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere: vita eterna a quelli che con perseveranza nel fare il bene cercano gloria, onore e immortalità; ma ira e indignazione a quelli che, per spirito di contesa, invece di ubbidire alla verità ubbidiscono all'ingiustizia.

Tribolazione e angoscia sopra ogni uomo che fa il male; sul Giudeo prima e poi sul Greco; ma gloria, onore e pace a chiunque opera bene; al Giudeo prima e poi al Greco; perché davanti a Dio non c'è favoritismo.

Infatti, tutti coloro che hanno peccato senza legge periranno pure senza legge; e tutti coloro che hanno peccato avendo la legge saranno giudicati in base a quella legge; perché non quelli che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che l'osservano saranno giustificati.

Infatti quando degli stranieri, che non hanno legge, adempiono per natura le cose richieste dalla legge, essi, che non hanno legge, sono legge a se stessi; essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda.

Tutto ciò si vedrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo.

 

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 Dal punto di vista religioso, l'umanità si divideva in due parti:

- i giudei che soli possedevano la rivelazione di Dio in quanto il popolo della promessa

- le genti pagane dotate rivelazione generale

 

Sotto la luce del giusto giudizio di Dio, sono sotto condanna gli uni come gli altri.

Il peccato è universale come attestano le Scritture. Abbiamo così tre Sezioni:

Sezione A - Romani 1:18-32: La condanna del mondo pagano

Sezione B - Romani 2:1 / 3:8: La condanna dei Giudei

Sezione C - Romani 3:9-20: La condanna universale attestata dalle Scritture

 

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 Sezione B - Romani 2:1-16: La condanna dei Giudei – prima parte

 

L'Apostolo ha mostrato come l’uomo caduto nel peccato si sia attirato l’ira di Dio.

Su questo i Giudei erano pronti ad approvare la predicazione dell’apostolo.

Ma se in questa ribellione generale dell’umanità si trattava di riconoscersi simili e vedere la propria colpa e conseguente condanna, le cose cambiano subito... …la predicazione del Vangelo della grazia viene immediatamente ad urtarsi contro l’orgoglio e ad una carnale sicurezza che si alimentano dai privilegi stessi concessi da Dio alla progenie di Abramo.

Similmente questo atteggiamento è riscontrabile oggi nella cosiddetta “cristianità”, si è sempre pronti a considerare le aberrazioni degli “infedeli” (musulmani… …integralisti… …senza però scorgere che all’interno della “cristianità occidentale stessa” vi si trovano le stesse aberrazioni… …se non ancora più esemplari… …ma tollerate.

Per queste persone l'Apostolo, sospinto dallo Spirito Santo, posa qui lo sguardo con l'intento di convincerlo del suo stato di peccato e di condanna davanti a Dio, d’altronde Gesù disse proprio questo dello Spirito Santo:

Quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio.  (Giovanni 16:8)

 

Ma non si volge ad esso in modo brusco, ma con ogni precauzione, ricordando innanzi tutto i principi generali secondo cui avrà luogo il giudizio.

La conoscenza avuta di Dio e della legge morale rende i pagani inescusabili per le loro iniquità!

Ora, secondo questo stesso principio, accennato nel verso 32 del primo capitolo, chi si erige a giudice degli altri, per condannarli come peccatori, mostra, con questo, di saper discernere il bene dal male, di approvare la sentenza divina contro i trasgressori.

Ma se poi questo giudice severo commette egli stesso il male che condanna in altri, egli si rende a sua volta inescusabile.

Paolo è molto attento a questa responsabilità… …anche per quanto riguarda se stesso, difatti aveva scritto ai corinzi:

…perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato.   (1 Corinzi 9:27)

 

In alternativa alla citata responsabilità di Paolo, spesso i credenti che non desiderano ubbidire al Signore preferiscono non giudicare… …così non saranno giudicati… …chiudono così gli occhi davanti alla disobbedienza degli altri per poter “tranquillamente vivere” nella loro indisturbata disobbedienza! Ma questo è un altro argomento….

 

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 Perciò, o uomo, chiunque tu sia che giudichi, sei inescusabile; perché nel giudicare gli altri condanni te stesso; infatti tu che giudichi, fai le stesse cose.

 

…chiunque tu sei che giudichi…

 Il salmista Asaf, scriveva così al popolo di Israele:

Ma Dio dice all'empio: «Perché vai elencando le mie leggi e hai sempre sulle labbra il mio patto, tu che detesti la disciplina e ti getti dietro alle spalle le mie parole?

Se vedi un ladro, ti diletti della sua compagnia, e ti fai compagno degli adùlteri.

Abbandoni la tua bocca al male, e la tua lingua trama inganni.

Ti siedi e parli contro tuo fratello, diffami il figlio di tua madre.

Hai fatto queste cose, io ho taciuto, e tu hai pensato che io fossi come te; ma io ti riprenderò, e ti metterò tutto davanti agli occhi.  

 (Salmo 50:16-21)

Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce, Israele non mi ha ubbidito.

Perciò li abbandonai alla durezza del loro cuore, perché camminassero secondo i loro piani.

Oh, se il mio popolo volesse ascoltarmi, se Israele volesse camminare nelle mie vie! (Salmo 81:11-13)

Il popolo di Israele, a differenza dei pagani, elencava le Leggi di Dio, le aveva sempre pronte sulla labbra unitamente ai patti di Dio… …ma era ingiusto quanto i pagani e solo per la Grazia contenuta in questa Legge non era caduto nelle aberrazioni dei restanti uomini, che avevano da parte loro la “minore responsabilità” per la maggiore ignoranza.

Paolo infatti parlerà più avanti del tempo della divina pazienza di Dio:

…avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza; e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù. (Romani 3:25-26)

Gesù pronunciò il Suo lamento sulla città ribelle:

Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto!

Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta. (senza la presenza di Dio)

Io vi dico che non mi vedrete più, fino al giorno in cui direte: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore!"» (Luca 13:34-35)

 

E’ in quest’ottica che dobbiamo leggere le Parole pronunciate da Gesù sul monte delle beatitudini (non nell’ottica di una tolleranza generale e generalizzata verso il peccato):

Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi.

Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo?

O, come potrai tu dire a tuo fratello: "Lascia che io ti tolga dall'occhio la pagliuzza", mentre la trave è nell'occhio tuo?

Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello. (Matteo 7:1-5)

 

…nel giudicare gli altri condanni te stesso; infatti tu che giudichi, fai le stesse cose.

 Paolo aveva chiuso la sua esposizione sull’ira di Dio dicendo:

Essi, pur conoscendo che secondo i decreti di Dio quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche approvano chi le commette (Romani 1:32)

 

Essere giudici significa esprimere un giudizio… …un giudizio può essere di condanna o di assoluzione… …noi spesso intendiamo giudicare il prossimo solo “il condannare”… ma non è così scontato… …non intervenire in una situazione intollerabile significa aver giudicato quella cosa come tollerabile… …è un giudizio di assoluzione o comunque di assenzione… …Pietro non passò sopra il fatto di Anania e Saffira (cfr Atti 5:1-11).

Questa “tolleranza per il peccato”, nella chiesa è fonte di molteplici problemi!

 

Se per i pagani il risultato del giudizio basato sulle tenebre mentali si configurava con una approvazione del peccato… …per i giudei (che avevano la luce della conoscenza della Legge di Dio) si configurava con una condanna… …ma nonostante questo, Paolo dichiarerà che entrambi le categorie vivevano nel peccato (nella manifestazione del peccato sotto le sue svariate forme)… …per i giudei c’era ancora l’aggravante della conoscenza!

L’udire la Parola di Dio e respingerla è la cosa più terribile che può fare un uomo, Gesù disse:

Quando entrerete nella casa, salutate. Se quella casa ne è degna, venga la vostra pace su di essa; se invece non ne è degna, la vostra pace torni a voi.

Se qualcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scotete la polvere dai vostri piedi.

In verità vi dico che il paese di Sodoma e di Gomorra, nel giorno del giudizio, sarà trattato con meno rigore di quella città.

(Matteo 10:12-15)

 

Allora egli prese a rimproverare le città nelle quali era stata fatta la maggior parte delle sue opere potenti, perché non si erano ravvedute: «Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! perché se in Tiro e Sidone fossero state fatte le opere potenti compiute tra di voi, già da molto tempo si sarebbero pentite, con cilicio e cenere.

Perciò vi dichiaro che nel giorno del giudizio la sorte di Tiro e di Sidone sarà più tollerabile della vostra.

E tu, o Capernaum, sarai forse innalzata fino al cielo? No, tu scenderai fino all'Ades.

Perché se in Sodoma fossero state fatte le opere potenti compiute in te, essa sarebbe durata fino ad oggi. Perciò, vi dichiaro, nel giorno del giudizio la sorte del paese di Sodoma sarà più tollerabile della tua».  (Matteo 11:20-24)

 

Nel giorno del giudizio i Niniviti si alzeranno con questa generazione e la condanneranno; perché essi si ravvidero alla predicazione di Giona; ed ecco qui c'è più di Giona.  (Luca 11:32)

 

E’ significativo il disperato appello scritto nel libro dei Proverbi:

Cessa, figlio mio, d'ascoltare l'istruzione, se ti vuoi allontanare dalle parole della scienza.  (Proverbi 19:27)

 

Davanti a Dio, entrambi le categorie (pagani e giudei) avevano soffocato la Verità con l’ingiustizia… …ricordiamo cosa rimproverò Gesù ai farisei:

Allora si radunarono vicino a lui i farisei e alcuni scribi venuti da Gerusalemme. 

Essi videro che alcuni dei suoi discepoli prendevano i pasti con mani impure, cioè non lavate.

I farisei e gli scribi gli domandarono: «Perché i tuoi discepoli non seguono la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?»

E Gesù disse loro: «Ben profetizzò Isaia di voi, ipocriti, com'è scritto: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini".

Avendo tralasciato il comandamento di Dio vi attenete alla tradizione degli uomini».

Diceva loro ancora: «Come sapete bene annullare il comandamento di Dio per osservare la tradizione vostra! Mosè infatti ha detto: "Onora tuo padre e tua madre"; e: "Chi maledice padre o madre sia condannato a morte".

Voi, invece, se uno dice a suo padre o a sua madre: "Quello con cui potrei assisterti è Corbàn" (vale a dire, un'offerta a Dio), non gli lasciate più far niente per suo padre o sua madre, annullando così la parola di Dio con la tradizione che voi vi siete tramandata. Di cose simili ne fate molte».   (tratto da Marco 7:1-13)

 

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 Ora noi sappiamo che il giudizio di Dio su quelli che fanno tali cose è conforme a verità.

Pensi tu, o uomo, che giudichi quelli che fanno tali cose e le fai tu stesso, di scampare al giudizio di Dio?

Oppure disprezzi le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento?

 

Qui Paolo parla da uomo giudeo (avente la conoscenza della Legge di Dio) e si unisce a tutti gli uomini in una profonda riflessione… …tutti (nella sincerità della nostra mente) abbiamo una luce ancora sufficiente per capire (con tutti i limiti del caso) che il giudizio di Dio su quelli che fanno tali cose è conforme a verità.

Davanti a questa considerazione che ognuno fa nell’intimo del suo cuore, pensi tu, o uomo, che giudichi quelli che fanno tali cose e le fai tu stesso, di scampare al giudizio di Dio?

Il giudizio di Dio è stabilito:        

è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio.  (Ebrei 9:27)

 

Gesù rimproverò così i capi religiosi dei suoi tempi terreni:

Serpenti, razza di vipere, come scamperete al giudizio della geenna?  (Matteo 23:33)

 

E Gesù insegna solennemente:

Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.

Il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.

Perché chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano scoperte; ma chi mette in pratica la verità viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché sono fatte in Dio.  (Giovanni 3:17-21)

 

il Padre non giudica nessuno, ma ha affidato tutto il giudizio al Figlio, affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato.

In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.

In verità, in verità vi dico: l'ora viene, anzi è già venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio; e quelli che l'avranno udita, vivranno.

Perché come il Padre ha vita in se stesso, così ha dato anche al Figlio di avere vita in se stesso; e gli ha dato autorità di giudicare, perché è il Figlio dell'uomo.

Non vi meravigliate di questo; perché l'ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori; quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio.

Io non posso fare nulla da me stesso; come odo, giudico; e il mio giudizio è giusto, perché cerco non la mia propria volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.   (Giovanni 5:22-30)

 

Oggi l’opera di convincimento del giudizio di Dio è portata avanti dalla presenza dello Spirito Santo, il Consolatore promesso da Gesù:

Quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio.

Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato.

Ho ancora molte cose da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; quando però sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annuncerà le cose a venire.

Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà. Tutte le cose che ha il Padre, sono mie; per questo ho detto che prenderà del mio e ve lo annuncerà.   (Giovanni 16:8-15)

 

Paolo nelle sue esposizioni del Vangelo parlava del giudizio di Dio:

Siccome Paolo parlava di giustizia, di temperanza e del giudizio futuro, Felice si spaventò e replicò: “Per ora va'; e quando ne avrò l'opportunità, ti manderò a chiamare”.  (Atti 24:25)

 

Giovanni ci descrive sinteticamente cosa ha visto nel “giorno del Signore”:

Poi vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra. La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro.

E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono.

I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere.

Il mare restituì i morti che erano in esso; la morte e l'Ades restituirono i loro morti; ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere.

Poi la morte e l'Ades furono gettati nello stagno di fuoco.

Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco.

E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco (Apocalisse 20:11-15)

 

Il Giudeo si riteneva membro del popolo eletto per la sola natura carnale... …era figlio di Abramo, ma Giovanni Battista avvertì circa questa falsa illusione:

Non pensate di dire dentro di voi: "Abbiamo per padre Abraamo"; perché io vi dico che da queste pietre Dio può far sorgere dei figli ad Abraamo (Matteo 3:9)

 

Il giudeo coltivava quindi l’illusione che solo i pagani sarebbero stati giudicati e condannati da Dio… …Israele era esente dal giudizio in virtù del suo privilegio teocratico.

Paolo affronterà nel prosieguo della lettera questo “errore di calcolo”, per ora si limita a porre la domanda per risvegliare quanto meno la coscienza.

 

 Oppure disprezzi le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento?

 

Paolo comincia qui a introdurre il discorso della Grazia di Dio offerta a tutti gli uomini… …quella Grazia che sotto i suoi svariati aspetti dimostra la bontà, la pazienza e la costanza di Dio, ricchezze che i giudei nella loro “religiosa e rigida osservanza delle tradizioni” disprezzavano… …dichiarando di non averne bisogno!

Paolo invece insegna che proprio questa Grazia… … che sotto i suoi svariati aspetti dimostra la bontà, la pazienza e la costanza di Dio ha l’unico scopo di spingere l’uomo al ravvedimento.

 

***

 Tu, invece, con la tua ostinazione e con l'impenitenza del tuo cuore, ti accumuli un tesoro d'ira per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio.

 

L’uomo vano uditore della Parola di Dio, dimostra, con la sua ostinazione e con l'impenitenza del suo cuore, di perseverare nel disprezzo delle ricchezze della bontà, della pazienza e della costanza di Dio, che non dureranno per sempre… …sappiamo che:

Il SIGNORE è lento all'ira e grande in bontà; egli perdona l'iniquità e il peccato, ma non lascia impunito il colpevole

(Numeri 14:18)

 

Ricordiamoci il Salmo 2:

Perché questo tumulto fra le nazioni, e perché meditano i popoli cose vane?

I re della terra si danno convegno e i prìncipi congiurano insieme contro il SIGNORE e contro il suo Unto, dicendo: «Spezziamo i loro legami, e liberiamoci dalle loro catene».

Colui che siede nei cieli ne riderà; il Signore si farà beffe di loro.

Egli parlerà loro nella sua ira, e nel suo furore li renderà smarriti: «Sono io», dirà, «che ho stabilito il mio re sopra Sion, il mio monte santo».

Io annuncerò il decreto: Il SIGNORE mi ha detto: «Tu sei mio figlio, oggi io t'ho generato. Chiedimi, io ti darò in eredità le nazioni e in possesso le estremità della terra.

Tu le spezzerai con una verga di ferro; tu le frantumerai come un vaso d'argilla».

Ora, o re, siate saggi; lasciatevi correggere, o giudici della terra.

Servite il SIGNORE con timore, e gioite con tremore.

Rendete omaggio al figlio, affinché il SIGNORE non si adiri e voi non periate nella vostra via, perché improvvisa l'ira sua potrebbe divampare.

Beati tutti quelli che confidano in lui!

 

***

 Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere: vita eterna a quelli che con perseveranza nel fare il bene cercano gloria, onore e immortalità; ma ira e indignazione a quelli che, per spirito di contesa, invece di ubbidire alla verità ubbidiscono all'ingiustizia.

Tribolazione e angoscia sopra ogni uomo che fa il male; sul Giudeo prima e poi sul Greco; ma gloria, onore e pace a chiunque opera bene; al Giudeo prima e poi al Greco; perché davanti a Dio non c'è favoritismo.

 

In questi versi vediamo due generi di condotta… …due opposte retribuzioni, perché Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere, senza favoritismi.

Se noi pensiamo che la sola conoscenza della volontà di Dio fosse la base del giudizio sbagliamo… …in quanto coloro che hanno posseduto la legge scritta (i giudei) sarebbero superiori al pagano, in quanto i giudei erano i depositari della Volontà di Dio, della Sua conoscenza e della Verità.

Paolo sta dichiarando che così non è: si tratta del praticare… …del vivere… …non del solo conoscere.

Non sta qui dichiarando che si è salvati per le opere, egli ha già insegnato in tal senso, in modo diretto ed esaustivo nella lettera ai galati:

…sappiamo che l'uomo non è giustificato per le opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù, e abbiamo anche noi creduto in Cristo Gesù per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; perché dalle opere della legge nessuno sarà giustificato.   (Galati 2:16)

 

Ma sulla base della fede in Gesù Cristo si entra a fare parte di un edificio spirituale… …si costruisce qualcosa di glorioso ed onorevole davanti a Dio… …che porterà gloria, onore e immortalità, come Paolo stesso insegna nella lettera ai corinzi:

Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio.

Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho posto il fondamento; un altro vi costruisce sopra.

Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra; poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù.  

Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l'opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno.

Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa; se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco.   (1 Corinzi 3:9-15)

 

Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio.

Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.   (Efesini 2:8-10)

 

…infatti è Dio che produce in voi il volere e l'agire, secondo il suo disegno benevolo.

Fate ogni cosa senza mormorii e senza dispute, perché siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo, tenendo alta la parola di vita…   (Filippesi 2:13-16)

 

L’uomo opera… …è stato creato per operare… …le opere fatte senza Dio sono opere derivanti dallo stato di peccato e le opere del peccato che abbiamo elencato nello studio precedente scaturiscono dall’abbandono di Dio… …Gesù Cristo ci ha riconciliati con Dio e le opere fatte in Dio sono quelle che ci seguono!

Queste sono le opere che valgono:

Il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.

Perché chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano scoperte; ma chi mette in pratica la verità viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché sono fatte in Dio (Giovanni 3:19-21)

 

Dio concederà vita eterna a quelli che con perseveranza nel fare il bene cercano gloria, onore e immortalità.

Dio renderà ira e indignazione quale degna ricompensa, a quelli che, per spirito di contesa, invece di ubbidire alla Verità ubbidiscono all'ingiustizia.

Chiunque ama e pratica il male, riceverà da Dio tribolazione e angoscia.

Chiunque ama e pratica la Giustizia riceverà gloria, onore e pace.

Dobbiamo però ricordarci che la condotta delle persone davanti a Dio (sia in bene che in male), non è quella che si vede… …Dio guarda al cuore (cfr 1 Samuele 16:7), e la buona condotta davanti a Lui è quella che scaturisce da un cuore arreso a Lui, che ama la Verità e ama la Sua Giustizia… …non parliamo quindi di ricompense di un mero comportamento “religioso”.

La persona che ama e pratica la Giustizia con perseveranza, rivela che il suo cuore è un cuore rigenerato dallo Spirito Santo… …diversamente la persona che rimane a suo agio nella ingiustizia e pratica con perseveranza la disubbidienza a Dio rivela come il suo cuore sia malvagio e pertanto sotto l’ira di Dio.

Gesù disse:

Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli (Matteo 7:21)

 

questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.  (Giovanni 6:40)

 

Giovanni ci insegna ancora:

Se diciamo che abbiamo comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità.

Ma se camminiamo nella luce, com'egli è nella luce, abbiamo comunione l'uno con l'altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.

Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi.

Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.

Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo, e la sua parola non è in noi.   (1 Giovanni 1:6-10)

 

Da questo sappiamo che l'abbiamo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti.

Chi dice: «Io l'ho conosciuto», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui; ma chi osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente completo. Da questo conosciamo che siamo in lui: chi dice di rimanere in lui, deve camminare com'egli camminò.  (1 Giovanni 2:3-6)

 

E ora, figlioli, rimanete in lui affinché, quand'egli apparirà, possiamo aver fiducia e alla sua venuta non siamo costretti a ritirarci da lui, coperti di vergogna.

Se sapete che egli è giusto, sappiate che anche tutti quelli che praticano la giustizia sono nati da lui.   (1 Giovanni 2:28)

 

Figlioli, nessuno vi seduca. Chi pratica la giustizia è giusto, com'egli è giusto.

Colui che persiste nel commettere il peccato proviene dal diavolo, perché il diavolo pecca fin da principio.

Per questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo.

Chiunque è nato da Dio non persiste nel commettere peccato, perché il seme divino rimane in lui, e non può persistere nel peccare perché è nato da Dio.

In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio; come pure chi non ama suo fratello.  (1 Giovanni 3:7-10)

 

Carissimi, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio; perché molti falsi profeti sono sorti nel mondo.

Da questo conoscete lo Spirito di Dio: ogni spirito, il quale riconosce pubblicamente che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; e ogni spirito che non riconosce pubblicamente Gesù, non è da Dio, ma è lo spirito dell'anticristo.   (1 Giovanni 4:1-3)

 

Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chiunque ama colui che ha generato, ama anche chi è stato da lui generato. Da questo sappiamo che amiamo i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti.   (1 Giovanni 5:1-2)

 

Vi ho scritto queste cose perché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio.  (1 Giovanni 5:13)

 

Noi sappiamo che chiunque è nato da Dio non persiste nel peccare; ma colui che nacque da Dio lo protegge, e il maligno non lo tocca.

Noi sappiamo che siamo da Dio, e che tutto il mondo giace sotto il potere del maligno.

Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui che è il Vero; e noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna. Figlioli, guardatevi dagl'idoli.   (1 Giovanni 5:18-21)

 

***

 Infatti, tutti coloro che hanno peccato senza legge periranno pure senza legge; e tutti coloro che hanno peccato avendo la legge saranno giudicati in base a quella legge; perché non quelli che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che l'osservano saranno giustificati.

Infatti quando degli stranieri, che non hanno legge, adempiono per natura le cose richieste dalla legge, essi, che non hanno legge, sono legge a se stessi; essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda.

 

Abbiamo visto come in Dio non ci sono favoritismi… …e non ci sono nemmeno imparzialità.

L’imparzialità di Dio nel giudizio si mostra anche nel fatto che ognuno sarà giudicato in base alla rivelazione ricevuta.

 

- tutti coloro che hanno peccato senza legge periranno pure senza legge…

I pagani che non hanno conosciuto la Legge data a Mosè saranno giudicati sulla base della rivelazione generale… …secondo il Giusto Giudice.

 

- tutti coloro che hanno peccato avendo la legge saranno giudicati in base a quella legge…

I giudei e tutti coloro che, prima della rivelazione di Cristo, hanno conosciuto la Legge data a Mosè saranno giudicati sulla base della Legge … …secondo il Giusto Giudice, perché non quelli che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che l'osservano saranno giustificati

 

…davanti a questa dichiarazione dobbiamo dichiarare che solo Gesù Cristo fu dichiarato GIUSTO su questa base:

Dopo il tormento dell'anima sua vedrà la luce e sarà soddisfatto; per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, si caricherà egli stesso delle loro iniquità.  (Isaia 53:11)

 

Il centurione, veduto ciò che era accaduto, glorificava Dio dicendo: «Veramente, quest'uomo era giusto».   (Luca 23:47)

 

voi rinnegaste il Santo, il Giusto e chiedeste che vi fosse concesso un omicida; e uccideste il Principe della vita, che Dio ha risuscitato dai morti.   (Atti 3:14-15)

 

…Infatti quando degli stranieri, che non hanno legge, adempiono per natura le cose richieste dalla legge, essi, che non hanno legge, sono legge a se stessi; essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda.

 

I Giudei si sentivano superiori ai pagani perché loro conoscevano molto bene la Legge di Dio, ma Paolo qui precisa che anche gli stranieri, sulla base della rivelazione generale ricevuta nella loro coscienza, dimostrano con le loro azioni morali che ciò che la Legge comanda è scritto nei loro cuori.

A tale proposito possiamo ricordare come le leggi civili, anche senza fare riferimento a concetti divini, spesso hanno al loro interni dei sani principi.

Ricordiamo in particolare come il Codice di Hammurabi (codice Babilonese antichissimo) fosse molto simile alla Legge di Mosè:

Il corpus legale è suddiviso in capitoli che riguardano varie categorie sociali e di reati, e abbraccia in pratica tutte le possibili situazioni dell'umano convivere del tempo, dai rapporti familiari a quelli commerciali ed economici, dall'edilizia alle regole per l'amministrazione della repubblica e della giustizia.

Le leggi sono notevolmente dettagliate, e questo ha fornito un aiuto prezioso agli archeologi, consentendo loro di ricostruire importanti aspetti pratici della società mesopotamica.

L'importanza del codice di Hammurabi risiede certo nel fatto che si tratta di una delle prime raccolte organiche di leggi a noi pervenuta, ma soprattutto nel suo essere pubblico, o per meglio dire pubblicamente consultabile, esplicitando il concetto giuridico della conoscibilità della legge e della presunzione di conoscenza della legge.

Il cittadino babilonese aveva perciò la possibilità di verificare la propria condotta secondo le leggi del sovrano, e quindi di evitare determinati comportamenti, o di scegliere di attuarli a suo rischio e pericolo.

Per la prima volta nella storia del diritto, i comportamenti sanzionabili e le eventuali pene vengono resi noti a tutto il popolo (o almeno a chi fosse in grado di leggere).

Il codice fa un larghissimo uso della Legge del taglione, ben nota nel mondo giudaico-cristiano per essere anche alla base della legge del profeta biblico Mosè.

La pena per i vari reati è infatti spesso identica al torto o al danno provocato: occhio per occhio, dente per dente. Ad esempio la pena per l'omicidio è la morte: se la vittima però è il figlio di un altro uomo, all'omicida verrà ucciso il figlio; se la vittima è uno schiavo, l'omicida pagherà un'ammenda, commisurata al "prezzo" dello schiavo ucciso.

Non viene riconosciuto nel Codice il diritto di responsabilità personale, ossia la pena non è differente a seconda che il danno commesso sia volontario o colposo.

Un esempio classico è l'architetto che progetta una casa; se essa crolla e uccide coloro che vi abitano, la colpa è di chi l'ha progettato, e la pena è come se egli avesse ucciso di persona le vittime.

L'impostazione basata sulla legge del taglione modifica il pensiero giuridico dominante nel periodo precedente, attestato dal Codice di Ur-Nammu, che prevedeva per alcuni reati semplici sanzioni pecuniarie invece di quelle fisiche.

È possibile che questo cambiamento sia da attribuire alla diversa composizione della popolazione sud mesopotamica del periodo: nel XXI secolo a.C., data a cui risale il codice di Ur-Namma, i sovrani erano ancora di origine sumerica e la popolazione accadica era solo una parte, sebbene importante, del totale; nel XVIII secolo a.C. gli Accadi, semiti, erano ormai la maggioranza e le stesse leggi vennero scritte in akkadico anziché in sumerico.

 

I principi di giustizia non sono solo nel cuore che spinge ad “operare il bene”, ma anche dalla coscienza o riflessione morale, per questo Paolo dice che la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda..

 

***

 Tutto ciò si vedrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo.

 

Paolo non si preoccupa per ora di sapere se vi sarà chi possa essere giustificato come osservatore della legge, o, se ve ne saranno per altri mezzi… …egli dichiara che comunque il Giudizio sarà Giusto, senza favoritismi ed imparziale.

Ricorda invece che il Vangelo offerto ora per mezzo del dono di Gesù Cristo non durerà per sempre… …verrà il giorno nel quale gli uomini dovranno rendere conto di cosa ne hanno fatto di questo Vangelo, perché ci sarà il giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini (ovvero quella disposizione del cuore che nessuno vede) per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo.

Come la condotta davanti alla rivelazione generale di Dio Creatore, sarà l’unità di misura di giudizio per coloro che non hanno conosciuto la Legge; come la condotta davanti alla Legge di Dio, sarà l’unità di misura di giudizio per coloro che hanno conosciuto la Legge; così la condotta davanti al Vangelo di Dio, sarà l’unità di misura di giudizio per coloro che lo hanno conosciuto.

Se oggi al peccatore è offerta in Cristo la salvezza, la Buona Opera di Dio che consiste nel credere in Colui che Egli ha mandato (cfr Giovanni 6:29), è su questa base che domani sarà giudicato!

 

CONCLUSIONE

 

Il Dio Creatore, Sovrano dell’Universo, Colui che Governa ogni cosa ha dei criteri Giusti e giudicherà con Giustizia.

 Una Giustizia basata sulla base della rivelazione ricevuta, senza favoritismi e perfettamente imparziale.

 Una Giustizia che scruterà i segreti degli uomini e ricompenserà adeguatamente in bene ed in male ogni cosa.

 

Paolo non si sofferma più di tanto sulla misura e metodo che Dio userà per giudicare i suoi avi e i suoi predecessori… …egli sa che comunque sarà un giudizio giusto, ma si preoccupa di rivelare il Vangelo di Dio, che sarà da quel momento in avanti il vero metro di giudizio per tutti coloro che Lo ascolteranno.

 

Ricordiamo a questo proposito come descrive Gesù l’effetto che il Vangelo può avere nel cuore dell’uomo:

In quel giorno Gesù, uscito di casa, si mise a sedere presso il mare; e una grande folla si radunò intorno a lui; cosicché egli, salito su una barca, vi sedette; e tutta la folla stava sulla riva. Egli insegnò loro molte cose in parabole, dicendo:

«Il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; gli uccelli vennero e la mangiarono.

Un'altra cadde in luoghi rocciosi dove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; ma, levatosi il sole, fu bruciata; e, non avendo radice, inaridì.

Un'altra cadde tra le spine; e le spine crebbero e la soffocarono.

Un'altra cadde nella buona terra e portò frutto, dando il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi oda»…

…Voi dunque ascoltate che cosa significhi la parabola del seminatore!

Tutte le volte che uno ode la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e porta via quello che è stato seminato nel cuore di lui: questi è colui che ha ricevuto il seme lungo la strada.

Quello che ha ricevuto il seme in luoghi rocciosi, è colui che ode la parola e subito la riceve con gioia, però non ha radice in sé ed è di corta durata; e quando giunge la tribolazione o persecuzione a motivo della parola, è subito sviato.

Quello che ha ricevuto il seme tra le spine è colui che ode la parola; poi gli impegni mondani e l'inganno delle ricchezze soffocano la parola che rimane infruttuosa.

Ma quello che ha ricevuto il seme in terra buona è colui che ode la parola e la comprende; egli porta del frutto e, così, l'uno rende il cento, l'altro il sessanta e l'altro il trenta.

(Tratto da Matteo 13:1-23)

Gianni Marinuzzi