La giustizia di Dio rivelata nel giudizio -
Il giusto giudizio di Dio sui Giudei
LETTERA AI ROMANI 2:1-16
Perciò, o uomo, chiunque tu sia che giudichi, sei inescusabile; perché nel
giudicare gli altri condanni te stesso; infatti tu che giudichi, fai le
stesse cose.
Ora noi sappiamo che il giudizio di Dio su quelli che fanno tali cose è
conforme a verità.
Pensi tu, o uomo, che giudichi quelli che fanno tali cose e le fai tu
stesso, di scampare al giudizio di Dio?
Oppure disprezzi le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della
sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al
ravvedimento?
Tu, invece, con la tua ostinazione e con l'impenitenza del tuo cuore, ti
accumuli un tesoro d'ira per il giorno dell'ira e della rivelazione del
giusto giudizio di Dio.
Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere: vita eterna a quelli che con
perseveranza nel fare il bene cercano gloria, onore e immortalità; ma ira e
indignazione a quelli che, per spirito di contesa, invece di ubbidire alla
verità ubbidiscono all'ingiustizia.
Tribolazione e angoscia sopra ogni uomo che fa il male; sul Giudeo prima e
poi sul Greco; ma gloria, onore e pace a chiunque opera bene; al Giudeo
prima e poi al Greco; perché davanti a Dio non c'è favoritismo.
Infatti, tutti coloro che hanno peccato senza legge periranno pure senza
legge; e tutti coloro che hanno peccato avendo la legge saranno giudicati in
base a quella legge; perché non quelli che ascoltano la legge sono giusti
davanti a Dio, ma quelli che l'osservano saranno giustificati.
Infatti quando degli stranieri, che non hanno legge, adempiono per natura le
cose richieste dalla legge, essi, che non hanno legge, sono legge a se
stessi; essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro
cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si
accusano o anche si scusano a vicenda.
Tutto ciò si vedrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini
per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo.
***
- i giudei che soli possedevano la rivelazione di Dio in quanto il popolo
della promessa
- le genti pagane dotate rivelazione generale
Sotto la luce del giusto giudizio di Dio, sono sotto condanna gli uni come
gli altri.
Il peccato è universale come attestano le Scritture. Abbiamo così tre
Sezioni:
Sezione A -
Romani 1:18-32: La condanna del mondo pagano
Sezione B -
Romani 2:1 / 3:8: La condanna dei Giudei
Sezione C -
Romani 3:9-20: La condanna universale attestata dalle
Scritture
***
L'Apostolo ha mostrato come l’uomo caduto nel peccato si sia attirato l’ira
di Dio.
Su questo i Giudei erano pronti ad approvare la predicazione dell’apostolo.
Ma se in questa ribellione generale dell’umanità si trattava di riconoscersi
simili e vedere la propria colpa e conseguente condanna, le cose cambiano
subito... …la predicazione del Vangelo della grazia viene immediatamente ad
urtarsi contro l’orgoglio e ad una carnale sicurezza che si alimentano dai
privilegi stessi concessi da Dio alla progenie di Abramo.
Similmente questo atteggiamento è riscontrabile oggi nella cosiddetta
“cristianità”, si è sempre pronti a considerare le aberrazioni degli
“infedeli” (musulmani… …integralisti… …senza però scorgere che all’interno
della “cristianità occidentale stessa” vi si trovano le stesse aberrazioni…
…se non ancora più esemplari… …ma tollerate.
Per queste persone l'Apostolo, sospinto dallo
Spirito Santo, posa qui lo
sguardo con l'intento di convincerlo
del suo stato di peccato e di condanna davanti a Dio, d’altronde Gesù disse
proprio questo dello Spirito Santo:
Quando sarà venuto, convincerà
il mondo quanto al peccato,
alla giustizia e al giudizio.
(Giovanni 16:8)
Ma non si volge ad esso in modo brusco, ma con ogni precauzione, ricordando
innanzi tutto i principi generali secondo cui avrà luogo il giudizio.
La conoscenza avuta di Dio e della legge morale rende i pagani inescusabili
per le loro iniquità!
Ora, secondo questo stesso principio, accennato nel verso 32 del primo
capitolo, chi si erige a giudice degli altri, per condannarli come
peccatori, mostra, con questo, di saper discernere il bene dal male, di
approvare la sentenza divina contro i trasgressori.
Ma se poi questo giudice severo commette egli stesso il male che condanna in
altri, egli si rende a sua volta inescusabile.
Paolo è molto attento a questa responsabilità… …anche per quanto riguarda se
stesso, difatti aveva scritto ai corinzi:
…perché non avvenga che, dopo aver
predicato agli altri, io stesso sia squalificato.
(1 Corinzi 9:27)
In alternativa alla citata responsabilità di Paolo, spesso i credenti che
non desiderano ubbidire al Signore preferiscono non giudicare… …così non
saranno giudicati… …chiudono così gli occhi davanti alla disobbedienza degli
altri per poter “tranquillamente vivere” nella loro indisturbata
disobbedienza! Ma questo è un altro argomento….
***
…chiunque tu sei che giudichi…
Ma Dio dice all'empio: «Perché vai
elencando le mie leggi e hai sempre sulle labbra il mio patto,
tu che detesti la disciplina e ti
getti dietro alle spalle le mie parole?
Se vedi un ladro, ti diletti della
sua compagnia, e ti fai compagno
degli adùlteri.
Abbandoni la tua bocca al male, e la tua lingua trama inganni.
Ti siedi e parli contro tuo fratello, diffami il figlio di tua madre.
Hai fatto queste cose, io ho taciuto, e tu hai pensato che io fossi come te;
ma io ti riprenderò, e ti metterò tutto davanti agli occhi.
(Salmo 50:16-21)
Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce, Israele non mi ha ubbidito.
Perciò li abbandonai alla durezza del loro cuore, perché camminassero
secondo i loro piani.
Oh, se il mio popolo volesse ascoltarmi, se Israele volesse camminare nelle
mie vie!
(Salmo 81:11-13)
Il popolo di Israele, a differenza dei pagani,
elencava le Leggi di Dio,
le aveva sempre pronte sulla labbra
unitamente ai patti di Dio… …ma era ingiusto quanto i pagani e
solo per la Grazia contenuta in
questa Legge non era caduto nelle aberrazioni dei restanti uomini,
che avevano da parte loro la “minore
responsabilità” per la maggiore ignoranza.
Paolo infatti parlerà più avanti del tempo della
divina pazienza di Dio:
…avendo usato tolleranza verso i
peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza; e per
dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e
giustifichi colui che ha fede in Gesù.
(Romani 3:25-26)
Gesù pronunciò il Suo lamento sulla città ribelle:
Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono
mandati, quante volte ho voluto
raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le
ali; e voi non avete voluto!
Ecco, la vostra casa sta per esservi
lasciata deserta.
(senza la presenza di Dio)
Io vi dico che non mi vedrete più,
fino al giorno in cui direte: "Benedetto
colui che viene nel nome del Signore!"»
(Luca 13:34-35)
E’ in quest’ottica che dobbiamo leggere le Parole pronunciate da Gesù sul
monte delle beatitudini
(non nell’ottica di una tolleranza generale e generalizzata verso il
peccato):
Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il
quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate,
sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello, mentre non
scorgi la trave che è nell'occhio tuo?
O, come potrai tu dire a tuo fratello: "Lascia che io ti tolga dall'occhio
la pagliuzza", mentre la trave è nell'occhio tuo?
Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per
trarre la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello.
(Matteo 7:1-5)
…nel giudicare gli altri condanni te stesso; infatti tu che giudichi, fai le
stesse cose.
Essi, pur conoscendo che secondo i decreti di Dio quelli che fanno tali cose
sono degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche
approvano chi le commette.
(Romani 1:32)
Essere giudici significa esprimere
un giudizio… …un giudizio può essere
di condanna o
di assoluzione… …noi spesso
intendiamo giudicare il prossimo solo “il condannare”… ma non è così
scontato… …non intervenire in una situazione intollerabile significa aver
giudicato quella cosa come tollerabile… …è
un giudizio di assoluzione o comunque di assenzione… …Pietro non passò
sopra il fatto di Anania e Saffira (cfr Atti 5:1-11).
Questa “tolleranza per il peccato”, nella chiesa è fonte di molteplici
problemi!
Se per i pagani il risultato del giudizio basato sulle tenebre mentali si
configurava con una
approvazione del peccato…
…per i giudei (che avevano la luce della conoscenza della Legge di Dio) si
configurava con
una condanna… …ma nonostante
questo, Paolo dichiarerà che
entrambi le categorie vivevano nel peccato (nella manifestazione del peccato
sotto le sue svariate forme)… …per i giudei c’era ancora l’aggravante
della conoscenza!
L’udire la Parola di Dio e respingerla è la cosa più terribile che può fare
un uomo, Gesù disse:
Quando entrerete nella casa, salutate. Se quella casa ne è degna, venga la
vostra pace su di essa; se invece non ne è degna, la vostra pace torni a
voi.
Se qualcuno
non vi riceve né ascolta le vostre
parole, uscendo da quella casa o da quella città, scotete la polvere dai
vostri piedi.
In verità vi dico che il paese di Sodoma e di Gomorra, nel giorno del
giudizio, sarà trattato con meno rigore di quella città.
(Matteo 10:12-15)
Allora egli prese a rimproverare le
città nelle quali era stata fatta la maggior parte delle sue opere potenti,
perché non si erano ravvedute: «Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida!
perché se in Tiro e Sidone
fossero state fatte le opere potenti
compiute tra di voi, già da molto tempo si sarebbero pentite, con
cilicio e cenere.
Perciò vi dichiaro che nel giorno
del giudizio la sorte di Tiro e di Sidone sarà più tollerabile della vostra.
E tu, o Capernaum, sarai forse innalzata fino al cielo? No, tu scenderai
fino all'Ades.
Perché se in Sodoma
fossero state fatte le opere potenti
compiute in te, essa sarebbe durata fino ad oggi. Perciò,
vi dichiaro, nel giorno del giudizio
la sorte del paese di Sodoma sarà più tollerabile della tua».
(Matteo 11:20-24)
Nel giorno del giudizio i Niniviti
si alzeranno con questa generazione e la condanneranno; perché essi si
ravvidero alla predicazione di Giona; ed ecco qui c'è più di Giona.
(Luca 11:32)
E’ significativo il disperato appello scritto nel libro dei Proverbi:
Cessa,
figlio mio, d'ascoltare
l'istruzione, se ti vuoi allontanare dalle parole della scienza.
(Proverbi 19:27)
Davanti a Dio, entrambi le categorie (pagani
e giudei) avevano
soffocato la Verità con l’ingiustizia…
…ricordiamo cosa rimproverò Gesù ai farisei:
Allora si radunarono vicino a lui i farisei e alcuni scribi venuti da
Gerusalemme.
Essi videro che alcuni dei suoi discepoli prendevano i pasti con mani
impure, cioè non lavate.
I farisei e gli scribi gli domandarono: «Perché i tuoi discepoli non seguono
la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?»
E Gesù disse loro: «Ben profetizzò Isaia di voi,
ipocriti, com'è scritto:
"Questo
popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. Invano mi
rendono il loro culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini".
Avendo tralasciato il comandamento di Dio vi attenete alla tradizione degli
uomini».
Diceva loro ancora: «Come sapete bene
annullare il comandamento di Dio per
osservare la tradizione vostra! Mosè infatti ha detto: "Onora
tuo padre e tua madre"; e: "Chi
maledice padre o madre sia condannato a morte".
Voi, invece, se uno dice a suo padre o a sua madre: "Quello con cui potrei
assisterti è Corbàn" (vale a dire, un'offerta a Dio), non gli lasciate più
far niente per suo padre o sua madre,
annullando così la parola di Dio con
la tradizione che voi vi siete tramandata. Di cose simili ne fate molte».
(tratto da Marco 7:1-13)
***
Pensi tu, o uomo, che giudichi quelli che fanno tali cose e le fai tu
stesso, di scampare al giudizio di Dio?
Oppure disprezzi le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della
sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al
ravvedimento?
Qui Paolo parla da uomo giudeo (avente
la conoscenza della Legge di Dio)
e si unisce a tutti gli uomini in una profonda riflessione… …tutti (nella
sincerità della nostra mente) abbiamo una luce ancora sufficiente per capire
(con tutti i limiti del caso) che
il giudizio di Dio su quelli che fanno tali cose è conforme a verità.
Davanti a questa considerazione che ognuno fa nell’intimo del suo cuore, pensi
tu, o uomo, che giudichi quelli che fanno tali cose e le fai tu stesso, di
scampare al giudizio di Dio?
Il giudizio di Dio è stabilito:
…è
stabilito
che gli uomini muoiano una volta sola,
dopo di che viene il giudizio.
(Ebrei 9:27)
Gesù rimproverò così i capi religiosi dei suoi tempi terreni:
Serpenti, razza di vipere, come
scamperete al giudizio della geenna?
(Matteo 23:33)
E Gesù insegna solennemente:
…Dio non ha mandato suo Figlio nel
mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di
lui.
Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non
ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.
Il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno
preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.
Perché chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce,
affinché le sue opere non siano scoperte; ma chi mette in pratica la verità
viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché sono fatte
in Dio.
(Giovanni 3:17-21)
…il Padre non giudica nessuno,
ma ha affidato tutto il giudizio al
Figlio, affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non
onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato.
In verità, in verità vi dico: chi
ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e
non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.
In verità, in verità vi dico: l'ora viene, anzi è già venuta, che i morti
udranno la voce del Figlio di Dio; e quelli che l'avranno udita, vivranno.
Perché come il Padre ha vita in se stesso, così ha dato anche al Figlio di
avere vita in se stesso; e gli ha
dato autorità di giudicare, perché è il Figlio dell'uomo.
Non vi meravigliate di questo; perché l'ora viene in cui
tutti quelli che sono nelle tombe
udranno la sua voce e ne verranno fuori; quelli che hanno operato bene, in
risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di
giudizio.
Io non posso fare nulla da me stesso; come odo, giudico;
e il mio giudizio è giusto,
perché cerco non la mia propria volontà, ma la volontà di colui che mi ha
mandato.
(Giovanni 5:22-30)
Oggi l’opera di convincimento del giudizio di Dio è portata avanti dalla
presenza dello Spirito Santo, il Consolatore promesso da Gesù:
Quando sarà venuto, convincerà il
mondo quanto al peccato, alla
giustizia e al giudizio.
Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché
vado al Padre e non mi vedrete più;
quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato.
Ho ancora molte cose da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata;
quando però sarà venuto lui, lo
Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà
di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annuncerà le cose a venire.
Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà. Tutte le
cose che ha il Padre, sono mie; per questo ho detto che prenderà del mio e
ve lo annuncerà.
(Giovanni 16:8-15)
Paolo nelle sue esposizioni del Vangelo parlava del giudizio di Dio:
Siccome Paolo parlava di giustizia,
di temperanza e del giudizio futuro, Felice si spaventò e replicò: “Per
ora va'; e quando ne avrò l'opportunità, ti manderò a chiamare”.
(Atti 24:25)
Giovanni ci descrive sinteticamente cosa ha visto nel “giorno del Signore”:
Poi vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra. La terra e il
cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro.
E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono.
I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della
vita; e i morti furono giudicati
dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere.
Il mare restituì i morti che erano in esso; la morte e l'Ades restituirono i
loro morti; ed essi furono
giudicati, ciascuno secondo le sue opere.
Poi la morte e l'Ades furono gettati nello stagno di fuoco.
Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco.
E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello
stagno di fuoco.
(Apocalisse 20:11-15)
Il Giudeo si riteneva membro del popolo eletto
per la sola natura carnale... …era figlio di Abramo, ma Giovanni Battista
avvertì circa questa falsa illusione:
Non pensate di dire dentro di voi: "Abbiamo per padre Abraamo";
perché io vi dico che da queste
pietre Dio può far sorgere dei
figli ad Abraamo.
(Matteo 3:9)
Il giudeo coltivava
quindi l’illusione che solo i pagani
sarebbero stati giudicati e condannati da Dio… …Israele era esente dal
giudizio in virtù del suo privilegio teocratico.
Paolo affronterà nel prosieguo della lettera questo “errore
di calcolo”, per ora si limita a porre la domanda per risvegliare quanto
meno la coscienza.
Paolo comincia qui a introdurre il discorso della Grazia di Dio offerta a
tutti gli uomini… …quella
Grazia che sotto i suoi
svariati aspetti dimostra
la bontà,
la pazienza e la costanza di Dio,
ricchezze che i giudei nella loro “religiosa e rigida osservanza delle
tradizioni”
disprezzavano…
…dichiarando di non averne bisogno!
Paolo invece insegna che proprio questa Grazia… … che sotto i suoi svariati
aspetti dimostra
la bontà,
la pazienza e la costanza di Dio
ha l’unico scopo di
spingere l’uomo
al ravvedimento.
***
L’uomo vano uditore della Parola
di Dio, dimostra,
con la sua ostinazione e con
l'impenitenza del suo cuore, di perseverare nel
disprezzo delle ricchezze della
bontà, della pazienza e della costanza di Dio, che non dureranno per
sempre… …sappiamo che:
Il SIGNORE è lento all'ira e grande in bontà;
egli perdona l'iniquità e il peccato,
ma non lascia impunito il colpevole…
(Numeri 14:18)
Ricordiamoci il Salmo 2:
Perché questo tumulto fra le nazioni, e perché meditano i popoli cose vane?
I re della terra si danno convegno e i prìncipi congiurano insieme contro il
SIGNORE e contro il suo Unto, dicendo: «Spezziamo i loro legami, e
liberiamoci dalle loro catene».
Colui che siede nei cieli ne riderà; il Signore si farà beffe di loro.
Egli parlerà loro nella sua ira, e nel suo furore li renderà smarriti: «Sono
io», dirà, «che ho stabilito il mio re sopra Sion, il mio monte santo».
Io annuncerò il decreto: Il SIGNORE mi ha detto: «Tu sei mio figlio, oggi io
t'ho generato. Chiedimi, io ti darò in eredità le nazioni e in possesso le
estremità della terra.
Tu le spezzerai con una verga di ferro; tu le frantumerai come un vaso
d'argilla».
Ora, o re, siate saggi; lasciatevi correggere, o giudici della terra.
Servite il SIGNORE con timore, e gioite con tremore.
Rendete omaggio al figlio, affinché il SIGNORE non si adiri e voi non
periate nella vostra via, perché improvvisa l'ira sua potrebbe divampare.
Beati tutti quelli che confidano in lui!
***
Tribolazione e angoscia sopra ogni uomo che fa il male; sul Giudeo prima e
poi sul Greco; ma gloria, onore e pace a chiunque opera bene; al Giudeo
prima e poi al Greco; perché davanti a Dio non c'è favoritismo.
In questi versi vediamo due generi di condotta… …due opposte retribuzioni,
perché
Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere, senza favoritismi.
Se noi pensiamo che la sola
conoscenza della volontà di Dio fosse la base del giudizio sbagliamo…
…in quanto coloro che hanno posseduto la legge scritta (i giudei) sarebbero
superiori al pagano, in quanto i giudei erano i depositari della Volontà di
Dio, della Sua conoscenza e della Verità.
Paolo sta dichiarando che così non è: si tratta del praticare… …del vivere…
…non del solo conoscere.
Non sta qui dichiarando che
si è salvati per le opere,
egli ha già insegnato in tal senso, in modo diretto ed esaustivo nella
lettera ai galati:
…sappiamo che l'uomo non è
giustificato per le opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in
Cristo Gesù, e abbiamo anche noi creduto in Cristo Gesù per essere
giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge;
perché dalle opere della legge
nessuno sarà giustificato.
(Galati 2:16)
Ma sulla base della fede in Gesù Cristo si entra a fare parte di un edificio
spirituale… …si costruisce
qualcosa di glorioso ed onorevole davanti a Dio…
…che porterà
gloria, onore e immortalità,
come Paolo stesso insegna nella lettera ai corinzi:
Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio,
l'edificio di Dio.
Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho
posto il fondamento; un altro vi costruisce sopra.
Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra;
poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè
Cristo Gesù.
Ora, se uno costruisce su questo
fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia,
l'opera di ognuno sarà messa in
luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno
apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno.
Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà
ricompensa; se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso
sarà salvo; però come attraverso il fuoco.
(1 Corinzi 3:9-15)
Infatti è per grazia che siete stati
salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio.
Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; infatti
siamo opera sua, essendo stati
creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente
preparate affinché le pratichiamo.
(Efesini 2:8-10)
…infatti è Dio che
produce in voi il volere e l'agire,
secondo il suo disegno benevolo.
Fate
ogni cosa senza mormorii e senza dispute, perché siate irreprensibili e
integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e
perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo, tenendo alta la
parola di vita…
(Filippesi 2:13-16)
L’uomo opera… …è stato creato per operare… …le opere fatte senza Dio sono
opere derivanti dallo stato di peccato e le opere del peccato che abbiamo
elencato nello studio precedente scaturiscono dall’abbandono di Dio… …Gesù
Cristo ci ha riconciliati con Dio e le opere fatte in Dio sono quelle che ci
seguono!
Queste sono le opere che valgono:
Il giudizio è questo:
la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno preferito le tenebre alla
luce, perché le loro opere erano malvagie.
Perché chiunque fa cose malvagie
odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano
scoperte; ma chi mette in
pratica la verità viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate,
perché sono fatte in Dio.
(Giovanni 3:19-21)
Dio concederà
vita eterna a quelli che con
perseveranza nel fare il bene cercano gloria, onore e immortalità.
Dio
renderà
ira e indignazione quale degna ricompensa,
a quelli che, per spirito di contesa, invece di ubbidire alla Verità
ubbidiscono all'ingiustizia.
Chiunque ama e pratica il male, riceverà da Dio
tribolazione e angoscia.
Chiunque ama e pratica la Giustizia riceverà
gloria, onore e pace.
Dobbiamo però ricordarci che la condotta delle persone davanti a Dio (sia in
bene che in male), non è quella che si vede… …Dio guarda al cuore (cfr 1
Samuele 16:7), e la buona condotta davanti a Lui è quella che scaturisce da
un cuore arreso a Lui, che ama la Verità e ama la Sua Giustizia… …non
parliamo quindi di ricompense di un mero comportamento “religioso”.
La persona che ama e pratica la Giustizia con perseveranza, rivela che il
suo cuore è un cuore rigenerato dallo Spirito Santo… …diversamente la
persona che rimane a suo agio nella ingiustizia e pratica con perseveranza
la disubbidienza a Dio rivela come il suo cuore sia malvagio e pertanto
sotto l’ira di Dio.
Gesù disse:
Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi
fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
(Matteo 7:21)
…questa è la volontà del Padre mio:
che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo
risusciterò nell'ultimo giorno.
(Giovanni 6:40)
Giovanni ci insegna ancora:
Se diciamo che abbiamo comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi
mentiamo e non mettiamo in pratica la verità.
Ma se camminiamo nella luce,
com'egli è nella luce, abbiamo comunione l'uno con l'altro, e
il sangue di Gesù, suo Figlio, ci
purifica da ogni peccato.
Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è
in noi.
Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i
peccati e purificarci da ogni iniquità.
Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo, e la sua parola non è
in noi.
(1 Giovanni 1:6-10)
Da questo sappiamo che l'abbiamo conosciuto: se osserviamo i suoi
comandamenti.
Chi dice: «Io l'ho conosciuto», e non osserva i suoi comandamenti, è
bugiardo e la verità non è in lui; ma chi osserva la sua parola, in lui
l'amore di Dio è veramente completo.
Da questo conosciamo che siamo in lui:
chi dice di rimanere in lui, deve
camminare com'egli camminò.
(1 Giovanni 2:3-6)
E ora, figlioli, rimanete in lui affinché,
quand'egli apparirà, possiamo aver
fiducia e alla sua venuta non siamo costretti a ritirarci da lui, coperti di
vergogna.
Se sapete che egli è giusto,
sappiate che anche tutti quelli che praticano la giustizia sono nati da lui.
(1 Giovanni 2:28)
Figlioli, nessuno vi seduca. Chi pratica la giustizia è giusto, com'egli è
giusto.
Colui che persiste nel commettere il peccato proviene dal diavolo,
perché il diavolo pecca fin da principio.
Per questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere
del diavolo.
Chiunque è nato da Dio non persiste nel commettere peccato, perché il seme
divino rimane in lui, e non può persistere nel peccare perché è nato da Dio.
In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chiunque non
pratica la giustizia non è da Dio;
come pure chi non ama suo fratello.
(1 Giovanni 3:7-10)
Carissimi, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se
sono da Dio;
perché molti falsi profeti sono sorti nel mondo.
Da questo conoscete lo Spirito di Dio: ogni spirito, il quale riconosce
pubblicamente che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio;
e ogni spirito che non riconosce
pubblicamente Gesù, non è da Dio, ma è lo spirito dell'anticristo.
(1 Giovanni 4:1-3)
Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chiunque ama colui che
ha generato, ama anche chi è stato da lui generato.
Da questo sappiamo che amiamo i
figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti.
(1 Giovanni 5:1-2)
Vi ho scritto queste cose perché sappiate che avete la vita eterna, voi che
credete nel nome del Figlio di Dio.
(1 Giovanni 5:13)
Noi sappiamo che chiunque è nato da Dio non persiste nel peccare;
ma colui che nacque da Dio lo protegge, e il maligno non lo tocca.
Noi sappiamo che siamo da Dio, e che tutto il mondo giace sotto il potere
del maligno.
Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per
conoscere colui che è il Vero; e noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel
suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna.
Figlioli, guardatevi dagl'idoli.
(1 Giovanni 5:18-21)
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Infatti quando degli stranieri, che non hanno legge, adempiono per natura le
cose richieste dalla legge, essi, che non hanno legge, sono legge a se
stessi; essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro
cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si
accusano o anche si scusano a vicenda.
Abbiamo visto come in Dio non ci sono favoritismi… …e non ci sono nemmeno
imparzialità.
L’imparzialità di Dio nel giudizio si mostra anche nel fatto che ognuno sarà
giudicato in base alla rivelazione ricevuta.
- tutti coloro che hanno peccato senza legge periranno pure senza legge…
I pagani che non hanno conosciuto la Legge data a Mosè saranno giudicati
sulla base della rivelazione generale… …secondo il Giusto Giudice.
- tutti coloro che hanno peccato avendo la legge saranno giudicati in base a
quella legge…
I giudei e tutti coloro che, prima della rivelazione di Cristo, hanno
conosciuto la Legge data a Mosè saranno giudicati sulla base della Legge …
…secondo il Giusto Giudice,
perché non quelli che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma
quelli che l'osservano saranno giustificati…
…davanti a questa dichiarazione dobbiamo dichiarare che
solo Gesù Cristo fu dichiarato GIUSTO
su questa base:
Dopo il tormento dell'anima sua vedrà la luce e sarà soddisfatto; per la sua
conoscenza, il mio servo, il giusto,
renderà giusti i molti, si caricherà egli stesso delle loro iniquità.
(Isaia 53:11)
Il centurione, veduto ciò che era accaduto, glorificava Dio dicendo: «Veramente,
quest'uomo era giusto».
(Luca 23:47)
…voi rinnegaste il Santo,
il Giusto e chiedeste che vi
fosse concesso un omicida; e uccideste
il Principe della vita, che Dio ha
risuscitato dai morti.
(Atti 3:14-15)
…Infatti quando degli stranieri, che non hanno legge, adempiono per natura
le cose richieste dalla legge, essi, che non hanno legge, sono legge a se
stessi; essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro
cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si
accusano o anche si scusano a vicenda.
I Giudei si sentivano superiori ai pagani perché loro conoscevano molto bene
la Legge di Dio, ma Paolo qui precisa che anche gli stranieri, sulla base
della rivelazione generale ricevuta nella loro coscienza, dimostrano con le
loro azioni morali che ciò che la Legge comanda è scritto nei loro cuori.
A tale proposito possiamo ricordare come le leggi civili, anche senza fare
riferimento a concetti divini, spesso hanno al loro interni dei sani
principi.
Ricordiamo in particolare come il Codice di Hammurabi (codice Babilonese
antichissimo) fosse molto simile alla Legge di Mosè:
Il corpus legale
è suddiviso in capitoli che riguardano varie categorie
sociali e di reati,
e abbraccia in pratica tutte le possibili situazioni dell'umano convivere
del tempo, dai rapporti familiari a
quelli commerciali ed economici,
dall'edilizia alle regole per l'amministrazione della
repubblica e della giustizia.
Le leggi sono notevolmente dettagliate, e questo ha fornito un aiuto
prezioso agli archeologi,
consentendo loro di ricostruire importanti aspetti pratici della società
mesopotamica.
L'importanza del codice di
Hammurabi risiede certo nel fatto che si tratta di una delle prime raccolte
organiche di leggi a noi pervenuta, ma soprattutto nel suo essere pubblico,
o per meglio dire pubblicamente consultabile, esplicitando il concetto
giuridico della conoscibilità della legge e della presunzione
di conoscenza della legge.
Il cittadino babilonese aveva perciò la possibilità di verificare la propria
condotta secondo le leggi del sovrano,
e quindi di evitare determinati comportamenti, o di scegliere di attuarli a
suo rischio e pericolo.
Per la prima volta nella storia del diritto,
i comportamenti sanzionabili e le eventuali pene vengono
resi noti a tutto il popolo (o
almeno a chi fosse in grado di leggere).
Il codice fa un larghissimo uso della Legge
del taglione, ben nota nel mondo giudaico-cristiano per
essere anche alla base della legge del profeta biblico Mosè.
La pena per i vari
reati è infatti spesso
identica al torto o al danno provocato:
occhio per occhio, dente per dente. Ad esempio la pena per l'omicidio è la morte:
se la vittima però è il figlio di un altro uomo, all'omicida verrà ucciso il
figlio; se la vittima è uno schiavo,
l'omicida pagherà un'ammenda, commisurata al "prezzo" dello schiavo ucciso.
Non viene riconosciuto nel Codice il diritto di responsabilità personale,
ossia la pena non è differente a seconda che il danno commesso sia
volontario o colposo.
Un esempio classico è l'architetto che
progetta una casa; se essa crolla e uccide coloro che vi abitano, la colpa è
di chi l'ha progettato, e la pena è come se egli avesse ucciso di persona le
vittime.
L'impostazione basata sulla legge del taglione modifica il pensiero
giuridico dominante nel periodo precedente, attestato dal Codice
di Ur-Nammu, che prevedeva per alcuni reati semplici sanzioni
pecuniarie invece di quelle fisiche.
È possibile che questo cambiamento sia da attribuire alla diversa
composizione della popolazione sud mesopotamica del periodo: nel XXI
secolo a.C., data a cui risale il codice di Ur-Namma, i sovrani
erano ancora di origine sumerica e la popolazione accadica era solo una
parte, sebbene importante, del totale; nel XVIII
secolo a.C. gli Accadi, semiti,
erano ormai la maggioranza e le stesse leggi vennero scritte in akkadico anziché
in sumerico.
I principi di giustizia non sono solo nel cuore che spinge ad “operare il
bene”, ma anche dalla coscienza o riflessione morale, per questo Paolo dice
che
la loro coscienza ne rende
testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda..
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Paolo non si preoccupa per ora di sapere se vi sarà chi possa essere
giustificato come osservatore della legge, o, se ve ne saranno per altri
mezzi… …egli dichiara che comunque il Giudizio sarà Giusto, senza
favoritismi ed imparziale.
Ricorda invece che il Vangelo offerto ora per mezzo del dono di Gesù Cristo
non durerà per sempre… …verrà il giorno nel quale gli uomini dovranno
rendere conto di cosa ne hanno fatto di questo Vangelo, perché ci sarà il
giorno in cui Dio giudicherà i
segreti degli uomini (ovvero quella disposizione del cuore che
nessuno vede)
per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo.
Come la condotta davanti alla
rivelazione generale di Dio Creatore,
sarà l’unità di misura di giudizio
per coloro che non hanno conosciuto la Legge; come
la condotta davanti alla Legge di
Dio, sarà l’unità di misura di giudizio per coloro che hanno conosciuto la
Legge; così la condotta davanti
al Vangelo di Dio, sarà l’unità di misura di giudizio per coloro che lo
hanno conosciuto.
Se oggi al peccatore è offerta
in Cristo la salvezza,
la Buona Opera di Dio che
consiste nel
credere in Colui che Egli ha mandato
(cfr Giovanni 6:29), è su questa base che
domani sarà giudicato!
CONCLUSIONE
Il Dio Creatore, Sovrano dell’Universo, Colui che Governa ogni cosa ha dei
criteri Giusti e giudicherà con
Giustizia.
Paolo non si sofferma più di tanto sulla misura e metodo che Dio userà per
giudicare i suoi avi e i suoi predecessori… …egli sa che comunque sarà un
giudizio giusto, ma si preoccupa di rivelare il Vangelo di Dio, che sarà da
quel momento in avanti il vero metro di giudizio per tutti coloro che Lo
ascolteranno.
Ricordiamo a questo proposito come descrive Gesù l’effetto che il Vangelo
può avere nel cuore dell’uomo:
In quel giorno Gesù, uscito di casa, si mise a sedere presso il mare; e una
grande folla si radunò intorno a lui; cosicché egli, salito su una barca, vi
sedette; e tutta la folla stava sulla riva. Egli insegnò loro molte cose in
parabole, dicendo:
«Il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte del seme cadde
lungo la strada; gli uccelli vennero e la mangiarono.
Un'altra cadde in luoghi rocciosi dove non aveva molta terra; e subito
spuntò, perché non aveva terreno profondo; ma, levatosi il sole, fu
bruciata; e, non avendo radice, inaridì.
Un'altra cadde tra le spine; e le spine crebbero e la soffocarono.
Un'altra cadde nella buona terra e portò frutto, dando il cento, il
sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi oda»…
…Voi dunque ascoltate che cosa significhi la parabola del seminatore!
Tutte le volte che uno ode la parola del regno e non la comprende, viene il
maligno e porta via quello che è stato seminato nel cuore di lui: questi è
colui che ha ricevuto il seme lungo la strada.
Quello che ha ricevuto il seme in luoghi rocciosi, è colui che ode la parola
e subito la riceve con gioia, però non ha radice in sé ed è di corta durata;
e quando giunge la tribolazione o persecuzione a motivo della parola, è
subito sviato.
Quello che ha ricevuto il seme tra le spine è colui che ode la parola; poi
gli impegni mondani e l'inganno delle ricchezze soffocano la parola che
rimane infruttuosa.
Ma quello che ha ricevuto il seme in terra buona è colui che ode la parola e
la comprende; egli porta del frutto e, così, l'uno rende il cento, l'altro
il sessanta e l'altro il trenta.
(Tratto da Matteo 13:1-23)