La giustizia di Dio rivelata nella vita trasformata

del credente:

 

Il servizio cristiano

 

LETTERA di Paolo ai ROMANI 12:3-8

 

 

Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno.

Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno una medesima funzione, così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l'uno dell'altro.

Avendo pertanto doni differenti secondo la grazia che ci è stata concessa, se abbiamo dono di profezia, profetizziamo conformemente alla fede; se di ministero, attendiamo al ministero; se d'insegnamento, all'insegnare; se di esortazione, all'esortare; chi dà, dia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le faccia con gioia.

 

***

 Dopo l’esposizione dottrinale circa il disegno benevolo di Dio per la salvezza di tutti gli uomini (giudei e greci) esaltando:

 - la Giustizia di Dio rivelata nel giudizio di tutti gli uomini

             - la Giustizia di Dio rivelata nella giustificazione offerta a tutti gli uomini

 - la Giustizia di Dio rivelata nella santificazione predestinata per tutti coloro che credono nel Vangelo di Cristo;

             - Giustizia di Dio rivelata nella Sua Fedeltà ai patti

 …e quindi della universalità del progetto di salvezza, Paolo, secondo il consueto, fa seguire le esortazioni pratiche conseguenti della comprensione di quanto prima insegnato, rivolte a chi ha creduto nell'Evangelo della grazia.

 

Una dottrina morale teorica ed indipendente da una applicazione pratica è un edificio senza fondazioni.

 Queste esortazioni di tipo estremamente pratico, rivolte ai fratelli… …ovvero persone rinate in Cristo, che hanno compreso la Giustizia di Dio e se ne sono appropriate (non agli increduli), si possono raggruppare in sei paragrafi nel modo seguente:

 

1.a) Romani 12:1-2 La Consacrazione - Il dovere fondamentale della consacrazione a Dio per uniformarci alla sua volontà, quale conseguenza della vita nuova in Cristo che abbiamo ricevuta in dono.

 1.b) - Romani 12:3-8 Il servizio cristiano - Il dovere della sobrietà nello stimare e mettere al servizio della Chiesa i doni ricevuti.

 1.c) - Romani 12:9-21 Le relazioni sociali - Il dovere della carità sincera verso i fratelli e verso i nemici.

 1.d) - Romani 13:1-7 Le relazioni con le autorità - Il dovere verso le autorità.

 1.e) - Romani 13:8-14 Le relazioni alla luce del futuro - Il dovere di adempiere, mediante l'amore, a tutti gli obblighi verso il prossimo; ed, in genere di svolgere la propria santificazione con sempre maggior zelo in vista del giorno di Cristo.

 1.f) - Romani 14:1-15:13 Le relazioni con i fratelli - Il dovere della mutua tolleranza nelle cose secondarie.

 

***

 Fatte dunque tutte le premesse del caso circa la consacrazione a Dio, Paolo passa ora alla descrizione pratica del servizio, visto non come un servizio dell’intero corpo di Cristo, membro per membro secondo il vigore e la funzione reale di ciascuno.

La consacrazione del credente a Dio non si esaurisce in una mistica contemplazione od in vaporoso sentimentalismo, ma si mostra visibilmente con l’esercizio dei propri doni spirituali a servizio del Corpo di Cristo.

Paolo, esercitando l’incarico affidatogli, si affretta a mostrare ai cristiani in quali campi svariati di attività pratica essi devono, attraverso i propri doni spirituali, compiere la volontà di Dio.

In contrapposizione a coloro che seguono (senza alcuna consapevolezza della loro funzione) l'andazzo del mondo, ciascun cristiano è invece esortato ad avere di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio gli ha assegnata,  secondo la Sua volontà, affnchè possa essere utile alla causa comune, perché siamo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo (cfr Efesini 2:10).

 

***

 Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno.

 

Per la grazia che mi è stata concessa…

 Paolo sta approcciando il concetto della sobria consapevolezza della propria funzione all’interno del corpo di Cristo, ed egli stesso fa pubblica dichiarazione del proprio compito, in modo sobrio

Paolo ha sempre riconosciuto che l'autorità di apostolo (di porre il fondamento della dottrina cfr Apocalisse 21:14) gli è stata conferita per grazia e non per opere o per meriti:

Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho posto il fondamento; un altro vi costruisce sopra.

(1 Corinzi 3:10)

 

Ma quelli che godono di particolare stima (quello che possono essere stati, a me non importa; Dio non ha riguardi personali), quelli, dico, che godono di maggiore stima non m'imposero nulla; anzi, quando videro che a me era stato affidato il vangelo per gli incirconcisi, come a Pietro per i circoncisi (perché colui che aveva operato in Pietro per farlo apostolo dei circoncisi aveva anche operato in me per farmi apostolo degli stranieri), riconoscendo la grazia che mi era stata accordata, Giacomo, Cefa e Giovanni, che sono reputati colonne, diedero a me e a Barnaba la mano in segno di comunione perché andassimo noi agli stranieri, ed essi ai circoncisi; soltanto ci raccomandarono di ricordarci dei poveri, come ho sempre cercato di fare. (Galati 2:6-10)

 

Senza dubbio avete udito parlare della dispensazione della grazia di Dio affidatami per voi; come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero, di cui più sopra vi ho scritto in poche parole; leggendole, potrete capire la conoscenza che io ho del mistero di Cristo… A me, dico, che sono il minimo fra tutti i santi, è stata data questa grazia di annunciare agli stranieri le insondabili ricchezze di Cristo e di manifestare a tutti quale sia il piano seguito da Dio riguardo al mistero che è stato fin dalle più remote età nascosto in Dio, il Creatore di tutte le cose…  (tratto da Efesini 3:2-9)

 

Più avanti dirà, nella piena consapevolezza del suo ruolo (esercitando il sacro servizio del vangelo di Dio):

Ma vi ho scritto un po' arditamente su alcuni punti, per ricordarveli di nuovo, a motivo della grazia che mi è stata fatta da Dio, di essere un ministro di Cristo Gesù tra gli stranieri, esercitando il sacro servizio del vangelo di Dio, affinché gli stranieri diventino un'offerta gradita, santificata dallo Spirito Santo. (Romani 15:15-16)

 

…dico quindi a ciascuno di voi…

 E’ da sottolineare che Paolo si rivolge qui a ciascuno… chiunque fa parte della fratellanza cristiana… qualunque sia la posizione che occupa nella chiesa… non esiste cristiano che sia escluso da questa esortazione e da questo onere e onore!

  

…che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio…

 La tendenza naturale dell’uomo (quella che regna nel mondo) è di esaltare sè stesso, le proprie capacità, rispetto agli altri ed alle loro capacità, alimentando così il proprio orgoglio.

Paolo invece, anche con il proprio esempio, sta insegnando che ogni cristiano deve invece imparare a considerare le capacità naturali che lo Spirito santifica ed accresce come dei doni di grazia da mettere al servizio del Corpo di Cristo, cosa anche insegnata nella chiesa di Corinto:

Ora, fratelli, ho applicato queste cose a me stesso e ad Apollo a causa di voi, perché per nostro mezzo impariate a praticare il non oltre quel che è scritto e non vi gonfiate d'orgoglio esaltando l'uno a danno dell'altro.

Infatti, chi ti distingue dagli altri?

E che cosa possiedi che tu non abbia ricevuto?

E se l'hai ricevuto, perché ti vanti come se tu non l'avessi ricevuto? (1 Corinzi 4:6-7)

 

Di questi doni dobbiamo avere un concetto sobrio, esatto e modesto…  ciascuno ha la sua misura di dono, piccola o grande che sia… …si tratta di rendersene conto e prenderne coscienza.

Non esiste un cristiano privo di doni… non esiste (e non deve esistere nella Chiesa) un cristiano relegato al “non servire”… sarebbe come voler atrofizzare volontariamente un membro del corpo… in modo da voler rendere il corpo stesso un corpo handicappato!

  

…secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno.

 Anziché parlare del numero dei doni, l'Apostolo parla della misura della fede, come vedremo non come unità di misura di quantità ma di qualità… …di funzione.

Per comprendere meglio il pensiero di Paolo possiamo leggere cosa scriveva ai fratelli di Corinto in merito al medesimo insegnamento:

Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene comune.

Infatti, a uno è data, mediante lo Spirito, parola di sapienza; a un altro parola di conoscenza, secondo il medesimo Spirito; a un altro, fede, mediante il medesimo Spirito; a un altro, doni di guarigione, per mezzo del medesimo Spirito; a un altro, potenza di operare miracoli; a un altro, profezia; a un altro, il discernimento degli spiriti; a un altro, diversità di lingue e a un altro, l'interpretazione delle lingue; ma tutte queste cose le opera quell'unico e medesimo Spirito, distribuendo i doni a ciascuno in particolare come vuole.

Poiché, come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un solo corpo, così è anche di Cristo. (1 Corinzi 12:7-12)

 

Come possiamo notare i doni sono veramente distribuiti… è molto strano quindi riscontrare (come molto spesso accade) che quasi tutti i doni sembrano essere “concentrati” su un solo membro del corpo, mentre la maggior parte del resto del corpo sembri “privo di doni”… o si è sbagliato lo Spirito Santo… o c’è qualcosa che non va… e sarebbe bene capirlo e rivedere la propria posizione!

 

Non deve trovarsi nella chiesa chi (per il proprio egoismo ed anche la riluttanza ad assumere delle responsabilità), cerca di convincersi (e di convincere gli altri), che non ha ricevuto un dono… Dio gli domanderà conto:

Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male. (2 Corinzi 5:10)

 

C'è per contro chi (per ambizione o per vanità), esagera il numero e l'entità dei doni ricevuti e si crede capace e dotato di ogni cosa… …ed arriva a dire: Non ho bisogno di te… Non ho bisogno di voi…(cfr 1 Corinzi 12:21).

Paolo ci insegna qui ad avere di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno.

Perchè?

La fede (in senso generale) è la condizione per essere fatti partecipi della grazia di Dio.

Qui invece Paolo la mette in relazione con la consapevolezza di essere fatti partecipi del corpo di Cristo.

Un'altra cosa importante che dobbiamo tenere presente è che questa misura di fede, non è stata data da uomini… non è certificata da titoli accademici… non viene trasmessa per eredità… non sono le nostre simpatie o antipatie a destinarle… …è Dio che l’ha assegnata a ciascuno.

Non ragioniamo come il mondo… …e non conformiamoci ad esso… …dobbiamo essere rinnovati nella nostra mente e ragionare con la mente di Cristo!

 

***

Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno una medesima funzione, così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l'uno dell'altro.

 

In tema di consacrazione a Dio siamo davanti alla esortazione di offrire il sacrificio volontario vivente del proprio corpo (le proprie soddisfazioni, le proprie ambizioni, la propria edificazione) a servizio del corpo di Cristo nella Sua collettività (la Chiesa).

Le molte membra della Chiesa nel suo insieme, ed anche quelli di ogni singola congregazione di fedeli, sono un solo corpo in Cristo; sono, cioè un organismo vivente di cui l'anima è Cristo, che comunica la vita a quanti sono a lui uniti per fede proprio come i tralci alla vite (cfr Giovanni 15:1-11).

Come nel corpo, così nella Chiesa di Dio, ogni membro ha la sua funzione più o meno appariscente, ma sempre utile all'organismo.

C'è chi insegna, c'è chi esorta, vi sono quelli che aiutano i fratelli poveri, vi sono quelli che presiedono le riunioni o svolgono e amministrano le opere di beneficenza e vi sono quelli che fanno opere pietose.

Ogni membro ha bisogno degli altri e, a sua volta, contribuisce in qualche misura al loro bene.

Ogni membro del corpo di Cristo ha la sua funzione ed ha per questa ricevuto le capacità necessarie.

Si tratta, per ciascuno, di rendersi conto esattamente del dono ricevuto.

 

Il paragone della chiesa con il corpo umano e le sue diverse membra, è stato svolto da Paolo in molte delle sue lettere:

- Ai corinzi:

Circa i doni spirituali, fratelli, non voglio che siate nell'ignoranza.

Voi sapete che quando eravate pagani eravate trascinati dietro agli idoli muti secondo come vi si conduceva.

Perciò vi faccio sapere che nessuno, parlando per lo Spirito di Dio, dice: «Gesù è anatema!» e nessuno può dire: «Gesù è il Signore!» se non per lo Spirito Santo.

Ora vi è diversità di doni, ma vi è un medesimo Spirito.

Vi è diversità di ministeri, ma non v'è che un medesimo Signore.

Vi è varietà di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio, il quale opera tutte le cose in tutti.

Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene comune.

Infatti, a uno è data, mediante lo Spirito, parola di sapienza; a un altro parola di conoscenza, secondo il medesimo Spirito; a un altro, fede, mediante il medesimo Spirito; a un altro, doni di guarigione, per mezzo del medesimo Spirito; a un altro, potenza di operare miracoli; a un altro, profezia; a un altro, il discernimento degli spiriti; a un altro, diversità di lingue e a un altro, l'interpretazione delle lingue; ma tutte queste cose le opera quell'unico e medesimo Spirito, distribuendo i doni a ciascuno in particolare come vuole.

Poiché, come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un solo corpo, così è anche di Cristo.

Infatti noi tutti siamo stati battezzati in un unico Spirito per formare un unico corpo, Giudei e Greci, schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un solo Spirito.
Infatti il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra.

Se il piede dicesse: «Siccome io non sono mano, non sono del corpo», non per questo non sarebbe del corpo.

Se l'orecchio dicesse: «Siccome io non sono occhio, non sono del corpo», non per questo non sarebbe del corpo.

Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l'udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l'odorato?

Ma ora Dio ha collocato ciascun membro nel corpo, come ha voluto.

Se tutte le membra fossero un unico membro, dove sarebbe il corpo?

Ci sono dunque molte membra, ma c'è un unico corpo; l'occhio non può dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né il capo può dire ai piedi: «Non ho bisogno di voi».

Al contrario, le membra del corpo che sembrano essere più deboli, sono invece necessarie; e quelle parti del corpo che stimiamo essere le meno onorevoli, le circondiamo di maggior onore; le nostre parti indecorose sono trattate con maggior decoro, mentre le parti nostre decorose non ne hanno bisogno; ma Dio ha formato il corpo in modo da dare maggior onore alla parte che ne mancava, perché non ci fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero la medesima cura le une per le altre.

Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui.

Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua.

E Dio ha posto nella chiesa in primo luogo degli apostoli, in secondo luogo dei profeti, in terzo luogo dei dottori, poi miracoli, poi doni di guarigioni, assistenze, doni di governo, diversità di lingue. Sono forse tutti apostoli? Sono forse tutti profeti? Sono forse tutti dottori? Fanno tutti dei miracoli? Tutti hanno forse i doni di guarigioni? Parlano tutti in altre lingue? Interpretano tutti?Voi, però, desiderate ardentemente i doni maggiori! (1 Corinzi 12:1-31)

 

- Agli Efesini:

Ma a ciascuno di noi la grazia è stata data secondo la misura del dono di Cristo.

Per questo è detto: «Salito in alto, egli ha portato con sé dei prigionieri e ha fatto dei doni agli uomini».

Ora, questo «è salito» che cosa vuol dire se non che egli era anche disceso nelle parti più basse della terra? Colui che è disceso, è lo stesso che è salito al di sopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni cosa.

È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo, fino a che tutti giungiamo all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo; affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l'astuzia loro nelle arti seduttrici dell'errore; ma, seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo.

Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l'aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare se stesso nell'amore. (Efesini 4:7-16)

 

Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri. (Efesini 4:25)

 

- Ai Colossesi:

Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; è lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato.

(Colossesi 1:18)

 

E questo è quindi un insegnamento dottrinale molto caro a Paolo, in quanto avendo avuto la grazia di conoscere il mistero del corpo di Cristo (Efesini 2:11-18; 3:1-12), vuole trasmettere come la prosperità dell'organismo spirituale della Chiesa sta appunto nel fatto che ciascuno dei molti membri compia con sobrietà e fedeltà la funzione particolare che gli è assegnata da Dio stesso.

Se un membro non sa limitarsi e si auto-stima capace di tutto farà del male alla propria parte e invaderà quella di altri, abituandoli all'inerzia… …così chi avrebbe dovuto compiere una qualche utile funzione, non si sente in grado (non sviluppa quella sana fede) e non risulta così utile al corpo stesso.

La divisione del “lavoro” secondo “i doni individuali (sempre limitate e bisognose del supporto reciproco)… …deve essere la regola nella Chiesa, proprio come avveniva nelle chiese primitive:

- a Gerusalemme:

In quei giorni, moltiplicandosi il numero dei discepoli, sorse un mormorio da parte degli ellenisti contro gli Ebrei, perché le loro vedove erano trascurate nell'assistenza quotidiana.

I dodici, convocata la moltitudine dei discepoli, dissero: «Non è conveniente che noi lasciamo la Parola di Dio per servire alle mense. Pertanto, fratelli, cercate di trovare fra di voi sette uomini, dei quali si abbia buona testimonianza, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Quanto a noi, continueremo a dedicarci alla preghiera e al ministero della Parola».

Questa proposta piacque a tutta la moltitudine; ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmena e Nicola, proselito di Antiochia.

Li presentarono agli apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani. (Atti 6:1-6)

 

- ad Antiochia:

Nella chiesa che era ad Antiochia c'erano profeti e dottori: Barnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirene, Manaem, amico d'infanzia di Erode il tetrarca, e Saulo. (Atti 13:1)

 

Paolo e Barnaba rimasero ad Antiochia, insegnando e portando, insieme a molti altri, il lieto messaggio della Parola del Signore.

(Atti 15:35)

  

…siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l'uno dell'altro

 Paolo, scrivendo ai Corinzi dichiara proprio che nel corpo tutto e di tutti:

Nessuno dunque si vanti degli uomini, perché tutto vi appartiene.

Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, le cose presenti, le cose future, tutto è vostro! E voi siete di Cristo; e Cristo è di Dio.

(1 Corinzi 3:21-23)

 

***

 Avendo pertanto doni differenti secondo la grazia che ci è stata concessa, se abbiamo dono di profezia, profetizziamo conformemente alla fede; se di ministero, attendiamo al ministero; se d'insegnamento, all'insegnare; se di esortazione, all'esortare; chi dà, dia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le faccia con gioia.

 

Avendo pertanto doni differenti secondo la grazia che ci è stata concessa…

 

Dobbiamo quindi definitivamente prendere coscienza di due aspetti fondamentali:

 1) Abbiamo doni differenti, non ci sono “fratelli clonati” o “clonabili”… …ognuno di noi è unico davanti a Dio e nella Chiesa e tutti abbiamo una funzione specifica… …e se non collaboriamo il corpo ne risente.

 2) Questi doni ci sono stati elargiti per grazia ed insieme alla grazia che abbiamo ricevuto in Cristo, non per meriti o per titoli… …in modo che nessuno abbia di che vantarsi.

 

In questi due aspetti sfocia l’esempio personale di Paolo:

Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di voi… …avendo pertanto doni differenti secondo la grazia che ci è stata concessa…

 

Questi doni sono inoltre fonte di autoregolamentazione del corpo con il fine pratico per cui devono servire (l’edificazione e la consolazione del corpo).

Paolo passa poi all’enumerazione dei diversi doni e dell’attitudine con la quale il “cristiano dotato”, deve comportarsi e articola questa digressione su sei aspetti di cui tre di natura più “spirituale” (profezia, ministero, insegnamento) e tre di natura più “fisica” (il dono dei propri beni, la presidenza o la conduzione/organizzazione e il dono del proprio tempo e della propria persona):

 

 

…se abbiamo dono di profezia, profetizziamo conformemente alla fede…

 

Il dono di profezia, nel Nuovo Testamento, consiste nella capacità di esporre in modo chiaro e comprensibile (intellegibile), sotto l'impulso diretto dello Spirito Santo, il consiglio di Dio al fine di edificare o di consolare il corpo di Cristo e contestualmente serve di segno per i credenti e per i non credenti.

Il “se”… …ci fa comprendere che nella Chiesa non tutti sono profeti (cfr 1 Corinzi 12:29)… …è un dono dato da Dio a qualcuno in particolare, che lo deve usare nel modo corretto e per lo scopo per cui è stato dato.

Il dono di profezia è’ uno dei doni principalmente utile alla chiesa, in quanto la edifica spiritualmente, per questo è considerato uno di quei “doni maggiori”:

Ricercate l'amore e desiderate ardentemente i doni spirituali, principalmente il dono di profezia.
Perché chi parla in altra lingua non parla agli uomini, ma a Dio; poiché nessuno lo capisce, ma in spirito dice cose misteriose. 

Chi profetizza, invece, parla agli uomini un linguaggio di edificazione, di esortazione e di consolazione. 

Chi parla in altra lingua edifica se stesso; ma chi profetizza edifica la chiesa.

Vorrei che tutti parlaste in altre lingue, ma molto più che profetaste; chi profetizza è superiore a chi parla in altre lingue, a meno che egli interpreti, perché la chiesa ne riceva edificazione. 

Dunque, fratelli, se io venissi a voi parlando in altre lingue, che vi servirebbe se la mia parola non vi recasse qualche rivelazione, o qualche conoscenza, o qualche profezia, o qualche insegnamento?...

…Quindi le lingue servono di segno non per i credenti, ma per i non credenti; la profezia, invece, serve di segno non per i non credenti, ma per i credenti. 

Quando dunque tutta la chiesa si riunisce, se tutti parlano in altre lingue ed entrano degli estranei o dei non credenti, non diranno che siete pazzi? Ma se tutti profetizzano ed entra qualche non credente o qualche estraneo, egli è convinto da tutti, è scrutato da tutti, i segreti del suo cuore sono svelati; e così, gettandosi giù con la faccia a terra, adorerà Dio, proclamando che Dio è veramente fra voi.

(tratto da 1 Corinzi 14:1-25)

 

Ma il dono di profezia non è un dono con a corredo di sè stesso l’infallibilità… …il profeta è egli stesso sottomesso:

innanzi tutto alla fede:

…profetizziamo conformemente alla fede… …in armonia con la fede, nel senso di verità evangelica rivelata nelle Sacre Scritture… …il profeta non deve mettersi in contraddizione con la Scrittura profetica più salda (2 Pietro 1:19-21), con la Legge perfetta (Salmo 19:7-10).

 

in secondo luogo agli altri profeti:

…Anche i profeti parlino in due o tre e gli altri giudichino; se una rivelazione è data a uno di quelli che stanno seduti, il precedente taccia. 

Infatti tutti potete profetare a uno a uno, perché tutti imparino e tutti siano incoraggiati. 

Gli spiriti dei profeti sono sottoposti ai profeti, perché Dio non è un Dio di confusione, ma di pace. (1 Corinzi 14:29-33)

 

Per questo occorre provare gli spiriti:

Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema. 

Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema. (Galati 1:8-9)

 

Carissimi, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio; perché molti falsi profeti sono sorti nel mondo.

(1 Giovanni 4:1)

 

Siate sempre gioiosi; non cessate mai di pregare; in ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.

Non spegnete lo Spirito. Non disprezzate le profezie; ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene; astenetevi da ogni specie di male.     

(1 Tessalonicesi 5:16-22)

 

si sono infiltrati fra di voi certi uomini (per i quali già da tempo è scritta questa condanna); empi che volgono in dissolutezza la grazia del nostro Dio e negano il nostro unico Padrone e Signore Gesù Cristo.

Ora voglio ricordare a voi che avete da tempo conosciuto tutto questo, che il Signore, dopo aver tratto in salvo il popolo dal paese d'Egitto, fece in seguito perire quelli che non credettero. 

Egli ha pure custodito nelle tenebre e in catene eterne, per il gran giorno del giudizio, gli angeli che non conservarono la loro dignità e abbandonarono la loro dimora. 

Allo stesso modo Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si abbandonarono, come loro, alla fornicazione e ai vizi contro natura, sono date come esempio, portando la pena di un fuoco eterno.

Ciò nonostante, anche questi visionari contaminano la carne nello stesso modo, disprezzano l'autorità e parlano male delle dignità. 

Invece, l'arcangelo Michele, quando contendeva con il diavolo disputando per il corpo di Mosè, non osò pronunciare contro di lui un giudizio ingiurioso, ma disse: «Ti sgridi il Signore!» 

Questi, invece, parlano in maniera oltraggiosa di quello che ignorano, e si corrompono in tutto ciò che sanno per istinto, come bestie prive di ragione. 

Guai a loro! Perché si sono incamminati per la via di Caino, e per amor di lucro si sono gettati nei traviamenti di Balaam, e sono periti per la ribellione di Core.

Essi sono delle macchie nelle vostre agapi quando banchettano con voi senza ritegno, pascendo se stessi; nuvole senza acqua, portate qua e là dai venti; alberi d'autunno senza frutti, due volte morti, sradicati; onde furiose del mare, schiumanti la loro bruttura; stelle erranti, a cui è riservata l'oscurità delle tenebre in eterno. (Giuda 4-13)

 

Questo perché lo Spirito dice esplicitamente che nei tempi futuri alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demòni, sviati dall'ipocrisia di uomini bugiardi, segnati da un marchio nella propria coscienza. (1 Timoteo 4:1-2)

 

Il profetizzare conformemente alla fede significa anche profetizzare secondo la proporzione del dono di profezia ricevuto, senza andare al di là di quanto ci è rivelato, ma tenendoci scrupolosamente nei limiti del dono concessoci.

 

…se di ministero, attendiamo al ministero…

Anche in questo caso il “se”… …ci fa comprendere che nella Chiesa non tutti svolgono un ministerio… …anche questo è un dono dato da Dio a qualcuno in particolare, che lo deve usare nel modo corretto e per lo scopo per cui è stato dato.

Il termine originale qui tradotto come ministero è in realtà diaconia e si applica al tipico servizio di una donna di casa (l’esempio della zelante Marta – cfr Luca 10:40) e in senso più allargato agli incarichi nella chiesa.

Se riferito alla chiesa, il termine «ministerio» e «ministro» sono adoperati, in senso generico,  per tutti i ministeri o servizi nella chiesa:

Vi è diversità di ministeri (incarichi), ma non v'è che un medesimo Signore (Padrone). (1 Corinzi 12:5)

 

È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero (lavoro) e dell'edificazione del corpo di Cristo, (Efesini 4:11-12)

 

Dite ad Archippo: «Bada al servizio che hai ricevuto nel Signore, per compierlo bene». (Colossesi 4:17)

 

Ma tu sii vigilante in ogni cosa, sopporta le sofferenze, svolgi il compito di evangelista, adempi fedelmente il tuo servizio (lavoro, incarico). (2 Timoteo 4:5)

 

In senso più specifico si applica al servizio del diaconato classico (amministrazione degli aspetti pratici della chiesa):

In quei giorni, moltiplicandosi il numero dei discepoli, sorse un mormorio da parte degli ellenisti contro gli Ebrei, perché le loro vedove erano trascurate nell'assistenza quotidiana. 

I dodici, convocata la moltitudine dei discepoli, dissero: «Non è conveniente che noi lasciamo la Parola di Dio per servire alle mense. 

Pertanto, fratelli, cercate di trovare fra di voi sette uomini, dei quali si abbia buona testimonianza, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. 

Quanto a noi, continueremo a dedicarci alla preghiera e al ministero della Parola».

Questa proposta piacque a tutta la moltitudine; ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmena e Nicola, proselito di Antiochia. 

Li presentarono agli apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani. (Atti 6:1-6)

  

…se d'insegnamento, all'insegnare…

 Anche in questo caso il “se”… …ci fa comprendere che nella Chiesa non tutti hanno il dono di insegnare… …anche questo è un dono dato da Dio a qualcuno in particolare, che lo deve usare nel modo corretto e per lo scopo per cui è stato dato.

Per colui che ha il dono di insegnamento, si intende il dottore, colui che, con una particolare saggezza, spiega ed espone sistematicamente la verità rivelata rivolgendosi specialmente all'intelligenza:

Infatti, a uno è data, mediante lo Spirito, parola di sapienza (dottore); a un altro parola di conoscenza (profeta), secondo il medesimo Spirito;  (1 Corinzi 12:8)

 

È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo (Efesini 4:11-12)

 

…se di esortazione, all'esortare…

 Anche in questo caso il “se”… …ci fa comprendere che nella Chiesa non tutti hanno il dono di esortare… …anche questo è un dono dato da Dio a qualcuno in particolare, che lo deve usare nel modo corretto e per lo scopo per cui è stato dato.

Nei doni dello Spirito Santo c’è anche chi, senza essere profeta nè particolarmente istruito come il dottore, ha comunque il dono di applicare praticamente la verità in modo da agire sul cuore per consolarlo, sulla volontà per fortificarla e spingerla all'azione, è una sensibilità che spesso prescinde dal conoscere e dalla stessa capacità di esporre la Verità.

L’esortazione reciproca è una attività che dobbiamo comunque darci reciprocamente ogni giorno, anche per evitare cadute dovute all’indurimento del cuore per la seduzione del peccato:

Badate, fratelli, che non ci sia in nessuno di voi un cuore malvagio e incredulo, che vi allontani dal Dio vivente; ma esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si può dire: «Oggi», perché nessuno di voi s'indurisca per la seduzione del peccato. (Ebrei 3:12-13)

 

 …chi dà, dia con semplicità…

 L’esortazione alla condivisione dei beni è prevista nella comunione fraterna, in quanto Dio chiama stolto (incredulo), colui che chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio (cfr Luca 12:21).

Nella chiesa in formazione fu una delle prime cose praticate:

Tutti quelli che credevano stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le proprietà e i beni, e li distribuivano a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. 

E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo.

Il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che venivano salvati. (Atti 2:44-47)

 

Gesù ci insegna che questa è anche una prova della genuinità della fede:

Mentre Gesù usciva per la via, un tale accorse e, inginocchiatosi davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?» 

Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio.

Tu sai i comandamenti: "Non uccidere; non commettere adulterio; non rubare; non dire falsa testimonianza; non frodare nessuno; onora tuo padre e tua madre"». 

Ed egli rispose: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia gioventù».

Gesù, guardatolo, l'amò e gli disse: «Una cosa ti manca! Va', vendi tutto ciò che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». 

Ma egli, rattristato da quella parola, se ne andò dolente, perché aveva molti beni. (Marco 10:17-22)

 

Vendete i vostri beni, e dateli in elemosina; fatevi delle borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nel cielo, dove ladro non si avvicina e tignola non rode. 

Perché dov'è il vostro tesoro, lì sarà anche il vostro cuore. (Luca 12:33-34)

 

Ma anche questo dono dello Spirito,va esercitato con amore e con semplicità, perché Paolo insegna anche che:

Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente.

(1 Corinzi 13:3)

 

E nella Scrittura abbiamo degli insegnamenti e degli esempi a proposito:

Guardatevi dal praticare la vostra giustizia davanti agli uomini, per essere osservati da loro; altrimenti non ne avrete premio presso il Padre vostro che è nei cieli.

Quando dunque fai l'elemosina, non far suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere onorati dagli uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno. 

Ma quando tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra quel che fa la destra, affinché la tua elemosina sia fatta in segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. (Matteo 6:1-4)

 

un uomo di nome Anania, con Saffira sua moglie, vendette una proprietà, e tenne per sé parte del prezzo, essendone consapevole anche la moglie; e, un'altra parte, la consegnò, deponendola ai piedi degli apostoli.

Ma Pietro disse: «Anania, perché Satana ha così riempito il tuo cuore da farti mentire allo Spirito Santo e trattenere parte del prezzo del podere? 

Se questo non si vendeva, non restava tuo? E una volta venduto, il ricavato non era a tua disposizione? Perché ti sei messo in cuore questa cosa? Tu non hai mentito agli uomini ma a Dio». 

Anania, udendo queste parole, cadde e spirò.

E un gran timore prese tutti quelli che udirono queste cose. 

I giovani, alzatisi, ne avvolsero il corpo e, portatolo fuori, lo seppellirono.

Circa tre ore dopo, sua moglie, non sapendo ciò che era accaduto, entrò. 

E Pietro, rivolgendosi a lei: «Dimmi», le disse, «avete venduto il podere per tanto?»

Ed ella rispose: «Sì, per tanto». 

Allora Pietro le disse: «Perché vi siete accordati a tentare lo Spirito del Signore? Ecco, i piedi di quelli che hanno seppellito tuo marito sono alla porta e porteranno via anche te». 

Ed ella in quell'istante cadde ai suoi piedi e spirò.

I giovani, entrati, la trovarono morta; e, portatala via, la seppellirono accanto a suo marito. 

Allora un gran timore venne su tutta la chiesa e su tutti quelli che udivano queste cose. (Atti 5:1-11)

 

…chi presiede, lo faccia con diligenza…

 Solitamente si identificano coloro che presiedono nell’anziano:

Fratelli, vi preghiamo di aver riguardo per coloro che faticano in mezzo a voi, che vi sono preposti nel Signore e vi istruiscono, e di tenerli in grande stima e di amarli a motivo della loro opera. (1 Tessalonicesi 5:12-13)

 

Gli anziani che tengono bene la presidenza siano reputati degni di doppio onore, specialmente quelli che si affaticano nella predicazione e nell'insegnamento… (1 Timoteo 5:17)

 

E questo dono va condiviso con diligenza… …non sbadatamente, con superficialità, sufficienza o senza impegno.

Va svolto con impegno, con zelo… …lo zelo di uno a cui sta a cuore la buona riuscita dell'opera che dirige.

L’attività di vescovo, di sorvegliante è primariamente una attività di vigilanza della crescita e della salute del corpo di Cristo:

Impegnatevi a cercare la pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore; vigilando bene che nessuno resti privo della grazia di Dio; che nessuna radice velenosa venga fuori a darvi molestia e molti di voi ne siano contagiati; che nessuno sia fornicatore, o profano, come Esaù che per una sola pietanza vendette la sua primogenitura. (Ebrei 12:14-16)

 

Memorabile è il messaggio che Paolo diede agli anziani di Efeso riuniti sulla spiaggia di Mileto:

Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue. 

Io so che dopo la mia partenza si introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge;  e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli. 

Perciò vegliate, ricordandovi che per tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lacrime.

E ora, vi affido a Dio e alla Parola della sua grazia, la quale può edificarvi e darvi l'eredità di tutti i santificati. (Atti 20:28-32)

  

Altresì memorabili sono gli appelli fatti al messaggero della chiesa di Sardi:

Sii vigilante e rafforza il resto che sta per morire; poiché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio.

Ricòrdati dunque come hai ricevuto e ascoltato la parola, continua a serbarla e ravvediti.

Perché, se non sarai vigilante, io verrò come un ladro, e tu non saprai a che ora verrò a sorprenderti. (Apocalisse 3:2-3)

  

…chi fa opere di misericordia, le faccia con gioia.

 Le opere di misericordia sono quelle opere di generosità che non contemplano la distribuzione dei propri beni materiali, ma piuttosto quelle opere di generosità del proprio tempo, della propria persona, senza denaro, consolando, visitando gli orfani e le vedove, i malati, i derelitti…

Queste sono quelle opere che rendono pura e senza macchia la nostra “religione”:

Ma mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto, illudendo voi stessi. 

Perché, se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio; e quando si è guardato se ne va, e subito dimentica com'era. Ma chi guarda attentamente nella legge perfetta, cioè nella legge della libertà, e in essa persevera, non sarà un ascoltatore smemorato ma uno che la mette in pratica; egli sarà felice nel suo operare.

Se uno pensa di essere religioso, ma poi non tiene a freno la sua lingua e inganna se stesso, la sua religione è vana. 

La religione pura e senza macchia davanti a Dio e Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni, e conservarsi puri dal mondo. (Giacomo 1:22-27)

 

Ma anche questo dono va vissuto e svolto con gioia, non sospirando, nè per forza.

La parola gioia (ilarotes) indica la volonterosa premura, la grazia piacevole, l'affabilità spinta fino alla gaiezza, che fanno del visitatore o della visitatrice un raggio di sole che penetra nella camera del malato e nel cuore dell'afflitto.

Ed anche questo dono dello Spirito,va esercitato con amore e con semplicità, perché Paolo insegna anche che:

Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente.

(1 Corinzi 13:3)

 

***

 CONCLUSIONE

 La Chiesa è quindi il Corpo di Cristo, un corpo che siamo chiamati a discernere nella fratellanza e che amiamo praticamente nello svolgimento del servizio reso reciprocamente con gioia.

 Questo servizio reciproco non deve essere finalizzato all’edificazione della carne e messo al servizio del peccato… ma deve essere finalizzato all’edificazione del Corpo di Cristo e messo al servizio della nuova creatura spirituale.

 Qualunque sia il dono, il cristiano è chiamato ad esercitarlo con fedeltà, diligenza e con senso di dipendenza da Dio.

 

   Gianni Marinuzzi