La giustizia di Dio rivelata nella vita trasformata
del credente:
Il servizio cristiano
LETTERA di Paolo ai ROMANI 12:3-8
Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di voi che non
abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un
concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno.
Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non
hanno una medesima funzione, così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo
in Cristo, e, individualmente, siamo membra l'uno dell'altro.
Avendo pertanto doni differenti secondo la grazia che ci è stata concessa,
se abbiamo dono di profezia, profetizziamo conformemente alla fede; se di
ministero, attendiamo al ministero; se d'insegnamento, all'insegnare; se di
esortazione, all'esortare; chi dà, dia con semplicità; chi presiede, lo
faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le faccia con gioia.
***
Una dottrina morale teorica ed indipendente da una applicazione pratica è un
edificio senza fondazioni.
1.a)
Romani 12:1-2 La Consacrazione - Il dovere fondamentale della
consacrazione a Dio per uniformarci alla sua volontà, quale conseguenza
della vita nuova in Cristo che abbiamo ricevuta in dono.
***
La consacrazione del credente a Dio
non si esaurisce in una mistica contemplazione od in vaporoso
sentimentalismo, ma si mostra
visibilmente con l’esercizio dei propri doni spirituali a servizio del Corpo
di Cristo.
Paolo, esercitando l’incarico affidatogli, si affretta a mostrare ai
cristiani in quali campi svariati di attività pratica essi devono,
attraverso i propri doni spirituali,
compiere la volontà di Dio.
In contrapposizione a coloro che seguono (senza alcuna consapevolezza della
loro funzione)
l'andazzo del mondo, ciascun
cristiano è invece esortato ad avere di sé
un concetto sobrio, secondo la misura
di fede che Dio gli ha assegnata, secondo
la Sua volontà, affnchè possa essere utile alla causa comune, perché siamo
stati
creati in Cristo Gesù per fare le
opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo
(cfr Efesini 2:10).
***
Per la grazia che mi è stata concessa…
Paolo ha sempre riconosciuto che
l'autorità di apostolo (di
porre il fondamento della dottrina cfr Apocalisse 21:14) gli è stata
conferita
per grazia e non per opere o
per meriti:
Secondo la grazia di Dio che mi è stata data,
come esperto architetto, ho posto il
fondamento; un altro vi costruisce sopra.
(1 Corinzi 3:10)
Ma quelli che godono di particolare stima (quello che possono essere stati,
a me non importa; Dio non ha riguardi personali), quelli, dico, che godono
di maggiore stima non m'imposero nulla; anzi, quando videro che
a me era stato affidato il vangelo
per gli incirconcisi, come a Pietro per i circoncisi (perché colui che
aveva operato in Pietro per farlo apostolo dei circoncisi aveva anche
operato in me per farmi apostolo degli stranieri),
riconoscendo la grazia che mi era
stata accordata, Giacomo, Cefa e Giovanni, che sono reputati colonne,
diedero a me e a Barnaba la mano in segno di comunione perché andassimo noi
agli stranieri, ed essi ai circoncisi; soltanto ci raccomandarono di
ricordarci dei poveri, come ho sempre cercato di fare.
(Galati 2:6-10)
Senza dubbio avete udito parlare della dispensazione della grazia di Dio
affidatami per voi; come per
rivelazione mi è stato fatto
conoscere il mistero, di cui più sopra vi ho scritto in poche parole;
leggendole, potrete capire la conoscenza che io ho del mistero di Cristo…
A me, dico, che sono il minimo
fra tutti i santi, è stata data
questa grazia di annunciare agli stranieri le insondabili ricchezze di
Cristo e di manifestare a tutti quale sia il piano seguito da Dio
riguardo al mistero che è stato fin dalle più remote età nascosto in Dio, il
Creatore di tutte le cose…
(tratto da Efesini 3:2-9)
Più avanti dirà, nella piena consapevolezza del suo ruolo (esercitando
il sacro servizio del vangelo di Dio):
Ma vi ho scritto un po' arditamente su alcuni punti, per ricordarveli di
nuovo, a motivo della grazia che mi
è stata fatta da Dio, di essere un ministro di Cristo Gesù tra gli stranieri,
esercitando il sacro servizio del
vangelo di Dio, affinché gli stranieri diventino un'offerta gradita,
santificata dallo Spirito Santo.
(Romani 15:15-16)
…dico quindi a ciascuno di voi…
…che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia
di sé un concetto sobrio…
Paolo invece, anche con il proprio esempio, sta insegnando che
ogni cristiano deve invece
imparare a considerare le capacità naturali che lo Spirito santifica ed
accresce come
dei doni di grazia da mettere al
servizio del Corpo di Cristo, cosa anche insegnata nella chiesa di
Corinto:
Ora, fratelli, ho applicato queste
cose a me stesso e ad Apollo a causa di voi,
perché per nostro mezzo impariate
a praticare il non oltre quel che è scritto e
non vi gonfiate d'orgoglio esaltando
l'uno a danno dell'altro.
Infatti, chi ti distingue dagli altri?
E che cosa possiedi che tu non abbia ricevuto?
E se l'hai ricevuto, perché ti vanti come se tu non l'avessi ricevuto?
(1 Corinzi 4:6-7)
Di questi
doni dobbiamo avere
un concetto sobrio, esatto e
modesto… ciascuno
ha la sua misura di dono, piccola o grande che sia… …si tratta di rendersene
conto e prenderne coscienza.
Non esiste un cristiano privo di doni… non esiste (e non deve esistere nella
Chiesa) un cristiano relegato al “non servire”… sarebbe come voler
atrofizzare volontariamente un membro del corpo… in modo da voler rendere il
corpo stesso un corpo handicappato!
…secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno.
Per comprendere meglio il pensiero di Paolo possiamo leggere cosa scriveva
ai fratelli di Corinto in merito al medesimo insegnamento:
Ora a ciascuno è data la
manifestazione dello Spirito per il bene comune.
Infatti, a uno è data, mediante
lo Spirito, parola di sapienza; a
un altro parola di conoscenza,
secondo il medesimo Spirito; a un
altro, fede, mediante il medesimo Spirito;
a un altro, doni di guarigione,
per mezzo del medesimo Spirito; a un
altro, potenza di operare miracoli;
a un altro, profezia; a un
altro, il discernimento degli spiriti;
a un altro, diversità di lingue
e a un altro, l'interpretazione
delle lingue; ma tutte queste cose le opera quell'unico e medesimo Spirito,
distribuendo i doni a ciascuno in
particolare come vuole.
Poiché, come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo,
benché siano molte, formano un solo corpo, così è anche di Cristo.
(1 Corinzi 12:7-12)
Come possiamo notare i doni sono veramente distribuiti… è molto strano
quindi riscontrare (come molto spesso accade) che quasi tutti i doni
sembrano essere “concentrati” su un solo membro del corpo, mentre la maggior
parte del resto del corpo sembri “privo di doni”… o si è sbagliato lo
Spirito Santo… o c’è qualcosa che non va… e sarebbe bene capirlo e rivedere
la propria posizione!
Non deve trovarsi nella chiesa chi (per il proprio egoismo ed anche la
riluttanza ad assumere delle responsabilità), cerca di convincersi (e di
convincere gli altri), che non ha ricevuto un dono… Dio gli domanderà conto:
Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo,
affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel
corpo, sia in bene sia in male.
(2 Corinzi 5:10)
C'è per contro chi (per ambizione o per vanità), esagera il numero e
l'entità dei doni ricevuti e si crede capace e dotato di ogni cosa… …ed
arriva a dire:
Non ho bisogno di te… Non ho bisogno di voi…(cfr 1 Corinzi 12:21).
Paolo ci insegna qui ad
avere di sé un concetto sobrio,
secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno.
Perchè?
La fede
(in senso generale) è la condizione per essere fatti
partecipi della grazia di Dio.
Qui invece Paolo la mette in relazione con la consapevolezza di essere fatti
partecipi del corpo di Cristo.
Un'altra cosa importante che dobbiamo tenere presente è che questa
misura di fede, non è stata
data da uomini… non è certificata da titoli accademici… non viene trasmessa
per eredità… non sono le nostre simpatie o antipatie a destinarle… …è
Dio che l’ha assegnata a ciascuno.
Non ragioniamo come il mondo… …e non conformiamoci ad esso… …dobbiamo essere
rinnovati nella nostra mente e ragionare con la mente di Cristo!
***
Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non
hanno una medesima funzione, così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo
in Cristo, e, individualmente, siamo membra l'uno dell'altro.
In tema di
consacrazione a Dio siamo
davanti alla esortazione di
offrire il sacrificio volontario
vivente del proprio corpo (le proprie soddisfazioni, le proprie
ambizioni, la propria edificazione)
a servizio del corpo di Cristo
nella Sua collettività (la Chiesa).
Le molte membra della Chiesa nel suo insieme, ed anche quelli di ogni
singola congregazione di fedeli, sono
un solo corpo in Cristo;
sono, cioè un organismo vivente di
cui l'anima è Cristo, che comunica la vita a quanti sono a lui uniti per
fede proprio come i tralci alla vite (cfr Giovanni 15:1-11).
Come
nel corpo, così
nella Chiesa di Dio, ogni
membro ha la sua funzione più o meno appariscente, ma
sempre utile all'organismo.
C'è chi
insegna, c'è chi
esorta, vi sono quelli che
aiutano i fratelli poveri, vi
sono quelli che
presiedono le riunioni o
svolgono e
amministrano le opere di beneficenza
e vi sono quelli che
fanno opere pietose.
Ogni membro ha bisogno degli altri e, a sua volta, contribuisce in qualche
misura al loro bene.
Ogni membro del corpo di Cristo ha la sua funzione
ed ha per questa
ricevuto le capacità necessarie.
Si tratta, per ciascuno, di rendersi conto esattamente del dono ricevuto.
Il paragone della chiesa con il corpo umano e le sue diverse membra, è stato
svolto da Paolo in molte delle sue lettere:
- Ai corinzi:
Circa i doni spirituali, fratelli, non voglio che siate nell'ignoranza.
Voi sapete che quando eravate pagani eravate trascinati dietro agli idoli
muti secondo come vi si conduceva.
Perciò vi faccio sapere che nessuno, parlando per lo Spirito di Dio, dice:
«Gesù è anatema!» e nessuno può dire: «Gesù è il Signore!» se non per lo
Spirito Santo.
Ora vi è diversità di doni, ma vi è un medesimo Spirito.
Vi è diversità di ministeri, ma non v'è che un medesimo Signore.
Vi è varietà di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio, il quale opera
tutte le cose in tutti.
Ora a ciascuno è data la
manifestazione dello Spirito per il bene comune.
Infatti, a uno è data, mediante lo Spirito, parola di sapienza; a un altro
parola di conoscenza, secondo il medesimo Spirito; a un altro, fede,
mediante il medesimo Spirito; a un altro, doni di guarigione, per mezzo del
medesimo Spirito; a un altro, potenza di operare miracoli; a un altro,
profezia; a un altro, il discernimento degli spiriti; a un altro, diversità
di lingue e a un altro, l'interpretazione delle lingue; ma tutte queste cose
le opera quell'unico e medesimo Spirito, distribuendo i doni a ciascuno in
particolare come vuole.
Poiché, come il corpo è uno e ha
molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un
solo corpo, così è anche di Cristo.
Infatti noi tutti siamo stati
battezzati in un unico Spirito per formare un unico corpo, Giudei e
Greci, schiavi e liberi; e tutti
siamo stati abbeverati di un solo Spirito.
Infatti il corpo non si compone di
un membro solo, ma di molte membra.
Se il piede dicesse: «Siccome io non sono mano, non sono del corpo», non per
questo non sarebbe del corpo.
Se l'orecchio dicesse: «Siccome io non sono occhio, non sono del corpo», non
per questo non sarebbe del corpo.
Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l'udito? Se tutto fosse udito,
dove sarebbe l'odorato?
Ma ora Dio ha collocato ciascun
membro nel corpo, come ha voluto.
Se tutte le membra fossero un unico membro, dove sarebbe il corpo?
Ci sono dunque molte membra, ma c'è un unico corpo; l'occhio non può dire
alla mano: «Non ho bisogno di te»; né il capo può dire ai piedi: «Non ho
bisogno di voi».
Al contrario, le membra del corpo
che sembrano essere più deboli, sono invece necessarie; e
quelle parti del corpo che stimiamo
essere le meno onorevoli, le circondiamo di maggior onore;
le nostre parti indecorose sono
trattate con maggior decoro, mentre le parti nostre decorose non ne hanno
bisogno; ma Dio ha formato il
corpo in modo da dare maggior onore alla parte che ne mancava,
perché non ci fosse divisione nel
corpo, ma le membra avessero la medesima cura le une per le altre.
Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è
onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui.
Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua.
E Dio ha posto nella chiesa in primo luogo degli apostoli, in secondo luogo
dei profeti, in terzo luogo dei dottori, poi miracoli, poi doni di
guarigioni, assistenze, doni di governo, diversità di lingue. Sono forse
tutti apostoli? Sono forse tutti profeti? Sono forse tutti dottori? Fanno
tutti dei miracoli? Tutti hanno forse i doni di guarigioni? Parlano tutti in
altre lingue? Interpretano tutti?Voi, però, desiderate ardentemente i doni
maggiori!
(1 Corinzi 12:1-31)
- Agli Efesini:
Ma a ciascuno di noi la grazia è
stata data secondo la misura del dono di Cristo.
Per questo è detto: «Salito in
alto, egli ha portato con sé dei prigionieri e ha fatto dei doni agli uomini».
Ora, questo «è salito» che cosa vuol dire se non che egli era anche disceso
nelle parti più basse della terra? Colui che è disceso, è lo stesso che è
salito al di sopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni cosa.
È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come
evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi
in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo,
fino a che tutti giungiamo all'unità
della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini
fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo; affinché non siamo
più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina
per la frode degli uomini, per l'astuzia loro nelle arti seduttrici
dell'errore; ma, seguendo la verità
nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo.
Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l'aiuto fornito
da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di
ogni singola parte, per edificare se stesso nell'amore.
(Efesini 4:7-16)
Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché
siamo membra gli uni degli altri.
(Efesini 4:25)
- Ai Colossesi:
Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa;
è lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il
primato.
(Colossesi 1:18)
E questo è quindi un insegnamento dottrinale molto caro a Paolo, in quanto
avendo avuto la grazia di conoscere
il mistero del corpo di Cristo (Efesini 2:11-18; 3:1-12), vuole
trasmettere come la prosperità
dell'organismo spirituale della Chiesa sta appunto nel fatto che
ciascuno
dei molti membri compia con
sobrietà e fedeltà la funzione
particolare che gli è assegnata da Dio stesso.
Se un membro non sa limitarsi e si auto-stima capace di tutto farà del male
alla propria parte e invaderà quella di altri, abituandoli all'inerzia…
…così chi avrebbe dovuto compiere una qualche utile funzione, non si sente
in grado (non sviluppa quella sana fede) e non risulta così utile al corpo
stesso.
La divisione del “lavoro” secondo
“i doni individuali”
(sempre limitate e bisognose del supporto reciproco)… …deve
essere la regola nella Chiesa, proprio come avveniva nelle chiese
primitive:
- a Gerusalemme:
In quei giorni, moltiplicandosi il numero dei discepoli, sorse un mormorio
da parte degli ellenisti contro gli Ebrei, perché le loro vedove erano
trascurate nell'assistenza quotidiana.
I dodici, convocata la moltitudine dei discepoli, dissero: «Non
è conveniente che noi lasciamo la Parola di Dio per servire alle mense.
Pertanto, fratelli, cercate di trovare fra di voi sette uomini, dei quali si
abbia buona testimonianza, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali
affideremo questo incarico. Quanto a noi, continueremo a dedicarci alla
preghiera e al ministero della Parola».
Questa proposta piacque a tutta la moltitudine; ed elessero Stefano, uomo
pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone,
Parmena e Nicola, proselito di Antiochia.
Li presentarono agli apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro le
mani.
(Atti 6:1-6)
- ad Antiochia:
Nella chiesa che era ad Antiochia c'erano profeti e dottori: Barnaba,
Simeone detto Niger, Lucio di Cirene, Manaem, amico d'infanzia di Erode il
tetrarca, e Saulo.
(Atti 13:1)
Paolo e Barnaba rimasero ad Antiochia, insegnando e portando, insieme a
molti altri, il lieto messaggio della Parola del Signore.
(Atti 15:35)
…siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l'uno
dell'altro
Nessuno dunque si vanti degli uomini, perché tutto vi appartiene.
Paolo, Apollo, Cefa,
il mondo, la vita, la morte, le cose presenti, le cose future,
tutto è vostro! E voi siete di
Cristo; e Cristo è di Dio.
(1 Corinzi 3:21-23)
***
Avendo pertanto doni differenti secondo la grazia che ci è stata concessa…
Dobbiamo quindi definitivamente prendere coscienza di
due aspetti fondamentali:
In questi due aspetti sfocia l’esempio personale di Paolo:
Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi
a ciascuno di voi… …avendo pertanto
doni differenti secondo la grazia che ci è stata concessa…
Questi doni sono inoltre fonte di autoregolamentazione del corpo con il fine
pratico per cui devono servire (l’edificazione e la consolazione del corpo).
Paolo passa poi all’enumerazione dei diversi doni e dell’attitudine con la
quale il “cristiano dotato”,
deve comportarsi e articola questa digressione su
sei aspetti di cui tre di natura
più “spirituale” (profezia,
ministero, insegnamento) e tre di natura più “fisica” (il
dono dei propri beni, la presidenza
o la conduzione/organizzazione e il dono del proprio tempo e della propria
persona):
…se abbiamo dono di profezia, profetizziamo conformemente alla fede…
Il dono di profezia,
nel Nuovo Testamento, consiste nella capacità di esporre
in modo chiaro e comprensibile
(intellegibile), sotto l'impulso diretto dello Spirito Santo, il consiglio
di Dio
al fine di edificare o di consolare
il corpo di Cristo e contestualmente
serve di segno
per i credenti e per i non credenti.
Il “se”…
…ci fa comprendere che
nella Chiesa non tutti sono profeti
(cfr 1 Corinzi 12:29)… …è un dono dato da Dio a qualcuno in
particolare, che lo deve usare nel modo corretto e per lo scopo per cui è
stato dato.
Il dono di profezia
è’ uno dei doni principalmente utile alla chiesa, in quanto la edifica
spiritualmente, per questo è considerato uno di quei “doni
maggiori”:
Ricercate l'amore e desiderate ardentemente i doni spirituali,
principalmente il dono di profezia.
Perché chi parla in altra lingua non parla agli uomini, ma a Dio; poiché
nessuno lo capisce, ma in spirito dice cose misteriose.
Chi profetizza, invece, parla agli uomini un linguaggio di edificazione, di
esortazione e di consolazione.
Chi parla in altra lingua edifica se stesso; ma
chi profetizza edifica la chiesa.
Vorrei che tutti
parlaste in altre lingue, ma molto più che
profetaste; chi profetizza è
superiore a chi parla in altre lingue, a meno che egli interpreti,
perché la chiesa ne riceva
edificazione.
Dunque, fratelli,
se io venissi a voi parlando in altre lingue,
che vi servirebbe se la mia parola
non vi recasse qualche rivelazione, o qualche conoscenza, o qualche
profezia, o qualche insegnamento?...
…Quindi le lingue servono di segno non per i credenti, ma per i non
credenti; la profezia, invece, serve
di segno non per i non credenti, ma per i credenti.
Quando dunque tutta la chiesa si riunisce,
se tutti parlano in altre lingue ed entrano degli estranei o dei non
credenti, non diranno che siete pazzi? Ma
se tutti profetizzano ed entra
qualche non credente o qualche estraneo, egli è convinto da tutti, è
scrutato da tutti, i segreti del
suo cuore sono svelati; e così, gettandosi giù con la faccia a terra,
adorerà Dio, proclamando che Dio è veramente fra voi.
(tratto da 1 Corinzi 14:1-25)
Ma il dono di profezia non è un dono con a corredo di sè stesso l’infallibilità…
…il
profeta è egli stesso
sottomesso:
innanzi tutto alla fede:
…profetizziamo conformemente alla fede…
…in armonia con la fede, nel senso di verità evangelica rivelata nelle Sacre
Scritture… …il
profeta non deve mettersi in contraddizione con la
Scrittura profetica più salda
(2 Pietro 1:19-21), con la
Legge perfetta (Salmo
19:7-10).
in secondo luogo agli altri profeti:
…Anche i profeti parlino in due o tre e gli altri giudichino; se
una rivelazione è data a uno di quelli che stanno seduti, il precedente
taccia.
Infatti tutti potete profetare a uno a uno, perché tutti imparino e tutti
siano incoraggiati.
Gli spiriti dei profeti sono sottoposti ai profeti, perché
Dio non è un Dio di confusione, ma di pace.
(1 Corinzi 14:29-33)
Per questo occorre provare gli spiriti:
Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da
quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema.
Come abbiamo già detto, lo ripeto di
nuovo anche adesso: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che
avete ricevuto, sia anatema.
(Galati 1:8-9)
Carissimi, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se
sono da Dio; perché molti falsi profeti sono sorti nel mondo.
(1 Giovanni 4:1)
Siate sempre gioiosi; non cessate
mai di pregare; in ogni cosa
rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di
voi.
Non spegnete lo Spirito. Non
disprezzate le profezie; ma
esaminate ogni cosa e ritenete il bene; astenetevi
da ogni specie di male.
(1 Tessalonicesi 5:16-22)
…si sono infiltrati fra di voi certi
uomini (per i quali già da tempo è scritta questa condanna); empi
che volgono in dissolutezza la
grazia del nostro Dio e negano il nostro unico Padrone e Signore Gesù Cristo.
Ora voglio ricordare a voi che avete da tempo conosciuto tutto questo, che
il Signore, dopo aver tratto in salvo il popolo dal paese d'Egitto, fece in
seguito perire quelli che non credettero.
Egli ha pure custodito nelle tenebre e in catene eterne, per il gran giorno
del giudizio, gli angeli che non conservarono la loro dignità e
abbandonarono la loro dimora.
Allo stesso modo Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si abbandonarono,
come loro, alla fornicazione e ai vizi contro natura, sono date come
esempio, portando la pena di un fuoco eterno.
Ciò nonostante, anche questi
visionari contaminano la carne nello stesso modo, disprezzano l'autorità e
parlano male delle dignità.
Invece, l'arcangelo Michele, quando contendeva con il diavolo disputando per
il corpo di Mosè, non osò pronunciare contro di lui un giudizio ingiurioso,
ma disse: «Ti sgridi il Signore!»
Questi, invece, parlano in maniera
oltraggiosa di quello che ignorano, e si corrompono in tutto ciò che sanno
per istinto, come bestie prive di ragione.
Guai a loro! Perché si sono incamminati per la via di Caino, e per amor di
lucro si sono gettati nei traviamenti di Balaam, e sono periti per la
ribellione di Core.
Essi sono delle macchie nelle vostre agapi quando banchettano con voi senza
ritegno, pascendo se stessi; nuvole senza acqua, portate qua e là dai venti;
alberi d'autunno senza frutti, due volte morti, sradicati; onde
furiose del mare, schiumanti la loro bruttura; stelle erranti, a cui è
riservata l'oscurità delle tenebre in eterno.
(Giuda 4-13)
Questo perché
lo Spirito dice esplicitamente che
nei tempi futuri alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti
seduttori e a dottrine di demòni, sviati
dall'ipocrisia di uomini bugiardi, segnati da un marchio nella propria
coscienza.
(1 Timoteo 4:1-2)
Il profetizzare conformemente alla fede
significa anche profetizzare secondo la proporzione del dono di profezia
ricevuto, senza andare al di là di quanto ci è rivelato, ma tenendoci
scrupolosamente nei limiti del dono concessoci.
…se di ministero, attendiamo al ministero…
Anche in questo caso il “se”…
…ci fa comprendere che
nella Chiesa non tutti svolgono un
ministerio… …anche questo è un dono dato da Dio a qualcuno in
particolare, che lo deve usare nel modo corretto e per lo scopo per cui è
stato dato.
Il termine originale qui tradotto come
ministero
è in realtà
diaconia
e si
applica al tipico servizio di una donna di casa (l’esempio della zelante
Marta – cfr Luca 10:40) e in senso più allargato agli
incarichi nella chiesa.
Se riferito alla chiesa, il termine «ministerio» e «ministro» sono
adoperati, in senso generico, per
tutti i ministeri o servizi nella chiesa:
Vi è diversità di ministeri
(incarichi), ma non v'è che
un medesimo Signore
(Padrone).
(1 Corinzi 12:5)
È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come
evangelisti, altri come pastori e dottori, per
il perfezionamento dei santi in
vista dell'opera del ministero
(lavoro) e dell'edificazione del
corpo di Cristo,
(Efesini 4:11-12)
Dite ad Archippo: «Bada al servizio
che hai ricevuto nel Signore, per compierlo bene».
(Colossesi 4:17)
Ma tu
sii vigilante in ogni cosa, sopporta le sofferenze,
svolgi il compito di evangelista,
adempi fedelmente il tuo servizio
(lavoro, incarico).
(2 Timoteo 4:5)
In senso più specifico si applica al
servizio del diaconato classico (amministrazione degli aspetti pratici
della chiesa):
In quei giorni, moltiplicandosi il numero dei discepoli, sorse un mormorio
da parte degli ellenisti contro gli Ebrei, perché le loro vedove erano
trascurate nell'assistenza quotidiana.
I dodici, convocata la moltitudine dei discepoli, dissero: «Non è
conveniente che noi lasciamo la Parola di Dio per
servire alle mense.
Pertanto, fratelli, cercate di trovare fra di voi sette uomini, dei quali si
abbia buona testimonianza, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali
affideremo questo incarico.
Quanto a noi, continueremo a dedicarci alla preghiera e al ministero della
Parola».
Questa proposta piacque a tutta la moltitudine; ed elessero Stefano, uomo
pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone,
Parmena e Nicola, proselito di Antiochia.
Li presentarono agli apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro le
mani.
(Atti 6:1-6)
…se d'insegnamento, all'insegnare…
Per
colui che ha il dono di insegnamento,
si intende
il dottore, colui che, con
una particolare saggezza,
spiega ed espone sistematicamente la
verità rivelata rivolgendosi specialmente all'intelligenza:
Infatti, a uno è data,
mediante lo Spirito, parola di
sapienza
(dottore); a un altro parola di
conoscenza (profeta), secondo il
medesimo Spirito;
(1 Corinzi 12:8)
È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come
evangelisti, altri come pastori
e dottori, per
il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e
dell'edificazione del corpo di Cristo…
(Efesini 4:11-12)
…se di esortazione, all'esortare…
Nei doni dello Spirito Santo c’è anche chi, senza essere profeta nè
particolarmente istruito come il dottore, ha comunque il dono di
applicare praticamente la verità in
modo da agire sul cuore per consolarlo,
sulla volontà per fortificarla e
spingerla all'azione, è una sensibilità che spesso prescinde dal
conoscere e dalla stessa capacità di esporre la Verità.
L’esortazione
reciproca è una attività che dobbiamo comunque darci reciprocamente
ogni giorno, anche per
evitare cadute dovute
all’indurimento del cuore
per la seduzione del peccato:
Badate, fratelli, che non ci sia in nessuno di voi un cuore malvagio e
incredulo, che vi allontani dal Dio vivente; ma
esortatevi a vicenda ogni giorno,
finché si può dire: «Oggi», perché
nessuno di voi s'indurisca per la seduzione del peccato.
(Ebrei 3:12-13)
Nella chiesa in formazione fu una delle prime cose praticate:
Tutti quelli che credevano stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano
le proprietà e i beni, e li distribuivano a tutti, secondo il bisogno di
ciascuno.
E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle
case e prendevano il loro cibo
insieme, con gioia e semplicità di cuore, lodando
Dio e godendo il favore di tutto il popolo.
Il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che venivano
salvati.
(Atti 2:44-47)
Gesù ci insegna che questa è anche
una prova della genuinità della fede:
Mentre Gesù usciva per la via, un tale accorse e, inginocchiatosi davanti a
lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per ereditare la vita
eterna?»
Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo,
cioè Dio.
Tu sai i comandamenti: "Non
uccidere; non commettere adulterio; non rubare; non dire falsa testimonianza;
non frodare nessuno; onora
tuo padre e tua madre"».
Ed egli rispose: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia
gioventù».
Gesù, guardatolo, l'amò e gli disse: «Una cosa ti manca! Va',
vendi tutto ciò che hai e dàllo ai
poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi».
Ma egli, rattristato da quella parola, se ne andò dolente, perché aveva
molti beni.
(Marco 10:17-22)
Vendete i vostri beni, e dateli in elemosina; fatevi delle borse che non
invecchiano, un tesoro inesauribile nel cielo, dove ladro non si avvicina e
tignola non rode.
Perché dov'è il vostro tesoro, lì sarà anche il vostro cuore.
(Luca 12:33-34)
Ma anche questo dono dello Spirito,va esercitato
con
amore e con semplicità,
perché Paolo insegna anche che:
Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri,
se dessi il mio corpo a essere arso,
e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente.
(1 Corinzi 13:3)
E nella Scrittura abbiamo degli insegnamenti e degli esempi a proposito:
Guardatevi dal praticare la vostra giustizia davanti agli uomini, per essere
osservati da loro; altrimenti non ne avrete premio presso il Padre vostro
che è nei cieli.
Quando dunque fai l'elemosina, non far suonare la tromba davanti a te, come
fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere onorati dagli
uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno.
Ma quando tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra quel che fa la
destra, affinché la tua elemosina
sia fatta in segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la
ricompensa.
(Matteo 6:1-4)
…un uomo di nome Anania, con Saffira
sua moglie, vendette una proprietà, e
tenne per sé parte del prezzo, essendone consapevole anche la moglie; e,
un'altra parte, la consegnò, deponendola ai piedi degli apostoli.
Ma Pietro disse: «Anania, perché Satana ha così riempito il tuo cuore da
farti mentire allo Spirito Santo e
trattenere parte del prezzo del podere?
Se questo non si vendeva, non restava tuo? E una volta venduto,
il ricavato non era a tua
disposizione? Perché ti sei messo in cuore questa cosa? Tu non hai mentito
agli uomini ma a Dio».
Anania, udendo queste parole, cadde e spirò.
E un gran timore prese tutti quelli che udirono queste cose.
I giovani, alzatisi, ne avvolsero il corpo e, portatolo fuori, lo
seppellirono.
Circa tre ore dopo, sua moglie, non sapendo ciò che era accaduto, entrò.
E
Pietro, rivolgendosi a lei: «Dimmi», le disse, «avete venduto il podere per
tanto?»
Ed ella rispose: «Sì, per tanto».
Allora Pietro le disse: «Perché vi
siete accordati a tentare lo Spirito del Signore? Ecco, i piedi di
quelli che hanno seppellito tuo marito sono alla porta e porteranno via
anche te».
Ed ella in quell'istante cadde ai suoi piedi e spirò.
I giovani, entrati, la trovarono morta; e, portatala via, la seppellirono
accanto a suo marito.
Allora un gran timore venne su tutta la chiesa e su tutti quelli che udivano
queste cose.
(Atti 5:1-11)
…chi presiede, lo faccia con diligenza…
Fratelli, vi preghiamo di aver riguardo per coloro che faticano in mezzo a
voi, che vi sono preposti nel
Signore e vi istruiscono, e
di tenerli in grande stima e di amarli a motivo della loro opera.
(1 Tessalonicesi 5:12-13)
Gli anziani che tengono bene la presidenza
siano reputati degni di doppio onore, specialmente quelli che si affaticano
nella predicazione e nell'insegnamento…
(1 Timoteo 5:17)
E questo dono va condiviso
con diligenza… …non
sbadatamente, con superficialità, sufficienza o senza impegno.
Va svolto con impegno, con zelo… …lo
zelo di uno a cui sta a cuore la buona riuscita dell'opera che dirige.
L’attività di vescovo, di sorvegliante è primariamente una attività di
vigilanza della crescita e della salute del corpo di Cristo:
Impegnatevi a cercare la pace con tutti e la santificazione senza la quale
nessuno vedrà il Signore; vigilando
bene che nessuno resti privo della grazia di Dio; che nessuna radice
velenosa venga fuori a darvi molestia e molti di voi ne siano contagiati; che
nessuno sia fornicatore, o profano, come Esaù che per una sola pietanza
vendette la sua primogenitura.
(Ebrei 12:14-16)
Memorabile è il messaggio che Paolo diede agli anziani di Efeso riuniti
sulla spiaggia di Mileto:
Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo
vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio,
che egli ha acquistata con il proprio sangue.
Io so che dopo la mia partenza si
introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e
anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per
trascinarsi dietro i discepoli.
Perciò vegliate, ricordandovi che
per tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con
lacrime.
E ora, vi affido a Dio e alla Parola
della sua grazia, la quale può edificarvi e darvi l'eredità di tutti i
santificati.
(Atti 20:28-32)
Altresì memorabili sono gli appelli fatti al messaggero della chiesa di
Sardi:
Sii vigilante e rafforza il resto che sta per morire;
poiché non ho trovato le tue opere
perfette davanti al mio Dio.
Ricòrdati dunque come hai ricevuto e ascoltato la parola, continua a
serbarla e ravvediti.
Perché, se non sarai vigilante, io
verrò come un ladro, e tu non saprai a che ora verrò a sorprenderti.
(Apocalisse 3:2-3)
…chi fa opere di misericordia, le faccia con gioia.
Queste sono quelle opere che rendono
pura e senza macchia la
nostra “religione”:
Ma mettete in pratica la parola e
non ascoltatela soltanto, illudendo voi stessi.
Perché, se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, è simile a un
uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio; e
quando si è guardato se ne va, e subito dimentica com'era. Ma
chi guarda attentamente nella legge perfetta, cioè nella legge della
libertà, e in essa persevera, non sarà un ascoltatore smemorato ma
uno che la mette in pratica; egli
sarà felice nel suo operare.
Se uno pensa di essere religioso, ma poi non tiene a freno la sua lingua e
inganna se stesso, la sua religione è vana.
La religione pura e senza macchia davanti a Dio e Padre è questa: soccorrere
gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni, e conservarsi puri dal mondo.
(Giacomo 1:22-27)
Ma anche questo dono va vissuto e svolto con
gioia, non sospirando, nè per
forza.
La parola
gioia (ilarotes)
indica la volonterosa premura, la grazia piacevole, l'affabilità spinta fino
alla gaiezza, che fanno del
visitatore o della visitatrice un raggio di sole che penetra nella camera
del malato e nel cuore dell'afflitto.
Ed anche questo dono dello Spirito,va esercitato
con
amore e con semplicità,
perché Paolo insegna anche che:
Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri,
se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore, non mi gioverebbe a
niente.
(1 Corinzi 13:3)
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