La giustizia di dio nella sua scelta sovrana :

 

L'applicazione della scelta sovrana

 

LETTERA AI ROMANI 9:30 a 10:21

 

  

 

Che diremo dunque?

Diremo che degli stranieri, i quali non ricercavano la giustizia, hanno conseguito la giustizia, però la giustizia che deriva dalla fede; mentre Israele, che ricercava una legge di giustizia, non ha raggiunto questa legge.

Perché? Perché l'ha ricercata non per fede ma per opere.

Essi hanno urtato nella pietra d'inciampo, come è scritto: «Ecco, io metto in Sion un sasso d'inciampo e una pietra di scandalo; ma chi crede in lui non sarà deluso».

Fratelli, il desiderio del mio cuore e la mia preghiera a Dio per loro è che siano salvati.

Io rendo loro testimonianza infatti che hanno zelo per Dio, ma zelo senza conoscenza.

Perché, ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio; poiché Cristo è il termine della legge, per la giustificazione di tutti coloro che credono.

Infatti Mosè descrive così la giustizia che viene dalla legge: «L'uomo che farà quelle cose vivrà per esse».

Invece la giustizia che viene dalla fede dice così: «Non dire in cuor tuo: "Chi salirà in cielo?" (questo è farne scendere Cristo), né: "Chi scenderà nell'abisso?" (questo è far risalire Cristo dai morti)».

Che cosa dice invece? «La parola è vicino a te, nella tua bocca e nel tuo cuore».

Questa è la parola della fede che noi annunciamo; perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati.

Difatti la Scrittura dice: «Chiunque crede in lui, non sarà deluso».

Poiché non c'è distinzione tra Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano.

Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato.

Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto?

E come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare?

E come potranno sentirne parlare, se non c'è chi lo annunci?

E come annunceranno se non sono mandati?

Com'è scritto: «Quanto sono belli i piedi di quelli che annunciano buone notizie

Ma non tutti hanno ubbidito alla buona notizia; Isaia infatti dice: «Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione

Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo.

Ma io dico: forse non hanno udito?

Anzi, la loro voce è andata per tutta la terra e le loro parole fino agli estremi confini del mondo.

Allora dico: forse Israele non ha compreso?

Mosè per primo dice: «Io vi renderò gelosi di una nazione che non è nazione; provocherò il vostro sdegno con una nazione senza intelligenza».

Isaia poi osa affermare: «Sono stato trovato da quelli che non mi cercavano; mi sono manifestato a quelli che non chiedevano di me».

Ma riguardo a Israele afferma: «Tutto il giorno ho teso le mani verso un popolo disubbidiente e contestatore».

 

***

 Come al capitolo 4 ha preso l’esempio di Abramo per dimostrare la giustificazione per fede e non per le opere della Legge, come al capitolo 5:12-21 ha preso l’esempio di Adamo per dimostrare l’universalità della giustificazione vitale in Cristo, così adesso prende la storia del popolo di Israele per dimostrare come Dio sa portare a compimento il Suo disegno benevolo, al di là della fedeltà dimostrata dal Suo popolo, perché sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il Suo disegno. Perché quelli che ha preconosciuti li ha pure predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio Suo, affinchè Egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati. (Romani 8:28-30)

 

La trattazione comprende tre paragrafi.

 1 - Romani 9:1-29 Dopo espresso il proprio dolore per lo stato d'Israele, Paolo dimostra che la reiezione, anche della maggioranza d'esso, non contraddice le dichiarazioni della Parola di Dio, la quale proclama la sovranità di Lui nella conoscenza delle persone che hanno da far parte del suo popolo.

 2 - Romani 9:30-10:21 La reiezione di Israele è il risultato dalla sua cecità spirituale e dalla sua disubbidienza di fronte alla proclamazione del Vangelo della grazia.

 3 - Romani 11 La reiezione d'Israele non è però nè totale, nè definitiva, ed è nella sapienza di Dio, volta al bene dei pagani; i quali  contribuiranno alla finale conversione di Israele che segnerà il punto culminante dello svolgimento del Regno di Dio sulla terra.

 

***

 L'Apostolo ha mostrato, fin qui, come la ragione dell'attuale reiezione di Israele non sta nel mancato adempimento delle promesse divine, le quali non toglievano a Dio il suo diritto di sovrana elezione e di esercitare la Sua bontà (cfr Matteo 20:1-16).

La ragione è invece nella cieca ed inescusabile incredulità dei Giudei di fronte al Vangelo di Cristo.

Il motivo per cui Israele terreno resta escluso dalla salvezza celeste è il suo rifiuto di accettare la giustizia procurata da Dio in Cristo per chiunque crede e da lui fatta proclamare nel mondo (Romani 9:30-10:21)

 

Possiamo dividere questa esposizione di Paolo in due sezioni:

 

SEZIONE A Romani 9:30-10:13

Israele non è salvato, perchè, nel suo zelo reale, ma cieco, egli si ostina a cercare la giustificazione per le opere della legge invece di accettare la giustizia che si trova solo in Cristo Gesù per chiunque crede in Lui.

 

Che diremo dunque?

Diremo che degli stranieri, i quali non ricercavano la giustizia, hanno conseguito la giustizia, però la giustizia che deriva dalla fede; mentre Israele, che ricercava una legge di giustizia, non ha raggiunto questa legge.

Perché? Perché l'ha ricercata non per fede ma per opere.

 

Paolo, come osservando una situazione che va delineandosi davanti a lui, fa delle considerazioni sui fatti e constata che Dio non è ingiusto, nè manchi alle Sue promesse… ma il risultato sembra essere che i pagani hanno ottenuto quello che non cercavano; mentre Israele non ha ottenuto quello che cercava.

Gli stranieri non ricercavano la giustizia, cioè non si preoccupavano di essere trovati giusti davanti a Dio… …la loro idolatria, il loro politeismo, l'assenza di Legge rivelata, contribuivano ad affievolire la nozione del. peccato quale trasgressione della volontà di Dio e meritevole di condanna… nonostante ciò essi hanno conseguito la giustizia, in quanto si sono trovati disposti a ricevere la giustizia procurata da Dio in Cristo, la giustizia che deriva dalla fede, senza ogni merito derivante dalle opere della Legge.

 

…mentre Israele, che ricercava una legge di giustizia, non ha raggiunto questa legge.

Perché? Perché l'ha ricercata non per fede ma per opere.

Israele invece, che si sforzava di osservare scrupolosamente la legge mosaica prescrivente la giustizia, non è arrivato che ad una osservanza esterna ed insufficiente agli occhi di Dio  (cfr. Romani 2-3), in questo suo sforzo, il giudeo, che ricercava una legge di giustizia, non ha raggiunto questa legge, non è arrivato, nella pratica, a conseguire quello stato… strano… il motivo di tale “insuccesso” è che  l'ha ricercata non per fede ma per opere... ovvero ha sbagliato strada… ha percorso una strada impraticabile all'uomo peccatore… hanno voluto cogliere olive dal fico o fichi dalla vite o ancora attingere acqua dolce da una sorgente amara (cfr Giacomo 3:12).

 

***

Essi hanno urtato nella pietra d'inciampo, come è scritto: «Ecco, io metto in Sion un sasso d'inciampo e una pietra di scandalo; ma chi crede in lui non sarà deluso».

Questa immagine profetica è tratta dal libro di Isaia ed è rivolto a coloro che dominavano sulla città di Gerusalemme come giudizio del popolo infedele e ribelle:

Voi dite: «Noi abbiamo fatto alleanza con la morte, abbiamo fatto un patto con il soggiorno dei morti; quando l'inondante flagello passerà, non giungerà fino a noi
perché abbiamo fatto della menzogna il nostro rifugio e ci siamo messi al sicuro dietro l'inganno».
Perciò così parla il Signore, DIO: Ecco, io ho posto come fondamento in Sion una pietra, una pietra provata, una pietra angolare preziosa, un fondamento solido;
chi confiderà in essa non avrà fretta di fuggire
.
(Isaia 26:15-16)

 

Così infatti mi ha parlato il SIGNORE, quando la sua mano mi ha afferrato,
ed egli m'ha avvertito di non camminare per la via di questo popolo, e mi ha detto: «Non chiamate congiura tutto ciò che questo popolo chiama congiura; non temete ciò che esso teme, e non vi spaventate.

Santificate il SIGNORE degli eserciti! Sia lui quello per cui provate timore e paura!

Egli sarà un santuario, ma anche una pietra d'intoppo, un sasso d'inciampo per le due case d'Israele, un laccio e una rete per gli abitanti di Gerusalemme.

Molti di loro inciamperanno, cadranno, saranno infranti, rimarranno nel laccio e saranno presi. Chiudi questa testimonianza, sigilla questa legge tra i miei discepoli». (Isaia 8:11-16)

 

La stessa immagine è adoperata nel Salmo 118:

Certo, il SIGNORE mi ha castigato, ma non mi ha dato in balìa della morte.

Apritemi le porte della giustizia; io vi entrerò, e celebrerò il SIGNORE.

Questa è la porta del SIGNORE; i giusti entreranno per essa.

Ti celebrerò perché mi hai risposto e sei stato la mia salvezza.

La pietra che i costruttori avevano disprezzata è divenuta la pietra angolare.

Questa è opera del SIGNORE, è cosa meravigliosa agli occhi nostri.

Questo è il giorno che il SIGNORE ci ha preparato; festeggiamo e rallegriamoci in esso.
O SIGNORE, dacci la salvezza! O SIGNORE, facci prosperare!

Benedetto colui che viene nel nome del SIGNORE.

Noi vi benediciamo dalla casa del SIGNORE.

Il SIGNORE è Dio e risplende su di noi; legate la vittima della solennità e portatela ai corni dell'altare.

Tu sei il mio Dio, io ti celebrerò; tu sei il mio Dio, io ti esalterò.

Celebrate il SIGNORE, poiché è buono, perché la sua bontà dura in eterno

(Salmo 118:18-29)

 

Gesù Cristo l'ha applicata alla propria persona nella conclusione della parabola dei cattivi vignaiuoli davanti ai dottori della Legge Suoi oppositori:

Udite un'altra parabola:

C'era un padrone di casa, il quale piantò una vigna, le fece attorno una siepe, vi scavò una buca per pigiare l'uva e vi costruì una torre; poi l'affittò a dei vignaiuoli e se ne andò in viaggio.

Quando fu vicina la stagione dei frutti, mandò i suoi servi dai vignaiuoli per ricevere i frutti della vigna. Ma i vignaiuoli presero i servi e ne picchiarono uno, ne uccisero un altro e un altro lo lapidarono.

Da capo mandò degli altri servi, in numero maggiore dei primi; ma quelli li trattarono allo stesso modo.

Finalmente, mandò loro suo figlio, dicendo: "Avranno rispetto per mio figlio".

Ma i vignaiuoli, veduto il figlio, dissero tra di loro: "Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e facciamo nostra la sua eredità".

Lo presero, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero.

Quando verrà il padrone della vigna, che farà a quei vignaiuoli?»

Essi gli risposero: «Li farà perire malamente, quei malvagi, e affiderà la vigna ad altri vignaiuoli i quali gliene renderanno il frutto a suo tempo».

Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: "La pietra che i costruttori hanno rifiutata è diventata pietra angolare; ciò è stato fatto dal Signore, ed è cosa meravigliosa agli occhi nostri"?

Perciò vi dico che il regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato a gente che ne faccia i frutti.

Chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; ed essa stritolerà colui sul quale cadrà».

I capi dei sacerdoti e i farisei, udite le sue parabole, capirono che parlava di loro; e cercavano di prenderlo, ma ebbero paura della folla, che lo riteneva un profeta.

(Matteo 21:33-46)

 

Paolo quindi trova piena coerenza nel citare questo verso profetico proprio nel rappresentare come l’Israele ribelle non ha raggiunto “i frutti”, mentre il regno sarà dato a gente che ne faccia i frutti.

Per le anime assetate di giustizia vera (non di quella che si ottiene per le opere), Gesù Cristo è il fondamento della loro pace con Dio; ma per coloro che si credevano giusti, Gesù è una pietra d'intoppo, un sasso d'inciampo.

L’effetto che la persona di Gesù Cristo ha sulle persone è questo, la Sua umile apparenza, la spiritualità del Suo regno, la Sua morte in croce sono come una pietra d'intoppo, un sasso d'inciampo per coloro che gli si avvicinano con i loro pregiudizi ed il loro orgoglio:

I Giudei infatti chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza, ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia; ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio; poiché la pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini.

(1 Corinzi 1:22-25)

 

E lo stesso effetto lo fanno coloro che annunciano la Sua Parola con fedeltà:

Noi siamo infatti davanti a Dio il profumo di Cristo fra quelli che sono sulla via della salvezza e fra quelli che sono sulla via della perdizione; per questi, un odore di morte, che conduce a morte; per quelli, un odore di vita, che conduce a vita.

E chi è sufficiente a queste cose?

Noi non siamo infatti come quei molti che falsificano la parola di Dio; ma parliamo mossi da sincerità, da parte di Dio, in presenza di Dio, in Cristo.

(2 Corinzi 2:15-17)

 

***

 Fratelli, il desiderio del mio cuore e la mia preghiera a Dio per loro è che siano salvati.

Io rendo loro testimonianza infatti che hanno zelo per Dio, ma zelo senza conoscenza.

Perché, ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio; poiché Cristo è il termine della legge, per la giustificazione di tutti coloro che credono.

Infatti Mosè descrive così la giustizia che viene dalla legge: «L'uomo che farà quelle cose vivrà per esse».

Invece la giustizia che viene dalla fede dice così: «Non dire in cuor tuo: "Chi salirà in cielo?" (questo è farne scendere Cristo), né: "Chi scenderà nell'abisso?" (questo è far risalire Cristo dai morti)».

Che cosa dice invece? «La parola è vicino a te, nella tua bocca e nel tuo cuore».

 

Paolo ha un desiderio nel suo cuore, ma lo porta in preghiera a Dio, una preghiera conforme alla volontà di Dio, come scriverà a Timoteo:

Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che sono costituiti in autorità, affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta in tutta pietà e dignità.

Questo è buono e gradito davanti a Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità.

Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti; questa è la testimonianza resa a suo tempo, e della quale io fui costituito predicatore e apostolo (io dico il vero, non mento), per istruire gli stranieri nella fede e nella verità.

(1 Timoteo 2:1-7)

 

Questo egli brama… questo prega… sebbene sia considerato nemico del suo popolo.

Il suo desiderio è alimentato non solo dai legami che lo uniscono ad Israele, non solo dalla considerazione dei privilegi che esso ha ricevuti (cfr. Romani 9:1-5), ma anche dallo zelo (seppur senza conoscenza) che essi dimostrano per il mantenimento del culto del vero Dio.

Di questo, Paolo avendo vissuto in mezzo a loro, ne può rendere ampia testimonianza.

Ma, spiega anche che non basta lo “zelo religioso”.

Se questo non è illuminato dalla esatta conoscenza della verità può condurre ai più tristi risultati, come predisse Gesù stesso ai Suoi:

Vi espelleranno dalle sinagoghe; anzi, l'ora viene che chiunque vi ucciderà, crederà di rendere un culto a Dio.

Faranno questo perché non hanno conosciuto né il Padre né me. (Giovanni 16:2-3)

 

E Pietro evidenzia nella sua predicazione a Gerusalemme questa “ignoranza”, ma al quale fa seguire subito un appello al ravvedimento ed alla conversione:

Ora, fratelli, io so che lo faceste per ignoranza, come pure i vostri capi.

Ma ciò che Dio aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, cioè, che il suo Cristo avrebbe sofferto, egli lo ha adempiuto in questa maniera.

Ravvedetevi dunque e convertitevi, perché i vostri peccati siano cancellati. (Atti 3:17-19)

 

A che serve di correre se si corre sulla strada sbagliata?

Lo zelo religioso è lodevole, come è lodevole la sincerità.

 

Ma le parole del profeta Osea sono lapidarie:

Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza.

Poiché tu hai rifiutato la conoscenza, anch'io rifiuterò di averti come mio sacerdote; poiché tu hai dimenticato la legge del tuo Dio, anch'io dimenticherò i tuoi figli. (Osea 4:6)

 

…Perché, ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio…

Se poi davanti all’annuncio del Vangelo, non vi è ravvedimento e conversione… …non si parla più di ignoranza ma di ribellione!

Per un religioso, che conta sulle opere della Legge per ricevere la Salvezza, riceverla gratuitamente è troppo umiliante… …è una porta troppo stretta per il suo abbondante bagaglio di opere meritorie… ...eppure quella è l'unica via stabilita da Dio.

La sincerità e lo zelo portano a nulla senza l’esatta conoscenza della verità… …anzi, avere zelo senza conoscenza, ignorando la Giustizia di Dio e cercando di stabilirne una propria (per mezzo di buone opere meritorie), rende l'uomo ribelle (non sottomesso alla Giustizia di Dio in Cristo Gesù)!

Per questo Paolo, scrivendo ai filippesi dice:

Se qualcun altro pensa di aver motivo di confidarsi nella carne, io posso farlo molto di più; io, circonciso l'ottavo giorno, della razza d'Israele, della tribù di Beniamino, ebreo figlio d'Ebrei; quanto alla legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore della chiesa; quanto alla giustizia che è nella legge, irreprensibile.

Ma ciò che per me era un guadagno, l'ho considerato come un danno, a causa di Cristo.  

Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui non con una giustizia mia, derivante dalla legge, ma con quella che si ha mediante la fede in Cristo: la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede.

Tutto questo allo scopo di conoscere Cristo, la potenza della sua risurrezione, la comunione delle sue sofferenze, divenendo conforme a lui nella sua morte, per giungere in qualche modo alla risurrezione dei morti. (Filippesi 3:4-11)

 

…poiché Cristo è il termine della legge, per la giustificazione di tutti coloro che credono.

La venuta di Cristo segna la fine della economia legale, preparatoria.

Cristo porta quello che legge Mosaica non poteva mai dare, cioè vera e compiuta giustizia per chiunque crede:

…la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo. (Giovanni 1:17)

 

Gesù Cristo è altresì il fine stesso (lo scopo) della Legge, come di ogni altra cosa:

 

Egli è l'immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura; poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.

Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui.

Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; è lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato.

Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli.

(Colossesi 1:15-20)

 

Paolo ora passa a dare due definizioni:

 1)        - La giustizia che viene dalla Legge

 2)        - La giustizia che viene dalla Fede

 

 

1)        - La giustizia che viene dalla Legge

 …Infatti Mosè descrive così la giustizia che viene dalla legge: «L'uomo che farà quelle cose vivrà per esse».

La citazione è presa dal libro del Levitico:

Osserverete le mie leggi e le mie prescrizioni, per mezzo delle quali chiunque le metterà in pratica vivrà. Io sono il SIGNORE.

(Levitico 18:5)

 

In questo brano possiamo apprezzare come una condotta conforme in tutto alla legge  assicurerà la vita nel senso più esteso.

Dio non condanna chi pratica la giustizia. Ma chi è giusto a questo modo?

Giacomo a tale proposito scrive:

Chiunque infatti osserva tutta la legge, ma la trasgredisce in un punto solo, si rende colpevole su tutti i punti. (Giacomo 2:10)

 

Ma l'uomo che farà quelle cose vivrà per esse è adempiuto in Cristo Gesù… …il Giusto, dichiarato Giusto:

- Dagli uomini:

Pilato, vedendo che non otteneva nulla, ma che si sollevava un tumulto, prese dell'acqua e si lavò le mani in presenza della folla, dicendo: Io sono innocente del sangue di questo giusto; pensateci voi. (Matteo 27:24)

 

Il centurione, veduto ciò che era accaduto, glorificava Dio dicendo: Veramente, quest'uomo era giusto. (Luca 23:47)

 

- Da Dio che certifica altresì la Sua capacità di giustificare chiunque crede in Lui:

Dopo il tormento dell'anima sua vedrà la luce e sarà soddisfatto; per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, si caricherà egli stesso delle loro iniquità. (Isaia 53:11)

 

…tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio - ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza; e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù. (Romani 3:23-26)

 

Se i giudei avessero dovuto ottenere la giustizia compiendo i precetti della Legge, sarebbe stata una conquista umana e non sarebbe provenuta da Dio.

La prova di questa limitazione della Legge è dimostrata nella persona di Mosè… …l’uomo della Legge che non potè entrare nella Terra Promessa... …la vide dal monte ma morì fuori da essa.

Inoltre la Legge dava istruzioni circa il comportamento e circa gli aspetti formali… …e la giustificazione su tale base sarebbe stata una giustizia esteriore e formale.

 

2)        - La giustizia che viene dalla Fede

 …Invece la giustizia che viene dalla fede dice così: «Non dire in cuor tuo: "Chi salirà in cielo?" (questo è farne scendere Cristo), né: "Chi scenderà nell'abisso?" (questo è far risalire Cristo dai morti)».

Che cosa dice invece? «La parola è vicino a te, nella tua bocca e nel tuo cuore».

 

La giustizia che viene dalla fede, a differenza della giustizia derivante dalla Legge, è invece una giustizia che (oltre agli aspetti comportamentali e formali) concerne gli aspetti spirituali… …Gesù spiegò la Legge sotto questo aspetto nel Sermone sulla montagna (cfr Matteo 5-7), e la giustificazione che ne deriva è una giustificazione completa e secondo gli “standards divini”.

La legge stessa insegnava la necessità dell'espiazione dei peccati mediante il sacrificio sostitutivo che rendeva “giusto” l’offerente... …ombra della realtà del sacrificio espiatorio di Cristo:

venuto Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d'uomo, cioè, non di questa creazione, è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato una redenzione eterna.

Infatti, se il sangue di capri, di tori e la cenere di una giovenca sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano, in modo da procurare la purezza della carne, quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente! (Ebrei 9:11-14)

 

Paolo prende i versi dal libro del Deuteronomio ed estrae da passi diversi tutti facenti parte dell’esortazione profetica che Mosè pronunciò davanti al popolo in merito all’imminente ingresso nella Terra Promessa quale compimento dell’Opera di Dio:

Questo comandamento che oggi ti do, non è troppo difficile per te, né troppo lontano da te.

Non è nel cielo, perché tu dica: "Chi salirà per noi nel cielo e ce lo porterà e ce lo farà udire perché lo mettiamo in pratica?".

Non è di là dal mare, perché tu dica: "Chi passerà per noi di là dal mare e ce lo porterà e ce lo farà udire perché lo mettiamo in pratica?".

Invece, questa parola è molto vicina a te; è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica.

(Deuteronomio 30:11-14)

 

Dio, ben conoscendo il cuore dell’uomo, con “questo comandamento” non intendeva sicuramente l’obbedienza alla Legge… …sapeva bene che sarebbe stato impossibile per l’uomo, visto che Lui stesso dice: questo comandamento che oggi ti do, non è troppo difficile per te, né troppo lontano da te.

Evidentemente voleva già indicare, in prospettiva, l’identificazione dell’uomo nell’Opera di Cristo, il Quale è sceso dal cielo ed è risalito dall’abisso (a dall’altra parte del mare).

Paolo sta qui dichiarando che Cristo si è incarnato (cfr Giovanni 1:14) ed è risorto, per questa ragione non vi è più bisogno di aspettare un altro Messia… …ora il messaggio della giustificazione per fede non è troppo difficile per te, né troppo lontano da te.

Ciò che era impossibile all'uomo (cfr Luca 18:27), Cristo è sceso dal cielo a compierlo.

Nella risurrezione di Gesù Cristo, abbiamo il suggello di Dio posto sull'opera espiatoria.

Chi vuole “salvarsi da sé”, nega praticamente ogni valore all'opera del Signor Gesù.

E visto che la parola è vicino a te, nella tua bocca e nel tuo cuore… …con questi due “organi” possiamo attivarla personalmente…

 

***

 Questa è la parola della fede che noi annunciamo; perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati.

Difatti la Scrittura dice: «Chiunque crede in lui, non sarà deluso».

Poiché non c'è distinzione tra Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano.

Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato.

 

Questa è la parola della fede che noi annunciamo… e visto che la parola è vicino a te, nella tua bocca e nel tuo cuore… …con questi due “organi” possiamo attivarla personalmente… perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati.

 

Confessare Gesù come Signore significa riconoscere che:

 

- Dio si è incarnato in Gesù Cristo:

Chi salirà per noi nel cielo e ce lo porterà e ce lo farà udire perché lo mettiamo in pratica?

(Romani 10:6)

 

- che Gesù Cristo è Dio:

Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio

E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.

(tratto da Giovanni 1:1-14)

 

- che Gesù Cristo è alla destra del Padre:

Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi. (Romani 8:34)

 

…credere con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti

Il credere col cuore che Dio ha risuscitato Gesù implica, non solo un ammettere il fatto storico della risurrezione, ma altresì l'accettare, con il cuore, tutta l'opera di salvezza compiuta da Cristo, con tutto quello che ne consegue... …e che non può lasciare indifferente il credente!

 

…sarai salvato;

La fede espressa con la bocca e creduta con il cuore, salva l’uomo!

Possiamo ricordare cosa disse Filippo all’etiope eunuco che richiedeva il battesimo:

Strada facendo, giunsero a un luogo dove c'era dell'acqua.

E l'eunuco disse: «Ecco dell'acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato

[Filippo disse: «Se tu credi con tutto il cuore, è possibile».

L'eunuco rispose: «Io credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio».]

Fece fermare il carro, e discesero tutti e due nell'acqua, Filippo e l'eunuco; e Filippo lo battezzò (Atti 8:36-38)

 

…infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati.

Il credere con il cuore, sta a significare una adesione totale alla volontà di Dio, una arresa incondizionata a Lui e alla Sua volontà, un totale abbandono della propria giustizia per accettare la Sua… …così si ottiene la giustizia, quella Vera!

Il confessare Gesù Cristo quale Signore è la prova esteriore  di una sincerità della fede interiore… …è il dimostrare le realtà che non si vedono:

Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono. (Ebrei 11:1)

 

L’azione dell’antiCristo è invece quella non solo di negare la Signoria di Gesù Cristo, ma la Sua stessa venuta in carne.

Poiché molti seduttori sono usciti per il mondo, i quali non riconoscono pubblicamente che Gesù Cristo è venuto in carne.  Quello è il seduttore e l'anticristo. (2 Giovanni 7)

 

Anche ai tempi di Gesù Cristo uomo, ci furono persone che credettero ma non lo confessarono, ed il motivo per cui lo fecero deve essere di nostro esame personale, come anche le parole di Gesù devono essere un monito:

molti, anche tra i capi, credettero in lui; ma a causa dei farisei non lo confessavano, per non essere espulsi dalla sinagoga; perché preferirono la gloria degli uomini alla gloria di Dio.

Ma Gesù ad alta voce esclamò: «Chi crede in me, crede non in me, ma in colui che mi ha mandato; e chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto come luce nel mondo, affinché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se uno ode le mie parole e non le osserva, io non lo giudico; perché io non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo.

Chi mi respinge e non riceve le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che ho annunciata è quella che lo giudicherà nell'ultimo giorno.

Perché io non ho parlato di mio; ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha comandato lui quello che devo dire e di cui devo parlare; e so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre me le ha dette».

(Giovanni 12:42-50)

 

Il confessare Gesù Cristo quale Signore è inoltre un omaggio reso a Colui che ci ha redento ed un mezzo di condurre altri a salvezza o di confermarli in fede.

 

…Difatti la Scrittura dice: «Chiunque crede in lui, non sarà deluso».

Poiché non c'è distinzione tra Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano.

Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato.

 

Con questa espressione Paolo dichiara l’universalità dell’Opera di Gesù Cristo e la sua certezza di risultato… …chiunque crede in lui, non sarà deluso.

 

…chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato.

Il dono della giustificazione e della salvezza è per  chiunque avrà invocato il nome del Signore.

E’ un dono universale… …nel senso più ampio del termine, poiché non c'è distinzione tra Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano.

Paolo ricorda quindi a tutti l’imparzialità di Dio per quanto riguarda la salvezza, come per il peccato (cfr Romani 3:22), tutti gli uomini che peccano saranno condannati… …così tutti coloro che credono e invocano il Nome del Signore saranno salvati.

L'invocare è l'atto della fede in chi, sentendosi perduto, si rivolge a Cristo riconoscendolo Salvatore e Signore.

L'espressione è del profeta Gioele, circa l’invocazione di Dio negli ultimi tempi:

Dopo questo, avverrà che io spargerò il mio Spirito su ogni persona: i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi faranno dei sogni, i vostri giovani avranno delle visioni.

Anche sui servi e sulle serve, spargerò in quei giorni il mio Spirito.

Farò prodigi nei cieli e sulla terra: sangue, fuoco, e colonne di fumo.

Il sole sarà cambiato in tenebre, e la luna in sangue, prima che venga il grande e terribile giorno del SIGNORE.

Chiunque invocherà il nome del SIGNORE sarà salvato; poiché sul monte Sion e a  Gerusalemme vi sarà salvezza, come ha detto il SIGNORE, così pure fra i superstiti che il SIGNORE chiamerà. (Gioele 2:28-32)

 

Gioele parla della invocazione di Dio negli ultimi giorni e Paolo applica questo alla invocazione e del nome del Messia che è Colui che ce lo ha fatto conoscere e ci ha rivelato la Sua Volontà:

Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere. (Giovanni 1:18)

 

Gesù ad alta voce esclamò: «Chi crede in me, crede non in me, ma in colui che mi ha mandato; e chi vede me, vede colui che mi ha mandato. (Giovanni 12:44-45)

 

***

 SEZIONE B Romani 10:14-21

 

In armonia col suo carattere gratuito ed universale, l'Evangelo deve e ed è stato annunciato per tutto il mondo; pertanto se Israele non ha creduto, non è solo perché ha ignorato il Vangelo, ma perchè non l'ha voluto accettare

 

Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto?

E come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare?

E come potranno sentirne parlare, se non c'è chi lo annunci?

E come annunceranno se non sono mandati?

Com'è scritto: «Quanto sono belli i piedi di quelli che annunciano buone notizie

 

Come abbiamo visto, chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato.

Se quindi l'invocare il nome del Signor Gesù è la condizione universale della salvezza, ne segue la necessità di un ministero destinato a portare questo annuncio di salvezza in Cristo fino alle estremità della terra.

Gesù Cristo diede proprio questo grande mandato prima della Sua ascensione:

Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra.

Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate.

Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente  (Matteo 28:18-20)

 

Ed a questo punto Paolo fa una digressione di azioni che compiono questo mandato…

 …come invocheranno colui nel quale non hanno creduto?

 L'invocazione del nome di Cristo, se sincera, presuppone la fede in Lui quale Salvatore misericordioso e potente, proprio come il ladrone sulla croce:

Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno (Luca 23:42)

 

Ma questa fede in Cristo suppone, a sua volta, che si è sentito parlar di Lui… …come si può avere fiducia in una persona quando non si sa chi è, nè che cosa ha fatto?

 

…come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare?

 Per questo il Vangelo che portiamo al prossimo deve essere tutto incentrato sulla persona di Gesù Cristo e sulla Sua opera di salvezza… …facciamo questo?

O magari presentiamo una dottrina… …una chiesa… …una denominazione… …un’ambiente… …uno stile di vita culturalmente più dignitoso…

La necessità di sentire parlare di Gesù, implica quella dell'araldo o predicatore che lo faccia conoscere…

 

…come potranno sentirne parlare, se non c'è chi lo annunci?

 

Il Signore, nel Suo disegno ha scelto di comunicare con l’uomo per mezzo della Sua Parola, a noi manifestata con Gesù Cristo (la Parola fatta carne), e la parola che gli apostoli da Lui scelti ed inviati hanno creduto e proclamato da Lui scelti ed inviati a questo scopo (i libri del Nuovo Testamento).

Questo pensiero Gesù lo ha espresso chiaramente nella preghiera:

Io ho dato loro la tua parola; e il mondo li ha odiati, perché non sono del mondo, come io non sono del mondo.

Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno.

Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.

Santificali nella verità: la tua parola è verità.

Come tu hai mandato me nel mondo, anch'io ho mandato loro nel mondo.

Per loro io santifico me stesso, affinché anch'essi siano santificati nella verità.

Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. (Giovanni 17:14-21)

 

E Dio non ha scelto grandi effetti speciali o grandi uomini per portare avanti questo messaggio, ha scelto uomini semplici ed un mezzo semplice:

Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione.

I Giudei infatti chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza, ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia; ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio; poiché la pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini.

(1 Corinzi 1:21-25)

 

…come annunceranno se non sono mandati?

 Paolo ha quasi designato l'apostolato che fu il primo e fondamentale ministerio istituito dal Signor Gesù per condurre le nazioni alla fede.

Per opera degli evangelisti o missionari (cfr Efesini 4:11), l'opera apostolica deve proseguire fino a che l'Evangelo sia predicato fino all'estremità della terra.

 

…Com'è scritto: «Quanto sono belli i piedi di quelli che annunciano buone notizie!

 Paolo esprime la grandezza e la bellezza del ministero evangelico con le parole del profeta che si riferiscono al lieto annuncio portato a Sion:

Quanto sono belli, sui monti, i piedi del messaggero di buone notizie, che annuncia la pace, che è araldo di notizie liete, che annuncia la salvezza, che dice a Sion: «Il tuo Dio regna!»

Ascolta le tue sentinelle! Esse alzano la voce, prorompono tutte assieme in grida di gioia; esse infatti vedono  con i propri occhi il SIGNORE che ritorna a Sion.

Prorompete assieme in grida di gioia, rovine di Gerusalemme!

Poiché il SIGNORE consola il suo popolo, salva Gerusalemme.

Il SIGNORE ha rivelato il suo braccio santo agli occhi di tutte le nazioni; tutte le estremità della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.

Partite, partite, uscite di là! Non toccate nulla d'impuro! Uscite di mezzo a lei!

Purificatevi, voi che portate i vasi del SIGNORE

Voi infatti non partirete in fretta, non ve ne andrete come chi fugge; poiché il SIGNORE camminerà davanti a voi, il Dio d'Israele sarà la vostra retroguardia.   (Isaia 52:7-12)

 

Questo passo dimostra che Dio si serve di messaggeri per annunciare la salvezza.

E siccome la liberazione di Gerusalemme è il tipo della redenzione dell'umanità, i messaggeri che il profeta contempla con un fremito di gioia, sono come il tipo di quell'esercito di evangelisti che portano dovunque la Buona Novella della salvezza.

Quella missione che Paolo stesso ed i suoi compagni compiono, nonostante l'opposizione dei Giudei, voluta da Dio e necessaria.

 

***

 Ma non tutti hanno ubbidito alla buona notizia; Isaia infatti dice: «Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione

 Per quanto il messaggio portato dagli apostoli fosse tale da farli accogliere dovunque come angeli di Dio,  non tutti hanno ubbidito alla buona notizia, e questa è la ragione per cui sono esclusi dalla salvezza.

Paolo, in questo contesto ha in mente particolarmente l'accoglienza fatta al Vangelo dai Giudei, la cui incredulità era annunciata da Isaia nel passo messianico, dove il profeta si chiede: Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione?

 

***

 Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo.

 A conclusione di questa ampia digressione Paolo quindi certifica la realtà della diffusione della fede.

La fede non viene dal vedere miracoli:

Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita (Luca 16:31)

 

La fede viene da ciò che si ascolta… …facciamo dunque molta attenzione a ciò che ascoltiamo… … ciò che si ascolta (che crea la fede) viene dalla parola di Cristo (e non da altro)!

 

***

 Ma io dico: forse non hanno udito?

Anzi, la loro voce è andata per tutta la terra e le loro parole fino agli estremi confini del mondo.

Allora dico: forse Israele non ha compreso?

 

Paolo, quasi a cercare altre “giustificazioni” alla incredulità dei giudei prova a farsi delle ulteriori domande:

 

…forse non hanno udito?

Non è possibile… … la loro voce è andata per tutta la terra e le loro parole fino agli estremi confini del mondo.

La risposta alla domanda Paolo la trova nella Scrittura… …non la cerca nel suo discernimento… …e cita il Salmo 19, che magnifica il Creatore:

I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l'opera delle sue mani.

Un giorno rivolge parole all'altro, una notte comunica conoscenza all'altra.

Non hanno favella, né parole; la loro voce non s'ode, ma il loro suono si diffonde per tutta la terra, i loro accenti giungono fino all'estremità del mondo.

Là, Dio ha posto una tenda per il sole, ed esso è simile a uno sposo ch'esce dalla sua camera nuziale; gioisce come un prode lieto di percorrere la sua via.

Egli esce da una estremità dei cieli, e il suo giro arriva fino all'altra estremità; nulla sfugge al suo calore.

La legge del SIGNORE è perfetta, essa ristora l'anima; la testimonianza del SIGNORE è veritiera, rende saggio il semplice.

I precetti del SIGNORE sono giusti, rallegrano il cuore; il comandamento del SIGNORE è limpido, illumina gli occhi.

Il timore del SIGNORE è puro, sussiste per sempre; i giudizi del SIGNORE sono verità, tutti quanti sono giusti, sono più desiderabili dell'oro, anzi, più di molto oro finissimo; sono più dolci del miele, anzi, di quello che stilla dai favi.

Anche il tuo servo è da essi ammaestrato; v'è gran ricompensa a osservarli.

Chi conosce i suoi errori? Purificami da quelli che mi sono occulti.

Trattieni inoltre il tuo servo dai peccati volontari, e fa' che non prendano il sopravvento su di me; allora sarò integro e puro da grandi trasgressioni.

Siano gradite le parole della mia bocca e la meditazione del mio cuore in tua presenza,
o SIGNORE, mia Rocca e mio redentore! 
(Salmo 19)

 

Davide dice questo della voce maestosa della creazione che parla all'uomo delle perfezioni di Dio su tutta la faccia della terra… …il creato ci parla della perfezione di Dio!

Paolo prende le poetiche espressioni del Salmo per applicarle alla rivelazione cristiana portata dagli evangelisti per tutto il mondo.

 

…forse Israele non ha compreso?

 Se è impossibile che non hanno udito, Paolo pone allora una seconda domanda… … forse Israele non ha compreso?

È mai possibile che Israele, il popolo della rivelazione, non l'abbia compreso?

Gesù, piangendo su Gerusalemme disse:

Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto(Luca 13:34)

 

***

 Mosè per primo dice: «Io vi renderò gelosi di una nazione che non è nazione; provocherò il vostro sdegno con una nazione senza intelligenza».

Isaia poi osa affermare: «Sono stato trovato da quelli che non mi cercavano; mi sono manifestato a quelli che non chiedevano di me».

Ma riguardo a Israele afferma: «Tutto il giorno ho teso le mani verso un popolo disubbidiente e contestatore».

 

La disubbidienza e impenitente contestazione del popolo di Israele era stata profetizzata fin dai tempi antici…

…per bocca di Mosè:

Hai abbandonato la Rocca che ti diede la vita, e hai dimenticato il Dio che ti mise al mondo.

Il SIGNORE lo ha visto, e ha rinnegato i suoi figli e le sue figlie che l'avevano irritato;  e ha detto: "Io nasconderò loro il mio volto e starò a vedere quale sarà la loro fine; poiché sono una razza perversa, sono figli infedeli. Essi mi hanno fatto ingelosire con ciò che non è Dio, mi hanno irritato con i loro idoli vani; e io li renderò gelosi con gente che non è un popolo, li irriterò con una nazione stolta.

(Deuteronomio 32:18-21)

 

…per bocca di Isaia:

Io sono stato ricercato da quelli che prima non chiedevano di me, sono stato trovato da quelli che prima non mi cercavano; ho detto: "Eccomi, eccomi" a una nazione che non portava il mio nome.

Ho steso tutto il giorno le mani verso un popolo ribelle, che cammina per una via non buona, seguendo i propri pensieri; verso un popolo che sempre mi provoca sfacciatamente, che offre sacrifici nei giardini e fa fumare profumi sui mattoni; che sta fra le tombe e passa le notti nelle caverne, che mangia carne di maiale
e ha nei suoi vasi cibi impuri; che dice: "Fatti in là, non ti avvicinare perché io sono più santo di te".

Cose simili sono per me come un fumo nel naso, un fuoco che arde da mattina a sera.

Ecco, tutto ciò sta scritto davanti a me; io non tacerò, anzi vi darò la retribuzione, sì, vi verserò in grembo la retribuzione delle iniquità vostre, dice il SIGNORE, e al tempo stesso delle iniquità dei vostri padri, che hanno fatto fumare profumi sui monti
e mi hanno insultato sui colli; io misurerò loro in grembo il salario della loro condotta passata

(Isaia 65:1-7)

 

Questi passi profetici annunciano dunque positivamente un tempo in cui Israele, il depositario delle rivelazione divine, che avrebbe dovuto essere guida dei ciechi, decadrà in modo tale da essere inferiore ai popoli pagani per discernimento spirituale e per conoscenza di Dio; in modo di diventare geloso fino allo sdegno della superiorità di coloro che prima gli erano di tanto inferiori.

Gesù lo predisse anch’Egli:

Gesù disse: Io sono venuto in questo mondo per fare un giudizio, affinché quelli che non vedono vedano, e quelli che vedono diventino ciechi.

Alcuni farisei, che erano con lui, udirono queste cose e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?» Gesù rispose loro: Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: "Noi vediamo", il vostro peccato rimane(Giovanni 9:39-41)

 

E ne verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno, e staranno a tavola nel regno di Dio.

Ecco, vi sono degli ultimi che saranno primi e dei primi che saranno ultimi.  (Luca 13:29-30)

 

Quell'epoca di ottenebramento spirituale Paolo la vede, con dolore, delinearsi, sempre più nettamente… …sono tenebre di incredulità e non hanno scusa.

 

***

 CONCLUSIONE

 

Paolo tratta in questo brano la situazione in cui si trova il popolo di Israele incredulo e di riflesso la situazione di ogni uomo che ostinatamente rifiuta la Persona e l’Opera di Gesù Cristo.

Innanzi tutto spiega come il raggiungere la giustizia attraverso le opere della Legge sia impossibile e questo è dimostrato dalla storia stessa del popolo di Israele nei secoli passati, nonostante uno zelo quale quello farisaico… …quello che conta è la conoscenza di Cristo, per la quale Paolo dichiara di avere rinunciato a tutto per raggiungerla.

Dobbiamo quindi considerare che per conoscere realmente Cristo dobbiamo rinunciare a noi stessi... ...completamente, d'altronde Gesù stesso l’ha più volte dichiarato:

Così dunque ognuno di voi, che non rinuncia a tutto quello che ha, non può essere mio discepolo.  (Luca 14:33)

 

Quindi non sarà la sincerità… …non sarà lo zelo… …non sarà il nostro impegno o il nostro vigore per ottenere la Giustizia che ci porterà ad ottenerne i frutti… …sarà solo l’accettare il sacrificio di Cristo… …con il cuore (credendo) e con la bocca (confessando), giungendo così alla conoscenza di Cristo… …questa è la Giustizia che viene dalla fede possibile all’uomo (in quanto è un comandamento vicino… …nella bocca e nel cuore)!

L’incredulo quindi (e nello specifico il popolo di Israele reietto) non ha nessuna scusante in quanto il Vangelo è stato predicato ed è stato da loro rifiutato perché non l’hanno voluto ascoltare, chiudendo così le porte alla fede, perché la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo.

E’ la nostra posizione davanti alla Persona ed all’Opera di Gesù Cristo che determina il nostro destino… …niente altro!

 

  

Gianni Marinuzzi