La giustizia di dio nella sua scelta sovrana :
L'applicazione della scelta sovrana
LETTERA AI ROMANI 9:30 a 10:21
Che diremo dunque?
Diremo che degli
stranieri, i quali non ricercavano la giustizia, hanno conseguito la
giustizia, però la giustizia che deriva dalla fede; mentre Israele, che
ricercava una legge di giustizia, non ha raggiunto questa legge.
Perché? Perché l'ha
ricercata non per fede ma per opere.
Essi hanno urtato
nella pietra d'inciampo, come è scritto: «Ecco, io metto in Sion un sasso d'inciampo e una pietra di scandalo;
ma chi crede in lui non sarà deluso».
Fratelli, il
desiderio del mio cuore e la mia preghiera a Dio per loro è che siano
salvati.
Io rendo loro
testimonianza infatti che hanno zelo per Dio, ma zelo senza conoscenza.
Perché, ignorando
la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono
sottomessi alla giustizia di Dio; poiché Cristo è il termine della legge,
per la giustificazione di tutti coloro che credono.
Infatti Mosè
descrive così la giustizia che viene dalla legge: «L'uomo che farà quelle cose vivrà per esse».
Invece la giustizia
che viene dalla fede dice così: «Non
dire in cuor tuo: "Chi salirà in cielo?" (questo è farne
scendere Cristo), né: "Chi
scenderà nell'abisso?" (questo è far risalire Cristo dai
morti)».
Che cosa dice
invece? «La parola è
vicino a te, nella tua bocca e nel tuo cuore».
Questa è la parola
della fede che noi annunciamo; perché, se con la bocca avrai confessato Gesù
come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai
morti, sarai salvato; infatti con il cuore si crede per ottenere la
giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati.
Difatti la
Scrittura dice: «Chiunque
crede in lui, non sarà deluso».
Poiché non c'è
distinzione tra Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore di tutti,
ricco verso tutti quelli che lo invocano.
Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato.
Ora, come
invocheranno colui nel quale non hanno creduto?
E come crederanno
in colui del quale non hanno sentito parlare?
E come potranno
sentirne parlare, se non c'è chi lo annunci?
E come annunceranno
se non sono mandati?
Com'è scritto: «Quanto
sono belli i piedi di quelli che annunciano buone notizie!»
Ma non tutti hanno
ubbidito alla buona notizia; Isaia infatti dice: «Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione?»
Così la fede viene
da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo.
Ma io dico: forse
non hanno udito?
Allora dico: forse
Israele non ha compreso?
Mosè per primo
dice: «Io vi renderò
gelosi di una nazione che non è nazione; provocherò il vostro sdegno con una
nazione senza intelligenza».
Isaia poi osa
affermare: «Sono stato
trovato da quelli che non mi cercavano; mi sono manifestato a quelli che non
chiedevano di me».
Ma riguardo a
Israele afferma: «Tutto il
giorno ho teso le mani verso un popolo disubbidiente e contestatore».
***
La trattazione comprende tre paragrafi.
***
La ragione è invece
nella cieca ed inescusabile
incredulità dei Giudei di fronte al Vangelo di Cristo.
Il motivo per cui
Israele terreno resta escluso dalla salvezza celeste è il suo rifiuto di
accettare la giustizia procurata da Dio in Cristo per chiunque crede e da
lui fatta proclamare nel mondo
(Romani 9:30-10:21)
Possiamo dividere questa esposizione di Paolo in due
sezioni:
SEZIONE A
-
Romani 9:30-10:13
Israele non è salvato,
perchè, nel suo zelo reale, ma cieco, egli si ostina a cercare la
giustificazione per le opere della legge invece di accettare la giustizia
che si trova solo in Cristo Gesù per chiunque crede in Lui.
Che diremo dunque?
Diremo che degli
stranieri, i quali non ricercavano la giustizia, hanno conseguito la
giustizia, però la giustizia che deriva dalla fede; mentre Israele, che
ricercava una legge di giustizia, non ha raggiunto questa legge.
Perché? Perché l'ha
ricercata non per fede ma per opere.
Paolo, come osservando
una situazione che va delineandosi davanti a lui, fa delle considerazioni
sui fatti e constata che Dio non è ingiusto, nè manchi alle Sue promesse… ma
il risultato sembra essere che i pagani hanno ottenuto quello che non
cercavano; mentre Israele non ha ottenuto quello che cercava.
Gli stranieri
non ricercavano la giustizia,
cioè non si preoccupavano di essere trovati giusti davanti a Dio… …la loro
idolatria, il loro politeismo, l'assenza di Legge rivelata, contribuivano ad
affievolire la nozione del. peccato quale trasgressione della volontà di Dio
e meritevole di condanna… nonostante ciò essi
hanno conseguito la giustizia,
in quanto si sono trovati disposti a ricevere la giustizia procurata da Dio
in Cristo,
la giustizia che deriva dalla fede, senza ogni merito
derivante dalle opere della Legge.
…mentre Israele, che
ricercava una legge di giustizia, non ha raggiunto questa legge.
Perché? Perché l'ha
ricercata non per fede ma per opere.
Israele invece, che si
sforzava di osservare scrupolosamente la legge mosaica prescrivente la
giustizia, non è arrivato che ad una osservanza esterna ed insufficiente
agli occhi di Dio (cfr.
Romani 2-3), in questo suo sforzo, il giudeo, che
ricercava una legge di giustizia,
non ha raggiunto questa legge, non è arrivato, nella pratica, a
conseguire quello stato… strano… il motivo di tale “insuccesso” è che
l'ha ricercata non per fede ma
per opere... ovvero ha sbagliato strada… ha percorso una strada
impraticabile all'uomo peccatore… hanno voluto
cogliere olive dal fico o fichi
dalla vite o ancora
attingere acqua dolce da una sorgente amara (cfr Giacomo
3:12).
***
Essi hanno urtato nella
pietra d'inciampo, come è scritto: «Ecco, io metto in Sion un sasso d'inciampo e una pietra di scandalo; ma
chi crede in lui non sarà deluso».
Questa immagine profetica è tratta dal libro di Isaia
ed è rivolto a coloro che
dominavano sulla città di Gerusalemme
come giudizio del
popolo infedele e ribelle:
Così infatti mi ha parlato il SIGNORE, quando la sua mano mi ha afferrato,
ed egli m'ha avvertito di non
camminare per la via di questo popolo, e mi ha detto: «Non chiamate
congiura tutto ciò che questo popolo chiama congiura; non temete ciò che
esso teme, e non vi spaventate.
Santificate il SIGNORE degli eserciti! Sia lui quello per cui provate
timore e paura!
Egli sarà un santuario,
ma anche una pietra d'intoppo, un sasso d'inciampo per le due case
d'Israele, un laccio e una rete per gli abitanti di Gerusalemme.
Molti di loro
inciamperanno, cadranno, saranno infranti, rimarranno nel laccio e saranno
presi.
Chiudi questa testimonianza, sigilla questa legge tra i miei discepoli».
(Isaia 8:11-16)
La stessa immagine è
adoperata nel Salmo 118:
Certo, il SIGNORE mi ha castigato, ma non mi ha dato in balìa della morte.
Apritemi le porte della giustizia; io vi entrerò, e celebrerò il SIGNORE.
Questa è la porta del SIGNORE; i giusti entreranno per essa.
Ti celebrerò perché mi hai risposto e sei stato la mia salvezza.
La pietra che i
costruttori avevano disprezzata è divenuta la pietra angolare.
Questa è opera del SIGNORE, è cosa meravigliosa agli occhi nostri.
Questo è il giorno che il SIGNORE ci ha preparato; festeggiamo e
rallegriamoci in esso.
O SIGNORE, dacci la salvezza! O SIGNORE, facci prosperare!
Benedetto colui che viene nel nome del SIGNORE.
Noi vi benediciamo dalla casa del SIGNORE.
Il SIGNORE è Dio e risplende su di noi; legate la vittima della solennità e
portatela ai corni dell'altare.
Tu sei il mio Dio, io ti celebrerò; tu sei il mio Dio, io ti esalterò.
Celebrate il SIGNORE, poiché è buono, perché la sua bontà dura in eterno
(Salmo 118:18-29)
Gesù Cristo l'ha
applicata alla propria persona nella conclusione della parabola dei cattivi
vignaiuoli davanti ai dottori della Legge Suoi oppositori:
Udite un'altra parabola:
C'era un padrone di casa, il quale piantò una vigna, le fece attorno una
siepe, vi scavò una buca per pigiare l'uva e vi costruì una torre; poi
l'affittò a dei vignaiuoli e se ne andò in viaggio.
Quando fu vicina la stagione dei frutti, mandò i suoi servi dai vignaiuoli
per ricevere i frutti della vigna. Ma i vignaiuoli presero i servi e ne
picchiarono uno, ne uccisero un altro e un altro lo lapidarono.
Da capo mandò degli altri servi, in numero maggiore dei primi; ma quelli li
trattarono allo stesso modo.
Finalmente, mandò loro suo figlio, dicendo: "Avranno rispetto per mio
figlio".
Ma i vignaiuoli, veduto il figlio, dissero tra di loro: "Costui è l'erede;
venite, uccidiamolo, e facciamo nostra la sua eredità".
Lo presero, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero.
Quando verrà il padrone della vigna, che farà a quei vignaiuoli?»
Essi gli risposero: «Li farà perire malamente, quei malvagi, e affiderà la
vigna ad altri vignaiuoli i quali gliene renderanno il frutto a suo tempo».
Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: "La
pietra che i costruttori hanno rifiutata è diventata pietra angolare; ciò è
stato fatto dal Signore, ed è cosa meravigliosa agli occhi nostri"?
Chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; ed essa stritolerà colui sul
quale cadrà».
I capi dei sacerdoti e i farisei, udite le sue parabole, capirono che
parlava di loro; e cercavano di prenderlo, ma ebbero paura della folla, che
lo riteneva un profeta.
(Matteo 21:33-46)
Paolo quindi trova
piena coerenza nel citare questo verso profetico proprio nel rappresentare
come l’Israele ribelle non ha raggiunto “i frutti”, mentre il regno
sarà dato a gente che ne faccia i
frutti.
Per le anime
assetate di giustizia vera (non
di quella che si ottiene per le opere), Gesù Cristo è il fondamento della
loro pace con Dio; ma per coloro che
si credevano giusti, Gesù è
una pietra d'intoppo, un sasso
d'inciampo.
L’effetto che la
persona di Gesù Cristo ha sulle persone è questo, la Sua umile apparenza, la
spiritualità del Suo regno, la Sua morte in croce sono come
una pietra d'intoppo, un sasso
d'inciampo per coloro che gli si avvicinano con i loro pregiudizi
ed il loro orgoglio:
I Giudei infatti chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza, ma
noi predichiamo Cristo crocifisso,
che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia;
ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo
Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio; poiché la pazzia di Dio è più
saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini.
(1 Corinzi 1:22-25)
E lo stesso effetto lo
fanno coloro che annunciano la Sua
Parola con fedeltà:
Noi siamo infatti davanti a Dio il profumo di Cristo fra quelli che sono
sulla via della salvezza e fra quelli che sono sulla via della perdizione;
per questi, un odore di morte, che
conduce a morte; per quelli, un odore di vita, che conduce a vita.
E chi è sufficiente a queste cose?
Noi non siamo infatti
come quei molti che falsificano la parola di Dio; ma parliamo mossi da
sincerità, da parte di Dio, in presenza di Dio, in Cristo.
(2 Corinzi 2:15-17)
***
Io rendo loro
testimonianza infatti che hanno zelo per Dio, ma zelo senza conoscenza.
Perché, ignorando la
giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi
alla giustizia di Dio; poiché Cristo è il termine della legge, per la
giustificazione di tutti coloro che credono.
Infatti Mosè descrive
così la giustizia che viene dalla legge: «L'uomo che farà quelle cose vivrà per esse».
Invece la giustizia che
viene dalla fede dice così: «Non
dire in cuor tuo: "Chi salirà in cielo?" (questo è farne scendere
Cristo), né: "Chi scenderà
nell'abisso?" (questo è far risalire Cristo dai morti)».
Che cosa dice invece? «La
parola è vicino a te, nella tua bocca e nel tuo cuore».
Paolo ha
un desiderio nel suo cuore,
ma lo porta in preghiera a Dio, una preghiera conforme alla volontà di Dio,
come scriverà a Timoteo:
Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche,
preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e
per tutti quelli che sono costituiti in autorità, affinché possiamo condurre
una vita tranquilla e quieta in tutta pietà e dignità.
Questo è buono e gradito davanti a Dio, nostro Salvatore,
il quale vuole che tutti gli uomini
siano salvati e vengano alla conoscenza della verità.
Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini,
Cristo Gesù uomo, che ha dato se
stesso come prezzo di riscatto per tutti; questa è la testimonianza resa
a suo tempo, e della quale io fui costituito predicatore e apostolo (io dico
il vero, non mento), per istruire gli stranieri nella fede e nella verità.
(1 Timoteo 2:1-7)
Questo egli brama…
questo prega… sebbene sia considerato
nemico del suo popolo.
Il suo desiderio è
alimentato non solo dai legami che lo uniscono ad Israele, non solo dalla
considerazione dei privilegi che esso ha ricevuti (cfr.
Romani 9:1-5), ma anche
dallo zelo (seppur senza
conoscenza) che essi dimostrano per
il mantenimento del culto del vero Dio.
Di questo, Paolo avendo
vissuto in mezzo a loro, ne può rendere ampia testimonianza.
Ma, spiega anche che
non basta lo “zelo religioso”.
Se questo non è
illuminato dalla esatta conoscenza della verità può condurre ai più tristi
risultati, come predisse Gesù stesso ai Suoi:
Vi espelleranno dalle
sinagoghe; anzi,
l'ora viene che chiunque vi ucciderà,
crederà di rendere un culto a Dio.
Faranno questo perché
non hanno conosciuto né il Padre né me.
(Giovanni 16:2-3)
E Pietro evidenzia
nella sua predicazione a Gerusalemme questa “ignoranza”, ma al
quale fa seguire subito un appello
al ravvedimento ed alla conversione:
Ora, fratelli, io so che lo faceste
per ignoranza, come pure i vostri capi.
Ma ciò che Dio aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, cioè, che
il suo Cristo avrebbe sofferto, egli lo ha adempiuto in questa maniera.
Ravvedetevi dunque e
convertitevi, perché i vostri peccati siano cancellati.
(Atti 3:17-19)
A che serve di correre
se si corre sulla strada sbagliata?
Lo zelo religioso è
lodevole, come è lodevole la sincerità.
Ma le parole del
profeta Osea sono lapidarie:
Il mio popolo perisce
per mancanza di conoscenza.
Poiché tu hai rifiutato
la conoscenza, anch'io rifiuterò di averti come mio sacerdote; poiché tu hai
dimenticato la legge del tuo Dio, anch'io dimenticherò i tuoi figli.
(Osea 4:6)
…Perché, ignorando la
giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi
alla giustizia di Dio…
Se poi davanti
all’annuncio del Vangelo, non vi è
ravvedimento e conversione…
…non si parla più di
ignoranza ma di
ribellione!
Per un religioso, che
conta sulle opere della Legge per ricevere la Salvezza, riceverla
gratuitamente è troppo umiliante…
…è
una porta troppo stretta per il suo abbondante bagaglio di opere
meritorie… ...eppure quella è l'unica
via stabilita da Dio.
La sincerità e lo zelo portano a nulla senza l’esatta conoscenza della
verità… …anzi,
avere zelo senza conoscenza,
ignorando la Giustizia di Dio e
cercando di stabilirne una propria (per mezzo di buone opere
meritorie), rende l'uomo ribelle
(non sottomesso alla Giustizia di Dio in Cristo Gesù)!
Per questo Paolo,
scrivendo ai filippesi dice:
Se qualcun altro pensa di aver motivo di confidarsi nella carne, io posso
farlo molto di più; io, circonciso
l'ottavo giorno, della razza d'Israele, della tribù di Beniamino, ebreo
figlio d'Ebrei; quanto alla legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore
della chiesa; quanto alla giustizia che è nella legge, irreprensibile.
Ma ciò che per me era un guadagno,
l'ho considerato come un danno, a causa di Cristo.
Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte
all'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale
ho rinunciato a tutto; io considero
queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo
e di essere trovato in lui non con
una giustizia mia, derivante dalla legge, ma con quella che si ha mediante
la fede in Cristo: la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede.
Tutto questo allo scopo
di conoscere Cristo, la potenza della sua
risurrezione, la comunione delle sue sofferenze, divenendo conforme a lui
nella sua morte, per giungere in qualche modo alla risurrezione dei morti.
(Filippesi 3:4-11)
…poiché Cristo è il
termine della legge, per la giustificazione di tutti coloro che credono.
La venuta di Cristo segna la fine della economia legale,
preparatoria.
Cristo porta quello che
legge Mosaica non poteva mai dare, cioè vera e compiuta giustizia per
chiunque crede:
…la legge è stata data
per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù
Cristo.
(Giovanni 1:17)
Gesù Cristo è altresì
il fine stesso (lo
scopo)
della Legge, come di
ogni altra cosa:
Egli è l'immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura;
poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla
terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potestà;
tutte le cose sono state create per
mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di ogni cosa e tutte le
cose sussistono in lui.
Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; è lui il principio, il
primogenito dai morti, affinché in
ogni cosa abbia il primato.
Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di
riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace
mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto le cose
che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli.
(Colossesi 1:15-20)
Paolo ora passa a dare
due definizioni:
1)
- La giustizia che viene dalla Legge
La citazione è presa
dal libro del Levitico:
Osserverete le mie leggi e le mie
prescrizioni, per mezzo delle quali chiunque le metterà in pratica vivrà.
Io sono il SIGNORE.
(Levitico 18:5)
In questo brano
possiamo apprezzare come una condotta conforme in tutto alla legge
assicurerà la vita nel senso più
esteso.
Dio non condanna chi
pratica la giustizia. Ma chi è giusto a questo modo?
Giacomo a tale
proposito scrive:
Chiunque infatti osserva tutta la legge, ma
la trasgredisce in un punto solo, si rende colpevole su tutti i punti.
(Giacomo 2:10)
Ma
l'uomo che farà quelle cose vivrà per
esse è adempiuto in Cristo
Gesù… …il Giusto, dichiarato Giusto:
- Dagli uomini:
Pilato, vedendo che non otteneva nulla, ma che si sollevava un tumulto, prese
dell'acqua e si lavò le mani in presenza della folla,
dicendo: Io sono innocente del
sangue di questo giusto;
pensateci voi.
(Matteo 27:24)
Il centurione, veduto ciò che era accaduto, glorificava Dio dicendo:
Veramente, quest'uomo era giusto.
(Luca 23:47)
- Da Dio che certifica
altresì la Sua capacità di
giustificare chiunque crede in Lui:
Dopo il tormento dell'anima sua vedrà la luce e sarà soddisfatto; per la
sua conoscenza, il mio servo, il
giusto, renderà giusti i molti, si caricherà egli stesso delle loro
iniquità.
(Isaia 53:11)
…tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio - ma
sono giustificati gratuitamente per
la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. Dio lo ha
prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue,
per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati
commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza; e per dimostrare la
sua giustizia nel tempo presente
affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù.
(Romani 3:23-26)
Se i giudei avessero
dovuto ottenere la giustizia compiendo i precetti della Legge, sarebbe stata
una conquista umana e non sarebbe provenuta da Dio.
La prova di questa limitazione della Legge è dimostrata nella persona di
Mosè… …l’uomo della Legge che non potè entrare nella Terra Promessa... …la
vide dal monte ma morì fuori da essa.
Inoltre
la Legge dava istruzioni circa il
comportamento e circa gli aspetti formali… …e
la giustificazione su tale base sarebbe stata una giustizia esteriore e
formale.
2)
- La giustizia che viene dalla Fede
Che cosa dice invece? «La
parola è vicino a te, nella tua bocca e nel tuo cuore».
La giustizia che viene dalla fede, a differenza della giustizia derivante
dalla Legge, è invece una giustizia che (oltre agli aspetti comportamentali
e formali) concerne gli aspetti
spirituali… …Gesù spiegò la Legge sotto questo aspetto nel Sermone sulla
montagna (cfr Matteo 5-7), e la
giustificazione che ne deriva è una giustificazione completa e secondo gli “standards
divini”.
La legge stessa
insegnava la necessità dell'espiazione dei peccati mediante il
sacrificio sostitutivo che
rendeva “giusto” l’offerente...
…ombra della realtà del sacrificio
espiatorio di Cristo:
…venuto
Cristo, sommo
sacerdote dei beni futuri, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più
perfetto, non fatto da mano d'uomo, cioè, non di questa creazione, è entrato
una volta per sempre nel luogo santissimo,
non con sangue di capri e di vitelli,
ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato una redenzione eterna.
Infatti, se il sangue
di capri, di tori e la cenere di una giovenca sparsa su quelli che sono
contaminati, li santificano, in modo da procurare la purezza della carne,
quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì se
stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere
morte per servire il Dio vivente!
(Ebrei 9:11-14)
Paolo prende i versi dal libro del Deuteronomio ed estrae da passi diversi
tutti facenti parte dell’esortazione profetica che Mosè pronunciò davanti al
popolo in merito all’imminente ingresso nella Terra Promessa quale
compimento dell’Opera di Dio:
Questo comandamento che
oggi ti do, non è troppo difficile per te, né troppo lontano da te.
Non è nel cielo, perché tu dica: "Chi salirà per noi nel cielo e ce lo porterà e ce lo farà udire perché
lo mettiamo in pratica?".
Non è di là dal mare, perché tu dica: "Chi passerà per noi di là dal mare e ce lo porterà e ce lo farà udire
perché lo mettiamo in pratica?".
(Deuteronomio 30:11-14)
Dio, ben conoscendo il cuore dell’uomo, con “questo comandamento” non
intendeva sicuramente l’obbedienza alla Legge… …sapeva bene che sarebbe
stato impossibile per l’uomo, visto che Lui stesso dice:
questo comandamento che oggi ti do, non è troppo difficile per te, né
troppo lontano da te.
Evidentemente voleva già indicare, in prospettiva, l’identificazione
dell’uomo nell’Opera di Cristo, il Quale
è sceso dal cielo ed è
risalito dall’abisso (a
dall’altra parte del mare).
Paolo sta qui dichiarando che Cristo si è incarnato (cfr Giovanni 1:14) ed
è risorto, per questa ragione non vi è più bisogno di aspettare un altro
Messia… …ora il messaggio della giustificazione per fede
non è troppo difficile
per te, né troppo lontano da te.
Ciò che era impossibile all'uomo (cfr
Luca 18:27),
Cristo è sceso dal cielo a compierlo.
Nella risurrezione di
Gesù Cristo, abbiamo il suggello di Dio posto sull'opera espiatoria.
Chi vuole “salvarsi da
sé”, nega praticamente ogni valore all'opera del Signor Gesù.
E visto che
la parola è vicino a te, nella tua
bocca e nel tuo cuore… …con
questi due “organi” possiamo
attivarla personalmente…
***
Difatti la Scrittura
dice: «Chiunque crede in lui, non
sarà deluso».
Poiché non c'è
distinzione tra Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore di tutti,
ricco verso tutti quelli che lo invocano.
Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato.
Questa è la parola
della fede che noi annunciamo… e visto che la parola è vicino a
te, nella tua bocca e nel tuo cuore… …con
questi due “organi” possiamo
attivarla personalmente…
perché, se con la bocca
avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che
Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti con il cuore si
crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere
salvati.
Confessare Gesù come
Signore
significa riconoscere che:
- Dio si è incarnato in Gesù Cristo:
Chi salirà per noi nel
cielo e ce lo porterà e ce lo farà udire perché lo mettiamo in pratica?
(Romani 10:6)
- che Gesù Cristo è Dio:
Nel principio era la
Parola, la Parola era con
Dio, e la Parola era Dio…
…E la Parola
è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di
verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito
dal Padre.
(tratto da Giovanni 1:1-14)
- che Gesù Cristo è alla destra del Padre:
Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato,
è alla destra di Dio e anche intercede per noi.
(Romani 8:34)
…credere con il cuore
che Dio lo ha risuscitato dai morti
Il credere col cuore
che Dio ha risuscitato Gesù implica, non solo un ammettere il fatto storico della risurrezione, ma
altresì l'accettare,
con il cuore, tutta
l'opera di salvezza compiuta da Cristo, con tutto quello che ne consegue...
…e che non può lasciare indifferente
il credente!
…sarai salvato;
La fede espressa con la bocca e creduta
con il cuore, salva
l’uomo!
Possiamo ricordare cosa disse Filippo all’etiope
eunuco che richiedeva il battesimo:
Strada facendo, giunsero a un luogo dove c'era dell'acqua.
E l'eunuco disse: «Ecco dell'acqua;
che cosa impedisce che io sia battezzato?»
[Filippo disse: «Se tu credi con
tutto il cuore, è possibile».
L'eunuco rispose: «Io
credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio».]
…infatti con il cuore
si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per
essere salvati.
Il
credere con il cuore,
sta a significare una adesione totale alla volontà di Dio, una arresa
incondizionata a Lui e alla Sua volontà, un totale abbandono della propria
giustizia per accettare la Sua… …così si
ottiene la giustizia,
quella Vera!
Il
confessare Gesù Cristo quale
Signore è la prova esteriore di
una sincerità della fede interiore… …è
il dimostrare le realtà che non si
vedono:
Or la fede è certezza di cose che si sperano,
dimostrazione di realtà che non si vedono.
(Ebrei 11:1)
L’azione
dell’antiCristo è invece
quella non solo di negare la Signoria di Gesù Cristo, ma la Sua stessa
venuta in carne.
Anche ai tempi di Gesù
Cristo uomo, ci furono persone che credettero ma non lo confessarono, ed il
motivo per cui lo fecero deve essere di nostro esame personale, come anche
le parole di Gesù devono essere un monito:
…molti,
anche tra i capi, credettero in lui; ma a causa dei farisei non lo
confessavano, per non essere espulsi dalla sinagoga; perché preferirono la
gloria degli uomini alla gloria di Dio.
Ma Gesù ad alta voce esclamò: «Chi crede in me, crede non in me, ma in
colui che mi ha mandato; e chi vede me, vede colui che mi ha mandato.
Io sono venuto come luce nel mondo,
affinché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se uno ode le mie
parole e non le osserva, io non lo giudico; perché io non sono venuto a
giudicare il mondo, ma a salvare il mondo.
Chi mi respinge e non
riceve le mie parole, ha chi lo giudica;
la parola che ho annunciata è quella
che lo giudicherà nell'ultimo giorno.
Perché io non ho parlato di mio; ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha
comandato lui quello che devo dire e di cui devo parlare; e so che il suo
comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il
Padre me le ha dette».
(Giovanni 12:42-50)
Il
confessare Gesù Cristo quale
Signore è inoltre un omaggio reso a Colui che ci ha redento ed un
mezzo di condurre altri a salvezza o di confermarli in fede.
…Difatti la Scrittura
dice: «Chiunque crede in lui, non
sarà deluso».
Poiché non c'è
distinzione tra Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore di tutti,
ricco verso tutti quelli che lo invocano.
Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato.
Con questa espressione
Paolo dichiara l’universalità
dell’Opera di Gesù Cristo e la sua certezza di risultato… …chiunque crede in lui, non sarà deluso.
…chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato.
Il dono della
giustificazione e della salvezza è per
chiunque avrà invocato il nome
del Signore.
E’ un dono universale…
…nel senso più ampio del termine,
poiché non c'è distinzione tra
Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore di tutti, ricco verso tutti
quelli che lo invocano.
Paolo ricorda quindi a
tutti l’imparzialità di Dio per quanto riguarda la salvezza, come per il
peccato (cfr Romani 3:22), tutti gli
uomini che peccano saranno condannati… …così
tutti coloro che credono e
invocano il Nome del Signore saranno salvati.
L'invocare è l'atto della fede in chi, sentendosi perduto, si rivolge
a Cristo riconoscendolo Salvatore e Signore.
L'espressione è del
profeta Gioele, circa l’invocazione
di Dio negli ultimi tempi:
Dopo questo, avverrà che io spargerò
il mio Spirito su ogni persona: i vostri figli e le vostre figlie
profetizzeranno, i vostri vecchi faranno dei sogni, i vostri giovani avranno
delle visioni.
Anche sui servi e sulle
serve, spargerò in quei giorni il mio Spirito.
Farò prodigi nei cieli e sulla terra: sangue, fuoco, e colonne di fumo.
Il sole sarà cambiato in tenebre, e la luna in sangue, prima che venga il
grande e terribile giorno del SIGNORE.
Chiunque invocherà il
nome del SIGNORE sarà salvato; poiché sul monte Sion
e a Gerusalemme vi sarà
salvezza, come ha detto il SIGNORE,
così pure fra i superstiti che il SIGNORE chiamerà.
(Gioele 2:28-32)
Gioele parla della
invocazione di Dio negli ultimi giorni e Paolo applica questo alla
invocazione e del nome del Messia che è Colui che ce lo ha fatto conoscere e
ci ha rivelato la Sua Volontà:
Nessuno ha mai visto
Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto
conoscere.
(Giovanni 1:18)
Gesù ad alta voce esclamò: «Chi
crede in me, crede non in me, ma
in colui che mi ha mandato; e chi vede me, vede colui che mi ha mandato.
(Giovanni 12:44-45)
***
In armonia col suo
carattere gratuito ed universale, l'Evangelo deve e ed è stato annunciato
per tutto il mondo; pertanto se Israele non ha creduto, non è solo perché ha
ignorato il Vangelo, ma perchè non l'ha voluto accettare
Ora, come invocheranno
colui nel quale non hanno creduto?
E come crederanno in
colui del quale non hanno sentito parlare?
E come potranno
sentirne parlare, se non c'è chi lo annunci?
E come annunceranno se
non sono mandati?
Com'è scritto: «Quanto
sono belli i piedi di quelli che annunciano buone notizie!»
Come abbiamo visto,
chiunque avrà invocato il nome del
Signore sarà salvato.
Se quindi
l'invocare il nome del Signor Gesù
è la condizione universale della
salvezza, ne segue la necessità di un ministero destinato a portare
questo annuncio di salvezza in Cristo fino alle estremità della terra.
Gesù Cristo diede
proprio questo grande mandato prima della Sua ascensione:
Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra.
Andate dunque e fate
miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e
dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi
ho comandate.
Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente
(Matteo 28:18-20)
Ed a questo punto Paolo
fa una digressione di azioni che compiono questo mandato…
Gesù, ricòrdati di me
quando entrerai nel tuo regno!
(Luca 23:42)
Ma questa fede in
Cristo suppone, a sua volta, che si è sentito parlar di Lui… …come si può
avere fiducia in una persona quando
non si sa chi è, nè che cosa ha fatto?
…come crederanno in
colui del quale non hanno sentito parlare?
O magari presentiamo una dottrina… …una chiesa… …una denominazione… …un’ambiente…
…uno stile di vita culturalmente più dignitoso…
La necessità di
sentire parlare di Gesù,
implica quella dell'araldo o predicatore che lo faccia conoscere…
…come potranno sentirne
parlare, se non c'è chi lo annunci?
Il Signore, nel Suo
disegno ha scelto di comunicare con l’uomo
per mezzo della Sua Parola,
a noi manifestata con Gesù Cristo (la Parola fatta carne), e
la parola che gli apostoli da Lui scelti ed inviati hanno creduto e
proclamato da Lui scelti ed inviati a questo scopo (i libri del Nuovo
Testamento).
Questo pensiero Gesù lo
ha espresso chiaramente nella preghiera:
Io ho dato loro la tua
parola; e il mondo li ha
odiati, perché non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno.
Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Santificali nella
verità: la tua parola è verità.
Come tu hai mandato me
nel mondo, anch'io ho mandato loro nel mondo.
Per loro io santifico me stesso, affinché anch'essi siano santificati nella
verità.
Non prego soltanto per questi, ma anche
per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: che siano
tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in
noi: affinché il mondo creda che tu
mi hai mandato.
(Giovanni 17:14-21)
E Dio non ha scelto
grandi effetti speciali o grandi uomini per portare avanti questo messaggio,
ha scelto uomini semplici ed un mezzo semplice:
Poiché il mondo non ha conosciuto
Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di
salvare i credenti con la pazzia della predicazione.
I Giudei infatti
chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza, ma noi predichiamo Cristo
crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia; ma per
quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo,
potenza di Dio e sapienza di Dio; poiché la pazzia di Dio è più saggia degli
uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini.
(1 Corinzi 1:21-25)
…come annunceranno se
non sono mandati?
Per opera degli
evangelisti o missionari (cfr
Efesini 4:11), l'opera apostolica deve proseguire fino a che
l'Evangelo sia predicato
fino all'estremità della terra.
…Com'è scritto: «Quanto
sono belli i piedi di quelli che annunciano buone notizie!
Quanto sono belli, sui monti, i piedi del messaggero di buone notizie, che
annuncia la pace, che è araldo di notizie liete, che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Il tuo Dio regna!»
Ascolta le tue sentinelle! Esse alzano la voce, prorompono tutte assieme in
grida di gioia; esse infatti vedono con
i propri occhi il SIGNORE che ritorna a Sion.
Prorompete assieme in grida di gioia, rovine di Gerusalemme!
Il SIGNORE ha rivelato
il suo braccio santo agli occhi di tutte le nazioni; tutte le estremità
della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.
Partite, partite,
uscite di là! Non toccate nulla d'impuro! Uscite di mezzo a lei!
Purificatevi, voi che
portate i vasi del SIGNORE!
Voi infatti non partirete in fretta, non ve ne andrete come chi fugge;
poiché il SIGNORE camminerà davanti a voi, il Dio d'Israele sarà la vostra
retroguardia. (Isaia 52:7-12)
Questo passo dimostra
che Dio si serve di messaggeri per annunciare la salvezza.
E siccome la
liberazione di Gerusalemme è il tipo della redenzione dell'umanità, i
messaggeri che il profeta contempla con un fremito di gioia, sono come il
tipo di quell'esercito di evangelisti che portano dovunque la Buona Novella
della salvezza.
Quella missione che
Paolo stesso ed i suoi compagni compiono, nonostante l'opposizione dei
Giudei, voluta da Dio e necessaria.
***
Paolo, in questo
contesto ha in mente particolarmente l'accoglienza fatta al Vangelo dai
Giudei, la cui incredulità era annunciata da Isaia nel passo messianico,
dove il profeta si chiede: Signore,
chi ha creduto alla nostra predicazione?
***
La fede non viene dal
vedere miracoli:
Se non ascoltano Mosè e
i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita.
(Luca 16:31)
La fede viene da ciò
che si ascolta… …facciamo dunque molta attenzione a ciò che ascoltiamo… …
ciò che si ascolta (che crea la fede)
viene dalla parola di Cristo (e non da altro)!
***
Allora dico: forse
Israele non ha compreso?
Paolo, quasi a cercare altre “giustificazioni” alla
incredulità dei giudei prova a farsi delle ulteriori domande:
…forse non hanno udito?
Non è possibile… …
la loro voce è andata per tutta la terra e le loro parole fino agli estremi
confini del mondo.
La risposta alla
domanda Paolo la trova nella Scrittura… …non la cerca nel suo discernimento…
…e cita il Salmo 19, che magnifica il
Creatore:
I cieli raccontano la
gloria di Dio e il firmamento annuncia l'opera delle sue mani.
Un giorno rivolge
parole all'altro, una notte comunica conoscenza all'altra.
Non hanno favella, né
parole; la loro voce non s'ode, ma il loro suono si diffonde per tutta la
terra, i loro accenti giungono fino all'estremità del mondo.
Là, Dio ha posto una tenda per il sole, ed esso è simile a uno sposo
ch'esce dalla sua camera nuziale; gioisce come un prode lieto di percorrere
la sua via.
Egli esce da una estremità dei cieli, e il suo giro arriva fino all'altra
estremità; nulla sfugge al suo calore.
La legge del SIGNORE è
perfetta, essa ristora l'anima; la testimonianza del SIGNORE è veritiera,
rende saggio il semplice.
I precetti del SIGNORE
sono giusti, rallegrano il cuore; il comandamento del SIGNORE è limpido,
illumina gli occhi.
Il timore del SIGNORE è
puro, sussiste per sempre; i giudizi del SIGNORE sono verità, tutti quanti
sono giusti, sono più desiderabili dell'oro, anzi, più di molto oro
finissimo; sono più dolci del miele, anzi, di quello che stilla dai favi.
Anche il tuo servo è da
essi ammaestrato; v'è gran ricompensa a osservarli.
Chi conosce i suoi errori? Purificami da quelli che mi sono occulti.
Trattieni inoltre il tuo servo dai peccati volontari, e fa' che non
prendano il sopravvento su di me; allora sarò integro e puro da grandi
trasgressioni.
Siano gradite le parole della mia bocca e la meditazione del mio cuore in
tua presenza,
o SIGNORE, mia Rocca e mio redentore!
(Salmo 19)
Davide dice questo
della voce maestosa della creazione che parla all'uomo delle perfezioni di
Dio su tutta la faccia della terra… …il creato ci parla della perfezione di
Dio!
Paolo prende le
poetiche espressioni del Salmo per applicarle alla rivelazione cristiana
portata dagli evangelisti per tutto il mondo.
…forse Israele non ha
compreso?
È mai possibile che
Israele, il popolo della rivelazione, non l'abbia compreso?
Gesù, piangendo su
Gerusalemme disse:
***
Isaia poi osa
affermare: «Sono stato trovato da
quelli che non mi cercavano; mi sono manifestato a quelli che non chiedevano
di me».
Ma riguardo a Israele
afferma: «Tutto il giorno ho teso
le mani verso un popolo disubbidiente e contestatore».
La disubbidienza e impenitente contestazione del popolo di Israele era
stata profetizzata fin dai tempi antici…
…per bocca di Mosè:
Hai abbandonato la
Rocca che ti diede la vita, e hai dimenticato il Dio che ti mise al mondo.
Il SIGNORE lo ha visto,
e ha rinnegato i suoi figli e le sue figlie che l'avevano irritato; e ha detto: "Io
nasconderò loro il mio volto e starò a vedere quale sarà la loro fine;
poiché sono una razza perversa, sono figli infedeli. Essi mi hanno fatto
ingelosire con ciò che non è Dio, mi hanno irritato con i loro idoli vani; e
io li renderò gelosi con gente che
non è un popolo, li irriterò con una nazione stolta.
(Deuteronomio 32:18-21)
…per bocca di Isaia:
Io sono stato ricercato
da quelli che prima non chiedevano di me, sono stato trovato da quelli che
prima non mi cercavano; ho detto:
"Eccomi, eccomi" a una nazione che non portava il mio nome.
Ho steso tutto il
giorno le mani verso un popolo ribelle, che cammina per una via non buona,
seguendo i propri pensieri; verso un popolo che sempre mi provoca
sfacciatamente, che offre sacrifici nei giardini e fa fumare profumi sui
mattoni; che sta fra le tombe e passa le notti nelle caverne, che mangia
carne di maiale
e ha nei suoi vasi cibi impuri; che dice: "Fatti in là, non ti avvicinare
perché io sono più santo di te".
Cose simili sono per me
come un fumo nel naso, un fuoco che arde da mattina a sera.
(Isaia 65:1-7)
Questi passi profetici
annunciano dunque positivamente un tempo in cui Israele, il depositario
delle rivelazione divine, che avrebbe dovuto essere
guida dei ciechi,
decadrà in modo tale da essere inferiore ai popoli pagani per discernimento
spirituale e per conoscenza di Dio; in modo di diventare geloso fino allo
sdegno della superiorità di coloro che prima gli erano di tanto inferiori.
Gesù lo predisse
anch’Egli:
Gesù disse: Io sono venuto in questo
mondo per fare un giudizio, affinché quelli che non vedono vedano, e quelli
che vedono diventino ciechi.
E ne verranno da
oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno, e staranno a
tavola nel regno di Dio.
Ecco, vi sono degli
ultimi che saranno primi e dei primi che saranno ultimi.
(Luca 13:29-30)
Quell'epoca di
ottenebramento spirituale Paolo la vede, con dolore, delinearsi, sempre più
nettamente… …sono tenebre di incredulità e non hanno scusa.
***
Paolo tratta in questo
brano la situazione in cui si trova il popolo di Israele incredulo e di
riflesso la situazione di ogni uomo che ostinatamente rifiuta la Persona e
l’Opera di Gesù Cristo.
Innanzi tutto spiega
come
il raggiungere la giustizia
attraverso le opere della Legge sia impossibile e questo è
dimostrato dalla storia stessa del popolo di Israele nei secoli passati,
nonostante
uno zelo quale quello farisaico… …quello che conta è la
conoscenza di Cristo, per la quale Paolo dichiara di avere
rinunciato a tutto per raggiungerla.
Dobbiamo quindi
considerare che per conoscere realmente Cristo dobbiamo
rinunciare a noi stessi... ...completamente,
d'altronde Gesù stesso l’ha più volte dichiarato:
Così dunque ognuno di
voi, che non rinuncia a tutto quello che ha, non può essere mio discepolo.
(Luca 14:33)
Quindi non sarà la sincerità… …non sarà lo zelo… …non sarà il nostro
impegno o il nostro vigore per ottenere la Giustizia che ci porterà ad
ottenerne i frutti… …sarà solo
l’accettare il sacrificio di Cristo…
…con
il cuore (credendo) e
con la bocca
(confessando), giungendo così
alla conoscenza di Cristo… …questa è
la Giustizia che viene dalla fede possibile all’uomo (in quanto è
un comandamento vicino…
…nella
bocca e nel cuore)!
L’incredulo quindi (e nello specifico il popolo di Israele reietto)
non ha nessuna scusante in quanto
il Vangelo è stato predicato
ed è stato da loro rifiutato perché
non l’hanno voluto ascoltare, chiudendo così le porte alla fede, perché
la fede viene da ciò che si
ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo.
E’ la nostra posizione davanti alla Persona ed all’Opera di Gesù Cristo che
determina il nostro destino… …niente altro!