La giustizia di Dio nella SANTIFICAZIONE:

 

La certezza della santificazione

 

LETTERA di Paolo ai ROMANI 8:28-39

 

     

Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno.

Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati.

Che diremo dunque riguardo a queste cose?

Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?

Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?

Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica.

Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi.

Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?

Com'è scritto: «Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello».

Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati.

Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.

 

***

Questa parte, concernente la dottrina della santificazione del credente, segue logicamente il discorso sullo scopo e sul fine della santificazione stessa.

Parlare dello scopo della santificazione non ha senso se non si crede fermamente che questo scopo sia certo.

L’Opera di Dio è completa e si completa in Lui, Colui che inizia l’Opera con la rigenerazione e la giustificazione, porterà a compimento nella glorificazione per mezzo della santificazione.

Lo scopo del discorso di Paolo è infondere una solida certezza nei fratelli del compimento dell’Opera del Signore in loro, proprio come scriverà anche ai fratelli di Filippi:

E ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un'opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù. (Filippesi 1:6)

 

Nulla e nessuno può fermare quella nuova creazione che è già stata, per la Parola di Dio, compiuta in loro… si tratta solo di aspettarne la manifestazione.

 

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 Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno.

Parlando della gioiosa esperienza della giustificazione e degli effetti benefici che essa produce, sia nelle situazioni ai nostri occhi favorevoli che in quelle avverse (afflizioni):

Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio; non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l'esperienza speranza.

Or la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato.(Romani 5:1-5)

 

E’ importante quindi che sappiamo (abbiamo certezza in merito) questo, le situazioni che il Signore permette che attraversiamo, anche le più funeste agli occhi nostri, hanno un preciso fine:

perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui(Efesini 1:4)

 

Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, per santificarla dopo averla purificata lavandola con l'acqua della parola, per farla comparire davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile… (Efesini 5:25-27)

 

Dio vi ha riconciliati nel corpo della carne di lui, per mezzo della sua morte, per farvi comparire davanti a sé santi, senza difetto e irreprensibili(Colossesi 1:22)

 

A colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire irreprensibili e con gioia davanti alla sua gloria… (Giuda 24)

 

E le prove della fede servono proprio a questo, come dice Giacomo:

Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza.

E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti. (Giacomo 1:2-4)

 

Coerentemente ora dichiara come, solo ora (non prima di essere stato rigenerato in Cristo), sappiamo come dato certo e riconosciuto dalla mente rinnovata, che tutte le cose (quelle apparentemente favorevoli e quelle apparentemente avverse) cooperano al bene (eterno, vero, non terreno, temporaneo e vano) di quelli che amano Dio, non di un amore loro ma dell’Amore che Cristo ha messo in loro e possono amare Dio in quanto, identificati in Cristo, adempiono così per natura il grande e il primo comandamento:

…uno di loro, dottore della legge, gli domandò, per metterlo alla prova: «Maestro, qual è, nella legge, il gran comandamento?»

Gesù gli disse: “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". Questo è il grande e il primo comandamento. (Matteo 22:35-38)

 

E se lo scopo della Legge era fare conoscere il peccato, ovvero la totale incapacità dell’uomo di amare Dio, ora in Cristo, nella nuova natura simile a Lui, abbiamo ricevuto l’Amore di Dio nei nostri cuori, per questo Gesù diceva a Nicodemo:

Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito. Non ti meravigliare se ti ho detto: "Bisogna che nasciate di nuovo". (Giovanni 3:5-7)

 

E in questa nuova nascita di Spirito, riceviamo l’adozione, diventiamo figli di Dio e come Figli amiamo nostro Padre, così si realizza quanto insegnato da Giovanni:

In questo è l’Amore, non che noi abbiamo amato Dio, ma che Egli ha amato noi e ha mandato il Suo Unigenito Figlio per essere il sacrificio espiatorio per i nostri peccati. (1 Giovanni 4:10)

 

E la venuta di Cristo, per chi l’ha ricevuto è L’opera rigeneratrice che ci rende naturalmente capaci di amare Dio in quanto Suoi figli:

a tutti quelli che l’hanno ricevuto, Egli ha dato il diritto di diventare Figli di Dio, a quelli cioè che credono nel Suo nome, i quali non sono nati da sangue e carne ma sono nati da Dio. (Giovanni 1:12-13)

 

… i quali sono chiamati secondo il suo disegno.

Questi “chiamati” non sono una selezione particolare che Dio ha voluto salvare a scapito di altri, sono coloro che hanno ricevuta ed accettata la vocazione celeste secondo il disegno di Dio (il Suo programma), e vi si trovano perché questo entra nel piano eterno di Dio, stabilito prima della fondazione del mondo:

In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia, che egli ha riversata abbondantemente su di noi dandoci ogni sorta di sapienza e d'intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno benevolo che aveva prestabilito dentro di sé, per realizzarlo quando i tempi fossero compiuti.

Esso consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra. (Efesini 1:7-10)

 

Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità, ma che è stata ora manifestata con l'apparizione del Salvatore nostro Cristo Gesù, il quale ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l'immortalità mediante il vangelo(1 Timoteo 1:9-10)

 

Come vediamo lo scopo ultimo della santificazione dei credenti è la distruzione della morte affinché regni la Vita, questo lo vediamo proprio al termine della rivelazione di Gesù Cristo: Poiché bisogna ch'egli regni finché abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte. (1 Corinzi 15:25-26)

 

Poi vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra.

La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro.

E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono.

I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere.

Il mare restituì i morti che erano in esso; la morte e l'Ades restituirono i loro morti; ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere.

Poi la morte e l'Ades furono gettati nello stagno di fuoco.

Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco.

E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco. (Apocalisse 20:11-15)

 

E nel disegno prestabilito da Dio è stato stabilito che:

In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà, per essere a lode della sua gloria; noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo.

In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria. (Efesini 1:11-14)

 

Paolo fu l’araldo di questo disegno di Dio:

Senza dubbio avete udito parlare della dispensazione della grazia di Dio affidatami per voi; come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero, di cui più sopra vi ho scritto in poche parole; leggendole, potrete capire la conoscenza che io ho del mistero di Cristo.

Nelle altre epoche non fu concesso ai figli degli uomini di conoscere questo mistero, così come ora, per mezzo dello Spirito, è stato rivelato ai santi apostoli e profeti di lui; vale a dire che gli stranieri sono eredi con noi, membra con noi di un medesimo corpo e con noi partecipi della promessa fatta in Cristo Gesù mediante il vangelo, di cui io sono diventato servitore secondo il dono della grazia di Dio a me concessa in virtù della sua potenza.

A me, dico, che sono il minimo fra tutti i santi, è stata data questa grazia di annunciare agli stranieri le insondabili ricchezze di Cristo e di manifestare a tutti quale sia il piano seguito da Dio riguardo al mistero che è stato fin dalle più remote età nascosto in Dio, il Creatore di tutte le cose; affinché i principati e le potenze nei luoghi celesti conoscano oggi, per mezzo della chiesa, la infinitamente varia sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che egli ha attuato mediante il nostro Signore, Cristo Gesù; nel quale abbiamo la libertà di accostarci a Dio, con piena fiducia, mediante la fede in lui. (Efesini 3:2-12)

 

E questo disegno si compie nel cuore del credente per Opera di Dio:

…adoperatevi al compimento della vostra salvezza con timore e tremore; infatti è Dio che produce in voi il volere e l'agire, secondo il suo disegno benevolo. (Filippesi 2:12-13)

 

Che effetto produce alla luce di questa Verità l’espressione di Giobbe, un uomo che voleva presentarsi davanti a Dio con la propria giustizia!

Io riconosco che tu puoi tutto e che nulla può impedirti di eseguire un tuo disegno. Chi è colui che senza intelligenza offusca il tuo disegno? Sì, ne ho parlato; ma non lo capivo; sono cose per me troppo meravigliose e io non le conosco.

Ti prego, ascoltami, e io parlerò; ti farò delle domande e tu insegnami!

Il mio orecchio aveva sentito parlare di te ma ora l'occhio mio ti ha visto.

Perciò mi ravvedo, mi pento sulla polvere e sulla cenere. (Giobbe 42:2-6)

 

I chiamati da Dio, secondo un disegno eterno, saranno condotti, proprio come delle pecore dal loro Buon Pastore, alla meta gloriosa cui Egli stesso li ha destinati… …che consiste nella conformità con Cristo:

Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo.

Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è. (1 Giovanni 3:2)

 

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Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati.

 

Dio conosce tutto… la Sua conoscenza va oltre ogni possibilità di comprensione umana… riconosciamo i nostri limiti ed accettiamo la Sua Onniscienza!

Ma Paolo non vuole qui trattare un argomento che lui stesso sa di essere ancora oscuro… conosciamo in parte… egli vuole invece rafforzare la nostra fede circa la certezza del compimento di quanto Dio ha promesso e garantito… chi crede in Cristo è predestinato a essere conforme alla Sua immagine, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli;

 

- primogenito in quanto egli è il primo, per ordine di tempo:

Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati; ma ciascuno al suo turno: Cristo, la primizia; poi quelli che sono di Cristo, alla sua venuta… (1 Corinzi 15:22-23)

 Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo è dal cielo.

Qual è il terrestre, tali sono anche i terrestri; e quale è il celeste, tali saranno anche i celesti. E come abbiamo portato l'immagine del terrestre, così porteremo anche l'immagine del celeste. (1 Corinzi 15:47-49)

 

- primogenito in quanto capo della Chiesa:

Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; è lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato. (Colossesi 1:18)

 

Egli è il nuovo Adamo in cui si è realizzato l’uomo tipo perfetto, coloro che credono in Lui devono riprodurre nella santità e nella gloria.

Come il Figlio è l'immagine del Padre (cfr 2 Corinzi 4:4; Colossesi 1:15), così il cristiano deve riflettere l'immagine del suo Signore mediante una graduale assimilazione di mente e di carattere che farà capo ad una finale assimilazione della Sua Gloria:

E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione del Signore, che è lo Spirito. (2 Corinzi 3:18)

 

Coloro che, secondo il disegno di Dio sono chiamati (molti), credendo in Lui sono giustificati, eletti (pochi) ed in virtù della loro unione con Cristo, fatti partecipi di una vita nuova, sono glorificati in Dio che fa sparire ogni traccia, della passata condanna o servitù e li rende conformi al Cristo glorioso.

Da notare che Paolo usa il tempo verbale compiuto… perché questa è già la realtà… siamo noi che non la vediamo ancora… perché quando Dio parla… è cosa fatta!

Quello che fa parte del disegno di Dio, si può considerare come compiuto, perché ne è certa la realizzazione!

Paolo contempla le cose dal punto di vista della compiuta Opera del piano di Dio, abbracciando così, in un solo sguardo, l'insieme degli eventi che si vanno svolgendo attraverso i secoli.

 

Essere conformi a Cristo! Questa è la meta gloriosa cui Dio conduce i suoi… e quale meta!

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Che diremo dunque riguardo a queste cose?

Se il nostro cammino di santificazione è voluto e predestinato da Dio, garantito dall’Opera del Figlio, suggellato dallo Spirito Santo il quale è pegno… garanzia di Dio che diremo dunque riguardo a queste cose?

In Cristo i credenti:

- sono stati giustificati;

- sono stati adottati quali figli di Dio

 Con l’obiettivo di giungere ad uno stato di santità e di gloria simile a quello in cui è entrato Cristo… contemplando, nel suo insieme grandioso l'Opera dell'Amore di Dio, Paolo proclama un inno di trionfo che chiude degnamente l’argomento della santificazione.

 

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Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?

Il cristiano, sa che satana ed i suoi demoni con tutto il suo principato (il mondo carnale) sono contro di lui, come dice Pietro:

Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare. (1 Pietro 5:8)

 

Ma se Dio è per noi… quale creatura sarà tanto potente da mettere in dubbio la nostra salvezza nella santificazione?

Il Signore si rivelò a Giobbe in questo modo:

Il SIGNORE allora rispose a Giobbe dalla tempesta, e disse: «Cingiti i fianchi come un prode; ti farò delle domande e tu insegnami!

Vuoi proprio annullare il mio giudizio? Condannare me per giustificare te stesso?

Hai un braccio pari a quello di Dio, o una voce che tuoni come la sua?

Suvvia, adòrnati di maestà, di grandezza, rivèstiti di splendore, di magnificenza!

Da' libero sfogo ai furori della tua ira; scruta tutti i superbi e abbassali!

Scruta tutti i superbi e umiliali! Schiaccia gli empi dovunque stanno!

Seppelliscili tutti assieme nella polvere, copri di bende la loro faccia nel buio della tomba!

Allora, anch'io ti loderò, perché la tua destra ti avrà dato la vittoria. (Giobbe 40:6-14)

 

Davide, salmeggiando sulla fedeltà di Dio nel Patto esclama:

Poiché chi, nei cieli, è paragonabile al SIGNORE?

Chi è simile al SIGNORE tra i figli di Dio?

Dio è terribile nell'assemblea dei santi, e tremendo fra quanti lo circondano.

SIGNORE, Dio degli eserciti, chi è potente come te, o SIGNORE?

La tua fedeltà si manifesta attorno a te.

Tu domi l'orgoglio del mare; quando le sue onde s'innalzano, tu le plachi.

Hai stroncato l'Egitto, ferendolo a morte; con braccio potente hai disperso i tuoi nemici.

I cieli sono tuoi, tua pure è la terra; tu hai fondato il mondo e tutto ciò che è in esso. Hai stabilito il settentrione e il mezzogiorno; il Tabor e l'Ermon mandano grida di gioia al tuo nome.

Tu hai un braccio potente; la tua mano è forte, alta è la tua destra.

Giustizia e diritto sono la base del tuo trono, bontà e verità vanno davanti a te.

Beato il popolo che conosce il grido di gioia; esso cammina, o SIGNORE, alla luce del tuo volto; esulta tutto il giorno nel tuo nome e gioisce della tua giustizia.

Perché tu sei il vanto della loro forza e con il tuo favore accresci la nostra potenza.

Poiché il nostro scudo appartiene al SIGNORE, e il nostro re al Santo d'Israele. (Salmo 89:6-18)

 

Isaia anch’egli dice:

Il Signore, DIO, mi verrà in aiuto; chi è colui che mi condannerà? (Isaia 50:9)

 Giobbe riconobbe:

Io riconosco che tu puoi tutto e che nulla può impedirti di eseguire un tuo disegno. (Giobbe 42:2)

 Gesù, parlando delle Sue pecore dice:

Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti; e nessuno può rapirle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo uno. (Giovanni 10:29-30)

 Riconosciamo dunque l’onnipotenza del nostro Dio!

 

E se quindi Dio è per noi… nessuno potrà impedire di portare a termine il Suo disegno per noi! E che Dio sia per noi ne possiamo essere certi in quanto Egli ha dato per noi quel che aveva di più prezioso: il proprio Figlio.

Quel dono supremo è la prova che Egli è per noi e non vorrà negarci quelle grazie “minori” che sono necessarie per condurre a compimento l'Opera per cui Cristo è morto…

 

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Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?

 

Dopo aver dato “il più” (Il Suo Unigenito), non negherà “il meno”:

Infatti, mentre noi eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi.

Difficilmente uno morirebbe per un giusto; ma forse per una persona buona qualcuno avrebbe il coraggio di morire; Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di lui salvati dall'ira.

Se infatti, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo, tanto più ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. (Romani 5:6-10)

 

Se Gesù non fosse “Il Figlio di Dio” le parole di Paolo non avrebbero senso, perché non ci sarebbe alcun sacrificio per parte di Dio, ma solo per parte dell'uomo Gesù.

Ma col dire: il proprio Figlio, l'Apostolo accentua la natura divina del Figlio e la sua stretta “parentela” con il Padre e, contestualmente  segna la giusta distanza che corre tra l'Unigenito e quelli che sono figli per adozione.

 

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Dopo avere detto, in modo generale: Chi sarà contro di noi? Paolo fa ora un elenco dei possibili nemici e di attacchi che il credente subisce nel suo cammino che potrebbero “teoricamente” minare e fargli mancare l’obiettivo… le accuse… la condanna la possibile separazione… (tutte situazioni che rimandano ai nomi del nemico di Dio) …ed ogni volta risponde vittoriosamente: Nessuno è in grado di farlo.

 

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Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica.

 

Il diavolo (satana) accusa

Giovanni, nel libro della Rivelazione di Cristo, ci illumina circa una specifica attività svolta dal nostro avversario:

Ora è venuta la salvezza e la potenza, il regno del nostro Dio, e il potere del suo Cristo, perché è stato gettato giù l'accusatore dei nostri fratelli, colui che giorno e notte li accusava davanti al nostro Dio. (Apocalisse 12:10)

 

E il profeta Zaccaria ci descrive una specifica visione che rivela questa attività diabolica:

Mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè, che stava davanti all'angelo del SIGNORE, e Satana che stava alla sua destra per accusarlo.

Il SIGNORE disse a Satana: «Ti sgridi il SIGNORE, Satana! Ti sgridi il SIGNORE che ha scelto Gerusalemme! Non è forse costui un tizzone strappato dal fuoco?»

Giosuè era vestito di vesti sudicie, e stava davanti all'angelo.

L'angelo disse a quelli che gli stavano davanti: «Levategli di dosso le vesti sudicie!»

Poi disse a Giosuè: «Guarda, io ti ho tolto di dosso la tua iniquità e ti ho rivestito di abiti magnifici».

Allora io dissi: «Gli sia messo sul capo un turbante pulito!»

Quelli gli posero sul capo un turbante pulito e gli misero delle vesti; l'angelo del SIGNORE era presente. (Zaccaria 3:1-5)

 

E satana muove accuse valide… in quanto siamo peccatori nella carne… (il sacerdote Giosuè aveva le vesti sudice) …purtroppo non sono calunnie… ma questa domanda, Paolo risponde: Dio è colui che li giustifica.

Dio che è il supremo Padrone e Giudice pronuncia, su coloro che sono in Cristo sentenza di assoluzione, Paolo ne fece l’oggetto principale della sua predicazione:

Vi sia dunque noto, fratelli, che per mezzo di lui vi è annunciato il perdono dei peccati; e, per mezzo di lui, chiunque crede è giustificato di tutte le cose, delle quali voi non avete potuto essere giustificati mediante la legge di Mosè.  (Atti 13:38-39)

 

Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti: vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono - infatti non c'è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio - ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. (Romani 3:21-24)

 

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Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi.

 

Il diavolo (satana) condanna

L’unico Giudice in grado di emettere sentenze di condanna vere e proprie è Dio… solo Lui ne ha il diritto ed il potere.

Nemmeno Gesù Cristo uomo ne aveva il potere:

Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. (Giovanni 3:17)

 

E Gesù infatti non condannava:

Gesù andò al monte degli Ulivi.

All'alba tornò nel tempio, e tutto il popolo andò da lui; ed egli, sedutosi, li istruiva.

Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna colta in adulterio; e, fattala stare in mezzo, gli dissero: «Maestro, questa donna è stata colta in flagrante adulterio.

Or Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare tali donne; tu che ne dici?»

Dicevano questo per metterlo alla prova, per poterlo accusare.

Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere con il dito in terra.

E, siccome continuavano a interrogarlo, egli, alzato il capo, disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei».

E, chinatosi di nuovo, scriveva in terra.

Essi, udito ciò, e accusati dalla loro coscienza, uscirono a uno a uno, cominciando dai più vecchi fino agli ultimi; e Gesù fu lasciato solo con la donna che stava là in mezzo.

Gesù, alzatosi e non vedendo altri che la donna, le disse: «Donna, dove sono quei tuoi accusatori? Nessuno ti ha condannata?»

Ella rispose: «Nessuno, Signore».

E Gesù le disse: «Neppure io ti condanno; va' e non peccare più».] (Giovanni 8:1-11)

 

Ma dopo la Sua glorificazione…

Inoltre, il Padre non giudica nessuno, ma ha affidato tutto il giudizio al Figlio, affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre.

Chi non onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato.

In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.

In verità, in verità vi dico: l'ora viene, anzi è già venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio; e quelli che l'avranno udita, vivranno.

Perché come il Padre ha vita in se stesso, così ha dato anche al Figlio di avere vita in se stesso; e gli ha dato autorità di giudicare, perché è il Figlio dell'uomo.

Non vi meravigliate di questo; perché l'ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori; quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio.

Io non posso fare nulla da me stesso; come odo, giudico; e il mio giudizio è giusto, perché cerco non la mia propria volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. (Giovanni 5:22-30)

 

E Lui prenderà in mano il Libro dei Giudizi:

Poi vidi, in mezzo al trono e alle quattro creature viventi e in mezzo agli anziani, un Agnello in piedi, che sembrava essere stato immolato, e aveva sette corna e sette occhi che sono i sette spiriti di Dio, mandati per tutta la terra.

Egli venne e prese il libro dalla destra di colui che sedeva sul trono. (Apocalisse 5:6-7)

 

Ma egli non condanna coloro per i quali ha espiata la pena col suo sacrificio e che si sono identificati in Lui e la cui giustificazione è attestata dalla Sua risurrezione:

Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù (Romani 8:1)

 

I quattro punti fondamentali dell'Opera di Gesù Cristo in favore dei peccatori sono:

- la sua morte;

- la sua risurrezione:

- la sua ascensione alla destra del Padre;

- la sua intercessione.

 

La presenza di Gesù Cristo davanti al Padre e la Sua intercessione è una realtà fondamentale che da certezza al credente:

Ma da ora in avanti il Figlio dell'uomo sarà seduto alla destra della potenza di Dio. (Luca 22:69)

 

Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù che voi uccideste appendendolo al legno e lo ha innalzato con la sua destra, costituendolo Principe e Salvatore, per dare ravvedimento a Israele, e perdono dei peccati…(Atti 5:30-31)

 

Questa potente efficacia della sua forza egli l'ha mostrata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nel cielo, al di sopra di ogni principato, autorità, potenza, signoria e di ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello futuro.

Ogni cosa egli ha posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla chiesa, che è il corpo di lui, il compimento di colui che porta a compimento ogni cosa in tutti. (Efesini 1:20-23)

 

Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio. (Colossesi 3:1)

Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio. (Ebrei 12:2)

Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi.

Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi. (Ebrei 1:1-3)

 

Ora, il punto essenziale delle cose che stiamo dicendo è questo: abbiamo un sommo sacerdote tale che si è seduto alla destra del trono della Maestà nei cieli, ministro del santuario e del vero tabernacolo, che il Signore, e non un uomo, ha eretto. (Ebrei 8:1)

 

Mentre ogni sacerdote sta in piedi ogni giorno a svolgere il suo servizio e offrire ripetutamente gli stessi sacrifici che non possono mai togliere i peccati, Gesù, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per sempre, si è seduto alla destra di Dio, e aspetta soltanto che i suoi nemici siano posti come sgabello dei suoi piedi.

Infatti con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati. (Ebrei 10:11-14)

 

Anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio.

Fu messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito.

E in esso andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere, che una volta furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava, al tempo di Noè, mentre si preparava l'arca, nella quale poche anime, cioè otto, furono salvate attraverso l'acqua.

Quest'acqua era figura del battesimo (che non è eliminazione di sporcizia dal corpo, ma la richiesta di una buona coscienza verso Dio).

Esso ora salva anche voi, mediante la risurrezione di Gesù Cristo, che, asceso al cielo, sta alla destra di Dio, dove angeli, principati e potenze gli sono sottoposti. (1 Pietro 3:18-22)

 

Perciò egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro. (Ebrei 7:25)

 

Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto.

Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo. (1 Giovanni 2:1-2)

 

***

Chi ci separerà dall'amore di Cristo?

Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?

Com'è scritto: «Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello».

Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati.

 

Il diavolo (satana) separa

Dopo aver elencato l’accusa e la possibile condanna, tutte “coperte” dal sacrificio espiatorio di Gesù Cristo per chi è in Lui, Paolo ora affronta il tema della separazione… il termine diavolo significa proprio “colui che divide”… e Paolo ci chiede: chi ci separerà dall'amore di Cristo?

Coloro quindi che sono in Cristo non hanno da temere alcuna accusa o condanna e nemmeno la loro unione con Lui corre il pericolo di venire spezzato dalle tempeste della vita, dagli attacchi perfidi e violenti dei nemici.

Paolo a queste cose risponde che gli eletti di Dio non sono lasciati soli nella fornace dell'afflizione, ricordiamo le parole di Gesù:

Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia mano.

Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti; e nessuno può rapirle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo uno. (Giovanni 10:27-30)

Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo. (Giovanni 16:33)

Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente.(Matteo 28:20)

 

Paolo analizza nel dettaglio quali potrebbero essere le tempeste della vita che potremmo trovarci davanti: Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?

Mentre la tribolazione e l'angoscia indicano sofferenze in modo generico, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada accennano a sofferenze specifiche.

Ogni credente che vuole vivere piamente in Cristodovrà affrontare queste situazioni sotto svariate forme:

Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati. (2 Timoteo 3:12)

 

Ma tutte queste cose, che apparentemente potrebbero separarci dall’Amore di Cristo, in realtà ci avvicinano ancora di più… cooperano al bene di coloro che amano Dio!

Possiamo considerare come nei primi anni della storia della Chiesa, quasi quotidianamente tra i cristiani ce ne erano alcuni che venivano condotti al martirio, proprio come pecore al macello, ma questo portò in realtà alla diffusione della cristianità!

Paolo testimonia direttamente di questa realtà:

Noi siamo tribolati in ogni maniera, ma non ridotti all'estremo; perplessi, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; atterrati ma non uccisi; portiamo sempre nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo; infatti, noi che viviamo siamo sempre esposti alla morte per amor di Gesù, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. (2 Corinzi 4:8-11)

 

E trova la consolazione nella Parola di Dio, citando il salmo 44 che parla delle sofferenze che dovette affrontare il popolo di Dio nell’antico patto:

Per causa tua siamo ogni giorno messi a morte, considerati come pecore da macello. (Salmo 44:22)

 

D’altronde Gesù ce lo ha profetizzato con precisione:

Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me.

Se foste del mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; poiché non siete del mondo, ma io ho scelto voi in mezzo al mondo, perciò il mondo vi odia.

Ricordatevi della parola che vi ho detta: "Il servo non è più grande del suo signore".

Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra.

Ma tutto questo ve lo faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. (Giovanni 15:18-21)

 

…Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati

 

…siamo vincitori perché siamo già morti e risuscitati con Lui e quella nuova Vita non subisce la persecuzione della carne… il corpo soffre ma lo Spirito si rinnova… il corpo si disfa… ma il peso eterno di gloria aumenta:

Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno.

Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne. (2 Corinzi 4:16-18)

 

***

Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.

Allargando il suo pensiero, l'Apostolo esprime la convinzione, maturata in lui da una lunga esperienza di sofferenze e di trionfi della grazia, che nessuna creatura, nessuna avversità, nessuna forza avversa potrà intaccare e lesionare il legame tra Cristo e coloro che son suoi:

Nessuno dunque si vanti degli uomini, perché tutto vi appartiene.

Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, le cose presenti, le cose future, tutto è vostro! E voi siete di Cristo; e Cristo è di Dio. (1 Corinzi 1:21-23)

 

Per rafforzare questo concetto Paolo usa degli opposti che abbracciano tutto:

Gli estremi dell’esistenza terrena:

              - né morte, né vita

Gli estremi dell’esistenza spirituale:

- né angeli, né principati (ovvero i poteri demoniaci che non fanno parte del Regno di Dio (cfr Efesini 3:10; Efesini 6:12; Colossesi 1:16; Colossesi 2:15; 1 Pietro 3:22)

Gli estremi del tempo:

              - né cose presenti, né cose future

 

E degli assoluti:

              - potenze (terrene e celesti)

              - altezze (terrene e celesti)

              - profondità (terrene e celesti)

              - alcuna altra creatura (terrene e celesti)

 Nulla e nessuno, ha ed avrà la forza da strapparci dall'Amore di Dio manifestato in Cristo Gesù nostro Signore.

 

***

CONCLUSIONE

Se sappiamo che Cristo, nella Sua fedeltà porterà a compimento ogni cosa in tutti:

Ogni cosa egli ha posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla chiesa, che è il corpo di lui, il compimento di colui che porta a compimento ogni cosa in tutti. (Efesini 1:22-23)

 

Sappiamo anche di conseguenza che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno.

 

Il compimento del disegno di Dio non è quindi opera nostra… è Lui che lo porta a termine in noi, e quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati!

La fedeltà di Dio è la garanzia del Patto, Dio ha sempre agito così, possiamo vedere anche:

- in Abramo come sigillò il Patto con Lui:

Il SIGNORE gli disse ancora: «Io sono il SIGNORE che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti questo paese, perché tu lo possegga».

Abramo chiese: «Dio, SIGNORE, da che cosa posso conoscere che ne avrò il possesso?»

Il SIGNORE gli rispose: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un montone di tre anni, una tortora e un piccione».

Egli prese tutti questi animali, li divise nel mezzo e pose ciascuna metà di fronte all'altra; ma non divise gli uccelli. Or degli uccelli rapaci calarono sulle bestie morte, ma Abramo li scacciò.

Al tramonto del sole, un profondo sonno cadde su Abramo; ed ecco uno spavento, una oscurità profonda cadde su di lui.

Il SIGNORE disse ad Abramo: «Sappi per certo che i tuoi discendenti dimoreranno come stranieri in un paese che non sarà loro: saranno fatti schiavi e saranno oppressi per quattrocento anni; ma io giudicherò la nazione di cui saranno stati servi e, dopo questo, se ne partiranno con grandi ricchezze. Quanto a te, te ne andrai in pace presso i tuoi padri e sarai sepolto dopo una prospera vecchiaia. Alla quarta generazione essi torneranno qua; perché l'iniquità degli Amorei non è giunta finora al colmo».

Or come il sole fu tramontato e venne la notte scura, ecco una fornace fumante e una fiamma di fuoco passare in mezzo agli animali divisi.

In quel giorno il SIGNORE fece un patto con Abramo, dicendo: «Io do alla tua discendenza questo paese, dal fiume d'Egitto al gran fiume, il fiume Eufrate; i Chenei, i Chenizei, i Cadmonei, gli Ittiti, i Ferezei, i Refaim, gli Amorei, i Cananei, i Ghirgasei e i Gebusei». (Genesi 15:7-17)

 

Nonostante il sonno di Abramo, Dio “firmò” il Suo Patto e la Sua fedeltà fu la garanzia per Abramo.

Similmente Gesù con noi ha firmato Lui il Patto, con il Suo corpo ed il Suo sangue… ”Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, che è versato per voi” (Luca 22:20)... non il nostro… la garanzia è la Sua fedeltàquindi è certa!

Quindi fermi su questa solida promessa basata sulla Sua fedeltà, non facciamoci spaventare dalle vicissitudini e prove della vita, anche quelle più funeste… niente e nessuno ci potrà vincere, accusare, condannare, separare dal Suo Amore, sappiamo che la nostra Vita è in Lui e come scrive Paolo ai fratelli di Colosse… siamo sicuri… nascosti con Cristo in Dio, in attesa della manifestazione in gloria!

Abbiamo l’esempio di Giobbe, provato sui suoi beni terreni e sul suo stesso corpo, ma Dio ha posto un limite alla prova… soltanto rispetta la sua vita (Giobbe 2:6)

Giobbe, superata la prova fu grandemente benedetto e la sua sofferenza è risultata un beneficio… ha cooperato al suo bene perché amava Dio!

Con questa consapevolezza e questa certezza adoperiamoci quindi per tutto ciò che vale, convinti più che mai che la nostra vita è (comunque vada) nelle mani di Dio:

Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio.

Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria. (Colossesi 3:2-4)

 

 

 Gianni Marinuzzi