La giustizia di Dio rivelata nella vita trasformata

del credente:

 

La consacrazione

 

LETTERA di Paolo ai ROMANI 12:1-2

 

     

Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio;

questo è il vostro culto spirituale.

Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente,

affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.

 

***

 Dopo l’esposizione dottrinale circa il disegno benevolo di Dio per la salvezza di tutti gli uomini (giudei e greci) esaltando:

 - la Giustizia di Dio rivelata nel giudizio di tutti gli uomini

             - la Giustizia di Dio rivelata nella giustificazione offerta a tutti gli uomini

 - la Giustizia di Dio rivelata nella santificazione predestinata per tutti coloro che credono nel Vangelo di Cristo;

             - Giustizia di Dio rivelata nella Sua Fedeltà ai patti

 

…e quindi della universalità del progetto di salvezza, Paolo, secondo il consueto, fa seguire le esortazioni pratiche conseguenti della comprensione di quanto prima insegnato, rivolte a chi ha creduto nell'Evangelo della grazia.

 

Una dottrina morale teorica ed indipendente da una applicazione pratica è un edificio senza fondazioni.

 Queste esortazioni di tipo estremamente pratico, rivolte ai fratelli… ovvero persone rinate in Cristo, che hanno compreso la Giustizia di Dio e se ne sono appropriate (non agli increduli), si possono raggruppare in sei paragrafi nel modo seguente:

 

1.a) Romani 12:1-2 La Consacrazione - Il dovere fondamentale della consacrazione a Dio per uniformarci alla sua volontà, quale conseguenza della vita nuova in Cristo che abbiamo ricevuta in dono.

 1.b) - Romani 12:3-8 Il servizio cristiano - Il dovere della sobrietà nello stimare e mettere al servizio della Chiesa i doni ricevuti.

 1.c) - Romani 12:9-21 Le relazioni sociali - Il dovere della carità sincera verso i fratelli e verso i nemici.

 1.d) - Romani 13:1-7 Le relazioni con le autorità - Il dovere verso le autorità.

 1.e) - Romani 13:8-14 Le relazioni alla luce del futuro - Il dovere di adempiere, mediante l'amore, a tutti gli obblighi verso il prossimo; ed, in genere di svolgere la propria santificazione con sempre maggior zelo in vista del giorno di Cristo.

 1.f) - Romani 14:1-15:13 Le relazioni con i fratelli - Il dovere della mutua tolleranza nelle cose secondarie.

 

***

 Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale.

 

Vi esorto dunque…

 Possiamo notare come questa esortazione generale alla consacrazione sia il risultato di un ragionamento… dunque… non è una semplice esortazione al sacrificio fine a se stesso… l’esortazione scaturisce da una conclusione precedentemente citata:

Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio!

Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie!

Infatti «chi ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì da riceverne il contraccambio

Perché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose.

A lui sia la gloria in eterno. Amen. (Romani 10:33-36)

 

Paolo ha lodato la profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio… la  inscrutabilità dei suoi giudizi e la ininvestigabilità delle sue vie… ha riconosciuto  che da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose.

Ed è su questa base che poggia l’esortazione… perché abbiamo in Lui ogni cosa oltre ogni nostra capacità di comprensione dunque consacriamoci a Lui!

Ma dobbiamo farlo non con la nostra forza… sarebbe inutile… dobbiamo farlo per la misericordia di Dio!

Che strano termine!

Dobbiamo farlo in virtù della infinita compassione che Dio ha avuto di noi, salvandoci.

Dobbiamo farlo con le stesse motivazioni che Dio ha avuto per noi.

 

Non ci deve spingere una semplice riconoscenza (che è la “molla” che ci da la spinta)… ma dobbiamo essere sostenuti in questo slancio dall’Amore che Dio ha avuto per noi e dobbiamo farlo secondo le motivazioni di quell’Amore!

Se la nostra consacrazione non è spinta dall’Amore di Dio avrà una durata breveciò che ci deve sostenere è il Suo Amore che rimane in noi.

 

Giovanni spiega questo nella sua prima lettera:

Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio.

Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.

In questo si è manifestato per noi l'amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo affinché, per mezzo di lui, vivessimo.

In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati.

Carissimi, se Dio ci ha tanto amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.

Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e il suo amore diventa perfetto in noi.

Da questo conosciamo che rimaniamo in lui ed egli in noi: dal fatto che ci ha dato del suo Spirito.

E noi abbiamo veduto e testimoniamo che il Padre ha mandato il Figlio per essere il Salvatore del mondo.

Chi riconosce pubblicamente che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio.

Noi abbiamo conosciuto l'amore che Dio ha per noi, e vi abbiamo creduto.

Dio è amore; e chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.

In questo l'amore è reso perfetto in noi: che nel giorno del giudizio abbiamo fiducia, perché qual egli è, tali siamo anche noi in questo mondo.

Nell'amore non c'è paura; anzi, l'amore perfetto caccia via la paura, perché chi ha paura teme un castigo. Quindi chi ha paura non è perfetto nell'amore.

Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo.

Se uno dice: «Io amo Dio», ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto.

Questo è il comandamento che abbiamo ricevuto da lui: che chi ama Dio ami anche suo fratello. (1 Giovanni 4:12-21)

 

Quindi in virtù di questo Amore, di questa compassione per il prossimo, di questa misericordia di Dio presentiamo i nostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio…

I nostri corpi sono gli strumenti di tutta l'attività esterna, ed implicano l'offerta della persona fisica e della sua vita stessa.

Abbiamo già visto questo quando Paolo spiegava l’attività delle membra:

Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale per ubbidire alle sue concupiscenze; e non prestate le vostre membra al peccato, come strumenti d'iniquità; ma presentate voi stessi (persona spirituale) a Dio, come di morti fatti viventi, e le vostre membra (persona terrena) come strumenti di giustizia a Dio; infatti il peccato non avrà più potere su di voi; perché non siete sotto la legge ma sotto la grazia. (Romani 6:12-14)

 

Paolo non sta esortando ad una sterile retorica di parole, ad esaltazioni e sogni mistici; ma sta esortando a presentarci:

 - spiritualmente davanti a Dio come figli rigenerati;

 - fisicamente davanti al mondo come operatori di Giustizia, liberi dalla schiavitù del peccato, ma qualcosa di fisico… tangibile… come il sacrificio vivente di Gesù Cristo!

 

Giovanni ancora ci viene in aiuto:

Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli.

Chi non ama rimane nella morte.

Chiunque odia suo fratello è omicida; e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna.

Da questo abbiamo conosciuto l'amore: egli ha dato la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli.

Ma se qualcuno possiede dei beni di questo mondo e vede suo fratello nel bisogno e non ha pietà di lui, come potrebbe l'amore di Dio essere in lui?

Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità.

Da questo conosceremo che siamo della verità e renderemo sicuri i nostri cuori davanti a lui. (1 Giovanni 3:14-19)

 Non dobbiamo quindi cercare lontano da noi un'offerta che esprima il nostro amore… lo strumento dell’Amore di Dio è il nostro corpo le nostre membra sono gli strumenti della nostra attività nel mondo e devono essere consacrate a Dio…

 

 …in modo viventevivo spiritualmente

 Abbiamo già visto questo quando Paolo spiegava l’attività delle membra:

Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale per ubbidire alle sue concupiscenze; e non prestate le vostre membra al peccato, come strumenti d'iniquità; ma presentate voi stessi a Dio, come di morti fatti viventi, e le vostre membra come strumenti di giustizia a Dio; infatti il peccato non avrà più potere su di voi; perché non siete sotto la legge ma sotto la grazia. (Romani 6:12-14)

 

Perché Dio è Vita non è morte… Egli è il Dio Vivente (cfr Matteo 16:16; 26:63; Atti 14:15; Romani 9:26; 1 Tessalonicesi 1:9; 1 Timoteo 3:15; 4:10; Ebrei 3:12; 4:12)

Perché Dio va adorato in Spirito e Verità (cfr Giovanni 4:23)

Perché siamo chiamati, nel nostro servizio, ad essere una lettera di Cristo scritta con lo Spirito del Dio vivente:

…voi siete una lettera di Cristo, scritta mediante il nostro servizio, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente; non su tavole di pietra, ma su tavole che sono cuori di carne. (2 Corinzi 3:3)

 Questo sacrificio lo possono offrire indistintamente i poveri come i ricchi.

  

…in modo santoseparato dal peccato

 Abbiamo già visto questo quando Paolo spiegava l’attività delle membra:

Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale per ubbidire alle sue concupiscenze; e non prestate le vostre membra al peccato, come strumenti d'iniquità; ma presentate voi stessi a Dio, come di morti fatti viventi, e le vostre membra come strumenti di giustizia a Dio; infatti il peccato non avrà più potere su di voi; perché non siete sotto la legge ma sotto la grazia. (Romani 6:12-14)

 

Come le cose consacrate dovevano appartenere a Dio e non potevano essere usate per altri usi, così i nostri corpi devono essere tutti quanti dedicati al servizio sacro… come dobbiamo ancora sperimentare questo!

Oggi abbiamo veramente perso il concetto del “sacro”… nemmeno sulle nostre Bibbie è più scritto tale aggettivo… ricordiamo gli avvertimenti circa la sacralità dei sacerdoti leviti:

Il SIGNORE disse ancora a Mosè: «Di' ad Aaronne e ai suoi figli che si astengano dalle cose sante che mi sono consacrate dai figli d'Israele e non profanino il mio santo nome. Io sono il SIGNORE.

Di' loro: "Qualunque uomo tra i vostri discendenti che nelle future generazioni si avvicinerà, in stato d'impurità, alle cose sante che i figli d'Israele consacrano al SIGNORE, sarà eliminato dalla mia presenza. Io sono il SIGNORE.

Nessun uomo tra i discendenti d'Aaronne che sia lebbroso o abbia la gonorrea mangerà le cose sante, finché non sia puro.

Lo stesso accadrà a chi avrà toccato una persona impura per contatto con un morto o avrà avuto una perdita di seme genitale, o a chi avrà toccato un rettile che l'abbia reso impuro o un uomo che gli abbia comunicato un'impurità di qualunque specie.

Chi avrà avuto tali contatti sarà impuro fino a sera e non mangerà le cose sante prima di essersi lavato il corpo con l'acqua; dopo il tramonto del sole sarà puro, e potrà poi mangiare le cose sante, perché sono il suo pane.

Il sacerdote non mangerà carne di bestia morta da sé o sbranata, per non rendersi impuro. Io sono il SIGNORE.

Osserveranno dunque ciò che ho comandato, affinché non portino la pena del loro peccato e muoiano per aver profanato le cose sante. Io sono il SIGNORE che li santifico.

Nessun estraneo mangerà le cose sante; nemmeno chi sta da un sacerdote o lavora da lui per un salario mangerà le cose sante.

Ma lo schiavo che il sacerdote avrà comprato con il suo denaro ne potrà mangiare: così pure quello che gli è nato in casa: questi potranno mangiare il suo pane.

La figlia di un sacerdote sposata fuori dall'ambiente sacerdotale non mangerà le cose sante offerte per elevazione. Ma se la figlia del sacerdote è vedova o ripudiata senza figli, se torna a stare da suo padre come quando era giovane, potrà mangiare il pane del padre; ma nessun estraneo ne mangerà.

Se uno mangia per sbaglio una cosa santa, darà al sacerdote il valore della cosa santa aggiungendovi un quinto.

I sacerdoti non profaneranno dunque le cose sante che i figli d'Israele offrono per elevazione al SIGNORE.

Non permetteranno che essi mangino le loro cose sante per non farli incorrere in un'ammenda. Io sono il SIGNORE che li santifico"».

(Levitico 22:1-16)

 

I sacerdoti secondo il pensiero di Dio (e lo sono tutti i riscattati – cfr Apocalisse 5:8-9), hanno un compito tra il popolo:

Insegneranno al mio popolo a distinguere fra il sacro e il profano, e gli faranno conoscere la differenza tra ciò che è impuro e ciò che è puro. (Ezechiele 44:23)

 

E come scrive l’autore della lettera agli ebrei:

Chi trasgredisce la legge di Mosè viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni.

Di quale peggior castigo, a vostro parere, sarà giudicato degno colui che avrà calpestato il Figlio di Dio e avrà considerato profano il sangue del patto con il quale è stato santificato e avrà disprezzato lo Spirito della grazia?  (Ebrei 10:28-29)

 

il profanatore (colui che non rispetta le cose sacre) è odiato da Dio… …è considerato come Esaù:

Impegnatevi a cercare la pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore; vigilando bene che nessuno resti privo della grazia di Dio; che nessuna radice velenosa venga fuori a darvi molestia e molti di voi ne siano contagiati; che nessuno sia fornicatore, o profano, come Esaù che per una sola pietanza vendette la sua primogenitura. Infatti sapete che anche più tardi, quando volle ereditare la benedizione, fu respinto, sebbene la richiedesse con lacrime, perché non ci fu ravvedimento. (Ebrei 12:14-17)

 

Paolo insegna così nella lettera ai colossesi:

Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio.

Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio.

Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria.

Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria.

Per queste cose viene l'ira di Dio sugli uomini ribelli.

E così camminaste un tempo anche voi, quando vivevate in esse.

Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, malignità, calunnia; e non vi escano di bocca parole oscene.

Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell'uomo vecchio con le sue opere e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l'ha creato.

Qui non c'è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.

Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza.

Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro.

Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi.

Al di sopra di tutte queste cose rivestitevi dell'amore che è il vincolo della perfezione.  

E la pace di Cristo, alla quale siete stati chiamati per essere un solo corpo, regni nei vostri cuori; e siate riconoscenti.

La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente, ammaestrandovi ed esortandovi gli uni gli altri con ogni sapienza, cantando di cuore a Dio, sotto l'impulso della grazia, salmi, inni e cantici spirituali.

Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di lui.

(Colossesi 3:1-17)

 

E ancora scrive nella prima lettera ai corinzi:

Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile.

Ogni cosa mi è lecita, ma io non mi lascerò dominare da nulla.

Le vivande sono per il ventre, e il ventre è per le vivande; ma Dio distruggerà queste e quello.

Il corpo però non è per la fornicazione, ma è per il Signore, e il Signore è per il corpo; Dio, come ha risuscitato il Signore, così risusciterà anche noi mediante la sua potenza.

Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo per farne membra di una prostituta? No di certo!

Non sapete che chi si unisce alla prostituta è un corpo solo con lei? «Poiché», Dio dice, «i due diventeranno una sola carne».

Ma chi si unisce al Signore è uno spirito solo con lui. Fuggite la fornicazione. Ogni altro peccato che l'uomo commetta, è fuori del corpo; ma il fornicatore pecca contro il proprio corpo.

Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi.

Poiché siete stati comprati a caro prezzo.

Glorificate dunque Dio nel vostro corpo.  (1 Corinzi 6:12-20)

 

…in modo gradito a Dio

 Come può l’uomo offrire un sacrificio gradito a Dio?

Da quello che insegnala Scrittura, non dal “valore venale dell’offerta:

Che m'importa dell'incenso che viene da Seba, della canna odorosa che viene dal paese lontano?

I vostri olocausti non mi sono graditi, i vostri sacrifici non mi piacciono (Geremia 6:20)

 

Nemmeno dalla “consistenza fisica dell’offerta”, tantomeno da quel che “mangiamo o beviamo”:

il regno di Dio non consiste in vivanda né in bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo.

Poiché chi serve Cristo in questo, è gradito a Dio e approvato dagli uomini.

Cerchiamo dunque di conseguire le cose che contribuiscono alla pace e alla reciproca edificazione. Non distruggere, per un cibo, l'opera di Dio. (Romani 14:17-20)

 

Ora non è un cibo che ci farà graditi a Dio; se non mangiamo, non abbiamo nulla di meno; e se mangiamo non abbiamo nulla di più.

(1 Corinzi 8:8)

 

Ancora più complesso se quel sacrificio è il nostro stesso corpo, in quanto la Parola ci insegna che:

Il SIGNORE ha guardato dal cielo i figli degli uomini, per vedere se vi è una persona intelligente, che ricerchi Dio.

Tutti si sono sviati, tutti sono corrotti, non c'è nessuno che faccia il bene, neppure uno. (Salmo 14:2-3)

 

E Dio ha dato all’uomo la Legge affinchè l’uomo potesse riconoscersi in tale stato, e come scriveva prima Paolo stesso:

Or noi sappiamo che tutto quel che la legge dice, lo dice a quelli che sono sotto la legge, affinché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio; perché mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a lui…

(Romani 3:19-20)

 

Quindi, qualsiasi offerta… …fosse anche il nostro stesso corpo intero arso sull’altare di Dio… …non Gli sarebbe gradito, infatti Paolo insegnava ai corinzi:

se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente. (1 Corinzi 13:3)

 

Leggendo le prescrizioni della Legge, relative ai sacrifici, possiamo capire quali sono le  caratteristiche del sacrificio gradito a Dio:

Quando offrirete un sacrificio di riconoscenza al SIGNORE, l'offrirete in modo che sia gradito. 

Lo si mangerà il giorno stesso che l'avrete offerto, e il giorno seguente; quello che rimarrà fino al terzo giorno, lo brucerete.

Chi ne mangerà il terzo giorno, mangerà una cosa immonda; il sacrificio non sarà gradito.

Chiunque ne mangerà porterà la pena della sua iniquità, perché avrà profanato ciò che è sacro al SIGNORE e quel tale sarà tolto via dalla sua gente. (Levitico 19:5-8)

 

Se uno mangia della carne del suo sacrificio di riconoscenza il terzo giorno, colui che l'ha offerto non sarà gradito; dell'offerta non gli sarà tenuto conto; quella carne è immonda e colui che ne avrà mangiato porterà la pena della sua iniquità. (Levitico 7:18)

 

In questi due passi possiamo vedere come il riconoscere il sacrificio e la risurrezione di Gesù Cristo, ci rende graditi a Dio, continuare ad offrire un Gesù Cristo morto ed adorare un Cristo così sia in realtà una cosa immonda!

Sacrificio gradito a Dio è uno spirito afflitto; tu, Dio, non disprezzi un cuore abbattuto e umiliato. (Salmo 51:17)

 

In questo salmo di Davide (che riconosce il suo peccato davanti a Dio) possiamo vedere come l’abbattersi ed umiliarsi davanti a Dio, riconoscendo il nostro stato di peccato, sia un atto gradito a Dio.

Ma Paolo ci esorta a vivere e ricercare… …in tutta la nostra vita, cosa sia gradito al Signore, consacrando a questo il nostro corpo:

Comportatevi come figli di luce - poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità - esaminando che cosa sia gradito al Signore. (Efesini 5:8-10)

 

…non cessiamo di pregare per voi e di domandare che siate ricolmi della profonda conoscenza della volontà di Dio con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; fortificati in ogni cosa dalla sua gloriosa potenza, per essere sempre pazienti e perseveranti; ringraziando con gioia il Padre che vi ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce. (Colossesi 1:9-12)

 

Per questo ci sforziamo di essergli graditi, sia che abitiamo nel corpo, sia che ne partiamo.

Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male. (2 Corinzi 5:9-10)

 

E Pietro ci illustra la nostra chiamata come un accostarci a Dio, come pietre viventi, per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo:

Accostandovi a lui, pietra vivente, rifiutata dagli uomini, ma davanti a Dio scelta e preziosa, anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo.

(1 Pietro 2:4-5)

 

E prendendo in esame attentamente le parole di Davide (espresse nel Salmo 14) possiamo comprendere quali sono le caratteristiche che Dio richiede per esserGli graditi:

 1) Dio gradisce una persona intelligente

2) Dio gradisce una persona che Lo cerca

3) Dio gradisce una persona che non si svia

4) Dio gradisce una persona non corrotta

5) Dio gradisce una persona che fa il bene

 Ovvero, rispondere in tutto all'intento divino nella creazione (e della redenzione dell'uomo).

 

Allora proviamo a comprendere quali siano le aspettative di Dio:

  

1) Dio gradisce una persona intelligente

 Come può l’uomo essere gradito a Dio essendo intelligente?

Nonostante le apparenze, l’uomo naturale, nel suo stato di peccato è ben lungi dall’essere intelligente:

pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d'intelligenza si è ottenebrato.  Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti… (Romani 1:21-22)

 

non comportatevi più come si comportano i pagani nella vanità dei loro pensieri, con l'intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di Dio, a motivo dell'ignoranza che è in loro, a motivo dell'indurimento del loro cuore.

Essi, avendo perduto ogni sentimento, si sono abbandonati alla dissolutezza fino a commettere ogni specie di impurità con avidità insaziabile. (Efesini 4:17-19)

 

Salomone, il più saggio uomo vissuto sulla Terra ci dà un interessante indizio:

Il principio della saggezza è il timore del SIGNORE, e conoscere il Santo è l'intelligenza. (Proverbi 9:10)

 

Quindi il riconoscere Dio, quale il Creatore di ogni cosa, ringraziarLo e temerLo, e sintomo di una intelligenza ritrovata!

Per questo motivo vediamo come le quattro creature viventi (piene di occhi davanti e di dietro… segno di piena intelligenza), lodano Dio in questo modo e portano a lodare i ventiquattro anziani (testimoni dell’antico e del nuovo Patto):

Davanti al trono inoltre c'era come un mare di vetro, simile al cristallo; in mezzo al trono e intorno al trono, quattro creature viventi, piene di occhi davanti e di dietro.

La prima creatura vivente era simile a un leone, la seconda simile a un vitello, la terza aveva la faccia come d'un uomo e la quarta era simile a un'aquila mentre vola.

E le quattro creature viventi avevano ognuna sei ali, ed erano coperte di occhi tutt'intorno e di dentro, e non cessavano mai di ripetere giorno e notte: «Santo, santo, santo è il Signore, il Dio onnipotente, che era, che è, e che viene».

Ogni volta che queste creature viventi rendono gloria, onore e grazie a colui che siede sul trono, e che vive nei secoli dei secoli, i ventiquattro anziani si prostrano davanti a colui che siede sul trono e adorano colui che vive nei secoli dei secoli e gettano le loro corone davanti al trono, dicendo: «Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza: perché tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà furono create ed esistono». (Apocalisse 4:6-11)

 

E Pietro, quando si trova davanti alla famiglia di Cornelio, pronuncia delle parole che ci fanno considerare quanto l’essere “intelligenti” rende graditi a Dio:

In verità comprendo che Dio non ha riguardi personali; ma che in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito

(Atti 10:34-35))

 Possiamo quindi affermare che un primo requisito per essere graditi a Dio è riconoscerLo come Dio, ringraziarLo e temerLo… …essere intelligenti!

  

2) Dio gradisce una persona che Lo cerca

 Gesù disse alla generazione scettica che stava davanti a Lui e metteva in dubbio le Sue parole:

Nel giorno del giudizio la regina del mezzogiorno si alzerà con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché ella venne dagli estremi confini della terra per udire la sapienza di Salomone; ed ecco qui c'è più di Salomone. (Luca 11:31)

 

E Dio ricompensa che Lo cerca:

Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve; chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa.

Qual è l'uomo tra di voi, il quale, se il figlio gli chiede un pane, gli dia una pietra?

Oppure se gli chiede un pesce, gli dia un serpente?

Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro, che è nei cieli, darà cose buone a quelli che gliele domandano! (Matteo 7:7-11)

 

Come nel caso dell’eunuco etiope, andato a Gerusalemme per adorare (non per semplice tradizione), che leggeva la Parola, che invita a sedersi accanto a lui chi gli parla di Dio, che fa domande (mostra vivo interesse per la Parola), che riceve il lieto messaggio di Gesù, che è pronto ad ubbidire alla Sua Parola (chiedendo il battesimo)… …da queste persone che Lo cercano, Dio si fa trovare e queste, dopo averLo incontrato, continuano il loro viaggio tutti allegri:

Un angelo del Signore parlò a Filippo così: «Àlzati e va' verso mezzogiorno, sulla via che da Gerusalemme scende a Gaza. Essa è una strada deserta».

Egli si alzò e partì.

Ed ecco un etiope, eunuco e ministro di Candace, regina di Etiopia, sovrintendente a tutti i tesori di lei, era venuto a Gerusalemme per adorare, e ora stava tornandosene, seduto sul suo carro, leggendo il profeta Isaia.

Lo Spirito disse a Filippo: «Avvicìnati e raggiungi quel carro».

Filippo accorse, udì che quell'uomo leggeva il profeta Isaia, e gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?»

Quegli rispose: «E come potrei, se nessuno mi guida?»

E invitò Filippo a salire e a sedersi accanto a lui.

Or il passo della Scrittura che egli leggeva era questo: «Egli è stato condotto al macello come una pecora; e come un agnello che è muto davanti a colui che lo tosa, così egli non ha aperto la bocca. Nella sua umiliazione egli fu sottratto al giudizio. Chi potrà descrivere la sua generazione? Poiché la sua vita è stata tolta dalla terra».

L'eunuco, rivolto a Filippo, gli disse: «Di chi, ti prego, dice questo il profeta? Di se stesso, oppure di un altro?»

Allora Filippo prese a parlare e, cominciando da questo passo della Scrittura, gli comunicò il lieto messaggio di Gesù.

Strada facendo, giunsero a un luogo dove c'era dell'acqua.

E l'eunuco disse: «Ecco dell'acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato

[Filippo disse: «Se tu credi con tutto il cuore, è possibile».

L'eunuco rispose: «Io credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio».]

Fece fermare il carro, e discesero tutti e due nell'acqua, Filippo e l'eunuco; e Filippo lo battezzò.

Quando uscirono dall'acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo; e l'eunuco, continuando il suo viaggio tutto allegro, non lo vide più.

Poi Filippo si ritrovò in Azot; e, proseguendo, evangelizzò tutte le città, finché giunse a Cesarea.  (Atti 8:26-40)

 

Una volta trovato Dio, siamo però chiamati ad accostarci a Lui in un modo giusto (pietre viventi come Lui è Pietra Vivente) e con uno scopo… …cercare cosa Gli è gradito:

Accostandovi a lui, pietra vivente, rifiutata dagli uomini, ma davanti a Dio scelta e preziosa, anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo.

(1 Pietro 2:4-5)

 

Possiamo quindi affermare che un secondo requisito per essere graditi a Dio è una sincera ricerca della Sua Persona e della Sua Volontà!

Per questo Paolo scrive così agli efesini:

Guardate dunque con diligenza a come vi comportate; non da stolti, ma da saggi; ricuperando il tempo perché i giorni sono malvagi.

Perciò non agite con leggerezza, ma cercate di ben capire quale sia la volontà del Signore.   (Efesini 5:15-17)

 

Una volontà di Dio perfetta, buona e a Lui gradita, che una volta accettata come dottrina, diventa la nostra esperienza di vita:

Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà. (Romani 12:2)

 

3) Dio gradisce una persona che non si svia

 Una volta incamminati per la via… Dio ama chi perseverachi è costantenon gradisce chi si svia!

Gesù, nella parabola del seminatore identifica nel buon terreno (un cuore onesto e buono, quindi rigenerato), coloro che portano frutto con perseveranza:

…quello che è caduto in un buon terreno sono coloro i quali, dopo aver udito la parola, la ritengono in un cuore onesto e buono, e portano frutto con perseveranza. (Luca 8:15)

 

La costanza è una attitudine che dobbiamo ricercare… e che cresce per mezzo delle prove della fede, e che serve per renderci perfetti e completi, di nulla mancanti:

Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose, e ricerca la giustizia, la pietà, la fede, l'amore, la costanza e la mansuetudine.

(1 Timoteo 6:11)

 

Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza.

E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti. (Giacomo 1:2-4)

 

La costanza è quel frutto dello Spirito che ci porterà gloria:

Certa è quest'affermazione: se siamo morti con lui, con lui anche vivremo; se abbiamo costanza, con lui anche regneremo

(2 Timoteo 2:11-12)

 

Ecco, noi definiamo felici quelli che hanno sofferto pazientemente.

Avete udito parlare della costanza di Giobbe, e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore, perché il Signore è pieno di compassione e misericordioso. (Giacomo 5:11)

 

La costanza è quel frutto dello Spirito che caratterizza le chiese fedeli:

 La chiesa di Efeso:

Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli ma non lo sono e che li hai trovati bugiardi.

So che hai costanza, hai sopportato molte cose per amor del mio nome e non ti sei stancato. (Apocalisse 2:2-3)

La chiesa di Smirne:

Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana.

Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. (Apocalisse 2:9-10)

 

La chiesa di Pergamo:

Io conosco dove tu abiti, cioè là dov'è il trono di Satana; tuttavia tu rimani fedele al mio nome e non hai rinnegato la fede in me, neppure ai giorni di Antipa, il mio fedele testimone, fu ucciso fra voi, là dove Satana abita. (Apocalisse 2:13)

 

La chiesa di Tiatiri:

Io conosco le tue opere, il tuo amore, la tua fede, il tuo servizio, la tua costanza; so che le tue ultime opere sono più numerose delle prime. (Apocalisse 2:19)

 

La chiesa di Sardi:

Tuttavia a Sardi ci sono alcuni che non hanno contaminato le loro vesti; essi cammineranno con me in bianche vesti, perché ne sono degni. (Apocalisse 3:4)

 

La chiesa di Filadelfia:

"Io conosco le tue opere. Ecco, ti ho posto davanti una porta aperta, che nessuno può chiudere, perché, pur avendo poca forza, hai serbato la mia parola e non hai rinnegato il mio nome… …Siccome hai osservato la mia esortazione alla costanza, anch'io ti preserverò dall'ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra. (tratto da Apocalisse 3:8-10)

 

Vediamo quindi come la costanza e la perseveranza nel bene

sia una caratteristica che ci rende “graditi a Dio”.

 

4) Dio gradisce una persona non corrotta

 

Corrotta non significa solamente “integra moralmente”, ma più propriamente “completa, perfetta, che non si corrompe (in senso di vanità)… che dura in eterno… che ambisce alle cose che durano”… che non sia “lebbrosa” malattia che rappresenta per definizione la corruzione del peccato.

Dio ha creato l’uomo per vivere per sempre con Lui… il peccato lo ha fatto cadere nella corruzione… nella vanità… ma da questo stato Gesù Cristo ci ha redenti… ora, essendo stati rigenerati in Cristo Gesù in una nuova vita e in una nuova creazione, siamo chiamati non più a vivere nella corruzione, ma nella perfezione della nuova vita… nella nuova creazione!

Per questo Paolo scrive così:

Quindi, da ora in poi, noi non conosciamo più nessuno da un punto di vista umano; e se anche abbiamo conosciuto Cristo da un punto di vista umano, ora però non lo conosciamo più così.

Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove. (2 Corinzi 5:16-17)

 

Anche Pietro spiega questo:

Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza. (2 Pietro 1:4)

 

Raccogliamo quindi l’esortazione che Paolo rivolge ai nostri fratelli di Efeso, perchè questo è gradito a Dio:

Questo dunque io dico e attesto nel Signore: non comportatevi più come si comportano i pagani nella vanità dei loro pensieri, con l'intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di Dio, a motivo dell'ignoranza che è in loro, a motivo dell'indurimento del loro cuore… …avete imparato per quanto concerne la vostra condotta di prima a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l'uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità. (tratto da Efesini 4:17-24)

 

Per essere graditi a Dio bisogna quindi essere nuove creature non corruttibili ed aspirare alle cose non corruttibili!

 

5) Dio gradisce una persona che fa il bene

 L’uomo naturale nel suo peccato è assolutamente capace di fare il bene, come tutto il mondo fisico attuale:

Noi sappiamo che siamo da Dio, e che tutto il mondo giace sotto il potere del maligno. (1 Giovanni 5:19)

 

Paolo ha spiegato ampliamente come per l’uomo è impossibile concepire e fare il bene:

mentre eravamo nella carne, le passioni peccaminose, risvegliate dalla legge, agivano nelle nostre membra allo scopo di portare frutto per la morte (Romani 7:5)

 

io sono carnale, venduto schiavo al peccato.

Poiché, ciò che faccio, io non lo capisco: infatti non faccio quello che voglio, ma faccio quello che odio.

Ora, se faccio quello che non voglio, ammetto che la legge è buona; allora non sono più io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me.  Difatti, io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poiché in me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no.  Infatti il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio.  (Romani 7:14-19)

 

Ma, come dice Paolo:

Chi mi libererà da questo corpo di morte?

Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. (Romani 7:24-25)

 

Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio. (Colossesi 1:13)

 

E questa liberazione è avvenuta per mezzo del sacrificio di Cristo:

…sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri, ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia. (1 Pietro 1:18-19)

 

Se prima eravamo nelle condizioni di non far il bene a causa del nostro corpo corrotto e dedito al male… ora siamo stati creati in Cristo Gesù per praticare le buone opere che sono state da Dio preparate per noi (cfr Efesini 2:10)

 

Ed in forza di questo siamo chiamati ad offrire il nostro sacrificio di riconoscenza, rendendo (ovvero restituendo) a Dio un culto a lui gradito… …la nostra nuova vita in Cristo al Suo servizio:

Perciò anche noi, dal giorno che abbiamo saputo questo, non cessiamo di pregare per voi e di domandare che siate ricolmi della profonda conoscenza della volontà di Dio con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; fortificati in ogni cosa dalla sua gloriosa potenza, per essere sempre pazienti e perseveranti; ringraziando con gioia il Padre che vi ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce. (Colossesi 1:9-12)

 

Dio gradisce quindi chi fa il Bene secondo la Sua Volontà!

 

…questo è il vostro culto spirituale.

 Non si tratta di offrire a Dio un culto meramente rituale ed esterno… consistente in offerte di poco valore o comunque “corruttibili” spiritualmente.

Dio richiede da noi un culto di natura spirituale, i cui atti sono atti morali di servizio volontario procedenti da una mente rinnovata... tutta la nostra vita, tutto il nostro essere deve essere un culto!

Gli atti “formali” del culto esterno non hanno valore agli occhi di Dio se non come mezzo per alimentare e attivare il culto razionale, spirituale.

Ogni atto di culto che non scaturisce da una vera consacrazione di colui che lo offre è cristianamente illogico.

 

***

 Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.

 Se dunque gli atti “formali” del culto esterno non hanno valore agli occhi di Dio se non come mezzo per alimentare e attivare il culto razionale, spirituale.

Se dunque ogni atto di culto che non scaturisce da una vera consacrazione di colui che lo offre è cristianamente illogico.

Quale è la corretta attitudine che il cristiano deve seguire nella sua nuova attività consacrata a Dio?

 

Paolo ora ci indica:

 1) il modello che non si deve seguire

2) il modello che si deve seguire

3) lo scopo del modello

  

1) il modello che non si deve seguire

 

Non conformatevi a questo mondo…

 Letteralmente dovremmo leggere: non vi adattate alla figura di questo mondo...

La figura (σχημα) indica qualcosa di più esterno che la semplice forma (μορφη) ed anche qualcosa di più passeggero che sa di “moda”.

Paolo ci dice in questo passo che non dobbiamo adottare… fare nostri… i modi di questo secolo che di loro natura sono corrotti… imperfetti… indica proprio quell’andazzo di questo mondo che ogni credente viveva in qualche modo prima della sua conversione e che descrive anche nella lettera agli efesini:

Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli.

Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d'ira, come gli altri. (Efesini 2:1-3)

 

A questa figura non dobbiamo più conformarci… uniformarci… anzi non dobbiamo proprio più assomigliare… dobbiamo invece…

  

2) il modello che si deve seguire

 …ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente

 

Trasformatevi… la forma è passiva con senso riflesso, in modo da presentare un tipo di condotta, diverso da quello che il mondo offre.

I lineamenti di questa nuova fisionomia morale che si va formando gradatamente, sono determinati dalla volontà di Dio.

Essere resi conformi alla volontà di Dio… …ecco l'ideale umano secondo Dio, ma questa è la azione dello Spirito Santo nella mente rinnovata del credente:

E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione del Signore, che è lo Spirito. (2 Corinzi 3:18)

 

3) lo scopo del modello

 …affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.

 

L'idea contenuta nell’espressione “conosciate per esperienza” (attraverso delle prove concrete) è quella di una attitudine (sviluppata nelle prove) che porta a riconoscere, in un modo certo, quale è, in ogni singolo caso, la volontà di Dio… …distinguendola dalle false apparenze.

Non è sempre facile, anche per un cuore sinceramente consacrato, il discernere chiaramente quale è la volontà di Dio, soprattutto rispetto alle cose esterne della vita…

…solo una mente illuminata e rinnovata dallo Spirito Santo può riconoscere con certezza… …per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.

 

***

 CONCLUSIONE

 Quando un cristiano è rinnovato nella sua mente ed è, nella sua trasformazione, reso sempre più simile a Cristo, arriva ad approvare ed a desiderare per la sua vita la volontà di Dio e non la propria.

 Poi, dopo aver esperimentato gli effetti di tale processo, scopre che la volontà di Dio rappresenta ciò che è buono per Dio e per sè stessogradito a Dio ed a sè stessocompleto in ogni cosa per Dio e per sè stessoè tutto quello di cui egli ha bisogno!

 

Si, perché la volontà di Dio è Buona secondo la Bontà di Dio, perchè è la espressione di quanto è moralmente eccellente e conduce al vero bene dei Suoi figli.

 La volontà di Dio è Accettevole, ovvero gradita a Dio!

 La volontà di Dio è Perfetta, ovvero completa secondo il pensiero di Dio!

 Non le manca nulla… è esente da ogni difetto… è perfettamente indicata a modellare una vita umana compiuta, come ci vuole Gesù:

             Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste. (Matteo 5:48)

 

  Gianni Marinuzzi