La giustizia di Dio nella giustificazione:

 

La gioiosa esperienza della giustificazione

 

LETTERA di Paolo ai ROMANI 5:1-11

 

    

Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio; non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l'esperienza speranza.

Or la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato.

Infatti, mentre noi eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi.

Difficilmente uno morirebbe per un giusto; ma forse per una persona buona qualcuno avrebbe il coraggio di morire; Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di lui salvati dall'ira.

Se infatti, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo, tanto più ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita.

Non solo, ma ci gloriamo anche in Dio per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, mediante il quale abbiamo ora ottenuto la riconciliazione.

 

***

Dopo avere dimostrata la assoluta necessità di Giustizia che l’uomo non può ottenere in quanto sotto l’ira di Dio, Paolo rivela una Giustizia di Dio totalmente indipendente dalle opere dell’uomo e totalmente indipendente dalle opere prescritte dalla Legge.

 

Una Giustizia che aveva appena accennata nei preamboli della lettera:

…non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede; del Giudeo prima e poi del Greco; poiché in esso la giustizia di Dio è rivelata da fede a fede, com'è scritto: «Il giusto per fede vivrà». (Romani 1:16-17)

Di questa Giustizia, Paolo descrive:

A)   I suoi caratteri essenziali (Romani 3:21-26)

B)     I suoi rapporti con le altre dispensazioni divine (Romani 3:27 / 4:45)

C)   Il trionfo sul peccato (Romani 5)

 

***

GLI EFFETTI DELLA LA GIUSTIFICAZIONE IN CRISTO

L'Apostolo ha descritto nei brani precedenti la universale ed urgente necessità, nonché della impossibilità di ottenere con le proprie opere, una giustificazione valida davanti a Dio.

Successivamente ha dimostrato come l’Opera di Gesù Cristo sia intervenuta proprio per risolvere in modo miracoloso questa situazione.

Ora in un capitolo che parte come una celebrazione, descrive il trionfo sulle conseguenze della giustificazione ottenuta per fede sul peccato, sotto due aspetti fondamentali:

 

a.   Rispetto all'individuo (Romani 5;1-11).

La relazione dell’uomo giustificato con Dio è cambiata completamente; egli è ora riconciliato con Dio, gode di uno stato di Pace e vede l'avvenire glorioso presso di Lui.

 

b.   Rispetto all'umanità (Romani 12-21)

La relazione dell’umanità giustificata con Dio è anch’essa cambiata completamente, la famiglia spirituale è ora anch’essa  riconciliata con Dio, gode di uno stato di Pace e vede l'avvenire glorioso presso di Lui sotto forma di corpo spirituale.

Al posto del regno del peccato e della morte, troviamo in  Cristo il regno della grazia e della vita.

 

***

Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio; non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l'esperienza speranza.

 

Giustificati dunque per fede…

Le gioiose conseguenze che Paolo descriverà di seguito sono per chi rientra in questa categoria…

…per chi come Abramo ha creduto che le promesse di Dio, per quanto impossibili da pensare di realizzare con i propri mezzi, si realizzano in virtù della Sua Onnipotenza e Fedeltà dimostrata in Cristo…

…per chi come Davide realizza la solenne beatitudine del perdono dei peccati e della giustificazione davanti a Dio.

Quello che è importante realizzare che il tempo verbale usato in queste dichiarazioni da Paolo, è il participio passato… non è una aspettativa futura… futura sarà la manifestazione visibile… ma lo stato di giustificati… con tutte le conseguenze che ne derivano… è fin da ora!

 

…abbiamo pace con Dio…

Abbiamo visto che l’uomo caduto nel suo stato di peccato è sotto l’ira di Dio a causa dell’empietà e ingiustizia degli uomini e dell’azione di soffocamento della Verità con la loro ingiustizia:

L'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l'ingiustizia (Romani 1:18)

E Paolo definisce “figli d’ira” gli uomini nel loro stato “terreno”:

Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d'ira, come gli altri. (Efesini 2:3)

 

La Pace con Dio non la si può ottenere con i propri mezzi… …la si riceve da Lui… …è Lui che ce la da per mezzo di Gesù Cristo:

Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà.  (Giovanni 14:27)

 

Il giustificato si trova, fin da ora, in una situazione del tutto nuova e splendidamente benedetta: egli è entrato nello stato di grazia in virtù dell’Opera di Cristo per non uscirvi mai più in virtù della Sua fedeltà e della nostra fermezza in Lui.

La sua relazione con Dio è una relazione di pace, di riconciliazione, ottenuta mediante l'opera espiatoria garantita dalla risurrezione e dalla intercessione di Cristo, come scriverà l’apostolo nelle sue lettere:

Lui, infatti, è la nostra pace; lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo e ha abbattuto il muro di separazione abolendo nel suo corpo terreno la causa dell'inimicizia, la legge fatta di comandamenti in forma di precetti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo facendo la pace; e per riconciliarli tutti e due con Dio in un corpo unico mediante la sua croce, sulla quale fece morire la loro inimicizia.

Con la sua venuta ha annunciato la pace a voi che eravate lontani e la pace a quelli che erano vicini; perché per mezzo di lui gli uni e gli altri abbiamo accesso al Padre in un medesimo Spirito. (Efesini 2:14-18)

 

Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli.

E voi, che un tempo eravate estranei e nemici a causa dei vostri pensieri e delle vostre opere malvagie, ora Dio vi ha riconciliati nel corpo della carne di lui, per mezzo della sua morte, per farvi comparire davanti a sé santi, senza difetto e irreprensibili, se appunto perseverate nella fede, fondati e saldi e senza lasciarvi smuovere dalla speranza del vangelo che avete ascoltato, il quale è stato predicato a ogni creatura sotto il cielo e di cui io, Paolo, sono diventato servitore. (Colossesi 1:20-23)

 

Dobbiamo sempre ricordarci che in Cristo abbiamo Pace con Dio!

 

…per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore…

Ora in virtù dell’Opera di giustificazione compiuta da Cristo, e solo per mezzo di Lui, chiunque crede e si riposa in Lui, vive nella Verità e nella Grazia di Dio e gode della Sua Pace, ricordiamoci di cosa dice Giovanni e cosa ha dichiarato Gesù stesso:

Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo. (Giovanni 1:17)

 

Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà.

Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti. (Giovanni 14:27)

 

…mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l'accesso a questa grazia…

Mentre prima ogni uomo era sotto l'ira di Dio e quindi destinato ad una terribile fine… …in Cristo, e solo per mezzo di Lui, il giustificato può ora varcare la soglia della Grazia con esultante sicurezza…

…ma solo ed esclusivamente per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante Lui, perché come scrive Paolo a Timoteo:

Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti; (1 Timoteo 2:5-6)

 

Il nemico è un esperto nel confondere… è uno specialista nei far deviare dalla retta via per sentieri tortuosi che non fanno che smarrire chi li percorre… e propone un numero infinito di “mediatori” al fine di non far giungere la creatura al Creatore… anche per questo è chiamato diavolo (che si infrappone fra i due)… sfruttando anche gli affetti più familiari ed innoqui (la madre di Gesù), i sentimenti (i defunti), la religiosità (i santi), ogni cosa (la creazione stessa)… tutto va bene… eccetto riconoscere l’Unico Mediatore… questa è l’opera e l’attività dell’anti-Cristo!

 

Quindi dobbiamo chiaramente dichiarare che al di fuori di questo Grande Mediatore, la condizione dell’uomo naturale… …è disperata!

Per quanto sia affascinante… …”buono”… …”bello”… …”desiderabile per acquistare conoscenza”… …è una menzogna come quella detta nel principio:

Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il SIGNORE aveva fatti. Esso disse alla donna: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?»

La donna rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"».

Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male».

La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò. (Genesi 3:1-6)

 

L'accesso a questa grazia lo si ha solo per fede in Gesù Cristo … non c’è un’altra possibilità… è una Grazia non è un merito… una ricompensa… una retribuzione… una compensazione rispetto a sofferenze subite… malattie… allontaniamo quindi da noi ogni pensiero iniqui che svilisca la Grazia di Dio!

 

…nella quale stiamo fermi; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio…

Paolo scrive qui che l’accesso alla Grazia di Dio è l’Opera che Gesù Cristo ha compiuto per noi… e noi dobbiamo stare fermi… ovvero non muoverci da quella posizione… perché il rischio è quello che Paolo rimprovera ai fratelli della Galazia, che una volta afferrata la Grazia di Dio per fede, volevano poi rimettersi sotto il giogo di regole finalizzate a diventare perfetti con la carne e pertanto vantarsi di una “impossibile e folle” giustificazione per mezzo delle opere della Legge:

Voi che volete essere giustificati dalla legge, siete separati da Cristo; siete scaduti dalla grazia. (Galati 5:4)

 

Il gloriarsi contiene l'idea di una gioia trionfante conseguente ad una cosa acquisita, per questo Pietro scrive:

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile. Essa è conservata in cielo per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la salvezza che sta per essere rivelata negli ultimi tempi.

Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell'oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo.

Benché non l'abbiate visto, voi lo amate; credendo in lui, benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa, ottenendo il fine della fede: la salvezza delle anime. (1 Pietro 1:3-9)

 

La sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù.

Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza.  (2 Pietro 1:3-4)

 

Se il gloriarsi del giudeo nella Legge è escluso (cfr Romani 3:27)… è più che giustificato per colui che è in Cristo!

 

Dobbiamo sempre ricordarci che in Cristo abbiamo ottenuto

una meravigliosa Grazia e con Essa l’accesso alla Eredità celeste!

 

…non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l'esperienza speranza.

La ragione di questa esultanza è la speranza certa che il giustificato ha di avere parte un giorno a quella gloria che Dio possiede e di cui vuol rendere partecipi tutti i redenti, anche se essi sono soggetti ora ad un combattimento spirituale salutare che ci prepara e ci edifica, come ci scrivono gli autori delle lettere apostoliche:

Infatti io ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che dev'essere manifestata a nostro riguardo. (Romani 8:18)

 

Voi siete testimoni, e Dio lo è pure, del modo santo, giusto e irreprensibile con cui ci siamo comportati verso di voi che credete; sapete pure che, come fa un padre con i suoi figli, abbiamo esortato, confortato e scongiurato ciascuno di voi a comportarsi in modo degno di Dio, che vi chiama al suo regno e alla sua gloria. (1 Tessalonicesi 2:12)

 

Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell'oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo.   (1 Pietro 1:6-7)

 

La sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù.

Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza.

Voi, per questa stessa ragione, mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza l'autocontrollo; all'autocontrollo la pazienza; alla pazienza la pietà; alla pietà l'affetto fraterno; e all'affetto fraterno l'amore.

Perché se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né pigri, né sterili nella conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo.

Ma colui che non ha queste cose, è cieco oppure miope, avendo dimenticato di essere stato purificato dei suoi vecchi peccati.

Perciò, fratelli, impegnatevi sempre di più a render sicura la vostra vocazione ed elezione; perché, così facendo, non inciamperete mai.

In questo modo infatti vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. (2 Pietro 1:3-11)

 

Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo.

Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è.

E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com'egli è puro. (1 Giovanni 3:2-3)

 

Le afflizioni, sotto ogni forma, dalla persecuzione alla disciplina cristiana, il giustificato le vive come un mezzo per rendere sempre più viva la sua Speranza, perché sa che l'afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l'esperienza speranza.

Per questo troviamo i seguenti insegnamenti:

Infatti, voi simpatizzaste con i carcerati e accettaste con gioia la ruberia dei vostri beni, sapendo di possedere una ricchezza migliore e duratura.

Non abbandonate la vostra franchezza che ha una grande ricompensa!

Infatti avete bisogno di costanza, affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate quello che vi è stato promesso. Perché: «Ancora un brevissimo tempo e colui che deve venire verrà e non tarderà; ma il mio giusto per fede vivrà; e se si tira indietro, l'anima mia non lo gradisce».

Ora, noi non siamo di quelli che si tirano indietro a loro perdizione, ma di quelli che hanno fede per ottenere la vita. (Ebrei 10:34-39)

 

Certa è quest'affermazione: se siamo morti con lui, con lui anche vivremo; se abbiamo costanza, con lui anche regneremo; se lo rinnegheremo anch'egli ci rinnegherà; se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso. (2 Timoteo 2:11-13)

 

Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza.

E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti. (Giacomo 1:2-4)

 

Crescendo nell'esperienza cristiana, cresce il sentimento della fedeltà e dell'amore di Dio e in esso diventa più forte la Speranza intravedendo il prossimo giusto giudizio di Dio e l’avvicinarsi dell’eredità promessa:

Questa è una prova del giusto giudizio di Dio, perché siate riconosciuti degni del regno di Dio, per il quale anche soffrite.

Poiché è giusto da parte di Dio rendere a quelli che vi affliggono, afflizione; e a voi che siete afflitti, riposo con noi, quando il Signore Gesù apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Dio, e di coloro che non ubbidiscono al vangelo del nostro Signore Gesù.

Essi saranno puniti di eterna rovina, respinti dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza, quando verrà per essere in quel giorno glorificato nei suoi santi e ammirato in tutti quelli che hanno creduto, perché la nostra testimonianza in mezzo a voi è stata creduta. (2 Tessalonicesi 1:5-10)

 

Gesù sul monte insegnava così:

Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli.

Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia.

Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi. (Matteo 5:10-12)

 

Giacomo ci conforta:

Beato l'uomo che sopporta la prova; perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che lo amano. (Giacomo 1:12)

 

La beatitudine di cui parla Giacomo è quella che un cristiano raggiunge grazie proprio all’afflizione, che conduce alla pazienza (fermezza), ovvero la capacità di resistere sotto il peso delle difficoltà, lo rende più “solido”, “temprato”.

Soltanto un cristiano che ha incontrato l’afflizione sviluppa la fermezza che poi produce esperienza che a sua volta porta alla Speranza (vale a dire la fiducia). 

 

***

Or la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato.

La Speranza cristiana non è come le speranze di questo mondo.

La differenza sostanziale è nella stessa natura delle due speranze, quella di questo mondo è limitata, soggetta alle condizioni interne ed esterne, intrinseche ed estrinseche… la Speranza di Dio trova in Lui stesso la garanzia, Egli è Eterno, Immutabile, Onnipotente, Fedele, non si affatica e non si stanca, non è influenzabile da niente e da nessuno… è una Speranza Ferma, Certa, Garantita!

Questa Speranza, fondata in Dio è garantita dalle sue promesse e dall'opera passata e presente di Cristo, la Speranza cristiana non è di quelle che “il vento può disperdere”.

Ed il giustificato ne ha l'intima certezza perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato.

Se la Grazia e la Verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo, l’Amore di Dio è venuto in noi per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato… per questo:

 

- Egli è chiamato da Gesù “il Consolatore”, come portatore di un amore “familiare”:

Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi.

Non vi lascerò orfani; tornerò da voi.

Ancora un po', e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete.  In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me e io in voi.  (Giovanni 14:15-20)

 

Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. (Giovanni 14:25-26)

 

Paolo scriverà più avanti:

infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio.

E voi non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: «Abbà! Padre!»

Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio.  (Romani 8:14-16)

 

***

Infatti, mentre noi eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi.

Difficilmente uno morirebbe per un giusto; ma forse per una persona buona qualcuno avrebbe il coraggio di morire; Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

 

Infatti, mentre noi eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi…

L’essere senza forza, è una immagine eloquente circa la nostra totale impossibilità di reazione al male, Paolo, scrivendo agli efesini parla di seguire l’andazzo di questo mondo… proprio come una corrente alla quale l’uomo naturale è incapace di opporsi:

seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli. (Efesini 2:2)

 

L’uomo rigenerato in Cristo non è più senza forza… incapace di opporsi, di rendersi conto del proprio stato… …ora rigenerato in Cristo ha una mente rinnovata che rinnega il proprio peccato e combatte con la propria carne:

mentre eravamo nella carne, le passioni peccaminose, risvegliate dalla legge, agivano nelle nostre membra allo scopo di portare frutto per la morte; ma ora siamo stati sciolti dai legami della legge, essendo morti a quella che ci teneva soggetti, per servire nel nuovo regime dello Spirito e non in quello vecchio della lettera…

ciò che faccio, io non lo capisco: infatti non faccio quello che voglio, ma faccio quello che odio.

Ora, se faccio quello che non voglio, ammetto che la legge è buona; allora non sono più io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me.

Difatti, io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poiché in me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no.

Infatti il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio.

Ora, se io faccio ciò che non voglio, non sono più io che lo compio, ma è il peccato che abita in me.

Mi trovo dunque sotto questa legge: quando voglio fare il bene, il male si trova in me.

Infatti io mi compiaccio della legge di Dio, secondo l'uomo interiore, ma vedo un'altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e mi rende prigioniero della legge del peccato che è nelle mie membra. (Tratto da Romani 7:5-23)

 

Paolo ci illustra come la certezza della Speranza cristiana è fondamentalmente basata sull’amore di Dio, un amore che se ci è stato dimostrato con il dono di Cristo morto per gli empi, in condizioni estremamente ostili, come quella in cui si trova l’uomo naturale… …tanto più ora ne possiamo avere una logica Speranza basata sul medesimo amore in condizioni di giustificazione!

 

Dio ha infatti mostrato il Suo Amore:

- a favore di gente che non Lo riconosceva come Dio, né Lo glorificava o Lo ringraziava, di persone che Lui stesso aveva abbandonato ai loro vani pensieri…(cfr Romani 1:18-25)

- a favore di gente che nonostante avesse avuto la conoscenza della Legge e della Volontà di Dio, non Lo riconosceva come Dio, né Lo glorificava o Lo ringraziava avendolo disconosciuto in favore della loro tradizione religiosa ipocrita e pertanto anch’esse abbandonate ai loro vani pensieri…(cfr Romani 2:17 / 3:8)

 

...per queste persone Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.

Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. (Giovanni 3:16-17)

Di questo Amore, l’uomo ne è incapace, in quanto difficilmente uno morirebbe per un giusto; ma forse per una persona buona qualcuno avrebbe il coraggio di morire; Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

 

La morte di Cristo rivela tutta la grandezza dell'amore di Dio.

 

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Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di lui salvati dall'ira.

Se infatti, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo, tanto più ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita.

 

Se dunque Dio è stato capace di tanto Amore… tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di lui salvati dall'ira.

Se infatti, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo, tanto più ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita.

Perché l’ira di Dio è ancora sugli uomini ribelli, che oggi, dopo la manifestazione di Cristo, si rivela nel rifiuto del dono di Dio e questa ira, certa e garantita come tutte le promesse di Dio, è pronta a divampare (cfr Salmo 2), come diceva anche Gesù:

Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire l'ira futura? (Matteo 3:7)

 

Ira di cui anche lo stesso Paolo parla e dalla quale possiamo sfuggire solo grazie alla liberazione di Gesù:

Infatti da voi la parola del Signore ha echeggiato non soltanto nella Macedonia e nell'Acaia, ma anzi la fama della fede che avete in Dio si è sparsa in ogni luogo, di modo che non abbiamo bisogno di parlarne; perché essi stessi raccontano quale sia stata la nostra venuta fra voi, e come vi siete convertiti dagl'idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero, e per aspettare dai cieli il Figlio suo che egli ha risuscitato dai morti; cioè, Gesù che ci libera dall'ira imminente. (1 Tessalonicesi 1:8-10)

 

Ma tanto più ora, che siamo parte di Lui, la Sua sposa, Egli vive sempre per intercedere per noi:

Egli invece, poiché rimane in eterno, ha un sacerdozio che non si trasmette.

Perciò egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro. (Ebrei 7:24-25)

 

Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. (1 Giovanni 2:1)

 

Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?

Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. Chi li condannerà?

Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi. (Romani 8:32-34)

 

Come potrebbero quindi essere ancora oggetto dell'ira di Dio coloro che sono stati giustificati in virtù di un così Grande ed Amorevole sacrificio e per i quali intercede un altrettanto Amorevole Mediatore?

Paolo dichiara qui che in Cristo (e solo in Lui), noi:

- siamo giustificati per il Suo sangue;

- saremo per mezzo di Lui salvati dall’ira;

- siamo riconciliati con Lui.

 

Viviamo le meraviglie di Dio nei tempi giusti e restiamo fiduciosi nelle Sue Promesse!

Pertanto non solo abbiamo la certezza che non siamo più l’oggetto dell’ira di Dio e siamo diventati amici di Dio… …i Suoi Figli… …e saremo quindi sicuramente liberati dalla Sua imminente Santa Ira… … ma per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, ci gloriamo anche in Dio stesso; poichè l'opera del suo Figlio e la testimonianza del suo Spirito ci attestano che il Padre stesso ci ama del medesimo Amore.

Ormai nessuna barriera più ci separa, ora che abbiam ricevuta, per mezzo di Cristo, la riconciliazione con Lui, possiamo esultare in Dio come nel nostro Dio e nel nostro Padre, abbandonandoci nelle braccia, del Suo Amore, che vorrà coronarci della gloria che già risplende in Gesù.

 

***

Non solo, ma ci gloriamo anche in Dio per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, mediante il quale abbiamo ora ottenuto la riconciliazione.

 

Tornando al concetto del gloriarsi… riteniamo valida questa Verità ed acquisiamone tutti gli effetti… gloriamoci… vantiamoci in Essa!

Questa è la Riconciliazione con Dio, quello stato di pace e di profonda amicizia che parte da un precedente stato di  inguaribile inimicizia tra le parti.

 

***

CONCLUSIONE

 

L’opera di Gesù Cristo nel credente è un’opera di trasformazione totale del suo stato e delle sue prospettive:

Egli era nemico di Dio…                         …ora è amico di Dio

Egli era destinato all’ira di Dio…         ….ora è destinato alla Gloria di Dio

Egli odiava Dio ed era ribelle a Dio… …ora ha lo stesso Spirito con Dio e vuole seguirLo

Egli era abominevole a Dio…             …ora gli è gradito grazie al Sacrificio propiziatorio

 Egli era lontano da Dio…                    …ora è riconciliato con Dio

 Egli non ringraziava e non glorificava Dio… …ora la sua vita è alla Gloria di Dio e Lo ringrazia del continuo

 

Ma tutto questo non è opera d’uomo…    è l’opera dell’Unico Grande Mediatore: Gesù Cristo!

 

 Gianni Marinuzzi