La giustizia di Dio nella giustificazione:

 

Le basi della santificazione

 

LETTERA di Paolo ai ROMANI  6:1-4

 

     

Introduzione

 

Fino a questo momento Paolo ha spiegato come l’uomo da essere la creatura di Dio destinata a governare il creato, con la Sua autorità, sia invece (a motivo della ribellione e del peccato) caduto sotto l’ira di Dio che si manifesta nell’abbandono alla propria mente perversa e con le conseguenze disonorevoli di se stesso e di rovina per tutta la creazione.

Successivamente ha descritto come Dio abbia preparato il riscatto della vita dell’uomo caduto sotto il dominio e la proprietà di satana e come questo atto di giustificazione sia disponibile in modo universale per chiunque lo afferra per fede.

Per l’uomo che per fede ottiene la giustificazione cambia completamente il suo destino, la sua dignità, la sua posizione davanti a Dio, Egli diventa l’oggetto di tutte le benedizioni che Dio ha preparato in Cristo Gesù, avviene per lui quello che Eliù descriveva a Giobbe (che si riteneva più giusto di Dio):

Ma se, presso di lui, c'è un angelo, un interprete, uno solo tra i mille, che mostri all'uomo il suo dovere, Dio ha pietà di lui e dice: "Risparmialo, che non scenda nella fossa! Ho trovato il suo riscatto".

Allora la sua carne diviene più fresca di quella di un bimbo; egli torna ai giorni della sua giovinezza; implora Dio, e Dio gli è propizio; gli dà di contemplare il suo volto con gioia e lo considera di nuovo come giusto.

Ed egli canterà tra la gente e dirà: "Avevo peccato, pervertito la giustizia, e non sono stato punito come meritavo. Dio ha riscattato l'anima mia dalla fossa, e la mia vita si schiude alla luce!"  (Giobbe 33:23-28)

 

Nei primi cinque capitoli, Paolo ha quindi mostrato come il Vangelo sia effettivamente è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede; del Giudeo prima e poi del Greco (cfr Romani 1:16) in quanto ci rivela come il peccatore può essere, per la fede in Cristo, liberato dall'ira e giustificato.

Ma la liberazione dalla colpa del peccato non è la salvezza completa, egli dimostrerà ora (nei capitoli 6-8) come il Vangelo sia ancora potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede; del Giudeo prima e poi del Greco, in quanto esso assicura, a chi crede in Cristo, la completa vittoria sul peccato e la conformità con Gesù Cristo elevato nella gloria per mezzo della santificazione.

La giustificazione che Dio ha provveduto comprende molto di più che la semplice dichiarazione di giustizia per i credenti sulla base della fede.

La presenza dello Spirito Santo rivela la presenza di una nuova vita… …di una nuova mente… …di un nuovo modo di pensare e di condursi… …un nuovo modello di vita dettato non più dallo “spirito di questo mondo” ma dallo Spirito Santo… …da Dio stesso… …questa è l’opera della Santificazione!

La santificazione con la conseguente glorificazione, la trasformazione del credente all'immagine di Cristo è il compimento della salvezza a cui il credente preconosciuto è predestinato (cfr Romani 8:29) di cui la giustificazione è il principio, il fondamento.

Il mezzo di questa trasformazione è l'unione con Cristo creata dalla fede.

 

Come dalla solidarietà con il primo Adamo è derivata a noi, non solo la colpa ma anche l’infermità morale che si manifesta con le opere della carne, così dalla solidarietà del credente con il secondo Adamo deriva nell’uomo rigenerato, non solo la giustificazione, ma anche una nuova potenza di vita spirituale che trionfa sulla debolezza della carne.

Chi è in Cristo è non solo giustificato, ma è una nuova creatura (fa parte della nuova creazione):

Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.

E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione.

(2 Corinzi 5:17-18)

 

In Cristo noi abbiamo non soltanto Sapienza e Giustizia, ma anche Santificazione e Redenzione totale:

Ed è grazie a lui che voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione; affinché, com'è scritto: «Chi si vanta, si vanti nel Signore»  (1 Corinzi 1:30-31)

 

Nella fede in Gesù Cristo la giustificazione e la santificazione sono le due facce della stessa medaglia… non ci può essere una se non c’è l’altra.

I miracoli di Gesù insegnavano proprio questo, infatti egli diceva:

Gesù, entrato in una barca, passò all'altra riva e venne nella sua città.

Ed ecco gli portarono un paralitico disteso sopra un letto. Gesù, veduta la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, coraggio, i tuoi peccati ti sono perdonati».

Ed ecco alcuni scribi pensarono dentro di sé: «Costui bestemmia».

Ma Gesù, conosciuti i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nei vostri cuori? Infatti, che cos'è più facile, dire: "I tuoi peccati ti sono perdonati" o dire: "Àlzati e cammina"?

Ma, affinché sappiate che il Figlio dell'uomo ha sulla terra autorità di perdonare i peccati, àlzati», disse allora al paralitico, «prendi il tuo letto e va' a casa tua».

Ed egli si alzò e se ne andò a casa sua.   (Matteo 9:1-7)

 

 

Per questo anche Paolo dichiara mirabilmente le quattro fasi dell’opera di Dio in noi:

Ma ora, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, avete per frutto la vostra santificazione e per fine la vita eterna

(Romani 6:22)

 1) liberazione dal peccato

  2) fatti servi di Dio

   3) per la santificazione

   4) in vista della Vita eterna

 

E scrive ancora:

Ed è grazie a lui che voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione..

(1 Corinzi 1:30)

E noi siamo chiamati ad “entrare” in tutto questo… …santificazione compresa, che consiste nella purificazione da ogni contaminazione di carne e di spirito:

Poiché abbiamo queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni contaminazione di carne e di spirito, compiendo la nostra santificazione nel timore di Dio (2 Corinzi 7:1)

 Infatti Dio ci ha chiamati non a impurità, ma a santificazione. (1 Tessalonicesi 4:7)

 

Accogliamo quindi con serietà l’appello dell’autore alla lettera agli ebrei:

Impegnatevi a cercare la pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore.  (Ebrei 12:14)

 

Il contrasto in cui si muove qui il pensiero dell'apostolo non è quindi più, come nella prima parte, quello della condanna e della giustificazione, ma quello del peccato e della santità.

 

Possiamo quindi suddividere questa parte della lettera in sei sezioni:

 a) Le basi della santificazione - Romani 6:1-4

b) Come avviene la santificazione - Romani 6:5-23

c) Il conflitto nella santificazione - Romani 7

d) La potenza nella santificazione – Romani 8:1-17

e) Lo scopo della santificazione – Romani 8:18-27

f) La certezza nella santificazione – Romani 8:28-39

 

***

 

LE BASI DELLA SANTIFICAZIONE

 

Che diremo dunque?

Rimarremo forse nel peccato affinché la grazia abbondi?

No di certo! Noi che siamo morti al peccato, come vivremmo ancora in esso?

O ignorate forse che tutti noi, che siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?

Siamo dunque stati sepolti con lui mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è stato risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita.

 

***

Che diremo dunque?

Rimarremo forse nel peccato affinché la grazia abbondi?

 

Un uomo che stava soffocando nelle sabbie mobili ed ha trovato chi lo ha afferrato, gli ha dato un solido appoggio per uscirne, che gli da la sua forza per sollevarsi dalla melma… …vorrà ancora rimanere in quello stato? Si troverà a suo agio in quella situazione?

A meno che non sia un folle… …si direbbe proprio di no!

E la follia del suo ragionamento Paolo la descrive in questa domanda:

 

Rimarremo forse nel peccato affinché la grazia abbondi?

Rimarremo… …sta ad indicare, per il credente, uno stato di “partenza”… …dal quale siamo stati liberati… …un carcerato che ha ottenuto la grazia… …rimarrà ancora in carcere?

Rimanere nel peccato… …vuole dire restare nello stato di quando pur avendo conosciuto Dio, non l’ha glorificato come Dio, ma si è dato a vani ragionamenti che lo hanno portato a farsi un dio a propria immagine e somiglianza… (cfr Romani 1:20-23)

Vogliamo ancora rimanere nel peccato in cui siamo vissuti fino alla nostra conversione a Cristo, e ciò affinchè la grazia abbondi? E’ veramente questo il nostro desiderio?

Con questa domanda l'Apostolo accenna all'obiezione che veniva fatta da alcuni giudei che traviavano i suoi discorsi e lo calunniavano in tal senso:

Ma se la nostra ingiustizia fa risaltare la giustizia di Dio, che diremo?

Che Dio è ingiusto quando dà corso alla sua ira? (Parlo alla maniera degli uomini.)

No di certo! Perché, altrimenti, come potrà Dio giudicare il mondo?

Ma se per la mia menzogna la verità di Dio sovrabbonda a sua gloria, perché sono ancora giudicato come peccatore?

Perché non «facciamo il male affinché ne venga il bene», come da taluni siamo calunniosamente accusati di dire? La condanna di costoro è giusta.  (Romani 3:5-8)

 

Questa accusa è ancora mossa oggi da parte di coloro che paragonano i credenti, discepoli di Cristo a coloro che superficialmente si avvicinano alla Grazia di Dio e che abusano della libertà cristiana, ma Paolo respinge questa accusa mostrando come la fede che unisce il credente a Cristo implichi un morire al peccato e un risuscitare a vita nuova.

Possiamo vedere in altri passi della Scrittura come questa tesi era sostenuta e combattuta, già nei primi anni della Chiesa:

Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un'occasione per vivere secondo la carne, ma per mezzo dell'amore servite gli uni agli altri…  (Galati 5:13)

 

Siate sottomessi, per amor del Signore, a ogni umana istituzione: al re, come al sovrano; ai governatori, come mandati da lui per punire i malfattori e per dare lode a quelli che fanno il bene.

Perché questa è la volontà di Dio: che, facendo il bene, turiate la bocca all'ignoranza degli uomini stolti.

Fate questo come uomini liberi, che non si servono della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servi di Dio.

(1 Pietro 2:13-16)

 

Carissimi, avendo un gran desiderio di scrivervi della nostra comune salvezza, mi sono trovato costretto a farlo per esortarvi a combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre.

Perché si sono infiltrati fra di voi certi uomini (per i quali già da tempo è scritta questa condanna); empi che volgono in dissolutezza la grazia del nostro Dio e negano il nostro unico Padrone e Signore Gesù Cristo.  (Giuda 3-4)

 

A che serve, fratelli miei, se uno dice di aver fede ma non ha opere?

Può la fede salvarlo?

Se un fratello o una sorella non hanno vestiti e mancano del cibo quotidiano, e uno di voi dice loro: «Andate in pace, scaldatevi e saziatevi», ma non date loro le cose necessarie al corpo, a che cosa serve?

Così è della fede; se non ha opere, è per se stessa morta.

Anzi uno piuttosto dirà: «Tu hai la fede, e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le tue opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede».

Tu credi che c'è un solo Dio, e fai bene; anche i demòni lo credono e tremano.

Insensato! Vuoi renderti conto che la fede senza le opere non ha valore?  (Giacomo 2:14-20)

 

Ma questa domanda di Paolo è posta anche a chiarire un concetto alquanto contorto che può nascere nella mente dell’uomo che pur avendo creduto è sopraffatto dalla sua carnalità (immaturità):

L’abbondanza della Grazia di Dio mi spinge a esperimentare sempre più il peccato per poter godere sempre più della Sua ricchezza e dei Suoi benefici!

 

E’ un ragionamento folle ma ha una sua logica, per questo Paolo ne parla subito all’inizio dell’insegnamento circa la santificazione, per tagliare ogni sua radice in partenza.

Per rispondere a questo concetto, Paolo usa la figura della morte.

I cristiani infatti sono morti al peccato:

infatti colui che è morto è libero dal peccato (Romani 6:7)

non prestate le vostre membra al peccato, come strumenti d'iniquità…  (Romani 6:11)

infatti il peccato non avrà più potere su di voi…  (Romani 6:14)

 

ovvero che al momento della conversione sono effettivamente stati separati da esso… …separati… …non estinti:

- essi sono stati liberati dal peccato

- essi sono liberi di non prestare più le loro membra al peccato

- il peccato non ha più potere su di loro

 

Quindi la morte spirituale che sperimentiamo su questa terra è la separazione dalla potenza del peccato e non l’estinzione del peccato stesso… quando avremo rivestito un corpo fisico senza peccato… saremo estinti al peccato!

Ma un cristiano che è stato liberato dalla potenza del peccato… come potrà ancora avere il desiderio di vivere nel peccato e pertanto vivere sotto il suo dominio?

E’ importante notare come Paolo usa i verbi circa la realtà della liberazione dal peccato al passato (siamo morti)… è cosa ottenuta… usa invece il verbo al futuro anteriore circa la conduzione della nostra vita presente e immediatamente futura (rimarremmo vivremmo).

 

***

No di certo! Noi che siamo morti al peccato, come vivremmo ancora in esso?

La risposta di Paolo è perentoria: No di certo!

Non lascia spazio a discorsi di alcun genere!

Egli aveva già scritto:

Ma quanto a me, non sia mai che io mi vanti di altro che della croce del nostro Signore Gesù Cristo, mediante la quale il mondo, per me, è stato crocifisso e io sono stato crocifisso per il mondo.  (Galati 6:14)

 

Guardate l'Israele secondo la carne: quelli che mangiano i sacrifici non hanno forse comunione con l'altare? Che cosa sto dicendo? Che la carne sacrificata agli idoli sia qualcosa? Che un idolo sia qualcosa?

Tutt'altro; io dico che le carni che i pagani sacrificano, le sacrificano ai demòni e non a Dio; ora io non voglio che abbiate comunione con i demòni.

Voi non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; voi non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni.

O vogliamo forse provocare il Signore a gelosia? Siamo noi più forti di lui?

Ogni cosa è lecita, ma non ogni cosa è utile; ogni cosa è lecita, ma non ogni cosa edifica.  (1 Corinzi 10:18-23)

 

Morire al peccato è un rompere con esso in modo decisivo, Pietro è anch’egli deciso:

Egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce, affinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e mediante le sue lividure siete stati guariti.

Poiché eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime  (1 Pietro 2:24-25)

 

Chi e morto al peccato è divenuto insensibile al suo fascino e non ha più nulla da condividere con esso.

La morte ha rotto il legame che lo teneva legato ad esso, come uno schiavo al suo padrone.

Ma questa morte si effettua in realtà gradualmente perchè i cristiani sono esortati a far morire gli atti del corpo:

Così dunque, fratelli, non siamo debitori alla carne per vivere secondo la carne; perché se vivete secondo la carne voi morrete; ma se mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete; infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio.  (Romani 8:12-14)

 

Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria.

Per queste cose viene l'ira di Dio sugli uomini ribelli.

E così camminaste un tempo anche voi, quando vivevate in esse.

Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, malignità, calunnia; e non vi escano di bocca parole oscene.

Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell'uomo vecchio con le sue opere e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l'ha creato.    (Colossesi 3:5-10)

 

Il continuare a vivere nel peccato è quindi una impossibilità spirituale e morale per chi è unito a Cristo.

Per questo Giovanni scrive:

Chiunque commette il peccato trasgredisce la legge: il peccato è la violazione della legge. Ma voi sapete che egli è stato manifestato per togliere i peccati; e in lui non c'è peccato.

Chiunque rimane in lui non persiste nel peccare; chiunque persiste nel peccare non l'ha visto, né conosciuto.

Figlioli, nessuno vi seduca. Chi pratica la giustizia è giusto, com'egli è giusto.

Colui che persiste nel commettere il peccato proviene dal diavolo, perché il diavolo pecca fin da principio.

Per questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo.

Chiunque è nato da Dio non persiste nel commettere peccato, perché il seme divino rimane in lui, e non può persistere nel peccare perché è nato da Dio.

In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio; come pure chi non ama suo fratello (1 Giovanni 3:4-10)

 

Noi sappiamo che chiunque è nato da Dio non persiste nel peccare; ma colui che nacque da Dio lo protegge, e il maligno non lo tocca. (1 Giovanni 5:18)

 

***

O ignorate forse che tutti noi, che siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?

L’ignoranza è la caratteristica di chi vive nelle tenebre… di chi è simile all’adultera (esempio che Paolo porterà avanti in questa spiegazione):

…le labbra dell'adultera stillano miele, la sua bocca è più morbida dell'olio; ma la fine a cui conduce è amara come l'assenzio, è affilata come una spada a doppio taglio.

I suoi piedi scendono alla morte, i suoi passi portano al soggiorno dei morti.

Lungi dal prendere il sentiero della vita, le sue vie sono sbagliate, e non sa dove va (Proverbi 5:3-6)

 

Dio ha sempre dato insegnamenti e conoscenza, perché conosce bene gli effetti che essa procura:

perché l'uomo conosca la saggezza, l'istruzione e comprenda i detti sensati; perché riceva istruzione sul buon senso, la giustizia, l'equità, la rettitudine; per dare accorgimento ai semplici e conoscenza e riflessione al giovane.

Il saggio ascolterà e accrescerà il suo sapere; l'uomo intelligente ne otterrà buone direttive…  (Proverbi 1:2-5)

 

Ogni uomo accorto agisce con conoscenza, ma l'insensato fa sfoggio di follia.  (Proverbi 13:16)

 

Anche uno zelo per le cose buone, non condotto da una buona conoscenza, è vano:

Lo zelo senza conoscenza non è cosa buona; chi cammina in fretta sbaglia strada.  (Proverbi 19:2)

 

Ed il popolo di Israele ci insegna che nonostante fosse il depositario degli oracoli di Dio, non li conosceva profondamente… …ne aveva appreso solo gli aspetti formali che magari seguiva con zelo, ed il profeta Osea, parlando da parte di Dio, disse:

Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza.  (Osea 4:6)

 

E Paolo riconosce in loro questa virtù e questo problema:

Io rendo loro testimonianza infatti che hanno zelo per Dio, ma zelo senza conoscenza.  (Romani 10:2)

 

Il dono di Dio per coloro che Lo hanno ricevuto, è un dono che ci dà la Conoscenza… in Lui abbiamo veramente tutto:

Io ringrazio sempre il mio Dio per voi, per la grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù; perché in lui siete stati arricchiti di ogni cosa, di ogni dono di parola e di ogni conoscenza, essendo stata confermata tra di voi la testimonianza di Cristo; in modo che non mancate di alcun dono, mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo.  (1 Corinzi 1:4-7)

…ma dobbiamo impegnarci ed applicarla correttamente (cfr 1 Corinzi 8:1-10).

Dobbiamo quindi applicarci alla Conoscenza… non trascurarla… è un dono di Dio!

Facciamone buon uso!

Tornando all’esempio che porta Paolo, che siamo chiamati a non ignorare,  Gesù ha dato un preciso mandato circa il battesimo e la impartizione di precisi insegnamenti:

Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate.

Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente  (Matteo 28:19-20)

 

Gli apostoli hanno svolto questo mandato in Cristo il quale è anche segno dell’essere rivestiti di Cristo, ed hanno lasciato anch’essi delle testimonianze ed istruzioni a riguardo: 

Ma ora che la fede è venuta, non siamo più sotto precettore; perché siete tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesù.

Infatti voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo (Galati 3:27)

 

Udite queste cose, essi furono compunti nel cuore, e dissero a Pietro e agli altri apostoli: Fratelli, che dobbiamo fare?

E Pietro a loro: Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo (Atti 2:37-38)

 

Allora Pietro disse: C'è forse qualcuno che possa negare l'acqua e impedire che siano battezzati questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo come noi?

E comandò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo.

Allora essi lo pregarono di rimanere alcuni giorni con loro.(Atti 10:47-48)

 

Paolo disse: «Giovanni battezzò con il battesimo di ravvedimento, dicendo al popolo di credere in colui che veniva dopo di lui, cioè, in Gesù».

Udito questo, furono battezzati nel nome del Signore Gesù; e, avendo Paolo imposto loro le mani, lo Spirito Santo scese su di loro ed essi parlavano in lingue e profetizzavano. Erano in tutto circa dodici uomini.  (Atti 19:4-7)

 

Il senso della formula battesimale è per appartenere a Cristo, per essere incorporati nel Redentore in cui abbiamo creduto.

Il battesimo è il suggello della solidarietà con Cristo creata dalla fede, della unione intima con lui; per quello che Cristo fece per noi deve ritenersi come fatto da noi.

Paolo parla della identificazione totale del credente con Cristo:

uno solo morì per tutti, quindi tutti morirono; e ch'egli morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro.  (2 Corinzi 5:14-15)

 

Essere battezzato in Cristo significa identificarsi totalmente nella sua morte e nella sua risurrezione… con Lui siamo morti… con Lui siamo risorti.

Questi fatti spirituali non si verifichino al momento e per virtù del “rito” del battesimo, ma sono la testimonianza di quanto internamente ha operato la fede in Cristo.

 

E la conseguenza è il ricevere similmente una circoncisione non fatta da mano d'uomo, ma una circoncisione spirituale… …la circoncisione di Cristo, che consiste nello spogliamento del corpo della carne:

voi avete tutto pienamente in lui, che è il capo di ogni principato e di ogni potenza; in lui siete anche stati circoncisi di una circoncisione non fatta da mano d'uomo, ma della circoncisione di Cristo, che consiste nello spogliamento del corpo della carne: siete stati con lui sepolti nel battesimo, nel quale siete anche stati risuscitati con lui mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti.

Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i nostri peccati; egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l'ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce.  (Colossesi 2:10-15)

 

***

Siamo dunque stati sepolti con lui mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è stato risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita.

Il battesimo cristiano quindi è un battesimo nella morte al peccato, una totale e lucida rinuncia ad esso.

Chi è battezzato in Cristo scende con lui nel sepolcro dichiarando pubblicamente di disprezzare il suo stato di peccato, di volergli rinunciare senza alcuna esitazione in quanto riconosciuto estremamente abominevole.

Ma come Cristo non scese nel sepolcro per rimanervi e risorse il terzo giorno, così i credenti, riproducendo nella loro esperienza morale i fatti della vita di Cristo, sono stati sepolti per risorgere a vita nuova totalmente identificato in Cristo, cioè con lo splendore della potenza divina:

dichiarato Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santità mediante la risurrezione dai morti; cioè Gesù Cristo, nostro Signore  (Romani 1:4)

 

…Dio, come ha risuscitato il Signore, così risusciterà anche noi mediante la sua potenza (1 Corinzi 6:14)

 

Questa potente efficacia della sua forza egli l'ha mostrata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nel cielo, al di sopra di ogni principato, autorità, potenza, signoria e di ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello futuro.

Ogni cosa egli ha posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla chiesa, che è il corpo di lui, il compimento di colui che porta a compimento ogni cosa in tutti (Efesini 1:20-23)

 

Infatti egli fu crocifisso per la sua debolezza; ma vive per la potenza di Dio; anche noi siamo deboli in lui, ma vivremo con lui mediante la potenza di Dio, per procedere nei vostri confronti.  (2 Corinzi 13:4)

 

Gesù usò proprio questa definizione (glorificazione del Padre) per descrivere il suo sacrificio avendo compiuto l'opera che tu mi hai data da fare:

Gesù disse queste cose; poi, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, l'ora è venuta; glorifica tuo Figlio, affinché il Figlio glorifichi te, giacché gli hai dato autorità su ogni carne, perché egli dia vita eterna a tutti quelli che tu gli hai dati.

Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo.

Io ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuto l'opera che tu mi hai data da fare (Giovanni 17:1-4)

 

E noi siamo stati risuscitati con Cristo per uno scopo… per compiere quelle buone opere che Dio ha preparato (cfr Efesini 2:10)… … così anche noi camminassimo in novità di vita... portando gloria a Dio.

Il camminare è l'immagine della condotta, della vita pratica attiva, è la Gloria del Padre manifestata in noi, come scrive ancora Paolo:

Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi. Poiché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo.(1 Corinzi 6:19-20)

 

Il battesimo è quindi una figura del morire ed il risorgere in Cristo per camminare mediante la fede:

siete stati con lui sepolti nel battesimo, nel quale siete anche stati risuscitati con lui mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti.(Colossesi 2:12)

 

Il battesimo è quindi una figura dell’essersi spogliato della propria “giustizia lurida” e dell’essersi rivestiti di Cristo mediante la fede: Infatti voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo.(Galati 3:27)

 

Il battesimo è anche una figura dell’essere stato lavato dei propri peccati dalla Parola mediante la fede, con una richiesta di una buona coscienza davanti a Dio:

Un certo Anania, uomo pio secondo la legge, al quale tutti i Giudei che abitavano là rendevano buona testimonianza, venne da me, e, accostatosi, mi disse: "Fratello Saulo, ricupera la vista". E in quell'istante riebbi la vista e lo guardai.

Egli soggiunse: "Il Dio dei nostri padri ti ha destinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua bocca. Perché tu gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai viste e udite. E ora, perché indugi? Àlzati, sii battezzato e lavato dei tuoi peccati, invocando il suo nome".  (Atti 22:12-16)

 

Anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito.

E in esso andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere, che una volta furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava, al tempo di Noè, mentre si preparava l'arca, nella quale poche anime, cioè otto, furono salvate attraverso l'acqua.

Quest'acqua era figura del battesimo (che non è eliminazione di sporcizia dal corpo, ma la richiesta di una buona coscienza verso Dio).

Esso ora salva anche voi, mediante la risurrezione di Gesù Cristo, che, asceso al cielo, sta alla destra di Dio, dove angeli, principati e potenze gli sono sottoposti.(1 Pietro 3:18-22)

 

Ma quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini sono stati manifestati, egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo, che egli ha sparso abbondantemente su di noi per mezzo di Cristo Gesù, nostro Salvatore, affinché, giustificati dalla sua grazia, diventassimo, in speranza, eredi della vita eterna.(Tito 3:4-7)

 

Il morire al peccato ed il vivere a giustizia sono i due aspetti di uno stesso fenomeno spirituale che si verifica all'atto della fede.

L'esperienza personale di Paolo illustra l'immagine qui adoperata… …nel breve giro di tre giorni, a Damasco, morì Saulo e rivisse Paolo:

E durante il viaggio, mentre si avvicinava a Damasco, avvenne che, d'improvviso, sfolgorò intorno a lui una luce dal cielo e, caduto in terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?»

Egli domandò: «Chi sei, Signore?» E il Signore: «Io sono Gesù, che tu perseguiti. Àlzati, entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare».

Gli uomini che facevano il viaggio con lui rimasero stupiti, perché udivano la voce, ma non vedevano nessuno.

Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla; e quelli, conducendolo per mano, lo portarono a Damasco, dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda.(Atti 9:3-9)

 

Lo scopo quindi della nostra giustificazione è il glorificare il Padre camminando in novità di Vita… …condotti dallo Spirito Santo, con la mente di Cristo predisposta all’azione produce in noi il volere e l’agire, adoperandoci così al compimento della nostra salvezza.

Paolo scriveva così ai fratelli di Filippi:

Così, miei cari, voi che foste sempre ubbidienti, non solo come quand'ero presente, ma molto più adesso che sono assente, adoperatevi al compimento della vostra salvezza con timore e tremore; infatti è Dio che produce in voi il volere e l'agire, secondo il suo disegno benevolo.

Fate ogni cosa senza mormorii e senza dispute, perché siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo, tenendo alta la parola di vita(Filippesi 2:12-16)

 

A proposito di questo passo è incoraggiante ed importante considerare che noi spesso ci angustiamo, ci scoraggiamo davanti alle scelte scellerate che il nostro mondo fa davanti a questioni morali, di giustizia… ma una attenta lettura di questo passo ci fa comprendere come queste scelte scellerate siano anche una splendida opportunità per noi di risplendere come astri nel mondo, in mezzo a una generazione storta e perversa, tenendo alta la parola di vita.

Non angustiamoci quindi delle scelte sciagurate di una generazione storta e perversa… non può fare altre scelte… risplendiamo invece tenendo alta la Parola della Vita per coloro che stanno cercando il Dio Vivente e Vero… la Luce del mondo!

 

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CONCLUSIONE

La nostra Nuova Vita in Cristo ha un punto di partenza ed un punto di arrivo ed in mezzo c’è un cammino.

Gesù quando guariva i paralitici, dopo averli guariti (dopo aver fatto loro grazia), diceva loro alzati e cammina… non solo alzati, siamo chiamati a dare Gloria a Dio con  il testimoniare con il nostro cammino… della Grazia ricevuta.

Paolo, questo cammino, ce lo descrive spesso come una gara… dal traguardo certo ma dal percorso condizionato dalla nostra costanza e dalla nostra perseveranza:

Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù.

Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù.

Sia questo dunque il sentimento di quanti siamo maturi; se in qualche cosa voi pensate altrimenti, Dio vi rivelerà anche quella. Soltanto, dal punto a cui siamo arrivati, continuiamo a camminare per la stessa via.

Siate miei imitatori, fratelli, e guardate quelli che camminano secondo l'esempio che avete in noi.

Perché molti camminano da nemici della croce di Cristo (ve l'ho detto spesso e ve lo dico anche ora piangendo), la fine dei quali è la perdizione; il loro dio è il ventre e la loro gloria è in ciò che torna a loro vergogna; gente che ha l'animo alle cose della terra.

Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore, che trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria, mediante il potere che egli ha di sottomettere a sé ogni cosa.(Filippesi 3:12-21)

 

Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio, corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo.

Chiunque fa l'atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una incorruttibile.

Io quindi corro così; non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l'aria; anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato.(1 Corinzi 9:24-27)

 

L’autore alla lettera agli ebrei ci scrive:

Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta.  (Ebrei 12:1-2)

 

Questo cammino… questa gara… il credente la attraversa in tutte le sue fasi, passando dalla nascita si incammina verso un periodo di “fisiologica immaturità”… parte naturale della vita cristiana dove è normale essere sballottati qua e là da ogni vento di dottrina… dove ci possono essere delle contraddizioni… delle piccole ribellioni… che vanno corrette e sottomesse all’ubbidienza… …poi cresce e si avvicina sempre più alla maturità… fino a giungere allo stato di uomini fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo::

È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo, fino a che tutti giungiamo all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo; affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l'astuzia loro nelle arti seduttrici dell'errore; ma, seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo.

 (Efesini 4:11-15)

 

Dopo essere stati benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo (cfr Efesini 1:3-14), dopo aver ricevuto in dono tutto ciò che riguarda la Vita (cfr 2 Pietro 1:3-4), mettiamoci da parte nostra ogni impegno a rendere sicura… manifesta… evidente… la nostra vocazione (2 Pietro 1:5-11)… dando così Gloria a Dio!

 

 Gianni Marinuzzi