riflessioni finali:
Saluti e parole finali di Paolo
LETTERA di Paolo ai ROMANI 16:1-27
Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è diaconessa della chiesa di
Cencrea, perché la riceviate nel Signore, in modo degno dei santi, e le
prestiate assistenza in qualunque cosa ella possa aver bisogno di voi;
poiché ella pure ha prestato assistenza a molti e anche a me.
Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù, i quali hanno
rischiato la vita per me; a loro non io soltanto sono grato, ma anche tutte
le chiese delle nazioni.
Salutate anche la chiesa che si riunisce in casa loro.
Salutate il mio caro Epeneto, che è la primizia dell'Asia per Cristo.
Salutate Maria, che si è molto affaticata per voi.
Salutate Andronico e Giunia, miei parenti e compagni di prigionia, i quali
si sono segnalati fra gli apostoli ed erano in Cristo già prima di me.
Salutate Ampliato, che mi è caro nel Signore.
Salutate Urbano, nostro collaboratore in Cristo, e il mio caro Stachi.
Salutate Apelle, che ha dato buona prova in Cristo.
Salutate quelli di casa Aristobulo.
Salutate Erodione, mio parente.
Salutate quelli di casa Narcisso che sono nel Signore.
Salutate Trifena e Trifosa, che si affaticano nel Signore.
Salutate la cara Perside che si è affaticata molto nel Signore.
Salutate Rufo, l'eletto nel Signore e sua madre, che è anche mia.
Salutate Asincrito, Flegonte, Erme, Patroba, Erma, e i fratelli che sono con
loro.
Salutate Filologo e Giulia, Nereo e sua sorella, Olimpa e tutti i santi che
sono con loro.
Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio.
Tutte le chiese di Cristo vi salutano.
Ora vi esorto, fratelli, a tener d'occhio quelli che provocano le divisioni
e gli scandali in contrasto con l'insegnamento che avete ricevuto.
Allontanatevi da loro.
Costoro, infatti, non servono il nostro Signore Gesù Cristo, ma il proprio
ventre; e con dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore dei semplici.
Quanto a voi, la vostra ubbidienza è nota a tutti.
Io mi rallegro dunque per voi, ma desidero che siate saggi nel bene e
incontaminati dal male.
Il Dio della pace stritolerà presto Satana sotto i vostri piedi.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con voi.
Timoteo, mio collaboratore, vi saluta e vi salutano anche Lucio, Giasone e
Sosipatro, miei parenti.
Io, Terzio, che ho scritto la lettera, vi saluto nel Signore.
Gaio, che ospita me e tutta la chiesa, vi saluta.
Erasto, il tesoriere della città e il fratello Quarto vi salutano.
[La grazia del nostro Signore Gesù Cristo sia con tutti voi. Amen.]
A colui che può fortificarvi secondo il mio vangelo e il messaggio di Gesù
Cristo, conformemente alla rivelazione del mistero che fu tenuto nascosto
fin dai tempi più remoti, ma che ora è rivelato e reso noto mediante le
Scritture profetiche, per ordine dell'eterno Dio, a tutte le nazioni perché
ubbidiscano alla fede, a Dio, unico in saggezza, per mezzo di Gesù Cristo
sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
***
***
Poi raccomanda loro di
porgere i suoi saluti ai suoi
conoscenti e collaboratori (Romani
16:3-16).
In ultimo, raccomanda loro
di guardarsi dai falsi dottori (Romani
16:17-20).
***
Il diaconato è un servizio
pratico fatto nel nome del
Signore Gesù a servizio della Chiesa (dei suoi membri).
Se è vero che è un servizio pratico…
è comunque un servizio sacro
(come anche la colletta che Paolo intendeva portare ai santi di Gerusalemme
in stato di povertà – cfr Romani 15:25-29).
Possiamo vedere quali caratteristiche dovevano avere i diaconi che avrebbero
dovuto servire alle mense nella chiesa di Gerusalemme:
In quei giorni, moltiplicandosi il numero dei discepoli, sorse un mormorio
da parte degli ellenisti contro gli Ebrei, perché le loro vedove erano
trascurate nell'assistenza
quotidiana.
I dodici, convocata la moltitudine dei discepoli, dissero: «Non è
conveniente che noi lasciamo la Parola di Dio per
servire alle mense.
Pertanto, fratelli, cercate di trovare fra di voi
sette uomini, dei quali
si abbia buona testimonianza, pieni
di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico.
Quanto a noi, continueremo a dedicarci alla preghiera e al ministero della
Parola».
Questa proposta piacque a tutta la moltitudine; ed elessero
Stefano,
uomo pieno di fede e di Spirito
Santo, Filippo, Procoro,
Nicanore, Timone, Parmena e Nicola, proselito di Antiochia. Li presentarono
agli apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani.
(Atti 6:1-6)
Tornando alla sorella Febe, Paolo raccomanda ai fratelli di
riceverla nel Signore, in modo degno
dei santi, ossia con onore,
come si conviene a dei cristiani di
accogliere altri cristiani che
vivono nella comunione dello stesso Signore.
Gesù insegnò così:
Chi riceve voi, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato.
Chi riceve un profeta come profeta, riceverà premio di profeta; e
chi riceve un giusto come giusto,
riceverà premio di giusto. E chi
avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi
piccoli, perché è un mio discepolo, io vi dico in verità che non perderà
affatto il suo premio.(Matteo
10:40-42)
Ma l’accoglienza non è solo formale… è anche pratica…
le prestiate assistenza in
qualunque cosa ella possa aver bisogno di voi.
…poiché ella pure ha prestato assistenza a molti e anche a me.
…le donne si vestano in modo
decoroso, con pudore e modestia: non di trecce e d'oro o di perle o di vesti
lussuose, ma di opere buone, come si
addice a donne che fanno professione di pietà.
(1 Timoteo 2:9-10)
Onora
le vedove che sono veramente vedove. Ma se una vedova ha figli o nipoti,
imparino essi per primi a fare il
loro dovere verso la propria famiglia e a rendere il contraccambio ai
loro genitori, perché questo è gradito davanti a Dio.
La vedova che è veramente tale e sola al mondo, ha posto la sua speranza in
Dio, e persevera in suppliche e preghiere notte e giorno; ma quella che si
abbandona ai piaceri, benché viva, è morta. Anche queste cose ordina, perché
siano irreprensibili.
Se uno non provvede ai suoi, e in primo luogo a quelli di casa sua, ha
rinnegato la fede, ed è peggiore di un incredulo.
La vedova sia iscritta nel catalogo quando abbia non meno di sessant'anni,
quando è stata moglie di un solo marito, quando è conosciuta per le sue
opere buone: per aver allevato figli, esercitato l'ospitalità, lavato i
piedi ai santi, soccorso gli afflitti, concorso a ogni opera buona.
(1 Timoteo 5:3-10)
Il bene fatto rende più meritevoli di riguardi:
Conceda il Signore misericordia alla famiglia di Onesiforo, perché
egli mi ha molte volte confortato e
non si è vergognato della mia catena; anzi, quando è venuto a Roma, mi ha
cercato con premura e mi ha trovato.
Gli conceda il Signore di trovare misericordia presso di lui in quel giorno.
Tu sai pure molto bene quanti servizi mi abbia reso a Efeso.
(2 Timoteo 1:16-18)
***
Salutate anche la chiesa che si riunisce in casa loro.
Salutate il mio caro Epeneto, che è la primizia dell'Asia per Cristo.
Salutate Maria, che si è molto affaticata per voi.
Salutate Andronico e Giunia, miei parenti e compagni di prigionia, i quali
si sono segnalati fra gli apostoli ed erano in Cristo già prima di me.
Salutate Ampliato, che mi è caro nel Signore.
Salutate Urbano, nostro collaboratore in Cristo, e il mio caro Stachi.
Salutate Apelle, che ha dato buona prova in Cristo.
Salutate quelli di casa Aristobulo.
Salutate Erodione, mio parente.
Salutate quelli di casa Narcisso che sono nel Signore.
Salutate Trifena e Trifosa, che si affaticano nel Signore.
Salutate la cara Perside che si è affaticata molto nel Signore.
Salutate Rufo, l'eletto nel Signore e sua madre, che è anche mia.
Salutate Asincrito, Flegonte, Erme, Patroba, Erma, e i fratelli che sono con
loro.
Salutate Filologo e Giulia, Nereo e sua sorella, Olimpa e tutti i santi che
sono con loro.
Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio.
Tutte le chiese di Cristo vi salutano.
Persone da salutare...
Possiamo notare come
i saluti che Paolo porge ai
fratelli di Roma siano “conditi” dal ricordo della loro
partecipazione (sotto varie forme)
al Vangelo od al servizio reso alla Chiesa, da quello che leggiamo in
queste righe possiamo apprezzare come
tutti questi fratelli citati da
Paolo, fossero dei fratelli “non anonimi”… la chiesa di Roma, come
devono essere tutte le chiese dei santi, era simile ad un'arnia di api, dove
tutti, uomini e donne, erano utili, dove molti
faticavano per il
Signore…
…ed in capo a questa lista, Paolo non poteva non citare i suoi
collaboratori amati…
Essi erano una coppia giudea oriunda del Ponto, che si sostenevano con il
medesimo lavoro di Paolo, fabbricati di tende (cfr Atti 18:1-3).
Essi erano, prima del 52, già stabiliti in Roma, poi dopo l'editto di
Claudio che costrinse in quell'anno tutti i giudei ad uscire dalla capitale
dell’impero, si stabilirono in Corinto dove Paolo li conobbe durante il suo
secondo viaggio missionario.
Non possiamo dimenticare il discepolato di Apollo:
Ora un ebreo di nome Apollo,
oriundo di Alessandria, uomo eloquente e versato nelle Scritture, arrivò a
Efeso. Egli era stato istruito nella via del Signore; ed essendo fervente di
spirito, annunciava e insegnava accuratamente le cose relative a Gesù,
benché avesse conoscenza soltanto del battesimo di Giovanni.
Egli cominciò pure a parlare con franchezza nella sinagoga.
Ma Priscilla e Aquila, dopo averlo
udito, lo presero con loro e gli esposero con più esattezza la via di Dio.
Poi, siccome voleva andare in Acaia,
i fratelli lo incoraggiarono, e
scrissero ai discepoli di accoglierlo.
Giunto là, egli fu di grande aiuto a quelli che avevano creduto mediante la
grazia di Dio, perché con gran vigore confutava pubblicamente i Giudei,
dimostrando con le Scritture che Gesù è il Cristo.
(Atti 18:24-28)
Da qui partirono con Paolo, e si stabilirono ad Efeso e gli prepararono il
terreno collaborando con lui (cfr
Atti 18:18; 19:1;
1Corinzi 16:19) e fu, senza, dubbio proprio ad Efeso che essi
hanno rischiato la vita (
letteralmente
hanno messo il loro collo sotto la
scure)
per Paolo, infatti Efeso era
una città sanguinaria e Paolo parla di una particolare disavventura avuta:
Se soltanto per fini umani ho
lottato con le belve a Efeso, che utile ne ho?
Se i morti non risuscitano, «mangiamo
e beviamo, perché domani morremo».
(1 Corinzi 15:32)
Aquila e Priscilla
ora sono nuovamente a Roma ed ospitano una chiesa locale… …che Paolo saluta:
Salutate anche la chiesa che si riunisce in casa loro.
…Salutate il mio caro Epeneto, che è la primizia dell'Asia per Cristo.
Paolo ricorda con speciale affetto i primi frutti di ciascuna delle
missioni, cristiane.
Essi per i primi avevano confessato Cristo e affrontato l'odio del mondo.
Onore quindi a loro!
Del perchè e del quando Epeneto fosse poi giunto a Roma, non si sa nulla.
…Salutate Andronico e Giunia, miei parenti e compagni di prigionia, i quali
si sono segnalati fra gli apostoli ed erano in Cristo già prima di me.
Paolo dice anche che questi due parenti sono anche stati suoi
compagni di prigionia e che
so sono
segnalati fra gli apostoli
(intesi come evangelizzatori pionieristici, come Barnaba cfr 2 Corinzi 8:18;
Atti 14:4,14)
ed erano in Cristo già prima di lui,
cioè venuti alla fede, entrati nella comunione di Cristo prima di
lui.
Evidentemente appartenevano alla chiesa di Gerusalemme fin dai suoi albori.
…Salutate Ampliato, che mi è caro nel Signore.
…Salutate Urbano, nostro collaboratore in Cristo, e il mio caro Stachi.
Le persone che li portavano venivano in molti casi dall'oriente e non era
raro incontrare dei nomi greci in Roma, come provano le catacombe.
…Salutate Apelle, che ha dato buona prova in Cristo… …un
fratello che aveva dato prova di fedeltà... …probabilmente aveva dovuto
soffrire per Cristo.
…Salutate quelli di casa Aristobulo
cioè i servi cristiani appartenenti a quella casa probabilmente giudea.
…Salutate Erodione, mio parente.
…Salutate quelli di casa Narcisso che sono nel Signore.
…Salutate la cara Perside che si è affaticata molto nel Signore.
…Salutate Rufo, l'eletto nel Signore e sua madre, che è anche mia.
Paolo chiama
sua la madre di Rufo
per le cure materne ricevute da quella donna.
…Salutate Asincrito, Flegonte, Erme, Patroba, Erma, e i fratelli che sono
con loro.
…Salutate Filologo e Giulia, Nereo e sua sorella, Olimpa e tutti i santi che
sono con loro.
Tutto fa supporre che Paolo conoscesse personalmente i cristiani qui
designati, ma non coloro che indica genericamente coi titoli di «fratelli» o
di «santi» che sono con loro.
…Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio.
Pietro lo chiama il
bacio d’amore fraterno:
Salutatevi gli uni gli altri con un
bacio d'amore fraterno.
(1 Pietro 5:14)
Tutte le chiese di Cristo vi salutano.
Anticipa questi saluti per lettera con la speranza di poterlo presto fare in
persona.
***
Costoro, infatti, non servono il nostro Signore Gesù Cristo, ma il proprio
ventre; e con dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore dei semplici.
Quanto a voi, la vostra ubbidienza è nota a tutti.
Io mi rallegro dunque per voi, ma desidero che siate saggi nel bene e
incontaminati dal male.
Il Dio della pace stritolerà presto Satana sotto i vostri piedi.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con voi.
Paolo ha salutato i fratelli e le sorelle di cui ha riscontro positivo… ma
le penose esperienze fatte in oriente gli fanno temere che, anche a Roma,
arriveranno dei
disturbatori… falsi dottori che
provocheranno delle divisioni e degli scandali tra i fratelli.
Non può fare altro che avvertirli e metterli in guardia…
a tener d'occhio e
allontanarsi da loro.
…tenere
d’occhio e allontanarsi da loro… questo è l’atteggiamento ordinato
da Paolo, non fare la guerra… essi sono animati da
satana e il
Dio della Pace stesso a
stritolare presto Satana sotto i
nostri piedi.
Questi
falsi dottori erano
oppositori del Vangelo della grazia che Paolo predicava e che era stato
insegnato anche ai fratelli in Roma, che come Balaam servono il loro ventre
(cfr Giuda 11).
Essi si chiamavano fratelli e
sapevano
infiltrarsi nelle chiese con
innocenti apparenze tali
da sedurre i semplici…
formarsi un partito e creare così
delle divisioni, delle discordie, dei sospetti, delle maldicenze, uno
stato degli animi, insomma, che
invece di edificare portava a scandalizzare ed allontanare dalla fede i
neoconvertiti ancora instabili.
Di questi personaggi abbiamo traccia in diverse lettere, Paolo li aveva
visti all'opera in Antiochia ed in Gerusalemme; avevano tentato di rovinare
l'opera in Galazia, avevano sconvolto la chiesa di Corinto…
Erano solitamente dei dottori giudaizzanti (cfr
Galati 1:14), perchè
presentavano l'osservanza della legge di Mosè come necessaria alla salvezza
(cfr
Atti 15:1;
Galati 2:1-5,11-14; 4:9-11,17-18,21; 5:1-12; 6:12-17).
Insinuavano che Paolo non era vero Apostolo,
e cercavano in tutti i modi di diffamarlo (cfr
2 Corinzi 3:1; 5:12,16; 10:1-2,10-12; 11:3-6,12-15,18-25; 12:11-13,1
6).
Contro di loro Paolo metterà in
guardia gli anziani d'Efeso nel discorso di Mileto (cfr
Atti 20:28-31), e dopo qualche anno
anche i Filippesi (cfr
Filippesi 3:2-11,17-20).
Successivamente li troverà anche a
Roma (cfr
Filippesi 1:15-18).
I loro motivi non sono puri e disinteressati ma egoisti e carnali…
non servono il nostro Signore Gesù
Cristo, ma il proprio ventre… altrove, Paolo li chiama cani, cattivi
operai falsi fratelli, falsi apostoli, lupi (cfr
Galati 2:4;
Filippesi 3:2;
2Corinzi 11:13,20-21).
Sotto apparenza di pietà e di zelo,
cercano il loro interesse e la soddisfazione dei loro appetiti,
e con dolce e lusinghiero parlare
seducono il cuore dei semplici.
Conoscono bene l'arte di insinuare i loro errori in modo da non destare
sospetti; sanno cogliere l'occasione…
sanno anche lusingare… sedurre i
semplici.
…Quanto a voi, la vostra ubbidienza è nota a tutti.
L’ubbidienza al Vangelo
è lo scopo stesso della Buona Notizia e della lettera di Paolo:
Paolo, servo di Cristo Gesù, chiamato a essere apostolo, messo a parte per
il vangelo di Dio, che egli
aveva già promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sante Scritture riguardo
al Figlio suo, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne, dichiarato
Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santità mediante la
risurrezione dai morti; cioè Gesù Cristo, nostro Signore, per mezzo del
quale abbiamo ricevuto grazia e apostolato
perché si ottenga l'ubbidienza della
fede fra tutti gli stranieri, per il suo nome - fra i quali siete anche
voi, chiamati da Gesù Cristo - a quanti sono in Roma, amati da Dio, chiamati
santi, grazia a voi e pace da Dio nostro Padre, e dal Signore Gesù Cristo.
(Romani 1:1-7)
…Io mi rallegro dunque per voi, ma desidero che siate saggi nel bene e
incontaminati dal male.
Per essere in questo stato benedetto occorre essere saldamente ancorati al
vero Vangelo, tollerando i fratelli nei loro scrupoli, ma allontanadosi da
coloro che sotto varie forme minano la genuinità del Vangelo,
“derubando” Gesù Cristo della Sua
autorità… della Sua Gloria… della Sua Opera di salvezza, redenzione,
mediazione ed azione.
Solo la
saggezza che viene da Dio che
si ottiene mediante
il timore del Signore e la Sua
conoscenza, ci può fare discernere come
il principe di questo mondo
propone continuamente i falsi Cristi… i falsi profeti… i falsi vangeli… con
una grazia che non è
la Vera Grazia di Dio (cfr 1
Pietro 5:12), ma una grazia che volge in dissolutezza (vanità).
…Il Dio della pace stritolerà presto Satana sotto i vostri piedi.
In quei tentativi dei falsi dottori di sconvolgere le chiese, Paolo vede
l'opera di un nemico più abile e più potente: Satana.
Scrivendo ai corinzi aveva descritto questi disturbatori come
operai fraudolenti, che si travestono
da apostoli di Cristo:
Quei tali sono falsi apostoli,
operai fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo.
Non c'è da meravigliarsene, perché
anche Satana si traveste da angelo
di luce.
Non è dunque cosa eccezionale se
anche i suoi servitori si travestono da servitori di giustizia; la loro fine
sarà secondo le loro opere.(2
Corinzi 11:13-15)
Per quanto grande sia lo scempio della verità evangelica fatto degli
strumenti più o meno incoscienti di Satana,
il nemico non avrà la vittoria…
secondo la sua promessa, Dio
stritolerà Satana sotto i piedi della
Chiesa fedele… la vittoria non resterà all'avversario degli uomini e
di Dio… Il
Dio della pace stritolerà presto Satana sotto i vostri piedi.
Questa certezza di giudizio
Paolo la predicava dove evangelizzava (per esempio ad Atene):
…ha fissato un giorno, nel quale
giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell'uomo ch'egli ha stabilito,
e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti.(Atti
17:31)
…c’è un
giorno fissato nella “Agenda
di Dio” per questo giudizio.
***
Timoteo, mio collaboratore, vi saluta e vi salutano anche Lucio, Giasone e
Sosipatro, miei parenti.
Io, Terzio, che ho scritto la lettera, vi saluto nel Signore.
Gaio, che ospita me e tutta la chiesa, vi saluta.
Erasto, il tesoriere della città e il fratello Quarto vi salutano.
[La grazia del nostro Signore Gesù Cristo sia con tutti voi. Amen.]
A colui che può fortificarvi secondo il mio vangelo e il messaggio di Gesù
Cristo, conformemente alla rivelazione del mistero che fu tenuto nascosto
fin dai tempi più remoti, ma che ora è rivelato e reso noto mediante le
Scritture profetiche, per ordine dell'eterno Dio, a tutte le nazioni perché
ubbidiscano alla fede, a Dio, unico in saggezza, per mezzo di Gesù Cristo
sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
…Timoteo, mio collaboratore, vi saluta…
Ora spero nel Signore Gesù di mandarvi presto Timoteo per essere io pure
incoraggiato nel ricevere vostre notizie.
Infatti non ho nessuno di animo pari
al suo che abbia sinceramente a cuore quel che vi concerne. Poiché tutti
cercano i loro propri interessi, e non quelli di Cristo Gesù.
Voi sapete che egli ha dato buona
prova di sé, perché ha servito con me la causa del vangelo, come un figlio
con il proprio padre. Spero dunque di mandarvelo appena avrò visto come
andrà a finire la mia situazione; ma ho fiducia nel Signore di poter venire
presto anch'io.
(Filippesi 2:19-24)
…e vi salutano anche Lucio, Giasone e Sosipatro, miei parenti.
…Io, Terzio, che ho scritto la lettera, vi saluto nel Signore.
Aggiungeva però alcune parole di suo pugno per autenticare la lettera (cfr.
2Tessalonicesi 3:17;
1Corinzi 16:21;
Colossesi 4:18).
Per eccezione, solo la lettera ai Galati fu scritta tutta di suo pugno, il
che accentua l’urgenza con la quale la scrisse (cfr
Galati 6:11).
…Gaio, che ospita me e tutta la chiesa, vi saluta.
…
Erasto, il tesoriere della città e il fratello Quarto vi salutano.
…[La grazia del nostro Signore Gesù Cristo sia con tutti voi. Amen.]
…A colui che può fortificarvi secondo il mio vangelo e il messaggio di Gesù
Cristo, conformemente alla rivelazione del mistero che fu tenuto nascosto
fin dai tempi più remoti, ma che ora è rivelato e reso noto mediante le
Scritture profetiche, per ordine dell'eterno Dio, a tutte le nazioni perché
ubbidiscano alla fede, a Dio, unico in saggezza, per mezzo di Gesù Cristo
sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
…fortificarvi secondo il mio vangelo e il messaggio di Gesù Cristo…
Non c’è
un altro Vangelo (cfr Galati
1:6-7)… solo il Vangelo ci può
fortificare e rendere sicuri e
stabili:
È anche per questo motivo che soffro queste cose; ma non me ne vergogno,
perché so in chi ho creduto, e sono
convinto che egli ha il potere di custodire il mio deposito fino a quel
giorno.
(2 Timoteo 1:12)
Il Vangelo a cui Paolo fa riferimento
è la Buona Novella che egli annuncia al mondo e che è
conforme
alla rivelazione del mistero che fu
tenuto nascosto fin dai tempi più remoti.
Lo chiama suo, non perché è suo, ma perché gli è stato affidato da Dio
stesso e vuole distinguerlo anche dal vangelo che altri predicano in modo
incompleto.
Il Vangelo che Paolo annuncia
ha per centro Gesù Cristo:
Paolo, servo di Cristo Gesù, chiamato a essere apostolo,
messo a parte per il vangelo di Dio,
che egli aveva già promesso per
mezzo dei suoi profeti nelle sante Scritture
riguardo al Figlio suo, nato
dalla stirpe di Davide secondo la carne,
dichiarato Figlio di Dio con potenza
secondo lo Spirito di santità mediante la risurrezione dai morti; cioè
Gesù Cristo, nostro Signore,
per mezzo del quale abbiamo ricevuto
grazia e apostolato perché si ottenga l'ubbidienza della fede fra tutti gli
stranieri…
(Romani 1:1-5)
E io, fratelli, quando venni da voi,
non venni ad annunciarvi la testimonianza di Dio con eccellenza di parola o
di sapienza; poiché mi proposi
di non sapere altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso.
Io sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore;
la mia parola e la mia predicazione
non consistettero in discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in
dimostrazione di Spirito e di potenza,
affinché la vostra fede fosse
fondata non sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.
(1 Corinzi 2:1-5)
Questo Vangelo,
che ha Gesù per centro,
è la manifestazione di un disegno
eterno di Dio fino ad allora misterioso, ossia non pienamente
rivelato ma al quale tutta la
Scrittura (fin dall’Eden) faceva
riferimento:
Ma se quelle rivelazioni preparatorie erano come una luce di lampada:
Abbiamo inoltre la parola profetica
più salda: farete bene a prestarle attenzione,
come a una lampada splendente in
luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga
nei vostri cuori.
(2 Pietro 1:19)
Con la venuta di Gesù Cristo tutto
volge verso il pieno giorno…
Per mezzo dello Spirito Santo che investiga anche le cose profonde di Dio,
gli apostoli hanno potuto
conoscere (cfr Giovanni
14:26) ed
esporre il piano di Dio per
la salvezza sia dei pagani che dei Giudei:
…esponiamo una sapienza, però non una sapienza di questo mondo né dei
dominatori di questo mondo, i quali stanno per essere annientati; ma
esponiamo la sapienza di Dio
misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra
gloria e che nessuno dei dominatori di questo mondo ha conosciuta;
perché, se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della
gloria.
Ma com'è scritto: «Le cose che
occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore
dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano».
A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito scruta
ogni cosa, anche le profondità di Dio.
Infatti, chi, tra gli uomini, conosce le cose dell'uomo se non lo spirito
dell'uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo
Spirito di Dio.
Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene
da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate;
e noi ne parliamo
non con parole insegnate dalla
sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a
cose spirituali.
(1 Corinzi 2:6-13)
Senza dubbio avete udito parlare della
dispensazione della grazia di Dio
affidatami per voi; come per
rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero, di cui più sopra vi ho
scritto in poche parole;
leggendole, potrete capire la conoscenza che io ho del mistero di Cristo.
Nelle altre epoche non fu concesso ai figli degli uomini di conoscere questo
mistero, così come ora, per mezzo dello Spirito, è stato rivelato ai santi
apostoli e profeti di lui; vale a dire che gli stranieri sono eredi con noi,
membra con noi di un medesimo corpo e con noi partecipi della promessa fatta
in Cristo Gesù mediante il vangelo, di cui io sono diventato servitore
secondo il dono della grazia di Dio a me concessa in virtù della sua
potenza.
A me,
dico, che sono il minimo fra tutti i santi,
è stata data questa grazia di
annunciare agli stranieri le insondabili ricchezze di Cristo e di
manifestare a tutti quale sia il piano seguito da Dio riguardo al mistero
che è stato fin dalle più remote età nascosto in Dio, il Creatore di tutte
le cose; affinché i principati e
le potenze nei luoghi celesti conoscano oggi, per mezzo della chiesa, la
infinitamente varia sapienza di Dio, secondo
il disegno eterno che egli ha
attuato mediante il nostro Signore, Cristo Gesù; nel quale abbiamo la
libertà di accostarci a Dio, con piena fiducia,
mediante la fede in lui. (Efesini
3:2-12)
Ora sono lieto di soffrire per voi; e quel che manca alle afflizioni di
Cristo lo compio nella mia carne a favore
del suo corpo che è la chiesa.
Di questa io sono diventato servitore, secondo l'incarico che Dio mi ha dato
per voi di annunciare nella sua totalità la parola di Dio,
cioè, il mistero che è stato
nascosto per tutti i secoli e per tutte le generazioni, ma che ora è stato
manifestato ai suoi santi.
Dio ha voluto far loro conoscere quale sia la ricchezza della gloria di
questo mistero fra gli stranieri, cioè Cristo in voi,
la speranza della gloria, che noi
proclamiamo esortando ciascun uomo e ciascun uomo istruendo in ogni
sapienza, affinché presentiamo ogni uomo perfetto in Cristo.
A questo fine mi affatico, combattendo con la sua forza, che agisce in me
con potenza.
(Colossesi 1:24-29)
Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle
nostre opere, ma secondo il suo
proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità,
ma che è stata ora manifestata con
l'apparizione del Salvatore nostro Cristo Gesù, il quale ha distrutto la
morte e ha messo in luce la vita e l'immortalità mediante il vangelo,
in vista del quale io sono stato
costituito araldo, apostolo e dottore.
(2 Timoteo 1:9-11)
In questo Vangelo ora pienamente rivelato, Paolo vuole che i fratelli di
Roma siano saldamente radicati.
L'avere ricordato il piano di salvezza di Dio, porta Paolo a dare gloria
alla sapienza ed alla potenza di Dio:
…al Dio, unico in saggezza, per mezzo di Gesù Cristo sia la gloria nei
secoli dei secoli. Amen
***
L’affetto che Paolo mette in questi saluti fa trasparire tutto il suo amore
verso la Chiesa, egli nomina i fratelli ad uno ad uno perché tutti hanno
importanza nella Chiesa del Signore e tutti vanno riconosciuti come fratelli
in Cristo.
Egli è però altrettanto pieno di fiducia che la Chiesa, in ogni momento, in
ogni situazione, anche la più disperata, può trovare sempre nel Suo Dio e
Padre la forza di reagire, di ritrovare la Speranza nella rivelazione del
Vangelo di Cristo!