Salmo 3 - Davide in fuga da Absalom
Il riferimento al contesto:
Absalom si procurò un cocchio, dei cavalli, e cinquanta uomini che correvano
davanti a lui.
Absalom si alzava la mattina presto e si metteva da un lato della via che
conduceva alle porte della città; quando qualcuno aveva un processo e si
recava dal re per chiedere giustizia, Absalom lo chiamava e gli chiedeva:
«Di quale città sei?»
L'altro gli rispondeva: «Il tuo servo è di tale e tale tribù d'Israele».
Allora Absalom gli diceva: «Vedi, la tua causa è buona e giusta, ma non c'è
chi sia delegato dal re per sentirti».
Poi Absalom aggiungeva: «Oh, se facessero me giudice del paese! Chiunque
avesse un litigio o reclamo verrebbe da me e io gli farei giustizia».
Quando uno gli si avvicinava per prostrarsi davanti a lui, egli gli porgeva
la mano, l'abbracciava e lo baciava.
Absalom faceva così con tutti gli Israeliti che venivano dal re per chiedere
giustizia; in questo modo Absalom conquistò il cuore della gente d'Israele.
Quattro anni dopo, Absalom disse al re: «Ti prego, lasciami andare a Ebron a
sciogliere un voto che ho fatto al SIGNORE.
Infatti, durante la sua residenza a Ghesur, in Siria, il tuo servo fece un
voto, dicendo: Se il SIGNORE mi riconduce a Gerusalemme, io servirò il
SIGNORE a Ebron».
Il re gli disse: «Va' in pace!» Così egli si alzò e andò a Ebron.
Intanto Absalom mandò degli emissari per tutte le tribù d'Israele, a dire:
«Quando udrete il suono della tromba, direte: "Absalom è proclamato re a
Ebron"».
Con Absalom partirono da Gerusalemme duecento uomini, i quali, essendo stati
invitati, partirono in tutta la loro semplicità, senza sapere nulla.
Mentre offriva i sacrifici, Absalom mandò a chiamare Aitofel, il Ghilonita,
consigliere di Davide, perché venisse dalla sua città di Ghilo.
La congiura si rafforzava e il popolo diventava sempre più numeroso attorno
ad Absalom.
Venne a Davide un messaggero, che disse: «Il cuore degli uomini d'Israele si
è volto verso Absalom».
Allora Davide disse a tutti i suoi servi che erano con lui a Gerusalemme:
«Alzatevi, fuggiamo; altrimenti, nessuno di noi scamperà dalle mani di
Absalom.
Affrettatevi a partire, affinché, con una rapida marcia, non ci sorprenda,
piombandoci rovinosamente addosso e mettendo la città a fil di spada».
I servitori del re gli dissero: «Ecco i tuoi servi, pronti a fare tutto
quello che piacerà al re, nostro signore».
Il re dunque partì, seguito da tutta la sua casa, e lasciò dieci concubine a
custodire il palazzo.
Il re partì seguito da tutto il popolo, e si fermarono a Bet-Merac.
Tutti i servitori del re camminavano al suo fianco; e tutti i Cheretei,
tutti i Peletei e tutti i Ghittei, che in seicento erano venuti da Gat al
suo seguito, camminavano davanti al re.
(2 Samuele 15:1-18)
***
Il Salmo
Salmo di Davide, composto quand'egli fuggiva davanti ad Absalom, suo figlio.
O SIGNORE, quanto sono numerosi i miei nemici!
Molti sono quelli che insorgono contro di me, molti quelli che dicono di me:
«Non c'è più salvezza per lui presso Dio!» [Pausa]
Ma tu, o SIGNORE, sei uno scudo attorno a me, sei la mia gloria, colui che
mi rialza il capo.
Con la mia voce io grido al SIGNORE, ed egli mi risponde dal suo monte
santo. [Pausa]
Io mi sono coricato e ho dormito, poi mi sono risvegliato, perché il SIGNORE
mi sostiene.
Io non temo le miriadi di genti che si sono accampate contro di me d'ogni
intorno.
Al SIGNORE appartiene la salvezza; la tua benedizione sia sul tuo popolo! [Pausa].
(Salmo 3)
***
Non possiamo non ricordare cosa disse il Signore per mezzo del profeta Natan
a Davide in occasione della sentenza circa il misfatto di Uria:
Così dice il SIGNORE: "Ecco, io farò venire addosso a te delle sciagure
dall'interno della tua stessa casa; prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi
per darle a un altro, che si unirà a loro alla luce di questo sole; poiché
tu lo hai fatto in segreto; ma io farò questo davanti a tutto Israele e in
faccia al sole"».
(2 Samuele 12:10-12)
***
Salmo di Davide, composto quand'egli fuggiva davanti ad Absalom, suo figlio.
Questo salmo è una fiduciosa preghiera di Davide, non più giovanissimo, che
è costretto a scappare dal palazzo reale per non trovarsi a dover combattere
contro il suo stesso figlio Absalom.
In questa sua fuga egli si trova circondato da
nemici ed i suoi
avversari lo danno già per
sconfitto, senza alcuna speranza di
salvezza.
In questa situazione Davide, pur constatando la realtà della situazione, si
affida fiducioso al Signore che lo ha soccorso in tutta la sua vita e matura
nuovamente la speranza che Dio lo soccorrerà.
E’ un salmo scritto da un Davide ormai maturo, che ha passato esperienze
profonde con il Signore e conosce ormai per esperienza il Suo carattere
sotto molti punti di vista.
Possiamo dividere questo salmo in tre sezioni:
***
CIRCONDATO DAI NEMICI
O SIGNORE, quanto sono numerosi i miei nemici!
Molti sono quelli che insorgono contro di me, molti quelli che dicono di me:
«Non c'è più salvezza per lui presso Dio!» [Pausa]
Davide è consapevole di avere
numerosi nemici, d’altronde conosce molto bene la
profezia a suo riguarda data dal
Signore per bocca di Natan:
…la spada non si allontanerà mai dalla tua casa…
Per questo motivo molti insorgono
contro di lui, ed in particolare suo figlio
Absalom.
Questo tentativo di golpe del figlio mette in condizione Davide di fuggire
dal palazzo reale per non affrontarlo, in qualche modo Davide accetta (senza
difendersi) ciò che il Signore aveva sentenziato su di lui e si rimette al
Suo soccorso, se vorrà sarà Lui a soccorrerlo, la sua vita è nelle mani di
Dio.
Egli sa benissimo che non ha alcun diritto per ottenere giustizia, solo la
misericordia di Dio potrà
cambiare il suo destino e ad Essa egli si affida.
Per Davide, l’azione di difendersi sarebbe una ribellione verso il Signore e
verso la Sua sentenza!
Davanti a questa reazione (agli occhi dei più visti come un atto di
vigliaccheria), molti
dicono di lui: «Non c'è più salvezza per lui presso Dio!»
Siamo disposti (come Davide) a pagare le conseguenze del nostro peccato
senza difenderci?
Ad affidarci solo alla misericordia di Dio?
Noi tutti, essendo peccatori di natura, abbiamo portato intorno a noi
maledizione e scompiglio, a volte cadiamo ancora in questa condizione quando
non camminiamo secondo lo Spirito Santo, che diritto abbiamo di non subire
le conseguenze dei nostri errori?
Se questo avviene è solo per la Misericordia di Dio.
Paolo, ben conscio dei danni che aveva portato alla Chiesa, non si lamentò
mai delle sofferenze derivanti dal suo passato.
Ricordiamoci delle parole del ladrone sulla croce:
Per noi è giusto, perché riceviamo la pena che ci meritiamo per le nostre
azioni…
(Luca 23:41)
Il ladrone fu perdonato da Gesù, ma subì comunque la pena che umanamente gli
spettava!
Se il ladrone sulla croce, agli occhi dell’uomo naturale è morto da
condannato, agli occhi di Dio è morto da graziato!
Per gli uomini non c'era più salvezza
per lui presso Dio, ma Gesù gli aveva promesso:
Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso.
(Luca 23:43)
Quante volte invece pensiamo (avendo creduto) di poter “evitare” la pena del
nostro peccato.
Il Signore condona (perdona) il nostro debito (il nostro peccato), ma non
abbiamo alcun diritto di pretendere di eliminare le conseguenze derivanti
dai nostri errori, queste impariamo a metterle nelle mani di Dio con estreme
umiltà e sottomissione.
***
SOSTENUTO DA DIO
Ma tu, o SIGNORE, sei uno scudo attorno a me, sei la mia gloria, colui che
mi rialza il capo.
Con la mia voce io grido al SIGNORE, ed egli mi risponde dal suo monte
santo. [Pausa]
Io mi sono coricato e ho dormito, poi mi sono risvegliato, perché il SIGNORE
mi sostiene.
Io non temo le miriadi di genti che si sono accampate contro di me d'ogni
intorno.
Ma tu, o SIGNORE, sei uno scudo attorno a me, sei la mia gloria, colui che
mi rialza il capo…
Avendo constatato che i suoi nemici
sono molti, sono numerosi,
Davide, da buon soldato, sa benissimo che è soggetto ad attacchi da ogni
parte, ha quindi bisogno di una protezione che vada ben oltre di quella
solita, per il combattimento contro un solo nemico (uno scudo frontale), ma
di un intervento miracoloso di Dio.
Davide, in questo verso riconosce essenzialmente tre azioni sovrannaturali
di Dio nella sua vita:
- la protezione totale
- la sua gloria è la gloria di Dio
- la sua dignità è nelle mani di Dio
- La protezione totale (sei uno scudo
attorno a me)
Davide riconosce una cosa straordinaria, la protezione totale di Dio, egli
sa che il Signore è
uno scudo attorno a lui, una
sorta di scudo “circolare”, che gli dà una protezione totale.
Questa visione di Dio l’ha anche espressa in un altro salmo dove parla anche
di una “protezione dall’alto”:
Tu mi circondi, mi stai di fronte e alle spalle, e poni la tua mano su di
me.
(Salmo 139:5)
Questa sua fiducia totale nella protezione di Dio è la sua sola speranza!
- La sua gloria è la gloria di Dio (sei
la mia gloria)
Davide riconosce che la sua gloria è
la gloria di Dio.
Non sono state le sue capacità a portarlo a diventare il re di Israele, è
stata la volontà di Dio e lui è solo il Suo strumento nelle Sue mani.
E’ una rivelazione che anticipa di mille anni quello che leggiamo negli
insegnamenti neotestamentari:
- da parte di Gesù:
Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho
costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga;
affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.
(Giovanni 15:16)
- da parte di Paolo:
Infatti, fratelli, guardate la vostra vocazione; non ci sono tra di voi
molti sapienti secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili; ma Dio
ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto
le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose
ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per
ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio.
Ed è grazie a lui che voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per
noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione; affinché, com'è
scritto: «Chi si vanta, si vanti
nel Signore». (1
Corinzi 1:26-31)
…per la grazia di Dio io sono quello che sono; e la grazia sua verso di me
non è stata vana; anzi, ho faticato più di tutti loro; non io però, ma la
grazia di Dio che è con me.
(1 Corinzi 15:10)
…per l'aiuto che vien da Dio, sono durato fino a questo giorno, rendendo
testimonianza a piccoli e a grandi, senza dir nulla al di fuori di quello
che i profeti e Mosè hanno detto che doveva avvenire, cioè: che il Cristo
avrebbe sofferto, e che egli, il primo a risuscitare dai morti, avrebbe
annunciato la luce al popolo e alle nazioni».
(Atti 26:22-23)
- La sua dignità è nelle mani di Dio (sei
colui che mi rialza il capo)
Davide (probabilmente vista l’esperienza del suo predecessore Saul) aveva
realizzato quello che il re Nabucodonosor realizzo “forzatamente” 500 anni
dopo circa, in forza della profezia di Daniele:
Questa è la decisione dei veglianti e la sentenza proviene dai santi,
affinché i viventi sappiano che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e
che egli lo dà a chi vuole, e vi innalza il più misero degli uomini"…
…Questa è l'interpretazione, o re; è un decreto dell'Altissimo, che sarà
eseguito sul re, mio signore: tu sarai scacciato di mezzo agli uomini e
abiterai con le bestie dei campi; ti daranno da mangiare l'erba come ai
buoi; sarai bagnato dalla rugiada del cielo e sette tempi passeranno su di
te finché tu riconoscerai che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e lo
dà a chi vuole.
Quanto poi all'ordine di lasciare il ceppo con le radici dell'albero, ciò
significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, dopo che avrai riconosciuto
che il dominio appartiene al cielo.
Perciò, o re, accetta il mio consiglio! Metti fine ai tuoi peccati
praticando la giustizia, e alle tue iniquità mostrando compassione verso gli
afflitti. Forse, la tua prosperità potrà essere prolungata».
Tutto questo avvenne al re Nabucodonosor.
Dodici mesi dopo, mentre passeggiava sul terrazzo del palazzo reale di
Babilonia, il re disse: «Non è questa la grande Babilonia che io ho
costruita come residenza reale con la forza della mia potenza e per la
gloria della mia maestà?»
Il re aveva ancora la parola sulle labbra, quando una voce venne dal cielo e
disse: «Sappi, o re Nabucodonosor, che il tuo regno ti è tolto; tu sarai
scacciato di mezzo agli uomini e abiterai con le bestie dei campi; ti
daranno da mangiare erba come ai buoi, e passeranno sette tempi sopra di te,
finché tu riconoscerai che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà
a chi vuole».
Nello stesso istante quella parola si adempì su Nabucodonosor.
Egli fu scacciato di mezzo agli uomini, mangiò l'erba come i buoi, il suo
corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, i capelli gli crebbero come le
penne delle aquile e le sue unghie diventarono come quelle degli uccelli.
Alla fine di quei giorni, io, Nabucodonosor, alzai gli occhi al cielo e la
ragione tornò in me. Benedissi l'Altissimo, lodai e glorificai colui che
vive in eterno: il suo dominio è un dominio eterno e il suo regno dura di
generazione in generazione. Tutti gli abitanti della terra sono un nulla
davanti a lui; egli agisce come vuole con l'esercito del cielo e con gli
abitanti della terra; e non c'è nessuno che possa fermare la sua mano o
dirgli: «Che fai?»
In quel tempo la ragione tornò in me; la gloria del mio regno, la mia maestà
e il mio splendore mi furono restituiti; i miei consiglieri e i miei grandi
mi cercarono, io fui ristabilito nel mio regno e la mia grandezza fu
superiore a quella che avevo prima.
Ora io, Nabucodonosor, lodo, esalto e glorifico il Re del cielo, perché
tutte le sue opere sono vere e le sue vie giuste, ed egli ha il potere di
umiliare quelli che procedono con superbia.
(Daniele 4:17-37)
La stessa sorte (con un finale infelice) la ebbe l’ultimo re babilonese
Baldassar, sempre secondo la profezia di Daniele:
O re, il Dio altissimo aveva dato regno, grandezza, gloria e maestà a tuo
padre Nabucodonosor. Per questa grandezza che Dio gli aveva dato, le genti
di ogni popolo, nazione e lingua temevano e tremavano alla sua presenza.
Egli faceva morire chi voleva, lasciava in vita chi voleva; innalzava chi
voleva, abbassava chi voleva. Ma quando il suo cuore divenne orgoglioso e il
suo spirito s'indurì fino a diventare tracotante, il re fu deposto dal suo
trono e gli fu tolta la sua gloria; fu scacciato di mezzo agli uomini e il
suo cuore divenne simile a quello delle bestie. Abitò con gli asini
selvatici, gli fu dato da mangiare erba come ai buoi e il suo corpo fu
bagnato dalla rugiada del cielo finché non riconobbe che il regno degli
uomini appartiene al Dio altissimo, il quale vi stabilisce sopra chi vuole.
E tu, Baldassar, suo figlio, non hai umiliato il tuo cuore, benché tu
sapessi tutto questo, ma ti sei innalzato contro il Signore del cielo. Ti
sono stati portati i vasi della casa di Dio e in essi avete bevuto tu, i
tuoi grandi, le tue mogli e le tue concubine; tu hai lodato gli dèi
d'argento, d'oro, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra, i quali non
vedono, non odono e non comprendono, e non hai glorificato il Dio che ha
nella sua mano il tuo soffio vitale, e dal quale dipendono tutte le tue vie.
Perciò egli ha mandato quel pezzo di mano che ha tracciato quello scritto.
Ecco le parole che sono state scritte: Mené, Mené, Téchel, U-Parsin.
Questa è l'interpretazione delle parole: Mené, Dio ha fatto il conto del tuo
regno e gli ha posto fine; Téchel, tu sei stato pesato con la bilancia e sei
stato trovato mancante. Perès, il tuo regno è diviso e dato ai Medi e ai
Persiani».
Allora, per ordine di Baldassar, Daniele fu vestito di porpora, gli fu messa
al collo una collana d'oro e fu proclamato terzo nel governo del regno.
In quella stessa notte Baldassar, re dei Caldei, fu ucciso e Dario il Medo
ricevette il regno all'età di sessantadue anni.
(Daniele 5:18-31)
Davide era quindi ben consapevole che il
suo capo
sarebbe stato rialzato solo da Dio,
rinunciò quindi a difendersi con la propria forza.
…Con la mia voce io grido al SIGNORE, ed egli mi risponde dal suo monte
santo…
La preghiera rivolta a Dio è la sola azione di Davide,
il suo combattimento spirituale è
un combattimento di difesa.
Ma è un combattimento spirituale in preghiera a voce alta, egli
grida con la sua voce.
Alla luce di questo atteggiamento di Davide possiamo apprezzare come anche
Paolo insegni come il combattimento
spirituale è un combattimento che ha lo scopo di
stare saldi nella fede (non è
un’offensiva, come a volte sentiamo dire), è un
resistere nel giorno malvagio,
restare in piedi dopo aver compiuto tutto il nostro dovere:
Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza.
Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate stare saldi
contro le insidie del diavolo; il nostro combattimento infatti non è contro
sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i
dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della
malvagità, che sono nei luoghi celesti. Perciò prendete la completa armatura
di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi
dopo aver compiuto tutto il vostro dovere.
State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi;
rivestitevi della corazza della giustizia; mettete come calzature ai vostri
piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; prendete oltre a tutto ciò lo
scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del
maligno. Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che
è la parola di Dio; pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni
preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza.
(Efesini 6:10-12)
Davide affida quindi se stesso completamente a Dio!
Ma lo fa con cognizione di causa, in quanto ne ha provata la fedeltà:
Per Davide l’esperienza della fede è fondamentale; egli ha dimostrato di
ragionare così già in occasione del gigante filisteo:
Saul disse a Davide: «Tu non puoi andare a batterti con quel Filisteo;
poiché tu non sei che un ragazzo, ed egli è un guerriero fin dalla sua
giovinezza».
Davide rispose a Saul: «Il tuo servo pascolava il gregge di suo padre e
talvolta veniva un leone o un orso a portar via una pecora dal gregge.
Allora gli correvo dietro, lo colpivo, gli strappavo dalle fauci la preda; e
se quello mi si rivoltava contro, lo afferravo per le mascelle, lo ferivo e
l'ammazzavo. Sì, il tuo servo ha ucciso il leone e l'orso; questo
incirconciso, Filisteo, sarà come uno di quelli, perché ha coperto di
vergogna le schiere del Dio vivente».
Davide soggiunse: «Il SIGNORE, che mi liberò dalla zampa del leone e dalla
zampa dell'orso, mi libererà anche dalla mano di questo Filisteo».
(1 Samuele 17:33-37)
Ora, riconosce quindi che il Signore
lo ha sostenuto addirittura nel
sonno, lo ha protetto mentre lui dormiva:
…io mi sono coricato e ho dormito,
poi mi sono risvegliato, perché il SIGNORE mi sostiene.
E (grazie ai suoi insegnamenti) lo riconoscerà anche suo figlio Salomone:
Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare e mangiate pane
tribolato; egli dà altrettanto a quelli che ama, mentre essi dormono.
(Salmo 127:2)
Alla luce di questa esperienza e dichiarazione di Davide, possiamo meglio
comprendere alcune promesse di Dio:
«Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa
mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi
vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in
granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di
loro? E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un'ora sola alla
durata della sua vita? E perché siete così ansiosi per il vestire? Osservate
come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; eppure
io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come
uno di loro. Ora se Dio veste in questa maniera l'erba dei campi che oggi è,
e domani è gettata nel forno, non farà molto di più per voi, o gente di poca
fede?
Non siate dunque in ansia, dicendo: "Che mangeremo? Che berremo? Di che ci
vestiremo?"
Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro
celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose.
Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno
date in più.
Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di
se stesso.
Basta a ciascun giorno il suo affanno.
(Matteo 6:25-34)
…Io non temo le miriadi di genti che si sono accampate contro di me d'ogni
intorno.
Abbiamo visto come i suoi nemici
erano molto numerosi, ma sulla base quindi di queste esperienze di fede
Davide matura (per esperienza) questa fiducia, che aveva tra l’altro
esperimentata già in passato:
In Dio, di cui lodo la parola, in Dio confido, e non temerò; che mi può fare
il mortale?
(Salmo 56:4)
Una fiducia che ritroviamo anche nelle promesse di Gesù:
Ma a voi, che siete miei amici, io dico: non temete quelli che uccidono il
corpo ma, oltre a questo, non possono fare di più.
Io vi mostrerò chi dovete temere. Temete colui che, dopo aver ucciso, ha il
potere di gettare nella geenna. Sì, vi dico, temete lui.
Cinque passeri non si vendono per due soldi? Eppure non uno di essi è
dimenticato davanti a Dio; anzi, perfino i capelli del vostro capo sono
tutti contati. Non temete dunque; voi valete più di molti passeri.
Or io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio
dell'uomo riconoscerà lui davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà
davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
E chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo, sarà perdonato; ma chi avrà
bestemmiato contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando poi vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle
autorità, non preoccupatevi del come e del che risponderete a vostra difesa,
o di quello che direte; perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento
stesso quello che dovrete dire».
(Luca 12:4-12)
Promesse che leggiamo realizzate nei racconti degli apostoli e nelle loro
lettere e delle quali possiamo testimoniare quando camminiamo con il
Signore!
***
SALVATO DA DIO
Ergiti, o SIGNORE, salvami, Dio mio; poiché tu hai percosso tutti i miei
nemici sulla guancia, hai rotto i denti agli empi.
Al SIGNORE appartiene la salvezza; la tua benedizione sia sul tuo popolo! [Pausa].
L’unica cosa che fa Davide è quindi quella di incitare il Signore ad agire,
ad ergersi, affinché possa essere
manifestata la Sua Potenza, come ha già visto in passato, quando il Signore
ha percosso tutti i suoi nemici sulla
guancia ed ha rotto i denti agli empi.
Il Signore è sempre intervenuto nella vita di Davide ed interverrà ancora,
per la Sua Gloria!
Queste sono le stesse parole che troviamo sulle labbra dell’apostolo Paolo:
Nella mia prima difesa nessuno si è trovato al mio fianco, ma tutti mi hanno
abbandonato; ciò non venga loro imputato!
Il Signore però mi ha assistito e mi ha reso forte, affinché per mezzo mio
il messaggio fosse proclamato e lo ascoltassero tutti i pagani; e sono stato
liberato dalle fauci del leone.
Il Signore mi libererà da ogni azione malvagia e mi salverà nel suo regno
celeste.
A lui sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
(2 Timoteo 4:16-18)
Davide ha anche imparato che la sua esperienza di fede non è fine a se
stessa, è anche motivo di insegnamento per gli altri e quindi il salmo si
chiude con una espressione didattica:
Al SIGNORE appartiene la salvezza; la tua benedizione sia sul tuo popolo!
Impariamo quindi a riconoscere questa Verità in ogni momento della nostra
vita, quando la vittoria è evidente, visibile ai nostri occhi e anche
(soprattutto) quando la vittoria non è evidente, visibile ai nostri occhi,
ma non per questo meno reale!
Ci sono dei momenti nella vita che non si vede la differenza tra chi serve
Dio e chi non lo serve, ma noi sappiamo ed aspettiamo quel giorno quando,
come profetizzato dal profeta Malachia circa il popolo di Israele degli
ultimi giorni:
Voi vedrete di nuovo la differenza che c'è fra il giusto e l'empio, fra
colui che serve Dio e colui che non lo serve.
(Malachia 3:18)
***
Affidare la nostra vita a Dio significa saper aspettare il Suo soccorso;
significa rinunciare alla propria
difesa, soprattutto se questa è
una conseguenza del nostro peccato.
Affidare la nostra vita a Dio significa accettare, con umiltà e
sottomissione, la Sua Volontà che si rivela nella
Sua protezione contro i numerosi
nemici e combattere in preghiera.
Affidare la nostra vita a Dio significa
incitare il Suo intervento con lo
scopo di manifestare la Sua Gloria.
Affidare la nostra vita a Dio significa
preferire il Suo onore al nostro
onore, la Sua Volontà anziché la
nostra volontà e comprendere che
la Sua Gloria è la nostra Gloria e fuori di Lui non abbiamo nulla!
Affidare la nostra vita a Dio significa rivestirsi della
Sua armatura per restare saldi, per
resistere, aspettando che
sia Lui a difenderci e non
promuovere offensive ardite che metterebbero a rischio la manifestazione
della Sua Gloria.