Salmo 3 - Davide in fuga da Absalom

 

 

Il riferimento al contesto:

 

Absalom si procurò un cocchio, dei cavalli, e cinquanta uomini che correvano davanti a lui.

Absalom si alzava la mattina presto e si metteva da un lato della via che conduceva alle porte della città; quando qualcuno aveva un processo e si recava dal re per chiedere giustizia, Absalom lo chiamava e gli chiedeva: «Di quale città sei?»

L'altro gli rispondeva: «Il tuo servo è di tale e tale tribù d'Israele».

Allora Absalom gli diceva: «Vedi, la tua causa è buona e giusta, ma non c'è chi sia delegato dal re per sentirti».

Poi Absalom aggiungeva: «Oh, se facessero me giudice del paese! Chiunque avesse un litigio o reclamo verrebbe da me e io gli farei giustizia».

Quando uno gli si avvicinava per prostrarsi davanti a lui, egli gli porgeva la mano, l'abbracciava e lo baciava.

Absalom faceva così con tutti gli Israeliti che venivano dal re per chiedere giustizia; in questo modo Absalom conquistò il cuore della gente d'Israele.

Quattro anni dopo, Absalom disse al re: «Ti prego, lasciami andare a Ebron a sciogliere un voto che ho fatto al SIGNORE.

Infatti, durante la sua residenza a Ghesur, in Siria, il tuo servo fece un voto, dicendo: Se il SIGNORE mi riconduce a Gerusalemme, io servirò il SIGNORE a Ebron».

Il re gli disse: «Va' in pace!» Così egli si alzò e andò a Ebron.

Intanto Absalom mandò degli emissari per tutte le tribù d'Israele, a dire: «Quando udrete il suono della tromba, direte: "Absalom è proclamato re a Ebron"».

Con Absalom partirono da Gerusalemme duecento uomini, i quali, essendo stati invitati, partirono in tutta la loro semplicità, senza sapere nulla.

Mentre offriva i sacrifici, Absalom mandò a chiamare Aitofel, il Ghilonita, consigliere di Davide, perché venisse dalla sua città di Ghilo.

La congiura si rafforzava e il popolo diventava sempre più numeroso attorno ad Absalom.

Venne a Davide un messaggero, che disse: «Il cuore degli uomini d'Israele si è volto verso Absalom».

Allora Davide disse a tutti i suoi servi che erano con lui a Gerusalemme: «Alzatevi, fuggiamo; altrimenti, nessuno di noi scamperà dalle mani di Absalom.

Affrettatevi a partire, affinché, con una rapida marcia, non ci sorprenda, piombandoci rovinosamente addosso e mettendo la città a fil di spada».

I servitori del re gli dissero: «Ecco i tuoi servi, pronti a fare tutto quello che piacerà al re, nostro signore».

Il re dunque partì, seguito da tutta la sua casa, e lasciò dieci concubine a custodire il palazzo.

Il re partì seguito da tutto il popolo, e si fermarono a Bet-Merac.

Tutti i servitori del re camminavano al suo fianco; e tutti i Cheretei, tutti i Peletei e tutti i Ghittei, che in seicento erano venuti da Gat al suo seguito, camminavano davanti al re.

(2 Samuele 15:1-18)

 

***

Il Salmo

 

Salmo di Davide, composto quand'egli fuggiva davanti ad Absalom, suo figlio.

O SIGNORE, quanto sono numerosi i miei nemici!

Molti sono quelli che insorgono contro di me, molti quelli che dicono di me: «Non c'è più salvezza per lui presso Dio!» [Pausa]

Ma tu, o SIGNORE, sei uno scudo attorno a me, sei la mia gloria, colui che mi rialza il capo.
Con la mia voce io grido al SIGNORE, ed egli mi risponde dal suo monte santo. [Pausa]

Io mi sono coricato e ho dormito, poi mi sono risvegliato, perché il SIGNORE mi sostiene.
Io non temo le miriadi di genti che si sono accampate contro di me d'ogni intorno.

 Ergiti, o SIGNORE, salvami, Dio mio; poiché tu hai percosso tutti i miei nemici sulla guancia, hai rotto i denti agli empi.

Al SIGNORE appartiene la salvezza; la tua benedizione sia sul tuo popolo! [Pausa].

 (Salmo 3)

 

***

Non possiamo non ricordare cosa disse il Signore per mezzo del profeta Natan a Davide in occasione della sentenza circa il misfatto di Uria:

 Ora dunque la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, perché tu mi hai disprezzato e hai preso per te la moglie di Uria, l'Ittita".

Così dice il SIGNORE: "Ecco, io farò venire addosso a te delle sciagure dall'interno della tua stessa casa; prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi per darle a un altro, che si unirà a loro alla luce di questo sole; poiché tu lo hai fatto in segreto; ma io farò questo davanti a tutto Israele e in faccia al sole"». (2 Samuele 12:10-12)

 

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Salmo di Davide, composto quand'egli fuggiva davanti ad Absalom, suo figlio.

 

Questo salmo è una fiduciosa preghiera di Davide, non più giovanissimo, che è costretto a scappare dal palazzo reale per non trovarsi a dover combattere contro il suo stesso figlio Absalom.

In questa sua fuga egli si trova circondato da nemici ed i suoi avversari lo danno già per sconfitto, senza alcuna speranza di salvezza.

In questa situazione Davide, pur constatando la realtà della situazione, si affida fiducioso al Signore che lo ha soccorso in tutta la sua vita e matura nuovamente la speranza che Dio lo soccorrerà.

E’ un salmo scritto da un Davide ormai maturo, che ha passato esperienze profonde con il Signore e conosce ormai per esperienza il Suo carattere sotto molti punti di vista.

Possiamo dividere questo salmo in tre sezioni:

 - CIRCONDATO DAI NEMICI (versi 1-2)

 - SOSTENUTO DA DIO (versi 3-6)

 - SALVATO DA DIO (versi 7-8)

 

***

CIRCONDATO DAI NEMICI

 

O SIGNORE, quanto sono numerosi i miei nemici!

Molti sono quelli che insorgono contro di me, molti quelli che dicono di me: «Non c'è più salvezza per lui presso Dio!» [Pausa]

 

Davide è consapevole di avere numerosi nemici, d’altronde conosce molto bene la profezia a suo riguarda data dal Signore per bocca di Natan:

…la spada non si allontanerà mai dalla tua casa…

 

Per questo motivo molti insorgono contro di lui, ed in particolare suo figlio Absalom.

Questo tentativo di golpe del figlio mette in condizione Davide di fuggire dal palazzo reale per non affrontarlo, in qualche modo Davide accetta (senza difendersi) ciò che il Signore aveva sentenziato su di lui e si rimette al Suo soccorso, se vorrà sarà Lui a soccorrerlo, la sua vita è nelle mani di Dio.

Egli sa benissimo che non ha alcun diritto per ottenere giustizia, solo la misericordia di Dio potrà cambiare il suo destino e ad Essa egli si affida.

Per Davide, l’azione di difendersi sarebbe una ribellione verso il Signore e verso la Sua sentenza!

Davanti a questa reazione (agli occhi dei più visti come un atto di vigliaccheria), molti  dicono di lui: «Non c'è più salvezza per lui presso Dio!»

Siamo disposti (come Davide) a pagare le conseguenze del nostro peccato senza difenderci?

Ad affidarci solo alla misericordia di Dio?

 

Noi tutti, essendo peccatori di natura, abbiamo portato intorno a noi maledizione e scompiglio, a volte cadiamo ancora in questa condizione quando non camminiamo secondo lo Spirito Santo, che diritto abbiamo di non subire le conseguenze dei nostri errori?

Se questo avviene è solo per la Misericordia di Dio.

 

Paolo, ben conscio dei danni che aveva portato alla Chiesa, non si lamentò mai delle sofferenze derivanti dal suo passato.

Ricordiamoci delle parole del ladrone sulla croce:

Per noi è giusto, perché riceviamo la pena che ci meritiamo per le nostre azioni… (Luca 23:41)

 

Il ladrone fu perdonato da Gesù, ma subì comunque la pena che umanamente gli spettava!

Se il ladrone sulla croce, agli occhi dell’uomo naturale è morto da condannato, agli occhi di Dio è morto da graziato!

Per gli uomini non c'era più salvezza per lui presso Dio, ma Gesù gli aveva promesso:

Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso. (Luca 23:43)

 

Quante volte invece pensiamo (avendo creduto) di poter “evitare” la pena del nostro peccato.

Il Signore condona (perdona) il nostro debito (il nostro peccato), ma non abbiamo alcun diritto di pretendere di eliminare le conseguenze derivanti dai nostri errori, queste impariamo a metterle nelle mani di Dio con estreme umiltà e sottomissione.

 

***

SOSTENUTO DA DIO

 

Ma tu, o SIGNORE, sei uno scudo attorno a me, sei la mia gloria, colui che mi rialza il capo.
Con la mia voce io grido al SIGNORE, ed egli mi risponde dal suo monte santo. [Pausa]

Io mi sono coricato e ho dormito, poi mi sono risvegliato, perché il SIGNORE mi sostiene.
Io non temo le miriadi di genti che si sono accampate contro di me d'ogni intorno.

 

Ma tu, o SIGNORE, sei uno scudo attorno a me, sei la mia gloria, colui che mi rialza il capo…
Avendo constatato che i suoi nemici sono molti, sono numerosi, Davide, da buon soldato, sa benissimo che è soggetto ad attacchi da ogni parte, ha quindi bisogno di una protezione che vada ben oltre di quella solita, per il combattimento contro un solo nemico (uno scudo frontale), ma di un intervento miracoloso di Dio.

Davide, in questo verso riconosce essenzialmente tre azioni sovrannaturali di Dio nella sua vita:

            - la protezione totale

            - la sua gloria è la gloria di Dio

            - la sua dignità è nelle mani di Dio

 

- La protezione totale (sei uno scudo attorno a me)

 

Davide riconosce una cosa straordinaria, la protezione totale di Dio, egli sa che il Signore è uno scudo attorno a lui, una sorta di scudo “circolare”, che gli dà una protezione totale.

Questa visione di Dio l’ha anche espressa in un altro salmo dove parla anche di una “protezione dall’alto”:

Tu mi circondi, mi stai di fronte e alle spalle, e poni la tua mano su di me. (Salmo 139:5)

Questa sua fiducia totale nella protezione di Dio è la sua sola speranza!

 

- La sua gloria è la gloria di Dio (sei la mia gloria)

 

Davide riconosce che la sua gloria è la gloria di Dio.

Non sono state le sue capacità a portarlo a diventare il re di Israele, è stata la volontà di Dio e lui è solo il Suo strumento nelle Sue mani.

E’ una rivelazione che anticipa di mille anni quello che leggiamo negli insegnamenti neotestamentari:

- da parte di Gesù:

Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia. (Giovanni 15:16)

 

- da parte di Paolo:

Infatti, fratelli, guardate la vostra vocazione; non ci sono tra di voi molti sapienti secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili; ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio.

Ed è grazie a lui che voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione; affinché, com'è scritto: «Chi si vanta, si vanti nel Signore».  (1 Corinzi 1:26-31)

 

…per la grazia di Dio io sono quello che sono; e la grazia sua verso di me non è stata vana; anzi, ho faticato più di tutti loro; non io però, ma la grazia di Dio che è con me. (1 Corinzi 15:10)

 

…per l'aiuto che vien da Dio, sono durato fino a questo giorno, rendendo testimonianza a piccoli e a grandi, senza dir nulla al di fuori di quello che i profeti e Mosè hanno detto che doveva avvenire, cioè: che il Cristo avrebbe sofferto, e che egli, il primo a risuscitare dai morti, avrebbe annunciato la luce al popolo e alle nazioni». (Atti 26:22-23)

 

- La sua dignità è nelle mani di Dio (sei colui che mi rialza il capo)

 

Davide (probabilmente vista l’esperienza del suo predecessore Saul) aveva realizzato quello che il re Nabucodonosor realizzo “forzatamente” 500 anni dopo circa, in forza della profezia di Daniele:

Questa è la decisione dei veglianti e la sentenza proviene dai santi, affinché i viventi sappiano che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo dà a chi vuole, e vi innalza il più misero degli uomini"…

…Questa è l'interpretazione, o re; è un decreto dell'Altissimo, che sarà eseguito sul re, mio signore: tu sarai scacciato di mezzo agli uomini e abiterai con le bestie dei campi; ti daranno da mangiare l'erba come ai buoi; sarai bagnato dalla rugiada del cielo e sette tempi passeranno su di te finché tu riconoscerai che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole.

Quanto poi all'ordine di lasciare il ceppo con le radici dell'albero, ciò significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, dopo che avrai riconosciuto che il dominio appartiene al cielo.

Perciò, o re, accetta il mio consiglio! Metti fine ai tuoi peccati praticando la giustizia, e alle tue iniquità mostrando compassione verso gli afflitti. Forse, la tua prosperità potrà essere prolungata».

Tutto questo avvenne al re Nabucodonosor.

Dodici mesi dopo, mentre passeggiava sul terrazzo del palazzo reale di Babilonia, il re disse: «Non è questa la grande Babilonia che io ho costruita come residenza reale con la forza della mia potenza e per la gloria della mia maestà?»

Il re aveva ancora la parola sulle labbra, quando una voce venne dal cielo e disse: «Sappi, o re Nabucodonosor, che il tuo regno ti è tolto; tu sarai scacciato di mezzo agli uomini e abiterai con le bestie dei campi; ti daranno da mangiare erba come ai buoi, e passeranno sette tempi sopra di te, finché tu riconoscerai che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole».

Nello stesso istante quella parola si adempì su Nabucodonosor.

Egli fu scacciato di mezzo agli uomini, mangiò l'erba come i buoi, il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, i capelli gli crebbero come le penne delle aquile e le sue unghie diventarono come quelle degli uccelli.

Alla fine di quei giorni, io, Nabucodonosor, alzai gli occhi al cielo e la ragione tornò in me. Benedissi l'Altissimo, lodai e glorificai colui che vive in eterno: il suo dominio è un dominio eterno e il suo regno dura di generazione in generazione. Tutti gli abitanti della terra sono un nulla davanti a lui; egli agisce come vuole con l'esercito del cielo e con gli abitanti della terra; e non c'è nessuno che possa fermare la sua mano o dirgli: «Che fai?»

In quel tempo la ragione tornò in me; la gloria del mio regno, la mia maestà e il mio splendore mi furono restituiti; i miei consiglieri e i miei grandi mi cercarono, io fui ristabilito nel mio regno e la mia grandezza fu superiore a quella che avevo prima.

Ora io, Nabucodonosor, lodo, esalto e glorifico il Re del cielo, perché tutte le sue opere sono vere e le sue vie giuste, ed egli ha il potere di umiliare quelli che procedono con superbia. (Daniele 4:17-37)

 

La stessa sorte (con un finale infelice) la ebbe l’ultimo re babilonese Baldassar, sempre secondo la profezia di Daniele:

O re, il Dio altissimo aveva dato regno, grandezza, gloria e maestà a tuo padre Nabucodonosor. Per questa grandezza che Dio gli aveva dato, le genti di ogni popolo, nazione e lingua temevano e tremavano alla sua presenza. Egli faceva morire chi voleva, lasciava in vita chi voleva; innalzava chi voleva, abbassava chi voleva. Ma quando il suo cuore divenne orgoglioso e il suo spirito s'indurì fino a diventare tracotante, il re fu deposto dal suo trono e gli fu tolta la sua gloria; fu scacciato di mezzo agli uomini e il suo cuore divenne simile a quello delle bestie. Abitò con gli asini selvatici, gli fu dato da mangiare erba come ai buoi e il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo finché non riconobbe che il regno degli uomini appartiene al Dio altissimo, il quale vi stabilisce sopra chi vuole.

E tu, Baldassar, suo figlio, non hai umiliato il tuo cuore, benché tu sapessi tutto questo, ma ti sei innalzato contro il Signore del cielo. Ti sono stati portati i vasi della casa di Dio e in essi avete bevuto tu, i tuoi grandi, le tue mogli e le tue concubine; tu hai lodato gli dèi d'argento, d'oro, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra, i quali non vedono, non odono e non comprendono, e non hai glorificato il Dio che ha nella sua mano il tuo soffio vitale, e dal quale dipendono tutte le tue vie.

Perciò egli ha mandato quel pezzo di mano che ha tracciato quello scritto.

Ecco le parole che sono state scritte: Mené, Mené, Téchel, U-Parsin.

Questa è l'interpretazione delle parole: Mené, Dio ha fatto il conto del tuo regno e gli ha posto fine; Téchel, tu sei stato pesato con la bilancia e sei stato trovato mancante. Perès, il tuo regno è diviso e dato ai Medi e ai Persiani».

Allora, per ordine di Baldassar, Daniele fu vestito di porpora, gli fu messa al collo una collana d'oro e fu proclamato terzo nel governo del regno.

In quella stessa notte Baldassar, re dei Caldei, fu ucciso e Dario il Medo ricevette il regno all'età di sessantadue anni. (Daniele 5:18-31)

 

Davide era quindi ben consapevole che il suo capo sarebbe stato rialzato solo da Dio, rinunciò quindi a difendersi con la propria forza.

 

…Con la mia voce io grido al SIGNORE, ed egli mi risponde dal suo monte santo…

 

La preghiera rivolta a Dio è la sola azione di Davide, il suo combattimento spirituale è un combattimento di difesa.

Ma è un combattimento spirituale in preghiera a voce alta, egli grida con la sua voce.

Alla luce di questo atteggiamento di Davide possiamo apprezzare come anche Paolo insegni come il combattimento spirituale è un combattimento che ha lo scopo di stare saldi nella fede (non è un’offensiva, come a volte sentiamo dire), è un resistere nel giorno malvagio, restare in piedi dopo aver compiuto tutto il nostro dovere:

Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza.

Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate stare saldi contro le insidie del diavolo; il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere.

State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno. Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio; pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. (Efesini 6:10-12)

 

Davide affida quindi se stesso completamente a Dio!

Ma lo fa con cognizione di causa, in quanto ne ha provata la fedeltà:

 …Io mi sono coricato e ho dormito, poi mi sono risvegliato, perché il SIGNORE mi sostiene…

Per Davide l’esperienza della fede è fondamentale; egli ha dimostrato di ragionare così già in occasione del gigante filisteo:

Saul disse a Davide: «Tu non puoi andare a batterti con quel Filisteo; poiché tu non sei che un ragazzo, ed egli è un guerriero fin dalla sua giovinezza».

Davide rispose a Saul: «Il tuo servo pascolava il gregge di suo padre e talvolta veniva un leone o un orso a portar via una pecora dal gregge. Allora gli correvo dietro, lo colpivo, gli strappavo dalle fauci la preda; e se quello mi si rivoltava contro, lo afferravo per le mascelle, lo ferivo e l'ammazzavo. Sì, il tuo servo ha ucciso il leone e l'orso; questo incirconciso, Filisteo, sarà come uno di quelli, perché ha coperto di vergogna le schiere del Dio vivente».

Davide soggiunse: «Il SIGNORE, che mi liberò dalla zampa del leone e dalla zampa dell'orso, mi libererà anche dalla mano di questo Filisteo». (1 Samuele 17:33-37)

 

Ora, riconosce quindi che il Signore lo ha sostenuto addirittura nel sonno, lo ha protetto mentre lui dormiva:

io mi sono coricato e ho dormito, poi mi sono risvegliato, perché il SIGNORE mi sostiene.

 

E (grazie ai suoi insegnamenti) lo riconoscerà anche suo figlio Salomone:

Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare e mangiate pane tribolato; egli dà altrettanto a quelli che ama, mentre essi dormono. (Salmo 127:2)

 

Alla luce di questa esperienza e dichiarazione di Davide, possiamo meglio comprendere alcune promesse di Dio:

«Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro? E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un'ora sola alla durata della sua vita? E perché siete così ansiosi per il vestire? Osservate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro. Ora se Dio veste in questa maniera l'erba dei campi che oggi è, e domani è gettata nel forno, non farà molto di più per voi, o gente di poca fede?

Non siate dunque in ansia, dicendo: "Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?"

Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose.

Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più.

Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso.

Basta a ciascun giorno il suo affanno. (Matteo 6:25-34)

 

…Io non temo le miriadi di genti che si sono accampate contro di me d'ogni intorno.

 

Abbiamo visto come i suoi nemici erano molto numerosi, ma sulla base quindi di queste esperienze di fede Davide matura (per esperienza) questa fiducia, che aveva tra l’altro esperimentata già in passato:

In Dio, di cui lodo la parola, in Dio confido, e non temerò; che mi può fare il mortale? (Salmo 56:4)

 

Una fiducia che ritroviamo anche nelle promesse di Gesù:

Ma a voi, che siete miei amici, io dico: non temete quelli che uccidono il corpo ma, oltre a questo, non possono fare di più.

Io vi mostrerò chi dovete temere. Temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella geenna. Sì, vi dico, temete lui.

Cinque passeri non si vendono per due soldi? Eppure non uno di essi è dimenticato davanti a Dio; anzi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete dunque; voi valete più di molti passeri.

Or io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo riconoscerà lui davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.

E chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo, sarà perdonato; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato.

Quando poi vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi del come e del che risponderete a vostra difesa, o di quello che direte; perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento stesso quello che dovrete dire». (Luca 12:4-12)

Promesse che leggiamo realizzate nei racconti degli apostoli e nelle loro lettere e delle quali possiamo testimoniare quando camminiamo con il Signore!

 

***

SALVATO DA DIO

 

Ergiti, o SIGNORE, salvami, Dio mio; poiché tu hai percosso tutti i miei nemici sulla guancia, hai rotto i denti agli empi.

Al SIGNORE appartiene la salvezza; la tua benedizione sia sul tuo popolo! [Pausa].

 

L’unica cosa che fa Davide è quindi quella di incitare il Signore ad agire, ad ergersi, affinché possa essere manifestata la Sua Potenza, come ha già visto in passato, quando il Signore ha percosso tutti i suoi nemici sulla guancia ed ha rotto i denti agli empi.

Il Signore è sempre intervenuto nella vita di Davide ed interverrà ancora, per la Sua Gloria!

 

Queste sono le stesse parole che troviamo sulle labbra dell’apostolo Paolo:

Nella mia prima difesa nessuno si è trovato al mio fianco, ma tutti mi hanno abbandonato; ciò non venga loro imputato!

Il Signore però mi ha assistito e mi ha reso forte, affinché per mezzo mio il messaggio fosse proclamato e lo ascoltassero tutti i pagani; e sono stato liberato dalle fauci del leone.

Il Signore mi libererà da ogni azione malvagia e mi salverà nel suo regno celeste.

A lui sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen. (2 Timoteo 4:16-18)

 

Davide ha anche imparato che la sua esperienza di fede non è fine a se stessa, è anche motivo di insegnamento per gli altri e quindi il salmo si chiude con una espressione didattica:

Al SIGNORE appartiene la salvezza; la tua benedizione sia sul tuo popolo!

 

Impariamo quindi a riconoscere questa Verità in ogni momento della nostra vita, quando la vittoria è evidente, visibile ai nostri occhi e anche (soprattutto) quando la vittoria non è evidente, visibile ai nostri occhi, ma non per questo meno reale!

Ci sono dei momenti nella vita che non si vede la differenza tra chi serve Dio e chi non lo serve, ma noi sappiamo ed aspettiamo quel giorno quando, come profetizzato dal profeta Malachia circa il popolo di Israele degli ultimi giorni:

Voi vedrete di nuovo la differenza che c'è fra il giusto e l'empio, fra colui che serve Dio e colui che non lo serve. (Malachia 3:18)

 

***

 CONCLUSIONE

 

Affidare la nostra vita a Dio significa saper aspettare il Suo soccorso; significa rinunciare alla propria difesa, soprattutto se questa è una conseguenza del nostro peccato.

Affidare la nostra vita a Dio significa accettare, con umiltà e sottomissione, la Sua Volontà che si rivela nella Sua protezione contro i numerosi nemici e combattere in preghiera.

Affidare la nostra vita a Dio significa incitare il Suo intervento con lo scopo di manifestare la Sua Gloria.

Affidare la nostra vita a Dio significa preferire il Suo onore al nostro onore, la Sua Volontà anziché la nostra volontà e comprendere che la Sua Gloria è la nostra Gloria e fuori di Lui non abbiamo nulla!

Affidare la nostra vita a Dio significa rivestirsi della Sua armatura per restare saldi, per resistere, aspettando che sia Lui a difenderci e non promuovere offensive ardite che metterebbero a rischio la manifestazione della Sua Gloria.

 

 Gianni Marinuzzi