Salmo 31 - Davide in fuga da Saul

 

 

 

Il riferimento al contesto:

 

Vennero a dire a Davide: «Ecco, i Filistei hanno attaccato Cheila e saccheggiato le aie». 

E Davide consultò il SIGNORE, dicendo: «Devo andare a sconfiggere questi Filistei?»

Il SIGNORE rispose a Davide: «Va', sconfiggi i Filistei e salva Cheila». 

Ma la gente di Davide gli disse: «Tu vedi che già qui in Giuda abbiamo paura; che sarà di noi, se andiamo a Cheila contro le schiere dei Filistei?» 

Davide consultò di nuovo il SIGNORE, e il SIGNORE gli rispose e gli disse: «Àlzati, scendi a Cheila, perché io darò i Filistei nelle tue mani». 

Davide dunque andò con la sua gente a Cheila, combatté contro i Filistei, portò via il loro bestiame e inflisse loro una grande sconfitta.

Così Davide liberò gli abitanti di Cheila.

Quando Abiatar, figlio di Aimelec, si rifugiò presso Davide a Cheila, portò con sé l'efod.

Saul fu informato che Davide era giunto a Cheila. Saul disse: «Dio lo dà nelle mie mani, poiché è venuto a rinchiudersi in una città che ha porte e sbarre». 

Saul dunque convocò tutto il popolo per andare alla guerra, per scendere a Cheila e cingere d'assedio Davide e la sua gente. 

Ma Davide, avendo saputo che Saul tramava del male contro di lui, disse al sacerdote Abiatar: «Porta qua l'efod». 

Poi disse: «SIGNORE, Dio d'Israele, il tuo servo ha sentito come cosa certa che Saul cerca di venire a Cheila per distruggere la città a causa mia. 

Gli abitanti di Cheila mi daranno nelle sue mani? Saul scenderà davvero come il tuo servo ha sentito dire? SIGNORE, Dio d'Israele, fallo sapere al tuo servo!» Il SIGNORE rispose: «Scenderà». 

Davide chiese ancora: «Gli abitanti di Cheila daranno me e la mia gente nelle mani di Saul?» Il SIGNORE rispose: «Vi daranno nelle sue mani».

Allora Davide e la sua gente, circa seicento uomini, partirono, uscirono da Cheila e andarono qua e là a caso; e Saul, informato che Davide era fuggito da Cheila, rinunciò alla sua spedizione.

Davide rimase nel deserto, in luoghi sicuri; se ne stette nella regione montuosa del deserto di Zif.

Saul lo cercava continuamente, ma Dio non glielo diede nelle mani.

Davide, sapendo che Saul si era mosso per togliergli la vita, restò nel deserto di Zif, nella foresta.

Allora Gionatan, figlio di Saul, si alzò e andò da Davide nella foresta.

Egli fortificò la sua fiducia in Dio e gli disse: «Non temere; poiché Saul, mio padre, non riuscirà a metterti le mani addosso. Tu regnerai sopra Israele, io sarò il secondo dopo di te; e lo sa bene anche Saul, mio padre».

I due fecero alleanza in presenza del SIGNORE; poi Davide rimase nella foresta e Gionatan andò a casa sua.

Gli Zifei salirono da Saul a Ghibea e gli dissero: «Davide è nascosto fra noi, nei luoghi sicuri della foresta, sul colle di Achila, che è a mezzogiorno del deserto.

Scendi dunque, o re, poiché questo è ciò che tu desideri con tutto il cuore, e penseremo noi a darlo nelle mani del re».

Saul disse: «Siate benedetti dal SIGNORE, voi che avete pietà di me!

Andate, vi prego, informatevi con più certezza per sapere e scoprire il luogo dove abitualmente si ferma e chi l'abbia visto là; poiché mi dicono che egli è molto astuto.

Vedete di conoscere tutti i nascondigli dove egli si rifugia; poi tornate da me con notizie certe e io verrò con voi.

Se egli è nel paese, io lo cercherò fra tutte le migliaia di Giuda».

Quelli dunque partirono e se ne andarono a Zif, precedendo Saul; ma Davide e i suoi erano nel deserto di Maon, nella pianura a mezzogiorno del deserto.

Saul con la sua gente partì in cerca di lui; ma Davide, che ne fu informato, scese dalla roccia e rimase nel deserto di Maon.

Quando Saul lo seppe, andò in cerca di Davide nel deserto di Maon.

Saul camminava da un lato del monte e Davide con la sua gente dall'altro lato; e come Davide affrettava la marcia per sfuggire a Saul e Saul e la sua gente stavano per circondare Davide e i suoi per impadronirsene, arrivò a Saul un messaggero che disse: «Affrèttati a venire, perché i Filistei hanno invaso il paese».

Così Saul smise d'inseguire Davide e andò ad affrontare i Filistei; perciò quel luogo fu chiamato Sela-Ammalecot.

 (1 Samuele 23:1-28)

 

***

Il salmo:

Di Davide. Maskil.

O SIGNORE, poiché ho confidato in te, fa' che io non sia mai confuso; per la tua giustizia liberami.

Porgi a me il tuo orecchio; affrèttati a liberarmi; sii per me una forte rocca, una fortezza dove tu mi porti in salvo.

Tu sei la mia rocca e la mia fortezza; per amor del tuo nome guidami e conducimi.

Tirami fuori dalla rete che m'han tesa di nascosto; poiché tu sei il mio baluardo.

Nelle tue mani rimetto il mio spirito; tu m'hai riscattato, o SIGNORE, Dio di verità.

Detesto quelli che si affidano alle vanità ingannatrici; ma io confido nel SIGNORE.

Esulterò e mi rallegrerò per la tua benevolenza; poiché tu hai visto la mia afflizione, hai conosciuto le angosce dell'anima mia, e non mi hai dato in mano del nemico; tu m'hai messo i piedi in luogo favorevole.

Abbi pietà di me, o SIGNORE, perché sono tribolato: l'occhio mio, l'anima mia, le mie viscere si consumano di dolore.

La mia vita vien meno per l'affanno, i miei anni svaniscono nel pianto; la forza m'è venuta a mancare per la mia afflizione, si logorano tutte le mie ossa.

A causa dei miei nemici sono diventato obbrobrio, un grande obbrobrio per i miei vicini, e uno spavento per i miei conoscenti.

Chi mi vede fuori fugge via da me.

Sono dimenticato completamente, come un morto; sono simile a un vaso rotto.

Perché odo le calunnie di molti, tutto m'incute spavento intorno a me, mentr'essi si consigliano a mio danno e meditano di togliermi la vita.

Ma io confido in te, o SIGNORE; io ho detto: «Tu sei il mio Dio».

I miei giorni sono nelle tue mani; liberami dalla mano dei miei nemici e dai miei persecutori.
Fa' risplendere sul tuo servo la luce del tuo volto; salvami per la tua benevolenza.

O SIGNORE, fa' ch'io non sia confuso, perché t'invoco; siano confusi gli empi, siano ridotti al silenzio nel soggiorno dei morti.

Ammutoliscano le labbra bugiarde che parlano contro il giusto con arroganza, con alterigia e con disprezzo.

Quant'è grande la bontà che tu riservi a quelli che ti temono, e di cui dai prova in presenza dei figli degli uomini, verso quelli che confidano in te!

Tu li nascondi all'ombra della tua presenza, lontano dalle macchinazioni degli uomini; tu li custodisci in una tenda, al riparo dalla maldicenza.

Sia benedetto il SIGNORE; poich'egli ha reso mirabile la sua benevolenza per me, ponendomi come in una città fortificata.

Io, nel mio smarrimento, dicevo: «Sono respinto dalla tua presenza»; ma tu hai udito la voce delle mie suppliche, quand'ho gridato a te.

Amate il SIGNORE, voi tutti i suoi santi!

Il SIGNORE preserva i fedeli, ma punisce con rigore chi agisce con orgoglio.

Siate saldi, e il vostro cuore si fortifichi, o voi tutti che sperate nel SIGNORE!

(Salmo 31)

 

***

Questo salmo di Davide è un grido di aiuto, un grido di un uomo che non si capacita di vedere l’odio del suo re rivolto verso di lui senza un motivo, senza una colpa, egli ha fatto del bene al suo popolo, ha appena liberato gli abitanti israeliti, suoi fratelli della città di Cheila dalle mani dei nemici filistei e scopre che questi erano pronti a consegnarlo a Saul per essere da lui ucciso, è nemico del suo re e del suo popolo nonostante egli abbia fatto del bene all’uno e agli altri, ,ora disprezzato, tradito, in fuga egli è confuso, ,e lo confessa all’Eterno e rinnova la sua fede in Lui, ,scoprendo che solo affidando la propria vita nelle mani dell’Eterno trova riposo e speranza.

Possiamo dividere questo salmo in sei sezioni che possono anche descrivere nel loro processo l’utilità stessa delle prove del giusto, ,dalla disperazione alla lode, ,all’insegnamento ed edificazione sulla base dell’esperienza:

 

1) INVOCAZIONE DI AIUTO (versetti 1-2)

2) DICHIARAZIONE DI FIDUCIA IN DIO (versetti 3-8)

3) DESCRIZIONE DEL PERICOLO E DELLA PERSECUZIONE (versetti 9-13)

4) PREGHIERA DI LIBERAZIONE (versetti 14-18)

5) CELEBRAZIONE (versetti 19-22)

6) ESORTAZIONE (versetti 23-24)

 

***

1) INVOCAZIONE DI AIUTO (versetti 1-2)

 

O SIGNORE, poiché ho confidato in te, fa' che io non sia mai confuso; per la tua giustizia liberami.

Porgi a me il tuo orecchio; affrèttati a liberarmi; sii per me una forte rocca, una fortezza dove tu mi porti in salvo.

 

Davide ha appena constatato due cose essenziali:

- nel mondo non c’è giustizia

- non è possibile pensare di essere protetti dagli uomini, ,tantomeno dalle    

  mura. Saul stesso aveva così interpretato il fatto che Davide fosse andato a liberare 

  Cheila: è venuto a rinchiudersi in una città che ha porte e sbarre. (1 Samuele 23:7)

Egli quindi grida aiuto a Dio e si appella, in quanto Suo fedele (ho confidato in te), alla Sua Giustizia ed alla Sua protezione (sii per me una forte rocca, una fortezza dove tu mi porti in salvo).

 

***

2) DICHIARAZIONE DI FIDUCIA IN DIO (versetti 3-8)

Tu sei la mia rocca e la mia fortezza; per amor del tuo nome guidami e conducimi.

Tirami fuori dalla rete che m'han tesa di nascosto; poiché tu sei il mio baluardo.

Nelle tue mani rimetto il mio spirito; tu m'hai riscattato, o SIGNORE, Dio di verità.

Detesto quelli che si affidano alle vanità ingannatrici; ma io confido nel SIGNORE.

Esulterò e mi rallegrerò per la tua benevolenza; poiché tu hai visto la mia afflizione, hai conosciuto le angosce dell'anima mia, e non mi hai dato in mano del nemico; tu m'hai messo i piedi in luogo favorevole.

 

Tu sei la mia rocca e la mia fortezza; per amor del tuo nome guidami e conducimi.

Egli dichiara di non confidare quindi né sulla protezione degli uomini, tantomeno nella protezione delle mura, egli dichiara: Tu sei la mia rocca e la mia fortezza... Tu sei la mia Guida: guidami e conducimi, non per amore della mia fedeltà o del mio nome corruttibile, per amor del tuo nome.

 

 

Tirami fuori dalla rete che m'han tesa di nascosto; poiché tu sei il mio baluardo.

 

Davide è consapevole che è in una trappola, da una parte i filistei, dall’altra Saul, da un'altra ancora i traditori cittadini di Cheila, è veramente caduto in una rete tesa di nascosto, ma sa che può confidare in Chi vede oltre il “nascosto”, Egli è il Suo baluardo.

 

Davide non confida nel passaggio della prova in modo fatalista, egli attende con impazienza la mano di Dio che lo tirerò fuori dalla rete, perché Egli il suo baluardo (letteralmente elemento difensivo isolato, non facente parte di una fortificazione generale,  come, per esempio, le mura di una città).

 

Nelle tue mani rimetto il mio spirito; tu m'hai riscattato, o SIGNORE, Dio di verità.

Davide affida quindi con sicurezza il suo spirito (la sua vita) a Dio, nelle Sue mani, la sua rocca e la sua fortezza.

Egli riconosce il riscatto di Dio per lui, sa che ha un valore davanti al Suo Dio, un valore pari al Suo Amore, al Suo Nome!

 

Detesto quelli che si affidano alle vanità ingannatrici; ma io confido nel Signore.

 Davanti a questa consapevolezza della protezione di Dio, tutte le protezioni “umane classiche”, la protezione degli uomini, le città fortificate, sono tutte vanità ingannatrici, ,e coloro che si affidano (disprezzando la protezione di Dio, ritenendola inferiore) sono detestabili e degni di disprezzo agli occhi del saggio, ,di colui che sa riconoscere ciò che è di valore e ciò che non lo è

 

Davide con vanto e fierezza dichiara: ma io confido nel SIGNORE!

E’ una questione non solo di protezione, ma di prestigio.

 

Quante volte ci sentiamo in qualche modo inferiori a coloro che si vantano delle loro sicurezza mondane, soldi, potere, valori terreni, tutte allucinazioni di un mondo che si corrompe ogni giorno di più ed è destinato ad essere bruciato con il fuoco, come dovremmo essere invece fieri della protezione e della sicurezza che abbiamo in Dio per mezzo di Gesù Cristo, il nostro solo atteggiamento dovrebbe essere una testimonianza di vittoria!

 

Esulterò e mi rallegrerò per la tua benevolenza; poiché tu hai visto la mia afflizione, hai conosciuto le angosce dell'anima mia, e non mi hai dato in mano del nemico; tu m'hai messo i piedi in luogo favorevole.

 

Davide dichiara che:

- l’Eterno vede e conosce l’intimo dell’uomo:

- L’Eterno ha visto la sua afflizione;

- L’Eterno ha conosciuto le angosce dell'anima sua;

- l’Eterno interviene in soccorso ai Suoi:

- L’Eterno non lo ha dato in mano del nemico (come avrebbero voluto farlo gli abitanti di Cheila, le vanità ingannatrici);

- L’Eterno lo ha messo i piedi in luogo favorevole (non nelle mani di Saul).

 

Dalla dichiarazione di fede all’esultanza ed alla gioia, che si prova dopo una liberazione!

Solo chi ha realizzato la liberazione dalla afflizione, ,dalle angosce, ,dalla mano dei traditori e dei nemici e che ha trovato un luogo favorevole, ,sicuro, ,protetto, dove posare i piedi, può sperimentare la benevolenza del Suo Liberatore, rallegrarsi ed esultare in Lui,

non sempre questo si vede nella Chiesa,

forse perché si è distratti da qualcosa d’altro?

 

L’apostolo Pietro riprende questa espressione nella sua prima lettera:

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile. Essa è conservata in cielo per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la salvezza che sta per essere rivelata negli ultimi tempi.

Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell'oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo.  (1 Pietro 1:3-7)

 

L’esultanza per l’Opera che Dio ha compiuto per noi dovrebbe farci “saltare di gioia” e vedere le svariate prove alle quali è necessario che siamo sottoposti per il nostro perfezionamento, dovrebbero essere viste con uno sguardo ben diverso da quello con le quali le guardiamo, dovremmo gioirne:

Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. 

E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti.

Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. (Giacomo 1:2-5)

 

***

3) DESCRIZIONE DEL PERICOLO E DELLA PERSECUZIONE (versetti 9-13)

Abbi pietà di me, o SIGNORE, perché sono tribolato: l'occhio mio, l'anima mia, le mie viscere si consumano di dolore.

La mia vita vien meno per l'affanno, i miei anni svaniscono nel pianto; la forza m'è venuta a mancare per la mia afflizione, si logorano tutte le mie ossa.

A causa dei miei nemici sono diventato obbrobrio, un grande obbrobrio per i miei vicini, e uno spavento per i miei conoscenti.

Chi mi vede fuori fugge via da me.

Sono dimenticato completamente, come un morto; sono simile a un vaso rotto.

Perché odo le calunnie di molti, tutto m'incute spavento intorno a me, mentr'essi si consigliano a mio danno e meditano di togliermi la vita.

 

Il pericolo e la persecuzione che subisce Davide, per la quale chiede a Dio di avere pietà di Lui ed intervenire, è sia fisica che psicologica e deriva tutta da un motivo specifico di sofferenza, possiamo analizzare il tutto per fare delle interessanti considerazioni che potranno aiutarci.

 

PERSECUZIONE FISICA

l'occhio mio, l'anima mia, le mie viscere si consumano di dolore

L’occhio è l’organo con il quale vediamo intorno a noi, il dolore ci porta a cercare di vedere intorno a noi, a cercare il nemico, a cercare il motivo della nostra sofferenza, a cercare di dare una spiegazione fisica a quello che ci accade, ma si consuma, perché è corruttibile.

L’anima è la psiche, la capacità di ragionare, si sforza di trovare una soluzione, una strategia, ma si consuma perché è corruttibile.

Le viscere sono gli organi interni del corpo, che somatizzano il dolore in varie forme di malattia che accelerano il processo degenerativo, e si consumano perché sono corruttibili.

 

la mia vita vien meno per l'affanno

L’affanno, la sollecitudine ansiosa per le tribolazioni accorciano la vita e la spengono prima del tempo.

 

i miei anni svaniscono nel pianto

Il pianto accorcia i giorni, e forme depressive accorciano la vita e fanno dimenticare le gioie degli anni vissuti.

 

la forza m'è venuta a mancare per la mia afflizione

 Tutta la vitalità, la forza dell’uomo viene a mancare in questa sofferenza.

 

si logorano tutte le mie ossa.

Le ossa rappresentano la struttura, il sostegno fisico del corpo, la dignità, ,tutte quante si logorano sotto la pressione della sofferenza.

 

 

PERSECUZIONE PSICOLOGICA

sono diventato obbrobrio, un grande obbrobrio per i miei vicini

L’obbrobrio è una cosa che offende il buon gusto, il senso estetico; cosa o persona che costituisce motivo di disonore, di vergogna.

 

La sofferenza porta il perseguitato a ridursi in questo stato, ,a pensare di essere considerato motivo di disonore per i vicini,

 uno spavento per i miei conoscenti

Coloro che conoscevano l’uomo colpito da questo stato persecuzione si spaventano alla vista del suo corpo, ,possiamo vedere come gli amici di Giobbe reagirono alla vista del loro amico nel pieno della sua persecuzione:

Tre amici di Giobbe, Elifaz di Teman, Bildad di Suac e Zofar di Naama, avendo udito tutti questi mali che gli erano piombati addosso, partirono, ciascuno dal proprio paese, e si misero d'accordo per venire a confortarlo e a consolarlo. 

Alzati gli occhi da lontano, essi non lo riconobbero, e piansero ad alta voce; si stracciarono i mantelli e si cosparsero il capo di polvere gettandola verso il cielo. 

Rimasero seduti per terra, presso di lui, sette giorni e sette notti; nessuno di loro gli disse parola, perché vedevano che il suo dolore era molto grande. (Giobbe 2:11-13)

 

Chi mi vede fuori fugge via da me

La prima reazione delle persone davanti all’uomo perseguitato è quella di fuggire, non è un bello spettacolo, e il perseguitato avverte questo, proprio qui sta la differenza che deve mostrare il cristiano:

Ricordatevi de' carcerati, come se foste in carcere con loro; di quelli che sono maltrattati, ricordando che anche voi siete nel corpo. (Ebrei 13:3)

La religione pura e immacolata dinanzi a Dio e Padre è questa: visitar gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni, e conservarsi puri dal mondo. (Giacomo 1:27)

Non aver dunque vergogna della testimonianza del nostro Signore, né di me, suo carcerato; ma soffri anche tu per il vangelo, sorretto dalla potenza di Dio. (2 Timoteo 1:8)

 

Sono dimenticato completamente, come un morto

La percezione del sofferente è quella di sentirsi dimenticato da tutti, considerato come un morto, simile a un vaso rotto... senza alcuna utilità, da buttare.

 

MOTIVO DELLA SOFFERENZA

Perché odo le calunnie di molti, tutto m'incute spavento intorno a me, mentr'essi si consigliano a mio danno e meditano di togliermi la vita.

Davide (per sua esperienza personale) ci indica anche le motivazioni che logorano dal punto di vista fisico e psicologico la persona che subisce la persecuzione:

 

…odo le calunnie di molti

 L’udire le calunnie di molti, rivolte alla propria persona demoliscono l’autostima, ,la Scrittura ispirata da Dio, utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia (cfr 2 Timoteo 3:16), ci dice infatti:

L'amore sia senza ipocrisia. Aborrite il male e attenetevi fermamente al bene. 

Quanto all'amore fraterno, siate pieni di affetto gli uni per gli altri.

Quanto all'onore, fate a gara nel rendervelo reciprocamente. (Romani 12:9-10)

 

Non sparlate gli uni degli altri, fratelli.

Chi dice male del fratello, o chi giudica il fratello, parla male della legge e giudica la legge. (Giacomo 4:11)

 

Deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, malignità, calunnia; e non vi escano di bocca parole oscene.

Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell'uomo vecchio con le sue opere e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l'ha creato.  (Colossesi 3:8-10)

 

Davanti alle calunnie dei molti, l’uomo che si confida in Dio deve confrontarsi con la Sua Parola ed esaminarsi, e se è il caso correggersi, altrimenti prosegue il suo cammino di santificazione.

 

tutto m'incute spavento intorno a me, mentr'essi si consigliano a mio danno e meditano di togliermi la vita.

I malvagi che si consigliano a mio danno e meditano di togliere la vita al giusto, possono incutere spavento, ma il Signore ci insegna:

Ma a voi, che siete miei amici, io dico: non temete quelli che uccidono il corpo ma, oltre a questo, non possono fare di più. 

Io vi mostrerò chi dovete temere. Temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella geenna. Sì, vi dico, temete lui. 

Cinque passeri non si vendono per due soldi? Eppure non uno di essi è dimenticato davanti a Dio; anzi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati.

Non temete dunque; voi valete più di molti passeri.

Or io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo riconoscerà lui davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. (Luca 12:4-9)

 

E Pietro (per esperienza personale) ci esorta ancora:

Se poi doveste soffrire per la giustizia, beati voi!

Non vi sgomenti la paura che incutono e non vi agitate; ma glorificate il Cristo come Signore nei vostri cuori.

Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni.  (1 Pietro 3:14-15)

 

Tutte queste sofferenze sono parte integrante della Grazia di Dio:

Soltanto, comportatevi in modo degno del vangelo di Cristo, affinché, sia che io venga a vedervi sia che io resti lontano, senta dire di voi che state fermi in uno stesso spirito, combattendo insieme con un medesimo animo per la fede del vangelo, per nulla spaventati dagli avversari.

Questo per loro è una prova evidente di perdizione; ma per voi di salvezza; e ciò da parte di Dio. 

Perché vi è stata concessa la grazia, rispetto a Cristo, non soltanto di credere in lui, ma anche di soffrire per lui, sostenendo voi pure la stessa lotta che mi avete veduto sostenere e nella quale ora sentite dire che io mi trovo. (Filippesi 1:27-30)

 

Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati. (2 Timoteo 3:12)

 

Il cristiano è quindi chiamato a considerarle in qualche modo utili, ,e davanti al disfacimento progressivo di questo corpo, egli vede già, per fede, il nuovo corpo interiore rinnovarsi di giorno in giorno, come ci insegna Paolo:

Noi siamo tribolati in ogni maniera, ma non ridotti all'estremo; perplessi, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; atterrati ma non uccisi; portiamo sempre nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo; infatti, noi che viviamo siamo sempre esposti alla morte per amor di Gesù, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale,

Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno. 

Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne. (tratto da 2 Corinzi 4:8-18)

 

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4) PREGHIERA DI LIBERAZIONE (versetti 14-18)

Ma io confido in te, o SIGNORE; io ho detto: «Tu sei il mio Dio».

I miei giorni sono nelle tue mani; liberami dalla mano dei miei nemici e dai miei persecutori.

Fa' risplendere sul tuo servo la luce del tuo volto;

salvami per la tua benevolenza.

O SIGNORE, fa' ch'io non sia confuso, perché t'invoco; siano confusi gli empi, siano ridotti al silenzio nel soggiorno dei morti.

Ammutoliscano le labbra bugiarde che parlano contro il giusto con arroganza, con alterigia e con disprezzo.

 

Ma io confido in te, o SIGNORE; io ho detto: «Tu sei il mio Dio».

I miei giorni sono nelle tue mani

Davanti alla persecuzione fisica e psicologica, viste le calunnie ed i disegni malvagi dell’empio rivolti verso il giusto, Davide si differenzia dall’empio, ma io confido in Te, l’ho detto, Tu sei il mio Dio!

Confidare in qualcuno, affidare (o prendere coscienza che) i proprio giorni (la propria vita) sono nelle sue mani, significa dichiararlo il proprio Dio.

Sotto questa luce possiamo considerare come il denaro sia effettivamente il dio di questo mondo:

·         in lui si confida per il nostro futuro,

·         senza denaro ci sentiamo deboli, indifesi, incapaci di provvedere ai bisogni

 

Quando ragioniamo così, noi stiamo dichiarando che il denaro è il nostro Dio!

Per questo Gesù stesso mette in raffronto diretto l’amore per Dio e l’amore per la ricchezza (Mammona), due padroni (due Signori):

Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l'uno e amerà l'altro, o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro. Voi non potete servire Dio e Mammona. (Matteo 6:24)

 

A chi affidiamo davvero il nostro futuro?

Gesù ci ha insegnato come affrontare il nostro futuro:

Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete.

Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito?

Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro?

E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un'ora sola alla durata della sua vita? (Matteo 6:25-27)

 

E ci ha anche indicato come lo stolto si prepara al suo futuro:

«La campagna di un uomo ricco fruttò abbondantemente; egli ragionava così, fra sé: "Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?" E disse: "Questo farò: demolirò i miei granai, ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all'anima mia: 'Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; ripòsati, mangia, bevi, divèrtiti'".

Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?" Così è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio». (Luca 12:16-21)

 

Davide dichiara:     

ma io confido in te, o SIGNORE; io ho detto: «Tu sei il mio Dio».

I miei giorni sono nelle tue mani, il mio destino, la mia sorte dipende da Te!

So che essi, la mia vita, non dipendono dalle mie ricchezze (come ragiona lo stolto), dipendono da Te, sei Tu il mio Dio!

 

Avendo affidato la sua vita nelle mani dell’Eterno, ha motivo di richiedere il Suo intervento, liberami dalla mano dei miei nemici e dai miei persecutori.

 

Fa' risplendere sul tuo servo la luce del tuo volto; salvami per la tua benevolenza.

Come già visto nel salmo 34:5, Davide è lucidamente convinto che lo sguardo del Signore è fonte di Luce, di Saggezza, che porta alla Salvezza.

 

O SIGNORE, fa' ch'io non sia confuso, perché t'invoco

E se è fonte di Saggezza, il giusto, illuminato dal Suo volto non rimarrà confuso, egli vedrà la Salvezza di Dio davanti a sé, al di là delle circostanze apparenti, quello che umanamente è reale diventa apparenza, quello che è umanamente invisibile diventa visibile, dimostrato per fede (cfr Ebrei 11:1).

 

siano confusi gli empi, siano ridotti al silenzio nel soggiorno dei morti.

Ammutoliscano le labbra bugiarde che parlano contro il giusto con arroganza, con alterigia e con disprezzo.

Al contrario saranno gli empi a rimanere confusi, ,pensavano di trionfare con la loro prepotenza ed arroganza, ,ma si vedono inspiegabilmente sconfitti ed umiliati.

Alla luce di queste espressioni possiamo comprendere cosa intendeva l’apostolo Paolo scrivendo ai Colossesi:

,egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l'ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce. (Colossesi 2:14-15)

 

E’ altresì significativa la descrizione della fine degli empi fatta da Gesù in diverse occasioni:

Nella spiegazione della parabola delle zizzanie:

Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono l'iniquità, e li getteranno nella fornace ardente.

Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti.

Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi oda. (Matteo 13:41-43)

 

Nella parabola della rete:

Il regno dei cieli è anche simile a una rete che, gettata in mare, ha raccolto ogni genere di pesci; quando è piena, i pescatori la traggono a riva, poi si mettono a sedere e raccolgono il buono in vasi, e buttano via quello che non vale nulla.

Così avverrà alla fine dell'età presente. Verranno gli angeli, e separeranno i malvagi dai giusti e li getteranno nella fornace ardente.

Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti.

Avete capito tutte queste cose?» Essi risposero: «Sì» (Matteo 13:47-51)

 

Nella parabola delle nozze:

"Amico, come sei entrato qui senza avere un abito di nozze?"

E costui rimase con la bocca chiusa.

Allora il re disse ai servitori: "Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti". (Matteo 22:12-13)

 

Durante l’esortazione alla vigilanza in attesa del Suo ritorno:

Ma, se egli è un servo malvagio che dice in cuor suo: "Il mio padrone tarda a venire"; e comincia a battere i suoi conservi, a mangiare e bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo verrà nel giorno che non se l'aspetta, nell'ora che non sa, e lo farà punire a colpi di flagello e gli assegnerà la sorte degli ipocriti. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti. (Matteo 24:48-51)

 

Nella parabola dei talenti:

Il suo padrone gli rispose: "Servo malvagio e fannullone, tu sapevi che io mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; dovevi dunque portare il mio denaro dai banchieri; al mio ritorno avrei ritirato il mio con l'interesse.

Toglietegli dunque il talento e datelo a colui che ha i dieci talenti.

Poiché a chiunque ha, sarà dato ed egli sovrabbonderà; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha.  E quel servo inutile, gettatelo nelle tenebre di fuori.

Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti". (Matteo 25:26-30)

 

In tutte queste citazioni è significativo che gli empi saranno ridotti al silenzio nel soggiorno dei morti. Le loro labbra (che parlavano contro il giusto con arroganza, con alterigia e con disprezzo) saranno ammutolite.

Ci sarà solo spazio per il pianto e lo stridor dei denti.

 

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5) CELEBRAZIONE (versetti 19-22)

Quant'è grande la bontà che tu riservi a quelli che ti temono, e di cui dai prova in presenza dei figli degli uomini, verso quelli che confidano in te!

Tu li nascondi all'ombra della tua presenza, lontano dalle macchinazioni degli uomini; tu li custodisci in una tenda, al riparo dalla maldicenza.

Sia benedetto il SIGNORE; poich'egli ha reso mirabile la sua benevolenza per me, ponendomi come in una città fortificata.

Io, nel mio smarrimento, dicevo: «Sono respinto dalla tua presenza»; ma tu hai udito la voce delle mie suppliche, quand'ho gridato a te.

 

Davanti a questi due destini, queste due sorti, il Signore riserva una bontà particolare, non come la bontà che “fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” (cfr Matteo 5:45) di questo mondo, temporale”, una bontà specifica per coloro che Lo temono e confidano in Lui, ,una bontà che sa di protezione sotto ogni forma:

 

- dalla Sua ira:

Siccome hai osservato la mia esortazione alla costanza, anch'io ti preserverò dall'ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra.  (Apocalisse 3:10)

-         dal giudizio contro il male e contro coloro che amano e praticano la giustizia;

- alla protezione dalle macchinazioni di satana e dalle tentazioni:

Nessuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via di uscirne, affinché la possiate sopportare. (1 Corinzi 10:13)

 

Ed è questa la bontà che Davide celebra, come non riconoscere la grande bontà che Dio riserva a quelli che Lo temono ed in Lui confidano, Egli ne dà prova in presenza dei figli degli uomini.

Il Signore, che conosce ogni cosa, anche le macchinazioni degli uomini, ,li nasconde all'ombra della Sua presenza, dove nessuno osa avvicinarsi, tanto più l’empio, perché Dio non sopporta la vista del male (cfr Abacuc 1:13), figuriamoci l’empio!

 

Il Signore che conosce ogni cosa, la maldicenza, l’attività infamante degli empi verso i giusti, li custodisce in una tenda, sotto la Sua protezione di Giustizia, in Cristo siamo giustificati:

In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia (Efesini 1:7)

 

La protezione di Dio è dimostrata, provata in presenza dei figli degli uomini in due modi:

- nasconde i suoi all’ombra della Sua presenza, lontano dalle macchinazioni degli uomini (davanti a Dio non ci sono macchinazioni degli uomini), Paolo descrivendo la sorte dei santi nella Luce, scrive:

Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio. (Colossesi 1:13)

   - custodisce i suoi in una tenda al riparo della maldicenza (davanti a Dio non c’è maldicenza, tutto è nudo e scoperto), Paolo predicava così ad Antiochia di Pisidia:

Vi sia dunque noto, fratelli, che per mezzo di lui vi è annunciato il perdono dei peccati; e, per mezzo di lui, chiunque crede è giustificato di tutte le cose (Atti 13:38-39)

E ai fratelli di Corinto scrive:

Siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio. (1 Corinzi 6:11)

 

Tutte queste benedizioni e protezioni mirabili spiritualmente, sono per Davide una prova tangibile della benevolenza di Dio, ha reso ammirabile (visibile) la Sua benevolenza per me, ponendolo come in una città fortificata, altro che Cheila!

Quella che agli occhi di Saul sembrava una fortezza (una città che ha porte e sbarre, cfr 1 Samuele 23:7), si è rivelata un covo di traditori, la protezione di Davide non è una fortezza fisica, non sono gli abitanti di una città fortificata, è una la protezione di Dio!

Anche se Davide, per un istante si è sentito smarrito nella prova, ,quando ha gridato a Dio, Egli è intervenuto, perché Davide temeva Dio e confidava in Lui.

Davide qui riconosce (e ci invita a riconoscere), che quando pensiamo che Dio sia lontano, ragioniamo da smarriti, Egli è su di noi sempre, ed è pronto a confortarci, anche per mezzo di un amico, di un fratello, proprio come fece Gionatan con Davide che fortificò la sua fiducia in Dio! (cfr 1 Samuele 23:16)

 

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6) ESORTAZIONE (versetti 23-24)

Amate il SIGNORE, voi tutti i suoi santi!

Il SIGNORE preserva i fedeli, ma punisce con rigore chi agisce con orgoglio.

Siate saldi, e il vostro cuore si fortifichi, o voi tutti che sperate nel SIGNORE!

 

Dopo aver sperimentato le benedizioni di Dio, Davide esorta tutti i santi ad amare il Signore, ,coloro che sono appartati, che non confidano nelle fortezze umane ma confidano in Dio.

L’esortazione è molto lucida, perché ne vale la pena!

Sembra dire, il SIGNORE preserva i fedeli, ma punisce con rigore chi agisce con orgoglio, tutto ciò che è terreno passa, il Signore cambierà tutto, anzi è già cambiato, basta guardare il volto del Signore per capirlo!

Per questo dice: siate saldi, e il vostro cuore si fortifichi, o voi tutti che sperate nel SIGNORE.

L’apostolo Pietro scriverà così ai santi:

Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell'oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo. (1 Pietro 1:6-7)

 

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CONCLUSIONE

Ciò che sembra sicuro agli occhi degli uomini non è sicuro agli occhi di Dio!

Davide ha qui sperimentato la stessa vista di Eliseo nella battaglia contro gli assiri:

Il re vi mandò cavalli, carri e numerosi soldati; i quali giunsero di notte e circondarono la città.

Il servo dell'uomo di Dio, alzatosi di buon mattino, andò fuori e vide che un gran numero di soldati con cavalli e carri accerchiava la città.

Il servo disse all'uomo di Dio: «Ah, mio signore, come faremo?»

Quegli rispose: «Non temere, perché quelli che sono con noi sono più numerosi di quelli che sono con loro».

Ed Eliseo pregò e disse: «SIGNORE, ti prego, aprigli gli occhi, perché veda

E il SIGNORE aprì gli occhi del servo, che vide a un tratto il monte pieno di cavalli e di carri di fuoco intorno a Eliseo. (2 Re 6:14-17)

 

Dobbiamo sempre di più imparare a vedere oltre il visibile, come dice Paolo ai corinzi:

abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne. (2 Corinzi 4:18)

 

Se sapremo avere questo tipo di vista, la vista dello Spirito Santo, vedremo con gli stessi occhi di Dio, ,altrimenti eserciteremo sempre di più gli occhi “carnali”, e le delusioni non mancheranno.

 

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Aspetti profetici

Non possiamo non evidenziare gli aspetti profetici di questo salmo, adempiutesi tutti nella persona del Signore Gesù Cristo, in particolare nel momento della Suo Sacrificio espiatorio:

Tirami fuori dalla rete che m'han tesa di nascosto,

 

Gesù fu tradito da Giuda e da lui consegnato alle autorità religioso-politiche del suo tempo,  proprio come Davide dai suoi fratelli di Cheila che lo avevano venduto all’autorità formale del loro tempo: Saul.

 

Nelle tue mani rimetto il mio spirito

Gesù gridò proprio queste parole (la sua ultima espressione da vivo prima della resurrezione) sulla croce (richiamando proprio questo salmo), prima di morire (cfr Luca 23:47)

 

Esulterò e mi rallegrerò per la tua benevolenza; poiché tu hai visto la mia afflizione, hai conosciuto le angosce dell'anima mia, e non mi hai dato in mano del nemico; tu m'hai messo i piedi in luogo favorevole.

Abbi pietà di me, o SIGNORE, perché sono tribolato: l'occhio mio, l'anima mia, le mie viscere si consumano di dolore.

La mia vita vien meno per l'affanno, i miei anni svaniscono nel pianto; la forza m'è venuta a mancare per la mia afflizione, si logorano tutte le mie ossa,.

 

Isaia ci parla del tormento e dell’afflizione subita da Gesù, e ci parla altresì della Sua Speranza:

il SIGNORE ha voluto stroncarlo con i patimenti.

Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per il peccato, egli vedrà una discendenza, prolungherà i suoi giorni, e l'opera del SIGNORE prospererà nelle sue mani. Dopo il tormento dell'anima sua vedrà la luce e sarà soddisfatto. (Isaia 53:10-11)

A causa dei miei nemici sono diventato obbrobrio, un grande obbrobrio per i miei vicini, e uno spavento per i miei conoscenti. Chi mi vede fuori fugge via da me.

Sono dimenticato completamente, come un morto; sono simile a un vaso rotto,

Isaia ci parla del ancora del disprezzo e dell’isolamento subito da Gesù:

Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia,
era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna
. (Isaia 53:3)

 

Perché odo le calunnie di molti, tutto m'incute spavento intorno a me, mentr'essi si consigliano a mio danno e meditano di togliermi la vita.

Gli evangelisti ci raccontano come, durante i “processi farsa”, i capi religiosi si consigliavano e tramavano false testimonianze contro Gesù:

I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù per farlo morire; e non ne trovavano, benché si fossero fatti avanti molti falsi testimoni.  (Matteo 26:59-60)

 

I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche testimonianza contro Gesù per farlo morire; ma non ne trovavano. 

Molti deponevano il falso contro di lui; ma le testimonianze non erano concordi. 

E alcuni si alzarono e testimoniarono falsamente contro di lui dicendo: «Noi l'abbiamo udito mentre diceva: "Io distruggerò questo tempio fatto da mani d'uomo, e in tre giorni ne ricostruirò un altro, non fatto da mani d'uomo"». 

Ma neppure così la loro testimonianza era concorde. (Marco 14:55-59)

 

Essi insistevano, dicendo: Egli sobilla il popolo insegnando per tutta la Giudea; ha cominciato dalla Galilea ed è giunto fin qui. (Luca 23:5)

 

Ed in tutte queste cose noi sappiamo che Gesù ne è uscito trionfante, anche noi, che seguiamo le Sue orme, che ne condividiamo la sorte insieme a tutti i santi, siamo vittoriosi con Lui!

 

 

  Gianni Marinuzzi