Salmo 55 - Il tradimento di Aitofel

e la fedeltà di dio

 

   

Il riferimento al contesto:

 

Dopo queste cose, Absalom si procurò un cocchio, dei cavalli, e cinquanta uomini che correvano davanti a lui.

Absalom si alzava la mattina presto e si metteva da un lato della via che conduceva alle porte della città; quando qualcuno aveva un processo e si recava dal re per chiedere giustizia, Absalom lo chiamava e gli chiedeva: «Di quale città sei?» L'altro gli rispondeva: «Il tuo servo è di tale e tale tribù d'Israele».

Allora Absalom gli diceva: «Vedi, la tua causa è buona e giusta, ma non c'è chi sia delegato dal re per sentirti».

Poi Absalom aggiungeva: «Oh, se facessero me giudice del paese! Chiunque avesse un litigio o reclamo verrebbe da me e io gli farei giustizia».

Quando uno gli si avvicinava per prostrarsi davanti a lui, egli gli porgeva la mano, l'abbracciava e lo baciava.

Absalom faceva così con tutti gli Israeliti che venivano dal re per chiedere giustizia; in questo modo Absalom conquistò il cuore della gente d'Israele.

Quattro anni dopo, Absalom disse al re: «Ti prego, lasciami andare a Ebron a sciogliere un voto che ho fatto al SIGNORE. Infatti, durante la sua residenza a Ghesur, in Siria, il tuo servo fece un voto, dicendo: Se il SIGNORE mi riconduce a Gerusalemme, io servirò il SIGNORE a Ebron».

Il re gli disse: «Va' in pace!» Così egli si alzò e andò a Ebron.

Intanto Absalom mandò degli emissari per tutte le tribù d'Israele, a dire: «Quando udrete il suono della tromba, direte: "Absalom è proclamato re a Ebron"».

Con Absalom partirono da Gerusalemme duecento uomini, i quali, essendo stati invitati, partirono in tutta la loro semplicità, senza sapere nulla.

Mentre offriva i sacrifici, Absalom mandò a chiamare Aitofel, il Ghilonita, consigliere di Davide, perché venisse dalla sua città di Ghilo. La congiura si rafforzava e il popolo diventava sempre più numeroso attorno ad Absalom.

Venne a Davide un messaggero, che disse: «Il cuore degli uomini d'Israele si è volto verso Absalom».

Allora Davide disse a tutti i suoi servi che erano con lui a Gerusalemme: «Alzatevi, fuggiamo; altrimenti, nessuno di noi scamperà dalle mani di Absalom. Affrettatevi a partire, affinché, con una rapida marcia, non ci sorprenda, piombandoci rovinosamente addosso e mettendo la città a fil di spada».

I servitori del re gli dissero: «Ecco i tuoi servi, pronti a fare tutto quello che piacerà al re, nostro signore».

Il re dunque partì, seguito da tutta la sua casa, e lasciò dieci concubine a custodire il palazzo.

(2 Samuele 15:1-16)

 

Davide saliva il monte degli Ulivi; saliva piangendo e camminava con il capo coperto, a piedi scalzi; e tutta la gente che era con lui aveva il capo coperto e, salendo, piangeva.

Qualcuno venne a dire a Davide: «Aitofel è con Absalom tra i congiurati».

Davide disse: «O SIGNORE, rendi vani i consigli di Aitofel!»

Quando Davide giunse in vetta al monte, al luogo dove si adora Dio, gli venne incontro Cusai, l'Archita, con la tunica stracciata e il capo coperto di polvere.

Davide gli disse: «Se tu vieni con me, mi sarai di peso; ma se torni in città e dici ad Absalom: "Io sarò tuo servo, o re; come fui servo di tuo padre nel passato, così sarò adesso servo tuo", cambierai a mio favore i consigli di Aitofel.

Laggiù avrai con te i sacerdoti Sadoc e Abiatar. Tutto quello che sentirai dire della casa del re, lo farai sapere ai sacerdoti Sadoc e Abiatar.

Siccome essi hanno i loro due figli, Aimaas figlio di Sadoc e Gionatan figlio di Abiatar, per mezzo di loro mi farete sapere tutto quello che avrete sentito».

Così Cusai, amico di Davide, tornò in città; e Absalom entrò in Gerusalemme.

(2 Samuele 15:30-37)

 

Davide e la sua gente continuarono il loro cammino; Simei camminava sul fianco del monte, di fronte a Davide, e cammin facendo lo malediva, gli gettava dei sassi e buttava della polvere.

Il re e tutta la gente che era con lui arrivarono ad Aiefim e là ripresero fiato.

Intanto Absalom e tutto il popolo, gli uomini d'Israele, erano entrati a Gerusalemme; Aitofel era con lui.

Quando Cusai, l'Archita, l'amico di Davide, fu giunto presso Absalom, gli disse: «Viva il re! Viva il re!»

Absalom disse a Cusai: «È questo dunque l'affetto che hai per il tuo amico? Perché non sei andato con il tuo amico?»

Cusai rispose ad Absalom: «No; io sarò di colui che il SIGNORE e questo popolo e tutti gli uomini d'Israele hanno scelto, e con lui rimarrò. Del resto, di chi sarò io servo? Non lo sarò di suo figlio? Come ho servito tuo padre, così servirò te».

Allora Absalom disse ad Aitofel: «Consigliate quello che dobbiamo fare».

Aitofel rispose ad Absalom: «Entra dalle concubine di tuo padre, lasciate da lui a custodia del palazzo; quando tutto Israele saprà che ti sei reso odioso a tuo padre, il coraggio di quelli che sono per te, sarà fortificato».

Fu dunque montata una tenda sulla terrazza per Absalom, e Absalom entrò dalle concubine di suo padre, alla vista di tutto Israele.

In quei giorni, un consiglio dato da Aitofel era come una parola data da Dio a uno che lo avesse consultato.

Così era di tutti i consigli di Aitofel tanto per Davide quanto per Absalom.

(2 Samuele 16:13-23)

 

Poi Aitofel disse ad Absalom: «Lasciami scegliere dodicimila uomini; partirò e inseguirò Davide questa notte stessa; gli piomberò addosso mentre egli è stanco e ha le braccia fiacche; lo spaventerò e tutta la gente che è con lui si darà alla fuga; colpirò il re solo e ricondurrò a te tutto il popolo; l'uomo che tu cerchi vale quanto il ritorno di tutti; così tutto il popolo sarà in pace».

Questo discorso piacque ad Absalom e a tutti gli anziani d'Israele.

Tuttavia Absalom disse: «Chiamate ancora Cusai, l'Archita, e sentiamo quel che anch'egli dirà».

Quando Cusai fu venuto da Absalom, questi gli disse: «Aitofel ha parlato così e così; dobbiamo fare come ha detto lui? Se no, parla tu!»

Cusai rispose ad Absalom: «Questa volta il consiglio dato da Aitofel non è buono».

Cusai soggiunse: «Tu conosci tuo padre e i suoi uomini, e sai che sono gente valorosa e che hanno l'animo esasperato come un'orsa nella campagna quando le sono stati rapiti i figli; poi tuo padre è un guerriero e non passerà la notte con il popolo.

Senza dubbio egli è ora nascosto in qualche buca o in qualche altro luogo; e avverrà che, se fin da principio ne cadranno alcuni dei tuoi, chiunque lo verrà a sapere dirà: "Tra la gente che seguiva Absalom c'è stata una strage".

Allora il più valoroso, anche se avesse un cuor di leone, si avvilirà, perché tutto Israele sa che tuo padre è un prode e che quelli che ha con sé sono valorosi. Perciò io consiglio che si raduni presso di te tutto Israele da Dan fino a Beer-Sceba, numeroso come la sabbia che è sul lido del mare, e che tu in persona vada alla battaglia. Così lo raggiungeranno in qualunque luogo egli si troverà, e gli cadranno addosso come la rugiada cade sul suolo; e di tutti quelli che sono con lui non ne scamperà uno solo.

Se egli si ritira in qualche città, tutto Israele cingerà di funi quella città e noi la trascineremo nel torrente in modo che non se ne trovi più nemmeno una pietruzza».

Absalom e tutti gli uomini d'Israele dissero: «Il consiglio di Cusai, l'Archita, è migliore di quello di Aitofel».

Il SIGNORE aveva stabilito di rendere vano il buon consiglio di Aitofel, per far cadere la sciagura sopra Absalom.

Allora Cusai disse ai sacerdoti Sadoc e Abiatar: «Aitofel ha consigliato Absalom e gli anziani d'Israele così e così e io ho consigliato in questo modo.

Ora mandate in fretta a informare Davide e ditegli: "Non passare la notte nelle pianure del deserto, ma senz'altro va' oltre, affinché il re con tutta la gente che ha con sé non rimanga sopraffatto"».

Gionatan e Aimaas stavano appostati presso En-Roghel; una serva andò a informarli, ed essi andarono a informare il re Davide.

Essi infatti non potevano entrare in città in modo palese.

Un ragazzo però li aveva visti e aveva avvisato Absalom; ma i due partirono di corsa e giunsero a Baurim a casa di un uomo che aveva nel suo cortile una cisterna.

Quelli vi si calarono; e la donna di casa prese una coperta, la distese sulla bocca della cisterna e vi sparse su del grano; così nessuno ne seppe nulla.

I servi di Absalom vennero in casa di quella donna e chiesero: «Dove sono Aimaas e Gionatan?» La donna rispose loro: «Hanno attraversato il ruscello». Quelli si misero a cercarli; e, non potendoli trovare, tornarono a Gerusalemme.

Appena se ne furono andati, i due uscirono dalla cisterna e andarono a informare il re Davide.

Gli dissero: «Alzatevi e affrettatevi ad attraversare l'acqua; perché ecco qual è il consiglio che Aitofel ha dato a vostro danno».

Allora Davide si mosse con tutta la gente che era con lui, e passò il Giordano.

All'alba neppure uno era rimasto, che non avesse passato il Giordano.

Aitofel, vedendo che il suo consiglio non era stato seguito, sellò il suo asino e partì per andarsene a casa sua, nella sua città. Mise in ordine le cose della sua casa e si impiccò. Così morì e fu sepolto nella tomba di suo padre.

(2 Samuele 17:1-23)

 

***

 Il Salmo

 

Al direttore del coro. Per strumenti a corda. Cantico di Davide.

Porgi orecchio alla mia preghiera, o Dio, non essere insensibile alla mia supplica.

Dammi ascolto, e rispondimi; mi lamento senza posa e gemo, per la voce del nemico,  per l'oppressione dell'empio; poiché riversano iniquità su di me e mi perseguitano con furore.
Dentro di me palpita violentemente il mio cuore e una paura mortale mi è piombata addosso.
Paura e tremito m'invadono, e sono preso dal panico; e io dico: «Oh, avessi ali come di colomba, per volare via e trovare riposo!

Ecco, fuggirei lontano, andrei ad abitare nel deserto; [Pausa] m'affretterei a ripararmi dal vento impetuoso e dalla tempesta».

Annientali, Signore, confondi il loro linguaggio, poiché io vedo violenza e contesa nella città.
Giorno e notte si aggirano sulle sue mura; ingiustizia e malvagità sono dentro di essa.

All'interno ci sono delitti, violenza e insidie non cessano nelle sue piazze.

Se mi avesse offeso un nemico, l'avrei sopportato; se un avversario avesse cercato di sopraffarmi, mi sarei nascosto da lui; ma sei stato tu, l'uomo ch'io stimavo come mio pari, mio compagno e mio intimo amico.

Ci incontravamo con piacere; insieme, tra la folla, andavamo alla casa di Dio.

Li sorprenda la morte!

Scendano vivi nel soggiorno dei morti!

Poiché nelle loro case e in cuor loro non v'è che malvagità.

Io invocherò Dio, e il SIGNORE mi salverà.

La sera, la mattina e a mezzogiorno mi lamenterò e gemerò, ed egli udrà la mia voce.

Darà pace all'anima mia, liberandomi dai loro assalti, perché sono in molti contro di me.
Dio ascolterà e li umilierà, egli che siede da sempre sul suo trono; [Pausa]
perché essi rifiutano di cambiare, e non temono Dio.

Il nemico ha steso la mano contro chi viveva in pace con lui, ha violato il suo patto.

La sua bocca è più untuosa del burro, ma nel cuore ha la guerra; le sue parole sono più delicate dell'olio, ma in realtà sono spade sguainate.

Getta sul SIGNORE il tuo affanno, ed egli ti sosterrà; egli non permetterà mai che il giusto vacilli.

Ma tu, o Dio, farai scendere costoro nella tomba; gli uomini sanguinari e fraudolenti non arriveranno alla metà dei loro giorni; ma io confiderò in te.

(Salmo 55)

 

***

 

Al direttore del coro. Per strumenti a corda. Cantico di Davide.

 

Questo salmo racconta l’esperienza di Davide afflitto dal tradimento di un amico, molto probabilmente Aitofel.

Davide si trova in una situazione molto difficile, in fuga da suo figlio e tradito dal suo miglior consigliere, ma in tutto questo sconforto, trova comunque il suo rifugio in Dio.

 

Possiamo dividere questo salmo in nove sezioni:

 

  - L’INVOCAZIONE DEL GIUSTO (versi 1-3)

 

  - L’OPPRESSIONE DEL GIUSTO (versi 4-8)

 

  - LA DESCRIZIONE DEI NEMICI (versi 9-11)

 

  - LA DESCRIZIONE DEL TRADITORE (versi 12-14)

 

  - LA FIDUCIA DI DAVIDE NELLA VENDETTA DI DIO (verso 15)

 

  - LA FIDUCIA DI DAVIDE NELL’INTERVENTO DI DIO (versi 16-19)

 

  - LA DESCRIZIONE DELLE ARMI DEL TRADITORE (versi 20-21)

 

  - L’ASPETTO DIDATTICO (verso 22)

 

  - LA FINE DEL NEMICO PER L’INTERVENTO DI DIO (verso 23)

 

***

 L’INVOCAZIONE DEL GIUSTO

 

Porgi orecchio alla mia preghiera, o Dio, non essere insensibile alla mia supplica.

Dammi ascolto, e rispondimi; mi lamento senza posa e gemo, per la voce del nemico,  per l'oppressione dell'empio; poiché riversano iniquità su di me e mi perseguitano con furore.

 

Non possiamo non ricordare cosa disse il Signore per mezzo del profeta Natan a Davide in occasione della sentenza circa il misfatto di Uria:

Ora dunque la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, perché tu mi hai disprezzato e hai preso per te la moglie di Uria, l'Ittita".

Così dice il SIGNORE: "Ecco, io farò venire addosso a te delle sciagure dall'interno della tua stessa casa; prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi per darle a un altro, che si unirà a loro alla luce di questo sole; poiché tu lo hai fatto in segreto; ma io farò questo davanti a tutto Israele e in faccia al sole"». (2 Samuele 12:10-12)

 

Come abbiamo visto nel Salmo 3, Davide accetta le conseguenze del giudizio di Dio (che si avverano tutte nel contesto del nostro salmo, compreso quanto specificato in 2 Samuele 12:11) ma, nella sua distretta si rivolge al Suo Signore, al Quale chiede di non essere insensibile alla sua supplica.

Egli sente la voce del nemico, l'oppressione dell'empio, che gli riversa iniquità e lo perseguita con furore.

E’ interessante il parallelismo geografico e circostanziato di Davide con Gesù:

- entrambi salgono verso il monte degli ulivi mentre il traditore sta complottando contro di lui (cfr 2 Samuele 15:30-31 e Gesù che si avvia verso il Getsemani).

- entrambi subiscono la maledizione in questo percorso (cfr 2 Samuele 16:13 e Gesù che comincia ad essere angosciato)

 

- Il consiglio di Aitofel (che nel caso di Davide fu poi reso vano da Cusai secondo quanto stabilito dal Signore) è un parallelo perfetto di quello che avverrà nell’arresto di Gesù (cfr. 2 Samuele 17:1-3 con l’arresto di Gesù e con il consiglio di Caiafa di Giovanni 11:49-50)

Ma Davide (come d’altronde Gesù) cerca il soccorso solo in Dio, lui sa benissimo che è Lui il suo Liberatore.

 

Da questo salmo possiamo imparare che l’attività del nemico del giusto (o del giustificato) consiste essenzialmente in:

- riversargli addosso iniquità: fare in modo di “renderlo” o “presentarlo” come impuro, attraverso le accuse;

- perseguitarlo con furore: ovvero osteggiarlo in tutti i modi al fine di scoraggiarlo e poterlo così (se fosse possibile) scendere dalla sua posizione, o quanto meno riuscire a farglielo credere.

 

Il Vangelo è invece proprio la Buona Notizia di una definitiva liberazione dallo stato di impurità, di schiavitù del peccato, ma l’Accusatore (mettendo sempre il dubbio circa la veridicità della Parola di Dio) cerca in tutti i modi di insinuare il dubbio.

 

Queste azioni sono state mosse contro Gesù stesso:

I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose; e Pilato di nuovo lo interrogò dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano

Ma Gesù non rispose più nulla; e Pilato se ne meravigliava. (Marco 15:3-5)

 

E queste sofferenze servirono anche a Lui, affinché imparasse l’ubbidienza (e potesse così “simpatizzare”, conoscere, le nostre sofferenze):

Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì; e, reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore di salvezza eterna, essendo da Dio proclamato sommo sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec. (Ebrei 5:8-10)

 

Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. (Ebrei 4:15)

 

E Gesù le predisse, come una benedizione, ai Suoi:

Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli.

Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia.

Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi. (Matteo 5:10-12)

 

Furono poi mosse all’apostolo Paolo:

Quest'uomo era stato preso dai Giudei, e stava per essere ucciso da loro, quando sono intervenuto con i soldati e l'ho liberato dalle loro mani, avendo saputo che era cittadino romano.

Volendo sapere di che cosa lo accusavano, lo condussi nel loro sinedrio.

Ho trovato che era accusato per questioni relative alla loro legge, ma che non era incolpato di nulla che fosse meritevole di morte o di prigione. (Atti 23:27-29)

 

…tu puoi accertarti che non sono più di dodici giorni da quando salii a Gerusalemme per adorare; ed essi non mi hanno trovato nel tempio a discutere con nessuno, né a fare assembramenti di popolo, né nelle sinagoghe, né in città; e non possono provarti le cose delle quali ora mi accusano.  (Atti 24:11-13)

 

I capi dei sacerdoti e i notabili dei Giudei gli presentarono le loro accuse contro Paolo; e con intenzioni ostili, lo pregavano, chiedendo come un favore, che lo facesse venire a Gerusalemme.

Essi intanto avrebbero preparato un'imboscata per ucciderlo durante il viaggio. (Atti 25:2-3)

 

Quand'egli giunse, i Giudei che erano scesi da Gerusalemme lo circondarono, portando contro di lui numerose e gravi accuse, che non potevano provare. (Atti 25:7)

 

…e Paolo lo insegnava ai fratelli:

Perché anche quando eravamo tra di voi, vi preannunciavamo che avremmo dovuto soffrire, come poi è avvenuto, e voi lo sapete. (1 Tessalonicesi 3:4)

 

Anche Pietro lo scriveva ai fratelli perseguitati:

è una grazia se qualcuno sopporta, per motivo di coscienza dinanzi a Dio, sofferenze che si subiscono ingiustamente. Infatti, che vanto c'è se voi sopportate pazientemente quando siete malmenati per le vostre mancanze? Ma se soffrite perché avete agito bene, e lo sopportate pazientemente, questa è una grazia davanti a Dio. Infatti a questo siete stati chiamati, poiché anche Cristo ha sofferto per voi, lasciandovi un esempio, perché seguiate le sue orme.

Egli non commise peccato e nella sua bocca non si è trovato inganno.

Oltraggiato, non rendeva gli oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva a colui che giudica giustamente; egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce, affinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e mediante le sue lividure siete stati guariti. Poiché eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime. (1 Pietro 2:19-25)

 

Carissimi, non vi stupite per l'incendio che divampa in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano.  

Anzi, rallegratevi in quanto partecipate alle sofferenze di Cristo, perché anche al momento della rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare.

Se siete insultati per il nome di Cristo, beati voi! Perché lo Spirito di gloria, lo Spirito di Dio, riposa su di voi. Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida, o ladro, o malfattore, o perché si immischia nei fatti altrui; ma se uno soffre come cristiano, non se ne vergogni, anzi glorifichi Dio, portando questo nome. (1 Pietro 4:12-16)

 

Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare.

Resistetegli stando fermi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze affliggono i vostri fratelli sparsi per il mondo. (1 Pietro 5:8-9)

 

E quindi sono mosse su tutti coloro che vogliono vivere piamente in Cristo:

Sopporta anche tu le sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù. (2 Timoteo 2:3)

 

Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati. (2 Timoteo 3:12)

 

vi è stata concessa la grazia, rispetto a Cristo, non soltanto di credere in lui, ma anche di soffrire per lui, sostenendo voi pure la stessa lotta che mi avete veduto sostenere e nella quale ora sentite dire che io mi trovo. (Filippesi 1:29-30)

 

Ma queste persecuzioni e sofferenze (che ci costringono all’ubbidienza) ci portano a scoprire e conoscere sempre di più la meraviglia dell’Opera di Gesù Cristo:

come abbondano in noi le sofferenze di Cristo, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.

La nostra speranza nei vostri riguardi è salda, sapendo che, come siete partecipi delle sofferenze, siete anche partecipi della consolazione. (tratto da 2 Corinzi 1:5-7)

 

Infatti io ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che dev'essere manifestata a nostro riguardo. (Romani 8:18)

 

Voi siete divenuti imitatori nostri e del Signore, avendo ricevuto la parola in mezzo a molte sofferenze, con la gioia che dà lo Spirito Santo (1 Tessalonicesi 1:6)

 

Ma il Signore non ci ha lasciato indifesi in balia del nemico, ci ha lasciato:

 - La Sua stessa presenza per mezzo dello Spirito Santo:

vi metteranno le mani addosso e vi perseguiteranno consegnandovi alle sinagoghe, e mettendovi in prigione, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Ma ciò vi darà occasione di rendere testimonianza.

Mettetevi dunque in cuore di non premeditare come rispondere a vostra difesa, perché io vi darò una parola e una sapienza alle quali tutti i vostri avversari non potranno opporsi né contraddire. (Luca 21:12-15)

 

- l’armatura di Dio:

Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza.

Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate stare saldi contro le insidie del diavolo; il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti.

Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere.

State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno.

Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio; pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza.  (Efesini 6:10-18)

 

Equipaggiati così, possiamo celebrare il nostro Signore e Salvatore:

Che diremo dunque riguardo a queste cose? Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?

Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi.

Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Com'è scritto: «Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello». Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore. (Romani 8:31-39)

 

E noi sappiamo inoltre che il nemico non durerà per sempre, è stato vinto per mezzo del Sangue dell’Agnello che ci purifica fin da ora:

…se camminiamo nella luce, com'egli è nella luce, abbiamo comunione l'uno con l'altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.

Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi.

Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. (1 Giovanni 1:7-9)

 

Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto.

Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo. (1 Giovanni 2:1-2)

 

Figlioli, vi scrivo perché i vostri peccati sono perdonati in virtù del suo nome.

Padri, vi scrivo perché avete conosciuto colui che è fin dal principio.

Giovani, vi scrivo perché avete vinto il maligno.

Ragazzi, vi ho scritto perché avete conosciuto il Padre. Padri, vi ho scritto perché avete conosciuto colui che è fin dal principio.

Giovani, vi ho scritto perché siete forti, e la parola di Dio rimane in voi, e avete vinto il maligno. (1 Giovanni 2:12-14)

 

Ma quanto a voi, l'unzione che avete ricevuta da lui rimane in voi, e non avete bisogno dell'insegnamento di nessuno; ma siccome la sua unzione vi insegna ogni cosa ed è veritiera, e non è menzogna, rimanete in lui come essa vi ha insegnato. (1 Giovanni 2:27)

 

Chiunque è nato da Dio non persiste nel commettere peccato, perché il seme divino rimane in lui, e non può persistere nel peccare perché è nato da Dio.

In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio; come pure chi non ama suo fratello. (1 Giovanni 3:9-10)

 

Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.

Chi è che vince il mondo, se non colui che crede che Gesù è il Figlio di Dio? (1 Giovanni 5:4-5)

 

Chi crede nel Figlio di Dio ha questa testimonianza in sé; chi non crede a Dio, lo fa bugiardo, perché non crede alla testimonianza che Dio ha resa al proprio Figlio.

E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel Figlio suo.

Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita.

Vi ho scritto queste cose perché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio. (1 Giovanni 5:10-13)

 

Noi sappiamo che chiunque è nato da Dio non persiste nel peccare; ma colui che nacque da Dio lo protegge, e il maligno non lo tocca.

Noi sappiamo che siamo da Dio, e che tutto il mondo giace sotto il potere del maligno.

Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui che è il Vero; e noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna. Figlioli, guardatevi dagl'idoli. (1 Giovanni 5:18-21)

 

…ma dobbiamo crederlo veramente!

 

***

 L’OPPRESSIONE DEL GIUSTO

Dentro di me palpita violentemente il mio cuore e una paura mortale mi è piombata addosso.
Paura e tremito m'invadono, e sono preso dal panico; e io dico: «Oh, avessi ali come di colomba, per volare via e trovare riposo!

Ecco, fuggirei lontano, andrei ad abitare nel deserto; [Pausa] m'affretterei a ripararmi dal vento impetuoso e dalla tempesta».

 

Davide, come ogni uomo timorato di Dio che è soggetto alla persecuzione ed alle sofferenze che si manifestano attraverso:

  - palpitazione violenta del cuore

  - paura (tristezza) mortale improvvisa davanti alla sofferenza

 

Queste sofferenze generano tremiti, momenti di panico, desiderio di fuggire per trovare riposo e fuggire (se possibile) le prove… …ci sembrerà strano ma anche Gesù provò tutto questo:

Allora Gesù andò con loro in un podere chiamato Getsemani e disse ai discepoli: «Sedete qui finché io sia andato là e abbia pregato».

E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a essere triste e angosciato.

Allora disse loro: «L'anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate con me».

E, andato un po' più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».

Poi tornò dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me un'ora sola? Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole».

Di nuovo, per la seconda volta, andò e pregò, dicendo: «Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me, senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà». E, tornato, li trovò addormentati, perché i loro occhi erano appesantiti.

Allora, lasciatili, andò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le medesime parole. Poi tornò dai discepoli e disse loro: «Dormite pure oramai, e riposatevi! Ecco, l'ora è vicina, e il Figlio dell'uomo è dato nelle mani dei peccatori. (Matteo 26:36-45)

 

Poi giunsero in un podere detto Getsemani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedete qui finché io abbia pregato».

Gesù prese con sé Pietro, Giacomo, Giovanni e cominciò a essere spaventato e angosciato. E disse loro: «L'anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate».

Andato un po' più avanti, si gettò a terra; e pregava che, se fosse possibile, quell'ora passasse oltre da lui. Diceva: «Abbà, Padre! Ogni cosa ti è possibile; allontana da me questo calice! Però, non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi».

Poi venne, li trovò che dormivano e disse a Pietro: «Simone! Dormi? Non sei stato capace di vegliare un'ora sola? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole».

Di nuovo andò e pregò, dicendo le medesime parole. E, tornato di nuovo, li trovò che dormivano perché gli occhi loro erano appesantiti; e non sapevano che rispondergli. Venne la terza volta e disse loro: «Dormite pure, ormai, e riposatevi! Basta! L'ora è venuta: ecco, il Figlio dell'uomo è consegnato nelle mani dei peccatori.  (Marco 14:32-41)

 

Poi, uscito, andò, come al solito, al monte degli Ulivi; e anche i discepoli lo seguirono.

Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate di non entrare in tentazione».

Egli si staccò da loro circa un tiro di sasso e postosi in ginocchio pregava, dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Però non la mia volontà, ma la tua sia fatta».

Allora gli apparve un angelo dal cielo per rafforzarlo.

Ed essendo in agonia, egli pregava ancor più intensamente; e il suo sudore diventò come grosse gocce di sangue che cadevano in terra.

E, dopo aver pregato, si alzò, andò dai discepoli e li trovò addormentati per la tristezza, e disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, affinché non entriate in tentazione». (Luca 22:39-46)

 

Proprio per questo è scritto che abbiamo:

un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato.

Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno. (Ebrei 4:14-16)

 

Perché:

Nei giorni della sua carne, con alte grida e con lacrime egli offrì preghiere e suppliche a colui che poteva salvarlo dalla morte ed è stato esaudito per la sua pietà.

Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì; e, reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore di salvezza eterna, essendo da Dio proclamato sommo sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec. (Ebrei 5:7-10)

 

Perciò egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro. (Ebrei 7:25)

 

E il Sacerdozio di Gesù Cristo è un Sacerdozio eterno, completo, perfetto:

Ma venuto Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d'uomo, cioè, non di questa creazione, è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue.

Così ci ha acquistato una redenzione eterna. Infatti, se il sangue di capri, di tori e la cenere di una giovenca sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano, in modo da procurare la purezza della carne, quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente! (Ebrei 9:11-14)

 

Gesù, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per sempre, si è seduto alla destra di Dio, e aspetta soltanto che i suoi nemici siano posti come sgabello dei suoi piedi.

Infatti con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati. (Ebrei 10:12-14)

 

Per questo è fondamentale vivere queste “benedizioni” in modo pratico, per non scoraggiarci:

Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel luogo santissimo per mezzo del sangue di Gesù, per quella via nuova e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne, e avendo noi un grande sacerdote sopra la casa di Dio, avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell'aspersione che li purifica da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.

Manteniamo ferma la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è colui che ha fatto le promesse.

Facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci all'amore e alle buone opere, non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno. (Ebrei 10:19-25)

 

Infatti avete bisogno di costanza, affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate quello che vi è stato promesso. Perché: «Ancora un brevissimo tempo e colui che deve venire verrà e non tarderà; ma il mio giusto per fede vivrà; e se si tira indietro, l'anima mia non lo gradisce».

Ora, noi non siamo di quelli che si tirano indietro a loro perdizione, ma di quelli che hanno fede per ottenere la vita. (Ebrei 10:36-39)

 

Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.

Considerate perciò colui che ha sopportato una simile ostilità contro la sua persona da parte dei peccatori, affinché non vi stanchiate perdendovi d'animo. (Ebrei 12:1-3)

 

***

 LA DESCRIZIONE DEI NEMICI

Annientali, Signore, confondi il loro linguaggio, poiché io vedo violenza e contesa nella città. Giorno e notte si aggirano sulle sue mura; ingiustizia e malvagità sono dentro di essa.

All'interno ci sono delitti, violenza e insidie non cessano nelle sue piazze.

 

Davide ci offre una descrizione simbolica dei nemici del giusto (o del giustificato):

- si aggirano giorno e notte sulle sue mura della città

- la loro attività è basata sulla malvagità, per questo nei cortili e nelle piazze della loro città ci sono delitti, violenza, insidie e contese.

 

Pietro ci ricorda questa descrizione:

Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare. (1 Pietro 5:8)

E Davide chiede al Signore di agire proprio come fece verso gli uomini violenti ed orgogliosi di Babel: confondere il loro linguaggio.

 

***

 LA DESCRIZIONE DEL TRADITORE

Se mi avesse offeso un nemico, l'avrei sopportato; se un avversario avesse cercato di sopraffarmi, mi sarei nascosto da lui; ma sei stato tu, l'uomo ch'io stimavo come mio pari, mio compagno e mio intimo amico.

Ci incontravamo con piacere; insieme, tra la folla, andavamo alla casa di Dio.

 

Per Davide l’attacco più subdolo, quello che gli procura più sofferenza, non viene dall’esterno ma dall’interno della sua casa (Absalom, secondo la sentenza di Dio), ma non solo lui, anche l'uomo che stimava come suo pari, suo compagno e suo intimo amico, con il quale si incontrava con piacere e andavano insieme alla casa di Dio: Aitofel.

E questo è proprio difficile da sopportare, proprio come sarà stato difficile per Gesù sopportare il tradimento di Giuda:

Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei dodici, e insieme a lui una gran folla con spade e bastoni, da parte dei capi dei sacerdoti e degli anziani del popolo.

Colui che lo tradiva, aveva dato loro un segnale, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; prendetelo». E in quell'istante, avvicinatosi a Gesù, gli disse: «Ti saluto, Rabbì!» e lo baciò. Ma Gesù gli disse: «Amico, che cosa sei venuto a fare?» Allora, avvicinatisi, gli misero le mani addosso e lo presero. (Matteo 26:47-50)

 

In quell'istante, mentre Gesù parlava ancora, arrivò Giuda, uno dei dodici, e insieme a lui una folla con spade e bastoni, inviata da parte dei capi dei sacerdoti, degli scribi e degli anziani. Colui che lo tradiva aveva dato loro un segnale, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; pigliatelo e portatelo via sicuramente».

Appena giunse, subito si accostò a lui e disse: «Rabbì!» e lo baciò.

Allora quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. (Marco 14:43-46)

 

Mentre parlava ancora, ecco una folla; e colui che si chiamava Giuda, uno dei dodici, la precedeva, e si avvicinò a Gesù per baciarlo.

Ma Gesù gli disse: «Giuda, tradisci il Figlio dell'uomo con un bacio?» (Luca 22:47-48)

 

Dette queste cose, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Chedron, dov'era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli.

Giuda, che lo tradiva, conosceva anche egli quel luogo, perché Gesù si era spesso riunito là con i suoi discepoli.

Giuda dunque, presa la coorte e le guardie mandate dai capi dei sacerdoti e dai farisei, andò là con lanterne, torce e armi.

Ma Gesù, ben sapendo tutto quello che stava per accadergli, uscì e chiese loro: «Chi cercate?» Gli risposero: «Gesù il Nazareno!»

Gesù disse loro: «Io sono».

Giuda, che lo tradiva, era anch'egli là con loro. (Giovanni 18:1-5)

 

In questo dobbiamo fare un netto distinguo tra il tradimento di Giuda (premeditato e venduto al nemico) ed il rinnegamento di Pietro e degli altri discepoli (caduti nelle insidie del nemico per non aver sufficientemente vegliato in preghiera – cfr. Matteo 26:41 e altri).

 

Questa descrizione simbolica ci fa comprendere quale poteva essere lo stato d’animo di Gesù davanti a Giuda che lo tradiva…

l'uomo ch'io stimavo come mio pari, mio compagno e mio intimo amico.

Ci incontravamo con piacere; insieme, tra la folla, andavamo alla casa di Dio

 

Possiamo però anche riflettere sul perché uno è un traditore, come Aitofel, come Giuda; questi personaggi che si avvicinano alla Giustizia e poi si rivelano dei traditori, vedono nel cristianesimo (nella giustizia di Dio) una “opportunità di vivere bene” e non l’unica possibilità di ravvedimento sincero per il proprio stato di peccato:

 

Per Aitofel era importante “restare a palazzo” piuttosto che servire il re stabilito da Dio, per questo fece alleanza con il re che sembrava più prossimo alla “gloria temporale”.

 

Giuda si rese conto che la vita con Gesù non lo soddisfaceva più in termini di guadagno, e valutò come meglio gestire “economicamente” la situazione dimostrando così di “stimare adeguatamente” il Signore:

Gesù dunque, sei giorni prima della Pasqua, andò a Betania dov'era Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. Qui gli offrirono una cena; Marta serviva e Lazzaro era uno di quelli che erano a tavola con lui.

Allora Maria, presa una libbra d'olio profumato, di nardo puro, di gran valore, unse i piedi di Gesù e glieli asciugò con i suoi capelli; e la casa fu piena del profumo dell'olio. Ma Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto quest'olio per trecento denari e non si sono dati ai poveri?»

Diceva così, non perché si curasse dei poveri, ma perché era ladro, e, tenendo la borsa, ne portava via quello che vi si metteva dentro.

Gesù dunque disse: «Lasciala stare; ella lo ha conservato per il giorno della mia sepoltura. Poiché i poveri li avete sempre con voi; ma me, non mi avete sempre». (Giovanni 12:1-8)

 

E, secondo il racconto dei sinottici, subito dopo questo evento, Giuda decise di tradire Gesù:

Allora uno dei dodici, che si chiamava Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti, e disse loro: «Che cosa siete disposti a darmi, se io ve lo consegno?» Ed essi gli fissarono trenta sicli d'argento. Da quell'ora cercava il momento opportuno per consegnarlo. (Matteo 26:14)

 

Ed è significativa la fine che fece a tal proposito:

egli era uno di noi e aveva ricevuto la sua parte di questo ministero.

Egli dunque acquistò un campo con il salario della sua iniquità; poi, essendosi precipitato, gli si squarciò il ventre, e tutte le sue interiora si sparsero. (Atti 1:17-18)

 

Anche negli insegnamenti apostolici troviamo tali “ambizioni” che vengono definite “per soddisfare la propria carne (il ventre)”, e per realizzarle, queste persone seducono con labbra unte e parole delicate (Vedasi in seguito la descrizione delle armi del traditore):

Ora vi esorto, fratelli, a tener d'occhio quelli che provocano le divisioni e gli scandali in contrasto con l'insegnamento che avete ricevuto. Allontanatevi da loro. Costoro, infatti, non servono il nostro Signore Gesù Cristo, ma il proprio ventre; e con dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore dei semplici. (Romani 16:17-18)

             

molti camminano da nemici della croce di Cristo (ve l'ho detto spesso e ve lo dico anche ora piangendo), la fine dei quali è la perdizione; il loro dio è il ventre e la loro gloria è in ciò che torna a loro vergogna; gente che ha l'animo alle cose della terra. (Filippesi 3:18-19)

 

Spesso e volentieri queste “ambizioni” si rivelano nell’eterna indecisione davanti al ravvedimento ed alla conversione, si attende di vedere cosa “conviene di più”.

Questo atteggiamento dovrebbe fare comprendere quanto siamo “calcolatori” davanti alla Grazia di Dio, stiamo “valutandone la convenienza”, mettendoci automaticamente dalla parte dei prossimi “traditori”, persone disposte a “trattare il prezzo con il nemico” e troveremo ampie occasioni per venderci al migliore offerente, ma (se ragioniamo così) siamo anche degli infami e la nostra fine è la perdizione!

 

***

LA FIDUCIA DI DAVIDE NELLA VENDETTA DI Dio

 

Li sorprenda la morte!

Scendano vivi nel soggiorno dei morti!

Poiché nelle loro case e in cuor loro non v'è che malvagità.

 

La fine dell’empio, di colui che abita con la malvagità (si sente a suo agio nella maledizione – cfr. Proverbi 2:33), del nemico di Dio, è improvvisa:

Poiché, quand'ho chiamato avete rifiutato d'ascoltare, quand'ho steso la mano nessuno vi ha badato, anzi avete respinto ogni mio consiglio e della mia correzione non ne avete voluto sapere, anch'io riderò delle vostre sventure, mi farò beffe quando lo spavento vi piomberà addosso; quando lo spavento vi piomberà addosso come una tempesta, quando la sventura v'investirà come un uragano e vi cadranno addosso l'afflizione e l'angoscia.

Allora mi chiameranno, ma io non risponderò; mi cercheranno con premura ma non mi troveranno. Poiché hanno odiato la scienza, non hanno scelto il timore del SIGNORE, non hanno voluto sapere i miei consigli e hanno disprezzato ogni mia correzione, si pasceranno del frutto della loro condotta, e saranno saziati dei loro propri consigli. (Proverbi 1:24-31)

 

Allora camminerai sicuro per la tua via e il tuo piede non inciamperà.

Quando ti coricherai non avrai paura; starai a letto e il tuo sonno sarà dolce.

Non avrai da temere lo spavento improvviso, né la rovina degli empi, quando verrà; perché il SIGNORE sarà la tua sicurezza, e preserverà il tuo piede da ogni insidia. (Proverbi 3:23-26)

 

Poiché le labbra dell'adultera stillano miele, la sua bocca è più morbida dell'olio; ma la fine a cui conduce è amara come l'assenzio, è affilata come una spada a doppio taglio.

I suoi piedi scendono alla morte, i suoi passi portano al soggiorno dei morti.

Lungi dal prendere il sentiero della vita, le sue vie sono sbagliate, e non sa dove va.

Or dunque, figlioli, ascoltatemi, e non vi allontanate dalle parole della mia bocca. (Proverbi 5:3-7)

 

Or dunque, figlioli, ascoltatemi, state attenti alle parole della mia bocca.

Il tuo cuore non si lasci trascinare nelle vie di una tale donna; non ti sviare per i suoi sentieri; perché molti ne ha fatti cadere feriti a morte, e grande è il numero di quelli che ha uccisi. La sua casa è la via del soggiorno dei morti, la strada che scende in grembo alla morte. (Proverbi 7:27)

 

L'empio sarà preso nelle proprie iniquità, tenuto stretto dalle funi del suo peccato.

Egli morirà per mancanza di correzione, andrà vacillando per la grandezza della sua follia. (Proverbi 5:22-23)

 

Il simbolo di questa città del nemico è Babilonia:

Le dieci corna che hai viste e la bestia odieranno la prostituta, la spoglieranno e la lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la consumeranno con il fuoco.

Infatti Dio ha messo nei loro cuori di eseguire il suo disegno che è di dare, di comune accordo, il loro regno alla bestia fino a che le parole di Dio siano adempiute.

La donna che hai vista è la grande città che domina sui re della terra». (Apocalisse 17:16-18)

 

Perciò in uno stesso giorno verranno i suoi flagelli: morte, lutto e fame, e sarà consumata dal fuoco; poiché potente è Dio, il Signore che l'ha giudicata. (Apocalisse 18:8)

 

E questo “stesso giorno” è il Giorno della Vendetta del Signore, un giorno improvviso:

Infatti, come nei giorni prima del diluvio si mangiava e si beveva, si prendeva moglie e s'andava a marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, e la gente non si accorse di nulla, finché venne il diluvio che portò via tutti quanti, così avverrà alla venuta del Figlio dell'uomo.

Allora due saranno nel campo; l'uno sarà preso e l'altro lasciato; due donne macineranno al mulino: l'una sarà presa e l'altra lasciata.

Vegliate, dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà.

Ma sappiate questo, che se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte il ladro deve venire, veglierebbe e non lascerebbe scassinare la sua casa.

Perciò, anche voi siate pronti; perché, nell'ora che non pensate, il Figlio dell'uomo verrà. (Matteo 24:38-44)

 

Sarà un giorno di vendetta al quale “coloro che sono in Cristo” (nella Luce) saranno risparmiati:

Quanto poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; perché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte.

Quando diranno: «Pace e sicurezza», allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno.

Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno abbia a sorprendervi come un ladro; perché voi tutti siete figli di luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre.

Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri; poiché quelli che dormono, dormono di notte, e quelli che si ubriacano, lo fanno di notte.

Ma noi, che siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza della fede e dell'amore e preso per elmo la speranza della salvezza. Dio infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, il quale è morto per noi affinché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui.

Perciò, consolatevi a vicenda ed edificatevi gli uni gli altri, come d'altronde già fate. (1 Tessalonicesi 5:1-11)

 

i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della perdizione degli empi.

Ma voi, carissimi, non dimenticate quest'unica cosa: per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno. Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento.

Il giorno del Signore verrà come un ladro: in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che sono in essa saranno bruciate.

Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi, quali non dovete essere voi, per santità di condotta e per pietà, mentre attendete e affrettate la venuta del giorno di Dio, in cui i cieli infocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si scioglieranno!

Ma, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia. (2 Pietro 3:7-13)

 

…dobbiamo quindi prepararci di conseguenza:

E questo dobbiamo fare, consci del momento cruciale: è ora ormai che vi svegliate dal sonno; perché adesso la salvezza ci è più vicina di quando credemmo.

La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.

Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno, senza gozzoviglie e ubriachezze; senza immoralità e dissolutezza; senza contese e gelosie; ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per soddisfarne i desideri. (Romani 13:11-14)

 

Perciò, carissimi, aspettando queste cose, fate in modo di essere trovati da lui immacolati e irreprensibili nella pace; e considerate che la pazienza del nostro Signore è per la vostra salvezza  (2 Pietro 3:14-15)

 

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LA FIDUCIA DI DAVIDE NELL’INTERVENTO DI DIO

 

Io invocherò Dio, e il SIGNORE mi salverà.

La sera, la mattina e a mezzogiorno mi lamenterò e gemerò, ed egli udrà la mia voce.

Darà pace all'anima mia, liberandomi dai loro assalti, perché sono in molti contro di me.
Dio ascolterà e li umilierà, egli che siede da sempre sul suo trono; [Pausa]
perché essi rifiutano di cambiare, e non temono Dio.

 

La fede di Davide è nel Signore, solo nel Signore, lui Lo invocherà ed Egli lo salverà!

Ed è a Lui che porterà i suoi lamenti e i suoi gemiti, la sera, la mattina e a mezzogiorno, e ne riceverà in cambio la Pace dell’anima e la Liberazione dagli assalti e vedrà (con soddisfazione) la fine dei nemici (di coloro che non temono Dio), di coloro che rifiutano di ritornare nella Via di Dio.

Dio è sovrano in ogni cosa ed è onnipotente, per questo ascolterà e li umilierà, perché Egli siede da sempre sul suo trono (anche quando a noi sembra che non stia “regnando”), e la sua attesa è solo dettata dalla sua pazienza, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento (cfr 2 Pietro 3:9) e la sua condanna arriverà solo perché essi rifiutano di cambiare, e non temono Dio.

 

***

LA DESCRIZIONE DELLE ARMI DEL TRADITORE

 

Il nemico ha steso la mano contro chi viveva in pace con lui, ha violato il suo patto.

La sua bocca è più untuosa del burro, ma nel cuore ha la guerra; le sue parole sono più delicate dell'olio, ma in realtà sono spade sguainate.

 

Davide ci da qui la possibilità di riflettere sulla infedeltà nei patti del nemico di Dio.

Solo Dio è fedele, ricordiamocelo sempre!

Satana non sa (non conosce la fedeltà), non può (non è nelle possibilità di essere fedele) e non vuole (non ne ha la volontà) essere fedele; per questo egli seduce, vende fumo, roba marcia e per questo egli unge la sua bocca con il burro, usa parole delicate, ma nel suo cuore ha la guerra e le sue parole sono pronte a colpire come spade sguainate (fuori dal fodero).

 

Queste dolci parole ci ricordano:

 

- coloro che camminano da nemici della croce di Cristo:

Ora vi esorto, fratelli, a tener d'occhio quelli che provocano le divisioni e gli scandali in contrasto con l'insegnamento che avete ricevuto. Allontanatevi da loro. Costoro, infatti, non servono il nostro Signore Gesù Cristo, ma il proprio ventre; e con dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore dei semplici. (Romani 16:17-18)

             

molti camminano da nemici della croce di Cristo (ve l'ho detto spesso e ve lo dico anche ora piangendo), la fine dei quali è la perdizione; il loro dio è il ventre e la loro gloria è in ciò che torna a loro vergogna; gente che ha l'animo alle cose della terra. (Filippesi 3:18-19)

 

- le labbra dell’adultera:

Poiché le labbra dell'adultera stillano miele, la sua bocca è più morbida dell'olio; ma la fine a cui conduce è amara come l'assenzio, è affilata come una spada a doppio taglio.

I suoi piedi scendono alla morte, i suoi passi portano al soggiorno dei morti.

Lungi dal prendere il sentiero della vita, le sue vie sono sbagliate, e non sa dove va.

Or dunque, figlioli, ascoltatemi, e non vi allontanate dalle parole della mia bocca. (Proverbi 5:3-7)

 

Facciamo tesoro di questi avvertimenti e consideriamoli quando sentiamo “parola di pace” in bocca ai nemici del Signore!

 

***

L’ASPETTO DIDATTICO

 

Getta sul SIGNORE il tuo affanno, ed egli ti sosterrà; egli non permetterà mai che il giusto vacilli.

 

Anche Pietro ci insegna in tal senso:

Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi innalzi a suo tempo; gettando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi. (1 Pietro 5:6-7)

 

Come fa sempre di ogni sua esperienza, Davide ne trae un insegnamento per il popolo, proprio come l’apostolo Paolo:

Io ringrazio colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù, nostro Signore, per avermi stimato degno della sua fiducia, ponendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento; ma misericordia mi è stata usata, perché agivo per ignoranza nella mia incredulità; e la grazia del Signore nostro è sovrabbondata con la fede e con l'amore che è in Cristo Gesù.

Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo.

Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo dimostrasse in me, per primo, tutta la sua pazienza, e io servissi di esempio a quanti in seguito avrebbero creduto in lui per avere vita eterna. (1 Timoteo 1:12-16)

 

***

LA FINE DEL NEMICO PER L’INTERVENTO DI DIO

 

Ma tu, o Dio, farai scendere costoro nella tomba; gli uomini sanguinari e fraudolenti non arriveranno alla metà dei loro giorni; ma io confiderò in te.

 

L’empio è “un’opera senza uno scopo”, la sua fine è nella tomba, non giunge alla fine dei suoi giorni (arriva a metà), è un fallimento, un PECCATO!

Aitofel era stato chiamato per essere la voce di Dio in favore del re eletto da Lui, con il tradimento egli non ha portato a termine la sua vocazione, la sua opera è rimasta incompiuta.

Giuda era stato chiamato (al pari degli altri dodici) per essere testimone di Gesù Cristo in Gerusalemme, Samaria e fino alle estremità della terra, con il tradimento egli non ha portato a termine la sua vocazione, la sua opera è rimasta incompiuta.

Il giusto (o il giustificato) confida in Dio e corre con perseveranza per giungere alla meta, alla fine della corsa, vincendo il premio.

L’autore della lettera agli ebrei ci incoraggia:

Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.  (Ebrei 12:1-2)

 

Paolo è un bell’esempio in tal senso:

Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio, corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio?

Correte in modo da riportarlo.

Chiunque fa l'atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una incorruttibile.

Io quindi corro così; non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l'aria; anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato. (1 Corinzi 9:24-27)

 

Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù.

Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù.

Sia questo dunque il sentimento di quanti siamo maturi; se in qualche cosa voi pensate altrimenti, Dio vi rivelerà anche quella.

Soltanto, dal punto a cui siamo arrivati, continuiamo a camminare per la stessa via.

Siate miei imitatori, fratelli, e guardate quelli che camminano secondo l'esempio che avete in noi.

Perché molti camminano da nemici della croce di Cristo (ve l'ho detto spesso e ve lo dico anche ora piangendo), la fine dei quali è la perdizione; il loro dio è il ventre e la loro gloria è in ciò che torna a loro vergogna; gente che ha l'animo alle cose della terra.

Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore, che trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria, mediante il potere che egli ha di sottomettere a sé ogni cosa. (Filippesi 3:12-21)

 

E alla fine dei suoi giorni dichiarerà:

Quanto a me, io sto per essere offerto in libazione, e il tempo della mia partenza è giunto.

Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede.

Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione. (2 Timoteo 4:6-8)

 

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CONCLUSIONE

 

La vita cristiana è una corsa, una corsa ad ostacoli.

 

Ostacoli che sono di diverse tipologie:

 

- ostacoli dovuti alle conseguenze del nostro peccato (Absalom);

- ostacoli che il nemico ci mette sulla strada (Aitofel).

 

Questi ostacoli dobbiamo superarli con la fede nell’opera di Gesù Cristo che li ha già abbattuti per noi, per diventare “perfetti” e “completi”, e dobbiamo imparare a “saltarli” con le armi che il Signore ci da, con la nostra fede determinata ed il nostro impegno.

 

In particolare, questi ostacoli messi dal nemico sono le accuse e le persecuzioni che ogni cristiano subisce, ma nelle quali ha anche l’occasione di conoscere sempre più completamente la fedeltà e la Bontà di Dio nascoste nel Vangelo di Gesù Cristo che sono già nostre e fanno parte della nostra eredità spirituale.

 

E’ quindi una corsa che porta alla Gloria, al raggiungimento della perfezione che il Signore ci ha assicurato; Egli ha già vinto per noi, ma noi siamo, ponendo la fede in Lui e nella Sua Opera, chiamati a correre in Suo onore!

 

 Gianni Marinuzzi