Salmo 55 - Il tradimento di Aitofel
e la fedeltà di dio
Il riferimento al
contesto:
Dopo queste cose,
Absalom si procurò un cocchio, dei cavalli, e cinquanta uomini che correvano
davanti a lui.
Absalom si alzava
la mattina presto e si metteva da un lato della via che conduceva alle porte
della città; quando qualcuno aveva un processo e si recava dal re per
chiedere giustizia, Absalom lo chiamava e gli chiedeva: «Di quale città
sei?» L'altro gli rispondeva: «Il tuo servo è di tale e tale tribù
d'Israele».
Allora Absalom gli
diceva: «Vedi, la tua causa è buona e giusta, ma non c'è chi sia delegato
dal re per sentirti».
Poi Absalom
aggiungeva: «Oh, se facessero me giudice del paese! Chiunque avesse un
litigio o reclamo verrebbe da me e io gli farei giustizia».
Quando uno gli si
avvicinava per prostrarsi davanti a lui, egli gli porgeva la mano,
l'abbracciava e lo baciava.
Absalom faceva così
con tutti gli Israeliti che venivano dal re per chiedere giustizia; in
questo modo Absalom conquistò il cuore della gente d'Israele.
Quattro anni dopo,
Absalom disse al re: «Ti prego, lasciami andare a Ebron a sciogliere un voto
che ho fatto al SIGNORE. Infatti, durante la sua residenza a Ghesur, in
Siria, il tuo servo fece un voto, dicendo: Se il SIGNORE mi riconduce a
Gerusalemme, io servirò il SIGNORE a Ebron».
Il re gli disse:
«Va' in pace!» Così egli si alzò e andò a Ebron.
Intanto Absalom
mandò degli emissari per tutte le tribù d'Israele, a dire: «Quando udrete il
suono della tromba, direte: "Absalom è proclamato re a Ebron"».
Con Absalom
partirono da Gerusalemme duecento uomini, i quali, essendo stati invitati,
partirono in tutta la loro semplicità, senza sapere nulla.
Mentre offriva i
sacrifici, Absalom mandò a chiamare Aitofel, il Ghilonita, consigliere di
Davide, perché venisse dalla sua città di Ghilo. La congiura si rafforzava e
il popolo diventava sempre più numeroso attorno ad Absalom.
Venne a Davide un
messaggero, che disse: «Il cuore degli uomini d'Israele si è volto verso
Absalom».
Allora Davide disse
a tutti i suoi servi che erano con lui a Gerusalemme: «Alzatevi, fuggiamo;
altrimenti, nessuno di noi scamperà dalle mani di Absalom. Affrettatevi a
partire, affinché, con una rapida marcia, non ci sorprenda, piombandoci
rovinosamente addosso e mettendo la città a fil di spada».
I servitori del re
gli dissero: «Ecco i tuoi servi, pronti a fare tutto quello che piacerà al
re, nostro signore».
Il re dunque partì,
seguito da tutta la sua casa, e lasciò dieci concubine a custodire il
palazzo.
(2 Samuele 15:1-16)
Davide saliva il
monte degli Ulivi; saliva piangendo e camminava con il capo coperto, a piedi
scalzi; e tutta la gente che era con lui aveva il capo coperto e, salendo,
piangeva.
Qualcuno venne a
dire a Davide: «Aitofel è con Absalom tra i congiurati».
Davide disse: «O
SIGNORE, rendi vani i consigli di Aitofel!»
Quando Davide
giunse in vetta al monte, al luogo dove si adora Dio, gli venne incontro
Cusai, l'Archita, con la tunica stracciata e il capo coperto di polvere.
Davide gli disse:
«Se tu vieni con me, mi sarai di peso; ma se torni in città e dici ad
Absalom: "Io sarò tuo servo, o re; come fui servo di tuo padre nel passato,
così sarò adesso servo tuo", cambierai a mio favore i consigli di Aitofel.
Laggiù avrai con te
i sacerdoti Sadoc e Abiatar. Tutto quello che sentirai dire della casa del
re, lo farai sapere ai sacerdoti Sadoc e Abiatar.
Siccome essi hanno
i loro due figli, Aimaas figlio di Sadoc e Gionatan figlio di Abiatar, per
mezzo di loro mi farete sapere tutto quello che avrete sentito».
Così Cusai, amico
di Davide, tornò in città; e Absalom entrò in Gerusalemme.
(2 Samuele 15:30-37)
Davide e la sua
gente continuarono il loro cammino; Simei camminava sul fianco del monte, di
fronte a Davide, e cammin facendo lo malediva, gli gettava dei sassi e
buttava della polvere.
Il re e tutta la
gente che era con lui arrivarono ad Aiefim e là ripresero fiato.
Intanto Absalom e
tutto il popolo, gli uomini d'Israele, erano entrati a Gerusalemme; Aitofel
era con lui.
Quando Cusai, l'Archita,
l'amico di Davide, fu giunto presso Absalom, gli disse: «Viva il re! Viva il
re!»
Absalom disse a
Cusai: «È questo dunque l'affetto che hai per il tuo amico? Perché non sei
andato con il tuo amico?»
Cusai rispose ad
Absalom: «No; io sarò di colui che il SIGNORE e questo popolo e tutti gli
uomini d'Israele hanno scelto, e con lui rimarrò. Del resto, di chi sarò io
servo? Non lo sarò di suo figlio? Come ho servito tuo padre, così servirò
te».
Allora Absalom
disse ad Aitofel: «Consigliate quello che dobbiamo fare».
Aitofel rispose ad
Absalom: «Entra dalle concubine di tuo padre, lasciate da lui a custodia del
palazzo; quando tutto Israele saprà che ti sei reso odioso a tuo padre, il
coraggio di quelli che sono per te, sarà fortificato».
Fu dunque montata
una tenda sulla terrazza per Absalom, e Absalom entrò dalle concubine di suo
padre, alla vista di tutto Israele.
In quei giorni, un
consiglio dato da Aitofel era come una parola data da Dio a uno che lo
avesse consultato.
Così era di tutti i
consigli di Aitofel tanto per Davide quanto per Absalom.
(2 Samuele 16:13-23)
Poi Aitofel disse
ad Absalom: «Lasciami scegliere dodicimila uomini; partirò e inseguirò
Davide questa notte stessa; gli piomberò addosso mentre egli è stanco e ha
le braccia fiacche; lo spaventerò e tutta la gente che è con lui si darà
alla fuga; colpirò il re solo e ricondurrò a te tutto il popolo; l'uomo che
tu cerchi vale quanto il ritorno di tutti; così tutto il popolo sarà in
pace».
Questo discorso
piacque ad Absalom e a tutti gli anziani d'Israele.
Tuttavia Absalom
disse: «Chiamate ancora Cusai, l'Archita, e sentiamo quel che anch'egli
dirà».
Quando Cusai fu
venuto da Absalom, questi gli disse: «Aitofel ha parlato così e così;
dobbiamo fare come ha detto lui? Se no, parla tu!»
Cusai rispose ad
Absalom: «Questa volta il consiglio dato da Aitofel non è buono».
Cusai soggiunse:
«Tu conosci tuo padre e i suoi uomini, e sai che sono gente valorosa e che
hanno l'animo esasperato come un'orsa nella campagna quando le sono stati
rapiti i figli; poi tuo padre è un guerriero e non passerà la notte con il
popolo.
Senza dubbio egli è
ora nascosto in qualche buca o in qualche altro luogo; e avverrà che, se fin
da principio ne cadranno alcuni dei tuoi, chiunque lo verrà a sapere dirà:
"Tra la gente che seguiva Absalom c'è stata una strage".
Allora il più
valoroso, anche se avesse un cuor di leone, si avvilirà, perché tutto
Israele sa che tuo padre è un prode e che quelli che ha con sé sono
valorosi. Perciò io consiglio che si raduni presso di te tutto Israele da
Dan fino a Beer-Sceba, numeroso come la sabbia che è sul lido del mare, e
che tu in persona vada alla battaglia. Così lo raggiungeranno in qualunque
luogo egli si troverà, e gli cadranno addosso come la rugiada cade sul
suolo; e di tutti quelli che sono con lui non ne scamperà uno solo.
Se egli si ritira
in qualche città, tutto Israele cingerà di funi quella città e noi la
trascineremo nel torrente in modo che non se ne trovi più nemmeno una
pietruzza».
Absalom e tutti gli
uomini d'Israele dissero: «Il consiglio di Cusai, l'Archita, è migliore di
quello di Aitofel».
Il SIGNORE aveva
stabilito di rendere vano il buon consiglio di Aitofel, per far cadere la
sciagura sopra Absalom.
Allora Cusai disse
ai sacerdoti Sadoc e Abiatar: «Aitofel ha consigliato Absalom e gli anziani
d'Israele così e così e io ho consigliato in questo modo.
Ora mandate in
fretta a informare Davide e ditegli: "Non passare la notte nelle pianure del
deserto, ma senz'altro va' oltre, affinché il re con tutta la gente che ha
con sé non rimanga sopraffatto"».
Gionatan e Aimaas
stavano appostati presso En-Roghel; una serva andò a informarli, ed essi
andarono a informare il re Davide.
Essi infatti non
potevano entrare in città in modo palese.
Un ragazzo però li
aveva visti e aveva avvisato Absalom; ma i due partirono di corsa e giunsero
a Baurim a casa di un uomo che aveva nel suo cortile una cisterna.
Quelli vi si
calarono; e la donna di casa prese una coperta, la distese sulla bocca della
cisterna e vi sparse su del grano; così nessuno ne seppe nulla.
I servi di Absalom
vennero in casa di quella donna e chiesero: «Dove sono Aimaas e Gionatan?»
La donna rispose loro: «Hanno attraversato il ruscello». Quelli si misero a
cercarli; e, non potendoli trovare, tornarono a Gerusalemme.
Appena se ne furono
andati, i due uscirono dalla cisterna e andarono a informare il re Davide.
Gli dissero:
«Alzatevi e affrettatevi ad attraversare l'acqua; perché ecco qual è il
consiglio che Aitofel ha dato a vostro danno».
Allora Davide si
mosse con tutta la gente che era con lui, e passò il Giordano.
All'alba neppure
uno era rimasto, che non avesse passato il Giordano.
Aitofel, vedendo
che il suo consiglio non era stato seguito, sellò il suo asino e partì per
andarsene a casa sua, nella sua città. Mise in ordine le cose della sua casa
e si impiccò. Così morì e fu sepolto nella tomba di suo padre.
(2 Samuele 17:1-23)
***
Al direttore del coro. Per strumenti a
corda. Cantico di Davide.
Porgi orecchio alla
mia preghiera, o Dio, non essere insensibile alla mia supplica.
Dammi ascolto, e
rispondimi; mi lamento senza posa e gemo, per la voce del nemico,
per l'oppressione dell'empio; poiché
riversano iniquità su di me e mi perseguitano con furore.
Dentro di me palpita violentemente il mio cuore e una paura mortale mi è
piombata addosso.
Paura e tremito m'invadono, e sono preso dal panico; e io dico: «Oh, avessi
ali come di colomba, per volare via e trovare riposo!
Ecco, fuggirei
lontano, andrei ad abitare nel deserto; [Pausa]
m'affretterei a ripararmi dal vento impetuoso e dalla tempesta».
Annientali,
Signore, confondi il loro linguaggio, poiché io vedo violenza e contesa
nella città.
Giorno e notte si aggirano sulle sue mura; ingiustizia e malvagità sono
dentro di essa.
All'interno ci sono
delitti, violenza e insidie non cessano nelle sue piazze.
Se mi avesse offeso
un nemico, l'avrei sopportato; se un avversario avesse cercato di
sopraffarmi, mi sarei nascosto da lui; ma sei stato tu, l'uomo ch'io stimavo
come mio pari, mio compagno e mio intimo amico.
Ci incontravamo con
piacere; insieme, tra la folla, andavamo alla casa di Dio.
Li sorprenda la
morte!
Scendano vivi nel
soggiorno dei morti!
Poiché nelle loro
case e in cuor loro non v'è che malvagità.
Io invocherò Dio, e
il SIGNORE mi salverà.
La sera, la mattina
e a mezzogiorno mi lamenterò e gemerò, ed egli udrà la mia voce.
Darà pace all'anima
mia, liberandomi dai loro assalti, perché sono in molti contro di me.
Dio ascolterà e li umilierà, egli che siede da sempre sul suo trono; [Pausa]
perché essi rifiutano di cambiare, e non temono Dio.
Il nemico ha steso
la mano contro chi viveva in pace con lui, ha violato il suo patto.
La sua bocca è più
untuosa del burro, ma nel cuore ha la guerra; le sue parole sono più
delicate dell'olio, ma in realtà sono spade sguainate.
Getta sul SIGNORE
il tuo affanno, ed egli ti sosterrà; egli non permetterà mai che il giusto
vacilli.
Ma tu, o Dio, farai
scendere costoro nella tomba; gli uomini sanguinari e fraudolenti non
arriveranno alla metà dei loro giorni; ma io confiderò in te.
(Salmo 55)
***
Al direttore del coro. Per strumenti a
corda. Cantico di Davide.
Questo salmo
racconta l’esperienza di Davide
afflitto dal tradimento di un amico,
molto probabilmente
Aitofel.
Davide si trova in
una situazione molto difficile, in
fuga da suo figlio e tradito dal suo miglior consigliere, ma in tutto
questo sconforto, trova comunque il suo rifugio in Dio.
Possiamo dividere
questo salmo in nove sezioni:
- L’INVOCAZIONE DEL GIUSTO (versi 1-3)
- L’OPPRESSIONE DEL GIUSTO (versi 4-8)
- LA DESCRIZIONE DEI NEMICI (versi 9-11)
- LA DESCRIZIONE DEL TRADITORE (versi 12-14)
- LA FIDUCIA DI DAVIDE NELLA VENDETTA DI DIO (verso 15)
- LA FIDUCIA DI DAVIDE NELL’INTERVENTO DI DIO (versi 16-19)
- LA DESCRIZIONE DELLE ARMI DEL TRADITORE (versi 20-21)
- L’ASPETTO DIDATTICO (verso 22)
- LA FINE DEL NEMICO PER L’INTERVENTO DI DIO (verso 23)
***
Porgi orecchio alla
mia preghiera, o Dio, non essere insensibile alla mia supplica.
Dammi ascolto, e
rispondimi; mi lamento senza posa e gemo, per la voce del nemico,
per l'oppressione dell'empio; poiché
riversano iniquità su di me e mi perseguitano con furore.
Non possiamo non
ricordare cosa disse il Signore
per mezzo del profeta Natan a
Davide in occasione della
sentenza circa il misfatto di Uria:
Ora dunque
la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, perché tu mi hai
disprezzato e hai preso per te la moglie di Uria, l'Ittita".
Così dice il SIGNORE: "Ecco,
io farò venire addosso a te delle sciagure dall'interno della tua stessa
casa; prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi per darle a un altro, che si
unirà a loro alla luce di questo sole; poiché tu lo hai fatto in
segreto; ma io farò questo davanti a
tutto Israele e in faccia al sole"».
(2 Samuele
12:10-12)
Come abbiamo visto
nel Salmo 3, Davide accetta
le conseguenze del giudizio di Dio
(che si avverano tutte nel contesto
del nostro salmo, compreso quanto specificato in 2 Samuele 12:11) ma,
nella sua distretta si rivolge al Suo Signore, al Quale chiede di
non essere insensibile alla sua
supplica.
Egli sente
la voce del nemico, l'oppressione
dell'empio, che gli riversa iniquità e lo perseguita con furore.
E’ interessante il parallelismo
geografico e circostanziato di Davide con Gesù:
-
entrambi
salgono verso il monte degli ulivi
mentre il traditore sta complottando contro di lui (cfr 2 Samuele
15:30-31 e Gesù che si avvia verso il Getsemani).
- entrambi
subiscono la maledizione in questo
percorso (cfr 2 Samuele 16:13 e Gesù che comincia ad essere angosciato)
- Il consiglio di
Aitofel (che nel caso di Davide fu poi
reso vano da Cusai
secondo quanto stabilito dal Signore)
è un parallelo perfetto di quello che
avverrà nell’arresto di Gesù (cfr. 2 Samuele 17:1-3 con l’arresto di
Gesù e con il consiglio di Caiafa di Giovanni 11:49-50)
Ma
Davide (come d’altronde
Gesù) cerca
il soccorso solo in Dio, lui sa benissimo che
è Lui il suo Liberatore.
Da questo salmo
possiamo imparare che l’attività del
nemico del giusto (o del
giustificato) consiste essenzialmente in:
-
riversargli addosso iniquità:
fare in modo di “renderlo” o “presentarlo” come
impuro, attraverso
le accuse;
-
perseguitarlo con furore:
ovvero osteggiarlo in tutti i modi al fine di scoraggiarlo e poterlo così (se fosse possibile) scendere
dalla sua posizione, o quanto meno riuscire a farglielo credere.
Il Vangelo è invece proprio
la Buona Notizia di una definitiva
liberazione dallo stato di impurità, di schiavitù del peccato, ma
l’Accusatore (mettendo sempre
il dubbio circa la veridicità della Parola di Dio) cerca in tutti i modi di
insinuare il dubbio.
Queste azioni sono
state mosse contro
Gesù stesso:
I capi dei sacerdoti
lo accusavano di molte cose; e
Pilato di nuovo lo interrogò dicendo: «Non rispondi nulla?
Vedi di quante cose ti accusano!»
Ma Gesù non rispose più nulla; e Pilato
se ne meravigliava.
(Marco 15:3-5)
E queste
sofferenze servirono anche a Lui,
affinché imparasse
l’ubbidienza (e potesse così “simpatizzare”, conoscere,
le nostre sofferenze):
Benché fosse
Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì; e, reso perfetto, divenne per tutti
quelli che gli ubbidiscono, autore di salvezza eterna, essendo da Dio
proclamato sommo sacerdote
secondo l'ordine di Melchisedec.
(Ebrei 5:8-10)
Infatti non
abbiamo un sommo sacerdote che non possa
simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché
egli è stato tentato come noi in ogni
cosa, senza commettere peccato.
(Ebrei 4:15)
E Gesù le predisse,
come una benedizione, ai Suoi:
Beati i
perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli.
Beati voi, quando
vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi
ogni sorta di male per causa mia.
Rallegratevi e
giubilate, perché il vostro
premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono
stati prima di voi.
(Matteo 5:10-12)
Furono poi mosse
all’apostolo Paolo:
Quest'uomo
era stato preso dai Giudei, e stava per essere ucciso da loro,
quando sono intervenuto con i soldati e l'ho liberato dalle loro mani,
avendo saputo che era cittadino romano.
Volendo sapere di che cosa
lo accusavano, lo condussi nel loro
sinedrio.
Ho trovato che era
accusato per questioni relative alla loro legge, ma che non era incolpato di nulla che
fosse meritevole di morte o di prigione.
(Atti 23:27-29)
…tu puoi accertarti che non sono più di
dodici giorni da quando salii a Gerusalemme per adorare; ed essi non mi
hanno trovato nel tempio a discutere con nessuno, né a fare assembramenti di
popolo, né nelle sinagoghe, né in città; e
non possono provarti le cose delle
quali ora mi accusano.
(Atti 24:11-13)
I capi dei sacerdoti e i notabili dei
Giudei gli presentarono le loro
accuse contro Paolo; e con
intenzioni ostili, lo pregavano, chiedendo come un favore, che lo
facesse venire a Gerusalemme.
Essi intanto
avrebbero preparato un'imboscata per ucciderlo durante il viaggio.
(Atti 25:2-3)
Quand'egli giunse, i Giudei che erano
scesi da Gerusalemme lo circondarono,
portando contro di lui numerose e gravi accuse, che non potevano provare.
(Atti 25:7)
…e Paolo lo insegnava ai fratelli:
Perché anche quando eravamo tra di voi,
vi preannunciavamo che avremmo dovuto
soffrire, come poi è avvenuto, e voi lo sapete.
(1 Tessalonicesi
3:4)
Anche
Pietro lo scriveva
ai fratelli perseguitati:
…è
una grazia se qualcuno sopporta, per motivo di coscienza dinanzi a Dio,
sofferenze che si subiscono ingiustamente. Infatti, che vanto c'è se voi
sopportate pazientemente quando siete malmenati per le vostre mancanze? Ma
se soffrite perché avete agito bene,
e lo sopportate pazientemente, questa è una grazia davanti a Dio.
Infatti a questo siete stati
chiamati, poiché anche Cristo ha sofferto per voi, lasciandovi un esempio,
perché seguiate le sue orme.
Egli non commise
peccato e nella sua bocca non si è trovato inganno.
Oltraggiato, non
rendeva gli oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva a colui che
giudica giustamente; egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul
legno della croce, affinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e
mediante le sue lividure siete
stati guariti. Poiché eravate erranti come pecore, ma ora siete
tornati al pastore e guardiano delle vostre anime.
(1 Pietro 2:19-25)
Carissimi,
non vi stupite per l'incendio che divampa in mezzo a voi per provarvi,
come se vi accadesse qualcosa di strano.
Anzi, rallegratevi
in quanto partecipate alle sofferenze di Cristo, perché anche al momento
della rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare.
Se siete insultati
per il nome di Cristo, beati voi! Perché lo Spirito di gloria, lo Spirito di
Dio, riposa su di voi.
Nessuno di voi
abbia a soffrire come omicida, o ladro, o malfattore, o perché si immischia
nei fatti altrui; ma se uno soffre
come cristiano, non se ne vergogni, anzi glorifichi Dio, portando questo
nome.
(1 Pietro 4:12-16)
Siate sobri, vegliate;
il vostro avversario, il diavolo, va
attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare.
Resistetegli stando
fermi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze affliggono i
vostri fratelli sparsi per il mondo.
(1 Pietro 5:8-9)
E quindi sono mosse
su
tutti coloro che vogliono vivere piamente in Cristo:
Sopporta anche tu le sofferenze, come
un buon soldato di Cristo Gesù.
(2 Timoteo 2:3)
Del resto, tutti
quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati.
(2 Timoteo 3:12)
…vi
è stata concessa la grazia, rispetto a Cristo, non soltanto di credere
in lui, ma anche di soffrire per lui,
sostenendo voi pure la stessa lotta che mi avete veduto sostenere e nella
quale ora sentite dire che io mi trovo.
(Filippesi 1:29-30)
Ma queste
persecuzioni e sofferenze (che
ci costringono all’ubbidienza) ci portano a scoprire e conoscere sempre di più la meraviglia dell’Opera
di Gesù Cristo:
…come
abbondano in noi le sofferenze di
Cristo, così, per mezzo di
Cristo, abbonda anche la nostra
consolazione.
La nostra speranza nei vostri riguardi
è salda, sapendo che, come siete
partecipi delle sofferenze, siete anche partecipi della consolazione.
(tratto da 2
Corinzi 1:5-7)
Infatti io ritengo che
le sofferenze del tempo presente non
siano paragonabili alla gloria che dev'essere manifestata a nostro riguardo.
(Romani 8:18)
Voi siete divenuti imitatori nostri e
del Signore, avendo ricevuto la
parola in mezzo a molte sofferenze, con la gioia che dà lo Spirito Santo…
(1 Tessalonicesi
1:6)
Ma
il Signore non ci ha lasciato
indifesi in balia del nemico, ci ha lasciato:
…vi
metteranno le mani addosso e vi perseguiteranno consegnandovi alle
sinagoghe, e mettendovi in prigione,
trascinandovi davanti a re e a
governatori, a causa del mio nome. Ma
ciò vi darà occasione di rendere
testimonianza.
Mettetevi dunque in
cuore di non premeditare come rispondere a vostra difesa, perché io vi darò
una parola e una sapienza alle quali tutti i vostri avversari non potranno
opporsi né contraddire.
(Luca 21:12-15)
-
l’armatura di Dio:
Del resto,
fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza.
Rivestitevi della
completa armatura di Dio, affinché possiate stare saldi contro le insidie
del diavolo; il nostro
combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati,
contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le
forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti.
Perciò
prendete la completa armatura di Dio,
affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo
aver compiuto tutto il vostro dovere.
State dunque saldi: prendete
la verità per cintura dei vostri
fianchi; rivestitevi della corazza
della giustizia; mettete come calzature ai vostri piedi
lo zelo dato dal vangelo della pace; prendete oltre a tutto ciò
lo scudo della fede, con il quale
potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno.
Prendete anche
l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio;
pregate in ogni tempo, per mezzo
dello Spirito, con ogni preghiera e supplica;
vegliate a questo scopo con ogni perseveranza.
(Efesini 6:10-18)
Equipaggiati così,
possiamo celebrare il nostro Signore e Salvatore:
Che diremo dunque riguardo a queste
cose? Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?
Colui che non ha risparmiato il proprio
Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose
con lui? Chi accuserà gli eletti di
Dio? Dio è colui che li giustifica.
Chi li condannerà?
Cristo Gesù è colui che è morto e,
ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi.
Chi ci separerà
dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la
persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Com'è scritto: «Per amor di te
siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da
macello». Ma, in tutte queste
cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati.
Infatti sono persuaso che né morte,
né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né
potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno
separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore. (Romani 8:31-39)
E noi sappiamo
inoltre che il nemico non durerà per
sempre, è stato vinto per mezzo del Sangue dell’Agnello che ci purifica fin
da ora:
…se camminiamo nella luce, com'egli è
nella luce, abbiamo comunione l'uno con l'altro, e
il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.
Se diciamo di essere senza peccato,
inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi.
Se confessiamo i
nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci
da ogni iniquità.
(1 Giovanni 1:7-9)
Figlioli miei, vi
scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi
abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto.
Egli è il
sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri,
ma anche per quelli di tutto il mondo.
(1 Giovanni 2:1-2)
Figlioli, vi scrivo perché
i vostri peccati sono perdonati in
virtù del suo nome.
Padri, vi scrivo perché
avete conosciuto colui che è fin dal
principio.
Giovani,
vi scrivo perché avete vinto il maligno.
Ragazzi, vi ho scritto perché
avete conosciuto il Padre. Padri, vi
ho scritto perché avete conosciuto colui che è fin dal principio.
Giovani,
vi ho scritto perché siete forti, e la parola di Dio rimane in voi, e
avete vinto il maligno.
(1 Giovanni 2:12-14)
Ma quanto a voi,
l'unzione che avete ricevuta da lui rimane in voi, e non avete
bisogno dell'insegnamento di nessuno; ma siccome la sua unzione vi insegna
ogni cosa ed è veritiera, e non è menzogna,
rimanete in lui come essa vi ha
insegnato.
(1 Giovanni 2:27)
Chiunque è nato da
Dio non persiste nel commettere peccato, perché il seme divino rimane in
lui, e non può persistere nel peccare perché è nato da Dio.
In questo si
distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chiunque non pratica la
giustizia non è da Dio;
come pure chi non ama suo fratello.
(1 Giovanni 3:9-10)
Poiché
tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria
che ha vinto il mondo: la nostra fede.
Chi è che vince il
mondo, se non colui che crede che Gesù è il Figlio di Dio?
(1 Giovanni 5:4-5)
Chi crede nel
Figlio di Dio ha questa testimonianza in sé; chi non crede a Dio, lo fa bugiardo, perché non crede alla testimonianza
che Dio ha resa al proprio Figlio.
E la testimonianza
è questa: Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel Figlio suo.
Chi ha il Figlio ha
la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita.
Vi ho scritto
queste cose perché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel
nome del Figlio di Dio.
(1 Giovanni 5:10-13)
Noi sappiamo che
chiunque è nato da Dio non persiste nel peccare; ma colui che nacque da
Dio lo protegge, e il maligno non lo tocca.
Noi sappiamo che
siamo da Dio, e che tutto il mondo giace sotto il potere del maligno.
Sappiamo pure che
il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui che
è il Vero; e noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù
Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna. Figlioli, guardatevi
dagl'idoli.
(1 Giovanni
5:18-21)
…ma dobbiamo crederlo
veramente!
***
Dentro di me
palpita violentemente il mio cuore e una paura mortale mi è piombata
addosso.
Paura e tremito m'invadono, e sono preso dal panico; e io dico: «Oh, avessi
ali come di colomba, per volare via e trovare riposo!
Ecco, fuggirei
lontano, andrei ad abitare nel deserto; [Pausa]
m'affretterei a ripararmi dal vento impetuoso e dalla tempesta».
Davide, come ogni uomo
timorato di Dio che è soggetto alla persecuzione ed alle sofferenze che si
manifestano attraverso:
-
palpitazione violenta del cuore
-
paura (tristezza)
mortale improvvisa davanti alla
sofferenza
Queste sofferenze
generano
tremiti, momenti di panico, desiderio di fuggire per trovare riposo e
fuggire (se possibile)
le prove… …ci sembrerà strano
ma anche Gesù provò tutto questo:
Allora
Gesù andò con loro in un podere chiamato Getsemani e disse ai
discepoli: «Sedete qui finché io sia andato là e abbia pregato».
E, presi con sé Pietro e i due figli di
Zebedeo, cominciò a essere triste e
angosciato.
Allora disse loro: «L'anima
mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate con me».
E, andato un po' più avanti, si gettò
con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure,
non come voglio io, ma come tu vuoi».
Poi tornò dai discepoli e li trovò
addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare
con me un'ora sola? Vegliate e
pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la
carne è debole».
Di nuovo, per la seconda volta, andò e
pregò, dicendo: «Padre mio, se non è
possibile che questo calice passi oltre da me, senza che io lo beva, sia
fatta la tua volontà». E, tornato, li trovò addormentati, perché i loro
occhi erano appesantiti.
Allora, lasciatili, andò di nuovo e
pregò per la terza volta, ripetendo le medesime parole. Poi tornò dai
discepoli e disse loro: «Dormite pure oramai, e riposatevi! Ecco, l'ora è
vicina, e il Figlio dell'uomo è dato
nelle mani dei peccatori.
(Matteo 26:36-45)
Poi giunsero in un podere detto
Getsemani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedete qui finché io abbia
pregato».
Gesù prese con sé Pietro, Giacomo, Giovanni
e cominciò a essere spaventato e
angosciato. E disse loro: «L'anima
mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate».
Andato un po' più avanti,
si gettò a terra; e pregava che, se
fosse possibile, quell'ora passasse oltre da lui. Diceva: «Abbà, Padre! Ogni cosa ti è possibile; allontana da me questo calice!
Però, non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi».
Poi venne, li trovò che dormivano e
disse a Pietro: «Simone! Dormi? Non sei stato capace di vegliare un'ora
sola? Vegliate e pregate, per non
cadere in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole».
Di nuovo andò e pregò, dicendo le
medesime parole. E, tornato di nuovo, li trovò che dormivano perché gli
occhi loro erano appesantiti; e non sapevano che rispondergli. Venne la
terza volta e disse loro: «Dormite pure, ormai, e riposatevi! Basta! L'ora è
venuta: ecco, il Figlio dell'uomo è
consegnato nelle mani dei peccatori. (Marco 14:32-41)
Poi, uscito, andò, come al solito, al
monte degli Ulivi; e anche i discepoli lo seguirono.
Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate
di non entrare in tentazione».
Egli si staccò da loro circa un tiro di
sasso e postosi in ginocchio pregava, dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Però non la mia volontà,
ma la tua sia fatta».
Allora gli apparve un angelo dal cielo
per rafforzarlo.
Ed
essendo in agonia, egli pregava ancor più intensamente; e il suo sudore
diventò come grosse gocce di sangue che cadevano in terra.
E, dopo aver pregato, si alzò, andò dai
discepoli e li trovò addormentati per la tristezza, e disse loro: «Perché
dormite? Alzatevi e pregate, affinché
non entriate in tentazione».
(Luca 22:39-46)
Proprio per questo
è scritto che abbiamo:
…un
grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di
Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. Infatti
non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle
nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza
commettere peccato.
Accostiamoci dunque
con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare
grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.
(Ebrei 4:14-16)
Perché:
Nei giorni della
sua carne, con alte grida e con lacrime egli offrì preghiere e suppliche a
colui che poteva salvarlo dalla morte ed è stato esaudito per la sua pietà.
Benché fosse
Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì; e, reso perfetto, divenne
per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore di salvezza eterna, essendo da
Dio proclamato sommo sacerdote
secondo l'ordine di Melchisedec.
(Ebrei 5:7-10)
Perciò egli può
salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal
momento che vive sempre per intercedere per loro.
(Ebrei 7:25)
E il Sacerdozio di Gesù Cristo è un
Sacerdozio eterno, completo, perfetto:
Ma venuto
Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri, egli, attraverso un tabernacolo
più grande e più perfetto, non fatto da mano d'uomo, cioè, non di questa
creazione, è entrato una volta per
sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli,
ma con il proprio sangue.
Così
ci ha acquistato una redenzione eterna. Infatti, se il sangue di
capri, di tori e la cenere di una giovenca sparsa su quelli che sono
contaminati, li santificano, in modo da procurare la purezza della carne,
quanto più il sangue di Cristo, che
mediante lo Spirito eterno offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio,
purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio
vivente!
(Ebrei 9:11-14)
Gesù,
dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per sempre, si è
seduto alla destra di Dio, e aspetta
soltanto che i suoi nemici siano posti come sgabello dei suoi piedi.
Infatti con
un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che sono
santificati.
(Ebrei 10:12-14)
Per questo è
fondamentale vivere queste “benedizioni”
in modo pratico, per non scoraggiarci:
Avendo dunque,
fratelli, libertà di entrare nel luogo santissimo per mezzo del sangue di
Gesù, per quella via nuova e vivente che egli ha inaugurata per noi
attraverso la cortina, vale a dire la
sua carne, e avendo noi un grande
sacerdote sopra la casa di Dio, avviciniamoci con cuore sincero e con piena
certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell'aspersione che li purifica
da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.
Manteniamo ferma la
confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è colui
che ha fatto le promesse.
Facciamo attenzione gli uni agli altri
per incitarci all'amore e alle buone opere, non abbandonando la nostra
comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda;
tanto più che vedete avvicinarsi il
giorno.
(Ebrei 10:19-25)
Infatti avete
bisogno di costanza, affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate quello che
vi è stato promesso.
Perché:
«Ancora un brevissimo tempo e colui che deve venire verrà e non tarderà;
ma il mio giusto per fede vivrà; e
se si tira indietro, l'anima mia non lo gradisce».
Ora, noi non siamo
di quelli che si tirano indietro a loro perdizione, ma di quelli che hanno
fede per ottenere la vita.
(Ebrei 10:36-39)
Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così
grande schiera di testimoni,
deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo
con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù,
colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta
dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla
destra del trono di Dio.
Considerate perciò
colui che ha sopportato una simile ostilità contro la sua persona da parte
dei peccatori, affinché non vi stanchiate perdendovi d'animo.
(Ebrei 12:1-3)
***
Annientali,
Signore, confondi il loro linguaggio, poiché io vedo violenza e contesa
nella città. Giorno e notte si aggirano sulle sue mura; ingiustizia e
malvagità sono dentro di essa.
All'interno ci sono
delitti, violenza e insidie non cessano nelle sue piazze.
Davide ci offre una
descrizione simbolica dei nemici del
giusto (o del giustificato):
-
si aggirano giorno e notte sulle sue
mura della città
- la loro attività
è basata sulla malvagità, per questo nei cortili e nelle piazze della loro
città ci sono delitti, violenza, insidie e contese.
Pietro ci ricorda questa
descrizione:
Siate sobri, vegliate;
il vostro avversario, il diavolo, va
attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare.
(1 Pietro 5:8)
E Davide chiede al
Signore di agire proprio come fece verso gli uomini
violenti ed orgogliosi di Babel:
confondere il loro linguaggio.
***
Se mi avesse offeso
un nemico, l'avrei sopportato; se un avversario avesse cercato di
sopraffarmi, mi sarei nascosto da lui; ma sei stato tu, l'uomo ch'io stimavo
come mio pari, mio compagno e mio intimo amico.
Ci incontravamo con
piacere; insieme, tra la folla, andavamo alla casa di Dio.
Per Davide
l’attacco più subdolo, quello che
gli procura più sofferenza, non viene dall’esterno ma
dall’interno della sua casa (Absalom,
secondo la sentenza di Dio), ma non solo lui, anche
l'uomo che stimava come suo pari, suo
compagno e suo intimo amico, con il quale si incontrava con piacere e
andavano insieme alla casa di Dio: Aitofel.
E questo è proprio
difficile da sopportare, proprio come sarà stato difficile per
Gesù sopportare il tradimento di
Giuda:
Mentre parlava ancora, ecco arrivare
Giuda, uno dei dodici, e insieme
a lui una gran folla con spade e bastoni, da parte dei capi dei sacerdoti e
degli anziani del popolo.
Colui che lo
tradiva, aveva dato loro un segnale, dicendo: «Quello che bacerò, è lui;
prendetelo».
E in quell'istante, avvicinatosi a
Gesù, gli disse: «Ti saluto, Rabbì!» e lo baciò. Ma Gesù gli disse: «Amico,
che cosa sei venuto a fare?» Allora, avvicinatisi, gli misero le mani
addosso e lo presero.
(Matteo 26:47-50)
In quell'istante, mentre Gesù parlava
ancora, arrivò Giuda, uno dei dodici,
e insieme a lui una folla con spade e bastoni, inviata da parte dei capi dei
sacerdoti, degli scribi e degli anziani.
Colui che lo tradiva aveva dato loro
un segnale, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; pigliatelo e portatelo via
sicuramente».
Appena giunse,
subito si accostò a lui e disse: «Rabbì!» e lo baciò.
Allora quelli gli
misero le mani addosso e lo arrestarono.
(Marco 14:43-46)
Mentre parlava ancora, ecco una folla;
e colui che si chiamava Giuda, uno
dei dodici, la precedeva, e si avvicinò a Gesù per baciarlo.
Ma Gesù gli disse:
«Giuda, tradisci il Figlio dell'uomo con un bacio?»
(Luca 22:47-48)
Dette queste cose, Gesù uscì con i suoi
discepoli e andò di là dal torrente Chedron, dov'era un giardino, nel quale
entrò con i suoi discepoli.
Giuda, che lo
tradiva, conosceva anche egli quel luogo, perché Gesù si era spesso riunito
là con i suoi discepoli.
Giuda dunque, presa
la coorte e le guardie mandate dai capi dei sacerdoti e dai farisei, andò là
con lanterne, torce e armi.
Ma Gesù, ben
sapendo tutto quello che stava per accadergli, uscì e chiese loro: «Chi
cercate?» Gli risposero: «Gesù il Nazareno!»
Gesù disse loro:
«Io sono».
Giuda, che lo
tradiva, era anch'egli là con loro.
(Giovanni 18:1-5)
In questo dobbiamo
fare un netto distinguo tra il
tradimento di Giuda (premeditato e venduto al nemico) ed
il rinnegamento di Pietro e degli
altri discepoli (caduti nelle insidie del nemico per
non aver sufficientemente vegliato
in preghiera – cfr. Matteo 26:41 e altri).
Questa descrizione
simbolica ci fa comprendere quale poteva essere
lo stato d’animo di Gesù davanti a Giuda che lo tradiva…
…l'uomo
ch'io stimavo come mio pari, mio compagno e mio intimo amico.
Ci incontravamo con
piacere; insieme, tra la folla, andavamo alla casa di Dio
Possiamo però anche
riflettere sul perché uno è un
traditore, come
Aitofel, come
Giuda; questi personaggi che
si avvicinano alla Giustizia e poi si
rivelano dei traditori, vedono
nel cristianesimo (nella giustizia di Dio) una “opportunità di vivere bene”
e non l’unica possibilità di ravvedimento sincero per il proprio stato di
peccato:
Per
Aitofel era importante “restare a palazzo” piuttosto che
servire
il re stabilito da Dio, per
questo fece alleanza con il re che
sembrava più prossimo alla “gloria temporale”.
Giuda si rese conto che
la vita con Gesù non lo soddisfaceva
più in termini di guadagno, e valutò come meglio gestire
“economicamente” la situazione dimostrando così di “stimare
adeguatamente” il Signore:
Gesù dunque, sei giorni prima della
Pasqua, andò a Betania dov'era Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti.
Qui gli offrirono una cena; Marta serviva e Lazzaro era uno di quelli che
erano a tavola con lui.
Allora
Maria, presa una libbra d'olio profumato, di nardo puro, di gran valore,
unse i piedi di Gesù e glieli asciugò con i suoi capelli; e la casa fu
piena del profumo dell'olio. Ma Giuda
Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché
non si è venduto quest'olio per trecento denari e non si sono dati ai
poveri?»
Diceva così, non perché si curasse dei poveri, ma
perché era ladro, e, tenendo la
borsa, ne portava via quello che vi si metteva dentro.
Gesù dunque disse: «Lasciala stare;
ella lo ha conservato per il giorno della mia sepoltura. Poiché i poveri li
avete sempre con voi; ma me, non mi avete sempre».
(Giovanni 12:1-8)
E, secondo il
racconto dei sinottici, subito dopo
questo evento, Giuda decise di tradire Gesù:
Allora uno dei
dodici, che si chiamava Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti, e
disse loro: «Che cosa siete disposti a darmi, se io ve lo consegno?» Ed essi gli fissarono
trenta sicli d'argento. Da
quell'ora cercava il momento opportuno per consegnarlo.
(Matteo 26:14)
Ed è significativa
la fine che fece a tal proposito:
…egli
era uno di noi e aveva ricevuto la sua parte di questo ministero.
Egli dunque acquistò un campo con il
salario della sua iniquità; poi, essendosi precipitato,
gli si squarciò il ventre, e
tutte le sue interiora si sparsero.
(Atti 1:17-18)
Anche negli
insegnamenti apostolici troviamo
tali “ambizioni” che vengono definite “per
soddisfare la propria carne (il
ventre)”, e per realizzarle, queste persone
seducono con
labbra unte e
parole delicate (Vedasi in seguito
la descrizione delle armi del traditore):
Ora vi esorto, fratelli, a tener
d'occhio quelli che provocano le
divisioni e gli scandali in contrasto con l'insegnamento che avete
ricevuto. Allontanatevi da loro.
Costoro, infatti, non servono il
nostro Signore Gesù Cristo, ma il proprio ventre; e con
dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore dei semplici.
(Romani 16:17-18)
…molti
camminano da nemici della croce di Cristo (ve l'ho detto spesso e ve lo
dico anche ora piangendo), la fine
dei quali è la perdizione; il
loro dio è il ventre e la loro gloria è in ciò che torna a loro vergogna;
gente che ha l'animo alle cose della terra.
(Filippesi 3:18-19)
Spesso e volentieri
queste “ambizioni” si rivelano
nell’eterna indecisione davanti al ravvedimento ed alla conversione, si
attende di vedere cosa “conviene di
più”.
Questo
atteggiamento dovrebbe fare comprendere quanto
siamo “calcolatori” davanti alla Grazia di Dio, stiamo “valutandone
la convenienza”, mettendoci automaticamente dalla parte dei prossimi “traditori”,
persone disposte a “trattare il
prezzo con il nemico” e troveremo ampie occasioni per venderci al
migliore offerente, ma (se ragioniamo così)
siamo anche degli infami e
la nostra fine è la perdizione!
***
LA FIDUCIA DI DAVIDE NELLA VENDETTA DI
Dio
Li sorprenda la
morte!
Scendano vivi nel
soggiorno dei morti!
Poiché nelle loro
case e in cuor loro non v'è che malvagità.
La fine dell’empio, di colui che
abita con la malvagità (si
sente a suo agio nella maledizione – cfr. Proverbi 2:33),
del nemico di Dio, è improvvisa:
Poiché, quand'ho chiamato avete
rifiutato d'ascoltare, quand'ho steso la mano nessuno vi ha badato, anzi
avete respinto ogni mio consiglio e della mia correzione non ne avete voluto
sapere, anch'io riderò delle vostre
sventure, mi farò beffe quando lo
spavento vi piomberà addosso; quando lo spavento vi piomberà addosso come
una tempesta, quando la sventura v'investirà come un uragano e vi cadranno
addosso l'afflizione e l'angoscia.
Allora mi chiameranno, ma io non
risponderò; mi cercheranno con premura ma non mi troveranno. Poiché hanno
odiato la scienza, non hanno scelto il timore del SIGNORE, non hanno voluto
sapere i miei consigli e hanno disprezzato ogni mia correzione, si
pasceranno del frutto della loro condotta, e saranno saziati dei loro propri
consigli.
(Proverbi 1:24-31)
Allora camminerai sicuro per la tua via
e il tuo piede non inciamperà.
Quando ti coricherai non avrai paura;
starai a letto e il tuo sonno sarà dolce.
Non avrai da temere
lo spavento improvviso, né la rovina degli empi, quando verrà; perché il
SIGNORE sarà la tua sicurezza, e preserverà il tuo piede da ogni insidia.
(Proverbi 3:23-26)
Poiché
le labbra dell'adultera stillano miele, la sua bocca è più morbida
dell'olio; ma la fine a cui conduce è amara come l'assenzio, è affilata come
una spada a doppio taglio.
I suoi piedi
scendono alla morte, i suoi passi portano al soggiorno dei morti.
Lungi dal prendere il sentiero della
vita, le sue vie sono sbagliate, e
non sa dove va.
Or dunque, figlioli, ascoltatemi, e non
vi allontanate dalle parole della mia bocca.
(Proverbi 5:3-7)
Or dunque, figlioli, ascoltatemi, state
attenti alle parole della mia bocca.
Il tuo cuore non si
lasci trascinare nelle vie di una tale donna; non ti sviare per i suoi
sentieri; perché molti ne ha fatti cadere feriti a morte, e grande è il
numero di quelli che ha uccisi. La sua casa è la via del soggiorno dei
morti, la strada che scende in grembo alla morte.
(Proverbi 7:27)
L'empio sarà preso
nelle proprie iniquità, tenuto stretto dalle funi del suo peccato.
Egli morirà per
mancanza di correzione, andrà vacillando per la grandezza della sua follia.
(Proverbi 5:22-23)
Il simbolo di
questa
città del nemico è
Babilonia:
Le dieci corna che
hai viste e la bestia odieranno la prostituta, la spoglieranno e la
lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la consumeranno con il fuoco.
Infatti Dio ha
messo nei loro cuori di eseguire il suo disegno che è di dare, di comune
accordo, il loro regno alla bestia fino a che le parole di Dio siano
adempiute.
La donna che hai
vista è la grande città che domina sui re della terra».
(Apocalisse
17:16-18)
Perciò
in uno stesso giorno verranno i suoi flagelli: morte, lutto e fame, e
sarà consumata dal fuoco; poiché potente è Dio, il Signore che l'ha
giudicata.
(Apocalisse 18:8)
E questo “stesso
giorno” è il Giorno della
Vendetta del Signore, un giorno improvviso:
Infatti, come nei giorni prima del
diluvio si mangiava e si beveva, si prendeva moglie e s'andava a marito,
fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, e
la gente non si accorse di nulla,
finché venne il diluvio che portò via tutti quanti, così avverrà alla venuta
del Figlio dell'uomo.
Allora due saranno nel campo; l'uno
sarà preso e l'altro lasciato; due donne macineranno al mulino: l'una sarà
presa e l'altra lasciata.
Vegliate, dunque,
perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà.
Ma sappiate questo,
che se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte il ladro deve
venire, veglierebbe e non lascerebbe scassinare la sua casa.
Perciò, anche voi
siate pronti; perché, nell'ora che non pensate, il Figlio dell'uomo verrà.
(Matteo 24:38-44)
Sarà
un giorno di vendetta al quale
“coloro che sono in Cristo” (nella
Luce) saranno risparmiati:
Quanto poi ai tempi e ai momenti,
fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; perché
voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene
un ladro nella notte.
Quando diranno:
«Pace e sicurezza», allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le
doglie alla donna incinta; e non
scamperanno.
Ma voi, fratelli,
non siete nelle tenebre, così che quel
giorno abbia a sorprendervi come un ladro;
perché voi tutti siete figli di luce
e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre.
Non dormiamo dunque come gli altri, ma
vegliamo e siamo sobri; poiché quelli che dormono, dormono di notte, e
quelli che si ubriacano, lo fanno di notte.
Ma
noi, che siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza
della fede e dell'amore e preso per elmo la speranza della salvezza.
Dio infatti non ci ha destinati a
ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo,
il quale è morto per noi affinché, sia che vegliamo sia che dormiamo,
viviamo insieme con lui.
Perciò, consolatevi
a vicenda ed edificatevi gli uni gli altri, come d'altronde già fate.
(1 Tessalonicesi 5:1-11)
…i
cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola,
riservati al fuoco per il giorno del
giudizio e della perdizione degli empi.
Ma voi, carissimi,
non dimenticate quest'unica cosa:
per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un
giorno. Il Signore non ritarda
l'adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni; ma
è paziente verso di voi, non volendo
che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento.
Il giorno del
Signore verrà come un ladro: in quel giorno i cieli passeranno stridendo,
gli elementi infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che sono in
essa saranno bruciate.
Poiché dunque
tutte queste cose devono dissolversi, quali
non dovete essere voi, per santità di condotta e per pietà,
mentre attendete e affrettate la
venuta del giorno di Dio, in cui i cieli infocati si dissolveranno e gli
elementi infiammati si scioglieranno!
Ma, secondo la sua promessa,
noi aspettiamo nuovi cieli e nuova
terra, nei quali abiti la giustizia.
(2 Pietro 3:7-13)
…dobbiamo quindi prepararci di
conseguenza:
E questo dobbiamo fare, consci del
momento cruciale: è ora ormai che vi svegliate dal sonno; perché adesso la
salvezza ci è più vicina di quando credemmo.
La notte è
avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e
indossiamo le armi della luce.
Comportiamoci
onestamente, come in pieno giorno, senza gozzoviglie e ubriachezze; senza
immoralità e dissolutezza; senza contese e gelosie; ma rivestitevi del
Signore Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per soddisfarne i
desideri.
(Romani 13:11-14)
Perciò, carissimi,
aspettando queste cose, fate in modo di essere trovati da lui immacolati e
irreprensibili nella pace; e considerate che la pazienza del nostro Signore
è per la vostra salvezza…
(2 Pietro 3:14-15)
***
LA FIDUCIA DI DAVIDE NELL’INTERVENTO DI
DIO
Io invocherò Dio, e
il SIGNORE mi salverà.
La sera, la mattina
e a mezzogiorno mi lamenterò e gemerò, ed egli udrà la mia voce.
Darà pace all'anima
mia, liberandomi dai loro assalti, perché sono in molti contro di me.
Dio ascolterà e li umilierà, egli che siede da sempre sul suo trono; [Pausa]
perché essi rifiutano di cambiare, e non temono Dio.
La fede di Davide è
nel Signore, solo nel Signore,
lui
Lo invocherà ed Egli
lo salverà!
Ed è a Lui che
porterà
i suoi lamenti e i suoi gemiti, la sera, la mattina e a mezzogiorno,
e ne riceverà in cambio
la Pace dell’anima e la Liberazione
dagli assalti e vedrà (con soddisfazione)
la fine dei nemici (di coloro che
non temono Dio), di coloro che rifiutano di ritornare nella Via di Dio.
Dio è sovrano in
ogni cosa ed è onnipotente, per questo
ascolterà e li umilierà,
perché
Egli siede da sempre sul suo trono
(anche quando a noi sembra che non stia “regnando”), e la sua attesa è solo
dettata dalla sua pazienza,
non volendo che qualcuno perisca, ma
che tutti giungano al ravvedimento (cfr 2 Pietro 3:9) e la sua
condanna arriverà solo perché essi rifiutano di cambiare,
e non temono Dio.
***
LA DESCRIZIONE DELLE ARMI DEL TRADITORE
Il nemico ha steso
la mano contro chi viveva in pace con lui, ha violato il suo patto.
La sua bocca è più
untuosa del burro, ma nel cuore ha la guerra; le sue parole sono più
delicate dell'olio, ma in realtà sono spade sguainate.
Davide ci da qui la
possibilità di riflettere sulla
infedeltà nei patti del nemico di Dio.
Solo Dio è fedele,
ricordiamocelo sempre!
Satana non sa (non conosce la fedeltà),
non può (non è nelle possibilità di essere fedele) e non vuole (non ne ha la
volontà) essere fedele; per questo
egli seduce,
vende fumo, roba marcia e per
questo egli
unge la sua bocca con il burro, usa
parole delicate, ma nel suo cuore ha la guerra e le sue parole sono pronte a
colpire come spade sguainate (fuori dal fodero).
Queste
dolci parole ci ricordano:
- coloro che
camminano da nemici della croce di
Cristo:
Ora vi esorto, fratelli, a tener
d'occhio quelli che provocano le
divisioni e gli scandali in contrasto con l'insegnamento che avete
ricevuto. Allontanatevi da loro.
Costoro, infatti, non servono il
nostro Signore Gesù Cristo, ma il proprio ventre; e con
dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore dei semplici.
(Romani 16:17-18)
…molti
camminano da nemici della croce di Cristo (ve l'ho detto spesso e ve lo
dico anche ora piangendo), la fine
dei quali è la perdizione; il
loro dio è il ventre e la loro gloria è in ciò che torna a loro vergogna;
gente che ha l'animo alle cose della terra.
(Filippesi 3:18-19)
-
le labbra dell’adultera:
Poiché
le labbra dell'adultera stillano miele, la sua bocca è più morbida
dell'olio; ma la fine a cui conduce è amara come l'assenzio, è affilata come
una spada a doppio taglio.
I suoi piedi
scendono alla morte, i suoi passi portano al soggiorno dei morti.
Lungi dal prendere il sentiero della
vita, le sue vie sono sbagliate, e
non sa dove va.
Or dunque, figlioli, ascoltatemi, e non
vi allontanate dalle parole della mia bocca.
(Proverbi 5:3-7)
Facciamo tesoro di questi avvertimenti
e consideriamoli quando sentiamo “parola di pace” in bocca ai nemici del
Signore!
***
L’ASPETTO DIDATTICO
Getta sul SIGNORE
il tuo affanno, ed egli ti sosterrà; egli non permetterà mai che il giusto
vacilli.
Anche
Pietro ci insegna in tal senso:
Umiliatevi dunque sotto la potente mano
di Dio, affinché egli vi innalzi a suo tempo;
gettando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di
voi.
(1 Pietro 5:6-7)
Come fa sempre di
ogni sua esperienza, Davide ne
trae un insegnamento per il popolo, proprio come l’apostolo
Paolo:
Io ringrazio colui che mi ha reso
forte, Cristo Gesù, nostro Signore, per avermi stimato degno della sua
fiducia, ponendo al suo servizio me, che
prima ero un bestemmiatore, un
persecutore e un violento; ma misericordia mi è stata usata, perché agivo
per ignoranza nella mia incredulità; e la grazia del Signore nostro è
sovrabbondata con la fede e con l'amore che è in Cristo Gesù.
Certa è
quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è
venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo.
Ma per questo mi è
stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo dimostrasse in me, per primo,
tutta la sua pazienza, e io servissi di esempio a quanti in seguito
avrebbero creduto in lui per avere vita eterna.
(1 Timoteo 1:12-16)
***
LA FINE DEL NEMICO PER L’INTERVENTO DI
DIO
Ma tu, o Dio, farai
scendere costoro nella tomba; gli uomini sanguinari e fraudolenti non
arriveranno alla metà dei loro giorni; ma io confiderò in te.
L’empio è “un’opera senza uno scopo”, la sua fine è
nella tomba,
non giunge alla fine dei suoi giorni (arriva a metà),
è un fallimento, un PECCATO!
Aitofel
era stato chiamato per essere la voce
di Dio in favore del re eletto da Lui, con il tradimento egli non ha
portato a termine la sua vocazione,
la sua opera è rimasta incompiuta.
Giuda
era stato chiamato (al pari degli
altri dodici) per essere testimone di
Gesù Cristo in Gerusalemme, Samaria e fino alle estremità della terra,
con il tradimento egli non ha portato a termine la sua vocazione,
la sua opera è rimasta incompiuta.
Il giusto (o il
giustificato) confida in Dio e
corre con perseveranza per
giungere alla meta, alla fine della corsa,
vincendo il premio.
L’autore
della lettera agli
ebrei ci incoraggia:
Anche noi, dunque, poiché siamo
circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il
peccato che così facilmente ci avvolge, e
corriamo con perseveranza la gara che
ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la
rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la
croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.
(Ebrei
12:1-2)
Paolo è un bell’esempio
in tal senso:
Non sapete che coloro i quali corrono
nello stadio, corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio?
Correte in modo da
riportarlo.
Chiunque fa l'atleta è temperato in
ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma
noi, per una incorruttibile.
Io quindi corro
così; non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l'aria;
anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non
avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato.
(1 Corinzi 9:24-27)
Non che io abbia già ottenuto tutto
questo o sia già arrivato alla perfezione; ma
proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche
stato afferrato da Cristo Gesù.
Fratelli, io non ritengo di averlo già
afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e
protendendomi verso quelle che stanno davanti,
corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di
Dio in Cristo Gesù.
Sia questo dunque
il sentimento di quanti siamo maturi; se in qualche cosa voi pensate altrimenti, Dio vi rivelerà anche quella.
Soltanto,
dal punto a cui siamo arrivati, continuiamo a camminare per la stessa
via.
Siate miei
imitatori, fratelli, e guardate quelli che camminano secondo l'esempio che
avete in noi.
Perché molti
camminano da nemici della croce di Cristo (ve l'ho detto spesso e ve lo dico anche ora piangendo), la fine dei quali
è la perdizione; il loro dio è il
ventre e la loro gloria è in ciò che torna a loro vergogna; gente che ha
l'animo alle cose della terra.
Quanto a noi, la
nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù
Cristo, il Signore, che trasformerà il corpo della nostra umiliazione
rendendolo conforme al corpo della sua gloria, mediante il potere che egli
ha di sottomettere a sé ogni cosa.
(Filippesi 3:12-21)
E alla fine dei
suoi giorni dichiarerà:
Quanto a me, io sto per essere offerto
in libazione, e il tempo della mia partenza è giunto.
Ho combattuto il
buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede.
Ormai mi è
riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi
assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che
avranno amato la sua apparizione.
(2 Timoteo 4:6-8)
***
CONCLUSIONE
La vita cristiana è una corsa, una
corsa ad ostacoli.
Ostacoli che sono di diverse tipologie:
- ostacoli dovuti alle conseguenze del
nostro peccato (Absalom);
- ostacoli che il nemico ci mette sulla
strada (Aitofel).
Questi ostacoli dobbiamo superarli con
la fede nell’opera di Gesù Cristo che li ha già abbattuti per noi, per
diventare “perfetti” e “completi”, e dobbiamo imparare a “saltarli” con le
armi che il Signore ci da, con la nostra fede determinata ed il nostro
impegno.
In particolare, questi ostacoli messi
dal nemico sono le accuse e le persecuzioni che ogni cristiano subisce, ma
nelle quali ha anche l’occasione di conoscere sempre più completamente la
fedeltà e la Bontà di Dio nascoste nel Vangelo di Gesù Cristo che sono già
nostre e fanno parte della nostra eredità spirituale.
E’ quindi una corsa che porta alla
Gloria, al raggiungimento della perfezione che il Signore ci ha assicurato;
Egli ha già vinto per noi, ma noi siamo, ponendo la fede in Lui e nella Sua
Opera, chiamati a correre in Suo onore!