Salmo 63 - Davide nel deserto

 

   

Il riferimento al contesto:

Davide salì di là e abitò nelle fortezze di En-Ghedi.  

Quando Saul tornò dall'inseguimento dei Filistei, vennero a dirgli: «Davide è nel deserto di En-Ghedi».

Allora Saul prese tremila uomini, scelti fra tutto Israele, e andò in cerca di Davide e della sua gente fin sulle rocce delle capre selvatiche; e giunse ai recinti di pecore che erano presso la via; là vi era una caverna, nella quale Saul entrò per fare i suoi bisogni. Davide e la sua gente erano in fondo alla caverna.

La gente di Davide gli disse: «Ecco il giorno nel quale il SIGNORE ti dice: "Vedi, io ti do in mano il tuo nemico; fa' di lui quello che ti piacerà"».

Allora Davide si alzò e, senza farsi scorgere, tagliò il lembo del mantello di Saul.

Ma dopo, il cuore gli batté per aver tagliato il lembo del mantello di Saul.

Davide disse alla gente: «Mi guardi il SIGNORE dall'agire contro il mio re, che è l'unto del SIGNORE, e dal mettergli le mani addosso; poiché egli è l'unto del SIGNORE».

Con queste parole Davide frenò la sua gente e non le permise di gettarsi su Saul. Saul si alzò, uscì dalla caverna e continuò il suo cammino.

Poi anche Davide si alzò, uscì dalla caverna e gridò dietro a Saul, dicendo: «O re, mio signore!» Saul si voltò indietro e Davide s'inchinò con la faccia a terra e si prostrò.

Davide disse a Saul: «Perché dai retta alle parole della gente che dice: "Davide cerca di farti del male?" Ecco, in questo giorno tu vedi con i tuoi occhi che oggi il SIGNORE ti aveva dato nelle mie mani in quella caverna; qualcuno mi disse di ucciderti, ma io ti ho risparmiato e ho detto: Non metterò le mani addosso al mio signore, perché egli è l'unto del SIGNORE.  Ora, padre mio, guarda qui nella mia mano il lembo del tuo mantello.  Se ti ho tagliato il lembo del mantello e non ti ho ucciso, puoi da questo vedere chiaramente che non c'è nella mia condotta malvagità né ribellione e che io non ho peccato contro di te, mentre tu mi tendi insidie per togliermi la vita!

Il SIGNORE sia giudice fra me e te e il SIGNORE mi vendichi di te; ma io non ti metterò le mani addosso.  Dice il proverbio antico: "Il male viene dai malvagi!" Io quindi non ti metterò le mani addosso. Contro chi è uscito il re d'Israele? Chi vai tu perseguitando? Un cane morto, una pulce. Sia dunque arbitro il SIGNORE e giudichi fra me e te; egli veda e difenda la mia causa e mi renda giustizia, liberandomi dalle tue mani».

Quando Davide ebbe finito di dire queste parole a Saul, Saul disse: «È questa la tua voce, figlio mio, Davide?» E Saul alzò la voce e pianse.

Poi disse a Davide: «Tu sei più giusto di me, poiché tu mi hai reso bene per male, mentre io ti ho reso male per bene.

Tu hai mostrato oggi la bontà con la quale ti comporti verso di me; poiché il SIGNORE mi aveva dato nelle tue mani e tu non mi hai ucciso. Se uno incontra il suo nemico, lascia forse che se ne vada in pace? Ti renda dunque il SIGNORE il contraccambio del bene che mi hai fatto oggi! Ora, ecco, io so che tu diventerai re, e che il regno d'Israele rimarrà stabile nelle tue mani. Giurami dunque nel nome del SIGNORE che non distruggerai la mia discendenza dopo di me e che non estirperai il mio nome dalla casa di mio padre».  Davide lo giurò a Saul.

Poi Saul andò a casa sua e Davide e la sua gente risalirono al loro rifugio.

 (1 Samuele 24)

 

Gli Zifei andarono da Saul a Ghibea e gli dissero: «Davide è nascosto sulla collina di Achila di fronte al deserto!» Allora Saul si levò e scese nel deserto di Zif.

Aveva con sé tremila uomini scelti d'Israele, per cercare Davide nel deserto di Zif.

Saul si accampò sulla collina di Achila che è di fronte al deserto, presso la strada.

Davide, che stava nel deserto, avendo saputo che Saul veniva nel deserto per cercarlo, mandò degli uomini in ricognizione e seppe con certezza che Saul era giunto.

Allora Davide si levò, venne al luogo dove Saul stava accampato e notò il luogo dov'erano coricati Saul e il capo del suo esercito, Abner, figlio di Ner.

Saul stava coricato nel parco dei carri e la sua gente era accampata intorno a lui.

Davide disse ad Aimelec, l'Ittita, e ad Abisai, figlio di Seruia, fratello di Ioab: «Chi vuole scendere con me, verso Saul, nel campo?» Abisai rispose: «Scenderò io con te».

Davide e Abisai dunque andarono di notte da quella gente; Saul era coricato e dormiva nel parco dei carri, con la sua lancia conficcata in terra, dalla parte della sua testa; e Abner e la sua gente gli stavano coricati intorno.

Allora Abisai disse a Davide: «Oggi Dio ti ha messo il tuo nemico nelle mani; ora lascia, ti prego, che io lo colpisca con la lancia e lo inchiodi in terra con un solo colpo e non ci sarà bisogno di un secondo».

Ma Davide disse ad Abisai: «Non ucciderlo! Chi potrebbe mettere le mani addosso all'unto del SIGNORE senza rendersi colpevole?»

Poi Davide aggiunse: «Com'è vero che il SIGNORE vive, il SIGNORE soltanto sarà colui che lo colpirà, sia che venga il suo giorno e muoia, sia che scenda in campo di battaglia e vi perisca. Mi guardi il SIGNORE dal mettere le mani addosso all'unto del SIGNORE! Prendi ora soltanto, ti prego, la lancia che è vicino alla sua testa e la brocca dell'acqua e andiamocene».

Davide dunque prese la lancia e la brocca dell'acqua che Saul aveva vicino alla sua testa, e se ne andarono. Nessuno lo vide, nessuno se ne accorse e nessuno si svegliò; tutti dormivano, perché il SIGNORE aveva fatto cadere su di loro un sonno profondo.

Poi Davide passò dalla parte opposta e si fermò in lontananza, in vetta al monte, a grande distanza da loro; e chiamò la gente di Saul e Abner, figlio di Ner, e disse: «Non rispondi tu, Abner?» Abner rispose e disse: «Chi sei tu che chiami il re?»

Davide disse ad Abner: «Non sei tu un valoroso? Chi è pari a te in Israele? Perché dunque non hai fatto buona guardia al re, tuo signore? Infatti uno del popolo è venuto per uccidere il re, tuo signore. Ciò che hai fatto non sta bene. Com'è vero che il SIGNORE vive, meritate la morte voi che non avete fatto buona guardia al vostro re, all'unto del SIGNORE! Ora guarda dov'è la lancia del re e dov'è la brocca dell'acqua che stava vicino alla sua testa!»

Saul riconobbe la voce di Davide e disse: «È questa la tua voce, figlio mio Davide?»

Davide rispose: «È la mia voce, o re, mio signore!»

Poi aggiunse: «Perché il mio signore perseguita il suo servo? Che cosa ho fatto? Che male ho commesso? Ora dunque, si degni il re, mio signore, di ascoltare le parole del suo servo. Se è il SIGNORE colui che ti spinge contro di me, accetti egli un'oblazione!

Ma se sono gli uomini, siano maledetti davanti al SIGNORE, poiché mi hanno oggi scacciato per separarmi dall'eredità del SIGNORE, dicendomi: "Va' a servire dèi stranieri!" Non cada dunque il mio sangue in terra lontano dalla presenza del SIGNORE! Poiché il re d'Israele è uscito per andare in cerca di una pulce, come si va dietro a una pernice su per i monti».

Allora Saul disse: «Ho peccato; ritorna, figlio mio Davide; io non ti farò più alcun male, poiché oggi la mia vita è stata preziosa ai tuoi occhi; ecco, ho agito da stolto e ho commesso un grande errore».

Davide rispose: «Ecco la lancia del re; passi qua uno dei tuoi giovani a prenderla.

Il SIGNORE retribuirà ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà; poiché il SIGNORE ti aveva dato oggi nelle mie mani e io non ho voluto mettere le mani addosso all'unto del SIGNORE.  E come è stata preziosa oggi la tua vita ai miei occhi, così sarà preziosa la mia vita agli occhi del SIGNORE; egli mi libererà da ogni tribolazione».

Saul disse a Davide: «Sia tu benedetto, figlio mio Davide! Tu agirai da forte, e certamente porterai a buon fine la tua impresa».

Davide continuò per il suo cammino, e Saul tornò a casa sua.

(1 Samuele 26)

 

Tutti quelli del paese piangevano ad alta voce, mentre tutto il popolo passava. Il re attraversò il torrente Chidron. Anche tutto il popolo l'attraversò, prendendo la via del deserto. C'era anche Sadoc con tutti i leviti, i quali portavano l'arca del patto di Dio.

Mentre Abiatar saliva, essi posarono l'arca di Dio, finché tutto il popolo non ebbe finito di uscire dalla città.

Il re disse a Sadoc: «Riporta in città l'arca di Dio. Se io trovo grazia agli occhi del SIGNORE, egli mi farà tornare e mi farà vedere l'arca e la sua dimora; ma se dice: "Io non ti gradisco!", eccomi, faccia di me quello che egli vorrà». Il re disse ancora al sacerdote Sadoc: «Vedi? Torna in pace in città con tuo figlio Aimaas e con Gionatan, figlio di Abiatar; i vostri due figli con voi. Guardate, io aspetterò nelle pianure del deserto, finché mi sia recata qualche notizia da parte vostra».

(2 Samuele 15:23-28)

 

***

Il salmo:

Salmo di Davide, quand'era nel deserto di Giuda.

O Dio, tu sei il mio Dio, io ti cerco dall'alba; di te è assetata l'anima mia, a te anela il mio corpo languente in arida terra, senz'acqua.

Così ti ho contemplato nel santuario, per veder la tua forza e la tua gloria.

Poiché la tua bontà vale più della vita, le mie labbra ti loderanno.

Così ti benedirò finché io viva, e alzerò le mani invocando il tuo nome.

L'anima mia sarà saziata come di midollo e di grasso, e la mia bocca ti loderà con labbra gioiose.

Di te mi ricordo nel mio letto, a te penso nelle veglie notturne.

Poiché tu sei stato il mio aiuto, io esulto all'ombra delle tue ali.

L'anima mia si lega a te per seguirti; la tua destra mi sostiene.

Ma quanti cercano la rovina dell'anima mia, sprofonderanno nelle parti più basse della terra. Saranno dati in balìa della spada, saranno preda di sciacalli.

Ma il re si rallegrerà in Dio; chiunque giura per lui si glorierà, perché ai bugiardi verrà chiusa la bocca.

(Salmo 63)

 

***

Salmo di Davide, quand'era nel deserto di Giuda.

 

Questo salmo di Davide si riferisce probabilmente ad un periodo in cui Davide, ormai re, è lontano dall’arca e dal santuario e quindi dal “luogo del’adorazione” (cfr 2 Samuele 15:25) ma fonda le sue radici nell’esperienza maturata nel deserto all’interno della spelonca (all’ombra delle ali di Dio).

L’espressa citazione dell’attraversamento del torrente Chidron (2 Samuele 15:23) e la sosta sul pendio di fronte a Gerusalemme, ci proietta nel giardino del Getsemani, dove Gesù (come Davide) rinunciò volontariamente alla propria regalità per sottoporsi all’esame di Dio (2 Samuele 15:25-26).

Ma Davide, in questo suo stare lontano dalla presenza di Dio, ha un profondo desiderio di Dio,ne ha sete,anela a Lui,e riesce comunque a trovare luogo all’adorazione anche fuori dal suo contesto abituale (e questo è veramente un miracolo di fede per l’azione della Spirito Santo per un uomo dei suoi tempi),egli è in terra arida,nel deserto,ma entra ugualmente nel santuario di Dio dove vede la Sua Forza e la Sua Gloria e Lo loda con le sue labbra.

Da questa lode ne esce una adorazione fondata:

 

- sulla consapevolezza della Fedeltà di Dio, alla quale lui ha scelto di legarsi per sempre (come la sposa al marito), anticipando così la visione profetica dell’unione di Cristo con la Chiesa.

 

- sulla consapevolezza della Giustizia di Dio, che Giudicherà con Giustizia retribuendo ciascuno secondo le proprie opere.

 

Possiamo dividere questo salmo in quattro sezioni:

 

  - LA SETE DELL’ANIMA DEL GIUSTO

 

  - L’APPAGAMENTO DEL GIUSTO ALLA PRESENZA DI DIO

 

  - IL RICORDO DELLA FEDELTA’ E DELLA BONTA’ DI DIO

 

  - L’APPAGAMENTO DEL GIUSTO NELLE PROMESSE DI DIO

 

***

- LA SETE DELL’ANIMA DEL GIUSTO

 

O Dio, tu sei il mio Dio, io ti cerco dall'alba; di te è assetata l'anima mia, a te anela il mio corpo languente in arida terra, senz'acqua.

L’esperienza fisica della sete provata nel deserto, spinge Davide a considerare la sete che la sua anima ha di Dio,a volte passiamo delle esperienza terrene, spesso spiacevoli (problematiche di salute, difficoltà economiche, difficoltà nei rapporti interpersonali…) che  dovrebbero portarci a considerare il nostro stato spirituale, il nostro rapporto con Dio.

 

Paolo, per esempio, avendo subito diversi naufragi (cfr 2 Corinzi 11:25),parlò del naufragio della fede di alcuni (cfr 1 Timoteo 1:19).

 

Innanzi tutto Davide parte da una precisa considerazione:

…O Dio, tu sei il mio Dio

 

Un conto è riconoscere Dio come Dio universale:

la rivelazione generale del creato parla proprio di questo (cfr Romani 1:18:21)

 

tutto il creato ed il firmamento celeste annunciano questo (cfr Salmo 19:1)

 

Giovanni parla di questa “universale” rivelazione di Cristo:

La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo. 

Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha conosciuto. 

È venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto… (Giovanni 1:9-11)

 

…altra cosa è riconoscere Dio come Dio personale:

Sempre Giovanni ci parla di questa “personale” rivelazione di Cristo:

…a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio.

E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre. (Giovanni 1:12-14)

 

Tommaso credeva sicuramente nel Signore,ma davanti alla rivelazione di Gesù Cristo risorto esclamò: Signor mio e Dio mio! (Giovanni 20:28)

 

Paolo, parlando della manifestazione della bontà di Dio nella Chiesa di Roma, di Filippi e nel fratello Filemone, mostra la sua personale posizione davanti al Signore:

Prima di tutto rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo riguardo a tutti voi… (Romani 1:8)

 

Io ringrazio il mio Dio di tutto il ricordo che ho di voi… (Filippesi 1:3)

 

Il mio Dio provvederà a ogni vostro bisogno, secondo la sua gloriosa ricchezza, in Cristo Gesù… (Filippesi 4:19)

 

Io ringrazio continuamente il mio Dio, ricordandomi di te nelle mie preghiere… (Filemone 4)

 

 

… io ti cerco dall'alba…

La ricerca della comunione con Dio è prioritaria (in modo spontaneo, non premeditato) su tutto il resto, è la prima cosa da fare per Davide, è cosa urgente!

Non aspetta di aver fatto prima tutti i suoi affari e poi, se ho tempo al tramonto, o di notte, se non sono troppo stanco

L’Eterno ha voluto insegnare questo concetto di priorità (che tra l’altro accresce la fede) dando al popolo la festa delle primizie:

Osserverai la festa della Mietitura, con le primizie del tuo lavoro, con quello che avrai seminato nei campi e la festa della Raccolta, alla fine dell'anno, quando avrai raccolto dai campi i frutti del tuo lavoro. 

Tre volte all'anno tutti gli uomini si presenteranno davanti al Signore vostro DIO.

Non mi offrirai il sangue della vittima insieme con pane lievitato; il grasso dei sacrifici della mia festa non sarà conservato durante la notte fino al mattino.

Porterai alla casa del SIGNORE Dio tuo il meglio delle primizie della terra.

Non farai cuocere il capretto nel latte di sua madre. (Esodo 23:14-19)

 

Porterai alla casa del SIGNORE, il tuo Dio, le primizie dei primi frutti della tua terra. (Esodo 34:26)

 

Delle primizie della vostra pasta metterete da parte una focaccia come offerta; la metterete da parte, come si mette da parte l'offerta dell'aia. 

Delle primizie della vostra pasta darete al SIGNORE una parte come offerta.

Lo farete di generazione in generazione. (Numeri 15:20-21)

 

E la saggezza si manifesta proprio così:

Onora il SIGNORE con i tuoi beni e con le primizie di ogni tua rendita; i tuoi granai saranno ricolmi d'abbondanza e i tuoi tini traboccheranno di mosto. (Proverbi 3:9-10)

 

Il Signore rimproverò il popolo, proprio perché invece di darGli il meglio,gli offriva gli scarti,e per la sua impenitenza in questo atto di disonore non godette delle benedizioni promesse:

Quando offrite in sacrificio una bestia cieca, non è forse male?

Quando ne offrite una zoppa o malata, non è forse male?

Presentala dunque al tuo governatore!

Te ne sarà egli grato? Ti accoglierà forse con favore?»,

dice il SIGNORE degli eserciti. (Malachia 1:8)

 

…di te è assetata l'anima mia…

Dobbiamo considerare che Davide si trova in un deserto e sa molto bene cosa sia la sete, ma egli vede questo bisogno vitale in chiave spirituale:

come il suo cervello avverte il bisogno di acqua, e muore se non la trova…

…così la sua anima patisce, e muore senza la presenza di Dio!

 

Solo l’anima (la psiche) di chi è in coma, non si rende conto della sete, solo chi è tramortito dal peccato non soffre la sete, e segue, come un moribondo insensibile l’andazzo di questo mondo.

Paolo parla di questa situazione ai fratelli di Efeso:

Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli.

Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d'ira, come gli altri.

Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (Efesini 2:1-5)

 

La sete che abbiamo di Dio è la cartina torna-sole del nostro stato spirituale, una anima vivificata ha sete, una anima malata o in stato di incoscienza non soffre alcuna sete.

 

 …a te anela il mio corpo languente in arida terra, senz'acqua.

 

Se la sete di Dio è il bisogno dell’anima, il corpo langue per l’arsura insoddisfatta.

Il deperimento di un corpo senza acqua è certo, non è una probabilità!

 

***

- L’APPAGAMENTO DEL GIUSTO ALLA PRESENZA DI DIO

 

Così ti ho contemplato nel santuario, per veder la tua forza e la tua gloria.

Poiché la tua bontà vale più della vita, le mie labbra ti loderanno.

Così ti benedirò finché io viva, e alzerò le mani invocando il tuo nome.

L'anima mia sarà saziata come di midollo e di grasso, e la mia bocca ti loderà con labbra gioiose.

 

…ti ho contemplato nel santuario…

 

Davide dimostra qui (per l’azione dello Spirito Santo) di saper andare oltre il visibile, anticipa quanto insegnerà Gesù stesso e poi gli apostoli (per mezzo dello Spirito Santo):

La donna gli disse: «Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato su questo monte, ma voi dite che a Gerusalemme è il luogo dove bisogna adorare».

Gesù le disse: «Donna, credimi; l'ora viene che né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. Dio è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità». (Giovanni 4:19-24)

 

L'Altissimo però non abita in edifici fatti da mano d'uomo, come dice il profeta: "Il cielo è il mio trono, e la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi costruirete, dice il Signore, o quale sarà il luogo del mio riposo? Non ha la mia mano creato tutte queste cose?" (Atti 7:48-50)

 

venuto Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d'uomo, cioè, non di questa creazione, è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue.

Così ci ha acquistato una redenzione eterna

…Infatti Cristo non è entrato in un luogo santissimo fatto da mano d'uomo, figura del vero; ma nel cielo stesso, per comparire ora alla presenza di Dio per noi; non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote, che entra ogni anno nel luogo santissimo con sangue non suo. (tratto da Ebrei 9:11-24)

 

Voi non vi siete avvicinati al monte che si poteva toccare con mano, e che era avvolto nel fuoco, né all'oscurità, né alle tenebre, né alla tempesta, né allo squillo di tromba, né al suono di parole, tale che quanti l'udirono supplicarono che più non fosse loro rivolta altra parola; perché non potevano sopportare quest'ordine: «Se anche una bestia tocca il monte sia lapidata».

Tanto spaventevole era lo spettacolo, che Mosè disse: «Sono spaventato e tremo».

Voi vi siete invece avvicinati al monte Sion, alla città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste, alla festante riunione delle miriadi angeliche, all'assemblea dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli spiriti dei giusti resi perfetti… (Ebrei 12:18-23)

 

…per veder la tua forza e la tua gloria.

In questo Santuario, non fatto da mano d’uomo, non disponibile nel deserto, Davide ha visto la Forza e la Gloria di Dio, una Forza Invisibile all’occhio umano ed una Gloria che l’occhio umano non può vedere, ma che soddisfano completamente la sete dell’anima!

 

…Poiché la tua bontà vale più della vita, le mie labbra ti loderanno.

Così ti benedirò finché io viva, e alzerò le mani invocando il tuo nome.

L'anima mia sarà saziata come di midollo e di grasso e la mia bocca ti loderà con labbra gioiose.

 

La presenza di Dio, il lodarLo in questo Santuario invisibile, porta Davide a godere di una sazietà spirituale particolare, come di midollo e di grasso, ritrova vitalità, ritrova energia, l’energia che danno cibi altamente nutrienti e calorici!

La sua bocca, sazia e pienamente soddisfatta, loderà con labbra gioiose.

Il Signore ha preparato per noi cibi succulenti, mica la pasta in bianco, Egli da Buon Padre, vuole vedere i propri figli mangiare con appetito e saziarsi, è la Sua Gioia:

 

Isaia descrive così la Grazia di Dio su tutti i popoli:

Il SIGNORE degli eserciti preparerà per tutti i popoli su questo monte un convito di cibi succulenti, un convito di vini vecchi, di cibi pieni di midollo, di vini vecchi raffinati. (Isaia 25:6)

 

Ed esortava così coloro che cercavano soddisfazione lontano da Lui:

Perché spendete denaro per ciò che non è pane e il frutto delle vostre fatiche per ciò che non sazia?

Ascoltatemi attentamente e mangerete ciò che è buono,

gusterete cibi succulenti! (Isaia 55:2)

 

Davide celebrerà la Bontà del Sommo Pastore:

Per me tu imbandisci la tavola, sotto gli occhi dei miei nemici (Salmo 23:5)

 

***

- IL RICORDO DELLA FEDELTA’ E DELLA BONTA’ DI DIO

 

Di te mi ricordo nel mio letto, a te penso nelle veglie notturne.

Poiché tu sei stato il mio aiuto…

 

Ricordarsi della bontà di Dio accresce la fede del giusto, per questo Davide parla delle importanza di ricordarsi delle benedizioni ricevute:

Benedici, anima mia, il SIGNORE; e tutto quello ch'è in me, benedica il suo santo nome.

Benedici, anima mia, il SIGNORE e non dimenticare nessuno dei suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe, risana tutte le tue infermità; salva la tua vita dalla fossa, ti corona di bontà e compassioni; egli sazia di beni la tua esistenza e ti fa ringiovanire come l'aquila.

Il SIGNORE agisce con giustizia e difende tutti gli oppressi.

Egli fece conoscere le sue vie a Mosè e le sue opere ai figli d'Israele.

Il SIGNORE è pietoso e clemente, lento all'ira e ricco di bontà.

Egli non contesta in eterno, né serba la sua ira per sempre.

Egli non ci tratta secondo i nostri peccati, e non ci castiga in proporzione alle nostre colpe.

Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così è grande la sua bontà verso quelli che lo temono.

Come è lontano l'oriente dall'occidente, così ha egli allontanato da noi le nostre colpe.

Come un padre è pietoso verso i suoi figli, così è pietoso il SIGNORE verso quelli che lo temono.

Poiché egli conosce la nostra natura; egli si ricorda che siamo polvere.

I giorni dell'uomo sono come l'erba; egli fiorisce come il fiore dei campi; se lo raggiunge un colpo di vento esso non esiste più e non si riconosce più il luogo dov'era.

Ma la bontà del SIGNORE è senza fine per quelli che lo temono, e la sua misericordia per i figli dei loro figli, per quelli che custodiscono il suo patto e si ricordano di mettere in pratica i suoi comandamenti.

Il SIGNORE ha stabilito il suo trono nei cieli, e il suo dominio si estende su tutto.

Benedite il SIGNORE, voi suoi angeli, potenti e forti, che fate ciò ch'egli dice, ubbidienti alla voce della sua parola!

Benedite il SIGNORE, voi tutti gli eserciti suoi, che siete suoi ministri, e fate ciò che egli gradisce!
Benedite il SIGNORE, voi tutte le opere sue, in tutti i luoghi del suo dominio!

Anima mia, benedici il SIGNORE!

(Salmo 103)

 

Noi dobbiamo ricordarci costantemente delle benedizioni spirituali custodite nei cieli per noi in Cristo,di ogni benedizione spirituale di cui siamo oggetto:

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo.

In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui, avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà, a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio.

In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia, che egli ha riversata abbondantemente su di noi dandoci ogni sorta di sapienza e d'intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno benevolo che aveva prestabilito dentro di sé, per realizzarlo quando i tempi fossero compiuti. Esso consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra.

In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà, per essere a lode della sua gloria; noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo.

In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria.

(Efesini 1:3-14)

 

Queste benedizioni, che sono l’intervento di aiuto di Dio nei nostri confronti devono essere il costante ricordo nei nostri letti, il pensiero delle nostre veglie notturne!

 

***

- L’APPAGAMENTO DEL GIUSTO NELLE PROMESSE DI DIO

 

… io esulto all'ombra delle tue ali.

L'anima mia si lega a te per seguirti; la tua destra mi sostiene.

Ma quanti cercano la rovina dell'anima mia, sprofonderanno nelle parti più basse della terra.
Saranno dati in balìa della spada, saranno preda di sciacalli.

Ma il re si rallegrerà in Dio; chiunque giura per lui si glorierà, perché ai bugiardi verrà chiusa la bocca.

 

E questa meditazione continua, questo ricordo costante, ci porta ad una sazietà spirituale, ad uno stato di appagamento tale da esultare, anche se siamo fisicamente in uno stato di difficoltà, come il deserto nel quale si trovava Davide, per essere pienamente provato e formato da Dio, all’ombra delle Sue ali.

Questa esperienza è quella della quale parla Pietro nella sua lettera:

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile.

Essa è conservata in cielo per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la salvezza che sta per essere rivelata negli ultimi tempi.

Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell'oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo. (1 Pietro 1:3-7)

 

Questo ci porterà a legarci per sempre al Signore, proprio come una sposa con il suo Sposo,ad appoggiarci alla Sua destra, come una sposa che confida pienamente nel suo Sposo,questo è il destino di colui che cammina con il Signore!

 

Ben diverso è il destino di coloro che, lontano dal Signore, si alleano con il nemico e collabora con lui nel cercare la rovina del giusto, avranno la sorte descritta da Giovanni:

 

- sprofonderanno nelle parti più basse della terra

Poi vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra.

La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro.

E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono.

I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere.

Il mare restituì i morti che erano in esso; la morte e l'Ades restituirono i loro morti; ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere.

Poi la morte e l'Ades furono gettati nello stagno di fuoco.

Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco.

E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco.

(Apocalisse 20:11-15)

 

- saranno dati in balìa della spada e saranno preda degli sciacalli

Poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco.

Colui che lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero; perché giudica e combatte con giustizia.

I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano molti diademi e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorché lui.

Era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola di Dio.

Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino bianco e puro.

Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazioni; ed egli le governerà con una verga di ferro, e pigerà il tino del vino dell'ira ardente del Dio onnipotente.

E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: RE DEI RE E SIGNORE DEI SIGNORI.

Poi vidi un angelo che stava in piedi nel sole.

Egli gridò a gran voce a tutti gli uccelli che volano in mezzo al cielo: «Venite! adunatevi per il gran banchetto di Dio; per mangiare carne di re, di capitani, di prodi, di cavalli e di cavalieri, di uomini d'ogni sorta, liberi e schiavi, piccoli e grandi».

E vidi la bestia e i re della terra e i loro eserciti radunati per far guerra a colui che era sul cavallo e al suo esercito.

Ma la bestia fu presa, e con lei fu preso il falso profeta che aveva fatto prodigi davanti a lei, con i quali aveva sedotto quelli che avevano preso il marchio della bestia e quelli che adoravano la sua immagine.

Tutti e due furono gettati vivi nello stagno ardente di fuoco e di zolfo.

Il rimanente fu ucciso con la spada che usciva dalla bocca di colui che era sul cavallo, e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.

(Apocalisse 19:11-21)

 

… Ma il re si rallegrerà in Dio; chiunque giura per lui si glorierà, perché ai bugiardi verrà chiusa la bocca.

 

Davide, che si identifica con il re, si rallegra in Dio, per il suo destino di gloria, e per il ristabilimento della Giustizia, perché ai bugiardi verrà chiusa la bocca.

 

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CONCLUSIONE

 Il giusto soffre lontano da Dio, patisce la sete, la sua anima soffre, egli ricerca la presenza di Dio dall’alba, trova appagamento nel Suo santuario, quando è finalmente alla Sua presenza, dove può esprimere la sua lode e trovare pieno godimento per tutto il suo corpo.

La lode del giusto è la dimostrazione che Dio è all’opera, perché è il risultato del ricordo delle bontà, delle benedizioni ricevute, del Suo aiuto, del pieno appagamento dell’anima, un ricordo ed una speranza che porta all’esultanza.

Una speranza di vedere compiuta la Giustizia per i giusti (giustificati in virtù della Potenza di Dio manifestata nel Vangelo – cfr Romani 1:16-17) e per gli ingiusti (coloro che rifiutano il Vangelo di Dio e calpestano il Figlio di Dio e considerano profano il sangue del Patto – cfr Ebrei 10:29-30)!

 Gianni Marinuzzi