Salmo 63 - Davide nel deserto
Il riferimento al contesto:
Davide salì di là e abitò nelle fortezze di En-Ghedi.
Quando Saul tornò dall'inseguimento dei Filistei, vennero a dirgli: «Davide
è nel deserto di En-Ghedi».
Allora Saul prese tremila uomini, scelti fra tutto Israele, e andò in cerca
di Davide e della sua gente fin sulle rocce delle capre selvatiche; e giunse
ai recinti di pecore che erano presso la via; là vi era una caverna, nella
quale Saul entrò per fare i suoi bisogni. Davide e la sua gente erano in
fondo alla caverna.
La gente di Davide gli disse: «Ecco il giorno nel quale il SIGNORE ti dice:
"Vedi, io ti do in mano il tuo nemico; fa' di lui quello che ti piacerà"».
Allora Davide si alzò e, senza farsi scorgere, tagliò il lembo del mantello
di Saul.
Ma dopo, il cuore gli batté per aver tagliato il lembo del mantello di Saul.
Davide disse alla gente: «Mi guardi il SIGNORE dall'agire contro il mio re,
che è l'unto del SIGNORE, e dal mettergli le mani addosso; poiché egli è
l'unto del SIGNORE».
Con queste parole Davide frenò la sua gente e non le permise di gettarsi su
Saul. Saul si alzò, uscì dalla caverna e continuò il suo cammino.
Poi anche Davide si alzò, uscì dalla caverna e gridò dietro a Saul, dicendo:
«O re, mio signore!» Saul si voltò indietro e Davide s'inchinò con la faccia
a terra e si prostrò.
Davide disse a Saul: «Perché dai retta alle parole della gente che dice:
"Davide cerca di farti del male?" Ecco, in questo giorno tu vedi con i tuoi
occhi che oggi il SIGNORE ti aveva dato nelle mie mani in quella caverna;
qualcuno mi disse di ucciderti, ma io ti ho risparmiato e ho detto: Non
metterò le mani addosso al mio signore, perché egli è l'unto del SIGNORE.
Ora, padre mio, guarda qui nella mia
mano il lembo del tuo mantello. Se
ti ho tagliato il lembo del mantello e non ti ho ucciso, puoi da questo
vedere chiaramente che non c'è nella mia condotta malvagità né ribellione e
che io non ho peccato contro di te, mentre tu mi tendi insidie per togliermi
la vita!
Il SIGNORE sia giudice fra me e te e il SIGNORE mi vendichi di te; ma io non
ti metterò le mani addosso. Dice il
proverbio antico: "Il male viene dai malvagi!" Io quindi non ti metterò le
mani addosso. Contro chi è uscito il re d'Israele? Chi vai tu perseguitando?
Un cane morto, una pulce. Sia dunque arbitro il SIGNORE e giudichi fra me e
te; egli veda e difenda la mia causa e mi renda giustizia, liberandomi dalle
tue mani».
Quando Davide ebbe finito di dire queste parole a Saul, Saul disse: «È
questa la tua voce, figlio mio, Davide?» E Saul alzò la voce e pianse.
Poi disse a Davide: «Tu sei più giusto di me, poiché tu mi hai reso bene per
male, mentre io ti ho reso male per bene.
Tu hai mostrato oggi la bontà con la quale ti comporti verso di me; poiché
il SIGNORE mi aveva dato nelle tue mani e tu non mi hai ucciso. Se uno
incontra il suo nemico, lascia forse che se ne vada in pace? Ti renda dunque
il SIGNORE il contraccambio del bene che mi hai fatto oggi! Ora, ecco, io so
che tu diventerai re, e che il regno d'Israele rimarrà stabile nelle tue
mani. Giurami dunque nel nome del SIGNORE che non distruggerai la mia
discendenza dopo di me e che non estirperai il mio nome dalla casa di mio
padre». Davide lo giurò a Saul.
Poi Saul andò a casa sua e Davide e la sua gente risalirono al loro rifugio.
(1 Samuele 24)
Gli Zifei andarono da Saul a Ghibea e gli dissero: «Davide è nascosto sulla
collina di Achila di fronte al deserto!» Allora Saul si levò e scese nel
deserto di Zif.
Aveva con sé tremila uomini scelti d'Israele, per cercare Davide nel deserto
di Zif.
Saul si accampò sulla collina di Achila che è di fronte al deserto, presso
la strada.
Davide, che stava nel deserto, avendo saputo che Saul veniva nel deserto per
cercarlo, mandò degli uomini in ricognizione e seppe con certezza che Saul
era giunto.
Allora Davide si levò, venne al luogo dove Saul stava accampato e notò il
luogo dov'erano coricati Saul e il capo del suo esercito, Abner, figlio di
Ner.
Saul stava coricato nel parco dei carri e la sua gente era accampata intorno
a lui.
Davide disse ad Aimelec, l'Ittita, e ad Abisai, figlio di Seruia, fratello
di Ioab: «Chi vuole scendere con me, verso Saul, nel campo?» Abisai rispose:
«Scenderò io con te».
Davide e Abisai dunque andarono di notte da quella gente; Saul era coricato
e dormiva nel parco dei carri, con la sua lancia conficcata in terra, dalla
parte della sua testa; e Abner e la sua gente gli stavano coricati intorno.
Allora Abisai disse a Davide: «Oggi Dio ti ha messo il tuo nemico nelle
mani; ora lascia, ti prego, che io lo colpisca con la lancia e lo inchiodi
in terra con un solo colpo e non ci sarà bisogno di un secondo».
Ma Davide disse ad Abisai: «Non ucciderlo! Chi potrebbe mettere le mani
addosso all'unto del SIGNORE senza rendersi colpevole?»
Poi Davide aggiunse: «Com'è vero che il SIGNORE vive, il SIGNORE soltanto
sarà colui che lo colpirà, sia che venga il suo giorno e muoia, sia che
scenda in campo di battaglia e vi perisca. Mi guardi il SIGNORE dal mettere
le mani addosso all'unto del SIGNORE! Prendi ora soltanto, ti prego, la
lancia che è vicino alla sua testa e la brocca dell'acqua e andiamocene».
Davide dunque prese la lancia e la brocca dell'acqua che Saul aveva vicino
alla sua testa, e se ne andarono. Nessuno lo vide, nessuno se ne accorse e
nessuno si svegliò; tutti dormivano, perché il SIGNORE aveva fatto cadere su
di loro un sonno profondo.
Poi Davide passò dalla parte opposta e si fermò in lontananza, in vetta al
monte, a grande distanza da loro; e chiamò la gente di Saul e Abner, figlio
di Ner, e disse: «Non rispondi tu, Abner?» Abner rispose e disse: «Chi sei
tu che chiami il re?»
Davide disse ad Abner: «Non sei tu un valoroso? Chi è pari a te in Israele?
Perché dunque non hai fatto buona guardia al re, tuo signore? Infatti uno
del popolo è venuto per uccidere il re, tuo signore. Ciò che hai fatto non
sta bene. Com'è vero che il SIGNORE vive, meritate la morte voi che non
avete fatto buona guardia al vostro re, all'unto del SIGNORE! Ora guarda
dov'è la lancia del re e dov'è la brocca dell'acqua che stava vicino alla
sua testa!»
Saul riconobbe la voce di Davide e disse: «È questa la tua voce, figlio mio
Davide?»
Davide rispose: «È la mia voce, o re, mio signore!»
Poi aggiunse: «Perché il mio signore perseguita il suo servo? Che cosa ho
fatto? Che male ho commesso? Ora dunque, si degni il re, mio signore, di
ascoltare le parole del suo servo. Se è il SIGNORE colui che ti spinge
contro di me, accetti egli un'oblazione!
Ma se sono gli uomini, siano maledetti davanti al SIGNORE, poiché mi hanno
oggi scacciato per separarmi dall'eredità del SIGNORE, dicendomi: "Va' a
servire dèi stranieri!" Non cada dunque il mio sangue in terra lontano dalla
presenza del SIGNORE! Poiché il re d'Israele è uscito per andare in cerca di
una pulce, come si va dietro a una pernice su per i monti».
Allora Saul disse: «Ho peccato; ritorna, figlio mio Davide; io non ti farò
più alcun male, poiché oggi la mia vita è stata preziosa ai tuoi occhi;
ecco, ho agito da stolto e ho commesso un grande errore».
Davide rispose: «Ecco la lancia del re; passi qua uno dei tuoi giovani a
prenderla.
Il SIGNORE retribuirà ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà;
poiché il SIGNORE ti aveva dato oggi nelle mie mani e io non ho voluto
mettere le mani addosso all'unto del SIGNORE.
E come è stata preziosa oggi la tua
vita ai miei occhi, così sarà preziosa la mia vita agli occhi del SIGNORE;
egli mi libererà da ogni tribolazione».
Saul disse a Davide: «Sia tu benedetto, figlio mio Davide! Tu agirai da
forte, e certamente porterai a buon fine la tua impresa».
Davide continuò per il suo cammino, e Saul tornò a casa sua.
(1 Samuele 26)
Tutti quelli del paese piangevano ad alta voce, mentre tutto il popolo
passava. Il re attraversò il torrente Chidron. Anche tutto il popolo
l'attraversò, prendendo la via del deserto. C'era anche Sadoc con tutti i
leviti, i quali portavano l'arca del patto di Dio.
Mentre Abiatar saliva, essi posarono l'arca di Dio, finché tutto il popolo
non ebbe finito di uscire dalla città.
Il re disse a Sadoc: «Riporta in città l'arca di Dio. Se io trovo grazia
agli occhi del SIGNORE, egli mi farà tornare e mi farà vedere l'arca e la
sua dimora; ma se dice: "Io non ti gradisco!", eccomi, faccia di me quello
che egli vorrà». Il re disse ancora al sacerdote Sadoc: «Vedi? Torna in pace
in città con tuo figlio Aimaas e con Gionatan, figlio di Abiatar; i vostri
due figli con voi. Guardate, io aspetterò nelle pianure del deserto, finché
mi sia recata qualche notizia da parte vostra».
(2 Samuele 15:23-28)
***
Il salmo:
Salmo di Davide, quand'era nel deserto di Giuda.
O Dio, tu sei il mio Dio, io ti cerco dall'alba; di te è assetata l'anima
mia, a te anela il mio corpo languente in arida terra, senz'acqua.
Così ti ho contemplato nel santuario, per veder la tua forza e la tua
gloria.
Poiché la tua bontà vale più della vita, le mie labbra ti loderanno.
Così ti benedirò finché io viva, e alzerò le mani invocando il tuo nome.
L'anima mia sarà saziata come di midollo e di grasso, e la mia bocca ti
loderà con labbra gioiose.
Di te mi ricordo nel mio letto, a te penso nelle veglie notturne.
Poiché tu sei stato il mio aiuto, io esulto all'ombra delle tue ali.
L'anima mia si lega a te per seguirti; la tua destra mi sostiene.
Ma quanti cercano la rovina dell'anima mia, sprofonderanno nelle parti più
basse della terra. Saranno dati in balìa della spada, saranno preda di
sciacalli.
Ma il re si rallegrerà in Dio; chiunque giura per lui si glorierà, perché ai
bugiardi verrà chiusa la bocca.
(Salmo 63)
***
Salmo di Davide, quand'era nel deserto di Giuda.
Questo salmo di Davide si riferisce probabilmente ad un periodo in cui
Davide, ormai re, è lontano dall’arca e dal santuario e quindi dal “luogo
del’adorazione” (cfr 2 Samuele 15:25) ma fonda le sue radici
nell’esperienza maturata nel deserto all’interno della spelonca (all’ombra
delle ali di Dio).
L’espressa citazione
dell’attraversamento del torrente
Chidron (2 Samuele 15:23) e la sosta sul pendio di fronte a
Gerusalemme, ci proietta nel
giardino del Getsemani, dove
Gesù (come Davide) rinunciò volontariamente alla propria regalità per
sottoporsi all’esame di Dio (2 Samuele 15:25-26).
Ma Davide, in questo suo stare
lontano dalla presenza di Dio, ha un profondo desiderio di Dio,ne
ha sete,anela
a Lui,e riesce comunque a trovare luogo all’adorazione anche fuori dal suo
contesto abituale (e questo è
veramente un miracolo di fede per l’azione della Spirito Santo per un uomo
dei suoi tempi),egli è
in terra arida,nel deserto,ma
entra ugualmente
nel santuario di Dio dove
vede la Sua Forza e la Sua Gloria
e
Lo loda con le sue labbra.
Da questa lode ne esce una adorazione fondata:
- sulla
consapevolezza della Fedeltà di Dio,
alla quale lui ha scelto di
legarsi per sempre (come la
sposa al marito), anticipando così la visione profetica
dell’unione di Cristo con la Chiesa.
- sulla
consapevolezza della Giustizia di Dio,
che Giudicherà con Giustizia
retribuendo ciascuno secondo le proprie opere.
Possiamo dividere questo salmo in quattro sezioni:
- LA SETE DELL’ANIMA DEL GIUSTO
- L’APPAGAMENTO DEL GIUSTO ALLA
PRESENZA DI DIO
- IL RICORDO DELLA FEDELTA’ E
DELLA BONTA’ DI DIO
- L’APPAGAMENTO DEL GIUSTO
NELLE PROMESSE DI DIO
***
- LA SETE DELL’ANIMA DEL GIUSTO
O Dio, tu sei il mio Dio, io ti cerco dall'alba; di te è assetata l'anima
mia, a te anela il mio corpo languente in arida terra, senz'acqua.
L’esperienza fisica della sete
provata nel deserto, spinge Davide a considerare
la sete che la sua anima ha di Dio,a
volte passiamo delle
esperienza terrene, spesso
spiacevoli (problematiche di salute, difficoltà economiche, difficoltà nei
rapporti interpersonali…) che
dovrebbero portarci a considerare il
nostro stato spirituale, il nostro rapporto con Dio.
Paolo, per esempio, avendo subito diversi
naufragi (cfr 2 Corinzi
11:25),parlò del
naufragio della fede
di alcuni (cfr 1 Timoteo
1:19).
Innanzi tutto Davide parte da una precisa considerazione:
…O Dio, tu sei il mio Dio
Un conto è riconoscere
Dio come
Dio universale:
…la
rivelazione generale
del creato parla proprio di questo (cfr Romani 1:18:21)
…tutto il creato ed
il firmamento celeste annunciano
questo (cfr Salmo 19:1)
Giovanni parla di questa “universale” rivelazione di Cristo:
La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo.
Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
ma il mondo non l'ha conosciuto.
È venuto in casa sua
e i suoi non l'hanno ricevuto…
(Giovanni 1:9-11)
…altra cosa è riconoscere
Dio come
Dio personale:
Sempre Giovanni ci parla di questa “personale” rivelazione di Cristo:
…a tutti quelli che l'hanno ricevuto
egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono
nel suo nome, i quali non sono
nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati
da Dio.
E la Parola è diventata carne e ha
abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo
contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.
(Giovanni 1:12-14)
Tommaso
credeva sicuramente nel Signore,ma
davanti alla rivelazione di Gesù
Cristo risorto esclamò:
Signor mio e Dio mio! (Giovanni 20:28)
Paolo,
parlando della manifestazione della bontà di Dio nella Chiesa di Roma, di
Filippi e nel fratello Filemone, mostra la sua
personale posizione davanti
al Signore:
Prima di tutto rendo grazie al mio
Dio per mezzo di Gesù Cristo riguardo a tutti voi…
(Romani 1:8)
Io ringrazio il mio Dio di tutto
il ricordo che ho di voi…
(Filippesi 1:3)
Il mio Dio
provvederà a ogni vostro bisogno, secondo la sua gloriosa ricchezza, in
Cristo Gesù…
(Filippesi 4:19)
Io ringrazio continuamente il mio
Dio, ricordandomi di te nelle mie preghiere…
(Filemone 4)
… io ti cerco dall'alba…
La ricerca della comunione con Dio è prioritaria (in modo spontaneo, non
premeditato) su tutto il resto,
è la prima cosa da fare per
Davide, è cosa urgente!
Non aspetta di aver fatto prima
tutti i suoi affari e poi, se ho
tempo al tramonto, o
di notte,
se non sono troppo stanco…
L’Eterno ha voluto insegnare questo concetto di
priorità (che tra l’altro
accresce la fede) dando al popolo la
festa delle primizie:
Osserverai la festa della Mietitura,
con le primizie del tuo lavoro, con quello che avrai seminato nei campi
e la festa della Raccolta, alla fine dell'anno,
quando avrai raccolto dai campi i
frutti del tuo lavoro.
Tre volte all'anno tutti gli uomini si presenteranno davanti al Signore
vostro DIO.
Non mi offrirai il sangue della vittima insieme con pane lievitato; il
grasso dei sacrifici della mia festa non sarà conservato durante la notte
fino al mattino.
Porterai alla casa del SIGNORE Dio tuo il meglio delle primizie della terra.
Non farai cuocere il capretto nel latte di sua madre.
(Esodo 23:14-19)
Porterai alla casa del SIGNORE, il tuo Dio, le primizie dei primi frutti
della tua terra.
(Esodo 34:26)
Delle primizie della vostra pasta metterete da parte una focaccia come
offerta;
la metterete da parte, come si mette da parte l'offerta dell'aia.
Delle primizie della vostra pasta darete al SIGNORE una parte come offerta.
Lo farete di generazione in generazione.
(Numeri 15:20-21)
E
la saggezza si manifesta proprio
così:
Onora il SIGNORE con i tuoi beni e con le primizie di ogni tua rendita;
i tuoi granai saranno ricolmi d'abbondanza e i tuoi tini traboccheranno di
mosto.
(Proverbi 3:9-10)
Il Signore rimproverò il popolo, proprio perché
invece di darGli il meglio,gli
offriva gli scarti,e per la sua impenitenza in questo
atto di disonore non godette
delle benedizioni promesse:
Quando offrite in sacrificio una
bestia cieca, non è forse male?
Quando ne offrite una zoppa o malata,
non è forse male?
Presentala dunque al tuo governatore!
Te ne sarà egli grato? Ti accoglierà forse con favore?»,
dice il SIGNORE degli eserciti.
(Malachia 1:8)
…di te è assetata l'anima mia…
Dobbiamo considerare che Davide si
trova in un deserto e sa molto bene cosa sia
la sete, ma egli vede questo
bisogno vitale in chiave
spirituale:
…come il suo cervello avverte il
bisogno di acqua, e muore se non la trova…
…così la sua anima patisce, e muore senza la presenza di Dio!
Solo l’anima (la psiche) di chi è in coma, non si rende conto della sete,
solo chi è tramortito dal peccato non soffre la sete, e
segue, come un moribondo
insensibile l’andazzo di questo mondo.
Paolo parla di questa situazione ai fratelli di Efeso:
Dio ha vivificato anche voi, voi che
eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati,
ai quali un tempo vi abbandonaste
seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza
dell'aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli.
Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri
della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri;
ed eravamo per natura figli d'ira, come gli altri.
Ma Dio,
che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche
quando eravamo morti nei peccati, ci
ha vivificati con Cristo…
(Efesini 2:1-5)
La sete che abbiamo di Dio
è la cartina torna-sole del nostro stato spirituale,
una anima vivificata ha sete, una anima malata o in stato di incoscienza non
soffre alcuna sete.
Se
la sete di Dio è il bisogno
dell’anima,
il corpo langue per l’arsura
insoddisfatta.
Il deperimento di un corpo senza acqua è certo, non è una probabilità!
***
- L’APPAGAMENTO DEL GIUSTO ALLA PRESENZA DI DIO
Così ti ho contemplato nel santuario, per veder la tua forza e la tua
gloria.
Poiché la tua bontà vale più della vita, le mie labbra ti loderanno.
Così ti benedirò finché io viva, e alzerò le mani invocando il tuo nome.
L'anima mia sarà saziata come di midollo e di grasso, e la mia bocca ti
loderà con labbra gioiose.
…ti ho contemplato nel santuario…
Davide dimostra qui (per
l’azione dello Spirito Santo) di saper andare oltre il visibile,
anticipa quanto insegnerà Gesù stesso e poi gli apostoli (per
mezzo dello Spirito Santo):
La donna gli disse: «Signore, vedo che tu sei un profeta.
I nostri padri hanno adorato su questo monte, ma voi dite che a Gerusalemme
è il luogo dove bisogna adorare».
Gesù le disse: «Donna, credimi;
l'ora viene che né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre.
Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo, perché
la salvezza viene dai Giudei. Ma
l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in
spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori.
Dio è Spirito; e quelli che
l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità».
(Giovanni 4:19-24)
L'Altissimo però non abita in edifici fatti da mano d'uomo,
come dice il profeta: "Il cielo è
il mio trono, e la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi
costruirete, dice il Signore, o quale sarà il luogo del mio riposo? Non ha
la mia mano creato tutte queste cose?"
(Atti 7:48-50)
…venuto Cristo, sommo sacerdote
dei beni futuri, egli, attraverso un
tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d'uomo, cioè, non
di questa creazione, è entrato
una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di
vitelli, ma con il proprio sangue.
Così ci ha acquistato una redenzione eterna…
…Infatti Cristo non è entrato in un
luogo santissimo fatto da mano d'uomo, figura del vero; ma nel cielo stesso,
per comparire ora alla presenza di Dio per noi; non per offrire se
stesso più volte, come il sommo sacerdote, che entra ogni anno nel luogo
santissimo con sangue non suo.
(tratto da Ebrei 9:11-24)
Voi non vi siete avvicinati al monte che
si poteva toccare con mano, e
che era avvolto nel fuoco, né all'oscurità, né alle tenebre, né alla
tempesta, né allo squillo di tromba, né al suono di parole, tale che quanti
l'udirono supplicarono che più non fosse loro rivolta altra parola; perché
non potevano sopportare quest'ordine: «Se
anche una bestia tocca il monte sia lapidata».
Tanto spaventevole era lo spettacolo, che Mosè disse: «Sono spaventato e
tremo».
Voi vi siete invece avvicinati al monte Sion, alla città del Dio vivente, la
Gerusalemme celeste, alla festante riunione delle miriadi angeliche,
all'assemblea dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice
di tutti, agli spiriti dei giusti resi perfetti…
(Ebrei 12:18-23)
…per veder la tua forza e la tua gloria.
In questo
Santuario,
non fatto da mano d’uomo, non
disponibile nel deserto, Davide ha visto
la Forza e la Gloria di Dio,
una Forza Invisibile all’occhio
umano ed una Gloria che l’occhio umano non può vedere, ma che
soddisfano completamente la sete
dell’anima!
…Poiché la tua bontà vale più della vita, le mie labbra ti loderanno.
Così ti benedirò finché io viva, e alzerò le mani invocando il tuo nome.
L'anima mia sarà saziata come di midollo e di grasso e la mia bocca ti
loderà con labbra gioiose.
La
presenza di Dio,
il lodarLo in questo Santuario
invisibile, porta Davide a godere di
una sazietà spirituale particolare,
come di midollo e di grasso, ritrova vitalità, ritrova energia,
l’energia che danno cibi
altamente nutrienti e calorici!
La sua bocca,
sazia e pienamente soddisfatta,
loderà con labbra gioiose.
Il Signore ha preparato per noi cibi succulenti,
mica la pasta in bianco, Egli da Buon Padre,
vuole vedere i propri figli mangiare
con appetito e saziarsi, è la Sua Gioia:
Isaia
descrive così la Grazia di Dio su tutti i popoli:
Il SIGNORE degli eserciti preparerà per tutti i popoli su questo monte un
convito di cibi succulenti, un convito di vini vecchi, di cibi pieni di
midollo, di vini vecchi raffinati.
(Isaia 25:6)
Ed esortava così coloro che cercavano soddisfazione lontano da Lui:
Perché spendete denaro per ciò che non è pane e il frutto delle vostre
fatiche per ciò che non sazia?
Ascoltatemi attentamente e mangerete ciò che è buono,
gusterete cibi succulenti!
(Isaia 55:2)
Davide
celebrerà la Bontà del Sommo Pastore:
Per me tu imbandisci la tavola,
sotto gli occhi dei miei nemici…
(Salmo 23:5)
***
- IL RICORDO DELLA FEDELTA’ E DELLA BONTA’ DI DIO
Di te mi ricordo nel mio letto, a te penso nelle veglie notturne.
Poiché tu sei stato il mio aiuto…
Ricordarsi della bontà di Dio accresce la fede del giusto, per questo Davide
parla delle importanza di ricordarsi delle benedizioni ricevute:
Benedici, anima mia, il SIGNORE;
e tutto quello ch'è in me, benedica il suo santo nome.
Benedici, anima mia, il SIGNORE
e non dimenticare nessuno dei suoi
benefici.
Egli perdona tutte le tue colpe,
risana tutte le tue infermità;
salva la tua vita dalla fossa,
ti corona di bontà e compassioni;
egli sazia di beni la tua esistenza
e ti fa ringiovanire come l'aquila.
Il SIGNORE agisce con giustizia e
difende tutti gli oppressi.
Egli fece conoscere le sue vie a
Mosè e le sue opere ai figli d'Israele.
Il SIGNORE è pietoso e clemente,
lento all'ira e ricco di bontà.
Egli non contesta in eterno, né
serba la sua ira per sempre.
Egli non ci tratta secondo i nostri
peccati, e non ci castiga in proporzione alle nostre colpe.
Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così è grande la sua bontà
verso quelli che lo temono.
Come è lontano l'oriente dall'occidente, così ha egli allontanato da noi le
nostre colpe.
Come un padre è pietoso verso i suoi figli, così è pietoso il SIGNORE verso
quelli che lo temono.
Poiché egli conosce la nostra natura;
egli si ricorda che siamo polvere.
I giorni dell'uomo sono come l'erba; egli fiorisce come il fiore dei campi;
se lo raggiunge un colpo di vento esso non esiste più e non si riconosce più
il luogo dov'era.
Ma la bontà del SIGNORE è senza fine
per quelli che lo temono, e la sua misericordia per i figli dei loro figli,
per quelli che custodiscono il suo patto e si ricordano di mettere in
pratica i suoi comandamenti.
Il SIGNORE ha stabilito il suo trono nei cieli, e il suo dominio si estende
su tutto.
Benedite il SIGNORE, voi suoi angeli,
potenti e forti, che fate ciò ch'egli dice, ubbidienti alla voce della sua
parola!
Benedite il SIGNORE, voi tutti gli eserciti suoi,
che siete suoi ministri, e fate ciò che egli gradisce!
Benedite il SIGNORE, voi tutte le
opere sue, in tutti i luoghi del suo dominio!
Anima mia, benedici il SIGNORE!
(Salmo 103)
Noi dobbiamo ricordarci costantemente delle
benedizioni spirituali
custodite nei cieli per noi in Cristo,di
ogni benedizione spirituale
di cui siamo oggetto:
Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che
ci ha benedetti di ogni benedizione
spirituale nei luoghi celesti in Cristo.
In lui ci ha eletti
prima della creazione del mondo
perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui,
avendoci predestinati nel suo amore
a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il
disegno benevolo della sua volontà,
a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato
Figlio.
In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati
secondo le ricchezze della sua grazia,
che egli ha riversata abbondantemente su di noi dandoci ogni sorta di
sapienza e d'intelligenza, facendoci
conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno benevolo che
aveva prestabilito dentro di sé, per realizzarlo quando i tempi fossero
compiuti. Esso consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte
le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla
terra.
In lui siamo anche stati fatti eredi,
essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni
cosa secondo la decisione della propria volontà, per essere a lode della sua
gloria; noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo.
In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo
della vostra salvezza, e avendo creduto in lui,
avete ricevuto il sigillo dello
Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità
fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della
sua gloria.
(Efesini 1:3-14)
Queste
benedizioni, che sono l’intervento di
aiuto di Dio nei nostri confronti devono essere
il costante ricordo nei nostri letti,
il pensiero delle nostre veglie notturne!
***
- L’APPAGAMENTO DEL GIUSTO NELLE PROMESSE DI DIO
… io esulto all'ombra delle tue ali.
L'anima mia si lega a te per seguirti; la tua destra mi sostiene.
Ma quanti cercano la rovina dell'anima mia, sprofonderanno nelle parti più
basse della terra.
Saranno dati in balìa della spada, saranno preda di sciacalli.
Ma il re si rallegrerà in Dio; chiunque giura per lui si glorierà, perché ai
bugiardi verrà chiusa la bocca.
E questa
meditazione continua, questo
ricordo costante, ci porta ad
una sazietà spirituale, ad
uno stato di
appagamento tale da
esultare, anche se siamo
fisicamente in uno stato di difficoltà,
come il deserto nel quale si trovava
Davide, per essere pienamente provato e formato da Dio,
all’ombra delle Sue ali.
Questa esperienza è quella della quale parla
Pietro nella sua lettera:
Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua
grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la
risurrezione di Gesù Cristo dai morti,
per una eredità incorruttibile,
senza macchia e inalterabile.
Essa è conservata in cielo per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi
mediante la fede,
per la salvezza che sta per essere rivelata negli ultimi tempi.
Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate
afflitti da svariate prove, affinché la vostra fede, che viene messa alla
prova, che è ben più preziosa dell'oro che perisce, e tuttavia è provato con
il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della
manifestazione di Gesù Cristo.
(1 Pietro 1:3-7)
Questo ci porterà a
legarci per sempre al Signore,
proprio come
una sposa con il suo Sposo,ad
appoggiarci alla Sua destra,
come una sposa che confida
pienamente nel suo Sposo,questo è il destino di colui che cammina con il
Signore!
Ben diverso è
il destino di coloro che, lontano dal
Signore, si alleano con il nemico e collabora con lui nel cercare la rovina
del giusto, avranno la sorte
descritta da Giovanni:
-
sprofonderanno nelle parti più basse
della terra
Poi vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra.
La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per
loro.
E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono.
I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della
vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le
loro opere.
Il mare restituì i morti che erano in esso; la morte e l'Ades restituirono i
loro morti; ed essi furono
giudicati, ciascuno secondo le sue opere.
Poi la morte e l'Ades furono gettati nello stagno di fuoco.
Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco.
E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello
stagno di fuoco.
(Apocalisse 20:11-15)
-
saranno dati in balìa della spada e
saranno preda degli sciacalli
Poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco.
Colui che lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero; perché giudica e
combatte con giustizia.
I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano molti diademi
e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorché lui.
Era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola di Dio.
Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano
vestiti di lino fino bianco e puro.
Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazioni;
ed egli le governerà con una verga di ferro, e pigerà il tino del vino
dell'ira ardente del Dio onnipotente.
E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: RE DEI RE E SIGNORE
DEI SIGNORI.
Poi vidi un angelo che stava in piedi nel sole.
Egli gridò a gran voce a tutti gli uccelli che volano in mezzo al cielo: «Venite!
adunatevi per il gran banchetto di Dio; per mangiare carne di re, di
capitani, di prodi, di cavalli e di cavalieri, di uomini d'ogni sorta,
liberi e schiavi, piccoli e grandi».
E vidi la bestia e i re della terra e i loro eserciti radunati per far
guerra a colui che era sul cavallo e al suo esercito.
Ma la bestia fu presa, e con lei fu preso il falso profeta che aveva fatto
prodigi davanti a lei, con i quali aveva sedotto quelli che avevano preso il
marchio della bestia e quelli che adoravano la sua immagine.
Tutti e due furono gettati vivi nello stagno ardente di fuoco e di zolfo.
Il rimanente fu ucciso con la spada che usciva dalla bocca di colui che era
sul cavallo, e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.
(Apocalisse 19:11-21)
… Ma il re si rallegrerà in Dio; chiunque giura per lui si glorierà, perché
ai bugiardi verrà chiusa la bocca.
Davide, che si identifica con
il re, si rallegra in Dio,
per
il suo destino di gloria, e
per
il ristabilimento della Giustizia,
perché ai bugiardi verrà chiusa la
bocca.
***
CONCLUSIONE
La lode del giusto è la dimostrazione che Dio è all’opera,
perché è il risultato del
ricordo delle bontà, delle
benedizioni ricevute, del
Suo aiuto, del
pieno appagamento dell’anima, un
ricordo ed una speranza che
porta all’esultanza.
Una speranza di vedere compiuta la
Giustizia per i giusti (giustificati
in virtù della Potenza di Dio manifestata nel Vangelo – cfr Romani
1:16-17) e per gli ingiusti (coloro
che rifiutano il Vangelo di Dio e calpestano il Figlio di Dio e considerano
profano il sangue del Patto – cfr Ebrei 10:29-30)!