Salmo 7 - Davide davanti alle accuse di Cus
Il riferimento al contesto:
Davide salì di là e abitò nelle fortezze di En-Ghedi.
Quando Saul tornò dall'inseguimento dei Filistei, vennero a dirgli: «Davide
è nel deserto di En-Ghedi».
Allora Saul prese tremila uomini, scelti fra tutto Israele, e andò in cerca
di Davide e della sua gente fin sulle rocce delle capre selvatiche; e giunse
ai recinti di pecore che erano presso la via; là vi era una caverna, nella
quale Saul entrò per fare i suoi bisogni. Davide e la sua gente erano in
fondo alla caverna.
La gente di Davide gli disse: «Ecco il giorno nel quale il SIGNORE ti dice:
"Vedi, io ti do in mano il tuo nemico; fa' di lui quello che ti piacerà"».
Allora Davide si alzò e, senza farsi scorgere, tagliò il lembo del mantello
di Saul.
Ma dopo, il cuore gli batté per aver tagliato il lembo del mantello di Saul.
Davide disse alla gente: «Mi guardi il SIGNORE dall'agire contro il mio re,
che è l'unto del SIGNORE, e dal mettergli le mani addosso; poiché egli è
l'unto del SIGNORE».
Con queste parole Davide frenò la sua gente e non le permise di gettarsi su
Saul. Saul si alzò, uscì dalla caverna e continuò il suo cammino.
Poi anche Davide si alzò, uscì dalla caverna e gridò dietro a Saul, dicendo:
«O re, mio signore!» Saul si voltò indietro e Davide s'inchinò con la faccia
a terra e si prostrò.
Davide disse a Saul: «Perché dai retta alle parole della gente che dice:
"Davide cerca di farti del male?" Ecco, in questo giorno tu vedi con i tuoi
occhi che oggi il SIGNORE ti aveva dato nelle mie mani in quella caverna;
qualcuno mi disse di ucciderti, ma io ti ho risparmiato e ho detto: Non
metterò le mani addosso al mio signore, perché egli è l'unto del SIGNORE.
Ora, padre mio, guarda qui nella mia
mano il lembo del tuo mantello. Se
ti ho tagliato il lembo del mantello e non ti ho ucciso, puoi da questo
vedere chiaramente che non c'è nella mia condotta malvagità né ribellione e
che io non ho peccato contro di te, mentre tu mi tendi insidie per togliermi
la vita!
Il SIGNORE sia giudice fra me e te e il SIGNORE mi vendichi di te; ma io non
ti metterò le mani addosso. Dice il
proverbio antico: "Il male viene dai malvagi!" Io quindi non ti metterò le
mani addosso. Contro chi è uscito il re d'Israele? Chi vai tu perseguitando?
Un cane morto, una pulce. Sia dunque arbitro il SIGNORE e giudichi fra me e
te; egli veda e difenda la mia causa e mi renda giustizia, liberandomi dalle
tue mani».
Quando Davide ebbe finito di dire queste parole a Saul, Saul disse: «È
questa la tua voce, figlio mio, Davide?» E Saul alzò la voce e pianse.
Poi disse a Davide: «Tu sei più giusto di me, poiché tu mi hai reso bene per
male, mentre io ti ho reso male per bene.
Tu hai mostrato oggi la bontà con la quale ti comporti verso di me; poiché
il SIGNORE mi aveva dato nelle tue mani e tu non mi hai ucciso. Se uno
incontra il suo nemico, lascia forse che se ne vada in pace? Ti renda dunque
il SIGNORE il contraccambio del bene che mi hai fatto oggi! Ora, ecco, io so
che tu diventerai re, e che il regno d'Israele rimarrà stabile nelle tue
mani. Giurami dunque nel nome del SIGNORE che non distruggerai la mia
discendenza dopo di me e che non estirperai il mio nome dalla casa di mio
padre». Davide lo giurò a Saul.
Poi Saul andò a casa sua e Davide e la sua gente risalirono al loro rifugio.
(1 Samuele 24)
Gli Zifei andarono da Saul a Ghibea e gli dissero: «Davide è nascosto sulla
collina di Achila di fronte al deserto!»
Allora Saul si levò e scese nel deserto di Zif.
Aveva con sé tremila uomini scelti d'Israele, per cercare Davide nel deserto
di Zif.
Saul si accampò sulla collina di Achila che è di fronte al deserto, presso
la strada.
Davide, che stava nel deserto, avendo saputo che Saul veniva nel deserto per
cercarlo, mandò degli uomini in ricognizione e seppe con certezza che Saul
era giunto.
Allora Davide si levò, venne al luogo dove Saul stava accampato e notò il
luogo dov'erano coricati Saul e il capo del suo esercito, Abner, figlio di
Ner.
Saul stava coricato nel parco dei carri e la sua gente era accampata intorno
a lui.
Davide disse ad Aimelec, l'Ittita, e ad Abisai, figlio di Seruia, fratello
di Ioab: «Chi vuole scendere con me, verso Saul, nel campo?» Abisai rispose:
«Scenderò io con te».
Davide e Abisai dunque andarono di notte da quella gente; Saul era coricato
e dormiva nel parco dei carri, con la sua lancia conficcata in terra, dalla
parte della sua testa; e Abner e la sua gente gli stavano coricati intorno.
Allora Abisai disse a Davide: «Oggi Dio ti ha messo il tuo nemico nelle
mani; ora lascia, ti prego, che io lo colpisca con la lancia e lo inchiodi
in terra con un solo colpo e non ci sarà bisogno di un secondo».
Ma Davide disse ad Abisai: «Non ucciderlo! Chi potrebbe mettere le mani
addosso all'unto del SIGNORE senza rendersi colpevole?»
Poi Davide aggiunse: «Com'è vero che il SIGNORE vive, il SIGNORE soltanto
sarà colui che lo colpirà, sia che venga il suo giorno e muoia, sia che
scenda in campo di battaglia e vi perisca.
Mi guardi il SIGNORE dal mettere le mani addosso all'unto del SIGNORE!
Prendi ora soltanto, ti prego, la lancia che è vicino alla sua testa e la
brocca dell'acqua e andiamocene».
Davide dunque prese la lancia e la brocca dell'acqua che Saul aveva vicino
alla sua testa, e se ne andarono. Nessuno lo vide, nessuno se ne accorse e
nessuno si svegliò; tutti dormivano, perché il SIGNORE aveva fatto cadere su
di loro un sonno profondo.
Poi Davide passò dalla parte opposta e si fermò in lontananza, in vetta al
monte, a grande distanza da loro; e chiamò la gente di Saul e Abner, figlio
di Ner, e disse: «Non rispondi tu, Abner?» Abner rispose e disse: «Chi sei
tu che chiami il re?»
Davide disse ad Abner: «Non sei tu un valoroso? Chi è pari a te in Israele?
Perché dunque non hai fatto buona guardia al re, tuo signore? Infatti uno
del popolo è venuto per uccidere il re, tuo signore. Ciò che hai fatto non
sta bene. Com'è vero che il SIGNORE vive, meritate la morte voi che non
avete fatto buona guardia al vostro re, all'unto del SIGNORE! Ora guarda
dov'è la lancia del re e dov'è la brocca dell'acqua che stava vicino alla
sua testa!»
Saul riconobbe la voce di Davide e disse: «È questa la tua voce, figlio mio
Davide?»
Davide rispose: «È la mia voce, o re, mio signore!»
Poi aggiunse: «Perché il mio signore perseguita il suo servo? Che cosa ho
fatto? Che male ho commesso? Ora dunque, si degni il re, mio signore, di
ascoltare le parole del suo servo. Se è il SIGNORE colui che ti spinge
contro di me, accetti egli un'oblazione!
Ma se sono gli uomini, siano maledetti davanti al SIGNORE, poiché mi hanno
oggi scacciato per separarmi dall'eredità del SIGNORE, dicendomi: "Va' a
servire dèi stranieri!" Non cada dunque il mio sangue in terra lontano dalla
presenza del SIGNORE! Poiché il re d'Israele è uscito per andare in cerca di
una pulce, come si va dietro a una pernice su per i monti».
Allora Saul disse: «Ho peccato; ritorna, figlio mio Davide; io non ti farò
più alcun male, poiché oggi la mia vita è stata preziosa ai tuoi occhi;
ecco, ho agito da stolto e ho commesso un grande errore».
Davide rispose: «Ecco la lancia del re; passi qua uno dei tuoi giovani a
prenderla.
Il SIGNORE retribuirà ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà;
poiché il SIGNORE ti aveva dato oggi nelle mie mani e io non ho voluto
mettere le mani addosso all'unto del SIGNORE.
E come è stata preziosa oggi la tua vita ai miei occhi, così sarà preziosa
la mia vita agli occhi del SIGNORE; egli mi libererà da ogni tribolazione».
Saul disse a Davide: «Sia tu benedetto, figlio mio Davide! Tu agirai da
forte, e certamente porterai a buon fine la tua impresa». Davide continuò
per il suo cammino, e Saul tornò a casa sua.
(1 Samuele 26)
Lamento che Davide rivolse al Signore per le parole di Cus il Beniaminita.
O SIGNORE, Dio mio, in te confido; salvami da chi mi perseguita, liberami;
affinché il nemico, come un leone, non sbrani l'anima mia lacerandola, senza
che alcuno mi liberi.
O SIGNORE, Dio mio, se ho fatto così: se c'è perversità nelle mie mani, se
ho reso male per bene a chi viveva in pace con me (io che ho lasciato andare
libero colui che mi era nemico senza ragione), il mio nemico perseguiti pure
la mia anima e la raggiunga, calpesti al suolo la mia vita e getti pure la
mia gloria nella polvere. [Pausa]
Ergiti, o SIGNORE, nell'ira tua, innàlzati contro il furore dei miei nemici,
e dèstati in mio favore. Tu hai decretato il giudizio.
L'assemblea dei popoli ti circondi, e sali a sedere al di sopra d'essa in
luogo elevato.
Il SIGNORE giudica i popoli; giudica me, o SIGNORE, secondo la mia giustizia
e la mia integrità.
Fa' che cessi la malvagità degli empi, ma sostieni il giusto; poiché sei il
Dio giusto che conosce i cuori e i reni.
Dio è il mio scudo: egli salva gli uomini retti.
Dio è un giusto giudice, un Dio che si sdegna ogni giorno.
Se il malvagio non si converte, egli affila la sua spada; egli ha teso
l'arco suo e lo tiene pronto; dispone contro di lui strumenti di morte; le
sue frecce le rende infocate.
Ecco, il malvagio è in doglie per produrre iniquità.
Egli ha concepito malizia e partorisce menzogna.
Ha scavato una fossa e l'ha fatta profonda, ma è caduto nella fossa che ha
preparata.
La sua malizia gli ripiomberà sul capo, la sua violenza gli ricadrà sulla
testa.
Io loderò il SIGNORE per la sua giustizia, salmeggerò al nome del SIGNORE,
l'Altissimo.
(Salmo 7)
***
Questo salmo di Davide è
un lamento… una espressione
di dolore causato dalle parole di un certo
Cus il Beniaminita,
personaggio di cui si parla solo qui, ma è anche una ricerca… una
considerazione… una riflessione.
Dal contenuto del salmo si evince evidentemente che questo
Cus
accusava Davide con calunnie, probabilmente circa il suo comportamento nei
confronti di Saul (suo conterraneo).
Davanti a queste accuse, Davide si
confronta con l’Eterno e chiede di essere
giudicato, valutato…
egli ci tiene all’onore di Dio e
se è vero che ha sbagliato è giusto che paghi il danno… ma se questo non è
vero, egli chiede che l’Eterno reagisca per
ristabilire la verità!
E’ un salmo coraggioso…
di un uomo che ha la coscienza
pulita… ma è anche pronto a
mettersi a disposizione della correzione di Dio!
E’ un bell’esempio di umiltà, lealtà, sincerità spirituale e correttezza!
Possiamo dividere questo salmo in quattro sezioni:
- LA RICHIESTA DELL’INTERVENTO DIVINO (versi 1-2)
- LA RICHIESTA DI VALUTAZIONE (versi 3-5)
- LA RICHIESTA DI DIFESA (versi 6-9)
- LA DESCRIZIONE DELLA GIUSTIZIA DI DIO (versi 10-17)
***
- LA RICHIESTA DELL’INTERVENTO DIVINO (versi 1-2)
O SIGNORE, Dio mio, in te confido; salvami da chi mi perseguita, liberami;
affinché il nemico, come un leone, non sbrani l'anima mia lacerandola, senza
che alcuno mi liberi.
Davide si sente in pericolo e sa che può
confidare solo in Dio… non
c’è nessun altro…
senza che alcuno mi liberi, dal
nemico, rappresentato come
un leone pronto a
lacerare
e sbranare la sua anima.
Già nel salmo 57 Davide ha
rappresentato i suoi nemici come dei
leoni…
L'anima mia è in mezzo a leoni…
(Salmo 57:4)
Il Leone
per eccellenza è Gesù Cristo il
Messia che ha vinto:
…il leone della tribù di Giuda, il
discendente di Davide, ha vinto per aprire il libro e i suoi sette
sigilli. (Apocalisse 5:5)
Lo spirito dell’anticristo…
si ispira anch’esso alla figura del
leone, e coloro che ne sono animati, vengono spesso descritti come tali…
troviamo descrizioni inerenti in molti passi:
Davide
stesso descrive spesso l’empio (colui che pensa e/o vive come se Dio non ci
fosse) come un leone con spiccate caratteristiche della sua tecnica di
caccia:
L'empio, con viso altero, dice: «Il SIGNORE non farà inchieste».
Tutti i suoi pensieri sono: «Non c'è Dio!»
Le sue vie sono prospere in ogni tempo; cosa troppo alta per lui sono i tuoi
giudizi; con un soffio egli disperde tutti i suoi nemici.
Egli dice in cuor suo: «Non sarò mai smosso; d'età in età non m'accadrà male
alcuno».
La sua bocca è piena di maledizione, di frodi e di violenza; sotto la sua
lingua c'è malizia e iniquità.
Egli sta in agguato
nei villaggi; uccide l'innocente in
luoghi nascosti; i suoi occhi spiano il misero.
Sta in agguato nel suo nascondiglio come un leone nella sua tana; sta in
agguato per sorprendere il misero;
egli sorprende lo sventurato trascinandolo nella sua rete.
Se ne sta quatto e chino, e
gli infelici soccombono alla sua
forza. (Salmo 10:4-10)
Ora ci stanno accerchiando, seguono
i nostri passi; ci spiano per abbatterci.
Il mio nemico sembra un leone che voglia sbranare la preda, un leoncello che
sta in agguato nei nascondigli. (Salmo 17:11-12)
Grossi tori mi hanno circondato; potenti tori di Basan m'hanno attorniato;
aprono la loro gola contro di me,
come un leone rapace e ruggente… salvami dalla gola del leone.
(Salmo 22:12-13, 21)
O Dio, spezza loro i denti in bocca; o SIGNORE, fracassa le mascelle dei
leoni!
(Salmo 58:6)
I profeti Naum e Gioele,
descrivono così la città di Ninive, capitale dell’Assiria, nazione nemica
del popolo di Dio:
Dov'è questo covo di leoni,
questo luogo dove facevano il pasto
i leoncelli, dove il leone, la
leonessa e i leoncelli passeggiavano, senza che nessuno li spaventasse?
Là il leone sbranava per i suoi
piccoli, strangolava per le sue
leonesse, e riempiva i suoi covi di
preda, le sue tane di rapina.
(Naum 2:11-12)
Un popolo forte e innumerevole
è salito contro il mio paese.
I suoi denti sono denti di leone, e ha mascelle da leonessa.
(Gioele 1:6)
Isaia,
descrivendo il ristabilimento del regno di Israele,
privo di nemici, scrive:
In quella via non ci saranno leoni; nessuna bestia feroce vi metterà piede o vi apparirà;
ma
vi cammineranno i redenti. (Isaia 35:9)
Geremia
descrive sia
gli assiri che
i babilonesi come dei
leoni:
Israele è una pecora smarrita, a cui
i leoni hanno dato la caccia; il
re di Assiria, per primo, l'ha divorata; e quest'ultimo, Nabucodonosor, re
di Babilonia, le ha frantumato le ossa.
(Geremia 50:17)
Babilonia
diventerà un mucchio di macerie, un covo di sciacalli, un oggetto di stupore
e di scherno, un luogo senza abitanti.
Essi ruggiranno assieme come leoni, grideranno come piccoli di leonesse.
(Geremia 51:37-38)
Non possiamo non ricordare come
Daniele, per resistere all’idolatria, fu condannato
alla fossa dei leoni… ma
fu liberato dalla mano di Dio
(cfr Daniele 6:1-24).
Paolo
descrive il nemico come
un leone:
Il Signore però mi ha assistito e mi ha reso forte, affinché per mezzo mio
il messaggio fosse proclamato e lo ascoltassero tutti i pagani; e
sono stato liberato dalle fauci del
leone.
(2 Timoteo 4:17)
Pietro
descrive così l’avversario dei discepoli di Gesù:
Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo,
va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare.
(1 Pietro 5:8)
***
- LA RICHIESTA DI VALUTAZIONE (versi 3-5)
O SIGNORE, Dio mio, se ho fatto così: se c'è perversità nelle mie mani, se
ho reso male per bene a chi viveva in pace con me (io che ho lasciato andare
libero colui che mi era nemico senza ragione), il mio nemico perseguiti pure
la mia anima e la raggiunga, calpesti al suolo la mia vita e getti pure la
mia gloria nella polvere. [Pausa]
Davide, nella sua sincera devozione, richiede
l’esame divino… è una sua
attitudine indicata meravigliosamente anche nel Salmo 139:
SIGNORE, tu mi hai esaminato e mi conosci.
Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo, tu comprendi da lontano il mio
pensiero.
Tu mi scruti quando cammino e quando riposo, e conosci a fondo tutte le mie
vie.
Poiché la parola non è ancora sulla mia lingua, che tu, SIGNORE, già la
conosci appieno.
Tu mi circondi, mi stai di fronte e alle spalle, e poni la tua mano su di
me.
La conoscenza che hai di me è meravigliosa,
troppo alta perché io possa arrivarci.
Dove potrei andarmene lontano dal tuo Spirito, dove fuggirò dalla tua
presenza?
Se salgo in cielo tu vi sei; se scendo nel soggiorno dei morti, eccoti là.
Se prendo le ali dell'alba e vado ad abitare all'estremità del mare, anche
là mi condurrà la tua mano e mi afferrerà la tua destra.
Se dico: «Certo le tenebre mi nasconderanno e la luce diventerà notte
intorno a me», le tenebre stesse non possono nasconderti nulla e la notte
per te è chiara come il giorno; le tenebre e la luce ti sono uguali.
Sei tu che hai formato le mie reni, che mi hai intessuto nel seno di mia
madre.
Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo.
Meravigliose sono le tue opere, e l'anima mia lo sa molto bene.
Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto
nelle profondità della terra.
I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano
tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d'essi era
sorto ancora.
(Salmo 139:1-16)
Esaminami, o Dio, e conosci il mio cuore.
Mettimi alla prova e conosci i miei pensieri.
Vedi se c'è in me qualche via iniqua e guidami per la via eterna.
(Salmo 139:23-24)
In questo salmo non c’è la presunzione di essere giusto… c’è la volontà di
essere purificato… ed il profondo desiderio di santità.
Davide vede nel
bastone del Buon Pastore,
uno strumento di esame, di pulizia, di correzione… che trasmette sicurezza:
…il
tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza. (Salmo 23:4)
Un pastore porta sempre con sé un bastone, è parte integrante della divisa
sua divisa… per mezzo di questo bastone compie quasi tutte le azioni...
è un simbolo di autorità nel gregge!
Le pecore vedono nel bastone del
pastore un continuo motivo di conforto, il loro capo è in grado di
esercitare in qualsiasi momento un controllo effettivo sul gregge, in ogni
situazione.
Un altro interessante uso del bastone nella mano del pastore è quello di
esaminare e contare le pecore.
Il “passare sotto il bastone”,
significava essere contato e controllato, la pecora che passa sotto il
bastone viene ispezionata dal pastore... …e Davide era un pastore.
Dio, ci passa sotto il bastone della Sua Parola… lasciamoci esaminare,
questo è un processo che non dobbiamo fuggire, non è qualcosa da evitare.
Il nostro Buon Pastore ha a cuore il nostro bene quando ci esamina, che
grande conforto dovrebbe essere questo per un figlio di Dio, che può
avvicinarsi al bastone del Pastore per essere attentamente scrutato,
visitato… chi lo evita dimostra di amare ancora le tenebre:
Perché chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce,
affinché le sue opere non siano scoperte; ma chi mette in pratica la verità
viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché sono fatte
in Dio. (Giovanni 3:20-21)
Davide ha a cuore la giustizia…
se ho reso male per bene a chi viveva
in pace con me (io che ho lasciato andare libero colui che mi era nemico
senza ragione), il mio nemico perseguiti pure la mia anima e la raggiunga,
calpesti al suolo la mia vita e getti pure la mia gloria nella polvere.
A questo punto c’è una
pausa… probabilmente
una giusta pausa di riflessione
sul proprio stato e sulla propria condotta.
***
- LA RICHIESTA DI DIFESA (versi 6-9)
Ergiti, o SIGNORE, nell'ira tua, innàlzati contro il furore dei miei nemici,
e dèstati in mio favore. Tu hai decretato il giudizio.
L'assemblea dei popoli ti circondi, e sali a sedere al di sopra d'essa in
luogo elevato.
Il SIGNORE giudica i popoli; giudica me, o SIGNORE, secondo la mia giustizia
e la mia integrità.
Fa' che cessi la malvagità degli empi, ma sostieni il giusto; poiché sei il
Dio giusto che conosce i cuori e i reni.
Davide, avendo affidato
il giudizio all’Eterno,
invoca il Suo intervento, rappresentato in un Suo
innalzamento e movimento
d’azione (destati)
in suo favore, prendendo
posizione da
Giudice sopra alla corte
(l’assemblea dei popoli).
Il desiderio profondo di Davide è il
ristabilimento della Giustizia… che sia riconosciuta
la malvagità degli empi e l’integrità
dei giusti… e questo
Giudizio può farlo solo chi non
giudica l’apparenza delle cose, ma Chi
è in grado di giudicare l’interiore
(i
cuori e i reni).
Davide
fu scelto da Dio non per il suo aspetto:
…il SIGNORE disse a Samuele: «Non
badare al suo aspetto né alla sua statura, perché io l'ho scartato; infatti
il SIGNORE non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell'uomo: l'uomo guarda
all'apparenza, ma il SIGNORE guarda al cuore».
(1 Samuele 16:7)
Eliù
dichiara:
Egli non porta rispetto all'apparenza dei grandi,
non considera il ricco più del povero,
perché sono tutti opera delle sue mani.
(Giobbe 34:19)
Il salmista Asaf anch’egli dice
(riferito ai malvagi):
Signore, quando ti desterai, disprezzerai la loro vana apparenza.
(Salmo 73:20)
Il profeta Isaia, parlando del
Messia (al
Quale il Padre ha affidato tutto il giudizio – cfr Giovanni 5:22),
dice:
Lo Spirito del SIGNORE riposerà su di lui:
Spirito di saggezza e d'intelligenza, Spirito di consiglio e di forza,
Spirito di conoscenza e di timore del SIGNORE.
Respirerà come profumo il timore del SIGNORE, non giudicherà dall'apparenza,
non darà sentenze stando al sentito dire, ma giudicherà i poveri con
giustizia, pronuncerà sentenze eque per gli umili del paese.
Colpirà il paese con la verga della sua bocca, e con il soffio delle sue
labbra farà morire l'empio.
La giustizia sarà la cintura delle sue reni, e la fedeltà la cintura dei
suoi fianchi.
(Isaia 11:2-5)
Questa attitudine fu riconosciuta a
Gesù dai Suoi stessi
oppositori (anche se riconobbero questo per tenderGli un laccio):
Maestro, noi sappiamo che
sei sincero e insegni la via di Dio secondo verità, e
non hai riguardi per nessuno, perché
non badi all'apparenza delle persone. (Matteo 22:16)
E Gesù vuole che anche noi agiamo in questo modo:
Non giudicate secondo l'apparenza, ma giudicate secondo giustizia.
(Giovanni 7:24)
***
- LA DESCRIZIONE DELLA GIUSTIZIA DI DIO (versi 10-17)
Dio è il mio scudo: egli salva gli uomini retti.
Dio è un giusto giudice, un Dio che si sdegna ogni giorno.
Se il malvagio non si converte, egli affila la sua spada; egli ha teso
l'arco suo e lo tiene pronto; dispone contro di lui strumenti di morte; le
sue frecce le rende infocate.
Ecco, il malvagio è in doglie per produrre iniquità.
Egli ha concepito malizia e partorisce menzogna.
Ha scavato una fossa e l'ha fatta profonda, ma è caduto nella fossa che ha
preparata.
La sua malizia gli ripiomberà sul capo, la sua violenza gli ricadrà sulla
testa.
Io loderò il SIGNORE per la sua giustizia, salmeggerò al nome del SIGNORE,
l'Altissimo.
Nella certezza della disciplina del Signore e del suo profondo desiderio di
essere giusto davanti a Lui, Davide esalta
la Bontà e la Fedeltà di Dio
(che si manifesta come una totale
protezione) verso coloro che amano la Giustizia… verso coloro che
sono retti ed amano la rettitudine…
Dio è il mio scudo: egli salva gli
uomini retti…
Un’altra certezza di Davide è che Dio è un Giusto Giudice… sa perfettamente
valutare… fino nell’intimo del cuore…
Dio è un giusto giudice, un Dio che
si sdegna ogni giorno… la
Sua Giustizia è sempre la stessa… inalterabile
ed immutabile.
C’è solo una cosa che può fermare il Giusto Giudizio di Dio verso i malvagi…
la loro conversione!
…Se il malvagio non si converte, egli affila la sua spada; egli ha teso
l'arco suo e lo tiene pronto; dispone contro di lui strumenti di morte; le
sue frecce le rende infocate…
La mancata conversione del malvagio ha la conseguenza di attirarsi un severo
Giusto Giudizio… un Giudizio agli occhi carnali tremendo ed impetoso… ma
Giusto agli occhi di Dio che
si sdegna ogni giorno del
male e che
ha gli occhi troppo puri per
sopportare la vista del male (cfr Abacuc 1:13).
Contro questi
malvagi impenitenti Dio…
nella Sua Giustizia, Bontà e Fedeltà
(alla faccia del Dio buono secondo i concetti umani):
-
affila la sua spada
La Parola di Dio invece di portare Salvezza diventa uno strumento di
Giudizio, Gesù stesso disse:
Chi crede in me, crede non in me, ma in colui che mi ha mandato; e chi vede
me, vede colui che mi ha mandato.
Io sono venuto come luce nel mondo,
affinché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se uno ode le mie parole e non le osserva, io non lo giudico; perché io non
sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo.
Chi mi respinge e non riceve le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che
ho annunciata è quella che lo giudicherà nell'ultimo giorno.
Perché io non ho parlato di mio; ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha
comandato lui quello che devo dire e di cui devo parlare; e so che il suo
comandamento è vita eterna.
Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre me le ha dette».
(Giovanni 12:44-50)
E Giovanni ci descrive come saranno giudicati i malvagi
nell’ultimo giorno:
Poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco.
Colui che lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero; perché giudica e
combatte con giustizia.
I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano molti diademi
e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorché lui.
Era vestito di una veste tinta di sangue e
il suo nome è la Parola di Dio.
Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano
vestiti di lino fino bianco e puro.
Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazioni;
ed egli le governerà con una verga di ferro, e pigerà il tino del vino
dell'ira ardente del Dio onnipotente.
E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: RE DEI RE E SIGNORE
DEI SIGNORI…
…Il rimanente fu ucciso con la spada che usciva dalla bocca di colui che era sul cavallo,
e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.
(tratto da Apocalisse 19:11-21)
-
ha teso l'arco suo e lo tiene pronto
L’arco di guerra
è stato deposto
sulle nuvole, dopo il
diluvio, per un periodo… secondo la promessa di Dio stesso:
Quanto a me, ecco, stabilisco il mio
patto con voi, con i vostri discendenti dopo di voi e con tutti gli
esseri viventi che sono con voi: uccelli, bestiame e tutti gli animali della
terra con voi; da tutti quelli che sono usciti dall'arca, a tutti gli
animali della terra.
Io stabilisco il mio patto con voi; nessun essere vivente sarà più
sterminato dalle acque del diluvio e non ci sarà più diluvio per distruggere
la terra.
Dio disse: «Ecco il segno del patto
che io faccio tra me e voi e tutti gli esseri viventi che sono con voi, per
tutte le generazioni future. Io
pongo il mio arco nella nuvola e servirà di segno del patto fra me e la
terra. Avverrà che quando avrò raccolto delle nuvole al di sopra della
terra, l'arco apparirà nelle nuvole; io mi ricorderò del mio patto fra me e
voi e ogni essere vivente di ogni specie, e le acque non diventeranno più un
diluvio per distruggere ogni essere vivente.
L'arco
dunque sarà nelle nuvole e io lo guarderò per ricordarmi del patto perpetuo
fra Dio e ogni essere vivente,
di qualunque specie che è sulla terra».
Dio disse a Noè: «Questo è il segno
del patto che io ho stabilito fra me e ogni essere vivente che è sulla terra».
(Genesi 9:9-17)
Ma
il giudizio avverrà non più
(secondo il patto) con il diluvio, bensì con il fuoco purificatore.
Pietro ne parla chiaramente proprio mettendo
in parallelo il giudizio del diluvio
e quello dei malvagi impostori:
Carissimi, questa è già la seconda lettera che vi scrivo; e in entrambe io
tengo desta la vostra mente sincera facendo appello alla vostra memoria,
perché vi ricordiate le parole già
dette dai santi profeti, e il comandamento del Signore e Salvatore
trasmessovi dai vostri apostoli.
Sappiate questo, prima di tutto:
che negli ultimi giorni verranno schernitori beffardi, i quali si
comporteranno secondo i propri desideri peccaminosi e diranno: «Dov'è la
promessa della sua venuta? Perché dal giorno in cui i padri si sono
addormentati, tutte le cose continuano come dal principio della creazione».
Ma costoro dimenticano volontariamente che nel passato,
per effetto della parola di Dio,
esistettero dei cieli e una terra tratta dall'acqua e sussistente in mezzo
all'acqua; e che, per queste stesse cause,
il mondo di allora, sommerso
dall'acqua, perì; mentre i cieli e la terra attuali sono conservati
dalla medesima parola,
riservati al fuoco per il giorno del
giudizio e della perdizione degli empi.
Ma voi, carissimi, non dimenticate quest'unica cosa: per il Signore un
giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno.
Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come pretendono
alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che
tutti giungano al ravvedimento.
Il giorno del Signore verrà come un ladro: in quel giorno i cieli passeranno
stridendo, gli elementi infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che
sono in essa saranno bruciate.
Poiché dunque tutte queste cose
devono dissolversi, quali non dovete essere voi, per santità di condotta e
per pietà, mentre attendete e affrettate
la venuta del giorno di Dio, in cui
i cieli infocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si scioglieranno!
Ma, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei
quali abiti la giustizia. (2 Pietro
3:1-13)
-
dispone contro di lui strumenti di
morte
Il giudizio avverrà mediante atti che all’uomo sembreranno spietati… ma sono
atti di Giustizia… sarà il Signore stesso a portare i peccatori all’estrema
perversione:
…il mistero dell'empietà è già in atto, soltanto c'è chi ora lo trattiene,
finché sia tolto di mezzo.
E allora sarà manifestato l'empio,
che il Signore Gesù distruggerà
con il soffio della sua bocca, e annienterà con l'apparizione della
sua venuta.
La venuta di quell'empio avrà luogo, per l'azione efficace di Satana, con
ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi, con ogni tipo
d'inganno e d'iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno
aperto il cuore all'amore della verità per essere salvati.
Perciò Dio manda loro una potenza
d'errore perché credano alla menzogna; affinché tutti quelli che non hanno
creduto alla verità, ma si sono compiaciuti nell'iniquità, siano giudicati.
(2 Tessalonicesi 2:7-12)
-
rende infuocate
le sue frecce
Il giudizio che il Signore sta preparando per gli empi è terribile… oltre
ogni nostra immaginazione… per questo Pietro
scongiurava così:
…li scongiurava e li esortava, dicendo: Salvatevi da questa perversa
generazione! (Atti 2:40)
Egli ha concepito malizia e partorisce menzogna.
Ha scavato una fossa e l'ha fatta profonda, ma è caduto nella fossa che ha
preparata.
La sua malizia gli ripiomberà sul capo, la sua violenza gli ricadrà sulla
testa…
Il malvagio partorisce la sua stessa morte… come uno stolto si scava la sua fossa con le sue stesse mani…
e le sue opere stesse lo seppelliranno.
…Io loderò il SIGNORE per la sua giustizia, salmeggerò al nome del SIGNORE,
l'Altissimo
Il giustificato… per l’Opera di Gesù Cristo…
esalta (nel
Vangelo)
la Giustizia di Dio…
esalta
la Potenza di Dio:
…perché Esso
è potenza di Dio per la salvezza di
chiunque crede; del Giudeo prima e poi del Greco; poiché
in esso la giustizia di Dio è
rivelata da fede a fede, com'è scritto: «Il
giusto per fede vivrà».
(Romani 1:16-17)
***
Il cristiano è costantemente sottoposto
alle accuse di un Cus…
il nostro nemico è l’accusatore dei
fratelli per eccellenza (cfr Apocalisse 12:10).
Davanti a queste
accuse noi dobbiamo sempre
confrontarci con il Signore:
…a volte sono degli errori che dobbiamo
confessare ed abbandonare affinchè
possiamo liberarci dal loro peso che potrebbe ostacolare la nostra corsa…
…altre volte sono calunnie che
presentiamo comunque davanti al Signore che conosce ogni cosa e giudicherà
con Giustizia.
L’amore per la Giustizia è quello che caratterizza i figli di Luce… essi non
si trovano a loro agio al buio… nella torbidezza.
Le tenebre non sono più il giusto habitat di colui che è stato illuminato
dalla Luce del mondo.
Per questo il cristiano desidera essere conforme alla Giustizia, pur
conoscendo ed essendo cosciente di tutti i suoi limiti… per questo si
sottopone volontariamente alla correzione del Signore ed alla Sua
disciplina.
L’autore della lettera agli ebrei scrive che questa
disciplina è per tutti i figli di
Dio… anzi ne caratterizza proprio il loro status:
Sopportate queste cose per la vostra
correzione.
Dio vi tratta come figli; infatti, qual è il figlio che il padre non
corregga?
Ma se siete esclusi da quella
correzione di cui tutti hanno avuto la loro parte, allora siete bastardi e
non figli.
Inoltre abbiamo avuto per correttori i nostri padri secondo la carne e li
abbiamo rispettati; non ci sottometteremo forse molto di più al Padre degli
spiriti per avere la vita?
Essi infatti ci correggevano per pochi giorni come sembrava loro opportuno;
ma egli lo fa per il nostro bene, affinché siamo partecipi della sua
santità.
È vero che qualunque correzione sul momento non sembra recare gioia, ma
tristezza; in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in
coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa.
(Ebrei 12:7-11)
L’amore per la Giustizia si spinge oltre la correzione dei propri errori…
ama il Giusto Giudizio… a volte
all’interno della cristianità serpeggia un buonismo che sembra più un
compiacente compromesso con il peccato che una amore per la Giustizia…
dietro il concetto di Grazia si nasconde un amore per il peccato che in
qualche modo viene tollerato… compiaciuto… se non addirittura amato e
giustificato… …questo non è il Vangelo è una terribile controfigura apostata!
Il Giustificato, colui che ha compreso realmente quanto è peccante il
peccato… lo odia senza riserve… aspira con tutto il suo essere alla
Giustizia ed ama la Vendetta divina…
la Grazia ci insegna a rinunciare al
peccato:
…ci insegna a rinunciare all'empietà
e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente,
giustamente e in modo santo, aspettando
la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande Dio e
Salvatore, Cristo Gesù.
Egli ha dato se stesso per noi per riscattarci da ogni iniquità e
purificarsi un popolo che gli appartenga, zelante nelle opere buone.
(Tito 2:12-14)
I Giusti si rallegreranno (con tutto il creato) quando i Giusti Giudizi di
Dio cadranno sui malvagi e sul nemico:
…vidi sotto l'altare le anime di
quelli che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza
che gli avevano resa.
Essi gridarono a gran voce: «Fino a
quando aspetterai, o Signore santo e veritiero, per fare giustizia e
vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?»
E a ciascuno di essi fu data una
veste bianca e fu loro detto che si riposassero ancora un po' di tempo,
finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro
fratelli, che dovevano essere uccisi come loro.
(Apocalisse 6:9-11)
Allora udii una gran voce nel cielo, che diceva: «Ora
è venuta la salvezza e la potenza, il regno del nostro Dio, e il potere del
suo Cristo, perché è stato gettato giù l'accusatore dei nostri fratelli,
colui che giorno e notte li accusava davanti al nostro Dio.
Ma essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell'Agnello, e con la parola
della loro testimonianza; e non hanno amato la loro vita, anzi l'hanno
esposta alla morte. Perciò
rallegratevi, o cieli, e voi che abitate in essi! Guai a voi, o terra, o
mare! Perché il diavolo è sceso verso di voi con gran furore, sapendo di
aver poco tempo».
(Apocalisse 12:11-12)
Il Vangelo è una Vera Buona Notizia… non solo un mezzo per “salvarsi”, ma
l’unico mezzo per il ristabilimento della Giustizia… il suo scopo ultimo è
questo:
…secondo la sua promessa, noi
aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia.
Perciò, carissimi, aspettando queste cose,
fate in modo di essere trovati da lui immacolati e irreprensibili nella pace…
(2 Pietro 3:13)
E Giovanni ci descrive la
bellezza di questa nuova creazione, le condizioni per accedervi e ci invita
ad afferrare queste promesse con una visione corretta della Grazia…
in seno alle chiese:
Poi vidi un nuovo cielo e una nuova
terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare
non c'era più.
E vidi la santa città, la nuova
Gerusalemme, scendere dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa
adorna per il suo sposo.
Udii una gran voce dal trono, che diceva: «Ecco il
tabernacolo di Dio con gli uomini!
Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e
sarà il loro Dio.
Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né
cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate».
E colui che siede sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».
Poi mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veritiere», e
aggiunse: «Ogni cosa è compiuta. Io sono l'alfa e l'omega, il principio e la
fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della
vita. Chi vince erediterà queste
cose, io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio. Ma per i codardi,
gl'increduli, gli abominevoli, gli omicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli
idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di
fuoco e di zolfo, che è la morte seconda».
Poi venne uno dei sette angeli che avevano le sette coppe piene degli ultimi
sette flagelli, e mi parlò, dicendo: «Vieni e ti mostrerò la sposa, la
moglie dell'Agnello».
Egli mi trasportò in spirito su una grande e alta montagna, e mi mostrò
la santa città, Gerusalemme, che
scendeva dal cielo da presso Dio, con la gloria di Dio. Il suo splendore
era simile a quello di una pietra preziosissima, come una pietra di diaspro
cristallino.
Aveva delle mura grandi e alte; aveva dodici porte, e alle porte dodici
angeli.
Sulle porte erano scritti dei nomi, che sono quelli delle dodici tribù dei
figli d'Israele.
Tre porte erano a oriente, tre a settentrione, tre a mezzogiorno e tre a
occidente.
Le mura della città avevano dodici fondamenti, e su quelli stavano i dodici
nomi di dodici apostoli dell'Agnello.
E colui che mi parlava aveva come misura
una canna d'oro,
per misurare la città, le sue
porte e le sue mura.
E la città era quadrata, e la
sua lunghezza era uguale alla larghezza; egli misurò la città con la canna,
ed era dodicimila stadi; la lunghezza, la larghezza e l'altezza erano
uguali. Ne misurò anche le mura ed erano di centoquarantaquattro cubiti, a
misura d'uomo, adoperata dall'angelo.
Le mura erano costruite con diaspro e la città era d'oro puro, simile a
terso cristallo.
I fondamenti delle mura della città erano adorni d'ogni specie di pietre
preziose.
Il primo fondamento era di diaspro; il secondo di zaffiro; il terzo di
calcedonio; il quarto di smeraldo; il quinto di sardonico; il sesto di
sardio; il settimo di crisòlito; l'ottavo di berillo; il nono di topazio; il
decimo di crisopazio; l'undicesimo di giacinto; il dodicesimo di ametista.
Le dodici porte erano dodici perle e ciascuna era fatta da una perla sola.
La piazza della città era d'oro puro,
simile a cristallo trasparente.
Nella città non vidi alcun tempio, perché il Signore, Dio onnipotente, e
l'Agnello sono il suo tempio.
La città non ha bisogno di sole, né di luna che la illumini, perché la
gloria di Dio la illumina, e l'Agnello è la sua lampada.
Le nazioni cammineranno alla sua luce
e i re della terra vi porteranno la loro gloria.
Di giorno le sue porte non saranno mai chiuse (la
notte non vi sarà più); e in lei si porterà la gloria e l'onore delle
nazioni.
E nulla di impuro, né chi commetta
abominazioni o falsità, vi entrerà; ma soltanto quelli che sono scritti nel
libro della vita dell'Agnello.
Poi mi mostrò il fiume dell'acqua della vita,
limpido come cristallo, che
scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello.
In mezzo alla piazza della città e sulle due rive del fiume stava l'albero
della vita.
Esso dà dodici raccolti all'anno, porta il suo frutto ogni mese e le foglie
dell'albero sono per la guarigione delle nazioni. Non
ci sarà più nulla di maledetto.
Nella città vi sarà il trono di Dio e dell'Agnello; i suoi servi lo
serviranno, vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome scritto sulla
fronte.
Non ci sarà più notte; non avranno bisogno di luce di lampada, né di luce di
sole, perché il Signore Dio li
illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli.
Poi mi disse: «Queste parole sono fedeli e veritiere; e il Signore, il Dio
degli spiriti dei profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi
servi ciò che deve accadere tra poco».
«Ecco,
sto per venire. Beato chi custodisce le parole della profezia di questo
libro»… Poi mi disse: «Non
sigillare le parole della profezia di questo libro, perché il tempo è
vicino. Chi è ingiusto continui a praticare l'ingiustizia; chi è impuro
continui a essere impuro; e chi è
giusto continui a praticare la giustizia, e chi è santo si santifichi ancora».
«Ecco, sto per venire e con me avrò
la ricompensa da dare a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l'alfa e
l'omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine.
Beati quelli che lavano le loro vesti per aver diritto all'albero della vita
e per entrare per le porte della città! Fuori
i cani, gli stregoni, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque
ama e pratica la menzogna.
Io, Gesù, ho mandato il mio angelo per attestarvi queste cose in seno alle
chiese.
Io sono la radice e la discendenza di Davide, la lucente stella del mattino».
(Tratto da Apocalisse 21-22)