PRIMA LETTERA DI PAOLO A TIMOTEO  - LA CONDUZIONE DELLA CHIESA

 

ISTRUZIONI CONCERNENTI I FALSI DOTTORI

 

Ti ripeto l'esortazione che ti feci mentre andavo in Macedonia, di rimanere a Efeso per ordinare ad alcuni di non insegnare dottrine diverse e di non occuparsi di favole e di genealogie senza fine, le quali suscitano discussioni invece di promuovere l'opera di Dio, che è fondata sulla fede.

Lo scopo di questo incarico è l'amore che viene da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera.

Alcuni hanno deviato da queste cose e si sono abbandonati a discorsi senza senso.

Vogliono essere dottori della legge ma in realtà non sanno né quello che dicono né quello che affermano con certezza.

Noi sappiamo che la legge è buona, se uno ne fa un uso legittimo; sappiamo anche che la legge è fatta non per il giusto ma per gl'iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e gl'irreligiosi, per coloro che uccidono padre e madre, per gli omicidi, per i fornicatori, per i sodomiti, per i mercanti di schiavi, per i bugiardi, per gli spergiuri e per ogni altra cosa contraria alla sana dottrina, secondo il vangelo della gloria del beato Dio, che egli mi ha affidato.

Io ringrazio colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù, nostro Signore, per avermi stimato degno della sua fiducia, ponendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento; ma misericordia mi è stata usata, perché agivo per ignoranza nella mia incredulità; e la grazia del Signore nostro è sovrabbondata con la fede e con l'amore che è in Cristo Gesù.

Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo.

Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo dimostrasse in me, per primo, tutta la sua pazienza, e io servissi di esempio a quanti in seguito avrebbero creduto in lui per avere vita eterna.

Al Re eterno, immortale, invisibile, all'unico Dio, siano onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

(1 Timoteo 1:3-17)

 

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ISTRUZIONI CONCERNENTI I FALSI DOTTORI (1:3-17)

 

AZIONE DESTABILIZZANTE DEI FALSI DOTTORI (1:3-4)

 Ti ripeto l'esortazione che ti feci mentre andavo in Macedonia, di rimanere a Efeso per ordinare ad alcuni di non insegnare dottrine diverse e di non occuparsi di favole e di genealogie senza fine, le quali suscitano discussioni invece di promuovere l'opera di Dio, che è fondata sulla fede.

 Nel suo discorso agli anziani di Efeso, fatto sulla spiaggia di Mileto (nel 59 d.C. circa), Paolo aveva loro raccomandato di badare a sé stessi e a tutto il gregge sul quale lo Spirito Santo li aveva costituiti sorveglianti per pascere la Chiesa di Dio e, come motivo speciale di vigilanza, aveva aggiunto:

 Io so che dopo la mia partenza si introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli.  (Atti 20:29-30)

 

La profezia di Paolo si rivelò corretta ed ora riprende una esortazione che aveva già fatto a Timoteo oralmente, molto probabilmente durante il viaggio da Efeso in Macedonia:

 Cessato il tumulto, Paolo fece chiamare i discepoli e, dopo averli esortati, li salutò e partì per la Macedonia.

Attraversate quelle regioni, rivolgendo molte esortazioni ai discepoli, giunse in Grecia. Qui si trattenne tre mesi.

Poi, dato che i Giudei avevano ordito un complotto contro di lui mentre stava per imbarcarsi per la Siria, decise di ritornare attraverso la Macedonia.

Lo accompagnarono Sòpatro di Berea, figlio di Pirro, Aristarco e Secondo di Tessalonica, Gaio di Derba, Timoteo e, della provincia d'Asia, Tichico e Trofimo. Questi andarono avanti e ci aspettarono a Troas.   (Atti 20:1-4)

 

Ma questa lettera, oltre a ricordare a Timoteo queste esortazioni, aveva anche lo scopo di incoraggiarlo a fare questo e contestualmente di accreditarlo nei confronti della Chiesa quale delegato dell’apostolo stesso.

 Efeso era stata la culla spirituale di tutte le chiese dell’Asia (che poi vediamo descritte nelle sette chiese dell’apocalisse oltre a Colosse), e la scuola di Tiranno era stata, per due anni, una “scuola biblica” eccezionale:

 Poi entrò nella sinagoga, e qui parlò con molta franchezza per tre mesi, esponendo con discorsi persuasivi le cose relative al regno di Dio. Ma siccome alcuni si ostinavano e rifiutavano di credere dicendo male della nuova Via davanti alla folla, egli, ritiratosi da loro, separò i discepoli e insegnava ogni giorno nella scuola di Tiranno. Questo durò due anni. Così tutti coloro che abitavano nell'Asia, Giudei e Greci, udirono la Parola del Signore.    (Atti 19:8-10)

 E pertanto il rimanere ad Efeso, significava rimanere come “insegnante con piena autorità” per tutte le chiese che si stavano formando in quell’area geografica.

 Il primo dovere di Timoteo in Efeso era di fare in modo che la chiesa fosse nutrita di sana dottrina; quindi doveva bandire l'insegnamento deviato e/o fuorviante di certe persone di cui Paolo (conformemente alla sua profezia) aveva avuto notizia.

 L'apostolo si serve qui di una parola composta “ετεροδιδασκαλειν” (lett. insegnare diversamente o dare un insegnamento diverso) ovvero diverso dall’insegnamento originario che Paolo aveva dato alla chiesa, e che egli chiama la sana dottrina.

 Alla fine della lettera Paolo scriverà:

 Se qualcuno insegna una dottrina diversa e non si attiene alle sane parole del Signore nostro Gesù Cristo e alla dottrina che è conforme alla pietà, è un orgoglioso e non sa nulla... (1 Timoteo 6:3-4)

 

Perché il problema era che all’interno di queste chiese era proprio che alcuni insegnavano dottrine diverse e si occupavano di favole e di genealogie senza fine, ed è proprio a questi che Timoteo deve, con piena autorità, ordinare di non insegnare quelle cose.

 

E questi falsi dottori insegnavano queste cose con autorità, nell’apparenza proprio come i veri apostoli di Cristo, infatti troviamo scritto che:

 

- si facevano chiamare apostoli:

 Quei tali sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo.

Non c'è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce.

Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da servitori di giustizia; la loro fine sarà secondo le loro opere.

(2 Corinzi 11:13-15)

 

- millantavano credito presso gli apostoli:

 I fratelli apostoli e anziani, ai fratelli di Antiochia, di Siria e di Cilicia che provengono dal paganesimo, salute.

Abbiamo saputo che alcuni fra noi, partiti senza nessun mandato da parte nostra, vi hanno turbato con i loro discorsi, sconvolgendo le anime vostre.  (Atti 15:23-24)

 

- scrivevano false lettere apostolari:

 Ora, fratelli, circa la venuta del Signore nostro Gesù Cristo e il nostro incontro con lui, vi preghiamo di non lasciarvi così presto sconvolgere la mente, né turbare sia da pretese ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche lettera data come nostra, come se il giorno del Signore fosse già presente. (1 Tessalonicesi 2:1-2)

 

Era (ed è anche oggi) un periodo di vera confusione, e questi insegnamenti deviati e fuorvianti era costituiti da:

   - dottrine diverse

   - favole (mythoi lett. Miti)

 - genealogie senza fine

 

Tutte con molta probabilità di origine giudaica, infatti troviamo altri riferimenti di Paolo in merito a queste cose:

 non diano retta a favole giudaiche né a comandamenti di uomini che voltano le spalle alla verità.  (Tito 1:14)

 definite anche “profane e da vecchie”:

   rifiuta le favole profane e da vecchie; esèrcitati invece alla pietà…  (1 Timoteo 4:7)

 

Anche Pietro contrappone al sano insegnamento le “favole abilmente inventate”:

 Infatti vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signore Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole abilmente inventate…   (2 Pietro 1:16)

 

Queste dottrine diverse (probabilmente contenute nei vangeli apocrifi che cominciavano a girare già ai tempi dell’apostolo), queste favole (miti allegorici derivanti da false profezie, visioni personali date per ispirate) e di genealogie senza fine (sensi allegorici legati alle genealogie che si perdevano nella notte dei tempi) o insegnamenti che volevano promuovere una supremazia dell’aspetto “carnale” derivante dalla dimostrazione di una qualche discendenza nel ceppo ebraico, creavano non pochi problemi, anzi suscitavano discussioni tra i fratelli invece di promuovere l'opera di Dio, che è fondata sulla fede.

 Questi insegnamenti (esercizi intellettuali molto simili anche alle massime filosofiche greche), privi di ogni base sicura e di pratica utilità non facevano che proporre alle menti dei fedeli delle questioniricerche curiose, invece di rivolgere tutta la loro attenzione sulla edificazione (lett. dispensazione) di Dio, che è fondata sulla fede, ovvero l’affermare che è Dio è l'autore del disegno eterno della salvezza, compiuto mediante i mezzi da Dio disposti per effettuarla nella persona e nell'opera di Cristo, e per questo dovevano essere fermati!

 Chi nutre le anime con favolose speculazioni mette davanti a loro delle questioni curiose, materia di dispute, senza alcuna utilità ai fini dell’edificazione comune; lo scopo dell’insegnamento spirituale deve essere invece quello di promuovere l'opera di Dio, che è fondata sulla fede.

 Ogni altro insegnamento che non ha questo scopo è una dottrina diversa; e ogni dottrina diversa dal Vangelo non deve essere insegnata nella Chiesa e va redarguita e fermata!

 Ogni occupazione relativa a qualcosa che esula dall’insegnamento del Vangelo di Cristo, è una favola, in quanto non ha alcun fondamento dottrinale (non è fondata sulla fede), e suscita discussioni inutili e non promuove l’Opera di Dio che è fondata sulla fede (che è lo scopo della Chiesa).

 A questi personaggi occorreva quindi ordinare di non proseguire con questi insegnamenti e per farlo occorreva una persona autorevole, che Paolo vedeva in Timoteo.

 Dobbiamo anche considerare un altro aspetto (non secondario), questi personaggi (e i loro insegnamenti) erano probabilmente stati conosciuti già da Timoteo nella sua giovinezza, quando era in galazia (cfr lettera ai Galati) e pertanto possiamo ipotizzare una sua certa sudditanza psicologica.

 Ricordiamo infatti come questi insegnamenti furono l’oggetto della Conferenza di Gerusalemme:

 Alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli, dicendo: «Se voi non siete circoncisi secondo il rito di Mosè, non potete essere salvati».  E siccome Paolo e Barnaba dissentivano e discutevano vivacemente con loro, fu deciso che Paolo, Barnaba e alcuni altri fratelli salissero a Gerusalemme dagli apostoli e anziani per trattare la questione.

Essi dunque, accompagnati per un tratto dalla chiesa, attraversarono la Fenicia e la Samaria, raccontando la conversione degli stranieri e suscitando grande gioia in tutti i fratelli.

Poi, giunti a Gerusalemme, furono accolti dalla chiesa, dagli apostoli e dagli anziani e riferirono le grandi cose che Dio aveva fatte per mezzo di loro.

Ma alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, si alzarono dicendo: «Bisogna circonciderli e comandare loro di osservare la legge di Mosè».   (Atti 15:1-5)

 

E come la Conferenza finì per formalizzare per scritto un insegnamento:

 «I fratelli apostoli e anziani, ai fratelli di Antiochia, di Siria e di Cilicia che provengono dal paganesimo, salute.

Abbiamo saputo che alcuni fra noi, partiti senza nessun mandato da parte nostra, vi hanno turbato con i loro discorsi, sconvolgendo le anime vostre.  È parso bene a noi, riuniti di comune accordo, di scegliere degli uomini e di mandarveli insieme ai nostri cari Barnaba e Paolo, i quali hanno messo a repentaglio la propria vita per il nome del Signore nostro Gesù Cristo.

Vi abbiamo dunque inviato Giuda e Sila; anch'essi vi riferiranno a voce le medesime cose. Infatti è parso bene allo Spirito Santo e a noi di non imporvi altro peso all'infuori di queste cose, che sono necessarie: di astenervi dalle carni sacrificate agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati, e dalla fornicazione; da queste cose farete bene a guardarvi.  (Atti 15:23-29)

 

Ma nonostante l’insegnamento formale della Conferenza di Gerusalemme, questi falsi dottori non si fermarono e nella lettera ai galati ne troviamo descritte le conseguenze:

 Mi meraviglio che così presto voi passiate, da colui che vi ha chiamati mediante la grazia di Cristo, a un altro vangelo.

Ché poi non c'è un altro vangelo; però ci sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo.

Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema.

Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema.  (Galati 1:6-9)

 

E Paolo non risparmia nulla contro questi insegnamenti e questi personaggi:

 Ecco, io, Paolo, vi dichiaro che, se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà a nulla.

Dichiaro di nuovo: ogni uomo che si fa circoncidere, è obbligato a osservare tutta la legge.

Voi che volete essere giustificati dalla legge, siete separati da Cristo; siete scaduti dalla grazia.

Poiché quanto a noi, è in spirito, per fede, che aspettiamo la speranza della giustizia.

Infatti, in Cristo Gesù non ha valore né la circoncisione né l'incirconcisione; quello che vale è la fede che opera per mezzo dell'amore.  Voi correvate bene; chi vi ha fermati perché non ubbidiate alla verità?

Una tale persuasione non viene da colui che vi chiama. Un po' di lievito fa lievitare tutta la pasta.

Riguardo a voi, io ho questa fiducia nel Signore, che non la penserete diversamente; ma colui che vi turba ne subirà la condanna, chiunque egli sia.  Quanto a me, fratelli, se io predico ancora la circoncisione, perché sono ancora perseguitato?   Si facciano pure evirare quelli che vi turbano!  (Galati 5:2-12)

 

Paolo definisce questi falsi insegnamenti, favole, genealogie senza fine, che lui stesso ha definito un danno, tanta spazzatura:

 Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno mutilare; perché i veri circoncisi siamo noi, che offriamo il nostro culto per mezzo dello Spirito di Dio, che ci vantiamo in Cristo Gesù, e non mettiamo la nostra fiducia nella carne; benché io avessi motivo di confidarmi anche nella carne.

Se qualcun altro pensa di aver motivo di confidarsi nella carne, io posso farlo molto di più; io, circonciso l'ottavo giorno, della razza d'Israele, della tribù di Beniamino, ebreo figlio d'Ebrei; quanto alla legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore della chiesa; quanto alla giustizia che è nella legge, irreprensibile.

Ma ciò che per me era un guadagno, l'ho considerato come un danno, a causa di Cristo.

Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui non con una giustizia mia, derivante dalla legge, ma con quella che si ha mediante la fede in Cristo: la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede.

Tutto questo allo scopo di conoscere Cristo, la potenza della sua risurrezione, la comunione delle sue sofferenze, divenendo conforme a lui nella sua morte, per giungere in qualche modo alla risurrezione dei morti.   (Filippesi 3:2-11)

 Questa azione destabilizzante, promuoveva la carnalità anziché la crescita spirituale nella chiesa e pertanto andava fermata, a tutti i costi!

 Ma non solo questo, i falsi insegnamenti creano le dispute e le contese che:

 - portano ad una totale rovina:

 Ricorda loro queste cose, scongiurandoli davanti a Dio che non facciano dispute di parole; esse non servono a niente e conducono alla rovina chi le ascolta.  (2 Timoteo 2:14)

 

- provocano le divisioni:

 Sono dei mormoratori, degli scontenti; camminano secondo le loro passioni; la loro bocca proferisce cose incredibilmente gonfie, e circondano d'ammirazione le persone per interesse.

Ma voi, carissimi, ricordatevi di ciò che gli apostoli del Signore nostro Gesù Cristo hanno predetto, quando vi dicevano: «Negli ultimi tempi vi saranno schernitori che vivranno secondo le loro empie passioni».

Essi sono quelli che provocano le divisioni, gente sensuale, che non ha lo Spirito.

Ma voi, carissimi, edificando voi stessi nella vostra santissima fede, pregando mediante lo Spirito Santo, conservatevi nell'amore di Dio, aspettando la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo, a vita eterna.  (Giuda 16-21)

 

Quindi, alla luce della pericolosità di questi personaggi, l’ordine che Paolo dà a Timoteo è perentorio e diventerà, alla fine della lettera, più esplicito circa le motivazioni, l’oggetto degli insegnamenti e le conseguenze di questi:

 Se qualcuno insegna una dottrina diversa e non si attiene alle sane parole del Signore nostro Gesù Cristo e alla dottrina che è conforme alla pietà, è un orgoglioso e non sa nulla; ma si fissa su questioni e dispute di parole, dalle quali nascono invidia, contese, maldicenza, cattivi sospetti, acerbe discussioni di persone corrotte di mente e prive della verità, le quali considerano la pietà come una fonte di guadagno.   (1 Timoteo 6:3-5)

 O Timoteo, custodisci il deposito; evita i discorsi vuoti e profani e le obiezioni di quella che falsamente si chiama scienza; alcuni di quelli che la professano si sono allontanati dalla fede. (1 Timoteo 6:20-21)

 

Lo stesso ordine Paolo lo dà anche a Tito, per quanto concerne la chiesa che è in Creta:

 Certa è quest'affermazione, e voglio che tu insista con forza su queste cose, perché quelli che hanno creduto in Dio abbiano cura di dedicarsi a opere buone.

Queste cose sono buone e utili agli uomini.

Ma quanto alle questioni stolte, alle genealogie, alle contese, e alle dispute intorno alla legge, evitale, perché sono inutili e vane.

Ammonisci l'uomo settario una volta e anche due; poi evitalo; sapendo che un tal uomo è traviato e pecca, condannandosi da sé.

(Tito 3:8-11)

 Possiamo vedere in questo passo come coloro che insegnano le cose che non promuovono l’Opera di Dio che è fondata sulla fede, ma insegnano altre dottrine oltre a fare i danno che abbiamo visto, ingannano sé stessi (e di conseguenza gli altri), al verso 7 Paolo scriverà che vogliono essere dottori della Legge, ma in realtà non sanno né quello che dicono né quello che affermano con certezza,a differenza di chi, si occupa della sana dottrina che promuove l’Opera di Dio che è fondata sulla fede, sa

 

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ISTRUZIONI CONCERNENTI I FALSI DOTTORI (1:3-17)

 

LO SCOPO DELL’INCARICO (1:5)

 Lo scopo di questo incarico è l'amore che viene da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera.

E’ curioso che In un incarico a carattere imperativo Paolo segnali come scopo dell’incarico stesso l'amore che viene da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera.

In realtà non è affatto curioso, siamo noi che abbiamo una visione dell’amore alquanto distorta dai concetti di questo mondo, dove il buonismo viene scambiato per amore e l’amore viene scambiato per crudeltà!

 Pensiamo, per esempio, alla riprensione paterna e leggiamo cosa insegna la Scrittura:

Non risparmiare la correzione al bambino; se lo batti con la verga, non ne morrà; lo batterai con la verga, ma lo salverai dal soggiorno dei morti.

(Proverbi 23:3-4)

Castiga tuo figlio, mentre c'è ancora speranza, ma non lasciarti andare sino a farlo morire.

(Proverbi 19:5)

Castigando la sua iniquità tu correggi l'uomo, distruggi come tarlo quel che ha di più caro; certo, ogni uomo non è che vanità.

(Salmo 39:11)

 L’amore di Dio si rivela anche nella disciplina:

Figlio mio, non disprezzare la correzione del SIGNORE, non ti ripugni la sua riprensione, perché il SIGNORE riprende colui che egli ama, come un padre il figlio che gradisce.   (Proverbi 3:11-12)

 La follia è legata al cuore del bambino, ma la verga della correzione l'allontanerà da lui.  (Proverbi 22:15)

 

Sopportate queste cose per la vostra correzione.

Dio vi tratta come figli; infatti, qual è il figlio che il padre non corregga?

Ma se siete esclusi da quella correzione di cui tutti hanno avuto la loro parte, allora siete bastardi e non figli…

…È vero che qualunque correzione sul momento non sembra recare gioia, ma tristezza; in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa.

(tratto da Ebrei 12:7-11)

 Lo scopo dell’incarico è quindi questo amore vero che conduce alla vita, non il buonismo che conduce alla morte!

 

1) Perché il vero amore viene da un cuore puro, un cuore rigenerato dallo Spirito Santo:

 - un cuore che ama la Giustizia;

 - un cuore che è fonte di sentimenti puri, volti al Bene, che benedice;

 - un cuore conforme alla volontà di Dio;

 - un cuore privo da sentimenti egoistici e di dipendenze dalla carne.

 

 2) Perché il vero amore viene da una buona coscienza, una mente rigenerata dallo Spirito Santo:

 - una buona coscienza che pensa, e agisce secondo la volontà di Dio, la mente di Cristo! (cfr 1 Corinzi 2:16);

 - una buona coscienza consapevole della rettitudine e che tende a praticare il bene e fuggire il male.

  

3) Perché il vero amore viene da una fede non finta (lett. anypokritou, non ipocrita):

 - una fede operante, pratica, vissuta veramente;

 - una fede genuina che si affida totalmente al Signore e non alle proprie capacità!

 

 Queste tre caratteristiche sono quelle che Paolo ha visto in Timoteo, che nonostante tutte le sue debolezze oggettive, ritiene, per queste motivazioni idoneo allo svolgimento di questo incarico.

 Ricordiamo come Paolo ricorda il suo discepolo:

 …ripenso alle tue lacrime e desidero intensamente vederti per essere riempito di gioia.

Ricordo infatti la fede sincera che è in te, la quale abitò prima in tua nonna Loide e in tua madre Eunice, e, sono convinto, abita pure in te.  (2 Timoteo 1:4-5)

 

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ISTRUZIONI CONCERNENTI I FALSI DOTTORI (1:3-17)

 

FALSE DOTTRINE PROPOSTE DAI FALSI DOTTORI (1:6-11)

 Alcuni hanno deviato da queste cose e si sono abbandonati a discorsi senza senso.

Vogliono essere dottori della legge ma in realtà non sanno né quello che dicono né quello che affermano con certezza.

Noi sappiamo che la legge è buona, se uno ne fa un uso legittimo; sappiamo anche che la legge è fatta non per il giusto ma per gl’iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e gl’irreligiosi, per coloro che uccidono padre e madre, per gli omicidi, per i fornicatori, per i sodomiti, per i mercanti di schiavi, per i bugiardi, per gli spergiuri e per ogni altra cosa contraria alla sana dottrina, secondo il vangelo della gloria del beato Dio, che egli mi ha affidato.

Paolo evidenzia come l’azione destabilizzante dei falsi dottori ha già procurato danni alla chiesa, infatti alcuni hanno deviato da queste cose (lett. hanno mancato il bersaglio) e si sono abbandonati a discorsi senza senso (lett. mataiologhian, parole vuote, sciocche, inutili, superficiali).

Questo passo ci fa comprendere come chi perde di vista la meta suprema della vita cristiana e devia dalla via che vi conduce (trascurando la purezza del cuore, la rettitudine della coscienza e la sincerità della fede), prenderà facilmente quella del “fare discorsi senza senso”, delle diverse dottrine, delle favole, dei discorsi inutili e dannosi, quelle “questioni curiose” che sono senza una vera utilità pratica, che servono solo a far “ragionare la mente” e non esigono uno sforzo morale di santificazione; e questo era lo stato di queste persone di cui parla l’apostolo a Timoteo.

 Dobbiamo sempre ricordarci che la Chiesa è nata dalla predicazione della Verità del Vangelo, ma fin dall’inizio troviamo la tendenza a tralasciare le cose essenziali del Vangelo per quelle che sono secondarie.

E la tentazione di chi pasce il gregge di Dio è sempre quella di trascurare la semplicità dell’insegnamento del Vangelo che nutre e santifica le anime, per “pascere se stesso”  attirando l’attenzione mediante curiosità, temi, insegnamenti di poca (se non nessuna) utilità, tantomeno virtù santificante.

E dobbiamo considerare (e constatare) che il falso insegnamento è contagioso, non dobbiamo mai sottovalutarne gli effetti, che sono devastanti!

Al di fuori della sana dottrina (lett. didaskalia, insegnamento, termine usato sette volte in questa lettera) sono tutti discorsi senza senso, non portano a nulla, o meglio portano alla rovina!

 Ed in questo loro “vaneggiare”, questi insegnanti di cose vane (che diventano vere e proprie fissazioni – cfr 1 Timoteo 6:4), vogliono essere dottori della legge ma in realtà non sanno né quello che dicono né quello che affermano con certezza, perché la Legge trova il suo senso pieno solo in Cristo!

 Il Vangelo non rinnega il contenuto morale della Legge, infatti Cristo non è venuto per annullarla ma per compierla. Ma non ogni uso che si fa della Legge risponde all’intento per il quale Dio l’ha data!

 Come Paolo aveva già scritto:

Così la legge è stata come un precettore per condurci a Cristo, affinché noi fossimo giustificati per fede.  (Galati 3:24)

 

…perché mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a lui; infatti la legge dà soltanto la conoscenza del peccato.

Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti: vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono - infatti non c'è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio - ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.

Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza; e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù.   (Romani 3:20-26)

 Alla luce di Cristo, e solo in Lui noi sappiamo che la legge è buona, se uno ne fa un uso legittimo.

 

Vi è quindi:

- un uso legittimo della Legge (quello di condurci a Cristo);

 - ed un uso illegittimo della Legge (quello di allontanarci da Cristo) ed è questo che portavano (e portano ancora oggi) i falsi dottori:

 - si può usare la Legge (come facevano i farisei), zelanti nell’osservanza esteriore di Essa per stabilire la propria giustizia;

 - si può usare la Legge (come facevano i giudaizzanti della Galazia) per istituirla come condizione di Salvezza per chi ha già creduto in Cristo.

 

Paolo allora vuole ricordare il principio fondamentale a cui deve ispirarsi chiunque voglia fare un uso corretto della Legge:

LA LEGGE NON E’ STATA DATA PER I GIUSTI MA PER I PECCATORI

 

E quando Paolo parla di giusti, parla di coloro che sono giustificati in Cristo!

La Legge, dando la conoscenza del peccato, è fatta non per il giusto ma per gl'iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e gl'irreligiosi, per coloro che uccidono padre e madre, per gli omicidi, per i fornicatori, per i sodomiti, per i mercanti di schiavi, per i bugiardi, per gli spergiuri e per ogni altra cosa contraria alla sana dottrina, secondo il vangelo della gloria del beato Dio, che egli mi ha affidato.

 In altre parole, la Legge è fatta per condannare il peccato!

La Legge è fatta per poter denunciare lo stato di peccato dell’uomo, in tutte le sue manifestazioni peccaminose che altrimenti non sarebbero evidenti e, per mezzo di Essa, diventa “estremamente peccante”:

 Così la legge è santa, e il comandamento è santo, giusto e buono.

Ciò che è buono, diventò dunque per me morte? No di certo!

È invece il peccato che mi è diventato morte, perché si rivelasse come peccato, causandomi la morte mediante ciò che è buono; affinché, per mezzo del comandamento, il peccato diventasse estremamente peccante. (Romani 7:12-13)

 Per questo motivo Paolo elenca tutti questi aggettivi (come usa spesso fare l’apostolo, portati all’eccesso rispetto al decalogo) propri di coloro che, essendo sotto il potere del maligno, sono sotto la Legge:

 

…per gli iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori…

 1° e 2° comandamento:

 Non avere altri dii nel mio cospetto. 

Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù ne' cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servir loro, perché io, l'Eterno, l'Iddio tuo, sono un Dio geloso che punisco l'iniquità dei padri sui figliuoli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso benignità, fino alla millesima generazione, verso quelli che m'amano e osservano i miei comandamenti.   (Esodo 20:3-6)

  

  …per i sacrileghi e gl'irreligiosi…

3° e 4° comandamento:

Non usare il nome dell'Eterno, ch'è l'Iddio tuo, in vano; perché l'Eterno non terrà per innocente chi avrà usato il suo nome in vano. 

Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. 

Lavora sei giorni e fa' in essi ogni opera tua; ma il settimo è giorno di riposo, sacro all'Eterno, ch'è l'Iddio tuo; non fare in esso lavoro alcuno, né tu, né il tuo figliuolo, né la tua figliuola, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né il forestiero ch'è dentro alle tue porte; poiché in sei giorni l'Eterno fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò ch'è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò l'Eterno ha benedetto il giorno del riposo e l'ha santificato.  (Esodo 20:7-11)

 

  …per coloro che uccidono padre e madre…

 5° comandamento:

 Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che l'Eterno, l'Iddio tuo, ti dà.  (Esodo 20:12)

 

  … per gli omicidi…

 6° comandamento:

 Non uccidere.  (Esodo 20:13)

 

  … per i fornicatori, per i sodomiti …

 7° comandamento:

  Non commettere adulterio.  (Esodo 20:14)

 

  … per i mercanti di schiavi …

 8° comandamento:

 Non rubare.   (Esodo 20:15)

 … per i bugiardi, per gli spergiuri …

 9° comandamento:

 Non attestare il falso contro il tuo prossimo.   (Esodo 20:16)

 … per ogni altra cosa contraria alla sana dottrina …

 10° comandamento:

 Non concupire la casa del tuo prossimo; non concupire la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna che sia del tuo prossimo.   (Esodo 20:17)

 

Quindi la Legge, da all’uomo la conoscenza del peccato, ne rivela la potenza maligna e le funeste conseguenze, scuotendo la coscienza e facendo sentire il bisogno della liberazione, ma la Legge non libera, accusa, è questa la sua funzione.

 Solo il Vangelo di Cristo è in grado di rigenerare, santificare l’uomo, sostituendo la lettera che uccide con Lo Spirito che vivifica, affrancando (liberando) l’uomo dalla Legge del peccato e della morte e legandolo nei dolci legami della Legge dello Spirito e della Vita in Cristo Gesù:

Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte. 

Infatti, ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha fatto; mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne, affinché il comandamento della legge fosse adempiuto in noi, che camminiamo non secondo la carne, ma secondo lo Spirito.   (Romani 8:1-4)

 

E noi sappiamo che:

…dalla sua pienezza (dalla pienezza di Cristo) noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia.

Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo.

(Giovanni 1:16-17)

 E il credente in Cristo Gesù è morto alla Legge perché vivo (giustificato) in Cristo, per questo Paolo scrive così ai Romani:

Sappiamo infatti che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui affinché il corpo del peccato fosse annullato e noi non serviamo più al peccato; infatti colui che è morto è libero dal peccato. 

 infatti il peccato non avrà più potere su di voi; perché non siete sotto la legge ma sotto la grazia.

(tratto da Romani 6:6-14)

 Il cristiano ha ora una norma di vita molto superiore a quella della Legge mosaica, più comprensiva e più perfetta, quella che ci ha lasciato Cristo, quel “nuovo comandamento” (cfr Giovanni 13:34; 1 Giovanni 2:7-8; 2 Giovanni 5): che ha insegnato e dimostrato con il Suo esempio.

 

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ISTRUZIONI CONCERNENTI I FALSI DOTTORI (1:3-17)

 

ESPERIENZA DI PAOLO A PROPOSITO DELLA GRAZIA (1:12-17)

 Io ringrazio colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù, nostro Signore, per avermi stimato degno della sua fiducia, ponendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento; ma misericordia mi è stata usata, perché agivo per ignoranza nella mia incredulità; e la grazia del Signore nostro è sovrabbondata con la fede e con l'amore che è in Cristo Gesù.

Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo.

Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo dimostrasse in me, per primo, tutta la sua pazienza, e io servissi di esempio a quanti in seguito avrebbero creduto in lui per avere vita eterna.

Al Re eterno, immortale, invisibile, all'unico Dio, siano onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Io ringrazio colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù, nostro Signore, per avermi stimato degno della sua fiducia, ponendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento; ma misericordia mi è stata usata, perché agivo per ignoranza nella mia incredulità; e la grazia del Signore nostro è sovrabbondata con la fede e con l'amore che è in Cristo Gesù…

 

Come usa spesso fare, Paolo si pone come esempio e descrive in questo passo come l’Opera di Dio fondata sulla fede è stata efficace in Lui e ne promuove tutta la potenza.

Paolo inoltre, non vuole i che Timoteo si scoraggi a causa delle sue debolezze e non si stimi degno di poter svolgere l’incarico, quindi porta sè stesso come esempio di persona che è diventata forte per opera del Signore:

- è Cristo Gesù, nostro Signore che lo ha reso forte;

- è Cristo Gesù, nostro Signore che lo ha stimato degno.

 

In quanto egli non aveva alcuna forza, titolo o merito per svolgere il più ardito degli incarichi degli apostoli (predicare il Vangelo ai pagani), anzi: prima era un bestemmiatore, un persecutore e un violento.

 

Ricordiamo cosa confessò davanti ad Agrippa:

Quanto a me, in verità pensai di dover lavorare attivamente contro il nome di Gesù il Nazareno.

Questo infatti feci a Gerusalemme; e avendone ricevuta l'autorizzazione dai capi dei sacerdoti, io rinchiusi nelle prigioni molti santi; e, quand'erano messi a morte, io davo il mio voto.

E spesso, in tutte le sinagoghe, punendoli, li costringevo a bestemmiare; e, infuriato oltremodo contro di loro, li perseguitavo fin nelle città straniere.  (Atti 26:9-11)

 

E questo peso nella coscienza di Paolo la faceva sentire piccolo:

- l’aborto, il minimo degli apostoli:

Vi ricordo, fratelli, il vangelo che vi ho annunciato, che voi avete anche ricevuto, nel quale state anche saldi, mediante il quale siete salvati, purché lo riteniate quale ve l'ho annunciato; a meno che non abbiate creduto invano.

Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l'ho ricevuto anch'io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture; che apparve a Cefa, poi ai dodici.

Poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti.

Poi apparve a Giacomo, poi a tutti gli apostoli; e, ultimo di tutti, apparve anche a me, come all'aborto; perché io sono il minimo degli apostoli, e non sono degno di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la chiesa di Dio.

Ma per la grazia di Dio io sono quello che sono; e la grazia sua verso di me non è stata vana; anzi, ho faticato più di tutti loro; non io però, ma la grazia di Dio che è con me.

Sia dunque io o siano loro, così noi predichiamo, e così voi avete creduto.   (1 Corinzi 15:1-11)

 

- il minimo fra tutti i santi:

A me, dico, che sono il minimo fra tutti i santi, è stata data questa grazia di annunciare agli stranieri le insondabili ricchezze di Cristo e di manifestare a tutti quale sia il piano seguito da Dio riguardo al mistero che è stato fin dalle più remote età nascosto in Dio, il Creatore di tutte le cose   (Efesini 3:8-9)

 

- il primo dei peccatori:

…Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo.   (1 Timoteo 1:15)

L’unica attenuante che pone Paolo è l’ignoranza (misericordia mi è stata usata, perché agivo per ignoranza nella mia incredulità), per questo gli è stata fatta Grazia, proprio come per tutti gli uomini, ricordiamo:

 

- cosa disse il Signore a Giona circa i niniviti:

Tu hai pietà del ricino per il quale non ti sei affaticato, che tu non hai fatto crescere, che è nato in una notte e in una notte è perito; e io non avrei pietà di Ninive, la gran città, nella quale si trovano più di centoventimila persone che non sanno distinguere la loro destra dalla loro sinistra, e tanta quantità di bestiame?   (Giona 4:10-11)

 

- Gesù sulla croce domandò al Padre di perdonare i suoi uccisori perché ignoravano cosa stavano facendo:

Gesù diceva: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno».  (Luca 23:34)

 

- la predicazione di Pietro nel tempio in occasione della guarigione dello zoppo:

Ma voi rinnegaste il Santo, il Giusto e chiedeste che vi fosse concesso un omicida; e uccideste il Principe della vita, che Dio ha risuscitato dai morti. Di questo noi siamo testimoni.  E, per la fede nel suo nome, il suo nome ha fortificato quest'uomo che vedete e conoscete; ed è la fede, che si ha per mezzo di lui, che gli ha dato questa perfetta guarigione in presenza di voi tutti.

Ora, fratelli, io so che lo faceste per ignoranza, come pure i vostri capi.  (Atti 3:14-17)

 

- la predicazione di Paolo ad Atene:

Essendo dunque discendenza di Dio, non dobbiamo credere che la divinità sia simile a oro, ad argento, o a pietra scolpita dall'arte e dall'immaginazione umana.

Dio dunque, passando sopra i tempi dell'ignoranza, ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano, perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell'uomo ch'egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti.  (Atti 17:29-31)

 Ma conosciuta la Verità, non abbiamo più scusanti:

Gesù stesso infatti disse:

Perciò io vi dico: ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. 

A chiunque parli contro il Figlio dell'uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo né in quello futuro.  (Matteo 12:31-32)

   Ed anche l’autore della lettera agli ebrei ce ne dà conferma:

Infatti quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo futuro, e poi sono caduti, è impossibile ricondurli di nuovo al ravvedimento perché crocifiggono di nuovo per conto loro il Figlio di Dio e lo espongono a infamia.   (Ebrei 6:4-6)

Per questo troviamo scritto questo proverbio:

Cessa, figlio mio, d'ascoltare l'istruzione, se ti vuoi allontanare dalle parole della scienza.   (Proverbi 19:27)

 

A questo punto potremmo chiederci: “Ma allora è veramente utile evangelizzare? E’ veramente buono per i peccatori venire alla conoscenza di Cristo?”

 La risposta è decisamente SI! Perché:

- il Vangelo è una Buona Notizia, una notizia che, se accettata, porta la VITA che queste persone non hanno e ci da il diritto di essere FIGLI DI DIO e ci dà accesso ad OGNI BENEDIZIONE SPIRIUTUALE NEI LUOGHI CELESTI;

- il Vangelo è una Buona Notizia, una notizia che se accettata fa scampare dal GIUDIZIO DI DIO che comunque è su tutti gli uomini.

- il Vangelo è una Buona Notizia, una notizia che, se accettata, ci compie in noi pienamente l’OPERA PER CUI SIAMO STATI CREATI, diventiamo GLI ELETTI DI DIO A LODE DELLA SUA GLORIA!

- il Vangelo è una Buona Notizia, una notizia che, se accettata, ci LIBERA DAL CORPO SOGGETTO ALLA MORTE, CI REDIME E CI RIVELA IL MERAVIGLIOSO PIANO CHE DIO HA PER NOI!

- il Vangelo è una Buona Notizia, una notizia che se accettata ci dà accesso alle immense ricchezze di Dio, siamo EREDI DI DIO!

- il Vangelo è una Buona Notizia, una notizia che ci permette di AVERE IL SIGILLO DELLO SPIRITO SANTO, IL PEGNO, LA GARANZIA DELLA PIENA REDENZIONE!

- il Vangelo è una Buona Notizia, una notizia che se accettata fa VIVERE VERAMENTE e permette di VEDERE OGNI COSA CON GLI OCCHI DI DIO.

- il Vangelo è una Buona Notizia, una notizia che se accettata fa VIVERE VERAMENTE e permette di CAPIRE OGNI COSA CON LA MENTE DI CRISTO.

 

Il Vangelo è prezioso:

Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo, che un uomo, dopo averlo trovato, nasconde; e, per la gioia che ne ha, va e vende tutto quello che ha, e compra quel campo.

 Il regno dei cieli è anche simile a un mercante che va in cerca di belle perle; e, trovata una perla di gran valore, se n'è andato, ha venduto tutto quello che aveva, e l'ha comperata.  (Matteo 13:44-46)

 

…E La grazia di Dio in Paolo non fu vana, la forza che il Signore gli diede e la stima di cui lo aveva circondato non furono mal riposte, Paolo si pone come esempio di potenza e fruttuosità della Grazia di Dio ottenuta per la sola fede e ne promuove tutta la Sua efficacia:

la grazia del Signore nostro è sovrabbondata (lett. hyperepleonasen, era presente in grande quantità per colmare tutte le sue carenze) con la fede e con l'amore che è in Cristo Gesù.

 

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…Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo.

Questa è la prima delle tre affermazioni certe e degne di essere pienamente (integralmente, senza esitazioni di alcun genere) accettata di questa lettera.

Paolo ora non vive più nell’ignoranza, ora fa affermazioni certe e degne di essere pienamente accettate.

E questa affermazione in particolare è il fine del Vangelo (che occorreva affermare già allora con certezza di fronte a questi falsi insegnanti ed è più che mai importante affermare con certezza oggi nei tempi prossimi all’apostasia più acuta):

 

…Cristo Gesù è venuto nel mondo…

Le favole e le genealogie senza fine minavano la stessa venuta in carne di Gesù, ricordiamo come anche Giovanni scriveva:

Da questo conoscete lo Spirito di Dio: ogni spirito, il quale riconosce pubblicamente che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio.

(1 Giovanni 4:2)

 Poiché molti seduttori sono usciti per il mondo, i quali non riconoscono pubblicamente che Gesù Cristo è venuto in carne. Quello è il seduttore e l'anticristo.  (2 Giovanni 7)

 Con l’affermazione che Cristo Gesù è venuto nel mondo, si proclama la preesistenza ed Figlio di Dio e il fatto storico della Sua incarnazione:

E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.  (Giovanni 1:14)

 Sono proceduto dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio il mondo, e vado al Padre.  (Giovanni 16:28)

 

…per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo.

 Le favole e le genealogie senza fine promuovevano la propria giustizia o saggezza e non lo scopo dell’Opera di Cristo:  salvare i peccatori.

 

 …Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo dimostrasse in me, per primo, tutta la sua pazienza, e io servissi di esempio a quanti in seguito avrebbero creduto in lui per avere vita eterna.

 La sua conversione, dalla più profonda ribellione (frutto dell’ignoranza) alla più eclatante obbedienza è l’esempio per Timoteo e per tutti noi.

 Paolo è la dimostrazione esemplare, della pazienza di Dio.

 La pazienza di Dio che è una attesa di vedere la trasformazione di ciascun credente!

 E l’esempio di Paolo  è per tutti quanti in seguito avrebbero creduto in lui per avere vita eterna, Timoteo compreso, noi compresi.

 Infatti fu proprio per questo scopo (mostrare il Piano di Dio per la Salvezza dei peccatori) che Paolo fu chiamato; poiché era “il peggiore” di tutti, affinchè diventasse l’esempio più probante della Grazia di Dio!

 Paolo, il nemico più agguerrito era diventato il servo più affidabile!

 

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…Al Re eterno, immortale, invisibile, all'unico Dio, siano onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Ricordando la sua liberazione dallo stato di peccato, Paolo è spinto ad una profonda adorazione di Dio, di Colui la cui volontà ha permesso questa Grazia in lui:

 …Re eterno

Paolo riconosce Dio come il Re Eterno, il Re di tutti i secoli della storia, non limitato nel tempo, capace quindi di portare a compimento, nel corso dei secoli, i Suoi disegni e di far quindi giungere i Suoi alla Vita Eterna e perfetta.

 

…immortale (Lett. Incorruttibile)

  Non soggetto a mutamento, decadimento, tanto meno a morte.

 

…invisibile

  In quanto Spirito ed invisibile agli occhi umani:

…beato e unico sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l'immortalità e che abita una luce inaccessibile; che nessun uomo ha visto né può vedere…   (1 Timoteo 6:15-16)

 Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere.  (Giovanni 1:18)

 

…all'unico Dio

  In quanto non ce n’è un altro, nonché unico in Unità con il Figlio e Lo Spirito Santo.

  …siano onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Se il ricordo della sua conversione ha portato Paolo ad una così ampia adorazione di Dio, quanto più alto dovrebbe echeggiare il cantico di riconoscenza dei redenti quando sarà giunto il compimento del Regno di Dio e saranno manifestate a tutti i santi le vie meravigliose per le quali Dio li ha tratti alla conversione!

 Questo è promuovere l’Opera di Dio che è fondata sulla fede in opposizione ai falsi dottori che promuovevano la loro giustizia sulla base della Legge (facendone un uso improprio) o sulle favole artificiosamente composte circa le origini carnali o diritti terreni (le genealogie senza fine) che suscitano discussioni inutili e dannose per la Chiesa!

 

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AFFIDAMENTO DELL’INCARICO (1:18-20)

Ti affido questo incarico, Timoteo, figlio mio, in armonia con le profezie che sono state in precedenza fatte a tuo riguardo, perché tu combatta in virtù di esse la buona battaglia, conservando la fede e una buona coscienza; alla quale alcuni hanno rinunciato, e così, hanno fatto naufragio quanto alla fede.

Tra questi sono Imeneo e Alessandro, che ho consegnati a Satana affinché imparino a non bestemmiare.  (1 Timoteo 1:18-20)

 

Premessa la volontà di Dio, la Sua Forza, la stima che Egli ha per chi crede ed è chiamato a servirLo, Paolo passa all’affidamento ufficiale dell’incarico.

Paolo era testimone oculare della testimonianza di Timoteo e della (probabile) preghiera di intercessione fatta per lui:

…afferra la vita eterna alla quale sei stato chiamato e in vista della quale hai fatto quella bella confessione di fede in presenza di molti testimoni. (1 Timoteo 6:12)

 

Ed è un incarico arduo, un vero e proprio combattimento:

…perché tu combatta in virtù di esse la buona battaglia, conservando la fede e una buona coscienza…

Il combattimento cristiano è una buona battaglia, una battaglia che vale la pena di combattere, perché è sostenuta da un’ottima motivazione!

Ma è un combattimento che mette alla prova la fede (che va conservata) e la coscienza (che deve rimanere buona), è un combattimento che deve portare a custodire il buon deposito:

  Custodisci il buon deposito per mezzo dello Spirito Santo che abita in noi.  (2 Timoteo 1:14)

 

Un combattimento con lo scopo di rimanere in piedi dopo aver fatto il proprio dovere:

Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza.

Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate stare saldi contro le insidie del diavolo,  il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti.

Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere.…

(Efesini 6:10-13)

 

Perché il rischio di chi rinuncia (lett. apotheo, rifiutare assolutamente e deliberatamente) alla fede sincera e alla buona coscienza durante il combattimento finisce per fare naufragio quanto alla fede.

Fare naufragio nella fede non significa perdere la salvezza, significa andare in rovina, il viaggio viene reso vano, perdere il carico, arrivare a riva attaccati alla nave andata in pezzi, e Paolo conosceva bene questo infausto evento:

…cinque volte ho ricevuto quaranta colpi meno uno; tre volte sono stato battuto con le verghe; una volta sono stato lapidato; tre volte ho fatto naufragio; ho passato un giorno e una notte negli abissi marini…

(2 Corinzi 11:24-25)

 

Quando fu giorno, non riuscivamo a riconoscere il paese; ma scorsero un'insenatura con spiaggia, e decisero, se possibile, di spingervi la nave.

Staccate le ancore, le lasciarono andare in mare; sciolsero al tempo stesso i legami dei timoni e, alzata la vela maestra al vento, si diressero verso la spiaggia.

Ma essendo incappati in un luogo che aveva il mare dai due lati, vi fecero arenare la nave; e mentre la prua, incagliata, rimaneva immobile, la poppa si sfasciava per la violenza delle onde.

Il parere dei soldati era di uccidere i prigionieri, perché nessuno fuggisse a nuoto.

Ma il centurione, volendo salvare Paolo, li distolse da quel proposito, e ordinò che per primi si gettassero in mare quelli che sapevano nuotare, per giungere a terra, e gli altri, chi sopra tavole, e chi su rottami della nave.

E così avvenne che tutti giunsero salvi a terra.

(Atti 27:39-44)

 

Senza la fede sincera nella verità del Vangelo, nel Cristo vivente e potente da condurre i Suoi alla vittoria finale, mancherebbe a Timoteo l'impulso morale all'azione.

Ma la fede non si può conservare sincera, sana e robusta se non va unita a buona coscienza.

Chi non percorre la via della buona coscienza, cioè chi non ubbidisce alla voce della coscienza buona (spirituale), anzi la offende mettendola a tacere, giunge a fare naufragio anche in quanto concerne la fede.

Paolo sembra paragonare la buona coscienza alla zavorra che tiene la nave in equilibrio e la preserva dal capovolgersi o dall’essere lanciata dai venti contro agli scogli.

Chi considera la coscienza come un monitore inutile o molesto e non si cura della sua approvazione, vedrà presto oscurarsi la sua vita spirituale; il peccato tollerato contro la coscienza affievolirà la luce del glorioso Evangelo e le tenebre dell'errore e dell'incredulità riprenderanno il posto della fede, possiamo così perdere il frutto delle nostre fatiche.

Paolo parla anche di essere squalificato nella corsa cristiana per non avere corso secondo le regole:

Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio, corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo.

Chiunque fa l'atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una incorruttibile.

Io quindi corro così; non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l'aria; anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato.

(1 Corinzi 9:24-27)

 

Allo stesso modo quando uno lotta come atleta non riceve la corona, se non ha lottato secondo le regole.

 (2 Timoteo 2:5)

 

Tra coloro che hanno fatto naufragio Paolo porta come esempio a Timoteo Imeneo e Alessandro, che ho consegnati a Satana affinché imparino a non bestemmiare.

Non si sa molto di questi due personaggi (che hanno nomi propri riportati anche in altre lettere ma non vi è alcuna certezza che siano i medesimi), ma quello che sappiamo è che questi due personaggi, avevano fatto naufragio della fede proprio perché avevano rinunciato alla fede e ad una buona coscienza.

Per questo erano stati estromessi dalla comunione fraterna (consegnati a Satana) con lo scopo di recuperarli da ravveduti (affinché imparino a non bestemmiare).

Per Paolo e per i cristiani, satana non è un mito o una figura retorica (la personificazione del male), è una personalità vivente ed operante per il male dei fedeli.

Ma le sue azioni sono comunque “regolate”, “misurate”, da Dio, il Quale può perfino volgere in bene quello che satana disegna per il male (cfr Giobbe, Giuseppe…), fino al perfetto trionfo di Gesù Cristo (cfr Colossesi 2:15).

In Cristo, i credenti sono vittoriosi sul loro grande avversario.

Rinunciare deliberatamente alla fede ed alla buona coscienza significa quindi bestemmiare il nome di Dio, e la Chiesa che è la colonna e sostegno della Verità (cfr 1 Timoteo 3:15) non può considerare dei suoi membri coloro che rinnegano la Verità.

La disciplina, anche se dura e apparentemente crudele come questa impartita da Paolo nei confronti di Imeneo e Alessandro, è sempre finalizzata al recupero (cfr 2 Corinzi 2:5-8; 2 Tessalonicesi 3:14-15).

 

 Gianni Marinuzzi