Le prime persecuzioni – L’arresto di Pietro e Giovanni
ATTI DEGLI APOSTOLI
4:1-22
Mentre essi parlavano al popolo,
giunsero i sacerdoti, il capitano del tempio e i sadducei, indignati perché
essi insegnavano al popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti.
Misero loro le mani addosso, e li
gettarono in prigione fino al giorno seguente, perché era già sera.
Ma molti di coloro che avevano udito
la Parola credettero; e il numero degli uomini salì
a circa cinquemila.
Il giorno seguente, i loro capi, con
gli anziani e gli scribi, si riunirono a Gerusalemme, con Anna, il sommo
sacerdote, Caiafa, Giovanni, Alessandro e tutti quelli che appartenevano
alla famiglia dei sommi sacerdoti.
E, fatti condurre in mezzo a loro
Pietro e Giovanni, domandarono: «Con quale potere o in nome di chi avete
fatto questo?»
Allora Pietro, pieno di Spirito
Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, se oggi siamo esaminati a
proposito di un beneficio fatto a un uomo infermo, per sapere com'è che
quest'uomo è stato guarito, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo
d'Israele che questo è stato fatto nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, che
voi avete crocifisso, e che Dio ha risuscitato dai morti; è per la sua virtù
che quest'uomo compare guarito, in presenza vostra.
Egli è "la pietra che è stata da voi costruttori rifiutata, ed è divenuta la
pietra angolare".
In nessun altro è la salvezza; perché
non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini,
per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati».
Essi, vista la franchezza di Pietro e
di Giovanni, si meravigliavano, avendo capito che erano popolani senza
istruzione; riconoscevano che erano stati con Gesù e, vedendo l'uomo che era
stato guarito, lì presente con loro, non potevano dir niente in contrario.
Ma, dopo aver ordinato loro di uscire
dal sinedrio, si consultarono gli uni gli altri dicendo: «Che faremo a
questi uomini? Che un evidente miracolo sia stato fatto per mezzo di loro, è
noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme, e noi non possiamo negarlo.
Ma, affinché ciò non si diffonda
maggiormente tra il popolo, ordiniamo loro con minacce di non parlare più a
nessuno nel nome di costui».
E, avendoli chiamati, imposero loro
di non parlare né insegnare affatto nel nome di Gesù.
Ma Pietro e Giovanni risposero loro:
«Giudicate voi se è giusto, davanti a Dio, ubbidire a voi anziché a Dio.
Quanto a noi, non possiamo non
parlare delle cose che abbiamo viste e udite».
Ed essi, minacciatili di nuovo, li
lasciarono andare, non trovando assolutamente come poterli punire, a causa
del popolo; perché tutti glorificavano Dio per quello che era accaduto.
Infatti l'uomo in cui questo miracolo
della guarigione era stato compiuto aveva più di quarant'anni.
***
Gli Apostoli erano andati al tempio per pregare (cfr
Atti 3:1), ed eccoli che si trovano in prigione (cfr
Atti 4:3).
Cosa è successo? Semplicemente quello che è naturale, la persecuzione!
Paolo dirà con molta franchezza a Timoteo:
Del resto,
tutti quelli che vogliono vivere
piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati.
(2 Timoteo 3:12)
Così il Signore educa i suoi
alla “scuola del dolore”; non a sbalzi; gradualmente; la prigione e le
minacce (testo attuale); poi, di nuovo il carcere (cfr
Atti 5:18); poi la tortura (cfr
Atti 5:40); e questi eroi così educati a non temere il carcere,
né le minacce, né i colpi, saranno pronti, se occorre, a subire il martirio
per amore di Colui nel quale hanno creduto.
Gesù disse solennemente:
Beati i perseguitati per motivo di
giustizia, perché di loro è
il regno dei cieli.
Beati voi, quando vi insulteranno e
vi perseguiteranno e, mentendo,
diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia.
Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli;
poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi
(Matteo 5:10-12)
Se il mondo vi odia, sapete bene che
prima di voi ha odiato me.
Se foste del
mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; poiché non siete del mondo, ma io
ho scelto voi in mezzo al mondo,
perciò il mondo vi odia.
Ricordatevi della
parola che vi ho detta: "Il servo non è più grande del suo signore".
Se hanno perseguitato me,
perseguiteranno anche voi; se hanno
osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra.
Ma tutto questo ve lo faranno a causa
del mio nome,
perché non conoscono colui che mi ha
mandato.
(Giovanni 15:20)
Nel mondo avrete tribolazione; ma
fatevi coraggio, io ho vinto il mondo.
(Giovanni 16:33)
Queste Parole, ricordate ai discepoli dallo Spirito Santo (cfr Giovanni
14:26), ora assumono tutto il loro pieno significato per loro e ne attingono
una Forza soprannaturale!
***
Mentre essi parlavano al popolo,
giunsero i sacerdoti, il capitano del tempio e i sadducei, indignati perché
essi insegnavano al popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti.
Misero loro le mani addosso, e li
gettarono in prigione fino al giorno seguente, perché era già sera.
Ma molti di coloro che avevano udito
la Parola credettero; e il numero degli uomini salì
a circa cinquemila.
I sacerdoti
I sacerdoti si dividevano in ventiquattro mute, ognuna delle quali, a
turno, stava di servizio per una settimana nel tempio.
Il capitano del tempio
Ovvero il capo della guardia del tempio.
Questo capo, di cui è
menzione in
1 Cronache 9:11;
2 Cronache 31:13;
Neemia 11:11, doveva essere sempre israelita e levita; il suo
ufficio era quello di comandare la guardia dei leviti che stava al tempio
(una sorta di capoposto).
Egli metteva le sentinelle per la guardia di notte e manteneva l'ordine
pubblico durante il giorno.
Qui egli prende posizione perché prevede che l'insegnamento degli apostoli
e la folla radunatasi in seguito alla guarigione dello zoppo finiranno col
suscitare qualche tumulto e pertanto, come diremmo oggi, "per motivi
d'ordine pubblico".
I sadducei
Costituivano un movimento più politico che
religioso di minore influenza rispetto ai farisei, molto legati agli usi ed
alle tradizione ebraiche ma con grosse lacune dottrinali.
Erano “dottrinalmente deficitari”, non
credevano agli angeli né alla resurrezione, Gesù li per la loro ignoranza
rispetto alla Scrittura e rispetto alla Potenza di Dio:
In quello stesso
giorno vennero a lui dei sadducei, i quali dicono che non vi è
risurrezione, e gli domandarono: «Maestro, Mosè ha detto: "Se
uno muore senza figli, il fratello suo sposi la moglie di lui e dia una
discendenza a suo fratello". Vi erano tra di noi sette fratelli; il
primo, ammogliatosi, morì; e, non avendo prole, lasciò sua moglie a suo
fratello. Lo stesso fece pure il secondo, poi il terzo, fino al settimo.
Infine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, dunque, di quale
dei sette sarà ella moglie? Poiché tutti l'hanno avuta».
Ma Gesù rispose
loro: «Voi errate, perché non
conoscete le Scritture, né la potenza di Dio. Perché alla
risurrezione non si prende né si dà moglie; ma i risorti sono come angeli
nei cieli.
Quanto poi alla
risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio:
"Io sono il Dio d'Abraamo, il Dio
d'Isacco e il Dio di Giacobbe"? Egli non è il Dio dei morti, ma dei
vivi».
E la folla, udite
queste cose, stupiva del suo insegnamento.
(Matteo 22:23-33)
I sadducei, inoltre, non credevano alle creature
angeliche ed alla risurrezione, io mi chiedo quanti oggi nella chiesa ci
credono ancora a queste cose, o meglio, probabilmente non in modo esplicito,
ma il non vivere in funzione di esse dimostra di fatto una incredulità.
L’apostolo Paolo ne parlava già ai suoi tempi:
Ora se si predica
che Cristo è stato risuscitato dai morti, come mai alcuni tra voi dicono
che non c'è risurrezione dei morti?
Ma se non vi è
risurrezione dei morti, neppure Cristo è stato risuscitato; e se Cristo
non è stato risuscitato, vana dunque è la nostra predicazione e vana pure è
la vostra fede.
Noi siamo anche
trovati falsi testimoni di Dio, poiché abbiamo testimoniato di Dio, che egli
ha risuscitato il Cristo; il quale egli non ha risuscitato, se è vero che i
morti non risuscitano.
Difatti, se i
morti non risuscitano, neppure Cristo è stato risuscitato; e se Cristo
non è stato risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri
peccati.
Anche quelli che
sono morti in Cristo sono dunque periti.
Se abbiamo sperato in Cristo per
questa vita soltanto, noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini.
(1 Corinzi 15:12-19)
È da notarsi il fatto che, nella persecuzione contro Gesù, sono i farisei
che occupano il posto principale; e ciò, perché erano stati da lui accusati
d'"ipocrisia" (cfr
Matteo 23:13), di "essere
guide cieche di ciechi" (cfr
Luca 6:39 ecc.), e queste accuse scemavano di molto la loro
autorità fra il popolo; gli apostoli, invece, che hanno come tema
costante della loro predicazione il
fatto della risurrezione di Gesù e la dottrina della risurrezione in genere,
si trovano attaccati specialmente dai sadducei, dai quali la dottrina
della risurrezione era rigettata (cfr
Matteo
22:23).
Il Cristo risorto è la dimostrazione della realtà della resurrezione; e
quelli che risuscitano, non risuscitano che per la potenza del Cristo (cfr
1 Corinzi 15:22).
Della risurrezione che gli apostoli annunciano, Cristo è la Prova e
l'Autore.
…indignati perché essi insegnavano al
popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti.
I capi religiosi si indignavano per due motivi principali:
-
Questi popolani ignoranti insegnano e questo è
riservato solo alle categorie preposte.
Quante volte, ancora oggi nelle chiese ufficiali più
o meno riconosciute si ragiona come i sadducei?
-
Questi popolani ignoranti annunciano in Gesù la
risurrezione dai morti.
L’argomento della resurrezione dai morti era
osteggiato, soprattutto dai sadducei, anche perché cozza contro ogni
ragionamento di chi vuole comprendere con la propria mente carnale le verità
di Dio.
Il cristiano invece si indigna contro il peccato, che invece questi capi
religiosi tolleravano e mascheravano nella loro ipocrisia (cfr con i
rimproveri di Gesù negli evangeli contro i capi religiosi in Matteo 23:13-29
e paralleli in Luca)
…perché era già sera.
Il giorno israelitico finiva con la dodicesima ora; al momento del
tramonto.
Lo zoppo era stato guarito verso le tre; altre tre ore erano scorse mentre
avvenivano le cose narrate nel resto del capitolo terzo e in questi primi
versetti del quarto.
Adesso erano le sei, ed era l'ora della preghiera e del sacrificio; quindi,
non conveniva convocare il sinedrio.
…il numero degli uomini divenne
intorno a cinquemila.
Si parla degli uomini; le donne non sono incluse nel numero di
cinquemila.
Più tardi vedremo che c'erano anche delle donne, e in buon numero, che il
Signore aggiungeva alla Chiesa (cfr
Atti 5:14).
Alla Pentecoste, i convertiti furono tremila (cfr
Atti 2:41); poi, è detto che ogni giorno il numero
cresceva (cfr
Atti 2:47); qui, dopo il discorso di
Pietro, il numero totale dei convertiti uomini, sale a cinquemila.
***
Il giorno seguente, i loro capi, con
gli anziani e gli scribi, si riunirono a Gerusalemme, con Anna, il sommo
sacerdote, Caiafa, Giovanni, Alessandro e tutti quelli che appartenevano
alla famiglia dei sommi sacerdoti.
E, fatti condurre in mezzo a loro
Pietro e Giovanni, domandarono: «Con quale potere o in nome di chi avete
fatto questo?»
…i loro capi, con gli anziani e gli
scribi, si riunirono a Gerusalemme
Luca vuole qui accennare ad una riunione solenne del Sinedrio, o della
Corte suprema, che doveva giudicare d'ogni causa religiosa o ecclesiastica.
Il Sinedrio era composto dei rappresentanti dei tre ordini di cittadini:
clero, laici e legisti:
I sacerdoti rappresentavano
il clero;
gli anziani erano scelti fra il popolo, e rappresentavano il
laicato;
gli scribi si chiamavano così (scrittori) perché erano stati
i primi a trascrivere la legge in copie esatte per uso della sinagoga.
…con Anna, il sommo sacerdote
Era stato sommo sacerdote; ma non lo era più adesso; adesso, il sommo
sacerdote era il suo genero Caiafa (cfr
Giovanni 18:13).
Anna era stato nominato sommo sacerdote l'anno 7, ed era stato deposto il
14 (dopo Cristo) per capriccio di Valerio Grato, procuratore romano;
malgrado la deposizione, tutti lo consideravano come il capo della giudaica
aristocrazia sadducea.
Era uomo astutissimo; nel fatto, guida politica del popolo, e tremendo
avversario dei farisei.
…Caiafa
si chiamava Giuseppe; era un sadduceo come il suocero Anna: e come
lui, astuto, di coscienza iniqua, e d'amore patriota molto sospetto.
Aveva accettato la carica di sommo sacerdote con tutte le restrizioni e
condizioni, che i romani gli avevano dettate.
… Giovanni ed
Alessandro
non abbiamo tracce.
…e tutti quelli che appartenevano
alla famiglia dei sommi sacerdoti.
I membri ecclesiastici del Sinedrio erano scelti nelle famiglie più
ragguardevoli della nazione.
***
Allora Pietro, pieno di Spirito
Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, se oggi siamo esaminati a
proposito di un beneficio fatto a un uomo infermo, per sapere com'è che
quest'uomo è stato guarito, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo
d'Israele che questo è stato fatto nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, che
voi avete crocifisso, e che Dio ha risuscitato dai morti; è per la sua virtù
che quest'uomo compare guarito, in presenza vostra.
Egli è "la pietra che è stata da voi costruttori rifiutata, ed è divenuta la
pietra angolare".
In nessun altro è la salvezza; perché
non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini,
per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati».
Il Sinedrio si componeva di settantuno membri, che si disponevano, in
seduta, a semicerchio. Gli accusati stavano in piedi nel centro del
semicerchio, con la faccia volta verso il presidente
Pietro è chiamato a rispondere solennemente davanti al concistoro, della
sua fede e della missione che ha ricevuta.
E nel momento supremo lo Spirito Santo gli ispira una difesa, che diventa
ella stessa una eloquente predicazione evangelica.
Qui si realizza per la prima volta quanto profetizzato da Gesù:
Ma
quando vi metteranno nelle loro mani,
non preoccupatevi di come parlerete o di quello che dovrete dire; perché
in quel momento stesso vi sarà dato
ciò che dovrete dire.
Poiché non siete voi che parlate, ma
è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
(Matteo 10:19-20)
E il Signore è fedele.
…Egli è "la
pietra che è stata da voi costruttori rifiutata, ed è divenuta la pietra
angolare".
Pietro cita la Scrittura:
La pietra che i
costruttori avevano disprezzata è divenuta la pietra angolare.
Questa è opera
del SIGNORE, è cosa meravigliosa agli occhi nostri.
Questo è il
giorno che il SIGNORE ci ha preparato; festeggiamo e rallegriamoci in esso.
(Salmo 118:22-24)
Gesù stesso l'aveva usata contro di loro nel tempio, quando raccontò la
parabola dei cattivi vignauoli:
Non avete neppure
letto questa Scrittura: "La pietra
che i costruttori hanno rifiutata
è diventata pietra angolare; ciò è stato fatto dal Signore, ed è una cosa
meravigliosa ai nostri occhi"?»
(Marco 12:10-11)
…in nessun altro è la salvezza;
perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli
uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati.
Non c'è altra persona, dalla cui mano, potenza o parola noi possiamo
aspettarci Salvezza. Questa dichiarazione mette in evidenza, nel modo più
chiaro che si possa immaginare, una delle verità fondamentali dell'Evangelo.
Cristo è il Salvatore.
Ma non basta; la
parola di Pietro accentua un altro fatto, che si può così riassumere:
Cristo è
l'unico Salvatore.
Questo è uno dei versetti più citati del libro degli atti, ed è normale che
sia così.
In queste poche parole, Pietro sottolinea
la necessità e la esclusività del Signore Gesù quale Salvatore!
In tutta la Parola di Dio si parla di un Dio Salvatore:
Allora Mosè e i
figli d'Israele cantarono questo cantico al SIGNORE:
«Io canterò al
SIGNORE, perché è sommamente glorioso; ha precipitato in mare cavallo e
cavaliere.
Il SIGNORE è la
mia forza e l'oggetto del mio cantico; egli
è stato la mia salvezza.
Questi è il mio
Dio, io lo glorificherò, è il Dio di mio padre, io lo esalterò.
(Esodo 15:1-2)
Al SIGNORE
appartiene la salvezza; la tua
benedizione sia sul tuo popolo!
(Salmo 3:8)
Nei giorni della
sua carne, con alte grida e con lacrime egli offrì preghiere e suppliche a
colui che poteva salvarlo dalla morte ed è stato esaudito per la sua pietà.
Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che
soffrì; e, reso perfetto, divenne per
tutti quelli che gli ubbidiscono, autore di salvezza eterna, essendo da
Dio proclamato sommo sacerdote
secondo l'ordine di Melchisedec.
(Ebrei 5:7-10)
Da questo discorso di Pietro possiamo trarre delle utili considerazioni:
1) Il più o meno buon successo della nostra testimonianza cristiana dipende
dalla più o meno profonda convinzione che abbiamo delle cose di cui
testimoniamo.
2) Se vogliamo essere nel mondo dei "testimoni" efficaci, dobbiamo essere
stati, e stare con Gesù; dobbiamo, cioè, averlo conosciuto personalmente, e
dobbiamo vivere in continua comunione con lui; dobbiamo seguirlo da vicino;
essere animati dallo spirito di lui, e respirare a pieni polmoni la santa
atmosfera in cui egli stesso vive.
***
Essi, vista la franchezza di Pietro e
di Giovanni, si meravigliavano, avendo capito che erano popolani senza
istruzione; riconoscevano che erano stati con Gesù e, vedendo l'uomo che era
stato guarito, lì presente con loro, non potevano dir niente in contrario.
…avendo capito che erano popolani
senza istruzione
Essi s'erano accorti durante l'interrogatorio, o avevano saputo per altre
vie, che gli apostoli erano uomini umanamente ingnoranti (
αγραμματοι); quindi fu ancora più sorprendente la loro meraviglia
nell'udirli citare e spiegare le Scritture, come facevano.
Le lettere, per gli
israeliti, si riducevano alla conoscenza ed alla interpretazione dei testi
sacri; privilegio di quelli soli, che avevano ricevuto una istruzione
regolare e lunga sui banchi della scuola.
…riconoscevano che erano stati con
Gesù
"Essere stati e star con Gesù"
ecco la vera caratteristica d'ogni predicatore del Vangelo e, d'ogni
credente.
Paolo scriverà così ai “saggi” corinzi:
Infatti,
fratelli, guardate la vostra vocazione;
non ci sono tra di voi molti sapienti
secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili; ma
Dio ha scelto le cose pazze del mondo
per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha
scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che
non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si
vanti di fronte a Dio.
(1 Corinzi 1:26-29)
***
Ma, dopo aver ordinato loro di uscire
dal sinedrio, si consultarono gli uni gli altri dicendo: «Che faremo a
questi uomini? Che un evidente miracolo sia stato fatto per mezzo di loro, è
noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme, e noi non possiamo negarlo.
Ma, affinché ciò non si diffonda
maggiormente tra il popolo, ordiniamo loro con minacce di non parlare più a
nessuno nel nome di costui».
E, avendoli chiamati, imposero loro
di non parlare né insegnare affatto nel nome di Gesù.
…ma, affinché ciò non si diffonda
maggiormente tra il popolo
Quel ciò non si riferisce alla fama del miracolo, che nessun potere
al mondo riusciva più a soffocare; ma si riferisce alla predicazione degli
apostoli, a queste "idee nuove", che tanto urtavano le autorità giudaiche.
…non parlare più a nessuno nel nome
di costui
In una parola: che il nome di Gesù non uscisse più dalle loro labbra.
***
Ma Pietro e Giovanni risposero loro:
«Giudicate voi se è giusto, davanti a Dio, ubbidire a voi anziché a Dio.
Quanto a noi, non possiamo non
parlare delle cose che abbiamo viste e udite».
Ed essi, minacciatili di nuovo, li
lasciarono andare, non trovando assolutamente come poterli punire, a causa
del popolo; perché tutti glorificavano Dio per quello che era accaduto.
Infatti l'uomo in cui questo miracolo
della guarigione era stato compiuto aveva più di quarant'anni.
…davanti a Dio
E’ il grande principio regolatore della vita cristiana:
Questo ch'io sto
per fare piacerà a Dio? Se sì, facciamolo; se no, non lo facciamo.
Ubbidire a Dio!
Ecco il grande motto della vita di colui, che vuol essere un cristiano a
fatti e non a parole soltanto.
Niente e nessuno ha il diritto di frapporsi tra la nostra coscienza e Dio.
Gli apostoli rivendicano qui a sè stessi quella libertà di coscienza, che
la tirannia giudaica cercava in ogni modo di conculcare.
Davanti a questa imposizione, essi diventano ribelli! Non sono più
sottomessi all’autorità!
Qui si vede la differenza tra la
genuinità di cuori onesti e la ipocrisia di coloro che “usano” la
sottomissione per assecondare la propria codardia e meschinità!
Il nostro dovere, essi dicono, non è di non fare quel che dispiace a voi; è
di fare quello che piace a Dio!"
…non possiamo non parlare delle cose
che abbiamo viste e udite
Erano così convinti che Gesù era il Messia mandato da Dio; avevano ricevuto
da Gesù un ordine così diretto e solenne di annunziare l'Evangelo (cfr
Matteo 28:19-20); avevano già fatta, per l'azione dello
Spirito, così intima e personale esperienza della bontà e della virtù
trasformatrice della Verità, che non potevano fare a meno di parlarne.
I capi sacerdoti ed i sadducei potevano anche legare gli apostoli come
persone fisiche, ma non potevano fermare la Parola di Dio che ormai stava
agendo in un modo particolarmente vivace e potente nel popolo, questo
insegnamento è confermato da Paolo che visse le stesse persecuzioni:
E
Paolo rimase due anni interi in una
casa da lui presa in affitto, e riceveva tutti quelli che
venivano a trovarlo, proclamando il regno di Dio e insegnando le
cose relative al Signore Gesù Cristo,
con tutta franchezza e senza impedimento.
(Atti 28:30-31)
Desidero che voi sappiate, fratelli,
che quanto mi è accaduto ha piuttosto contribuito al progresso del
vangelo; al punto che a tutti quelli del pretorio e a tutti gli altri è
divenuto noto che sono in catene per Cristo;
e la maggioranza dei fratelli nel Signore, incoraggiati dalle mie
catene, hanno avuto più ardire nell'annunciare senza paura la parola di Dio.
(Filippesi 1:12-14)
…non trovando assolutamente come
poterli punire, a causa del popolo;
"Non trovando
nulla da poterli castigare" senza correre il rischio di compromettere la
loro autorità e di suscitare un tumulto popolare, "li lasciarono andare,
dopo averli minacciati".
Il Sinedrio subiva spesso l'influenza di questi timori (cfr
Luca 20:6,19); e questo mostra quanto i suoi giudici
dipendessero dal capriccio della folla.
Gli apostoli si sono comportati proprio come
esorterà Paolo ai giovani cretesi per mezzo di Tito:
Esorta ugualmente
i giovani a essere saggi, presentando te stesso in ogni cosa come esempio di
opere buone; mostrando nell'insegnamento integrità, dignità, linguaggio
sano, irreprensibile, perché
l'avversario resti confuso, non avendo nulla di male da dire contro di noi.
(Tito 2:6-8)
…perché tutti glorificavano Dio per
quello che era accaduto.
lodavano Iddio per il miracolo di cui erano stati testimoni; il che
implica:
1) che essi credevano alla genuinità del miracolo;
2) che essi erano grati a Dio del beneficio che aveva fatto allo zoppo.
…più di quarant'anni.
Questa nota finale, del preciso Luca è intesa a stabilire la certezza e la
grandezza del miracolo; impossibile negare la veracità e la grandezza del
fatto, quando si trattava d'un uomo noto a tutti i frequentatori del tempio,
e che per più di quarant'anni era stato zoppo!