Le prime persecuzioni – L’arresto di Pietro e Giovanni


ATTI DEGLI APOSTOLI
4:1-22

Mentre essi parlavano al popolo, giunsero i sacerdoti, il capitano del tempio e i sadducei, indignati perché essi insegnavano al popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti.

Misero loro le mani addosso, e li gettarono in prigione fino al giorno seguente, perché era già sera.

Ma molti di coloro che avevano udito la Parola credettero; e il numero degli uomini salì  a circa cinquemila.

Il giorno seguente, i loro capi, con gli anziani e gli scribi, si riunirono a Gerusalemme, con Anna, il sommo sacerdote, Caiafa, Giovanni, Alessandro e tutti quelli che appartenevano alla famiglia dei sommi sacerdoti.

E, fatti condurre in mezzo a loro Pietro e Giovanni, domandarono: «Con quale potere o in nome di chi avete fatto questo?»

Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, se oggi siamo esaminati a proposito di un beneficio fatto a un uomo infermo, per sapere com'è che quest'uomo è stato guarito, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele che questo è stato fatto nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, che voi avete crocifisso, e che Dio ha risuscitato dai morti; è per la sua virtù che quest'uomo compare guarito, in presenza vostra.

Egli è "la pietra che è stata da voi costruttori rifiutata, ed è divenuta la pietra angolare".

In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati».

Essi, vista la franchezza di Pietro e di Giovanni, si meravigliavano, avendo capito che erano popolani senza istruzione; riconoscevano che erano stati con Gesù e, vedendo l'uomo che era stato guarito, lì presente con loro, non potevano dir niente in contrario.

Ma, dopo aver ordinato loro di uscire dal sinedrio, si consultarono gli uni gli altri dicendo: «Che faremo a questi uomini? Che un evidente miracolo sia stato fatto per mezzo di loro, è noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme, e noi non possiamo negarlo.

Ma, affinché ciò non si diffonda maggiormente tra il popolo, ordiniamo loro con minacce di non parlare più a nessuno nel nome di costui».

E, avendoli chiamati, imposero loro di non parlare né insegnare affatto nel nome di Gesù.

Ma Pietro e Giovanni risposero loro: «Giudicate voi se è giusto, davanti a Dio, ubbidire a voi anziché a Dio.

Quanto a noi, non possiamo non parlare delle cose che abbiamo viste e udite».

Ed essi, minacciatili di nuovo, li lasciarono andare, non trovando assolutamente come poterli punire, a causa del popolo; perché tutti glorificavano Dio per quello che era accaduto.

Infatti l'uomo in cui questo miracolo della guarigione era stato compiuto aveva più di quarant'anni.

 

***

Gli Apostoli erano andati al tempio per pregare (cfr Atti 3:1), ed eccoli che si trovano in prigione (cfr Atti 4:3).

Cosa è successo? Semplicemente quello che è naturale, la persecuzione!

Paolo dirà con molta franchezza a Timoteo:

Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati. (2 Timoteo 3:12)

 

Così il Signore educa i suoi alla “scuola del dolore”; non a sbalzi; gradualmente; la prigione e le minacce (testo attuale); poi, di nuovo il carcere (cfr Atti 5:18); poi la tortura (cfr Atti 5:40); e questi eroi così educati a non temere il carcere, né le minacce, né i colpi, saranno pronti, se occorre, a subire il martirio per amore di Colui nel quale hanno creduto.

Gesù disse solennemente:

Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli.

Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi

(Matteo 5:10-12)

 

Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me.

Se foste del mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; poiché non siete del mondo, ma io ho scelto voi in mezzo al mondo, perciò il mondo vi odia.

Ricordatevi della parola che vi ho detta: "Il servo non è più grande del suo signore".

Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra.

Ma tutto questo ve lo faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. (Giovanni 15:20)

 

Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo. (Giovanni 16:33)

 

Queste Parole, ricordate ai discepoli dallo Spirito Santo (cfr Giovanni 14:26), ora assumono tutto il loro pieno significato per loro e ne attingono una Forza soprannaturale!

***

 

Mentre essi parlavano al popolo, giunsero i sacerdoti, il capitano del tempio e i sadducei, indignati perché essi insegnavano al popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti.

Misero loro le mani addosso, e li gettarono in prigione fino al giorno seguente, perché era già sera.

Ma molti di coloro che avevano udito la Parola credettero; e il numero degli uomini salì  a circa cinquemila.

 

I sacerdoti

I sacerdoti si dividevano in ventiquattro mute, ognuna delle quali, a turno, stava di servizio per una settimana nel tempio.

 

Il capitano del tempio

Ovvero il capo della guardia del tempio.

Questo capo, di cui è menzione in 1 Cronache 9:11; 2 Cronache 31:13; Neemia 11:11, doveva essere sempre israelita e levita; il suo ufficio era quello di comandare la guardia dei leviti che stava al tempio (una sorta di capoposto).

Egli metteva le sentinelle per la guardia di notte e manteneva l'ordine pubblico durante il giorno.

Qui egli prende posizione perché prevede che l'insegnamento degli apostoli e la folla radunatasi in seguito alla guarigione dello zoppo finiranno col suscitare qualche tumulto e pertanto, come diremmo oggi, "per motivi d'ordine pubblico".

 

I sadducei

Costituivano un movimento più politico che religioso di minore influenza rispetto ai farisei, molto legati agli usi ed alle tradizione ebraiche ma con grosse lacune dottrinali.

Erano “dottrinalmente deficitari”, non credevano agli angeli né alla resurrezione, Gesù li per la loro ignoranza rispetto alla Scrittura e rispetto alla Potenza di Dio:

In quello stesso giorno vennero a lui dei sadducei, i quali dicono che non vi è risurrezione, e gli domandarono: «Maestro, Mosè ha detto: "Se uno muore senza figli, il fratello suo sposi la moglie di lui e dia una discendenza a suo fratello". Vi erano tra di noi sette fratelli; il primo, ammogliatosi, morì; e, non avendo prole, lasciò sua moglie a suo fratello. Lo stesso fece pure il secondo, poi il terzo, fino al settimo. Infine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, dunque, di quale dei sette sarà ella moglie? Poiché tutti l'hanno avuta».

Ma Gesù rispose loro: «Voi errate, perché non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio. Perché alla risurrezione non si prende né si dà moglie; ma i risorti sono come angeli nei cieli.

Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio: "Io sono il Dio d'Abraamo, il Dio d'Isacco e il Dio di Giacobbe"? Egli non è il Dio dei morti, ma dei vivi».

E la folla, udite queste cose, stupiva del suo insegnamento. (Matteo 22:23-33)

 

I sadducei, inoltre, non credevano alle creature angeliche ed alla risurrezione, io mi chiedo quanti oggi nella chiesa ci credono ancora a queste cose, o meglio, probabilmente non in modo esplicito, ma il non vivere in funzione di esse dimostra di fatto una incredulità.

L’apostolo Paolo ne parlava già ai suoi tempi:

Ora se si predica che Cristo è stato risuscitato dai morti, come mai alcuni tra voi dicono che non c'è risurrezione dei morti?

Ma se non vi è risurrezione dei morti, neppure Cristo è stato risuscitato; e se Cristo non è stato risuscitato, vana dunque è la nostra predicazione e vana pure è la vostra fede.

Noi siamo anche trovati falsi testimoni di Dio, poiché abbiamo testimoniato di Dio, che egli ha risuscitato il Cristo; il quale egli non ha risuscitato, se è vero che i morti non risuscitano.

Difatti, se i morti non risuscitano, neppure Cristo è stato risuscitato; e se Cristo non è stato risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati.

Anche quelli che sono morti in Cristo sono dunque periti.

Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini. (1 Corinzi 15:12-19)

È da notarsi il fatto che, nella persecuzione contro Gesù, sono i farisei che occupano il posto principale; e ciò, perché erano stati da lui accusati d'"ipocrisia" (cfr Matteo 23:13), di "essere guide cieche di ciechi" (cfr Luca 6:39 ecc.), e queste accuse scemavano di molto la loro autorità fra il popolo; gli apostoli, invece, che hanno come tema costante della loro predicazione il fatto della risurrezione di Gesù e la dottrina della risurrezione in genere, si trovano attaccati specialmente dai sadducei, dai quali la dottrina della risurrezione era rigettata (cfr Matteo 22:23).

Il Cristo risorto è la dimostrazione della realtà della resurrezione; e quelli che risuscitano, non risuscitano che per la potenza del Cristo (cfr 1 Corinzi 15:22).

Della risurrezione che gli apostoli annunciano, Cristo è la Prova e l'Autore.

 

…indignati perché essi insegnavano al popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti.

 

I capi religiosi si indignavano per due motivi principali:

-       Questi popolani ignoranti insegnano e questo è riservato solo alle categorie preposte.

Quante volte, ancora oggi nelle chiese ufficiali più o meno riconosciute si ragiona come i sadducei?

 

-       Questi popolani ignoranti annunciano in Gesù la risurrezione dai morti.

L’argomento della resurrezione dai morti era osteggiato, soprattutto dai sadducei, anche perché cozza contro ogni ragionamento di chi vuole comprendere con la propria mente carnale le verità di Dio.

 

Il cristiano invece si indigna contro il peccato, che invece questi capi religiosi tolleravano e mascheravano nella loro ipocrisia (cfr con i rimproveri di Gesù negli evangeli contro i capi religiosi in Matteo 23:13-29 e paralleli in Luca)

…perché era già sera.

Il giorno israelitico finiva con la dodicesima ora; al momento del tramonto.

Lo zoppo era stato guarito verso le tre; altre tre ore erano scorse mentre avvenivano le cose narrate nel resto del capitolo terzo e in questi primi versetti del quarto.

Adesso erano le sei, ed era l'ora della preghiera e del sacrificio; quindi, non conveniva convocare il sinedrio.

 

…il numero degli uomini divenne intorno a cinquemila.

Si parla degli uomini; le donne non sono incluse nel numero di cinquemila.

Più tardi vedremo che c'erano anche delle donne, e in buon numero, che il Signore aggiungeva alla Chiesa (cfr Atti 5:14).

Alla Pentecoste, i convertiti furono tremila (cfr Atti 2:41); poi, è detto che ogni giorno il numero cresceva (cfr Atti 2:47); qui, dopo il discorso di Pietro, il numero totale dei convertiti uomini, sale a cinquemila.

 

***

Il giorno seguente, i loro capi, con gli anziani e gli scribi, si riunirono a Gerusalemme, con Anna, il sommo sacerdote, Caiafa, Giovanni, Alessandro e tutti quelli che appartenevano alla famiglia dei sommi sacerdoti.

E, fatti condurre in mezzo a loro Pietro e Giovanni, domandarono: «Con quale potere o in nome di chi avete fatto questo?»

 

…i loro capi, con gli anziani e gli scribi, si riunirono a Gerusalemme

Luca vuole qui accennare ad una riunione solenne del Sinedrio, o della Corte suprema, che doveva giudicare d'ogni causa religiosa o ecclesiastica.

Il Sinedrio era composto dei rappresentanti dei tre ordini di cittadini: clero, laici e legisti:

I sacerdoti rappresentavano il clero;

gli anziani erano scelti fra il popolo, e rappresentavano il laicato;

gli scribi si chiamavano così (scrittori) perché erano stati i primi a trascrivere la legge in copie esatte per uso della sinagoga.

 

…con Anna, il sommo sacerdote

Era stato sommo sacerdote; ma non lo era più adesso; adesso, il sommo sacerdote era il suo genero Caiafa (cfr Giovanni 18:13).

Anna era stato nominato sommo sacerdote l'anno 7, ed era stato deposto il 14 (dopo Cristo) per capriccio di Valerio Grato, procuratore romano; malgrado la deposizione, tutti lo consideravano come il capo della giudaica aristocrazia sadducea.

Era uomo astutissimo; nel fatto, guida politica del popolo, e tremendo avversario dei farisei.

 

…Caiafa

si chiamava Giuseppe; era un sadduceo come il suocero Anna: e come lui, astuto, di coscienza iniqua, e d'amore patriota molto sospetto.

Aveva accettato la carica di sommo sacerdote con tutte le restrizioni e condizioni, che i romani gli avevano dettate.

 

… Giovanni ed Alessandro non abbiamo tracce.

 

…e tutti quelli che appartenevano alla famiglia dei sommi sacerdoti.

I membri ecclesiastici del Sinedrio erano scelti nelle famiglie più ragguardevoli della nazione.

 

***

Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, se oggi siamo esaminati a proposito di un beneficio fatto a un uomo infermo, per sapere com'è che quest'uomo è stato guarito, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele che questo è stato fatto nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, che voi avete crocifisso, e che Dio ha risuscitato dai morti; è per la sua virtù che quest'uomo compare guarito, in presenza vostra.

Egli è "la pietra che è stata da voi costruttori rifiutata, ed è divenuta la pietra angolare".

In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati».

 

Il Sinedrio si componeva di settantuno membri, che si disponevano, in seduta, a semicerchio. Gli accusati stavano in piedi nel centro del semicerchio, con la faccia volta verso il presidente

Pietro è chiamato a rispondere solennemente davanti al concistoro, della sua fede e della missione che ha ricevuta.

E nel momento supremo lo Spirito Santo gli ispira una difesa, che diventa ella stessa una eloquente predicazione evangelica.

Qui si realizza per la prima volta quanto profetizzato da Gesù:

Ma quando vi metteranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come parlerete o di quello che dovrete dire; perché in quel momento stesso vi sarà dato ciò che dovrete dire.

Poiché non siete voi che parlate, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. (Matteo 10:19-20)

E il Signore è fedele.

 

…Egli è "la pietra che è stata da voi costruttori rifiutata, ed è divenuta la pietra angolare".

Pietro cita la Scrittura:

La pietra che i costruttori avevano disprezzata è divenuta la pietra angolare.

Questa è opera del SIGNORE, è cosa meravigliosa agli occhi nostri.

Questo è il giorno che il SIGNORE ci ha preparato; festeggiamo e rallegriamoci in esso. (Salmo 118:22-24)

 

Gesù stesso l'aveva usata contro di loro nel tempio, quando raccontò la parabola dei cattivi vignauoli:

Non avete neppure letto questa Scrittura: "La pietra che i costruttori hanno rifiutata
è diventata pietra angolare; ciò è stato fatto dal Signore, ed è una cosa meravigliosa ai nostri occhi
"?»
(Marco 12:10-11)

 

…in nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati.

Non c'è altra persona, dalla cui mano, potenza o parola noi possiamo aspettarci Salvezza. Questa dichiarazione mette in evidenza, nel modo più chiaro che si possa immaginare, una delle verità fondamentali dell'Evangelo.

Cristo è il Salvatore. Ma non basta; la parola di Pietro accentua un altro fatto, che si può così riassumere: Cristo è l'unico Salvatore.

 

Questo è uno dei versetti più citati del libro degli atti, ed è normale che sia così.

In queste poche parole, Pietro sottolinea la necessità e la esclusività del Signore Gesù quale Salvatore!

 

In tutta la Parola di Dio si parla di un Dio Salvatore:

Allora Mosè e i figli d'Israele cantarono questo cantico al SIGNORE:

«Io canterò al SIGNORE, perché è sommamente glorioso; ha precipitato in mare cavallo e cavaliere.

Il SIGNORE è la mia forza e l'oggetto del mio cantico; egli è stato la mia salvezza.

Questi è il mio Dio, io lo glorificherò, è il Dio di mio padre, io lo esalterò.  (Esodo 15:1-2)

Al SIGNORE appartiene la salvezza; la tua benedizione sia sul tuo popolo!  (Salmo 3:8)

 

Nei giorni della sua carne, con alte grida e con lacrime egli offrì preghiere e suppliche a colui che poteva salvarlo dalla morte ed è stato esaudito per la sua pietà.

Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì; e, reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore di salvezza eterna, essendo da Dio proclamato sommo sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec (Ebrei 5:7-10)

Da questo discorso di Pietro possiamo trarre delle utili considerazioni:

1) Il più o meno buon successo della nostra testimonianza cristiana dipende dalla più o meno profonda convinzione che abbiamo delle cose di cui testimoniamo.

2) Se vogliamo essere nel mondo dei "testimoni" efficaci, dobbiamo essere stati, e stare con Gesù; dobbiamo, cioè, averlo conosciuto personalmente, e dobbiamo vivere in continua comunione con lui; dobbiamo seguirlo da vicino; essere animati dallo spirito di lui, e respirare a pieni polmoni la santa atmosfera in cui egli stesso vive.

 

***

Essi, vista la franchezza di Pietro e di Giovanni, si meravigliavano, avendo capito che erano popolani senza istruzione; riconoscevano che erano stati con Gesù e, vedendo l'uomo che era stato guarito, lì presente con loro, non potevano dir niente in contrario.

 

…avendo capito che erano popolani senza istruzione

Essi s'erano accorti durante l'interrogatorio, o avevano saputo per altre vie, che gli apostoli erano uomini umanamente ingnoranti ( αγραμματοι); quindi fu ancora più sorprendente la loro meraviglia nell'udirli citare e spiegare le Scritture, come facevano.

Le lettere, per gli israeliti, si riducevano alla conoscenza ed alla interpretazione dei testi sacri; privilegio di quelli soli, che avevano ricevuto una istruzione regolare e lunga sui banchi della scuola.

 

…riconoscevano che erano stati con Gesù

"Essere stati e star con Gesù" ecco la vera caratteristica d'ogni predicatore del Vangelo e, d'ogni credente.

Paolo scriverà così ai “saggi” corinzi:

Infatti, fratelli, guardate la vostra vocazione; non ci sono tra di voi molti sapienti secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili; ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio.

(1 Corinzi 1:26-29)

 

***

Ma, dopo aver ordinato loro di uscire dal sinedrio, si consultarono gli uni gli altri dicendo: «Che faremo a questi uomini? Che un evidente miracolo sia stato fatto per mezzo di loro, è noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme, e noi non possiamo negarlo.

Ma, affinché ciò non si diffonda maggiormente tra il popolo, ordiniamo loro con minacce di non parlare più a nessuno nel nome di costui».

E, avendoli chiamati, imposero loro di non parlare né insegnare affatto nel nome di Gesù.

 

…ma, affinché ciò non si diffonda maggiormente tra il popolo

Quel ciò non si riferisce alla fama del miracolo, che nessun potere al mondo riusciva più a soffocare; ma si riferisce alla predicazione degli apostoli, a queste "idee nuove", che tanto urtavano le autorità giudaiche.

 

…non parlare più a nessuno nel nome di costui

In una parola: che il nome di Gesù non uscisse più dalle loro labbra.

 

***

Ma Pietro e Giovanni risposero loro: «Giudicate voi se è giusto, davanti a Dio, ubbidire a voi anziché a Dio.

Quanto a noi, non possiamo non parlare delle cose che abbiamo viste e udite».

Ed essi, minacciatili di nuovo, li lasciarono andare, non trovando assolutamente come poterli punire, a causa del popolo; perché tutti glorificavano Dio per quello che era accaduto.

Infatti l'uomo in cui questo miracolo della guarigione era stato compiuto aveva più di quarant'anni.

 

…davanti a Dio

E’ il grande principio regolatore della vita cristiana:

Questo ch'io sto per fare piacerà a Dio? Se sì, facciamolo; se no, non lo facciamo.

 

Ubbidire a Dio!

Ecco il grande motto della vita di colui, che vuol essere un cristiano a fatti e non a parole soltanto.

Niente e nessuno ha il diritto di frapporsi tra la nostra coscienza e Dio.

Gli apostoli rivendicano qui a sè stessi quella libertà di coscienza, che la tirannia giudaica cercava in ogni modo di conculcare.

Davanti a questa imposizione, essi diventano ribelli! Non sono più sottomessi all’autorità!

Qui si vede la differenza tra la genuinità di cuori onesti e la ipocrisia di coloro che “usano” la sottomissione per assecondare la propria codardia e meschinità!

Il nostro dovere, essi dicono, non è di non fare quel che dispiace a voi; è di fare quello che piace a Dio!"

 

…non possiamo non parlare delle cose che abbiamo viste e udite

Erano così convinti che Gesù era il Messia mandato da Dio; avevano ricevuto da Gesù un ordine così diretto e solenne di annunziare l'Evangelo (cfr Matteo 28:19-20); avevano già fatta, per l'azione dello Spirito, così intima e personale esperienza della bontà e della virtù trasformatrice della Verità, che non potevano fare a meno di parlarne.

I capi sacerdoti ed i sadducei potevano anche legare gli apostoli come persone fisiche, ma non potevano fermare la Parola di Dio che ormai stava agendo in un modo particolarmente vivace e potente nel popolo, questo insegnamento è confermato da Paolo che visse le stesse persecuzioni:

E Paolo rimase due anni interi in una casa da lui presa in affitto, e riceveva tutti quelli che venivano a trovarlo, proclamando il regno di Dio e insegnando le cose relative al Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento. (Atti 28:30-31)

 

Desidero che voi sappiate, fratelli, che quanto mi è accaduto ha piuttosto contribuito al progresso del vangelo; al punto che a tutti quelli del pretorio e a tutti gli altri è divenuto noto che sono in catene per Cristo; e la maggioranza dei fratelli nel Signore, incoraggiati dalle mie catene, hanno avuto più ardire nell'annunciare senza paura la parola di Dio. (Filippesi 1:12-14)

 

 

…non trovando assolutamente come poterli punire, a causa del popolo;

"Non trovando nulla da poterli castigare" senza correre il rischio di compromettere la loro autorità e di suscitare un tumulto popolare, "li lasciarono andare, dopo averli minacciati".

Il Sinedrio subiva spesso l'influenza di questi timori (cfr Luca 20:6,19); e questo mostra quanto i suoi giudici dipendessero dal capriccio della folla.

Gli apostoli si sono comportati proprio come esorterà Paolo ai giovani cretesi per mezzo di Tito:

Esorta ugualmente i giovani a essere saggi, presentando te stesso in ogni cosa come esempio di opere buone; mostrando nell'insegnamento integrità, dignità, linguaggio sano, irreprensibile, perché l'avversario resti confuso, non avendo nulla di male da dire contro di noi. (Tito 2:6-8)

 

…perché tutti glorificavano Dio per quello che era accaduto.

lodavano Iddio per il miracolo di cui erano stati testimoni; il che implica:

1) che essi credevano alla genuinità del miracolo;

2) che essi erano grati a Dio del beneficio che aveva fatto allo zoppo.

 

…più di quarant'anni.

Questa nota finale, del preciso Luca è intesa a stabilire la certezza e la grandezza del miracolo; impossibile negare la veracità e la grandezza del fatto, quando si trattava d'un uomo noto a tutti i frequentatori del tempio, e che per più di quarant'anni era stato zoppo!

Gianni Marinuzzi