Terzo
Discorso di Paolo agli anziani di Efeso
ATTI DEGLI APOSTOLI 20:17-38
Da Mileto mandò a Efeso a chiamare
gli anziani della chiesa.
Quando giunsero da lui, disse loro:
«Voi sapete in quale maniera, dal primo giorno che giunsi in Asia, mi sono
sempre comportato con voi, servendo il Signore con ogni umiltà, e con
lacrime, tra le prove venutemi dalle insidie dei Giudei; e come non vi ho
nascosto nessuna delle cose che vi erano utili, e ve le ho annunciate e
insegnate in pubblico e nelle vostre case, e ho avvertito solennemente
Giudei e Greci di ravvedersi davanti a Dio e di credere nel Signore nostro
Gesù Cristo.
Ed ecco che ora, legato dallo
Spirito, vado a Gerusalemme, senza sapere le cose che là mi accadranno.
So soltanto che lo Spirito Santo in
ogni città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni.
Ma non faccio nessun conto della mia
vita, come se mi fosse preziosa, pur di condurre a termine la mia corsa e il
servizio affidatomi dal Signore Gesù, cioè di testimoniare del vangelo della
grazia di Dio.
E ora, ecco, io so che voi tutti fra
i quali sono passato predicando il regno, non vedrete più la mia faccia.
Perciò io dichiaro quest'oggi di
essere puro del sangue di tutti; perché non mi sono tirato indietro
dall'annunciarvi tutto il consiglio di Dio.
Badate a voi stessi e a tutto il
gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per
pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue.
Io so che dopo la mia partenza si
introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge;
e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per
trascinarsi dietro i discepoli.
Perciò vegliate, ricordandovi che per
tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lacrime.
E ora, vi affido a Dio e alla Parola
della sua grazia, la quale può edificarvi e darvi l'eredità di tutti i
santificati.
Non ho desiderato né l'argento, né
l'oro, né i vestiti di nessuno.
Voi stessi sapete che queste mani
hanno provveduto ai bisogni miei e di coloro che erano con me.
In ogni cosa vi ho mostrato che
bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e ricordarsi delle parole
del Signore Gesù, il quale disse egli stesso: "Vi è più gioia nel dare che
nel ricevere"».
Quand'ebbe dette queste cose, si pose
in ginocchio e pregò con tutti loro.
Tutti scoppiarono in un gran pianto;
e si gettarono al collo di Paolo, e lo baciarono, dolenti soprattutto perché
aveva detto loro che non avrebbero più rivisto la sua faccia; e
l'accompagnarono alla nave.
***
Da Mileto mandò a Efeso a chiamare
gli anziani della chiesa.
Paolo è in
viaggio e sta facendo una tappa di sosta a Mileto, il suo viaggio ha come
destinazione Gerusalemme ed egli ha con sé la colletta raccolta tra i
fratelli greci destinata ai fratelli in difficoltà di Gerusalemme ed egli
sa, per rivelazione dello Spirito Santo, che non tornerà indietro.
Paolo ha quindi
nel cuore il vivo desiderio di salutare per l’ultima volta di persona i
fratelli con e per i quali ha lavorato per più di tre anni per dargli le
ultime istruzioni di persona.
Fa chiamare
quindi gli anziani della chiesa di Efeso, che distano da Mileto circa 28
miglia.
…gli anziani
della chiesa.
La parola
dell'originale è qui presbiteri,
nel seguito del
discorso, questi stessi anziani sono chiamati
vescovi (Atti
20:28); vale a dire, sorveglianti.
Questo prova che
per Luca e per i suoi tempi, i due nomi, uno di origine giudaica (anziani)
e l'altro usato fra i greci (vescovi)
sono equivalenti.
***
Quando giunsero da lui, disse loro:
«Voi sapete in quale maniera, dal primo giorno che giunsi in Asia, mi sono
sempre comportato con voi, servendo il Signore con ogni umiltà, e con
lacrime, tra le prove venutemi dalle insidie dei Giudei; e come non vi ho
nascosto nessuna delle cose che vi erano utili, e ve le ho annunciate e
insegnate in pubblico e nelle vostre case, e ho avvertito solennemente
Giudei e Greci di ravvedersi davanti a Dio e di credere nel Signore nostro
Gesù Cristo.
Paolo, ha urgenza di comunicare ai fratelli
anziani di Efeso un ultima esortazione di perseveranza e nel fare questo
propone:
A) il suo esempio di comportamento personale
B) la sua onestà e franchezza negli insegnamenti
dati nella chiesa
C) la sua onestà e franchezza negli insegnamenti
dati fuori dalla chiesa
D) il suo essere servo
Questo è quello che Paolo vuole che gli anziani
facciano!
A) L’esempio di comportamento personale:
…Voi sapete in quale maniera, dal
primo giorno che giunsi in Asia, mi sono sempre comportato con voi
Ancora prima di ricordare loro gli insegnamenti
dati, Paolo ritiene più urgente fare presente quanto sia importante
l’esempio personale degli anziani.
Gesù rimproverava proprio questa attitudine ai
dottori della Legge:
Ed egli disse: «Guai anche a voi, dottori della legge, perché
caricate la gente di pesi difficili da portare, e voi non toccate quei
pesi neppure con un dito!
(Luca 11:46)
E purtroppo, molto spesso, sembra proprio che gli
anziani si concedano “il lusso” di esentarsi da quei pesi che vengono
caricati sulle anime nuove… …si pretende che “il novizio” si comporti da
“anziano” (in quanto a sottomissione… …umiltà… …servizio… …correttezza…
…purezza), mentre l’anziano stesso, per “qualche forma di privilegio” ne
venga esentato!
Paolo non ragionava così, anzi insegnava che
coloro che insegnavano o erano anziani dovevano prima di tutto
avere certe caratteristiche pratiche e comportamentali:
Bisogna
dunque che il vescovo
sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, prudente,
dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non
dedito al vino né violento, ma sia mite, non litigioso, non attaccato al
denaro, che governi bene la
propria famiglia e tenga i figli sottomessi e pienamente rispettosi (perché
se uno non sa governare la propria famiglia, come potrà aver cura della
chiesa di Dio?), che non sia convertito di recente, affinché non diventi presuntuoso
e cada nella condanna inflitta al diavolo.
Bisogna
inoltre che abbia una buona
testimonianza da quelli di fuori, perché non cada in discredito e nel
laccio del diavolo.
(1 Timoteo 3:2-7)
Per questa ragione ti ho lasciato a Creta: perché tu metta ordine nelle cose
che rimangono da fare, e costituisca
degli anziani in ogni città, secondo le mie istruzioni, quando
si trovi chi sia irreprensibile, marito di una sola moglie, che abbia
figli fedeli, che non siano accusati di dissolutezza né insubordinati.
Infatti bisogna che
il vescovo sia irreprensibile, come
amministratore di Dio; non arrogante, non iracondo, non dedito al vino, non
violento, non avido di guadagno disonesto, ma
ospitale, amante del bene, assennato, giusto, santo, temperante, attaccato
alla parola sicura, così come è stata insegnata, per essere in grado di
esortare secondo la sana dottrina e di convincere quelli che contraddicono.
Infatti vi sono molti ribelli, ciarloni e seduttori delle menti,
specialmente tra quelli della circoncisione, ai quali bisogna chiudere la
bocca; uomini che sconvolgono intere
famiglie, insegnando cose che non dovrebbero, per amore di un guadagno
disonesto.
(Tito 1:5-11)
…servendo al
Signore con ogni umiltà e con lacrime
L’anziano è quindi prima di tutto
un servo di Cristo!
Paolo si è sempre
definito servo di Cristo:
Paolo,
servo di Cristo Gesù, chiamato a essere apostolo, messo a parte per
il vangelo di Dio…
(Romani 1:1)
Vado forse cercando il favore degli
uomini, o quello di Dio?
Oppure cerco di piacere agli uomini?
Se cercassi ancora di piacere agli
uomini, non sarei servo di Cristo.
(Galati 1:10)
Paolo e Timoteo,
servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono in
Filippi, con i vescovi e con i diaconi…
(Filippesi 1:1)
Paolo, servo di
Dio e apostolo di Gesù
Cristo per promuovere la fede degli eletti di Dio e la conoscenza della
verità che è conforme alla pietà…
(Tito 1:1)
Il servizio di
Paolo (come quello che deve caratterizzare gli anziani)
è un servizio duro, che
costa molte
lacrime… …nel servizio del
Signore non sempre c’è gioia, o meglio,
mai c’è gioia effimera,
quella gioia che si basa sulle
soddisfazioni personali e terrene,
c’è la gioia per le cose che ci sta davanti, proprio come
Gesù:
Per la
gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando
l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.
(Ebrei 12:2)
Paolo scrisse, poco prima di questo avvenimento, una seconda lettera ai
corinzi di profonda riprensione; egli scrive queste cose con angoscia e
lacrime:
Poiché
vi ho scritto in grande afflizione e in angoscia di cuore con molte
lacrime, non già per rattristarvi, ma
per farvi conoscere l'amore
grandissimo che ho per voi.
(2 Corinzi 2:4)
…tra le prove
venutemi dalle insidie dei Giudei
Anche nel tumulto
di Demetrio ci fu lo zampino dei giudei (cfr
Atti 19:33-34)
In quel periodo vi fu un gran
tumulto a proposito della nuova
Via.
Perché un tale, di nome
Demetrio…
(Atti 19:23-24)
Dalla folla
fecero uscire Alessandro, che i Giudei spingevano avanti.
E Alessandro, fatto cenno con la
mano, voleva tenere un discorso di difesa davanti al popolo.
Ma quando si accorsero che era ebreo, tutti, per quasi due ore, si misero a gridare in coro: «Grande è la Diana degli Efesini!»
(Atti 19:33-34)
I risultati nefasti di anziani che si atteggiano da servi ma non servono
il Signore, sono deleteri per tutta la Chiesa:
- cattivo governo della chiesa
(cfr 1 Timoteo 3:5)
- atteggiamento presuntuoso e
portatore di una condanna simile a quella inflitta al diavolo (1
Timoteo 3:6)
- caduta in discredito
(ovvero non credibile) e quindi “legato” nel laccio del diavolo (cfr
1 Timoteo 3:7)
- portatori di accuse di
dissolutezza e di insubordinazione (Tito 1:6)
- sconvolgimento di intere
famiglie e portatori di insegnamenti disutili alla Chiesa (cfr Tito
1:11)
B) La sua onestà e franchezza negli insegnamenti dati nella chiesa
…come non vi ho
nascosto nessuna delle cose che vi erano utili
L'apostolo dichiara di aver loro
annunciato "tutto quanto il consiglio di Dio".
Non ha sposato
un'idea speciale per farsene esclusivo paladino; non ha avuto riguardo alla
qualità delle persone; non ha avuto paura di chiamare nero il nero e bianco
il bianco, anche quando ai suoi uditori sarebbe piaciuto ch'egli avesse
chiamato bianco il nero e nero il bianco; "la verità, tutta la verità,
nient'altro che la verità"; ecco il motto di Paolo.
Paolo ci tiene a fare notare ai fratelli di Efeso che gli ha parlato
francamente senza tenere nulla di utile
nascosto, Paolo ha imparato
questo dalla Scrittura e dal carattere di Dio e, da buon imitatore di
Cristo, tiene loro un discorso molto simile alla preghiera che Gesù stesso,
prima del suo sacrificio, fece per i suoi discepoli:
Padre, l'ora è venuta; glorifica tuo
Figlio, affinché il Figlio glorifichi te, giacché gli hai dato autorità su
ogni carne, perché egli dia vita eterna a tutti quelli che tu gli hai dati.
Questa è la vita
eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù
Cristo.
Io ti ho
glorificato sulla terra, avendo compiuto l'opera che tu mi hai data da fare.
Ora, o Padre, glorificami tu presso
di te della gloria che avevo presso di te prima che il mondo esistesse.
Io ho manifestato
il tuo nome agli uomini che
tu mi hai dati dal mondo; erano tuoi e tu me li hai dati; ed
essi hanno osservato la tua parola.
Ora hanno conosciuto che tutte le
cose che mi hai date, vengono da te; poiché
le parole che tu mi hai date le ho date a loro; ed essi le hanno
ricevute e hanno veramente conosciuto che io sono proceduto da te, e hanno
creduto che tu mi hai mandato.
Io prego per loro; non prego per il
mondo, ma per quelli che tu mi hai dati, perché sono tuoi; e tutte le cose
mie sono tue, e le cose tue sono mie; e io sono glorificato in loro.
Io non sono più nel mondo, ma essi
sono nel mondo, e io vengo a te.
Padre santo, conservali nel tuo nome,
quelli che tu mi hai dati, affinché siano uno, come noi. Mentre io ero con
loro, io li conservavo nel tuo nome;
quelli che tu mi hai dati, li ho anche custoditi, e nessuno di loro è
perito, tranne il figlio di perdizione, affinché la Scrittura fosse
adempiuta.
Ma ora io vengo a te; e dico queste
cose nel mondo, affinché abbiano compiuta in se stessi la mia gioia.
Io ho dato loro
la tua parola;
e il mondo li ha odiati, perché non
sono del mondo, come io non sono del mondo.
Non prego che tu li tolga dal mondo,
ma che tu li preservi dal maligno.
Essi non sono del mondo, come io non
sono del mondo.
Santificali nella verità: la tua
parola è verità.
Come tu hai
mandato me nel mondo, anch'io ho mandato loro nel mondo.
Per loro io santifico me stesso,
affinché anch'essi siano santificati nella verità: la tua parola è verità.
Come tu hai mandato me nel mondo,
anch'io ho mandato loro nel mondo.
Per loro io santifico me stesso,
affinché anch'essi siano santificati nella verità.
Non prego soltanto per questi, ma
anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: che siano
tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in
noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato.
Io ho dato loro
la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno come noi siamo uno; io in loro e tu in me; affinché
siano perfetti nell'unità, e affinché il mondo conosca che tu mi hai
mandato, e che li ami come hai amato me.
Padre, io voglio che dove sono io,
siano con me anche quelli che tu mi hai dati, affinché vedano la mia gloria
che tu mi hai data; poiché mi hai amato prima della fondazione del mondo.
Padre giusto, il mondo non ti ha
conosciuto, ma io ti ho conosciuto; e questi hanno conosciuto che tu mi hai
mandato; e io ho fatto loro conoscere
il tuo nome, e lo farò conoscere, affinché l'amore del quale tu mi hai amato
sia in loro, e io in loro.
(Giovanni 17:1-26)
…ve le ho
annunciate e insegnate in pubblico e nelle vostre case
Paolo fa loro notare anche come la sua predicazione sia stata franca anche
nella esposizione sia in privato che in pubblico.
Non esistono “due vangeli”, uno per “attirare” e un altro per
“conservare”, occorre essere coerenti, a volte siamo tentati di proporre un
vangelo “più gradevole”… …e avveleniamo la pillola amara che può guarire.
Paolo ha
insegnato sia in pubblico che nelle case, non si è fermato solo davanti ai
grandi uditori, né li ha evitati, come egli stesso insegnerà a Timoteo:
Ti scongiuro, davanti a Dio e a
Cristo Gesù che deve giudicare i vivi e i morti, per la sua apparizione e il
suo regno: predica la parola, insisti
in ogni occasione favorevole e sfavorevole, convinci, rimprovera, esorta
con ogni tipo di insegnamento e pazienza.
(2 Timoteo 4:1-2)
C) La sua onestà e franchezza negli insegnamenti dati fuori dalla chiesa
…ho avvertito
solennemente
L’avvertimento di Paolo
al di fuori della chiesa, era ugualmente solenne a quello che impartiva
all’interno della chiesa… …avvertimento… …solennemente… ….qui troviamo due termini che devono
caratterizzare le nostre testimonianze ed insegnamenti verso gli increduli.
La predicazione verso i perduti non deve essere “consolatoria”, o meglio,
è inutile dare consolazione se prima non viene dato prima
un solenne avvertimento al
ravvedimento!
E’ alquanto
inutile e fuorviante parlare del Dio d’amore, quando si ha a che fare con un
Dio terribilmente irato e pronto a distruggere con un fuoco tutto ciò che ci
circonda, compresi gli uomini che non si ravvedono!
Paolo iniziava così la sua lettera ai romani:
L'ira di Dio si rivela dal cielo
contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con
l'ingiustizia…
…
Per questo Dio li ha abbandonati all'impurità…
…Dio li ha abbandonati a passioni
infami…
…Dio li ha abbandonati in balìa della
loro mente perversa sì che facessero ciò che è sconveniente…
(tratto da Romani 1:18-32)
Possiamo vedere un avvertimento
solenne anche nel discorso di Pietro il giorno della pentecoste:
Ma Pietro,
levatosi in piedi con gli undici, alzò la voce e parlò loro così:
«Uomini di Giudea, e voi tutti che abitate
in Gerusalemme, vi sia noto questo, e
ascoltate attentamente le mie parole…
… Uomini d'Israele, ascoltate queste
parole! Gesù il Nazareno,
uomo che Dio ha accreditato fra di voi mediante opere potenti, prodigi e
segni che Dio fece per mezzo di lui, tra di voi, come voi stessi ben sapete,
quest'uomo, quando vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e
la prescienza di Dio, voi, per mano di iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo
uccideste; ma Dio lo risuscitò,
avendolo sciolto dagli angosciosi legami della morte, perché non era
possibile che egli fosse da essa trattenuto….
…Egli dunque, essendo stato esaltato
dalla destra di Dio e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso,
ha sparso quello che ora vedete e udite.
Davide infatti non è salito in cielo; eppure egli stesso dice: «Il Signore ha detto al mio
Signore: "Siedi alla mia destra, finché io abbia posto i tuoi nemici per
sgabello dei tuoi piedi"»…
…Sappia dunque con certezza tutta la casa d'Israele che Dio ha costituito
Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso»…
…«Ravvedetevi e ciascuno di voi sia
battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi
riceverete il dono dello Spirito Santo. Perché
per voi è la promessa, per i vostri figli, e per tutti quelli che sono
lontani, per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà». E
con molte altre parole li scongiurava e li esortava, dicendo: «Salvatevi
da questa perversa generazione»…
(Atti 2:14-47)
… Giudei e Greci
di ravvedersi davanti a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù Cristo
Paolo ha ormai l’esperienza circa il comportamento che i giudei hanno già
tenuto nelle chiese da lui formate in galazia e avverte che tali
insegnamenti sono distruttivi della Grazia e del Vangelo e ricorda che tali
persone devono solo
ravvedersi davanti a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù Cristo.
Davanti al ravvedimento ed alla giustizia di Dio, per Paolo non vi è
alcuna differenza tra giudei e greci:
Ora
però, indipendentemente dalla legge,
è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza
la legge e i profeti: vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per
tutti coloro che credono infatti
non c'è distinzione: tutti
hanno peccato e sono privi della gloria di Dio ma sono giustificati
gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.
(Romani 3:21-24)
…la
Scrittura dice: «Chiunque
crede in lui, non arà deluso».
Poiché non c'è distinzione tra
Giudeo e Greco, essendo egli
lo stesso Signore di tutti, ricco verso
tutti quelli che lo invocano.
Infatti chiunque avrà invocato il
nome del Signore sarà salvato.
(Romani 10:11-13)
***
D) Il suo essere servo
Ed ecco che ora, legato dallo
Spirito, vado a Gerusalemme, senza sapere le cose che là mi accadranno.
Paolo va in
Gerusalemme per impulso interno ed irresistibile, conscio che è lo
Spirito Santo che lo spinge là
e gliene darà ulteriore conferma più avanti.
Anche in questo
momento, Paolo è il servo,
legato dallo Spirito:
-
egli ha il desiderio di andare a
Gerusalemme (la volontà di Dio che agisce in lui):
Dopo questi fatti Paolo si mise in
animo di andare a Gerusalemme, passando per la Macedonia e per l'Acaia.
(Atti 19:21)
- egli è “costretto” dallo Spirito
Santo ad andare da Gerusalemme:
…legato
dallo Spirito, vado a Gerusalemme, senza sapere le cose che là mi accadranno
(Atti 20:22)
…scese dalla Giudea un profeta, di nome Agabo.
Egli venne da noi e, presa la cintura
di Paolo, si legò i piedi e le mani e disse: «Questo dice lo Spirito Santo:
"A Gerusalemme i Giudei legheranno così l'uomo a cui questa cintura
appartiene, e lo consegneranno nelle mani dei pagani"».
(Atti 21:10-11)
- egli è altresì conscio che sta
facendo un “servizio”:
Per ora vado a Gerusalemme, a rendere
un servizio ai santi, perché la Macedonia e l'Acaia si sono compiaciute
di fare una colletta per i poveri che sono tra i santi di Gerusalemme.
(Romani 15:25-26)
Ora, fratelli, vi esorto, per il Signore nostro Gesù Cristo e per l'amore
dello Spirito, a combattere con me nelle preghiere che rivolgete a Dio in
mio favore, perché io sia liberato dagli increduli di Giudea, e
il mio servizio per Gerusalemme sia gradito ai santi, in modo che, se
piace a Dio, io possa venire da voi
con gioia ed essere confortato
insieme con voi.
(Romani 15:30-32)
***
So soltanto che lo Spirito Santo in
ogni città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni.
Paolo non conosce
i dettagli di quello che lo aspetta, ma sa, per profezia che non sarà una
piacevole passeggiata, si ricorda infatti le parole profetica annunciate da
Anania in occasione della sua conversione:
Ma il Signore gli disse: «Va', perché
egli è uno strumento che ho scelto
per portare il mio nome davanti ai popoli, ai re, e ai figli d'Israele;
perché io gli mostrerò quanto debba soffrire per il mio nome».
(Atti 9:15-16)
Oltre a questa profezia iniziale, egli dichiara che lo Spirito Santo gli
conferma in ogni città (e ne abbiamo prova in tutte le tappe che Paolo ha
fatto), che la profezia era certa (come sono certe tutte le Parole di Dio).
***
Ma non faccio nessun conto della mia
vita, come se mi fosse preziosa, pur di condurre a termine la mia corsa e il
servizio affidatomi dal Signore Gesù, cioè di testimoniare del vangelo della
grazia di Dio.
Paolo non considera la propria vita più importante della chiamata di Dio,
anzi non la ritiene nemmeno
preziosa, ha un solo scopo
condurre a termine la mia corsa e il
servizio affidatomi dal Signore Gesù, cioè di testimoniare del vangelo della
grazia di Dio.
Qui assumono
tutto il loro peso le sue parole scritte ai filippesi:
Infatti per me il
vivere è Cristo e il morire guadagno.
(Filippesi 1:21)
Con queste
parole, Paolo chiude l’insegnamento che voleva impartire agli anziani di
Efeso, lasciando se stesso come:
- esempio di
comportamento
- esempio di
insegnamento nella chiesa
- esempio di
insegnamento fuori dalla chiesa
- esempio di
servitore
***
E ora, ecco, io so che voi tutti fra
i quali sono passato predicando il regno, non vedrete più la mia faccia.
Perciò io dichiaro quest'oggi di
essere puro del sangue di tutti; perché non mi sono tirato indietro
dall'annunciarvi tutto il consiglio di Dio.
E’ significativo che Paolo, sapesse… …per lui era cosa certa… …che non
avrebbe più rivisto i fratelli di Efeso come d’altronde tutti gli altri
fratelli della Galazia, dell’Asia, della Grecia, e dovunque era
passato
predicando il regno, proprio
per questo ha voluto questo incontro a Mileto almeno con i fratelli di
Efeso.
…essere puro del
sangue di tutti
L’espressione di
Paolo è l'eco delle parole di
Ezechiele 3:18-21:
Quando io dirò all'empio: "Certo
morirai!" se tu non l'avverti, e non parli per avvertire quell'empio di
abbandonare la sua via malvagia, e salvargli così la vita, quell'empio
morirà per la sua iniquità; ma io
domanderò conto del suo sangue alla tua mano.
Ma,
se tu avverti l'empio, ed egli non si ritira dalla sua empietà e
dalla sua via malvagia, egli morirà per la sua iniquità, ma
tu avrai salvato te stesso.
Quando
un giusto si allontana dalla sua giustizia e commette l'iniquità, se
io gli pongo davanti una qualche occasione di caduta, egli morirà, perché
tu non l'avrai avvertito; morirà
per il suo peccato, e le cose giuste che avrà fatte non saranno più
ricordate; ma io domanderò conto del
suo sangue alla tua mano.
Però,
se tu avverti quel giusto perché non pecchi, e non pecca, egli
certamente vivrà, perché è stato avvertito, e tu
avrai salvato te stesso».
***
Badate a voi stessi e a tutto il
gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per
pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue.
Dopo aver
presentato se stesso come esempio, ora Paolo passa alla fase di esortazione
dei fratelli.
…Badate a voi
stessi…
L’esortazione di Paolo è innanzi tutto per se stessi, come già
insegnava Gesù:
«Non giudicate, affinché non siate
giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati;
e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è
nell'occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio
tuo? O, come potrai tu dire a tuo fratello: "Lascia che io ti tolga
dall'occhio la pagliuzza", mentre la trave è nell'occhio tuo?
Ipocrita,
togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre
la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello.
(Matteo 7:1-5)
Questo passo, letto superficialmente ci porta semplicemente ad una
tolleranza generale del peccato sia in se stessi che negli altri.
Il risultato di questa lettura superficiale avrebbe come finale che uno va
a sfracellarsi contro un muro perché continua a non vedere a causa della
trave e l’altro dopo una infezione della cornea perde l’occhio e rimane
parzialmente cieco… …non credo che Gesù avesse in mente questo…
Se invece siamo seri ed onesti, questo rimprovero/esortazione ci vuole
portare a tutto un altro risultato, sia nei nostri confronti che nei
confronti degli altri.
L’uomo di Dio
deve prima di tutto badare a se stesso, senza pensare di essere immune da cadute, Paolo infatti insegnava così:
…chi pensa di stare in
piedi guardi di non cadere.
(1 Corinzi 10:12)
Paolo applicava queste cose per primo a se stesso:
…perché non avvenga che,
dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato.
(1 Corinzi 9:27)
Per poi essere di aiuto al fratello…
…Badate… …a tutto
il gregge
Riprendendo l’insegnamento di Gesù:
…allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello.
Una volta che un anziano bada a
se stesso è utile anche per il fratello più giovane nella fede… …è
credibile… …è autorizzato… …per questo Paolo insegnerà che gli anziani
devono (letteralmente:
bisogna) avere delle particolari caratteristiche morali; non per
potersi vantare per la propria giustizia ma per poter essere “credibili”
soprattutto da “quelli di fuori”:
Bisogna dunque
che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio,
prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare,
non dedito al vino né violento, ma sia mite, non litigioso, non
attaccato al denaro, che governi bene la propria famiglia e tenga i figli
sottomessi e pienamente rispettosi (perché se uno non sa governare la
propria famiglia, come potrà aver cura della chiesa di Dio?), che
non sia convertito di recente, affinché non diventi presuntuoso e cada
nella condanna inflitta al diavolo.
Bisogna inoltre
che abbia una buona testimonianza da quelli di fuori, perché non cada in
discredito e nel laccio del diavolo.
(1 Timoteo 3:2-7)
…in mezzo al
quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi
Paolo dichiara
qui che gli anziani di Efeso (e si presume che sia così per tutti gli
anziani che si comportano degnamente), sono stati
costituiti innanzi tutto dallo
Spirito Santo, con uno scopo
preciso…
…per pascere la
chiesa di Dio
Il compito degli
anziani (sorveglianti), è quindi quello di
pascere la chiesa di Dio.
Innanzi tutto
bisogna che sappiano che la
Chiesa è di Dio e non è
propria, quindi
devono rendere conto del loro servizio al Proprietario, questo
dovrebbe innanzi tutto rendere l’anziano “responsabile del suo operato” nel
timore di Dio.
Pascere
la chiesa di Dio significa
adoperarsi per la sua crescita sana, procurandole una
sana alimentazione della Parola,
svezzandola al momento opportuno, seguirla nel percorso che la porta
alla maturità.
Pascere la chiesa
di Dio significa anche preoccuparsi per la sua
salute spirituale, per le
malattie che può contrarre nel mondo,
alle ferite che le pecore si
procurano nelle loro lotte interne al gregge nonché andare a
recuperare le pecore smarrite.
Pascere la chiesa
di Dio significa anche valorizzare il
frutto del gregge, preoccuparsi delle
pecore gravide, delle nuove
nascite…
Purtroppo
possiamo dire che non sempre è così, il Signore rimproverò i pastori del Suo
popolo durante l’Antico Patto proprio perché invece di pascere il popolo,
pascevano se stessi:
Guai ai
pastori d'Israele che non hanno fatto altro che pascere se stessi!
Non è forse il gregge quello che i pastori debbono pascere?
Voi mangiate il
latte, vi vestite della lana, ammazzate ciò che è ingrassato, ma non pascete
il gregge.
Voi
non avete rafforzato le pecore deboli, non avete guarito la malata, non
avete fasciato quella che era ferita, non avete ricondotto la smarrita, non
avete cercato la perduta, ma avete dominato su di loro con violenza e con
asprezza.
Esse, per mancanza di pastore,
si sono disperse, sono diventate
pasto di tutte le bestie dei campi, e si sono disperse.
Le mie pecore si smarriscono per
tutti i monti e per ogni alto colle; le mie pecore si disperdono su tutta la
distesa del paese, e non c'è nessuno che se ne prenda cura, nessuno che le
cerchi!
Perciò, o pastori, ascoltate la
parola del SIGNORE! Com'è vero che io vivo", dice il Signore, DIO, "poiché
le mie pecore sono abbandonate alla rapina; poiché le mie pecore, che sono
senza pastore, servono di pasto a tutte le bestie dei campi, e i miei
pastori non cercano le mie pecore; poiché i pastori pascono se stessi e non
pascono le mie pecore, perciò, ascoltate, o pastori, la parola del SIGNORE!
Così parla il Signore, DIO: Eccomi
contro i pastori; io domanderò le mie
pecore alle loro mani; li farò cessare dal pascere le pecore; i pastori non
pasceranno più se stessi; io strapperò le mie pecore dalla loro bocca ed
esse non serviranno più loro di pasto".
(Ezechiele
34:2-10)
…che egli ha
acquistata con il proprio sangue.
Come abbiamo già
visto prima, i sorveglianti della Chiesa di Dio, devono prendere coscienza
che la chiesa non è loro, ma ne devono rendere conto per come hanno saputo
sorvegliare su di essa.
La
chiesa di Dio (la
chiesa del Signore intendendo la chiesa di Cristo) la quale
egli ha acquistata col proprio sangue
è la proprietà di Dio.
La Chiesa è di
proprietà esclusiva di Gesù Cristo, perché
Egli l'ha acquistata a prezzo del
proprio sangue.
***
Io so che dopo la mia partenza si
introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge;
e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per
trascinarsi dietro i discepoli.
E’ ancora significativo che Paolo, oltre a
sapere (essere certo)
che non avrebbe più rivisto i fratelli,
sapesse anche (con
altrettanta certezza), che dopo la sua partenza (proprio come era
successo nelle chiese della Galazia) si sarebbero
introdotti nella chiesa i
lupi rapaci, i quali
non risparmieranno il gregge e degli
uomini che insegneranno cose perverse
per trascinarsi dietro i discepoli.
L'apostolo,
distingue due classi di nemici della Chiesa:
-
i lupi rapaci, che vengono
dal di fuori del gregge, irrompono nel gregge a cercano di farne il maggiore
scempio possibile, il loro scopo
è sbranare le pecore e
nutrirsi di loro, invece di
adoperarsi per la loro alimentazione e crescita, si nutrono loro stessi
delle pecore, loro vedono nel gregge
un mezzo di sostentamento!
-
gli uomini che propongono dottrine
perverse, i quali non vengono, dal di fuori, ma sorgono dall’interno
del gregge stesso, essi hanno come
scopo il trascinarsi via i discepoli
e per questo insegnano cose che
pervertono la verità.
Da queste due classi di nemici,
dobbiamo costantemente guardarci!
Paolo di questa
introduzione di
lupi rapaci, ne è
consapevole, certo che avverrà, non lascia alcun dubbio ai vescovi di Efeso,
noi ne siamo altrettanto consapevoli?
Di questi personaggi abbiamo anche gli avvertimenti del Signore Gesù:
Il mercenario, che non è pastore, a cui non
appartengono le pecore, vede venire il lupo,
abbandona le pecore e si dà alla fuga (e
il lupo le rapisce e disperde), perché è mercenario
e non si cura delle pecore.
Io sono il buon pastore, e conosco le mie, e le mie
conoscono me, come il Padre mi conosce e io conosco il Padre,
e do la mia vita per le pecore.
(Giovanni
10:12-15)
«Guardatevi
dai falsi profeti i quali vengono verso di voi in vesti da pecore, ma
dentro sono lupi rapaci.
Li riconoscerete dai loro frutti.
Si raccoglie
forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?
Così, ogni albero
buono fa frutti buoni, ma l'albero cattivo fa frutti cattivi.
Un albero buono
non può fare frutti cattivi, né un albero cattivo far frutti buoni.
Ogni albero che
non fa buon frutto è tagliato e gettato nel fuoco.
Li riconoscerete dunque dai loro
frutti.
(Matteo 7:15-20)
Paolo parlerà di
questi personaggi usciti da mezzo ai “fratelli”:
Ti affido questo incarico, Timoteo,
figlio mio, in armonia con le profezie che sono state in precedenza fatte a
tuo riguardo, perché tu combatta in virtù di esse la buona battaglia,
conservando la fede e una buona coscienza; alla quale alcuni hanno
rinunciato, e così, hanno fatto
naufragio quanto alla fede.
Tra questi sono
Imeneo e Alessandro, che ho consegnati a Satana affinché imparino a
non bestemmiare.
(1 Timoteo 1:18-20)
Ricorda loro queste cose,
scongiurandoli davanti a Dio che non facciano dispute di parole; esse non
servono a niente e conducono alla rovina chi le ascolta.
Sfòrzati di presentare te stesso
davanti a Dio come un uomo approvato, un operaio che non abbia di che
vergognarsi, che tagli rettamente la parola della verità.
Ma evita le chiacchiere profane,
perché quelli che le fanno avanzano
sempre più nell'empietà e la loro parola andrà rodendo come fa la cancrena;
tra questi sono Imeneo e Fileto,
uomini che hanno deviato dalla verità, dicendo che la risurrezione è già
avvenuta, e sovvertono la fede di
alcuni.
(2 Timoteo
2:14-18)
Or sappi questo: negli ultimi giorni
verranno tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del
denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati,
irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati,
senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del
piacere anziché di Dio, aventi l'apparenza della pietà, mentre ne hanno
rinnegato la potenza.
Anche da costoro allontànati!
Poiché
nel numero di costoro ci sono quelli che si insinuano nelle case e
circuiscono donnette cariche di peccati, agitate da varie passioni, le quali
cercano sempre d'imparare e non possono mai giungere alla conoscenza della
verità.
E come
Iannè e Iambrè si opposero a Mosè, così anche
costoro si oppongono alla verità: uomini dalla mente corrotta, che non
hanno dato buona prova quanto alla fede.
(2 Timoteo 3:1-8)
Ma gli
uomini malvagi e gli impostori andranno di male in peggio, ingannando
gli altri ed essendo ingannati.
(2 Timoteo 3:13)
Anche Pietro ne
parla:
Però ci furono anche falsi profeti
tra il popolo, come ci saranno anche
tra di voi falsi dottori che introdurranno occultamente eresie di perdizione,
e, rinnegando il Signore che li ha riscattati, si attireranno addosso una
rovina immediata.
Molti li
seguiranno nella loro dissolutezza; e a causa loro la via della verità sarà
diffamata.
Nella loro
cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma la loro condanna già da tempo è all'opera e la loro rovina non si farà
aspettare.
(2 Pietro 2:1-3)
E pure Giovanni,
nella sua terza lettera (alla chiesa di Efeso) parla di un personaggio
infame:
Ho scritto qualcosa alla chiesa; ma
Diotrefe, che aspira ad avere il
primato tra di loro, non ci riceve. Perciò, se vengo,
io ricorderò le opere che fa, sparlando contro di noi con parole
maligne; e non contento di questo, non solo non riceve egli stesso i
fratelli, ma a quelli che vorrebbero riceverli
impedisce di farlo, e li caccia fuori dalla chiesa.
(3 Giovanni 9-10)
***
Perciò vegliate, ricordandovi che per
tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lacrime.
…Perciò vegliate
…è l'eco della
parola del Sommo Maestro:
Vegliate, dunque, perché non sapete in quale
giorno il vostro Signore verrà.
Ma sappiate questo, che se il padrone
di casa sapesse a quale ora della notte il ladro deve venire, veglierebbe e
non lascerebbe scassinare la sua casa.
Perciò,
anche voi siate pronti; perché, nell'ora che non pensate, il Figlio
dell'uomo verrà.
Qual è mai
il servo fedele e prudente che il padrone ha costituito sui
domestici per dare loro il vitto a suo tempo?
Beato quel servo
che il padrone, arrivando, troverà così occupato!
Io vi dico in
verità che lo costituirà su tutti i suoi beni.
Ma,
se egli è un servo malvagio che dice in cuor suo: "Il mio padrone tarda
a venire"; e comincia a battere i suoi conservi, a mangiare e bere con gli
ubriaconi, il padrone di quel servo verrà nel giorno che non se l'aspetta,
nell'ora che non sa, e lo farà punire a colpi di flagello e gli assegnerà la
sorte degli ipocriti.
Lì sarà il pianto e lo stridor dei
denti.
(Matteo 24:42-51)
Come possiamo
notare, tutti gli apostoli del Signore erano seriamente preoccupati di
queste categorie di persone… …oggi che siamo sempre più all’interno di un
mondo proiettato nella malvagità… …pensiamo
di dover essere meno preoccupati di loro?
Siamo così ingenui?
…ricordandovi che
per tre anni
Dalla lettura dei
capitoli precedenti possiamo effettivamente stimare:
-
tre mesi spesi insegnando nella
sinagoga (cfr
Atti 19:8);
-
due anni spesi nella scuola di
Tiranno (cfr
Atti 19:10);
- di
un periodo di tempo non definito,
prima e dopo il tumulto di Demetrio (cfr
Atti 19:22 e seg.).
…notte e giorno, non ho cessato di
ammonire ciascuno con lacrime.
L’attività di Paolo ad Efeso fu intensa, ne parla lui stesso nella prima
lettera ai corinzi scritta proprio in quel periodo:
Rimarrò a Efeso fino alla Pentecoste, perché qui
una larga porta mi si è aperta a un
lavoro efficace, e vi sono molti avversari.
(1 Corinzi 16:8-9)
E fu una attività che contemplava una pratica poco gradevole e poco
gradita, l’ammonire… …tale
pratica, oggi in completo disuso a causa della “libertà di peccare in modo
arbitrario ed incontrastato” pena l’accusa di “giudicare il fratello”, era
invece praticata attivamente sia da Paolo che dai suoi collaboratori ed era
anche promossa nei rapporti reciproci tra fratelli:
Vi scrivo queste cose non per farvi
vergognare, ma per ammonirvi come miei cari figli.
(1 Corinzi 4:14)
Vi esortiamo, fratelli, ad
ammonire i disordinati, a
confortare gli scoraggiati, a sostenere i deboli, a essere pazienti con
tutti.
(1 Tessalonicesi 5:14)
Ora, fratelli miei, io pure sono persuaso, a vostro riguardo, che anche voi
siete pieni di bontà, ricolmi di ogni conoscenza,
capaci anche di ammonirvi a vicenda.
(Romani 15:14)
Forse, in riferimento a coloro che “amano vivere incontrastati ed
indisturbati nella loro
dissolutezza” è utile ricordare quanto scrive Giuda:
Carissimi, avendo un gran desiderio
di scrivervi della nostra comune salvezza, mi sono trovato costretto a farlo
per esortarvi a combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa
ai santi una volta per sempre.
Perché
si sono infiltrati fra di voi certi uomini (per i quali già da tempo
è scritta questa condanna); empi che
volgono in dissolutezza la grazia del nostro Dio e negano il nostro
unico Padrone e Signore Gesù Cristo.
Ora voglio ricordare a voi che avete
da tempo conosciuto tutto questo, che il Signore, dopo aver tratto in salvo
il popolo dal paese d'Egitto, fece in seguito perire quelli che non
credettero.
Egli ha pure custodito nelle tenebre
e in catene eterne, per il gran giorno del giudizio, gli angeli che non
conservarono la loro dignità e abbandonarono la loro dimora.
Allo stesso modo Sodoma e Gomorra e
le città vicine, che si abbandonarono, come loro, alla fornicazione e ai
vizi contro natura, sono date come esempio, portando la pena di un fuoco
eterno.
Ciò nonostante, anche questi
visionari contaminano la carne nello stesso modo, disprezzano l'autorità e
parlano male delle dignità.
Invece, l'arcangelo Michele, quando
contendeva con il diavolo disputando per il corpo di Mosè, non osò
pronunciare contro di lui un giudizio ingiurioso, ma disse: «Ti sgridi il
Signore!»
Questi, invece,
parlano in maniera oltraggiosa di quello che ignorano, e si corrompono
in tutto ciò che sanno per istinto, come bestie prive di ragione.
Guai a loro! Perché
si sono incamminati per la via di Caino, e per amor di lucro si sono
gettati nei traviamenti di Balaam, e sono periti per la ribellione di Core.
Essi
sono delle macchie nelle vostre agapi quando
banchettano con voi senza ritegno, pascendo se stessi;
nuvole senza acqua, portate qua e là
dai venti; alberi d'autunno senza frutti, due volte morti, sradicati;
onde furiose del mare, schiumanti la
loro bruttura; stelle erranti, a cui è riservata l'oscurità delle tenebre in
eterno.
Anche per costoro profetizzò Enoc,
settimo dopo Adamo, dicendo: «Ecco, il Signore è venuto con le sue sante
miriadi per giudicare tutti; per convincere tutti gli empi di tutte le opere
di empietà da loro commesse e di tutti gli insulti che gli empi peccatori
hanno pronunciati contro di lui».
Sono dei
mormoratori, degli scontenti; camminano secondo le loro passioni; la loro
bocca proferisce cose incredibilmente gonfie, e circondano d'ammirazione le
persone per interesse.
Ma voi, carissimi, ricordatevi di ciò
che gli apostoli del Signore nostro Gesù Cristo hanno predetto, quando vi
dicevano: «Negli ultimi tempi vi
saranno schernitori che vivranno secondo le loro empie passioni».
Essi sono quelli
che provocano le divisioni, gente sensuale, che non ha lo Spirito.
Ma voi, carissimi, edificando voi stessi
nella vostra santissima fede, pregando mediante lo Spirito Santo,
conservatevi nell'amore di Dio,
aspettando la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo, a vita eterna.
Abbiate pietà di quelli che sono nel
dubbio; salvateli, strappandoli dal fuoco; e degli altri abbiate pietà mista
a timore, odiando perfino la veste contaminata dalla carne.
(Giuda 3-23)
Una riflessione particolare va fatta per quanto riguarda l’accusa di
provocare le
divisioni… …da non confondere con il dividersi… …il separarsi per necessità… …Paolo
fu costretto a separarsi (portando via i discepoli) come leggiamo negli
atti, proprio relativamente all’esperienza di Efeso:
…siccome alcuni si
ostinavano e rifiutavano di credere dicendo male della nuova Via davanti
alla folla, egli, ritiratosi da loro, separò i discepoli…
(Atti 19:9)
Non sempre chi si
separa è colui che ha provocato la
divisione…
Paolo dichiara apertamente che queste attività spirituali non sono state
piacevoli, egli ricorda loro che ci sono state molte
lacrime, e questo lo vediamo anche quando scrive ai fratelli di
Corinto:
Poiché
vi ho scritto in grande afflizione e in angoscia di cuore con molte
lacrime, non già per rattristarvi,
ma per farvi conoscere l'amore
grandissimo che ho per voi.
(2 Corinzi 2:4)
Noi non diamo nessun motivo di
scandalo affinché il nostro servizio non sia biasimato; ma in ogni cosa
raccomandiamo noi stessi come servitori di Dio,
con grande costanza nelle
afflizioni, nelle necessità,
nelle angustie, nelle percosse, nelle prigionie, nei tumulti, nelle fatiche,
nelle veglie, nei digiuni; con purezza, con conoscenza, con pazienza,
con bontà, con lo Spirito Santo, con
amore sincero; con un parlare veritiero, con la potenza di Dio; con le
armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e
nell'umiliazione, nella buona e
nella cattiva fama;
considerati come impostori, eppure veritieri; come
sconosciuti, eppure ben
conosciuti; come moribondi,
eppure eccoci viventi; come puniti,
eppure non messi a morte; come
afflitti, eppure sempre allegri; come
poveri, eppure arricchendo molti;
come non avendo nulla, eppure
possedendo ogni cosa!
(2 Corinzi 6:4-10)
***
E ora, vi affido a Dio e alla Parola
della sua grazia, la quale può edificarvi e darvi l'eredità di tutti i
santificati.
Paolo ritiene di aver esaurito il Suo
mandato “fisico” ad Efeso, ora è il momento di
responsabilizzare i fratelli e di affidarli
a Dio e alla Parola della sua
grazia (Paolo scriverà ancora una lettera ai fratelli di Efeso)
…la quale può
edificarvi
La Chiesa è un edificio che erige Dio
secondo il Suo disegno e noi siamo i Suoi collaboratori; è il tempio
spirituale della nuova economia:
Accostandovi a lui, pietra vivente,
rifiutata dagli uomini, ma davanti a Dio scelta e preziosa, anche voi, come
pietre viventi, siete edificati per
formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici
spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo.
Infatti si legge nella Scrittura: «Ecco,
io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chiunque crede in
essa non resterà confuso».
Per voi dunque che credete essa è
preziosa; ma per gli increduli «la
pietra che i costruttori hanno rigettata è diventata la pietra angolare…
(1 Pietro 2:4-7)
…l'eredità di
tutti i santificati
L'eredità
di quelli che
sono consacrati a Dio, è il riposo eterno, e la gloria futura:
Ma com'è scritto: «Le
cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel
cuore dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano».
(1 Corinzi 2:9)
Il pensiero della
eredità con tutti i santificati
torna nella lettera che Paolo scriverà proprio agli efesini:
Perciò anch'io, avendo udito parlare
della vostra fede nel Signore Gesù e del vostro amore per tutti i santi, non
smetto mai di rendere grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere,
affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi
dia uno spirito di sapienza e di rivelazione perché possiate conoscerlo
pienamente; egli illumini gli occhi del vostro cuore,
affinché sappiate a quale speranza vi
ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi
riserva tra i santi, e qual è verso di noi, che crediamo, l'immensità della
sua potenza.
(Efesini 1:15-19)
La
eredità
è la comunione perfetta con Dio; ma anche e sopra tutto il fatto
della ricchezza, della immensità di questa eredità, che è il privilegio di
tutti quelli i quali, per la grazia che Dio ha fatta loro per mezzo di
Cristo, sono stati redenti dal peccato e santificati dallo Spirito.
La
santificazione
è separazione dal
male e consacrazione a Dio, quindi i
santificati, sono coloro
che si sono separati dal male e si sono consacrati a Dio.
***
Non ho desiderato né l'argento, né
l'oro, né i vestiti di nessuno.
Voi stessi sapete che queste mani
hanno provveduto ai bisogni miei e di coloro che erano con me.
In ogni cosa vi ho mostrato che
bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e ricordarsi delle parole
del Signore Gesù, il quale disse egli stesso: "Vi è più gioia nel dare che
nel ricevere"».
A differenza del
mercenario, Paolo dichiara di non
aver mai approfittato della sua autorità o posizione spirituale per
sfruttare i fratelli, nemmeno di averlo desiderato in cuor suo.
Di questo suo
atteggiamento, Paolo ne ha fatto un esempio da seguire:
vi ho mostrato che bisogna venire
in aiuto ai deboli lavorando così.
I vestiti, che
costavano molto, rappresentavano una parte importante delle ricchezze
orientali.
***
Quand'ebbe dette queste cose, si pose
in ginocchio e pregò con tutti loro.
Paolo riconosce che solo una preghiera genuina di intercessione può dare
forza al suo lavoro fin qui svolto… …e ne da pubblica dimostrazione.
***
Tutti scoppiarono in un gran pianto;
e si gettarono al collo di Paolo, e lo baciarono, dolenti soprattutto perché
aveva detto loro che non avrebbero più rivisto la sua faccia; e
l'accompagnarono alla nave.
L’affetto che Paolo nutriva per i fratelli di Efeso è reciproco ed
è frutto di una comunione spirituale
vera, vissuta nelle lotte, nel sangue, nella tribolazione, nell’amore di Dio
che fonde in un unico corpo la Chiesa…
ma
questo amore non deve mai ostacolare l’Opera di Dio, Paolo ed i fratelli
di Efeso in questa occasione sono un bellissimo esempio!