Terzo viaggio missionario

Discorso di Paolo agli anziani di Efeso

ATTI DEGLI APOSTOLI 20:17-38

 

  

 

Da Mileto mandò a Efeso a chiamare gli anziani della chiesa.

Quando giunsero da lui, disse loro: «Voi sapete in quale maniera, dal primo giorno che giunsi in Asia, mi sono sempre comportato con voi, servendo il Signore con ogni umiltà, e con lacrime, tra le prove venutemi dalle insidie dei Giudei; e come non vi ho nascosto nessuna delle cose che vi erano utili, e ve le ho annunciate e insegnate in pubblico e nelle vostre case, e ho avvertito solennemente Giudei e Greci di ravvedersi davanti a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù Cristo.

Ed ecco che ora, legato dallo Spirito, vado a Gerusalemme, senza sapere le cose che là mi accadranno.

So soltanto che lo Spirito Santo in ogni città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni.

Ma non faccio nessun conto della mia vita, come se mi fosse preziosa, pur di condurre a termine la mia corsa e il servizio affidatomi dal Signore Gesù, cioè di testimoniare del vangelo della grazia di Dio.

E ora, ecco, io so che voi tutti fra i quali sono passato predicando il regno, non vedrete più la mia faccia.

Perciò io dichiaro quest'oggi di essere puro del sangue di tutti; perché non mi sono tirato indietro dall'annunciarvi tutto il consiglio di Dio.

Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue.

Io so che dopo la mia partenza si introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli.

Perciò vegliate, ricordandovi che per tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lacrime.

E ora, vi affido a Dio e alla Parola della sua grazia, la quale può edificarvi e darvi l'eredità di tutti i santificati.

Non ho desiderato né l'argento, né l'oro, né i vestiti di nessuno.

Voi stessi sapete che queste mani hanno provveduto ai bisogni miei e di coloro che erano con me.

In ogni cosa vi ho mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse egli stesso: "Vi è più gioia nel dare che nel ricevere"».

Quand'ebbe dette queste cose, si pose in ginocchio e pregò con tutti loro.

Tutti scoppiarono in un gran pianto; e si gettarono al collo di Paolo, e lo baciarono, dolenti soprattutto perché aveva detto loro che non avrebbero più rivisto la sua faccia; e l'accompagnarono alla nave.

 

***

Da Mileto mandò a Efeso a chiamare gli anziani della chiesa.

Paolo è in viaggio e sta facendo una tappa di sosta a Mileto, il suo viaggio ha come destinazione Gerusalemme ed egli ha con sé la colletta raccolta tra i fratelli greci destinata ai fratelli in difficoltà di Gerusalemme ed egli sa, per rivelazione dello Spirito Santo, che non tornerà indietro.

Paolo ha quindi nel cuore il vivo desiderio di salutare per l’ultima volta di persona i fratelli con e per i quali ha lavorato per più di tre anni per dargli le ultime istruzioni di persona.

Fa chiamare quindi gli anziani della chiesa di Efeso, che distano da Mileto circa 28 miglia.

 

…gli anziani della chiesa.

La parola dell'originale è qui presbiteri, nel seguito del discorso, questi stessi anziani sono chiamati vescovi (Atti 20:28); vale a dire, sorveglianti.

Questo prova che per Luca e per i suoi tempi, i due nomi, uno di origine giudaica (anziani) e l'altro usato fra i greci (vescovi) sono equivalenti.

 

***

Quando giunsero da lui, disse loro: «Voi sapete in quale maniera, dal primo giorno che giunsi in Asia, mi sono sempre comportato con voi, servendo il Signore con ogni umiltà, e con lacrime, tra le prove venutemi dalle insidie dei Giudei; e come non vi ho nascosto nessuna delle cose che vi erano utili, e ve le ho annunciate e insegnate in pubblico e nelle vostre case, e ho avvertito solennemente Giudei e Greci di ravvedersi davanti a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù Cristo.

 

Paolo, ha urgenza di comunicare ai fratelli anziani di Efeso un ultima esortazione di perseveranza e nel fare questo propone:

A) il suo esempio di comportamento personale

B) la sua onestà e franchezza negli insegnamenti dati nella chiesa

C) la sua onestà e franchezza negli insegnamenti dati fuori dalla chiesa

D) il suo essere servo

 

Questo è quello che Paolo vuole che gli anziani facciano!

A) L’esempio di comportamento personale:

…Voi sapete in quale maniera, dal primo giorno che giunsi in Asia, mi sono sempre comportato con voi

 

Ancora prima di ricordare loro gli insegnamenti dati, Paolo ritiene più urgente fare presente quanto sia importante l’esempio personale degli anziani.

Gesù rimproverava proprio questa attitudine ai dottori della Legge:

Ed egli disse: «Guai anche a voi, dottori della legge, perché caricate la gente di pesi difficili da portare, e voi non toccate quei pesi neppure con un dito! (Luca 11:46)

 

E purtroppo, molto spesso, sembra proprio che gli anziani si concedano “il lusso” di esentarsi da quei pesi che vengono caricati sulle anime nuove… …si pretende che “il novizio” si comporti da “anziano” (in quanto a sottomissione… …umiltà… …servizio… …correttezza… …purezza), mentre l’anziano stesso, per “qualche forma di privilegio” ne venga esentato!

Paolo non ragionava così, anzi insegnava che coloro che insegnavano o erano anziani dovevano prima di tutto avere certe caratteristiche pratiche e comportamentali:

Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino né violento, ma sia mite, non litigioso, non attaccato al denaro, che governi bene la propria famiglia e tenga i figli sottomessi e pienamente rispettosi (perché se uno non sa governare la propria famiglia, come potrà aver cura della chiesa di Dio?), che non sia convertito di recente, affinché non diventi presuntuoso e cada nella condanna inflitta al diavolo. 

Bisogna inoltre che abbia una buona testimonianza da quelli di fuori, perché non cada in discredito e nel laccio del diavolo. (1 Timoteo 3:2-7)

 

Per questa ragione ti ho lasciato a Creta: perché tu metta ordine nelle cose che rimangono da fare, e costituisca degli anziani in ogni città, secondo le mie istruzioni, quando si trovi chi sia irreprensibile, marito di una sola moglie, che abbia figli fedeli, che non siano accusati di dissolutezza né insubordinati.

Infatti bisogna che il vescovo sia irreprensibile, come amministratore di Dio; non arrogante, non iracondo, non dedito al vino, non violento, non avido di guadagno disonesto, ma ospitale, amante del bene, assennato, giusto, santo, temperante, attaccato alla parola sicura, così come è stata insegnata, per essere in grado di esortare secondo la sana dottrina e di convincere quelli che contraddicono.

Infatti vi sono molti ribelli, ciarloni e seduttori delle menti, specialmente tra quelli della circoncisione, ai quali bisogna chiudere la bocca; uomini che sconvolgono intere famiglie, insegnando cose che non dovrebbero, per amore di un guadagno disonesto.

(Tito 1:5-11)

 

…servendo al Signore con ogni umiltà e con lacrime

L’anziano è quindi prima di tutto un servo di Cristo!

Paolo si è sempre definito servo di Cristo:

Paolo, servo di Cristo Gesù, chiamato a essere apostolo, messo a parte per il vangelo di Dio… (Romani 1:1)

Vado forse cercando il favore degli uomini, o quello di Dio?

Oppure cerco di piacere agli uomini?

Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo. (Galati 1:10)

 

Paolo e Timoteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono in Filippi, con i vescovi e con i diaconi… (Filippesi 1:1)

Paolo, servo di Dio e apostolo di Gesù Cristo per promuovere la fede degli eletti di Dio e la conoscenza della verità che è conforme alla pietà… (Tito 1:1)

 

Il servizio di Paolo (come quello che deve caratterizzare gli anziani) è un servizio duro, che costa molte lacrime… …nel servizio del Signore non sempre c’è gioia, o meglio, mai c’è gioia effimera, quella gioia che si basa sulle soddisfazioni personali e terrene, c’è la gioia per le cose che ci sta davanti, proprio come Gesù:

Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio. (Ebrei 12:2)

 

Paolo scrisse, poco prima di questo avvenimento, una seconda lettera ai corinzi di profonda riprensione; egli scrive queste cose con angoscia e lacrime:

Poiché vi ho scritto in grande afflizione e in angoscia di cuore con molte lacrime, non già per rattristarvi, ma per farvi conoscere l'amore grandissimo che ho per voi (2 Corinzi 2:4)

 

…tra le prove venutemi dalle insidie dei Giudei

Anche nel tumulto di Demetrio ci fu lo zampino dei giudei (cfr Atti 19:33-34)

In quel periodo vi fu un gran tumulto a proposito della nuova Via.

Perché un tale, di nome Demetrio (Atti 19:23-24)

 

Dalla folla fecero uscire Alessandro, che i Giudei spingevano avanti.

E Alessandro, fatto cenno con la mano, voleva tenere un discorso di difesa davanti al popolo.

Ma quando si accorsero che era ebreo, tutti, per quasi due ore, si misero a gridare in coro: «Grande è la Diana degli Efesini!»

(Atti 19:33-34)

 

I risultati nefasti di anziani che si atteggiano da servi ma non servono il Signore, sono deleteri per tutta la Chiesa:

- cattivo governo della chiesa (cfr 1 Timoteo 3:5)

- atteggiamento presuntuoso e portatore di una condanna simile a quella inflitta al diavolo (1 Timoteo 3:6)

- caduta in discredito (ovvero non credibile) e quindi “legato” nel laccio del diavolo (cfr 1 Timoteo 3:7)

- portatori di accuse di dissolutezza e di insubordinazione (Tito 1:6)

- sconvolgimento di intere famiglie e portatori di insegnamenti disutili alla Chiesa (cfr Tito 1:11)

 

B) La sua onestà e franchezza negli insegnamenti dati nella chiesa

…come non vi ho nascosto nessuna delle cose che vi erano utili

L'apostolo dichiara di aver loro annunciato "tutto quanto il consiglio di Dio".

Non ha sposato un'idea speciale per farsene esclusivo paladino; non ha avuto riguardo alla qualità delle persone; non ha avuto paura di chiamare nero il nero e bianco il bianco, anche quando ai suoi uditori sarebbe piaciuto ch'egli avesse chiamato bianco il nero e nero il bianco; "la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità"; ecco il motto di Paolo.

Paolo ci tiene a fare notare ai fratelli di Efeso che gli ha parlato francamente senza tenere nulla di utile nascosto, Paolo ha imparato questo dalla Scrittura e dal carattere di Dio e, da buon imitatore di Cristo, tiene loro un discorso molto simile alla preghiera che Gesù stesso, prima del suo sacrificio, fece per i suoi discepoli:

Padre, l'ora è venuta; glorifica tuo Figlio, affinché il Figlio glorifichi te, giacché gli hai dato autorità su ogni carne, perché egli dia vita eterna a tutti quelli che tu gli hai dati.

Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo.

Io ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuto l'opera che tu mi hai data da fare.

Ora, o Padre, glorificami tu presso di te della gloria che avevo presso di te prima che il mondo esistesse.

Io ho manifestato il tuo nome agli uomini che tu mi hai dati dal mondo; erano tuoi e tu me li hai dati; ed essi hanno osservato la tua parola.  

Ora hanno conosciuto che tutte le cose che mi hai date, vengono da te; poiché le parole che tu mi hai date le ho date a loro; ed essi le hanno ricevute e hanno veramente conosciuto che io sono proceduto da te, e hanno creduto che tu mi hai mandato.

Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per quelli che tu mi hai dati, perché sono tuoi; e tutte le cose mie sono tue, e le cose tue sono mie; e io sono glorificato in loro.

Io non sono più nel mondo, ma essi sono nel mondo, e io vengo a te. 

Padre santo, conservali nel tuo nome, quelli che tu mi hai dati, affinché siano uno, come noi. Mentre io ero con loro, io li conservavo nel tuo nome; quelli che tu mi hai dati, li ho anche custoditi, e nessuno di loro è perito, tranne il figlio di perdizione, affinché la Scrittura fosse adempiuta.

Ma ora io vengo a te; e dico queste cose nel mondo, affinché abbiano compiuta in se stessi la mia gioia.

Io ho dato loro la tua parola; e il mondo li ha odiati, perché non sono del mondo, come io non sono del mondo.

Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno.

Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.

Santificali nella verità: la tua parola è verità.

Come tu hai mandato me nel mondo, anch'io ho mandato loro nel mondo.

Per loro io santifico me stesso, affinché anch'essi siano santificati nella verità: la tua parola è verità.

Come tu hai mandato me nel mondo, anch'io ho mandato loro nel mondo.

Per loro io santifico me stesso, affinché anch'essi siano santificati nella verità.

Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato.

Io ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno come noi siamo uno; io in loro e tu in me; affinché siano perfetti nell'unità, e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li ami come hai amato me.

Padre, io voglio che dove sono io, siano con me anche quelli che tu mi hai dati, affinché vedano la mia gloria che tu mi hai data; poiché mi hai amato prima della fondazione del mondo.

Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato; e io ho fatto loro conoscere il tuo nome, e lo farò conoscere, affinché l'amore del quale tu mi hai amato sia in loro, e io in loro.  (Giovanni 17:1-26)

 

…ve le ho annunciate e insegnate in pubblico e nelle vostre case

 

Paolo fa loro notare anche come la sua predicazione sia stata franca anche nella esposizione sia in privato che in pubblico.

Non esistono “due vangeli”, uno per “attirare” e un altro per “conservare”, occorre essere coerenti, a volte siamo tentati di proporre un vangelo “più gradevole”… …e avveleniamo la pillola amara che può guarire.

Paolo ha insegnato sia in pubblico che nelle case, non si è fermato solo davanti ai grandi uditori, né li ha evitati, come egli stesso insegnerà a Timoteo:

Ti scongiuro, davanti a Dio e a Cristo Gesù che deve giudicare i vivi e i morti, per la sua apparizione e il suo regno: predica la parola, insisti in ogni occasione favorevole e sfavorevole, convinci, rimprovera, esorta con ogni tipo di insegnamento e pazienza.

(2 Timoteo 4:1-2)

 

C) La sua onestà e franchezza negli insegnamenti dati fuori dalla chiesa

 

…ho avvertito solennemente

L’avvertimento di Paolo al di fuori della chiesa, era ugualmente solenne a quello che impartiva all’interno della chiesa… …avvertimento… …solennemente… ….qui troviamo due termini che devono caratterizzare le nostre testimonianze ed insegnamenti verso gli increduli.

La predicazione verso i perduti non deve essere “consolatoria”, o meglio, è inutile dare consolazione se prima non viene dato prima un solenne avvertimento al ravvedimento!

E’ alquanto inutile e fuorviante parlare del Dio d’amore, quando si ha a che fare con un Dio terribilmente irato e pronto a distruggere con un fuoco tutto ciò che ci circonda, compresi gli uomini che non si ravvedono!

Paolo iniziava così la sua lettera ai romani:

L'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l'ingiustizia…

Per questo Dio li ha abbandonati all'impurità

Dio li ha abbandonati a passioni infami

Dio li ha abbandonati in balìa della loro mente perversa sì che facessero ciò che è sconveniente (tratto da Romani 1:18-32)

 

Possiamo vedere un avvertimento solenne anche nel discorso di Pietro il giorno della pentecoste:

Ma Pietro, levatosi in piedi con gli undici, alzò la voce e parlò loro così:
«Uomini di Giudea, e voi tutti che abitate in Gerusalemme, vi sia noto questo, e ascoltate attentamente le mie parole…

Uomini d'Israele, ascoltate queste parole! Gesù il Nazareno, uomo che Dio ha accreditato fra di voi mediante opere potenti, prodigi e segni che Dio fece per mezzo di lui, tra di voi, come voi stessi ben sapete, quest'uomo, quando vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e la prescienza di Dio, voi, per mano di iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste; ma Dio lo risuscitò, avendolo sciolto dagli angosciosi legami della morte, perché non era possibile che egli fosse da essa trattenuto….

Egli dunque, essendo stato esaltato dalla destra di Dio e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete e udite. 

Davide infatti non è salito in cielo; eppure egli stesso dice: «Il Signore ha detto al mio Signore: "Siedi alla mia destra, finché io abbia posto i tuoi nemici per sgabello dei tuoi piedi"»…

…Sappia dunque con certezza tutta la casa d'Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso»…

…«Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. Perché per voi è la promessa, per i vostri figli, e per tutti quelli che sono lontani, per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà». E con molte altre parole li scongiurava e li esortava, dicendo: «Salvatevi da questa perversa generazione»… (Atti 2:14-47)

 

Giudei e Greci di ravvedersi davanti a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù Cristo

 

Paolo ha ormai l’esperienza circa il comportamento che i giudei hanno già tenuto nelle chiese da lui formate in galazia e avverte che tali insegnamenti sono distruttivi della Grazia e del Vangelo e ricorda che tali persone devono solo ravvedersi davanti a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù Cristo.

Davanti al ravvedimento ed alla giustizia di Dio, per Paolo non vi è alcuna differenza tra giudei e greci:

Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti: vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono infatti non c'è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. (Romani 3:21-24)

 

la Scrittura dice: «Chiunque crede in lui, non arà deluso».

Poiché non c'è distinzione tra Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. 

Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato. (Romani 10:11-13)

 

***

D) Il suo essere servo

Ed ecco che ora, legato dallo Spirito, vado a Gerusalemme, senza sapere le cose che là mi accadranno.

Paolo va in Gerusalemme per impulso interno ed irresistibile, conscio che è lo Spirito Santo che lo spinge là e gliene darà ulteriore conferma più avanti.

Anche in questo momento, Paolo è il servo, legato dallo Spirito:

- egli ha il desiderio di andare a Gerusalemme (la volontà di Dio che agisce in lui):

Dopo questi fatti Paolo si mise in animo di andare a Gerusalemme, passando per la Macedonia e per l'Acaia. (Atti 19:21)

 

- egli è “costretto” dallo Spirito Santo ad andare da Gerusalemme:

legato dallo Spirito, vado a Gerusalemme, senza sapere le cose che là mi accadranno (Atti 20:22)

 

…scese dalla Giudea un profeta, di nome Agabo. 

Egli venne da noi e, presa la cintura di Paolo, si legò i piedi e le mani e disse: «Questo dice lo Spirito Santo: "A Gerusalemme i Giudei legheranno così l'uomo a cui questa cintura appartiene, e lo consegneranno nelle mani dei pagani"». (Atti 21:10-11)

 

- egli è altresì conscio che sta facendo un “servizio”:

Per ora vado a Gerusalemme, a rendere un servizio ai santi, perché la Macedonia e l'Acaia si sono compiaciute di fare una colletta per i poveri che sono tra i santi di Gerusalemme. (Romani 15:25-26)

 

Ora, fratelli, vi esorto, per il Signore nostro Gesù Cristo e per l'amore dello Spirito, a combattere con me nelle preghiere che rivolgete a Dio in mio favore, perché io sia liberato dagli increduli di Giudea, e il mio servizio per Gerusalemme sia gradito ai santi, in modo che, se piace a Dio, io possa venire da voi con gioia ed essere confortato insieme con voi. (Romani 15:30-32)

 

***

So soltanto che lo Spirito Santo in ogni città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni.

Paolo non conosce i dettagli di quello che lo aspetta, ma sa, per profezia che non sarà una piacevole passeggiata, si ricorda infatti le parole profetica annunciate da Anania in occasione della sua conversione:

Ma il Signore gli disse: «Va', perché egli è uno strumento che ho scelto per portare il mio nome davanti ai popoli, ai re, e ai figli d'Israele; perché io gli mostrerò quanto debba soffrire per il mio nome». (Atti 9:15-16)

Oltre a questa profezia iniziale, egli dichiara che lo Spirito Santo gli conferma in ogni città (e ne abbiamo prova in tutte le tappe che Paolo ha fatto), che la profezia era certa (come sono certe tutte le Parole di Dio).

 

***

Ma non faccio nessun conto della mia vita, come se mi fosse preziosa, pur di condurre a termine la mia corsa e il servizio affidatomi dal Signore Gesù, cioè di testimoniare del vangelo della grazia di Dio.

Paolo non considera la propria vita più importante della chiamata di Dio, anzi non la ritiene nemmeno preziosa, ha un solo scopo condurre a termine la mia corsa e il servizio affidatomi dal Signore Gesù, cioè di testimoniare del vangelo della grazia di Dio.

Qui assumono tutto il loro peso le sue parole scritte ai filippesi:

Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno. (Filippesi 1:21)

Con queste parole, Paolo chiude l’insegnamento che voleva impartire agli anziani di Efeso, lasciando se stesso come:

- esempio di comportamento

- esempio di insegnamento nella chiesa

- esempio di insegnamento fuori dalla chiesa

- esempio di servitore

 

***

E ora, ecco, io so che voi tutti fra i quali sono passato predicando il regno, non vedrete più la mia faccia.

Perciò io dichiaro quest'oggi di essere puro del sangue di tutti; perché non mi sono tirato indietro dall'annunciarvi tutto il consiglio di Dio.

E’ significativo che Paolo, sapesse… …per lui era cosa certa… …che non avrebbe più rivisto i fratelli di Efeso come d’altronde tutti gli altri fratelli della Galazia, dell’Asia, della Grecia, e dovunque era passato predicando il regno, proprio per questo ha voluto questo incontro a Mileto almeno con i fratelli di Efeso.

 

…essere puro del sangue di tutti

L’espressione di Paolo è l'eco delle parole di Ezechiele 3:18-21:

Quando io dirò all'empio: "Certo morirai!" se tu non l'avverti, e non parli per avvertire quell'empio di abbandonare la sua via malvagia, e salvargli così la vita, quell'empio morirà per la sua iniquità; ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano.

Ma, se tu avverti l'empio, ed egli non si ritira dalla sua empietà e dalla sua via malvagia, egli morirà per la sua iniquità, ma tu avrai salvato te stesso.

Quando un giusto si allontana dalla sua giustizia e commette l'iniquità, se io gli pongo davanti una qualche occasione di caduta, egli morirà, perché tu non l'avrai avvertito; morirà per il suo peccato, e le cose giuste che avrà fatte non saranno più ricordate; ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano.

Però, se tu avverti quel giusto perché non pecchi, e non pecca, egli certamente vivrà, perché è stato avvertito, e tu avrai salvato te stesso».

 

***

Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue.

Dopo aver presentato se stesso come esempio, ora Paolo passa alla fase di esortazione dei fratelli.

…Badate a voi stessi…

L’esortazione di Paolo è innanzi tutto per se stessi, come già insegnava Gesù:

«Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi.

Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo? O, come potrai tu dire a tuo fratello: "Lascia che io ti tolga dall'occhio la pagliuzza", mentre la trave è nell'occhio tuo?

Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello. (Matteo 7:1-5)

Questo passo, letto superficialmente ci porta semplicemente ad una tolleranza generale del peccato sia in se stessi che negli altri.

Il risultato di questa lettura superficiale avrebbe come finale che uno va a sfracellarsi contro un muro perché continua a non vedere a causa della trave e l’altro dopo una infezione della cornea perde l’occhio e rimane parzialmente cieco… …non credo che Gesù avesse in mente questo…

Se invece siamo seri ed onesti, questo rimprovero/esortazione ci vuole portare a tutto un altro risultato, sia nei nostri confronti che nei confronti degli altri.

L’uomo di Dio deve prima di tutto badare a se stesso, senza pensare di essere immune da cadute, Paolo infatti insegnava così:

chi pensa di stare in piedi guardi di non cadere. (1 Corinzi 10:12)

Paolo applicava queste cose per primo a se stesso:

perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato.     (1 Corinzi 9:27)

Per poi essere di aiuto al fratello

 

…Badate… …a tutto il gregge

Riprendendo l’insegnamento di Gesù:

allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello.

Una volta che un anziano bada a se stesso è utile anche per il fratello più giovane nella fede… …è credibile… …è autorizzato… …per questo Paolo insegnerà che gli anziani devono (letteralmente: bisogna) avere delle particolari caratteristiche morali; non per potersi vantare per la propria giustizia ma per poter essere “credibili” soprattutto da “quelli di fuori”:

Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino né violento, ma sia mite, non litigioso, non attaccato al denaro, che governi bene la propria famiglia e tenga i figli sottomessi e pienamente rispettosi (perché se uno non sa governare la propria famiglia, come potrà aver cura della chiesa di Dio?), che non sia convertito di recente, affinché non diventi presuntuoso e cada nella condanna inflitta al diavolo.

Bisogna inoltre che abbia una buona testimonianza da quelli di fuori, perché non cada in discredito e nel laccio del diavolo. (1 Timoteo 3:2-7)

 

…in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi

Paolo dichiara qui che gli anziani di Efeso (e si presume che sia così per tutti gli anziani che si comportano degnamente), sono stati costituiti innanzi tutto dallo Spirito Santo, con uno scopo preciso…

 

…per pascere la chiesa di Dio

Il compito degli anziani (sorveglianti), è quindi quello di pascere la chiesa di Dio.

Innanzi tutto bisogna che sappiano che la Chiesa è di Dio e non è propria, quindi devono rendere conto del loro servizio al Proprietario, questo dovrebbe innanzi tutto rendere l’anziano “responsabile del suo operato” nel timore di Dio.

Pascere la chiesa di Dio significa adoperarsi per la sua crescita sana, procurandole una sana alimentazione della Parola, svezzandola al momento opportuno, seguirla nel percorso che la porta alla maturità.

Pascere la chiesa di Dio significa anche preoccuparsi per la sua salute spirituale, per le malattie che può contrarre nel mondo, alle ferite che le pecore si procurano nelle loro lotte interne al gregge nonché andare a recuperare le pecore smarrite.

Pascere la chiesa di Dio significa anche valorizzare il frutto del gregge, preoccuparsi delle pecore gravide, delle nuove nascite…

Purtroppo possiamo dire che non sempre è così, il Signore rimproverò i pastori del Suo popolo durante l’Antico Patto proprio perché invece di pascere il popolo, pascevano se stessi:

Guai ai pastori d'Israele che non hanno fatto altro che pascere se stessi! Non è forse il gregge quello che i pastori debbono pascere?

Voi mangiate il latte, vi vestite della lana, ammazzate ciò che è ingrassato, ma non pascete il gregge.

Voi non avete rafforzato le pecore deboli, non avete guarito la malata, non avete fasciato quella che era ferita, non avete ricondotto la smarrita, non avete cercato la perduta, ma avete dominato su di loro con violenza e con asprezza.  

Esse, per mancanza di pastore, si sono disperse, sono diventate pasto di tutte le bestie dei campi, e si sono disperse.

Le mie pecore si smarriscono per tutti i monti e per ogni alto colle; le mie pecore si disperdono su tutta la distesa del paese, e non c'è nessuno che se ne prenda cura, nessuno che le cerchi!

Perciò, o pastori, ascoltate la parola del SIGNORE! Com'è vero che io vivo", dice il Signore, DIO, "poiché le mie pecore sono abbandonate alla rapina; poiché le mie pecore, che sono senza pastore, servono di pasto a tutte le bestie dei campi, e i miei pastori non cercano le mie pecore; poiché i pastori pascono se stessi e non pascono le mie pecore, perciò, ascoltate, o pastori, la parola del SIGNORE!

Così parla il Signore, DIO: Eccomi contro i pastori; io domanderò le mie pecore alle loro mani; li farò cessare dal pascere le pecore; i pastori non pasceranno più se stessi; io strapperò le mie pecore dalla loro bocca ed esse non serviranno più loro di pasto".

(Ezechiele 34:2-10)

 

…che egli ha acquistata con il proprio sangue.

Come abbiamo già visto prima, i sorveglianti della Chiesa di Dio, devono prendere coscienza che la chiesa non è loro, ma ne devono rendere conto per come hanno saputo sorvegliare su di essa.

La chiesa di Dio (la chiesa del Signore intendendo la chiesa di Cristo) la quale egli ha acquistata col proprio sangue è la proprietà di Dio.

La Chiesa è di proprietà esclusiva di Gesù Cristo, perché Egli l'ha acquistata a prezzo del proprio sangue.

 

***

Io so che dopo la mia partenza si introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli.

 

E’ ancora significativo che Paolo, oltre a sapere (essere certo) che non avrebbe più rivisto i fratelli, sapesse anche (con altrettanta certezza), che dopo la sua partenza (proprio come era successo nelle chiese della Galazia) si sarebbero introdotti nella chiesa i lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge e degli uomini che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli.

L'apostolo, distingue due classi di nemici della Chiesa:

- i lupi rapaci, che vengono dal di fuori del gregge, irrompono nel gregge a cercano di farne il maggiore scempio possibile, il loro scopo è sbranare le pecore e nutrirsi di loro, invece di adoperarsi per la loro alimentazione e crescita, si nutrono loro stessi delle pecore, loro vedono nel gregge un mezzo di sostentamento!

- gli uomini che propongono dottrine perverse, i quali non vengono, dal di fuori, ma sorgono dall’interno del gregge stesso, essi hanno come scopo il trascinarsi via i discepoli e per questo insegnano cose che pervertono la verità.

Da queste due classi di nemici, dobbiamo costantemente guardarci!

Paolo di questa introduzione di lupi rapaci, ne è consapevole, certo che avverrà, non lascia alcun dubbio ai vescovi di Efeso, noi ne siamo altrettanto consapevoli?

Di questi personaggi abbiamo anche gli avvertimenti del Signore Gesù:

Il mercenario, che non è pastore, a cui non appartengono le pecore, vede venire il lupo, abbandona le pecore e si dà alla fuga (e il lupo le rapisce e disperde), perché è mercenario e non si cura delle pecore.

Io sono il buon pastore, e conosco le mie, e le mie conoscono me, come il Padre mi conosce e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. (Giovanni 10:12-15)

 

«Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono verso di voi in vesti da pecore, ma dentro sono lupi rapaci.  Li riconoscerete dai loro frutti.

Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?

Così, ogni albero buono fa frutti buoni, ma l'albero cattivo fa frutti cattivi.

Un albero buono non può fare frutti cattivi, né un albero cattivo far frutti buoni.

Ogni albero che non fa buon frutto è tagliato e gettato nel fuoco.

Li riconoscerete dunque dai loro frutti. (Matteo 7:15-20)

 

Paolo parlerà di questi personaggi usciti da mezzo ai “fratelli”:

Ti affido questo incarico, Timoteo, figlio mio, in armonia con le profezie che sono state in precedenza fatte a tuo riguardo, perché tu combatta in virtù di esse la buona battaglia, conservando la fede e una buona coscienza; alla quale alcuni hanno rinunciato, e così, hanno fatto naufragio quanto alla fede.

Tra questi sono Imeneo e Alessandro, che ho consegnati a Satana affinché imparino a non bestemmiare. (1 Timoteo 1:18-20)

 

Ricorda loro queste cose, scongiurandoli davanti a Dio che non facciano dispute di parole; esse non servono a niente e conducono alla rovina chi le ascolta.

Sfòrzati di presentare te stesso davanti a Dio come un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi, che tagli rettamente la parola della verità.

Ma evita le chiacchiere profane, perché quelli che le fanno avanzano sempre più nell'empietà e la loro parola andrà rodendo come fa la cancrena; tra questi sono Imeneo e Fileto, uomini che hanno deviato dalla verità, dicendo che la risurrezione è già avvenuta, e sovvertono la fede di alcuni. (2 Timoteo 2:14-18)

 

Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio, aventi l'apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza.

Anche da costoro allontànati!

Poiché nel numero di costoro ci sono quelli che si insinuano nelle case e circuiscono donnette cariche di peccati, agitate da varie passioni, le quali cercano sempre d'imparare e non possono mai giungere alla conoscenza della verità.

E come Iannè e Iambrè si opposero a Mosè, così anche costoro si oppongono alla verità: uomini dalla mente corrotta, che non hanno dato buona prova quanto alla fede.

(2 Timoteo 3:1-8)

 

Ma gli uomini malvagi e gli impostori andranno di male in peggio, ingannando gli altri ed essendo ingannati. (2 Timoteo 3:13)

 

Anche Pietro ne parla:

Però ci furono anche falsi profeti tra il popolo, come ci saranno anche tra di voi falsi dottori che introdurranno occultamente eresie di perdizione, e, rinnegando il Signore che li ha riscattati, si attireranno addosso una rovina immediata.

Molti li seguiranno nella loro dissolutezza; e a causa loro la via della verità sarà diffamata.

Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma la loro condanna già da tempo è all'opera e la loro rovina non si farà aspettare. (2 Pietro 2:1-3)

 

E pure Giovanni, nella sua terza lettera (alla chiesa di Efeso) parla di un personaggio infame:

Ho scritto qualcosa alla chiesa; ma Diotrefe, che aspira ad avere il primato tra di loro, non ci riceve. Perciò, se vengo, io ricorderò le opere che fa, sparlando contro di noi con parole maligne; e non contento di questo, non solo non riceve egli stesso i fratelli, ma a quelli che vorrebbero riceverli impedisce di farlo, e li caccia fuori dalla chiesa.

(3 Giovanni 9-10)

 

***

Perciò vegliate, ricordandovi che per tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lacrime.

 

…Perciò vegliate

…è l'eco della parola del Sommo Maestro:

Vegliate, dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà.

Ma sappiate questo, che se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte il ladro deve venire, veglierebbe e non lascerebbe scassinare la sua casa.

Perciò, anche voi siate pronti; perché, nell'ora che non pensate, il Figlio dell'uomo verrà.

Qual è mai il servo fedele e prudente che il padrone ha costituito sui domestici per dare loro il vitto a suo tempo?

Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà così occupato!

Io vi dico in verità che lo costituirà su tutti i suoi beni.

Ma, se egli è un servo malvagio che dice in cuor suo: "Il mio padrone tarda a venire"; e comincia a battere i suoi conservi, a mangiare e bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo verrà nel giorno che non se l'aspetta, nell'ora che non sa, e lo farà punire a colpi di flagello e gli assegnerà la sorte degli ipocriti.

Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti. (Matteo 24:42-51)

 

Come possiamo notare, tutti gli apostoli del Signore erano seriamente preoccupati di queste categorie di persone… …oggi che siamo sempre più all’interno di un mondo proiettato nella malvagità… …pensiamo di dover essere meno preoccupati di loro?

Siamo così ingenui?

 

…ricordandovi che per tre anni

Dalla lettura dei capitoli precedenti possiamo effettivamente stimare:

- tre mesi spesi insegnando nella sinagoga (cfr Atti 19:8);

- due anni spesi nella scuola di Tiranno (cfr Atti 19:10);

- di un periodo di tempo non definito, prima e dopo il tumulto di Demetrio (cfr Atti 19:22 e seg.).

 

…notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lacrime.

L’attività di Paolo ad Efeso fu intensa, ne parla lui stesso nella prima lettera ai corinzi scritta proprio in quel periodo:

Rimarrò a Efeso fino alla Pentecoste, perché qui una larga porta mi si è aperta a un lavoro efficace, e vi sono molti avversari. (1 Corinzi 16:8-9)

 

E fu una attività che contemplava una pratica poco gradevole e poco gradita, l’ammonire… …tale pratica, oggi in completo disuso a causa della “libertà di peccare in modo arbitrario ed incontrastato” pena l’accusa di “giudicare il fratello”, era invece praticata attivamente sia da Paolo che dai suoi collaboratori ed era anche promossa nei rapporti reciproci tra fratelli:

Vi scrivo queste cose non per farvi vergognare, ma per ammonirvi come miei cari figli.   (1 Corinzi 4:14)

 

Vi esortiamo, fratelli, ad ammonire i disordinati, a confortare gli scoraggiati, a sostenere i deboli, a essere pazienti con tutti. (1 Tessalonicesi 5:14)

Ora, fratelli miei, io pure sono persuaso, a vostro riguardo, che anche voi siete pieni di bontà, ricolmi di ogni conoscenza, capaci anche di ammonirvi a vicenda. (Romani 15:14)

Forse, in riferimento a coloro che “amano vivere incontrastati ed indisturbati nella loro dissolutezza” è utile ricordare quanto scrive Giuda:

Carissimi, avendo un gran desiderio di scrivervi della nostra comune salvezza, mi sono trovato costretto a farlo per esortarvi a combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre.

Perché si sono infiltrati fra di voi certi uomini (per i quali già da tempo è scritta questa condanna); empi che volgono in dissolutezza la grazia del nostro Dio e negano il nostro unico Padrone e Signore Gesù Cristo.

Ora voglio ricordare a voi che avete da tempo conosciuto tutto questo, che il Signore, dopo aver tratto in salvo il popolo dal paese d'Egitto, fece in seguito perire quelli che non credettero.

Egli ha pure custodito nelle tenebre e in catene eterne, per il gran giorno del giudizio, gli angeli che non conservarono la loro dignità e abbandonarono la loro dimora.

Allo stesso modo Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si abbandonarono, come loro, alla fornicazione e ai vizi contro natura, sono date come esempio, portando la pena di un fuoco eterno.

Ciò nonostante, anche questi visionari contaminano la carne nello stesso modo, disprezzano l'autorità e parlano male delle dignità.

Invece, l'arcangelo Michele, quando contendeva con il diavolo disputando per il corpo di Mosè, non osò pronunciare contro di lui un giudizio ingiurioso, ma disse: «Ti sgridi il Signore!»

Questi, invece, parlano in maniera oltraggiosa di quello che ignorano, e si corrompono in tutto ciò che sanno per istinto, come bestie prive di ragione.

Guai a loro! Perché si sono incamminati per la via di Caino, e per amor di lucro si sono gettati nei traviamenti di Balaam, e sono periti per la ribellione di Core.

Essi sono delle macchie nelle vostre agapi quando banchettano con voi senza ritegno, pascendo se stessi; nuvole senza acqua, portate qua e là dai venti; alberi d'autunno senza frutti, due volte morti, sradicati; onde furiose del mare, schiumanti la loro bruttura; stelle erranti, a cui è riservata l'oscurità delle tenebre in eterno.

Anche per costoro profetizzò Enoc, settimo dopo Adamo, dicendo: «Ecco, il Signore è venuto con le sue sante miriadi per giudicare tutti; per convincere tutti gli empi di tutte le opere di empietà da loro commesse e di tutti gli insulti che gli empi peccatori hanno pronunciati contro di lui».

Sono dei mormoratori, degli scontenti; camminano secondo le loro passioni; la loro bocca proferisce cose incredibilmente gonfie, e circondano d'ammirazione le persone per interesse.

Ma voi, carissimi, ricordatevi di ciò che gli apostoli del Signore nostro Gesù Cristo hanno predetto, quando vi dicevano: «Negli ultimi tempi vi saranno schernitori che vivranno secondo le loro empie passioni».

Essi sono quelli che provocano le divisioni, gente sensuale, che non ha lo Spirito.

Ma voi, carissimi, edificando voi stessi nella vostra santissima fede, pregando mediante lo Spirito Santo, conservatevi nell'amore di Dio, aspettando la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo, a vita eterna.

Abbiate pietà di quelli che sono nel dubbio; salvateli, strappandoli dal fuoco; e degli altri abbiate pietà mista a timore, odiando perfino la veste contaminata dalla carne. (Giuda 3-23)

 

Una riflessione particolare va fatta per quanto riguarda l’accusa di provocare le divisioni… …da non confondere con il dividersi… …il separarsi per necessità… …Paolo fu costretto a separarsi (portando via i discepoli) come leggiamo negli atti, proprio relativamente all’esperienza di Efeso:

siccome alcuni si ostinavano e rifiutavano di credere dicendo male della nuova Via davanti alla folla, egli, ritiratosi da loro, separò i discepoli… (Atti 19:9)

 

Non sempre chi si separa è colui che ha provocato la divisione

 

Paolo dichiara apertamente che queste attività spirituali non sono state piacevoli, egli ricorda loro che ci sono state molte lacrime, e questo lo vediamo anche quando scrive ai fratelli di Corinto:

Poiché vi ho scritto in grande afflizione e in angoscia di cuore con molte lacrime, non già per rattristarvi, ma per farvi conoscere l'amore grandissimo che ho per voi.

(2 Corinzi 2:4)

 

Noi non diamo nessun motivo di scandalo affinché il nostro servizio non sia biasimato; ma in ogni cosa raccomandiamo noi stessi come servitori di Dio, con grande costanza nelle afflizioni, nelle necessità, nelle angustie, nelle percosse, nelle prigionie, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, con conoscenza, con pazienza, con bontà, con lo Spirito Santo, con amore sincero; con un parlare veritiero, con la potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nell'umiliazione, nella buona e nella cattiva fama; considerati come impostori, eppure veritieri; come sconosciuti, eppure ben conosciuti; come moribondi, eppure eccoci viventi; come puniti, eppure non messi a morte; come afflitti, eppure sempre allegri; come poveri, eppure arricchendo molti; come non avendo nulla, eppure possedendo ogni cosa! (2 Corinzi 6:4-10)

 

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E ora, vi affido a Dio e alla Parola della sua grazia, la quale può edificarvi e darvi l'eredità di tutti i santificati.

Paolo ritiene di aver esaurito il Suo mandato “fisico” ad Efeso, ora è il momento di responsabilizzare i fratelli e di affidarli a Dio e alla Parola della sua grazia (Paolo scriverà ancora una lettera ai fratelli di Efeso)

 

…la quale può edificarvi

La Chiesa è un edificio che erige Dio secondo il Suo disegno e noi siamo i Suoi collaboratori; è il tempio spirituale della nuova economia:

Accostandovi a lui, pietra vivente, rifiutata dagli uomini, ma davanti a Dio scelta e preziosa, anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo.

Infatti si legge nella Scrittura: «Ecco, io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chiunque crede in essa non resterà confuso».

Per voi dunque che credete essa è preziosa; ma per gli increduli «la pietra che i costruttori hanno rigettata è diventata la pietra angolare…  (1 Pietro 2:4-7)

 

…l'eredità di tutti i santificati

L'eredità di quelli che sono consacrati a Dio, è il riposo eterno, e la gloria futura:

Ma com'è scritto: «Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano». (1 Corinzi 2:9)

 

Il pensiero della eredità con tutti i santificati torna nella lettera che Paolo scriverà proprio agli efesini:

Perciò anch'io, avendo udito parlare della vostra fede nel Signore Gesù e del vostro amore per tutti i santi, non smetto mai di rendere grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione perché possiate conoscerlo pienamente; egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi, e qual è verso di noi, che crediamo, l'immensità della sua potenza. (Efesini 1:15-19)

 

La eredità è la comunione perfetta con Dio; ma anche e sopra tutto il fatto della ricchezza, della immensità di questa eredità, che è il privilegio di tutti quelli i quali, per la grazia che Dio ha fatta loro per mezzo di Cristo, sono stati redenti dal peccato e santificati dallo Spirito.

 

La santificazione è separazione dal male e consacrazione a Dio, quindi i santificati, sono coloro che si sono separati dal male e si sono consacrati a Dio.

 

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Non ho desiderato né l'argento, né l'oro, né i vestiti di nessuno.

Voi stessi sapete che queste mani hanno provveduto ai bisogni miei e di coloro che erano con me.

In ogni cosa vi ho mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse egli stesso: "Vi è più gioia nel dare che nel ricevere"».

 

A differenza del mercenario, Paolo dichiara di non aver mai approfittato della sua autorità o posizione spirituale per sfruttare i fratelli, nemmeno di averlo desiderato in cuor suo.

Di questo suo atteggiamento, Paolo ne ha fatto un esempio da seguire: vi ho mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così.

I vestiti, che costavano molto, rappresentavano una parte importante delle ricchezze orientali.

 

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Quand'ebbe dette queste cose, si pose in ginocchio e pregò con tutti loro.

Paolo riconosce che solo una preghiera genuina di intercessione può dare forza al suo lavoro fin qui svolto… …e ne da pubblica dimostrazione.

 

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Tutti scoppiarono in un gran pianto; e si gettarono al collo di Paolo, e lo baciarono, dolenti soprattutto perché aveva detto loro che non avrebbero più rivisto la sua faccia; e l'accompagnarono alla nave.

L’affetto che Paolo nutriva per i fratelli di Efeso è reciproco ed è frutto di una comunione spirituale vera, vissuta nelle lotte, nel sangue, nella tribolazione, nell’amore di Dio che fonde in un unico corpo la Chiesa… ma questo amore non deve mai ostacolare l’Opera di Dio, Paolo ed i fratelli di Efeso in questa occasione sono un bellissimo esempio!

Gianni Marinuzzi