Terzo
ATTI DEGLI APOSTOLI
18:23-28
"Dopo
essersi fermato qui qualche tempo, partì, percorrendo la regione della
Galazia e della Frigia successivamente, fortificando tutti i discepoli.
Ora un ebreo di nome Apollo, oriundo di Alessandria, uomo eloquente e
versato nelle Scritture, arrivò a Efeso.
Egli era stato istruito nella via del Signore; ed essendo fervente di
spirito, annunciava e insegnava accuratamente le cose relative a Gesù,
benché avesse conoscenza soltanto del battesimo di Giovanni.
Egli cominciò pure a parlare con franchezza nella sinagoga.
Ma Priscilla e Aquila, dopo averlo udito, lo presero con loro e gli esposero
con più esattezza la via di Dio.
Poi, siccome voleva andare in Acaia, i fratelli lo incoraggiarono, e
scrissero ai discepoli di accoglierlo.
Giunto là, egli fu di grande aiuto a quelli che avevano creduto mediante la grazia di Dio, perché con gran vigore confutava pubblicamente i Giudei, dimostrando con le Scritture che Gesù è il Cristo."
***
Dopo essersi fermato qui qualche tempo, partì, percorrendo la regione della
Galazia e della Frigia successivamente, fortificando tutti i discepoli.
…Dopo essersi fermato qui qualche tempo
Paolo comprende che
forse è giunto il tempo di riposarsi un attimo per poter riprendere il suo
mandato con maggior vigore; rientrato dal suo secondo viaggio missionario,
si ferma ad Antiochia, la Chiesa missionaria dalla quale è partito ed alla
quale sempre ritorna, tra i suoi fratelli trova sicuramente quel conforto,
quell’incoraggiamento che ogni figlio di Dio e fratello in Cristo considera
prezioso.
Paolo evidentemente conosce i suoi limiti ed ha come
unico obiettivo servire il Signore
nel migliore dei modi, ed in questo anche una pausa in comunione con i
fratelli, il trovare quel ristoro è utile a qualsiasi figlio di Dio, dal
neofita al servitore più dedito al combattimento della prima linea!
…partì, percorrendo la regione della Galazia e della Frigia
Una volta
“riposato”, Paolo non si culla sugli allori… …conosce bene il suo mandato e
lo scopo della sua vita.
Da Antiochia si
mette in cammino con obiettivo quei giudei di Efeso che aveva visitato
frettolosamente nella tappa del suo ritorno.
La via più corta e meno penosa
sarebbe stata quella di mare ma
Paolo preferisce passare via terra, per l'interno del continente ed
attraversare le province montagnose
dell'Asia minore
dove c'erano delle chiese, già oggetto della sua
testimonianza, da visitare e da
fortificare.
Le chiese della
regione della Galazia sono quelle visitate nel suo primo viaggio missionario
insieme a Barnaba, ovvero, Listra, Derba ed Iconio, fino ad Antiochia di
Pisidia ai confini con la Frigia.
…fortificando tutti i discepoli
La motivazione che
spinge Paolo ad intraprendere questo terzo viaggio missionario è la stessa
che lo spinse all’inizio del secondo viaggio:
Ritorniamo ora a
visitare i fratelli di tutte le
città in cui abbiamo annunciato la Parola del Signore, per vedere come
stanno.
(Atti 15:36)
Nell'opera missionaria
siamo sempre e quasi esclusivamente
preoccupati di quelli che non conoscono ancora l'evangelo; tutto il
nostro lavoro mira a risvegliare le coscienze, a chiamare i peccatori a
Cristo; e, senza dubbio, è preoccupazione giusta e santa.
Ma impariamo questo, da Paolo; che se
non curiamo spiritualmente quelli che già sono andati a Cristo e fanno parte
della Chiesa, se non li nutriamo e non li fortifichiamo, se non li
circondiamo del nostro affetto, noi
rischiamo di lavorare invano; guadagniamo da una parte, per perdere
dall'altra.
Paolo, che è un modello di evangelista, è anche un
modello di pastore, egli fortifica
tutti i discepoli.
Egli è pervaso dallo
zelo di vedere sempre allargarsi i confini del Regno di Dio, ma anche "la
sollecitudine per le chiese" che ha fondate, non lo abbandona mai, egli
scriveva infatti:
Oltre a tutto il resto, sono assillato ogni giorno
dalle preoccupazioni che mi vengono
da tutte le chiese.
(2 Corinzi 11:28)
***
Egli era stato istruito nella via del Signore; ed essendo fervente di
spirito, annunciava e insegnava accuratamente le cose relative a Gesù,
benché avesse conoscenza soltanto del battesimo di Giovanni.
Egli cominciò pure a parlare con franchezza nella sinagoga.
…Ora un ebreo di nome Apollo, oriundo di Alessandria
Apollo
è un'abbreviazione ellenistica del nome greco
Apollonio o
Apollodoro.
Alessandria
aveva delle famose scuole giudaiche, nelle quali l'Antico Testamento era
studiato e commentato.
…uomo eloquente e versato nelle Scritture, arrivò a Efeso
Luca ci tiene a puntualizzare che
Apollo
era un
uomo eloquente e versato nelle
Scritture, due doti “naturali” di questo discepolo, che
evidentemente aveva un linguaggio
chiaro, semplice ed elegante, ma oltre a ciò si
era impegnato nello studio delle
Scritture, aveva quindi doti
innate e una volontà ed una applicazione concentrata nella Parola… …ma
mancava qualcosa…
Apollo
era uno che conosceva le Scritture in modo approfondito (si tratta
evidentemente delle Scritture relative all’Antico Patto), con un particolare
dono di esposizione in modo chiaro degli insegnamenti.
In un contesto colto e dedito alla filosofia,
Apollo
spiegava
le Scritture a dei greci!
Abbiamo già visto
con quale atteggiamento i greci guardavano i predicatori della Parola (cfr
Paolo ad Atene) e quale deve essere il nostro “parlare” in una società molto
simile a quella della Grecia di allora.
Spesso cadiamo nella trappola dei discorsi mistici
generici del nostro tempo… …impariamo da
Paolo e da
Apollo,
spieghiamo la Scrittura!
…Egli era stato istruito nella via del Signore; ed
essendo fervente di spirito, annunciava e insegnava accuratamente le cose
relative a Gesù, benché avesse conoscenza soltanto del battesimo di
Giovanni.
Apollo
era
istruito nella via del Signore,
era stato evidentemente un buon allievo delle famose scuole giudaiche di
Alessandria, ben istruito nella dottrina, fervente nello Spirito, zelante,
predicava in modo franco, con forza e convinzione ed aveva in qualche modo
afferrato l’insegnamento di Gesù, difatti egli
insegnava
accuratamente le cose relative a Gesù, benché avesse conoscenza soltanto del
battesimo di Giovanni.
Apollo
era
fervente di spirito,
ovvero ci metteva tutto il suo zelo ed il suo impegno in quello che
esponeva.
Apollo annunciava e insegnava accuratamente le cose
relative a Gesù, benché avesse conoscenza soltanto del battesimo di
Giovanni.
Apollo
era dunque un dotto teologo ed esegeta giudeo, che predicava ed insegnava
nella sinagoga d'Efeso gli aspetti
messianici di Gesù Cristo ed
insegnava circa il battesimo di Giovanni, ma quello che gli mancava
ancora, era il riconoscere in Gesù Cristo non solo il compimento delle
promesse messianiche ma l’intera
Sua Opera
rigeneratrice.
Questo suo
insegnamento (non completo) portò comunque a generare una lacuna dottrinale
che Paolo dovette colmare durante il suo terzo viaggio missionario:
Mentre Apollo era a Corinto, Paolo, dopo aver
attraversato le regioni superiori del paese, giunse a Efeso; e
vi trovò alcuni discepoli, ai
quali disse: «Riceveste lo Spirito Santo quando credeste?»
Gli risposero: «Non abbiamo neppure sentito dire che ci sia lo Spirito
Santo».
Egli disse loro: «Con quale battesimo siete dunque stati battezzati?»
Essi risposero: «Con il battesimo di Giovanni».
Paolo disse: «Giovanni battezzò con il battesimo di ravvedimento, dicendo al
popolo di credere in colui che veniva dopo di lui, cioè, in Gesù».
Udito questo, furono battezzati nel nome del Signore
Gesù; e, avendo Paolo imposto loro le mani, lo Spirito Santo scese su di
loro ed essi parlavano in lingue e profetizzavano.
Erano in tutto circa dodici uomini.
(Atti 19:1-7)
Ma questi
dodici uomini,
non avevano preso da Apollo solo la lacuna dottrinale ma anche la sua
sincerità e la sua disponibilità a sottomettersi e ravvedersi davanti alla
Parola di Dio!
…Egli cominciò pure a parlare con franchezza nella sinagoga.
Oltre a
spiegare le Scritture
ai greci,
Apollo
cominciò anche a frequentare la
sinagoga
ed a
parlare con franchezza
***
Ma Priscilla e Aquila, dopo averlo udito, lo presero con loro e gli esposero
con più esattezza la via di Dio.
Evidentemente
Aquila e Priscilla
frequentavano anche essi
la sinagoga, il che vuol dire
che i cristiani d'origine giudaica, e perfino gli amici di Paolo, non si
erano ancora del tutto separati dalla sinagoga.
Essi
dopo averlo udito, lo presero con loro e gli esposero con più esattezza la
via di Dio,
ovvero valutarono il suo
insegnamento, valutarono la
sincerità di Apollo e colmarono
le sue lacune…
…questo non è altro che quello che dobbiamo
fare tra di noi!
Aquila e Priscilla, potevano “accontentarsi” di un fratello
eloquente e versato nelle Scritture…
…ma hanno la visione più alta del Regno di Dio, in qualche modo notano che
ad Apollo manca una visione “spirituale
dell’opera di Cristo”.
Evidentemente Apollo esponeva una visione “messianica” nel senso più
“sionista” del termine dell’opera di Gesù Cristo.
Nell’udire la predicazione di
Apollo,
Aquila e Priscilla
colgono la sua sincera fede non ancora perfetta,
e con una delicatezza esemplare
lo presero con loro e gli esposero con più esattezza la via di Dio.
Il testo non lo dice, ma da come sono proseguiti i rapporti fraterni,
dobbiamo dedurre che
Apollo
dimostrò umiltà e sincerità nell’ascoltare e nel riconoscere l’imperfezione
della sua fede.
Apollo,
uomo eloquente e versato nelle Scritture,
dimostrò di sapersi mettere in discussione davanti
all’autorità della Parola di Dio.
Apollo
è un esempio magnifico di quel che possa in un predicatore la combinazione
dei doni naturali coi frutti della grazia.
Apollo
è
eloquente; è
versato nelle Scritture; è
istruito nella dottrina del Signore;
ha uno zelo ardente; possiede
una qualità che è tanto più bella quanto più è rara;
è umile, cioè; non crede di
sapere tutto, ma è disposto ad
imparare quello che ancora non sa, senza badare alla condizione sociale
di chi glielo insegna.
Apollo
non possiede tutta quanta la verità; ma
è fedele in quello che
possiede.
Aquila e Priscilla
sanno istruire senza scoraggiare
un uomo come Apollo, che, già tanto stimato nella sinagoga, avrà poi tanta
influenza nella Chiesa di Cristo!
***
Poi, siccome voleva andare in Acaia, i fratelli lo incoraggiarono, e
scrissero ai discepoli di accoglierlo.
Oltre ad
istruirlo,
Aquila e Priscilla, insieme
ai
fratelli efesini,
incoraggiano Apollo a
proseguire nella sua vocazione,
appoggiano il suo desiderio.
…i fratelli lo incoraggiarono, e scrissero ai discepoli di accoglierlo.
Che bella
espressione!
Purtroppo non capita molto spesso che i fratelli si
incoraggino, anzi le invidie, le gelosie sono fonte di rivalità assurde… …non
riusciamo spesso a vederci come corpo,
per questo
non pratichiamo bene l’incoraggiamento!
Apollo
andò a stabilirsi a Corinto e in
questa chiesa incontrò probabilmente Timoteo e Silvano, e servì in mezzo ai
fratelli corinzi.
Di questo fatto
troviamo traccia negli scritti di Paolo e nel prosieguo della storia narrata
da Luce:
Mentre Apollo era a Corinto,
Paolo, dopo aver attraversato le regioni superiori del paese, giunse a
Efeso; e vi trovò alcuni discepoli.
(Atti 19:1)
Voglio dire che ciascuno di voi dichiara: «Io sono di
Paolo»; «io, di Apollo»; «io, di
Cefa»; «io, di Cristo».
(1 Corinzi 1:12)
Paolo, Apollo,
Cefa, il mondo, la vita, la morte, le cose presenti, le cose future, tutto è
vostro! E voi siete di Cristo; e Cristo è di Dio.
(1 Corinzi 3:22-23)
Apollo lo troviamo
poi in qualche modo presente con Paolo ad Efeso mentre scrive la prima
lettera ai Corinzi:
Quanto al fratello Apollo,
io l'ho molto esortato a recarsi da voi con i fratelli; ma egli non ha
alcuna intenzione di farlo adesso;
verrà però quando ne avrà l'opportunità.
(1 Corinzi 16:12)
E lo troviamo infine
di passaggio a Creta con Tito, ed in procinto di partire:
Quando ti avrò mandato Artemas o Tichico, fa' il possibile per venire da me
a Nicopoli, perché ho deciso di passarci l'inverno.
Provvedi con cura al viaggio
di Zena, il giurista, e di Apollo,
perché non manchi loro niente.
(Tito 3:13)
Dopo averlo
incoraggiato, preparano una lettera di presentazione per i fratelli di
Corinto, affinchè sia ricevuto come un fratello in fede.
Vista la
persecuzione accesa che vi era in quegli anni, era utile e necessario che vi
fossero tali lettere, per garantire la genuinità del fratello.
***
Giunto là, egli fu di grande aiuto a quelli che avevano creduto mediante la
grazia di Dio, perché con gran vigore confutava pubblicamente i Giudei,
dimostrando con le Scritture che Gesù è il Cristo.
Apollo
fu di grande aiuto ai
credenti di Corinto; ma Luca ha cura di dirci il segreto di questa utilità:
fu
mediante la grazia di Dio.
Ricordiamolo sempre,
possiamo essere "eloquenti",
"versati
nelle Scritture", "istruiti
nella dottrina del Signore" e "pieni
di zelo"; ma Gesù disse:
Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora
in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché
senza di me non potete fare nulla.
(Giovanni 15:5)
Proprio a questo
proposito, la chiesa di Corinto (a causa della sua carnalità = immaturità),
fu una chiesa tribolata nella sua crescita e Paolo dovette correggerla anche
in merito alle fazioni interne, che coinvolsero, suo malgrado, anche il nome
di Apollo:
Infatti, dato che ci sono tra di voi gelosie e contese, non siete forse
carnali e non vi comportate secondo la natura umana?
Quando uno dice:
«Io sono di Paolo»; e un altro: «Io
sono d'Apollo»; non siete forse uomini carnali?
Che cos'è dunque Apollo?
E che cos'è Paolo? Sono servitori,
per mezzo dei quali voi avete creduto; e lo sono nel modo che il Signore ha
dato a ciascuno di loro.
Io ho piantato,
Apollo ha annaffiato,
ma Dio ha fatto crescere;
quindi colui che pianta e colui
che
annaffia non sono nulla: Dio fa crescere!
(1 Corinzi 3:3-7)
L’arrivo di Apollo a Corinto,
fu di grande aiuto, la sua
preparazione scritturale fu utile nel
confutare
pubblicamente i Giudei, dimostrando con le Scritture che Gesù è il
Cristo.
La preparazione
dottrinale è fondamentale nella testimonianza, soprattutto con chi in
qualche modo è già edotto della Scrittura o è comunque familiare con Essa.
Dobbiamo basare
sempre la nostra testimonianza su di Essa!
La predicazione iniziale di Apollo consisteva nell’insegnare
accuratamente le cose relative a Gesù, ma Aquila e Priscilla,
presolo da parte
gli esposero con più esattezza la via
di Dio.
Apollo insegnava
cose esatte… …ma non completamente!
L’insegnamento di Apollo a Corinto sarà più esatto… …
dimostra con le Scritture che Gesù è il Cristo.
Questo ci insegna tantissimo… …non basta annunciare
Gesù, i Suoi principi, le Sue
morali, i Suoi insegnamenti, la Sua storia… …quello che è più esatto è
annunciare che
Gesù è il Cristo, come faceva
Paolo:
…spiegando e dimostrando che il Cristo
doveva morire e risuscitare dai morti. «E
il Cristo», egli diceva, «è quel Gesù che io vi annuncio».
(Atti 17:3)
Gesù stesso
insegnava a Nicodemo:
«E, come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così
bisogna che il Figlio dell'uomo sia
innalzato, affinché chiunque
crede in lui abbia vita eterna.
Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il
suo unigenito Figlio, affinché
chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.
Infatti Dio
non ha mandato suo Figlio nel mondo
per giudicare il mondo, ma perché il
mondo sia salvato per mezzo di lui.
(Giovanni 3:14-17)
Che Gesù annunciamo noi?