«Sono simile al pellicano del deserto,
son come il gufo dei luoghi desolati.
Veglio e sono come
il passero solitario sul tetto.»
Salmo 102:6
Il passero solitario
Fa
ancora freddo in Piemonte e i passeri nel mio giardino vanno cercando un po’
di cibo, ruspando nel terreno. Ogni tanto spargo loro un po’ di becchime per
uccelli. Li guardo festeggiare a gruppi questa buona ed inaspettata
colazione.
Raramente mi è capitato di vedere un passero solitario, perché si tratta di
animali molto sociali che vivono in gruppi.
Una delle poesie più belle che si imparano a scuola è la lirica
“Il passero solitario” di Giacomo
Leopardi, che illustra magnificamente la condizione di estrema solitudine in
cui questo poeta viveva. La mia insegnante delle scuole elementari me la
fece imparare a memoria, cercando di infondere in me l’amore per l’arte
poetica.
Lo sapevi che prima che Leopardi scrivesse
“Il passero solitario”, ne aveva
già parlato migliaia di anni prima il Salmista della Bibbia? Anche lui aveva
provato gli angosciosi sentimenti di solitudine e di emarginazione che aveva
condotto il poeta di Recanati ad isolarsi tra mille scartoffie e mille
libri.
«Sono simile al pellicano del deserto,
son come il gufo dei luoghi desolati.
Veglio e sono come il passero solitario sul tetto.»
Anche noi, talvolta, proviamo il desiderio di isolarci in un angolino,
perché le cose non vanno secondo il nostro punto di vista, gli altri non ci
capiscono, ecc…
Questi sentimenti sono molto frequenti nel periodo dell’adolescenza, quando
il ragazzo/la ragazza devono imparare a relazionare in modo adulto, ad
accettare una nuova realtà del loro corpo e della loro mente.
Ma passato questo periodo di transizione, l’uomo e la donna sono
naturalmente portati a socializzare e a vivere nella comunità.
Se non lo fanno, è perché sono stati feriti nell’anima: allora pensano che
sia meglio non avere amici (prima o
poi ti tradiscono!), è meglio non innamorarsi (si
soffre troppo!), è meglio non sposarsi (troppe
responsabilità!), è meglio non avere figli (non
ne vale la pena nel mondo in cui viviamo!), ecc…
Queste persone, che sono rimaste sostanzialmente infantili, hanno bisogno di
crescere: l’unica soluzione è comprendere quando sono state amate da Dio.
Quando si lasceranno amare da Dio comprenderanno che la nostra vita senza
amore è arida e priva di significato.
Carissimo/a,
sei anche tu un passero solitario?
Hai la brutta abitudine di rinchiuderti a riccio su te stesso, per non
soffrire?
Allora è venuto il momento di lasciarti amare da Dio: puoi essere sicuro che
Lui non ti farà soffrire, perché il Suo amore non chiede nulla in cambio. È
come il calore del sole che scalda e dà vita! Ti prego, esci alla luce del
sole dell’amore di Dio e lasciati scaldare!
“Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha
amati,
anche quando eravamo morti nei peccati,
ci
ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati),
e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo
Gesù,
per mostrare nei tempi futuri l'immensa ricchezza della sua grazia,
mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù.”
(Efesini 2:4-7)
Claudia Guiati