“La morte
è stata sommersa
nella vittoria."
1 Corinzi 15:54
Morte o risurrezione?
Negli ultimi tre giorni, nei nostri paesi di tradizione cristiana, il mondo
ha ricordato i propri morti. Persino l’ultima puntata della serie TV “Grey’s
Anatomy” ha incentrato l’argomento sui morti che continuano a essere
presenti nella nostra vita, con il nostro ricordo.
Come ogni anno, molti hanno onorato i morti con una visita al cimitero,
portando fiori, mostrando mestizia nel volto, e magari anche provandola nel
cuore. Il pensiero della morte è passato tristemente nelle menti di tutti, e
questo rito ha quasi il potere di esortizzarla, di allontanarla.
I più giovani e goderecci preferiscono parlare di morte, all’interno della
festività pagana Halloween, esorcizzando morti, spiriti e streghe, in modo
goliardico per allontanare questo tragico pensiero; e, ahimè, non si rendono
conto che la morte si avvicina ancora di più al loro spirito, perché questa
festa, oltre che pagana è anche occulta.
Cosa fece Gesù Cristo di fronte alla tragica realtà della morte?
Lo scopriamo quando perse un caro amico, Lazzaro, il fratello di Marta e
Maria. Gesù non si affrettò al suo capezzale, durante la sua malattia, per
guarirlo, come stava facendo a molti malati in Israele. Gesù aspettò la
morte di Lazzaro e poi si presentò davanti alla sua tomba.
“Gesù dunque, arrivato, trovò che Lazzaro era già da quattro giorni nel
sepolcro.” (Giovanni
11:17)
Le due sorelle, Marta e Maria, sconvolte dalla sofferenza, rimproverarono
Gesù di non aver fatto nulla per guarire Lazzaro: “Signore,
se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto…” (Giovanni
11:21)
La gente, parenti ed amici, che si trovavano nella casa di Lazzaro per celebrare le esequie o per circondare d’affetto le sorelle affrante dal dolore, manifestarono apertamente la loro disapprovazione riguardo al comportamento di Gesù:
“Non poteva, lui che ha aperto gli occhi al cieco, far sì che questi non
morisse?» (Giovanni
11:37)
Quanti di noi, di fronte ad una morte tragica, magari di un bambino, o di un
padre o una madre di famiglia, ci siamo fatti la stessa domanda: “Ma
Dio, che è così potente, non poteva risparmiare questa persona? Perché dare
così tanto dolore a questa famiglia? Perché strappare alla vita questa
giovane creatura?”
Nella casa di Betania, Gesù Cristo spiegò alle due sorelle, che questo suo
apparente atteggiamento di disinteresse, o di mancanza di affettuosa
attenzione, è uno stratagemma divino per mostrare una grandezza maggiore.
Gesù volle mostrare che Egli non è solo Colui che guarisce, Colui che salva,
ma anche Colui che risuscita.
“Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita;
chi crede in me, anche se muore, vivrà;
e chiunque vive e crede in me, non morirà mai.
Credi tu questo?»” (Giovanni
11:25-26)
Gesù dimostrò, in questo tragico racconto dei Vangeli, di essere il Dio
onnipotente capace di restituire la vita ad un corpo morto, ovvero di far
risorgere i morti dalla loro tomba.
“Gridò ad alta voce: «Lazzaro, vieni fuori!» Il morto uscì…” (Giovanni
11:43-44)
Sulla lapide di molti veri cristiani che hanno già lasciato questa terra, vi è proprio il versetto biblico che dichiara...
“Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà…”.
Coloro che conoscono la grandezza del Signore Gesù, sanno bene che la morte
è solo un passaggio, un veloce percorso verso una realtà gloriosa, in cui la
morte è sconfitta dalla vita, dalla risurrezione.
Infatti l’apostolo Paolo si preoccupa di rivelare ai cristiani qual è il
destino di coloro che hanno creduto in Cristo per essere perdonati e
salvati: “Fratelli,
non vogliamo che siate nell'ignoranza riguardo a quelli che dormono,
affinché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza.” (1
Tessalonicesi 4:13)
Il vero cristiano non può essere triste come quelli che non hanno speranza;
non può esorcizzare la morte con un rito rivolto ai trapassati; non può
partecipare a feste occulte, allo scopo di ridicolizzare la morte ed il
mondo degli spiriti.
Il vero cristiano ha nel cuore la grande speranza della risurrezione.
L’apostolo Paolo continua… “Infatti,
se crediamo che Gesù morì e risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di
Gesù, ricondurrà con lui quelli che si sono addormentati.” (1
Tessalonicesi 4:14)
Mi rivolgo a te che stai leggendo:
Hai questa solida speranza di risurrezione?
Oppure sei tormentato da tristi pensieri pensando alla morte?
Ti invito, come fece Cristo con Marta e Maria, a credere nella potenza della risurrezione… “Credi tu questo?”