i fondamenti del Vangelo
DIVENTARE UN FIGLIO DI dIO
Abbiamo visto (nelle sezioni precedenti di questo studio biblico) come
credere nel
Vangelo di Dio ci porta ad un
sincero ravvedimento, una potente
redenzione e una vera
conversione… questo è l’inizio di
una nuova vita, una Vita Eterna,
abbondante, pienamente soddisfacente e ricolma di meravigliose
benedizioni spirituali che
Dio ha preparate per coloro che Lo
amano!
Benedizioni
che non possiamo nemmeno immaginare:
Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel
cuore dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano.
Eppure la nostra “ragione”, influenzata dal mondo terreno (diabolico),
ci fa pensare che (nonostante tutto) stiamo rinunciando a qualcosa, ci
stiamo perdendo qualcosa; questo è un pensiero che molti credenti portano
dentro di sé, vivendo una vita squallida e sempre in funzione di “quello che
hanno perso” perché non guardano alla Gloria di Dio!
D’altronde la “tecnica del serpente” è più o meno sempre la stessa… pensiamo
a come approcciò Eva nell’Eden, che aveva tutto il giardino a disposizione
(fatta eccezione, per il suo bene, di un solo frutto):
Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il
SIGNORE aveva fatti.
Esso disse alla donna: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun
albero del giardino?»
Ma la Parola di Dio è chiara su questo punto, infatti Gesù disse:
E questo pensiero è tipico di chi non cresce nella fede, anzi vede in essa
un inciampo, Pietro infatti
scrive:
La sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà
mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria gloria e
virtù.
Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime
promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura
divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della
concupiscenza.
Voi, per questa stessa ragione, mettendoci da parte vostra ogni impegno,
aggiungete alla vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza; alla
conoscenza l'autocontrollo; all'autocontrollo la pazienza; alla pazienza la
pietà; alla pietà l'affetto fraterno; e all'affetto fraterno l'amore.
Perché se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né
pigri, né sterili nella conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo. Ma colui
che non ha queste cose, è cieco oppure miope, avendo dimenticato di essere
stato purificato dei suoi vecchi peccati.
Perciò, fratelli, impegnatevi sempre di più a render sicura la vostra
vocazione ed elezione; perché, così facendo, non inciamperete mai.
Rimpiangere “le soddisfazioni del mondo” è pura follia!
Sarebbe come per un prigioniero liberato, rimpiangere le misere comodità
della sua cella (rispetto alla libertà riacquistata); oppure per un malato,
rimpiangere il comodo letto “modellabile” dell’ospedale (rispetto alla
avvenuta guarigione)!
Il credente è ora stato reso libero, sano; come potrebbe (nella sua lucidità
mentale) rimpiangere lo stato di peccato?
Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va
disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno.
E proprio Paolo scrive che:
…siamo stati lavati
(dalla Parola di Dio), siamo stati
santificati (messi da parte dallo Spirito Santo),
siamo stati giustificati (resi e dichiarati giusti)
nel nome del Signore Gesù Cristo e
mediante lo Spirito del nostro Dio.
E ci esorta ad puntare lo sguardo alla
Gloria:
Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove
Cristo è seduto alla destra di Dio.
Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; poiché voi
moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio.
Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con
lui manifestati in gloria.
…abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non
si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non
si vedono sono eterne.
E questo è bene che ce lo ricordiamo sempre!
Gesù insegna che per diventare un
figlio di Dio bisogna nascere
due volte:
In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere
il regno di Dio.
In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non
può entrare nel regno di Dio.
Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è
spirito.
Non ti meravigliare se ti ho detto: "Bisogna che nasciate di nuovo". Il
vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene
né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito.
- la prima nascita è una nascita corporale, temporale, soggetta al creato
terreno (la prima creazione)…
- la seconda nascita è una nascita spirituale, eterna, soggetta alla
creazione spirituale (la nuova creazione)…
Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è
spirito.
La nascita spirituale è pertanto
quel momento in cui lo Spirito Santo dà la vita ad una persona e questo
avviene solo in Cristo Gesù, perché:
Le differenze tra le due nascite sono :
1)
Nella sostanza
2)
Nella prospettiva
1)
Differenze sostanziali
La prima nascita dipende dal corpo: pertanto si muove
secondo i desideri della carne,
ubbidendo alle voglie della carne e dei pensieri umani…
Non c'è nessun giusto, neppure uno.
Non c'è nessuno che capisca, non c'è nessuno che cerchi Dio.
Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti.
Non c'è nessuno che pratichi la bontà, no, neppure uno
Perché la nostra natura carnale è insanabilmente corrotta dal peccato e con
questa natura l’uomo
non può vedere (tanto meno
ereditare) il Regno di Dio:
…carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio; né i corpi che si
decompongono possono ereditare l'incorruttibilità.
(1 Corinzi 15:50)
La nuova nascita dipende quindi dallo Spirito: pertanto si muove
secondo i desideri dello Spirito,
ubbidendo alla Sua Volontà…
Ed è una una nascita spirituale,
Gesù infatti dichiara:
È lo Spirito che vivifica; la carne non è di alcuna utilità; le parole che
vi ho dette sono spirito e vita.
(Giovanni 6:63)
Questa
natura (e quindi la vita secondo
essa) ci rende figli di Dio.
E le due nature sono inconciliabili tra loro:
Perché la carne ha desideri contrari
allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte
tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorreste.
…ciò che brama la carne è morte, mentre ciò che brama lo Spirito è vita e
pace; infatti ciò che brama la carne è inimicizia contro Dio, perché non è
sottomesso alla legge di Dio e neppure può esserlo; e quelli che sono nella
carne non possono piacere a Dio.
(Romani 8:6-8)
Come la prima nascita ci da la natura terrena e la vita terrena, la
nuova nascita (la nascita
spirituale) ci dà una nuova natura,
una nuova vita non carnale ma spirituale, e per entrare nel “mondo di Dio
bisogna “nascere spiritualmente”,
sono due “mondi diversi”, non comunicanti ed opposti fra loro:
…l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono
pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate
spiritualmente.
Ed alla luce di queste considerazioni possiamo comprendere cosa voleva
insegnare Gesù a Nicodemo (e a noi):
C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, uno dei capi dei Giudei.
Egli venne di notte da Gesù, e gli disse: «Rabbì, noi sappiamo che tu sei un
dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi miracoli che tu fai,
se Dio non è con lui».
Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di
nuovo non può vedere il regno di Dio».
Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli
entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?»
Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e
di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne,
è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito. Non ti meravigliare
se ti ho detto: "Bisogna che nasciate di nuovo". Il vento soffia dove vuole,
e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di
chiunque è nato dallo Spirito».
Nicodemo replicò e gli disse: «Come possono avvenire queste cose?»
Gesù gli rispose: «Tu sei maestro d'Israele e non sai queste cose? In
verità, in verità ti dico che noi parliamo di ciò che sappiamo e
testimoniamo di ciò che abbiamo visto; ma voi non ricevete la nostra
testimonianza. Se vi ho parlato delle cose terrene e non credete, come
crederete se vi parlerò delle cose celesti? Nessuno è salito in cielo, se
non colui che è disceso dal cielo: il Figlio dell'uomo.
(Giovanni 3:1-13)
Gesù insegna a Nicodemo che la nuova
nascita avviene per mezzo
dell’Acqua (simbolo della Parola di Dio – N.B, l’acqua non fu creata…
c’era già) e dello Spirito Stesso,
questa espressione ci porta all’atto della creazione:
Nel giorno che Dio il SIGNORE fece la terra e i cieli, non c'era ancora
sulla terra alcun arbusto della campagna.
Nessuna erba della campagna era ancora spuntata, perché Dio il SIGNORE non
aveva fatto piovere sulla terra, e non c'era alcun uomo per coltivare il
suolo; ma un vapore saliva dalla terra e bagnava tutta la superficie del
suolo.
Dio il SIGNORE formò l'uomo dalla polvere della terra
(intrisa di acqua) , gli soffiò nelle
narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente.
La presenza dell’acqua nella Creazione è fondamentale; essa è “essenziale”
sia nella prima che nella seconda creazione e la sua funzione per il feto
(sotto forma di liquido amniotico) è quanto meno “curiosa”.
L’acqua
(La Parola di Dio), con la sua azione purificatrice prepara l’uomo (con il
ravvedimento) a ricevere lo Spirito, la vita rigenerante direttamente dal
soffio di Dio, per questo Gesù soffiò sui discepoli dopo averli preparati:
Allora Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato,
anch'io mando voi». Detto questo, soffiò su di loro e disse: Ricevete lo
Spirito Santo.
2)
Differenze di prospettiva
Quello che è nato dalla carne eredita la corruttibilità alla quale la carne
è stata sottoposta (insieme a tutto il creato terreno) dal peccato, già
Davide infatti diceva:
Paolo poi conferma quale è lo stato dell’uomo nato solo in modo carnale
(come eredità di uomo peccatore, un fallito):
Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei
vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di
questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello
spirito che opera oggi negli uomini ribelli.
Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri
della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri;
ed eravamo per natura figli d'ira, come gli altri.
La prima nascita non è quindi una nascita spirituale:
eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati…
La più grande certezza di chi nasce della prima creazione (sottoposta alla
corruzione) è la certezza della morte (con tutto quello che ne consegue).
Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; e io
do loro la vita eterna e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia
mano.
La più grande certezza di chi nasce della nuova creazione (non sottoposta
alla corruzione) è la certezza della Vita Eterna (con tutto quello che ne
consegue).
Possiamo riflettere su come sono contrapposti questi due atti creativi:
la nascita naturale
la nascita spirituale
avviene nel mondo naturale
avviene nel mondo spirituale
avviene per mezzo di seme
naturale
avviene per mezzo di seme spirituale
avviene in un momento specifico
avviene in un momento preciso
avviene in uno stato di
incoscienza
avviene in uno stato di coscienza
si diventa figli di un padre
naturale
si diventa figli di un Padre spirituale
si riceve la natura corrotta di
Adamo
si riceve la natura perfetta di Cristo
si entra in una famiglia
naturale
si entra in una famiglia spirituale
Giovanni scrive una cosa fondamentale circa lo scopo della venuta in carne
di Gesù Cristo:
La vera luce
(come avvenne nella creazione della terra descritta in Genesi 1, la vera
energia spirituale) che illumina ogni
uomo stava venendo nel mondo.
Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non
l'ha conosciuto.
È venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto; ma a tutti quelli che
l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli
cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da
volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio.
Dalla lettura di questo passo possiamo comprendere con certezza che
il nascere spiritualmente:
- non è una questione di “sangue
umano”;
- non è una questione di
volontà di carne;
- non è una questione di
volontà umana;
- è una iniziativa procedente
da Dio che si realizza in chi:
-
ha ricevuto Cristo Gesù (ha
conosciuto);
-
ha creduto nel Nome di Cristo
Gesù.
Leggendo la Parola di Dio comprendiamo che
credere significa
sostanzialmente:
Egli rende testimonianza di quello che ha visto e udito, ma nessuno riceve
la sua testimonianza.
Chi ha ricevuto la sua testimonianza ha confermato che Dio è veritiero
È venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto; ma a tutti quelli che
l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli
cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da
volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio.
Alcuni pensano di dover fare delle “particolari esperienze” prima di poter
affermare di essere una nuova creatura; ciò non è affatto necessario, si è
figli di Dio in quanto si crede alla Promessa di Dio… se vedessimo qualcosa
non sarebbe più per fede ma per un segno tangibile:
Chi crede alla testimonianza di Gesù Cristo e lo riceve è una nuova creatura
perché è la Parola di Dio che lo afferma!
Quindi:
- nessun rito umano può dare o sancire la nuova nascita (il battesimo non
produce da sé alcuna nascita spirituale, tanto meno quello praticato a dei
bambini che non hanno nemmeno coscienza di quello che gli stanno
impartendo);
- nessun uomo può, con il suo
sforzo, nascere di nuovo.
Essa
avviene solo attraverso la azione della
Parola di Dio e dello
Spirito Santo:
Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua
(la Parola di Dio – cfr Efesini
5:26; Tito 3:5) e di Spirito (Lo
Spirito Santo), non può entrare nel
regno di Dio.
Il diventare figlio di Dio è
quindi l’inizio della vita spirituale
che fa parte di quel processo complesso e perfetto che la Parola di Dio
chiama la Salvezza (la
guarigione) dell’uomo che
coinvolge tutto il creato (legato strettamente, nel bene e nel male al
destino dell’uomo), e questa “salvezza”
fin da ora stabilita, sarà resa manifesta con la ufficiale “adozione”,
la redenzione del nostro corpo:
Poiché la creazione aspetta con impazienza la manifestazione dei figli di
Dio; perché la creazione è stata sottoposta alla vanità, non di sua propria
volontà, ma a motivo di colui che ve l'ha sottoposta, nella speranza che
anche la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per
entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio.
Sappiamo infatti che fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio;
non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo
dentro di noi, aspettando l'adozione, la redenzione del nostro corpo.
(Romani 8:19-23)
Abbiamo quindi una grande responsabilità davanti a Dio… l’autore della
lettera agli ebrei infatti dice:
…come scamperemo noi se
trascuriamo una così grande salvezza?
Come si ottiene quindi la salvezza?
Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non
viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se
ne vanti; infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per
fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le
pratichiamo.
La salvezza
è quindi un dono di Dio, procedente dalla Sua Volontà mediante un atto di
Grazia (immeritato) che si riceve
mediante la fede.
La parte dell’uomo sta nel credere e nel confessare:
…se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il
cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti con il
cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione
per essere salvati.
Ma come Maria (o Nicodemo)
possiamo chiederci:
(Luca 1:34 / Giovanni 3:9)
E la riposta data a Maria è illuminante:
Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà
dell'ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio
di Dio.
Gesù dà a Nicodemo una risposta che deve farci comprendere che parliamo di
due “mondi diversi”:
In verità, in verità ti dico che noi parliamo di ciò che sappiamo e
testimoniamo di ciò che abbiamo visto; ma voi non ricevete la nostra
testimonianza.
(Giovanni 3:11-13)
Gesù spiega qui che ci sono due realtà, quella terrena e quella celeste e
solo Lui ci può descrivere
(testimoniare) di ciò che sa e di ciò che ha visto; a noi tocca il crederGli!
Nel momento della nuova nascita,
Dio pone sul neonato, il sigillo dello Spirito Santo, il Suo sigillo di
appartenenza, di garanzia (pegno) del compimento della Sua Opera in quella
nuova creatura:
In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo
della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo
dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra
eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode
della sua gloria.
Vediamo qui che il sigillo dello
Spirito Santo viene posto da Dio dopo che sono avvenute due azioni:
- aver ascoltato la Parola della
Verità (la conoscenza della Grazia)
- aver creduto in Lui
(la fede)
Non è possibile ricevere il sigillo dello Spirito Santo senza queste due
condizioni preliminari…
Non ci sono dunque “segni particolari” del ricevimento del sigillo dello
Spirito Santo (solo in certi casi la Scrittura ci riferisce che avvennero
manifestazioni particolari perché dovevano servire da segno), La Scrittura
ci insegna però da cosa possiamo conoscere che
siamo figli di Dio:
- Una prima caratteristica di un figlio è la capacità di
ricevere e giudicare (valutare)
le cose dello Spirito:
…l'uomo naturale non riceve le cose
dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può
conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente.
- Una seconda caratteristica di un figlio è
la ubbidienza alla Parola:
Gesù, identificando la famiglia spirituale, mette in stretta relazione il
legame parentale con l’ubbidienza:
Sua madre e i suoi fratelli vennero a trovarlo; ma non potevano avvicinarlo
a motivo della folla.
Gli fu riferito: «Tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori, e vogliono
vederti».
Ma egli rispose loro: «Mia madre e i miei fratelli sono quelli che ascoltano
la parola di Dio e la mettono in pratica».
…se nella nascita terrena si ubbidiva
alle voglie della carne e dei nostri pensieri (cfr Efesini 2:3):
…nella Nuova nascita si ubbidisce alle voglie dello Spirito ed ai pensieri
dello Spirito… infatti siamo opera
sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha
precedentemente preparate affinché le pratichiamo. (cfr Efesini 2:10)!
Per questo Giovanni specifica:
Da questo sappiamo che l'abbiamo conosciuto: se osserviamo i suoi
comandamenti. Chi dice: «Io l'ho conosciuto», e non osserva i suoi
comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui; ma chi osserva la sua
parola, in lui l'amore di Dio è veramente completo.
Da questo conosciamo che siamo in lui: chi dice di rimanere in lui, deve
camminare com'egli camminò.
Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i
fratelli. Chi non ama rimane nella morte.
Chiunque odia suo fratello è omicida; e voi sapete che nessun omicida
possiede in se stesso la vita eterna.
Da questo abbiamo conosciuto l'amore: egli ha dato la sua vita per noi;
anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli.
Ma se qualcuno possiede dei beni di questo mondo e vede suo fratello nel
bisogno e non ha pietà di lui, come potrebbe l'amore di Dio essere in lui?
Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità.
Da questo conosceremo che siamo della verità e renderemo sicuri i nostri
cuori davanti a lui. Poiché se il nostro cuore ci condanna, Dio è più grande
del nostro cuore e conosce ogni cosa.
Carissimi, se il nostro cuore non ci condanna, abbiamo fiducia davanti a
Dio; e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui, perché osserviamo i
suoi comandamenti e facciamo ciò che gli è gradito.
Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo, Gesù
Cristo, e ci amiamo gli uni gli altri secondo il comandamento che ci ha
dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui.
Da questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
Da questo conoscete lo Spirito di Dio: ogni spirito, il quale riconosce
pubblicamente che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; e ogni spirito
che non riconosce pubblicamente Gesù, non è da Dio, ma è lo spirito
dell'anticristo. Voi avete sentito che deve venire; e ora è già nel mondo.
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio e chiunque
ama è nato da Dio e conosce Dio.
Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
In questo si è manifestato per noi l'amore di Dio: che Dio ha mandato il suo
Figlio unigenito nel mondo affinché, per mezzo di lui, vivessimo.
In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato
noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i
nostri peccati.
Carissimi, se Dio ci ha tanto amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli
altri.
Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi
e il suo amore diventa perfetto in noi.
Da questo conosciamo che rimaniamo in lui ed egli in noi: dal fatto che ci
ha dato del suo Spirito.
E noi abbiamo veduto e testimoniamo che il Padre ha mandato il Figlio per
essere il Salvatore del mondo.
Chi riconosce pubblicamente che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui
ed egli in Dio.
Noi abbiamo conosciuto l'amore che Dio ha per noi, e vi abbiamo creduto.
Dio è amore; e chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.
In questo l'amore è reso perfetto in noi: che nel giorno del giudizio
abbiamo fiducia, perché qual egli è, tali siamo anche noi in questo mondo.
Nell'amore non c'è paura; anzi, l'amore perfetto caccia via la paura, perché
chi ha paura teme un castigo. Quindi chi ha paura non è perfetto nell'amore.
Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo.
Se uno dice: «Io amo Dio», ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non
ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto.
(1 Giovanni 4:7-21)
I privilegi di essere un figlio di Dio sono immensi… il rapporto di
figliolanza è un rapporto indissolubile ed essere figlio di qualcuno
significa anche essere predestinato a
diventare erede delle ricchezze
del Padre (avere accesso ai tesori di famiglia) e portando gli onori e
gli oneri di famiglia.
Paolo infatti specifica questo:
(Efesini 1:11-12)
Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se
veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui.
(Romani 8:17)
E se noi sappiamo che il nostro Padre è estremamente Ricco… Eterno… il
Vivente… l’Onnipotente… il Forte… l’essere
Suoi figli significa godere di
tutte quelle ricchezze che sono Sue; per questo Paolo scrive che
in Cristo (che è
la Via, la Verita e la Vita che sono
nel Padre – cfr Giovanni 14:6),
abbiamo tutto pienamente… non facciamoci dunque sedurre da altri:
Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani
raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non
secondo Cristo; perché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della
Deità; e voi avete tutto pienamente in lui…
(Colossesi 2:8-9)
E siamo stati liberati e già già
trasportati (perché la Parola di Dio è stata già adempiuta e noi viviamo
nella Speranza della sua manifestazione) nel
Regno di Dio in Cristo:
Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno
del suo amato Figlio. In lui abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati.
Egli è l'immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura;
poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla
terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potestà;
tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui.
Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; è lui il principio, il
primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato.
Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di
riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace
mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto le cose
che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli.
(Colossesi 1:13-20)
Dio è l’IO SONO… e noi (che crediamo) siamo i Suoi figli!