i fondamenti del Vangelo
ubbidire al Signore
L’INSEGNAMENTO BASILARE
Abbiamo visto come oggi,
chiunque:
- abbia
ascoltato
il Vangelo di Gesù Cristo;
- abbia
creduto il
Vangelo di Gesù Cristo;
- abbia
ricevuto il
Vangelo di Gesù Cristo;
…sia
diventato (per opera di Dio):
-
una nuova creatura:
(2 Corinzi 5:7)
- in
una nuova
creazione:
E colui che siede sul trono disse: Ecco, io faccio nuove tutte le cose.
(Apocalisse
21:5-6)
- nella quale è identificato come
figlio di
Dio!
…a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare
figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati
da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da
Dio.
(Giovanni 1:12-13)
(Apocalisse 21:7)
Questo miracolo, questa
resurrezione a nuova vita è
ciò che la Parola definisce come “la
Salvezza” (che è già ora una realtà presente – cfr Efesini 1:3-14, al
momento invisibile, ma che sarà pienamente manifestata
nel Giorno di Cristo).
Abbiamo anche visto come, di questa
Salvezza, noi (se siamo
figli di Dio) possiamo
esserne assolutamente certi perché:
- GESU’, LA VERITA’ ce lo ha detto e ci ha rivelato il DISEGNO DI DIO che la
concerne
- DIO E’ POTENTE da portare a compimento il
SUO DISEGNO
- DIO E’ FEDELE e nulla può ostacolare
l’adempimento della SUA VOLONTA’.
Il miracolo
della
Salvezza operato da Dio, realizza quella comunione dell’uomo con Dio
nella persona di Gesù Cristo; ed implica necessariamente una identificazione
nella morte e nella risurrezione con Lui.
Ed abbiamo visto ancora come queste realtà spirituali devono (per
comandamento di Gesù) essere testimoniate mediante dei segni esteriori, il
primo dei quali è il battesimo.
Abbiamo poi considerato come il neonato spirituale ha
bisogno di passare molto tempo con
il Padre per crescere e per questo ha fame e si nutre
del puro latte spirituale
che trova nella lettura e nella meditazione della Parola di Dio e ricerca la
comunione con Lui nella preghiera personale.
Nell’ultima parte di questo studio progressivo,
abbiamo imparato come la
persecuzione della nuova creatura sotto ogni aspetto (corpo, anima e
spirito) sia assolutamente normale in quanto parte integrante del “progetto
di salvezza” che si compie nel credente ed è il segno di essere dalla parte
di Colui che ha vinto; a
tale proposito possiamo ricordare cosa scriveva l’apostolo Paolo ai fratelli
di Filippi:
"…
vi è stata concessa la grazia, rispetto a Cristo, non soltanto di credere in Lui, ma anche di soffrire per Lui…
(Filippesi 1:29)
Perché:
"…
tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati.
(1 Timoteo 3:12)
Se dunque
siamo diventati figli di Dio (e
tali siamo – cfr 1 Giovanni 3:1) dobbiamo considerare che il compito
principale di un figlio è di ubbidire a suo padre.
Gesù stesso è stato l’Ubbidiente Figlio di Dio, in quanto ha ubbidito in
ogni cosa al Padre ed ha compiuto tutta la Sua Volontà… e noi?
Giovanni ci dice ancora (parlando dell’Amore di Dio per noi, Suoi figli):
"…
qual egli è, tali siamo anche noi in questo mondo.
(1 Giovanni 4:17)
La disubbidienza è il principio del peccato (e della morte) – cfr Genesi 3
(EDEN)
L’ubbidienza è il principio della salvezza (e della Vita) – cfr Apocalisse
21-22 (Nuovi cieli e Nuova terra):
(Romani 5:19)
E quando
abbiamo creduto al Vangelo,
abbiamo accettato Gesù
Cristo come nostro Signore
e Salvatore e
Suo Padre è diventato
nostro Padre.
Come i primi discepoli anche
noi abbiamo confessato che
Gesù è il Signore e abbiamo
riconosciuto
Gesù come
il Signore nella nostra
vita (perché salvandoci ci ha
acquistati) e il Padre celeste come
nostro
Padre:
- Quando preghiamo Lo chiamiamo Signore.
- Quando Lo
vedremo nel cielo ci inginocchieremo davanti a Lui e lo chiameremo
Signore:
"…
Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.
(Filippesi 2:9-11)
La signoria di Cristo e la paternità di Dio sono cose
reali, fin da ora, se Gesù non è
il Signore della nostra vita, il
nostro Signore, siamo
ancora morti nei nostri peccati e la nostra “fede” è vana, inutile,
non siamo figli di Dio!
Noi
conosciamo il Padre e la Sua
Volontà per mezzo di Gesù Cristo e la Sua Parola (cfr Giovanni 1:18;
Ebrei 1:1-2),
a Lui il Padre ha detto da ascoltare:
"
Questi è mio Figlio, colui che io ho scelto: ascoltatelo.
Ma ci può essere un ascolto meramente “formale” (religioso e rituale) ed un
ascolto sostanziale (una vita vissuta nell’obbedienza)… e Gesù non sopporta
un atteggiamento ipocrita:
"Perché mi
chiamate: "Signore, Signore!" e non fate quello che dico?
(Luca 6:46)
Ed un giorno si trovò davanti ad uno “strano atteggiamento”:
"Gesù, vedendo una gran folla intorno a sé, comandò che si passasse
all'altra riva.
Allora uno scriba, avvicinatosi, gli disse: «Maestro, io ti seguirò dovunque
tu andrai».
Gesù gli disse: «Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo hanno dei
nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».
Un altro dei discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a
seppellire mio padre».
(Matteo 8:18-22)
"
Riconoscere Gesù come Signore significa darGli la
priorità su tutto!
L’apostolo Paolo invoca Gesù come “Signore”… ma quale atteggiamento esprime
la sua preghiera:
"Mentre
ero per strada e mi avvicinavo a Damasco, verso mezzogiorno, improvvisamente
dal cielo mi sfolgorò intorno una gran luce.
Io risposi: "Chi sei, Signore?"
Ed egli mi disse: "Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti".
Coloro che erano con me videro sì la luce, ma non intesero la voce di colui
che mi parlava.
Allora dissi: "Signore, che devo fare?"
E il Signore mi disse: "Àlzati, va' a Damasco, e là ti saranno
dette tutte le cose che ti è ordinato di fare".
(Atti 22:6-11)
Anche l’apostolo Pietro chiama Gesù come “Signore”… ma quale atteggiamento
esprime la sua preghiera:
"Il giorno
seguente, mentre quelli erano in viaggio e si avvicinavano alla città,
Pietro salì sulla terrazza, verso l'ora sesta, per pregare.
Vide il cielo
aperto, e scenderne un oggetto simile a una gran tovaglia, che, tenuta per i
quattro angoli, veniva calata a terra.
In essa c'era
ogni sorta di quadrupedi, rettili della terra e uccelli del cielo.
E la voce parlò
una seconda volta: «Le cose che Dio ha purificate, non farle tu impure».
(Atti 10:9-16)
Ma il
Giorno del Signore riserverà delle sorprese:
"«Non chiunque mi
dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà
del Padre mio che è nei cieli.
Molti mi diranno
in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo
e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?"
(Matteo 7:21-23)
Perché
in quel giorno solo chi
avrà riconosciuto realmente Gesù come Signore (chi
avrà fatta la volontà del Padre) entrerà
nel regno dei cieli e non
chiunque dice: Signore, Signore!
Riconoscere Gesù come Signore significa primariamente ubbidire ai Suoi
ordini.
E la vera
comunione (intesa come rapporto familiare)
con Gesù si riscontra
proprio nell’ubbidienza alla Sua Parola, infatti Egli insegnò così:
"Sua madre e i
suoi fratelli vennero a trovarlo; ma non potevano avvicinarlo a motivo della
folla.
Gli fu riferito:
«Tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori, e vogliono vederti».
(Luca 8:19-21)
Il
vero amore per Gesù è
quello di riconoscerlo come Signore, fare la Volontà di Dio e
osservare
la Sua Parola:
«Se voi mi amate,
osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un
altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità,
che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo
conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi.
Non vi lascerò
orfani; tornerò da voi.
Ancora un po', e
il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete.
In quel giorno
conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me e io in voi.
Chi ha i miei
comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre
mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Giuda (non
l'Iscariota) gli domandò: «Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al
mondo?»
Gesù gli rispose:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l'amerà, e noi
verremo da lui e dimoreremo presso di lui.
Chi non mi ama
non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del
Padre che mi ha mandato.
(Giovanni 14:15-26)
Ma l’ubbidienza si dimostra non solo quando siamo concordi con i Suoi
ordini… soprattutto quando questi sono opposti alla nostra
volontà!L’ubbidienza costa… molto più dei sacrifici “religiosi”!
Ubbidire al Signore è spesso difficile in quanto
in totale contrasto con tutti i
pensieri ed i desideri della nostra carne!
Per questo Samuele rimproverava così il disubbidiente Saul:
"Il SIGNORE
gradisce forse gli olocausti e i sacrifici quanto l'ubbidire alla sua voce?
(1 Samuele 15:22-23)
Ed è questo motivo dobbiamo
vivere la nostra vita
nell’ubbidienza, seguendo il Suo esempio e
vivendo per
Lui:
"…infatti l'amore di Cristo ci costringe, perché siamo giunti a questa conclusione: che uno solo morì per tutti, quindi tutti morirono; e ch'egli morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro.
" (2 Corinzi 5:14-15)
E
Gesù ci insegna anche che non possiamo illuderci di
servire due Signori:
(Luca 16:13)
E questo spesso ci porta ad opporci a tante situazioni… consideriamo cosa
risposero Pietro, Giovanni e gli altri apostoli ai capi religiosi dei loro
tempi che li stavano minacciando per contrastare la testimonianza del
Vangelo:
"Giudicate voi se
è giusto, davanti a Dio, ubbidire a voi anziché a Dio.
"
Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini.
E quindi se
amiamo il Signore Gesù… cosa ne faremo dell’amore per noi stessi?
Paolo ci da un insegnamento forte:
Il nostro “io”
deve essere offerto
in
sacrificio:
(Romani 12:1-2)
I nostri giorni
devono essere
consacrati:
"…anche
voi armatevi dello stesso pensiero, che, cioè, colui che ha sofferto nella
carne rinuncia al peccato, per consacrare il tempo che gli resta da vivere
nella carne, non più alle passioni degli uomini, ma alla volontà di Dio.
Perché?
"Perché questa è
la volontà di Dio: che vi santifichiate, che vi asteniate dalla
fornicazione, che ciascuno di voi sappia possedere il proprio corpo in
santità e onore, senza abbandonarsi a passioni disordinate come fanno gli
stranieri che non conoscono Dio; che nessuno opprima il fratello né lo
sfrutti negli affari; perché il Signore è un vendicatore in tutte queste
cose, come già vi abbiamo detto e dichiarato prima.
(1 Tessalonicesi 4:3-7)
"…
ora, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, avete per frutto la vostra santificazione e per fine la vita eterna; perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore
Come figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni
del tempo passato, quando eravate nell'ignoranza; ma come colui che vi ha
chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, poiché
sta scritto:
«Siate
santi, perché io sono santo».
E se invocate
come Padre colui che giudica senza favoritismi, secondo l'opera di ciascuno,
comportatevi con timore durante il tempo del vostro soggiorno terreno;
sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati
riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri, ma con il
prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né
macchia. Già designato prima della fondazione del mondo, egli è stato
manifestato negli ultimi tempi per voi; per mezzo di lui credete in Dio che
lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria affinché la vostra fede e
la vostra speranza siano in Dio.
Avendo purificato
le anime vostre con l'ubbidienza alla verità per giungere a un sincero amor
fraterno, amatevi intensamente a vicenda di vero cuore, perché siete stati
rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, cioè mediante la
parola vivente e permanente di Dio.
Infatti, «ogni
carne è come l'erba, e ogni sua gloria come il fiore dell'erba.
L'erba diventa
secca e il fiore cade; ma la parola del Signore rimane in eterno».
(1 Pietro 1:14-25)
L’ubbidienza al Signore porta con sé grandi benedizioni… ubbidire a Dio ne
vale la pena, ed abbiamo l’esempio fin dall’antichità:
Tu ritornerai e
ubbidirai alla voce del SIGNORE; metterai in pratica tutti questi
comandamenti che oggi ti do.
(Deuteronomio 30:8-10)
Possiamo ricordare l’ubbidienza di Giuseppe o di Daniele in terra straniera,
in un momento storico quando tutto poteva fare sembrare che “non valesse più
la pena ubbidire al Signore”.
E il Signore è il migliore “Ricompensatore”:
…
chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano.
(Ebrei 11:6)
Beati voi, quando
vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni
sorta di male per causa mia.
(Matteo 5:11-12)
…amate i vostri nemici, fate del bene, prestate senza sperarne nulla e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo…
(Luca 6:35)
Guardatevi dal
praticare la vostra giustizia davanti agli uomini, per essere osservati da
loro; altrimenti non ne avrete premio presso il Padre vostro che è nei
cieli.
(tratto da Matteo 6:1-4)
Quando pregate,
non siate come gli ipocriti; poiché essi amano pregare stando in piedi nelle
sinagoghe e agli angoli delle piazze per essere visti dagli uomini.
Io vi dico in
verità che questo è il premio che ne hanno.
(Matteo 6:5-6)
Chi riceve un
profeta come profeta, riceverà premio di profeta; e chi riceve un giusto
come giusto, riceverà premio di giusto.
(Matteo 10:41-42)
(Luca 18:29-30)
(1 Corinzi 3:8)
Beato l'uomo che
sopporta la prova; perché, dopo averla superata, riceverà la corona della
vita, che il Signore ha promessa a quelli che lo amano.
(Giacomo 1:12)
Esorto dunque gli
anziani che sono tra di voi, io che sono anziano con loro e testimone delle
sofferenze di Cristo e che sarò pure partecipe della gloria che deve essere
manifestata: pascete il gregge di Dio che è tra di voi, sorvegliandolo, non
per obbligo, ma volenterosamente secondo Dio; non per vile guadagno, ma di
buon animo; non come dominatori di quelli che vi sono affidati, ma come
esempi del gregge.
(1 Pietro 5:1-4)
E Paolo ci lascia un bell’esempio di chi (nell’ubbidienza), rincorre con
fede il premio:
Non che io abbia
già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il
cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da
Cristo Gesù.
(Filippesi 3:12-14)
Chiunque fa
l'atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona
corruttibile; ma noi, per una incorruttibile.
(1 Corinzi 9:25-27)
Ormai mi è
riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi
assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che
avranno amato la sua apparizione.
(2 Timoteo 4:8)
L’ubbidienza costa; è vero, ma è l’unico modo per
realizzare pienamente cosa vuole dire
essere un
figlio di Dio, pienamente coinvolto nella Sua volontà, la Buona, Accettevole,
Perfetta Volontà!