VANGELO DI GESU’ CRISTO SECONDO LUCA
GESU’ CRISTO UOMO
***
LA PRESENTAZIONE DELL’UOMO
L’ANNUNCIO DELLA NASCITA DI GIOVANNI IL BATTISTA (1:1-25)
***
I personaggi di cui Luca narra le nascite sono:
- Giovanni il battista
- Gesù il Cristo
Luca (di origine greca e quindi con una mentalità della donna molto
diversa da quella giudaica) conosceva sicuramente gli insegnamenti di
Paolo circa la maggior responsabilità della donna per quello che avvenne
in Eden:
Allo stesso modo, le donne si vestano in modo decoroso, con pudore e
modestia: non di trecce e d'oro o di perle o di vesti lussuose, ma di
opere buone, come si addice a donne che fanno professione di pietà.
La donna impari in silenzio con ogni sottomissione.
Poiché non permetto alla donna d'insegnare, né di usare autorità sul
marito, ma stia in silenzio.
Infatti Adamo fu formato per primo, e poi Eva; e Adamo non fu sedotto;
ma la donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione; tuttavia
sarà salvata partorendo figli, se persevererà nella fede, nell'amore e
nella santificazione con modestia.
(1 Timoteo 2:9-15)
Ma Luca ha anche imparato da Paolo che
dove il peccato è abbondato, la
grazia è sovrabbondata (cfr Romani 5:20):
Io ringrazio colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù, nostro Signore,
per avermi stimato degno della sua fiducia, ponendo al suo servizio me,
che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento; ma
misericordia mi è stata usata, perché agivo per ignoranza nella mia
incredulità; e la grazia del Signore nostro è sovrabbondata con la fede
e con l'amore che è in Cristo Gesù.
Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che
Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io
sono il primo.
Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo
dimostrasse in me, per primo, tutta la sua pazienza, e io servissi di
esempio a quanti in seguito avrebbero creduto in lui per avere vita
eterna.
(1 Timoteo 1:12-16)
Ed in questa prima parte del libro di Luca possiamo apprezzare come
l’autore (spinto dallo Spirito Santo) fa risaltare come la donna
(rappresentata in Maria) sia riscattata con “maggior onore” rispetto
all’uomo (rappresentato in Zaccaria) così per giungere a quella
uguaglianza spirituale (non carnale) che porta la pace:
Ma ora che la fede è venuta, non siamo più sotto precettore; perché
siete tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesù.
Infatti voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete
rivestiti di Cristo.
Non c'è qui né Giudeo né Greco; non c'è né schiavo né libero; non c'è né
maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù.
Se siete di Cristo, siete dunque discendenza d'Abraamo, eredi secondo la
promessa.
(Galati 3:25-29)
Come abbiamo già avuto motivo di considerare, Luca focalizza quindi
molto il suo sguardo sulla
progenie della donna e quasi a voler ripercorrere la sequenza dei
fatti della caduta di Genesi 3, mette a confronto due risposte alla
chiamata di Dio nella quale la figura della donna (maggiormente colpita
nella genesi per avere per prima dato ascolto al serpente) si riscatta
come maggiormente ubbidiente alla
chiamata di Dio annunciata da parte
dell’angelo Gabriele.
Per maggiormente comprendere la portata di questi due annunci e la
reazione che ebbe
Elisabetta e poi ancora Maria, dobbiamo tenere in considerazione che:
- le due famiglie erano lontane (Zaccaria ed Elisabetta abitavano nella
regione montuosa della Giudea, probabilmente ad est di Gerusalemme verso
la valle del Giordano, mentre Maria abitava in Galilea a Nazaret);
- sicuramente non avevano avuto comunicazione tra loro in quel periodo
(Maria viene a conoscenza della gravidanza di Elisabetta per mezzo
dell’Angelo e possiamo anche ipotizzare senza timore di sbagliare che
anche Elisabetta non sapeva della gravidanza di Maria).
***
Annuncio della nascita di Giovanni il battista
(1:5-25)
Al tempo di Erode, re della Giudea, c'era un sacerdote di nome Zaccaria,
del turno di Abìa; sua moglie era discendente d'Aaronne e si chiamava
Elisabetta.
Erano entrambi giusti davanti a Dio e osservavano in modo irreprensibile
tutti i comandamenti e i precetti del Signore.
Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile, ed erano tutti e
due in età avanzata.
Mentre Zaccaria esercitava il sacerdozio davanti a Dio nell'ordine del
suo turno, secondo la consuetudine del sacerdozio, gli toccò in sorte di
entrare nel tempio del Signore per offrirvi il profumo; e tutta la
moltitudine del popolo stava fuori in preghiera nell'ora del profumo.
E gli apparve un angelo del Signore, in piedi alla destra dell'altare
dei profumi.
Zaccaria lo vide e fu turbato e preso da spavento.
Ma l'angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, perché la tua preghiera è
stata esaudita; tua moglie Elisabetta ti partorirà un figlio, e gli
porrai nome Giovanni.
Tu ne avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno per la sua
nascita.
Perché sarà grande davanti al Signore. Non berrà né vino né bevande
alcoliche, e sarà pieno di Spirito Santo fin dal grembo di sua madre;
convertirà molti dei figli d'Israele al Signore, loro Dio; andrà davanti
a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per volgere i cuori dei padri
ai figli e i ribelli alla saggezza dei giusti, per preparare al Signore
un popolo ben disposto».
E Zaccaria disse all'angelo: «Da che cosa conoscerò questo? Perché io
sono vecchio e mia moglie è in età avanzata».
L'angelo gli rispose: «Io sono Gabriele che sto davanti a Dio; e sono
stato mandato a parlarti e annunciarti queste liete notizie.
Ecco, tu sarai muto, e non potrai parlare fino al giorno che queste cose
avverranno, perché non hai creduto alle mie parole che si adempiranno a
loro tempo».
Il popolo intanto stava aspettando Zaccaria, e si meravigliava del suo
indugiare nel tempio.
Ma quando fu uscito, non poteva parlare loro; e capirono che aveva avuto
una visione nel tempio; ed egli faceva loro dei segni e restava muto.
Quando furono compiuti i giorni del suo servizio, egli se ne andò a casa
sua.
Dopo quei giorni, sua moglie Elisabetta rimase incinta; e si tenne
nascosta per cinque mesi, dicendo: «Ecco quanto ha fatto per me il
Signore, nei giorni in cui mi ha rivolto il suo sguardo per cancellare
la mia vergogna in mezzo agli uomini».
(Luca 1:5-25)
Al tempo di Erode, re della Giudea, c'era un sacerdote di nome Zaccaria,
del turno di Abìa; sua moglie era discendente d'Aaronne e si chiamava
Elisabetta…
Nell'ordinare il servizio del tabernacolo Davide stabilì ventiquattro
turni da ruotare nello spazio di sette giorni:
Davide, con Sadoc dei figli di Eleazar, e con Aimelec dei figli d'Itamar,
classificò i figli d'Aaronne secondo il servizio che dovevano fare.
Tra i figli di Eleazar si trovarono più capi di famiglie che tra i figli
d'Itamar; e furono divisi così: per i figli di Eleazar, sedici capi di
famiglie patriarcali; per i figli di Itamar, otto capi delle loro
famiglie patriarcali.
La classificazione fu fatta a sorte, tanto per gli uni quanto per gli
altri; perché c'erano dei prìncipi del santuario e dei prìncipi di Dio
sia tra i figli di Eleazar sia tra i figli d'Itamar. Semaia, figlio di
Natanael, il segretario, che era della tribù di Levi, li iscrisse in
presenza del re e dei prìncipi, in presenza del sacerdote Sadoc, di
Aimelec figlio di Abiatar, e in presenza dei capi delle famiglie
patriarcali dei sacerdoti e dei Leviti.
Si tirò a sorte una casa patriarcale per Eleazar e, proporzionalmente,
per Itamar.
Il primo designato dalla sorte fu Ieoiarib; il secondo, Iedaia;
8 il terzo, Carim; il quarto, Seorim; il quinto, Malchia; il
sesto Miiamin; il settimo, Accos; l'ottavo Abiia; il nono, Iesua; il
decimo, Secania; l'undicesimo, Eliasib; il dodicesimo, Iachim; il
tredicesimo, Cuppa; il quattordicesimo, Iesebeab; il quindicesimo, Bilga;
il sedicesimo, Immer; il diciassettesimo, Chezir; il diciottesimo,
Appises; il diciannovesimo, Petaia; il ventesimo, Ezechiele; il
ventunesimo, Iachin; il ventiduesimo, Gamul; il ventitreesimo, Delaia;
il ventiquattresimo, Maazia.
Così furono classificati per il loro servizio, affinché entrassero nella
casa del SIGNORE secondo la regola stabilita per loro da Aaronne loro
padre, e che il SIGNORE, Dio d'Israele, gli aveva prescritta.
(1 Cronache 24:3-19)
Zaccaria era un sacerdote dell’ottavo turno di servizio (il turno di
Abia).
Dobbiamo sapere che di questi turni, soltanto quattro ritornarono dopo
la cattività di Babilonia (cfr
Esdra 2:36-39), ma
i sacerdoti appartenenti ad esse furono suddivisi in modo da
ricostituire i ventiquattro turni originari.
I sacerdoti potevano sposare donne di qualunque tribù ma era però sempre
raccomandato il prendere in moglie una donna di discendenza sacerdotale,
per questo anche sua moglie era
discendente d'Aaronne e si chiamava Elisabetta (Eliseba,
come la moglie di Aaronne):
Aaronne prese per moglie Eliseba, figlia di Amminadab, sorella di Naason.
Lei gli partorì Nadab, Abiu, Eleazar e Itamar.
(Esodo 6:23)
Essendo Zaccaria un sacerdote, anche il suo figlio avrebbe ereditato
l’incarico di sacerdote… e Giovanni sarà molto più che un semplice
sacerdote!
…Erano entrambi giusti davanti a Dio e osservavano in modo
irreprensibile tutti i comandamenti e i precetti del Signore…
Zaccaria
e la sua moglie Elisabetta si
distinguevano per la
irreprensibilità della loro condotta di vita.
Con l’espressione “erano entrambi
giusti (lett. dikaios,
ovvero facevano cose corrette)
davanti a Dio”, Luca (che ben
conosceva la sana dottrina di Paolo che scrive:
Non c'è nessun giusto, neppure uno
(cfr Romani 3:10), voleva
indicare che questi due coniugi vivevano nella fede di Abramo e dei
profeti, aspettando il promesso Messia e si conducevano nel timore di
Dio (osservavano in modo
irreprensibile tutti i comandamenti e i precetti del Signore).
La loro fede si manifestava quindi nella loro condotta, poiché
camminavano fedelmente nell'ubbidienza dovuta all'Eterno, rispettando le
leggi morali e gli ordinamenti cerimoniali di quanto era loro rivelato.
…Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile, ed erano tutti e
due in età avanzata…
Il Piano di Dio avanza dove c’è l’impossibilità:
Abrahamo e Sara;
Isacco e Rebecca;
Elcana e Anna; erano tutti
avanti negli anni e con difficoltà nel procreare prima che fossero
concessi loro i rispettivi figli.
Anche per Zaccaria ed
Elisabetta, la procreazione
era un problema…
…Mentre Zaccaria esercitava il sacerdozio davanti a Dio nell'ordine del
suo turno, secondo la consuetudine del sacerdozio, gli toccò in sorte di
entrare nel tempio del Signore per offrirvi il profumo; e tutta la
moltitudine del popolo stava fuori in preghiera nell'ora del profumo…
Il tempio di Gerusalemme
(come il tabernacolo nel deserto), consisteva di due sale poste in mezzo
ad un vasto recinto, circondato da più cortili.
Nel cortile principale vi si trovava
l'Altare di rame del
sacrificio.
La prima sala del tempio si chiamava
il Luogo Santo e all’interno
di questa sala si trovavano
l'Altare d'oro dell'incenso,
la Tavola dei pani di
proposizione, e il Candelabro d'oro.
Attiguo a questa prima sala (ma separato da essa per mezzo di una fitta
cortina), si trovava il Luogo
Santissimo, dove si trovavano
l'Arca del Patto, il Propiziatorio, i Cherubini.
In questa parte più riparata del tempio il sommo sacerdote non entrava
che una volta all'anno, nel gran giorno dell'Espiazione (cfr
Ebrei 9:1-7).
Nello specifico del racconto, troviamo quindi
Zaccaria all’interno del luogo
santo davanti all’altare dei
profumi, costruito e condotto come stabilito dalla Legge:
«Farai pure un altare per bruciarvi sopra il profumo; lo farai di legno
d'acacia.
La sua lunghezza sarà di un cubito; la sua larghezza, di un cubito; sarà
quadrato e avrà un'altezza di due cubiti; i suoi corni saranno tutti
d'un pezzo con esso.
Rivestirai d'oro puro il disopra, i suoi lati tutt'intorno, i suoi
corni; gli farai una ghirlanda d'oro intorno. Gli farai due anelli d'oro
sotto la ghirlanda, ai suoi due lati; li metterai ai suoi due lati, per
passarvi le stanghe che serviranno a portarlo.
Farai le stanghe di legno d'acacia e le rivestirai d'oro.
Collocherai l'altare davanti al velo che è davanti all'arca della
testimonianza, di fronte al propiziatorio che è sopra la Testimonianza,
dove io mi incontrerò con te.
Aaronne vi brucerà sopra dell'incenso aromatico; lo brucerà ogni
mattina, quando riordinerà le lampade.
Quando Aaronne accenderà le lampade sull'imbrunire, lo farà bruciare;
sarà il profumo quotidiano davanti al SIGNORE, di generazione in
generazione.
Non offrirete su di esso incenso profano, né olocausto, né oblazione e
non vi farete libazioni. Una volta all'anno Aaronne farà l'espiazione
sui corni di esso; con il sangue del sacrificio di espiazione per il
peccato vi farà sopra l'espiazione una volta all'anno, di generazione in
generazione. Sarà cosa santissima, sacra al SIGNORE».
(Esodo 30:1-10)
Il profumo
da offrire nel tempio veniva preparato secondo i precisi ordini
stabiliti da Dio e scritti nel libro dell’Esodo:
Il SIGNORE disse ancora a Mosè: «Prenditi degli aromi, della resina,
della conchiglia profumata, del galbano, degli aromi con incenso puro,
in dosi uguali; ne farai un profumo composto secondo l'arte del
profumiere, salato, puro, santo; ne ridurrai una parte in minutissima
polvere e ne porrai davanti alla testimonianza nella tenda di convegno,
dove io mi incontrerò con te: esso sarà per voi cosa santissima.
Del profumo che farai, non ne farete altro della stessa composizione per
uso vostro; sarà per te cosa santa, consacrata al SIGNORE.
Chiunque ne farà di uguale per odorarlo, sarà eliminato dal suo popolo».
(Esodo 30:34-38)
L'incenso
(simbolo della intercessione di Cristo), si ardeva nelle ore stesse in
cui si offrivano i sacrifici giornalieri, e se ne spruzzava il sangue
sull'altare di rame nel cortile esterno.
Il servizio veniva svolto contemporaneamente da tre sacerdoti:
- uno rimoveva le ceneri del servizio precedente;
- l'altro portava e metteva sull'altare d'oro il braciere pieno di
carboni accesi, tolti dall'altare degli olocausti;
- il terzo spargeva l'incenso sui
carboni ardenti e (mentre si alzava il fumo) intercedeva per il
popolo; quest'ultimo servizio era
quello toccato ora in sorte a Zaccaria.
Il profumo offerto
sull’altare simboleggia l’offerta delle
preghiere dei santi:
Quand'ebbe preso il libro, le quattro creature viventi e i ventiquattro
anziani si prostrarono davanti all'Agnello, ciascuno con una cetra e
delle coppe d'oro piene di profumi, che sono le preghiere dei santi.
(Apocalisse 5:8)
E venne un altro angelo con un incensiere d'oro; si fermò presso
l'altare e gli furono dati molti profumi affinché li offrisse con le
preghiere di tutti i santi sull'altare d'oro posto davanti al trono.
E dalla mano dell'angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio insieme
alle preghiere dei santi.
(Apocalisse 8:3-4)
Mentre
Zaccaria svolgeva il suo servizio
quale rappresentante di tutto il popolo di Israele (offriva
le preghiere dei santi),
tutta la moltitudine del popolo stava fuori in preghiera.
Dobbiamo considerare che il fatto che a Zaccaria fosse
toccato in sorte (dal greco
elache l’azione di Lachesi,
nella mitologia greca una delle tre moire greche, ovvero colei che tesse
la vita dell’uomo come un arazzo) quel turno non è a caso; infatti i
sacerdoti erano molti e quella occasione poteva essere rara se non
addirittura unica per Zaccaria!
…E gli apparve un angelo del Signore, in piedi alla destra dell'altare
dei profumi.
Zaccaria lo vide e fu turbato e preso da spavento…
Il termine angelo (ἄγγελος)
significa letteralmente “messaggero”,
ovvero un essere che parla da parte di Dio.
Durante l’epoca antecedente la incarnazione del Figlio di Dio, le
apparizioni angeliche erano frequenti, soprattutto quando Dio doveva
indicare una svolta importante nella storia del Piano di Salvezza.
La presenza dell’angelo davanti all’altare dei profumi (simbolo delle
preghiere dei santi) fa presagire il motivo del suo messaggio:
l’esaudimento della preghiera di Zaccaria e di Elisabetta in quanto
conforme alla volontà di Dio.
…Ma l'angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, perché la tua preghiera è
stata esaudita; tua moglie Elisabetta ti partorirà un figlio, e gli
porrai nome Giovanni.
Tu ne avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno per la sua
nascita.
Perché sarà grande davanti al Signore. Non berrà né vino né bevande
alcoliche, e sarà pieno di Spirito Santo fin dal grembo di sua madre;
convertirà molti dei figli d'Israele al Signore, loro Dio; andrà davanti
a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per volgere i cuori dei padri
ai figli e i ribelli alla saggezza dei giusti, per preparare al Signore
un popolo ben disposto»…
La preghiera di Zaccaria è stata esaudita;
ma l’esaudimento della sua preghiera non è l’esaudimento di un
capriccio, rientra perfettamente in un Disegno di Dio ed anche il suo
nome, Giovanni ha un
significato specifico: il dono
prezioso di JHVH.
Questo dono prezioso di JVH,
porta con sé gioia ed esultanza,
e molti si rallegreranno per la sua nascita.
Il motivo di questa gioia,
esultanza ed allegrezza è il fatto che
sarà grande davanti al Signore.
Gesù stesso dichiarerà la
grandezza di Giovanni il battista:
Io vi dico: fra i nati di donna nessuno è più grande di Giovanni; però,
il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui.
(Luca 7:28)
L'angelo descrive il
carattere, la missione, le
fatiche di Giovanni e
la sua relazione
ufficiale verso il
Messia quale Suo precursore.
Un altro tratto del suo carattere, indicato dall'angelo, è che egli
doveva essere consacrato a Dio, quindi
un Nazireo:
Il SIGNORE disse ancora a Mosè: «Parla ai figli d'Israele e di' loro:
"Quando un uomo o una donna avrà fatto un voto speciale, il voto di
nazireato, per consacrarsi al SIGNORE, si asterrà dal vino e dalle
bevande alcoliche; non berrà aceto fatto di vino, né aceto fatto di
bevanda alcolica; non berrà liquori d'uva e non mangerà uva, né fresca
né secca.
Per tutto il tempo del suo nazireato non mangerà alcun prodotto della
vigna, dagli acini alla buccia.
Per tutto il tempo del suo voto di nazireato il rasoio non passerà sul
suo capo; fino a che siano compiuti i giorni per i quali egli si è
consacrato al SIGNORE, sarà santo; si lascerà crescere liberamente i
capelli sul capo.
Per tutto il tempo che egli si è consacrato al SIGNORE, non si
avvicinerà a un corpo morto; si trattasse anche di suo padre, di sua
madre, di suo fratello e di sua sorella, non si contaminerà con loro
alla loro morte, perché porta sul capo il segno della sua consacrazione
a Dio.
Per tutto il tempo del suo nazireato egli è consacrato al SIGNORE…
(Numeri 6:1-9)
Nello stesso modo che il lebbroso era il simbolo vivente del
peccato, il nazireo era
il simbolo vivente della
santità.
Ma mentre il nazireato classico era un voto temporaneo (Sansone – cfr
Giudici 13:7; Samuele – cfr 1 Samuele 1:11), nel caso di Giovanni il
battista il nazireato doveva essere a vita;
fin dal grembo di sua madre.
Il vino
era la bevanda comune di tutte le classi in Palestina.
La cervogia
shechar; sikéra,
probabilmente era una bevanda ottenuta dai fichi o datteri fermentati,
dal succo della palma, o dalle feccie del vino mescolato con zucchero.
Giovanni non doveva bere bevande alcoliche in quanto doveva essere
lucido e concentrato nel suo incarico spirituale (pieno
di Spirito Santo) proprio nello stesso modo che è chiamato a vivere
oggi il cristiano:
Guardate dunque con diligenza a come vi comportate; non da stolti, ma da
saggi; ricuperando il tempo perché i giorni sono malvagi.
Perciò non agite con leggerezza, ma cercate di ben capire quale sia la
volontà del Signore.
Non ubriacatevi! Il vino porta alla dissolutezza. Ma siate ricolmi di
Spirito, parlandovi con salmi, inni e cantici spirituali, cantando e
salmeggiando con il vostro cuore al Signore; ringraziando continuamente
per ogni cosa Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo;
sottomettendovi gli uni agli altri nel timore di Cristo.
(Efesini 5:15-21)
Le bevande alcoliche
simboleggiano la gioia, l’esultanza e la allegria che da il mondo e che
portano alla dissolutezza, lo
Spirito Santo porta invece la gioia, l’esultanza e la allegrezza che
dona il Signore e che caratterizzano la vita eterna:
E la Parola del Signore si diffondeva per tutta la regione.
Ma i Giudei istigarono le donne pie e ragguardevoli e i notabili della
città, scatenando una persecuzione contro Paolo e Barnaba, che furono
cacciati fuori dal loro territorio. Allora essi, scossa la polvere dei
piedi contro di loro, andarono a Iconio, mentre i discepoli erano pieni
di gioia e di Spirito Santo.
(Atti 13:49-52)
…perché il regno di Dio non consiste in vivanda né in bevanda, ma è
giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo.
(Romani 14:17)
Or il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e di ogni pace nella
fede, affinché abbondiate nella speranza, per la potenza dello Spirito
Santo.
(Romani 15:13)
Voi siete divenuti imitatori nostri e del Signore, avendo ricevuto la
parola in mezzo a molte sofferenze, con la gioia che dà lo Spirito
Santo, tanto da diventare un esempio per tutti i credenti della
Macedonia e dell'Acaia.
(1 Tessalonicesi 1:6-7)
La prova del fatto che Giovanni il battista fosse pieno dello Spirito
Santo fin dal grembo di sua madre,
fu la sua esultanza nel
momento che sentì il saluto di
Maria:
Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel
grembo; ed Elisabetta fu piena di Spirito Santo, e ad alta voce esclamò:
«Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno!
Come mai mi è dato che la madre del mio Signore venga da me? Poiché
ecco, non appena la voce del tuo saluto mi è giunta agli orecchi, per la
gioia il bambino mi è balzato nel grembo.
(Luca 1:41-44)
E per lo stesso Spirito Santo
Elisabetta dicharò che Gesù Cristo e il Signore, come insegna Paolo
nella sua prima lettera ai corinzi:
…nessuno può dire: «Gesù è
il Signore!» se non per lo Spirito Santo.
(1 Corinzi 12:3)
Lo Spirito Santo
agisce in Giovanni il battista secondo la Sua Vocazione principale:
…convertirà
molti dei figli d'Israele al Signore, loro Dio…
Tale vocazione sarà anche quella
che caratterizzerà l’Opera dello Spirito Santo dopo l’ascensione di Gesù
Cristo:
Quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla
giustizia e al giudizio. Quanto al peccato, perché non credono in me;
quanto alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; quanto
al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato.
(Giovanni 16:8-11)
L’Opera di Giovanni il battista fu un'opera di preparazione, diretta
cioè a risvegliare gli uomini al
ravvedimento ed alla conversione dei loro cuori a Dio.
E come ogni buon preparatore, Giovanni il battista
andrà davanti a lui con lo
spirito e la potenza di Elia, per volgere i cuori dei padri ai figli e i
ribelli alla saggezza dei giusti…
Giovanni andava davanti a Gesù
per presentarlo:
Ormai la scure è posta alla radice degli alberi; ogni albero dunque che
non fa buon frutto, viene tagliato e gettato nel fuoco.
Io vi battezzo con acqua, in vista del ravvedimento; ma colui che viene
dopo di me è più forte di me, e io non sono degno di portargli i
calzari; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco.
Egli ha il suo ventilabro in mano, ripulirà interamente la sua aia e
raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con fuoco
inestinguibile.
(Matteo 3:10-12)
…Giovanni era di nuovo là con due dei suoi discepoli; e fissando lo
sguardo su Gesù, che passava, disse: «Ecco l'Agnello di Dio!»
(Giovanni 1:35-36)
Quando i giudei gli
chiesero chi fosse, Giovanni dichiarò:
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei mandarono da
Gerusalemme dei sacerdoti e dei Leviti per domandargli: «Tu chi sei?»
Egli confessò e non negò; confessò dicendo: «Io non sono il Cristo».
Essi gli domandarono: «Chi sei dunque? Sei Elia?»
Egli rispose: «Non lo sono». «Sei tu il profeta?» Egli rispose: «No».
Essi dunque gli dissero: «Chi sei? affinché diamo una risposta a quelli
che ci hanno mandati. Che dici di te stesso?» Egli disse: «Io sono la
voce di uno che grida nel deserto:
"Raddrizzate la via del
Signore"…
(Giovanni 1:19-23)
Come il profeta Elia egli parlava
dal deserto con uno spirito
(volontà) forte e potente
(piena di virtù) in una generazione (come quella di Acab e di Izebel)
che aveva annullato la Parola di
Dio con la loro tradizione (idolatria), come rimproverò in seguito
anche Gesù:
…avete annullato la parola
di Dio a motivo della vostra tradizione.
(Matteo 15:6)
La Chiesa oggi ha da imparare molto dall’Opera di Giovanni il battista,
anche Paolo ci esorta così:
…infatti è Dio che produce in voi il volere e l'agire, secondo il suo
disegno benevolo… siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza
biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale
risplendete come astri nel mondo, tenendo alta la parola di vita…
(tratto da Filippesi 2:13-16)
Il coraggio personale di Elia e di Giovanni il battista, la loro fedeltà
nel denunciare l'idolatria nel popolo di Dio, le esortazioni a ritornare
al Signore dovrebbero caratterizzare la Chiesa in ogni tempo…
Dalla testimonianza di Giovanni il battista, gli Scribi e Farisei e
tutto il popolo avrebbero dovuto riconoscere in Gesù Cristo il Messia
promesso.
…per preparare al Signore un popolo ben disposto.
L'ultima parte della profezia dell’angelo Gabriele circa la persona e
l’opera del precursore promesso consiste nella sua predicazione circa
il battesimo di ravvedimento.
Giovanni predicava un battesimo di ravvedimento, una immersione che
voleva simboleggiare il riconoscimento del proprio peccato e la volontà
di essere ripulito da esso, questo era il miglior modo di
preparare al Signore un popolo
ben disposto.
La predicazione del battesimo di
ravvedimento fu chiaramente insegnata a tutti i primi discepoli di
Cristo.
Paolo stesso ne testimonio ad Antiochia di Pisidia nel suo primo viaggio
missionario:
Giovanni, prima della venuta di lui, aveva predicato il battesimo del
ravvedimento a tutto il popolo d'Israele.
E quando Giovanni stava per concludere la sua missione disse: "Che cosa
pensate voi che io sia? Io non sono il Messia; ma ecco, dopo di me viene
uno, al quale io non sono degno di slacciare i calzari". Fratelli miei,
figli della discendenza d'Abraamo, e tutti voi che avete timor di Dio, a
noi è stata mandata la Parola di questa salvezza.
Infatti gli abitanti di Gerusalemme e i loro capi non hanno riconosciuto
questo Gesù e, condannandolo, adempirono le dichiarazioni dei profeti
che si leggono ogni sabato.
(Atti 13:24-27)
La predicazione iniziale di
Apollo era essenzialmente basata su questo insegnamento ma Paolo
corresse la predicazione facendo comprendere che l’Opera di Gesù Cristo
e la Sua promessa circa lo Spirito Santo non era solo per il giudei ma
anche per tutto il resto mondo:
Ora un ebreo di nome Apollo, oriundo di Alessandria, uomo eloquente e
versato nelle Scritture, arrivò a Efeso.
Egli era stato istruito nella via del Signore; ed essendo fervente di
spirito, annunciava e insegnava accuratamente le cose relative a Gesù,
benché avesse conoscenza soltanto del battesimo di Giovanni.
Egli cominciò pure a parlare con franchezza nella sinagoga.
Ma Priscilla e Aquila, dopo averlo udito, lo presero con loro e gli
esposero con più esattezza la via di Dio.
Poi, siccome voleva andare in Acaia, i fratelli lo incoraggiarono, e
scrissero ai discepoli di accoglierlo. Giunto là, egli fu di grande
aiuto a quelli che avevano creduto mediante la grazia di Dio, perché con
gran vigore confutava pubblicamente i Giudei, dimostrando con le
Scritture che Gesù è il Cristo.
Mentre Apollo era a Corinto, Paolo, dopo aver attraversato le regioni
superiori del paese, giunse a Efeso; e vi trovò alcuni discepoli, ai
quali disse:
«Riceveste lo Spirito Santo quando credeste?»
Gli risposero: «Non abbiamo neppure sentito dire che ci sia lo Spirito
Santo».
Egli disse loro: «Con quale battesimo siete dunque stati battezzati?»
Essi risposero: «Con il battesimo di Giovanni».
Paolo disse: «Giovanni battezzò con il battesimo di ravvedimento,
dicendo al popolo di credere in colui che veniva dopo di lui, cioè, in
Gesù».
Udito questo, furono battezzati nel nome del Signore Gesù; e, avendo
Paolo imposto loro le mani, lo Spirito Santo scese su di loro ed essi
parlavano in lingue e profetizzavano.
Erano in tutto circa dodici uomini.
(Atti 18:24 / 19:1-7)
…E Zaccaria disse all'angelo: «Da che cosa conoscerò questo? Perché io
sono vecchio e mia moglie è in età avanzata»…
Zaccaria chiede un segno:
Da che cosa conoscerò questo?
Un segno
in quanto è incredulo… perché uando chiediamo
un segno è perché,
sostanzialmente, non crediamo alla Parola:
Gesù stava scacciando un demonio che era muto; e, quando il demonio fu
uscito, il muto parlò e la folla si stupì.
Ma alcuni di loro dissero: «È per l'aiuto di Belzebù, principe dei
demòni, che egli scaccia i demòni».
Altri, per metterlo alla prova, gli chiedevano un segno dal cielo…
… Mentre la gente si affollava intorno a lui, egli cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; chiede un segno ma
nessun segno le sarà dato, tranne il segno di Giona.
Infatti come Giona fu un segno per i Niniviti, così anche il Figlio
dell'uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio la
regina del mezzogiorno si alzerà con gli uomini di questa generazione e
li condannerà; perché ella venne dagli estremi confini della terra per
udire la sapienza di Salomone; ed ecco qui c'è più di Salomone. Nel
giorno del giudizio i Niniviti si alzeranno con questa generazione e la
condanneranno; perché essi si ravvidero alla predicazione di Giona; ed
ecco qui c'è più di Giona.
(tratto da Luca 11:14-32)
Così è delle lingue:
Quindi le lingue servono di segno non per i credenti, ma per i non
credenti; la profezia, invece, serve di segno non per i non credenti, ma
per i credenti.
(1 Corinzi 14:22)
Ed il chiedere segni e miracoli
era tipico dei giudei che si rivelarono
increduli, tra i quali spicca
Erode:
Quando vide Gesù, Erode se ne rallegrò molto, perché da lungo tempo
desiderava vederlo, avendo sentito parlare di lui; e sperava di vedergli
fare qualche miracolo.
(Luca 23:8)
Paolo è chiaro in tal senso:
Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è
piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia
della predicazione.
I Giudei infatti chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza, ma noi
predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli
stranieri pazzia; ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto
Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio
(quindi non i miracoli) e
sapienza di Dio (quindi non i sapienti ragionamenti umani);
poiché la pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio
è più forte degli uomini.
(1 Corinzi 1:21-25)
Dobbiamo considerare che:
- Zaccaria era un giudeo devoto che conosceva bene la Scrittura;
- Zaccaria era un sacerdote
levita;
- Zaccaria e sua moglie erano
entrambi giusti davanti a Dio
- Zaccaria e sua moglie
osservavano in modo irreprensibile tutti i comandamenti e i precetti del
Signore;
- Zaccaria e sua moglie pregavano
insistentemente per avere un figlio;
Eppure (secondo quanto dichiarato dall’angelo
Gabriele)
non ha creduto alle parole che
(comunque) si sono adempiute a
loro tempo.
Purtroppo non ci dobbiamo stupire di questo… quante volte rimaniamo
increduli e stupiti delle risposte del Signore alle nostre preghiere!
…L'angelo gli rispose: «Io sono Gabriele che sto davanti a Dio; e sono
stato mandato a parlarti e annunciarti queste liete notizie…
Gabriele,
l’angelo inviato da Dio a Zaccaria è lo stesso che andò dal profeta
Daniele e conosce bene il
piano profetico di Dio:
- Per dargli
la visione del montone e del
capro:
Mentre io, Daniele, avevo questa visione e cercavo di comprenderla, ecco
in piedi
davanti a me una figura simile a un uomo.
E udii la voce di un uomo in mezzo al fiume Ulai, che gridò e disse:
"Gabriele, spiegagli la visione!"
Ed egli venne vicino al luogo dove stavo io; alla sua venuta io fui
spaventato e mi prostrai con la faccia a terra; ma egli mi disse: "Sta'
bene attento, o figlio d'uomo, perché questa visione riguarda il tempo
della fine".
Mentre egli mi parlava, io mi lasciai andare con la faccia a terra,
profondamente assopito; ma egli mi toccò e mi fece stare in piedi.
Poi disse: "Ecco, io ti farò sapere ciò che avverrà nell'ultimo tempo
dell'indignazione; perché la visione riguarda il tempo della fine.
Il montone con due corna, che tu hai visto, rappresenta i re di Media e
di Persia.
Il capro irsuto è il re di Grecia; e il suo gran corno, fra i suoi
occhi, è il primo re.
Le quattro corna, sorte al posto di quello spezzato, sono quattro regni
che sorgeranno da questa nazione, ma non con la stessa sua potenza.
Alla fine del loro regno, quando i ribelli avranno colmato la misura
delle loro ribellioni, sorgerà un re dall'aspetto feroce, ed esperto in
intrighi.
Il suo potere si rafforzerà, ma non per la sua propria forza.
Egli sarà causa di rovine inaudite, prospererà nelle sue imprese,
distruggerà i potenti e il popolo dei santi.
A motivo della sua astuzia, la frode prospererà nelle sue mani; il suo
cuore si inorgoglirà; distruggerà molte persone che si credevano al
sicuro.
Si ergerà pure contro il principe dei prìncipi, ma sarà infranto senza
intervento umano.
La visione delle sere e delle mattine, di cui è stato parlato, è vera.
Ma tu tieni segreta la visione, perché si riferisce a un tempo lontano".
(Daniele 8:15-26)
- Per dargli
la visione delle settanta
settimane:
«Io parlavo, pregando e confessando il mio peccato e il peccato del mio
popolo Israele, e presentavo la mia supplica al SIGNORE, al mio Dio, per
il monte santo del mio Dio. Mentre stavo ancora parlando in preghiera,
quell'uomo, Gabriele, che avevo visto prima nella visione, mandato con
rapido volo, si avvicinò a me all'ora dell'offerta della sera. Egli mi
rivolse la parola e disse: "Daniele, io sono venuto perché tu possa
comprendere. Quando hai cominciato a pregare, c'è stata una risposta e
io sono venuto a comunicartela, perché tu sei molto amato. Fa' dunque
attenzione al messaggio e comprendi la visione.
Settanta settimane sono state fissate riguardo al tuo popolo e alla tua
santa città, per far cessare la perversità, per mettere fine al peccato,
per espiare l'iniquità e stabilire una giustizia eterna, per sigillare
visione e profezia e per ungere il luogo santissimo.
Sappi dunque e comprendi bene: dal momento in cui è uscito l'ordine di
restaurare e ricostruire Gerusalemme fino all'apparire di un unto, di un
capo, ci saranno sette settimane e sessantadue settimane; essa sarà
restaurata e ricostruita, piazza e mura, ma in tempi angosciosi.
Dopo le sessantadue settimane un unto sarà soppresso, nessuno sarà per
lui. Il popolo d'un capo che verrà distruggerà la città e il santuario;
la sua fine verrà come un'inondazione ed è decretato che vi saranno
devastazioni sino alla fine della guerra.
Egli stabilirà un patto con molti, per una settimana; in mezzo alla
settimana farà cessare sacrificio e offerta; sulle ali delle
abominazioni verrà un devastatore. Il devastatore commetterà le cose più
abominevoli, finché la completa distruzione, che è decretata, non piombi
sul devastatore"».
(Daniele 9:20-27)
Quindi Zaccaria, essendo
sacerdote, doveva conoscere
benissimo il nome dell’angelo
Gabriele.
…Ecco, tu sarai muto, e non potrai parlare fino al giorno che queste
cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole che si
adempiranno a loro tempo»…
I dubbi di Zaccaria gli attirarono un castigo… l’incredulità dell’uomo
fa scatenare l’ira di Dio!
Possiamo ricordare cosa scrive l’autore della lettera agli ebrei:
Chi furono quelli di cui Dio si disgustò per quarant'anni?
Non furono quelli che peccarono, i cui cadaveri caddero nel deserto?
A chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli
che furono disubbidienti?
Infatti vediamo che non vi poterono entrare a causa della loro
incredulità.
(Ebrei 3:17-19)
L’incredulità alle parole di Dio non è mai impunita!
Zaccaria
aveva usato la sua bocca per mettere in dubbio la parola ricevuta da Dio
e il giusto giudizio era quello di
essere muto e non potere parlare
fino al giorno che quelle cose
sarebbero avvenute.
Ma nello stesso tempo l’incredulità non cambia di una virgola
l’adempimento delle parole di Dio che comunque
si adempiranno a loro tempo.
…Il popolo intanto stava aspettando Zaccaria, e si meravigliava del suo
indugiare nel tempio…
Come abbiamo visto in precedenza, mentre il sacerdote faceva fumare
l'incenso sull'altare d'oro dentro il tempio, il popolo era raccolto per
la preghiera nei cortili del tempio.
Quando il sacerdote usciva dal Luogo Santo, dopo avervi compiuto il suo
servizio, era solito benedire il popolo nel nome del Signore, secondo la
formola prescritta:
Voi benedirete così i figli d'Israele; direte loro:
'Il SIGNORE ti benedica e ti protegga!
Il SIGNORE faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio!
Il SIGNORE rivolga verso di te il suo volto e ti dia la pace!'".
Così metteranno il mio nome sui figli d'Israele e io li benedirò».
(Numeri 6:23-27)
Questo spiega perché quelli di fuori stessero aspettando la sua uscita
dal tempio e perché fossero presi da ansia quando egli tardava ad
uscire: sicuramente il popolo poteva temere
un evento tragico come quello di
Nadab e Abihu:
Nadab e Abiu, figli d'Aaronne, presero ciascuno il suo turibolo, vi
misero dentro del fuoco, vi posero sopra dell'incenso, e offrirono
davanti al SIGNORE del fuoco estraneo, diverso da ciò che egli aveva
loro ordinato. Allora un fuoco uscì dalla presenza del SIGNORE e li
divorò; così morirono davanti al SIGNORE.
…Ma quando fu uscito, non poteva parlare loro; e capirono che aveva
avuto una visione nel tempio; ed egli faceva loro dei segni e restava
muto…
Secondo la certa profezia di Dio
quando fu uscito, non poteva parlare loro.
Inoltre Zaccaria doveva avere un aspetto particolarmente sconvolto
infatti tutti capirono che aveva
avuto una visione nel tempio; ed egli faceva loro dei segni e restava
muto.
Tutta la moltitudine fu testimone di questo segno miracoloso.
…Quando furono compiuti i giorni del suo servizio, egli se ne andò a
casa sua.
Zaccaria continuò il suo turno di servizio, nonostante la sua infermità…
questo era giù segno di sottomissione e ravvedimento, ma la parola di
Dio è irrevocabile!
…Dopo quei giorni, sua moglie Elisabetta rimase incinta; e si tenne
nascosta per cinque mesi, dicendo: «Ecco quanto ha fatto per me il
Signore, nei giorni in cui mi ha rivolto il suo sguardo per cancellare
la mia vergogna in mezzo agli uomini».
Presso i Giudei, una famiglia con figli era simbolo di una famiglia
benedetta da Dio, questo giustifica l’espressione di
Elisabetta.
Il periodo di cinque mesi ci ricorda il periodo della Grazia (la lettera ebraica DALET, che rappresenta una porta, ha anche valore numerico 5 ed è considerata il numero della Grazia).