Il cristiano e i suoi rapporti con il mondo

(quarta parte)

 

 

Abbiamo potuto vedere, nella prima parte della meditazione, come il cristiano deve rapportarsi con Dio.

Come Dio, nella sua Persona completa compie un’opera meravigliosa nel cuore del cristiano.

Come il figlio di Dio, per mezzo della preghiera si rapporta con Dio in umiltà e sottomissione, mettendo prima di ogni cosa il regno di Dio e la Sua giustizia.

Abbiamo inoltre visto nella seconda e nella terza parte dello studio come questi rapporti “verticali”, si trasmettono anche “orizzontalmente” nei confronti della Chiesa, la Sposa di Cristo, la famiglia spirituale e nei confronti della moglie e della famiglia terrena.

Vogliamo ora vedere come il cristiano, nella sua condotta di Vita, deve affrontare i propri rapporti con il mondo.

 

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Il mondo, nella sua generalità rappresenta la parte “carnale”, “terrena”, “naturale” dell’uomo.

Il cristiano trova le sue origini “naturali” in questo mondo, nessuno è nato cristiano, lo è diventato per una risposta alla chiamata di Dio.

 

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Il mondo, è stato creato da Dio:

Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza: perché tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà furono create ed esistono. (Apocalisse 4:11)

 

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Il mondo è stato poi corrotto, rovinato dalla caduta dell’uomo.

Quell’essere che doveva custodire il creato ha fallito (ha peccato), facendo cadere il creato stesso nella vanità:

Poiché la creazione aspetta con impazienza la manifestazione dei figli di Dio; perché la creazione è stata sottoposta alla vanità, non di sua propria volontà, ma a motivo di colui che ve l'ha sottoposta, nella speranza che anche la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio.

Sappiamo infatti che fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio; non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando l'adozione, la redenzione del nostro corpo. (Romani 8:19-23)

 

La conseguenza di questa vanità è la morte, l’ultimo nemico che sarà vinto:

Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato... Poiché, fino alla legge, il peccato era nel mondo, ma il peccato non è imputato quando non c'è legge. (Romani 5:12-13)

L'ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte. (1 Corinzi 15:26)

Poi la morte e l'Ades furono gettati nello stagno di fuoco. (Apocalisse 20:14)

 

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Nonostante il fallimento dell’uomo, che ha prodotto questa catastrofe, l’amore di Dio per il mondo non è cambiato, e questo amore di Dio per il mondo si è manifestato in Gesù Cristo:

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.

Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. (Giovanni 3:16-17)

 

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Il cristiano è semplicemente colui, che una volta faceva parte di questo mondo corrotto, ne costituiva porzione di esso, ma dietro la chiamata di Dio, dietro il riconoscimento dell’amore di Dio offerto in Cristo Gesù, è sfuggito al mondo per ricongiungersi con Dio, fa parte di coloro che hanno risposto a quella chiamata ad uscire dal mondo (chiesa significa letteralmente “chiamati fuori”):

Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli.

Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d'ira, come gli altri.

Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù, per mostrare nei tempi futuri l'immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù. (Efesini 2:1-7)

Questo “uscire“ al mondo, implica una separazione spirituale da esso… …e separazione vuole dire morte.

Il cristiano è quindi quella persona che ha scelto di morire al mondo per essere risuscitato con Cristo!

Nessuno è “nato di nuovo” se non ha scelto di “morire” con Cristo, Paolo infatti scriveva:

Ma quanto a me, non sia mai che io mi vanti di altro che della croce del nostro Signore Gesù Cristo, mediante la quale il mondo, per me, è stato crocifisso e io sono stato crocifisso per il mondo. (Galati 6:14)

Purtroppo il Vangelo predicato spesso, parla della nuova vita in Cristo, senza però spiegare correttamente che per risorgere… …prima bisogna morire!

E questo porta a diversi problemi che spesso impediscono una crescita sana se non addirittura “la nascita stessa”.

 

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Dobbiamo comprendere una volta per tutte che, l’uomo naturale, schiavo della corruzione non riceve le cose dello Spirito, pertanto per riceverle dobbiamo necessariamente morire e risorgere a nuova vita in Cristo, come spiega chiaramente l’apostolo Paolo:

Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate; e noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali.

Ma l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente.

(1 Corinzi 2:12-14)

 

La prova “madre” sta nel fatto che quando Gesù stesso è venuto nel mondo, il mondo non lo ha conosciuto:

Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha conosciuto. (Giovanni 1:10)

E come non ha conosciuto Cristo, così non conoscerà i Suoi:

Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo.

Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. (1 Giovanni 3:1)

 

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Dio, nel Suo infinito amore per il mondo, ha voluto, per mezzo di coloro che sono rinati in Cristo, dare la testimonianza al mondo di questa così grande Salvezza, mediante la predicazione del Vangelo:

Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione.

(1 Corinzi 1:21)

 

e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra. (Atti 1:18)

E disse loro: «Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura.. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato. (Marco 16:15-16)

E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine. (Matteo 24:14)

 

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E’ qui che il cristiano deve rapportarsi con il mondo, in questa funzione e solo con questo scopo ed intento.

Se spiritualmente siamo “fuori dal mondo”, carnalmente, fino a che siamo “vivi”, facciamo parte del mondo, ma siamo preservati dal maligno dalla preghiera sacerdotale di Gesù:

Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno. (Giovanni 17:15)

E Giovanni ci conferma questa promessa:

Noi sappiamo che chiunque è nato da Dio non persiste nel peccare; ma colui che nacque da Dio lo protegge, e il maligno non lo tocca. (1 Giovanni 5:18)

Paolo definisce il figlio di Do un ambasciatore del Regno di Dio:

Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio. (1 Corinzi 5:20)

Questo “incarico” di ambasciatore è particolare e faremo bene a prestare attenzione alle sue funzioni:

- Un ambasciatore è un inviato di uno stato, in un altro stato per rappresentare il proprio stato in terra straniera;

- Un ambasciatore non è responsabile del messaggio che porta da parte dei suoi governanti, è semplicemente il mezzo di comunicazione e rappresentanza;

- Un ambasciatore conosce bene il paese che lo ospita ma conserva il modo di vivere del proprio paese di origine, non si conforma alle usanze del paese ospitante se non per le funzioni ufficiali;

- Un ambasciatore abita all’interno di una casa che rappresenta in ogni suo arredo il paese di origine e chi entra in casa dell’ambasciatore scopre il modo di vivere e la cultura  del paese da lui rappresentato;

Riflettiamo su queste particolarità e scopriamo il modo in cui dovremo vivere in questo mondo!

 

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Il cristiano imitatore di Cristo e di Dio, è spinto dall’amore stesso di Dio nei confronti del mondo perduto.

E’ questa la caratteristica peculiare del figlio di Dio.

Nella sua figura di ambasciatore del regno di Dio, il cristiano offre al mondo perduto la Buona Notizia del Vangelo, guardando con compassione e rispetto gli uomini che stanno camminando verso una sorte inesorabile e tremenda!

E’ commovente l’appello di Pietro nella sua prima evangelizzazione a Gerusalemme:

…li scongiurava e li esortava, dicendo: «Salvatevi da questa perversa generazione».

(1 Corinzi 5:20)

E anche Paolo esorta in modo accorato:

Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio. (1 Corinzi 5:20)

 

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Il cristiano, ambasciatore di Dio e pertanto pellegrino, deve limitarsi a vivere di questo mondo in modo moderato, nell’attesa della apparizione di Gesù Cristo:

Infatti la grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata, e ci insegna a rinunciare all'empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo, aspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù. (Tito 2:11-13)

 

Dobbiamo quindi fare uso moderato del mondo, non considerarlo “nostro”, perché…noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia (1 Pietro 3:13)

Il cristiano quindi ha lo sguardo fissato su questi nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia, e non si aspetta più eccesso di “ricchezze e giustizia” da questo mondo dal quale si è “separato”.

Gesù disse:

«Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano.

Perché dov'è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore. (Matteo 6:19-21)

Già nel libro dei Proverbi troviamo esortazioni in tal senso:

Non ti affannare per diventare ricco; smetti di applicarvi la tua intelligenza.

Vuoi fissare lo sguardo su ciò che scompare?

Poiché la ricchezza si fa delle ali, come l'aquila che vola verso il cielo. (Proverbi 23:4-5)

Imitiamo invece l’apostolo Paolo (imitatore a sua volta di Cristo):

Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù. (Filippesi 3:13-14)

 

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Gesù Cristo uomo, il nostro Sommo Maestro, visse in questo mondo con lo sguardo sempre intento a fare la volontà del Padre, questa era l’unica sua ambizione di vita e tutto il resto era subordinato a questa vocazione:

Io non posso fare nulla da me stesso; come odo, giudico; e il mio giudizio è giusto, perché cerco non la mia propria volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

(Giovanni 5:30)

 

sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. (Giovanni 6:38)

E non Gli mancò mai nulla. Egli stesso applicava l’insegnamento predicato:

Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più. (Matteo 6:33)

 

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Per vivere in questo modo, abbiamo bisogno dello Spirito Santo, di questa Vita spirituale che Dio ci dona nel momento che crediamo in Lui, questo è il nostro Consolatore, sostantivo che ci porta ad un “refrigerio” nella lotta spirituale, che il mondo corrotto nella vanità non può ricevere né conoscere.

Gesù parlò proprio di questo ai Suoi discepoli:

Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce.

Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi. (Giovanni 14:15-17)

 

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Dobbiamo però anche sapere, che il mondo, nel momento che noi non lo serviremo più e lo rinnegheremo, ci odierà, come ha odiato Cristo, in quanto condotto dallo spirito dell’anticristo, per questo Gesù ci avverte:

Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me.

Se foste del mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; poiché non siete del mondo, ma io ho scelto voi in mezzo al mondo, perciò il mondo vi odia. (Giovanni 15:18-19)

Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia. (1 Giovanni 3:13)

 

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Gesù, negli ultimi momenti che stette con i discepoli, prima del Suo Sacrificio, pregò davanti a loro ed intercedette in modo meraviglioso per loro e per tutti coloro che avrebbero creduto per mezzo della testimonianza apostolica.

In questa preghiera memorabile, Egli presenta al Padre questa realtà, specificando in modo lampante il rapporto che essi dovranno affrontare con il mondo che li “ospiterà” fino al termine della loro vita o del ritorno in gloria:

Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per quelli che tu mi hai dati, perché sono tuoi; e tutte le cose mie sono tue, e le cose tue sono mie; e io sono glorificato in loro.

Io non sono più nel mondo, ma essi sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, conservali nel tuo nome, quelli che tu mi hai dati, affinché siano uno, come noi. Mentre io ero con loro, io li conservavo nel tuo nome; quelli che tu mi hai dati, li ho anche custoditi, e nessuno di loro è perito, tranne il figlio di perdizione, affinché la Scrittura fosse adempiuta.  Ma ora io vengo a te; e dico queste cose nel mondo, affinché abbiano compiuta in se stessi la mia gioia.

Io ho dato loro la tua parola; e il mondo li ha odiati, perché non sono del mondo, come io non sono del mondo.

Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno.

Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.

Santificali nella verità: la tua parola è verità.

Come tu hai mandato me nel mondo, anch'io ho mandato loro nel mondo.

Per loro io santifico me stesso, affinché anch'essi siano santificati nella verità.

Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato.

Io ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno come noi siamo uno; io in loro e tu in me; affinché siano perfetti nell'unità, e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li ami come hai amato me.

Padre, io voglio che dove sono io, siano con me anche quelli che tu mi hai dati, affinché vedano la mia gloria che tu mi hai data; poiché mi hai amato prima della fondazione del mondo.

Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato; e io ho fatto loro conoscere il tuo nome, e lo farò conoscere, affinché l'amore del quale tu mi hai amato sia in loro, e io in loro.

(Giovanni 17:9-26)

 

Gesù prega per i Suoi che vivranno nel mondo pur non essendo del mondo.

Gesù prega affinchè siano conservati nel nome del Padre e nell’unità.

Gesù li ha equipaggiati della Parola di Dio, la Verità, per mezzo della Quale, essi sono messi a parte, sono santificati e sono minacciati dallo spirito di questo mondo.

Gesù prega per loro affinchè siano preservati dal maligno.

Gesù prega per la perfetta unità nella Verità con il Padre, con Lui per mezzo dello Spirito Santo.

 

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Il cristiano, santificato in Cristo, chiamato ad essere santo, non desidera più fare parte di questo mondo, non aspira più alle cose di questo mondo, altrimenti è paragonato ad una sposa adultera:

O gente adultera, non sapete che l'amicizia del mondo è inimicizia verso Dio?

Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio. (Giacomo 4:4)

Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo.

Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui.

Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo.

E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno.

(1 Giovanni 2:15-17)

Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio.

Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio.

Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria. (Colossesi 3:1)

Siamo quindi chiamati a vivere con una mente rinnovata:

Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà. (Romani 12:12)

 

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Questo “vivere con una mente rinnovata dallo Spirito Santo” e quindi completamente estranea al pensiero di questo mondo, ci porterà inevitabilmente ad essere esposti alle critiche, alle ingiurie, ad ogni tipo di accusa di inadeguatezza per i parametri di questo mondo.

Paolo che viveva personalmente queste lotte ci porta se stesso come esempio:

Poiché io ritengo che Dio abbia messo in mostra noi, gli apostoli, ultimi fra tutti, come uomini condannati a morte; poiché siamo diventati uno spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini.

Noi siamo pazzi a causa di Cristo, ma voi siete sapienti in Cristo; noi siamo deboli, ma voi siete forti; voi siete onorati, ma noi siamo disprezzati.

Fino a questo momento, noi abbiamo fame e sete.

Siamo nudi, schiaffeggiati e senza fissa dimora, e ci affatichiamo lavorando con le nostre proprie mani; ingiuriati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; diffamati, esortiamo; siamo diventati, e siamo tuttora, come la spazzatura del mondo, come il rifiuto di tutti. (1 Corinzi 4:9-13)

 

E dirà ancora a Timoteo:

Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati. (2 Timoteo 3:12)

Ma in tutto questo avremo l’assistenza del Consolatore promesso!

E’ innegabile che il cristiano deve affrontare tutte queste difficoltà, è la sua parte, Paolo, scrivendo dalla prigione romana dove è rinchiuso, parla ai fratelli di Filippi, dii questa “sofferenza” come di una Grazia e ci incoraggia sul modo di vivere in modo degno del Vangelo di Cristo:

Soltanto, comportatevi in modo degno del vangelo di Cristo, affinché, sia che io venga a vedervi sia che io resti lontano, senta dire di voi che state fermi in uno stesso spirito, combattendo insieme con un medesimo animo per la fede del vangelo, per nulla spaventati dagli avversari.

Questo per loro è una prova evidente di perdizione; ma per voi di salvezza; e ciò da parte di Dio.

Perché vi è stata concessa la grazia, rispetto a Cristo, non soltanto di credere in lui, ma anche di soffrire per lui, sostenendo voi pure la stessa lotta che mi avete veduto sostenere e nella quale ora sentite dire che io mi trovo. (Filippesi 1:27-30)

 

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Paolo, scrivendo ai fratelli di Roma, li esortava in questo modo:

E questo dobbiamo fare, consci del momento cruciale: è ora ormai che vi svegliate dal sonno; perché adesso la salvezza ci è più vicina di quando credemmo.

La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.

Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno, senza gozzoviglie e ubriachezze; senza immoralità e dissolutezza; senza contese e gelosie; ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per soddisfarne i desideri. (Romani 13:11-14)

 

Pietro altresì ci esorta:

La fine di tutte le cose è vicina; siate dunque moderati e sobri per dedicarvi alla preghiera. (1 Pietro 4:7)

Prendiamo veramente coscienza del nostro “mandato” e mettiamoci così a disposizione di Dio, ricordiamoci che siamo santificati e siamo nello stesso tempo chiamati ad essere santi!

 

 

Gianni Marinuzzi