Il nostro combattimento

 

 

"Poiché tutto ciò che fu scritto nel passato, fu scritto per nostra istruzione,

affinché mediante la pazienza e la consolazione che ci provengono dalle Scritture, conserviamo la speranza."

(Romani 15:4)

 

***

Il comandamento di Dio per il Suo popolo, circa i nemici occupanti la terra promessa fu perentorio:

Ma nelle città di questi popoli che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà come eredità, non conserverai in vita nulla che respiri, ma voterai a completo sterminio gli Ittiti, gli Amorei, i Cananei, i Ferezei, gli Ivvei e i Gebusei, come il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha comandato di fare, affinché essi non v'insegnino a imitare tutte le pratiche abominevoli che fanno per i loro dèi e voi non pecchiate contro il SIGNORE Dio vostro.  (Deuteronomio 20:16-18)

 

***

Un esempio positivo dell’effettiva applicazione di questo comandamento lo troviamo nella conquista di Gerico:

Il popolo dunque gridò e i sacerdoti sonarono le trombe; e quando il popolo udì il suono delle trombe lanciò un gran grido, e le mura crollarono.

Il popolo salì nella città, ciascuno diritto davanti a sé, e s'impadronirono della città.

Votarono allo sterminio tutto ciò che era nella città, passando a fil di spada uomini, donne, bambini, vecchi, buoi, pecore e asini. ( Giosuè 6:20-21 )

Tutto ciò può sembrarci estremamente crudele, ma il comandamento di Dio per loro era chiaro ed era anche estremamente chiara la motivazione:

…affinché essi non v'insegnino a imitare tutte le pratiche abominevoli che fanno per i loro dèi

 e voi non pecchiate contro il SIGNORE Dio vostro. (Deuteronomio 20:18)

 

Se il popolo avesse obbedito al comandamento di Dio, avrebbe ottenuto la terra promessa, avrebbe instaurato quel regno teocratico che avrebbe portato grande benedizione ed uno stato di riposo e benessere.

 

***

Dopo la morte di Giosuè la conquista della terra promessa, continua ma possiamo notare tutte le falle che questa portò dietro di sé:

Dopo la morte di Giosuè, i figli d'Israele consultarono il SIGNORE, e dissero: «Chi di noi salirà per primo a combattere contro i Cananei?»

Il SIGNORE rispose: «Salirà Giuda; ecco, io ho dato il paese nelle sue mani».

Allora Giuda disse a Simeone suo fratello: «Sali con me nel paese che mi è toccato in sorte e combatteremo contro i Cananei; poi anch'io andrò con te in quello che ti è toccato in sorte». Simeone andò con lui. (Giudici 1:1-3)

 

I  figli di Israele consultano il Signore, questo è buono …il Signore risponde …ma Giuda non dimostra di avere piena fiducia nella Parola del Signore.

La conquista comunque va avanti perché il Signore ha detto: io ho dato il paese nelle sue mani, ma a causa di questa infedeltà non poté scacciare gli abitanti della pianura, perché avevano carri di ferro (Giudici 1:19).

 

Ma da questo momento il resto del popolo di Dio non prenderà più sul serio i comandamenti di Dio:

I figli di Beniamino non scacciarono i Gebusei che abitavano Gerusalemme, perciò i Gebusei hanno abitato con i figli di Beniamino in Gerusalemme fino a oggi.

 

La casa di Giuseppe salì anch'essa contro Betel e il SIGNORE fu con loro.

La casa di Giuseppe mandò a esplorare Betel, città che prima si chiamava Luz.

Gli esploratori videro un uomo che usciva dalla città e gli dissero: «Insegnaci la via per entrare nella città e noi ti tratteremo con bontà».

Egli insegnò loro la via per entrare nella città, ed essi passarono la città a fil di spada, ma lasciarono andare quell'uomo con tutta la sua famiglia.

Quell'uomo andò nel paese degli Ittiti e vi costruì una città, che chiamò Luz: nome che essa porta anche al giorno d'oggi.

 

Anche Manasse non scacciò gli abitanti di Bet-Sean e delle città del suo territorio, né quelli di Taanac e delle città del suo territorio, né quelli di Dor e delle città del suo territorio, né quelli d'Ibleam e delle città del suo territorio, né quelli di Meghiddo e delle città del suo territorio, perché i Cananei erano decisi a restare in quel paese.

Però, quando Israele fu abbastanza forte, assoggettò i Cananei a servitù, ma non li scacciò del tutto.

 

Anche Efraim non scacciò i Cananei che abitavano a Ghezer, perciò i Cananei abitarono a Ghezer in mezzo a Efraim.

Zabulon non scacciò gli abitanti di Chitron, né gli abitanti di Naalol; e i Cananei abitarono in mezzo a Zabulon e furono costretti a lavorare per gli Israeliti.

Ascer non scacciò gli abitanti di Acco, né gli abitanti di Sidone, né quelli di Alab, di Aczib, di Chelba, di Afic, di Reob; i figli di Ascer si stabilirono in mezzo ai Cananei che abitavano il paese, perché non li scacciarono.

Neftali non scacciò gli abitanti di Bet-Semes, né gli abitanti di Bet-Anat, e si stabilì in mezzo ai Cananei che abitavano il paese; ma gli abitanti di Bet-Semes e di Bet-Anat furono da loro assoggettati a servitù.

Gli Amorei respinsero i figli di Dan nella regione montuosa e non li lasciarono scendere nella valle.

Gli Amorei si mostrarono decisi a restare a Ar-Cheres, ad Aialon e a Saalbim; ma la mano della casa di Giuseppe si aggravò su di loro tanto che furono assoggettati a servitù. Il confine degli Amorei si estendeva dalla salita di Acrabbim, andando da Sela in su, verso il nord.

(Giudici 1:21-36)

 

Le motivazioni che fermarono o non permisero la completa conquista della terra promessa ed il totale sterminio delle popolazioni presenti (secondo il comandamento di Dio) furono molteplici:

-          Una evidente superiorità tecnologica

-          Fede ad accordi presi con i traditori del nemico

-          Particolare resistenza del nemico

-          Illusione di una arrendevolezza ed assoggettamento del nemico

 

Particolare menzione va fatta per quello che fece la casa di Giuseppe, lasciando in vita una sola famiglia… …ricordiamoci di quello che dirà Paolo ai corinzi:

Non sapete che un po' di lievito fa lievitare tutta la pasta? (1 Corinzi 5:6)

 

Il popolo ragionò anziché ubbidire. 

Confida nel SIGNORE con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento.

Riconoscilo in tutte le tue vie ed egli appianerà i tuoi sentieri.

Non ti stimare saggio da te stesso; temi il SIGNORE e allontanati dal male; questo sarà la salute del tuo corpo e un refrigerio alle tue ossa. (Proverbi 3:5-8)

 

***

Davanti a questa “mezza vittoria” (che agli occhi degli israeliti poteva sembrare un trionfo), Dio, per mezzo del Suo angelo disse:

Io vi ho fatto salire dall'Egitto e vi ho condotti nel paese che avevo giurato ai vostri padri di darvi. Avevo anche detto: "Io non romperò mai il mio patto con voi"; e voi, dal canto vostro, non farete alleanza con gli abitanti di questo paese e demolirete i loro altari.

Ma voi non avete ubbidito alla mia voce. Perché avete fatto questo? (Giudici 2:1-2)

 

La motivazione di tale disobbedienza, in realtà non era la malafede ma un insieme di cause che sarebbe meglio analizzare in dettaglio:

-          Un servizio inizialmente devoto:

Il popolo servì il SIGNORE durante tutta la vita di Giosuè e durante tutta la vita degli anziani che sopravvissero a Giosuè, che avevano visto tutte le grandi opere che il SIGNORE aveva fatte in favore d'Israele. (Giudici 2:7)

-          Questa generazione devota e ligia al servizio fece però evidentemente un grosso errore, non seppe trasmettere la Parola di Dio e la memoria viva delle grandi cose che Dio aveva fatto per loro, difatti:

Anche tutta quella generazione fu riunita ai suoi padri; poi, dopo quella, vi fu un'altra generazione che non conosceva il SIGNORE, né le opere che egli aveva compiute in favore d'Israele.

 

I figli d'Israele fecero ciò che è male agli occhi del SIGNORE e servirono gli idoli di Baal; abbandonarono il SIGNORE, il Dio dei loro padri, che li aveva fatti uscire dal paese d'Egitto, e andarono dietro ad altri dèi, fra gli dèi dei popoli che li attorniavano; si prostrarono davanti a essi e provocarono l'ira del SIGNORE; abbandonarono il SIGNORE e servirono Baal e gli idoli di Astarte.  (Giudici 2:10-13)

      

Eppure nei comandamenti era anche prescritto:

Quando in avvenire tuo figlio ti domanderà: «Che significano queste istruzioni, queste leggi e queste prescrizioni che il SIGNORE, il nostro Dio, vi ha date?»

Tu risponderai a tuo figlio: «Eravamo schiavi del faraone in Egitto e il SIGNORE ci fece uscire dall'Egitto con mano potente. Il SIGNORE operò sotto i nostri occhi miracoli e prodigi grandi e disastrosi contro l'Egitto, contro il faraone e contro tutta la sua casa, e ci fece uscire di là per condurci nel paese che aveva giurato ai nostri padri di darci. Il SIGNORE ci ordinò di mettere in pratica tutte queste leggi e di temere il SIGNORE, il nostro Dio, affinché venisse a noi del bene sempre ed egli ci conservasse in vita, come ha fatto finora.

Questa sarà la nostra giustizia: l'aver cura di mettere in pratica tutti questi comandamenti davanti al SIGNORE nostro Dio, come egli ci ha ordinato».

            (Deuteronomio 6:20-25)

 

Questa loro “leggerezza” fu la causa dell’ira di Dio e delle relative conseguenze:

Perciò l'ira del SIGNORE si accese contro Israele, ed egli disse: «Poiché questa nazione ha violato il patto che avevo stabilito con i loro padri ed essi non hanno ubbidito alla mia voce, anch'io non scaccerò più davanti a loro nessuna delle nazioni che Giosuè lasciò quando morì; così, per mezzo di esse, metterò alla prova Israele per vedere se si atterranno alla via del SIGNORE e cammineranno per essa come fecero i loro padri, o no». (Giudici 2:20-22)

 

Siamo consapevoli che non basta un servizio devoto per permettere che la Parola di Dio sia tramandata, ma è necessario “fare discepoli”?

Gesù infatti disse:

Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo… (Matteo 28:19)

 

***

Davanti all’infedeltà del popolo, il Signore, nella sua compassione, si servì di alcuni uomini singoli (i giudici) per fare assaporare (almeno in brevi momenti) il riposo e la pace che aveva preparato per loro e che loro (a causa della infedeltà) avevano impedito di realizzarsi.

 

Cosa possiamo imparare noi da questo?

Chi sono i nostri nemici oggi?

Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza.

Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate star saldi contro le insidie del diavolo; il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. ( Efesini 6:10-12 )

In realtà, sebbene viviamo nella carne, non combattiamo secondo la carne; infatti le armi della nostra guerra non sono carnali, ma hanno da Dio il potere di distruggere le fortezze, poiché demoliamo i ragionamenti e tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio, facendo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo; e siamo pronti a punire ogni disubbidienza, quando la vostra ubbidienza sarà completa. ( 2 Corinzi 10:3-6 )

Come vediamo la nostra non è una lotta fisica ma spirituale!

I nostri prigionieri sono i pensieri, che vanno resi ubbidienti a Cristo.

 

Questo è avvenuto in tutti coloro che hanno ricevuto l’evangelo con semplicità, rinnegando (riconoscendole come sbagliate) e abbandonando le loro cattive abitudini, le loro tradizioni e tutto quello che era nemico di Dio, un esempio positivo lo troviamo nella predicazione ad Efeso:

Molti di quelli che avevano creduto venivano a confessare e a dichiarare le cose che avevano fatte.

Fra quanti avevano esercitato le arti magiche molti portarono i loro libri, e li bruciarono in presenza di tutti; e, calcolatone il prezzo, trovarono che era di cinquantamila dramme d'argento.

Così la Parola di Dio cresceva e si affermava potentemente. ( Atti 19:18-20 )

 

Paolo stesso rinnegò tutto il suo passato religioso:

Del resto, fratelli miei, rallegratevi nel Signore.

Io non mi stanco di scrivervi le stesse cose, e ciò è garanzia di sicurezza per voi.

Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno mutilare; perché i veri circoncisi siamo noi, che offriamo il nostro culto per mezzo dello Spirito di Dio, che ci vantiamo in Cristo Gesù, e non mettiamo la nostra fiducia nella carne; benché io avessi motivo di confidarmi anche nella carne.

Se qualcun altro pensa di aver motivo di confidarsi nella carne, io posso farlo molto di più; io, circonciso l'ottavo giorno, della razza d'Israele, della tribù di Beniamino, ebreo figlio d'Ebrei; quanto alla legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore della chiesa; quanto alla giustizia che è nella legge, irreprensibile.

Ma ciò che per me era un guadagno, l'ho considerato come un danno, a causa di Cristo.

Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui non con una giustizia mia, derivante dalla legge, ma con quella che si ha mediante la fede in Cristo: la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede.

Tutto questo allo scopo di conoscere Cristo, la potenza della sua risurrezione, la comunione delle sue sofferenze, divenendo conforme a lui nella sua morte, per giungere in qualche modo alla risurrezione dei morti.

Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù.

Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù. ( Filippesi 3:1-14 )

 

***

Il lasciare vivere il peccato (non rinnegandolo) e tollerandone la presenza nel cuore  è un’opera satanica, serve ad impedire di godere pienamente dell’opera di Dio!

Non dobbiamo usare nessuna tolleranza verso qualsiasi pensiero che ostacola l’opera di Dio e dobbiamo avere il coraggio di fare prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo; e a punire ogni disubbidienza.

Il servo di Dio deve essere pronto a fare ciò, altrimenti si troverà a convivere con tutta una serie di pensieri malvagi, dettati dalla sua tradizione religiosa, dai diversi “ che male c’è?” o dai “si è sempre fatto così” o “tutti fanno così” e subirà tutte le influenze negative che certamente ne deriveranno.

 

Inizialmente potremo pensare di riuscire ad “assoggettare” il nemico… …ma con il tempo si rivelerà una amara illusione, impareremo a tollerare il male che si mostrerà progressivamente più forte e ne rimarremo schiavi.

 

L’essere disubbidienti e non seguire ciò che il Signore insegna, costringerà il Signore alla correzione.

Durante il periodo dei giudici, il SIGNORE lasciò stare quelle nazioni senz'affrettarsi a scacciarle e non le diede nelle mani di Giosuè… …per mettere alla prova il Suo popolo… …Egli voleva soltanto che le nuove generazioni dei figli d'Israele conoscessero e imparassero la guerra: quelli, per lo meno, che non l'avevano mai vista prima.  (Giudici 2:23/3:1-2)

 

Il popolo non era più capace a combattere contro il male!

La Chiesa durante questi periodi sta vivendo tutto questo.

La Chiesa può aver servito fedelmente il Signore in passato, ma forse non ha saputo discepolare… …oggi ci traviamo davanti ad un popolo che non conosce il SIGNORE, né le opere che egli ha compiuto.

E questo porterà a fare ciò che è male agli occhi del SIGNORE a servire gli idoli di questo mondo; abbandonare il SIGNORE, e andare dietro ad altri dèi, fra gli dèi dei popoli che li attorniano. (cfr Giudici 2:10-13)

 

Forse è per questo che oggi la Chiesa preferisce “seguire” qualche giudice (leader), per godere di “un po’ di Pace”, piuttosto che rinunciare a se stessi, alle mondane concupiscenze… …Paolo scriveva a Tito:

Infatti la grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata, e ci insegna a rinunciare all'empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo, aspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù.

Egli ha dato se stesso per noi per riscattarci da ogni iniquità e purificarsi un popolo che gli appartenga, zelante nelle opere buone. (Tito 2:11-14)

Ma oggi la Grazia di Dio promossa dalla Chiesa insegna questo?

Come Figli di Luce dobbiamo essere sempre vigilanti nell’applicare questi concetti di rinnovamento, non dobbiamo mai sentirci “arrivati”, ma costantemente vigilare sui nostri pensieri e sulle nostre “ abitudini”:

Come si addice ai santi, né fornicazione, né impurità, né avarizia, sia neppure nominata tra di voi; né oscenità, né parole sciocche o volgari, che sono cose sconvenienti; ma piuttosto abbondi il ringraziamento.

Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore o impuro o avaro (che è un idolatra) ha eredità nel regno di Cristo e di Dio.

Nessuno vi seduca con vani ragionamenti; infatti è per queste cose che l'ira di Dio viene sugli uomini ribelli.  Non siate dunque loro compagni; perché in passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore.

Comportatevi come figli di luce  - poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità - esaminando che cosa sia gradito al Signore.

Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele; perché è vergognoso perfino il parlare delle cose che costoro fanno di nascosto.  

Ma tutte le cose, quando sono denunciate dalla luce, diventano manifeste; poiché tutto ciò che è manifesto, è luce.

Per questo è detto: «Risvègliati, o tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti inonderà di luce». (Efesini 5:3-14)

 

Gesù ha sempre avvertito i Suoi di “santificarsi”, anche in mezzo alla chiesa che non sempre si mantiene fedele.

Vediamo infatti che nelle sette chiese dell’Apocalisse, gli avvertimenti e le promesse sono rivolti ad alcuni…       

Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.

A chi vince io darò da mangiare dell'albero della vita, che è nel paradiso di Dio".

(Apocalisse 2:7)

 

Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.

Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda. (Apocalisse 2:11)

 

Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.

A chi vince io darò della manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale è scritto un nome nuovo che nessuno conosce, se non colui che lo riceve". (Apocalisse 2:17)

 

Ma agli altri di voi, in Tiatiri, che non professate tale dottrina e non avete conosciuto le profondità di Satana (come le chiamano loro), io dico: Non vi impongo altro peso.

Soltanto, quello che avete, tenetelo fermamente finché io venga.

A chi vince e persevera nelle mie opere sino alla fine, darò potere sulle nazioni, ed egli le reggerà con una verga di ferro e le frantumerà come vasi d'argilla, come anch'io ho ricevuto potere dal Padre mio; e gli darò la stella del mattino.

Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese". (Apocalisse 2:24-29)

 

Tuttavia a Sardi ci sono alcuni che non hanno contaminato le loro vesti; essi cammineranno con me in bianche vesti, perché ne sono degni.

Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche, e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli.

Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese". (Apocalisse 3:4-6)

 

Chi vince io lo porrò come colonna nel tempio del mio Dio, ed egli non ne uscirà mai più; scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio (la nuova Gerusalemme che scende dal cielo da presso il mio Dio) e il mio nuovo nome.

Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese". (Apocalisse 3:12-13)

 

Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me.

Chi vince lo farò sedere presso di me sul mio trono, come anch'io ho vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul suo trono.

Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese"». (Apocalisse 3:20-22)

 

Nell’impossibilità di poter “cambiare gli altri”, oggi come allora, possiamo disporre i nostri cuori come quei “giudici” del tempo passato, mentre attendiamo Colui che finalmente purificherà ogni cosa.

 

Tra questi uomini vorrei prendere come esempio Eud:

I figli d'Israele continuarono a fare ciò che è male agli occhi del SIGNORE; così il SIGNORE rese forte Eglon, re di Moab, contro Israele, perché essi avevano fatto ciò che è male agli occhi del SIGNORE.

Eglon radunò intorno a sé i figli di Ammon e di Amalec; poi marciò contro Israele, lo sconfisse e s'impadronì della città delle palme.

I figli d'Israele furono servi di Eglon, re di Moab, per diciotto anni.

I figli d'Israele gridarono al SIGNORE ed egli fece sorgere per loro un liberatore: Eud, figlio di Ghera, beniaminita, che era mancino.

I figli d'Israele mandarono per mezzo di lui un regalo a Eglon, re di Moab.

Eud si fece una spada a due tagli, lunga un cubito; e la cinse sotto la sua veste, al fianco destro.

Quindi offrì il regalo a Eglon, re di Moab, che era un uomo molto grasso.

Quando ebbe finito la presentazione del regalo, rimandò la gente che l'aveva portato.  Ma egli, giunto agli idoli che sono presso a Ghilgal, tornò indietro e disse: «O re, io ho qualcosa da dirti in segreto».

Il re disse: «Silenzio!» Tutti quelli che gli stavano intorno, uscirono.

Allora Eud si avvicinò al re, che stava seduto nella sala di sopra, riservata a lui solo, per prendervi il fresco, e gli disse: «Ho una parola da dirti da parte di Dio». Eglon si alzò dal suo seggio; ed Eud, stesa la mano sinistra, prese la spada dal suo fianco destro e gliela piantò nel ventre.

Anche l'elsa entrò dopo la lama; e il grasso si rinchiuse attorno alla lama; poiché egli non gli ritirò dal ventre la spada, che gli usciva da dietro.

Poi Eud uscì nel portico, chiuse le porte della sala di sopra, e mise il chiavistello.

Quando fu uscito, vennero i servi, i quali guardarono, ed ecco che le porte della sala di sopra erano chiuse con il chiavistello; e dissero: «Certo egli fa i suoi bisogni nello stanzino della sala fresca».

Tanto aspettarono, che ne furono preoccupati; e poiché il re non apriva le porte della sala, quelli presero la chiave, aprirono, ed ecco che il loro signore era steso per terra, morto.  Mentre essi indugiavano, Eud si diede alla fuga, passò oltre gli idoli e si mise in salvo a Seira.

Quando fu arrivato, suonò la tromba nella regione montuosa di Efraim, e i figli d'Israele scesero con lui dalla regione montuosa, ed egli si mise alla loro testa.

Disse loro: «Seguitemi, perché il SIGNORE vi ha dato nelle mani i Moabiti, vostri nemici». Quelli scesero dietro a lui, s'impadronirono dei guadi del Giordano per impedire il passaggio ai Moabiti, e non lasciarono passare nessuno.

In quel tempo sconfissero circa diecimila Moabiti, tutti robusti e valorosi; non ne scampò neppure uno.

Così, in quel giorno, Moab fu umiliato sotto la mano d'Israele e il paese ebbe pace per ottant'anni. (Giudici 3:12-30)

 

Eud era un uomo non “avvezzo” alla guerra, era mancino, ma questa sua debolezza fu anche la sua forza, era “imprevedibile”.

 

Eud si fece una spada a due tagli, lunga un cubito; e la cinse sotto la sua veste, al fianco destro.

 

Noi dobbiamo “prepararci” nella Scrittura, la spada a due tagli lunga un cubito, ci parla di una conoscenza profonda della Parola di Dio applicata in giusta misura, fedelmente.

Questa spada Eud la portava con sé, sotto la sua veste e con essa trafisse il nemico.

Quando fu arrivato, suonò la tromba nella regione montuosa di Efraim, e i figli d'Israele scesero con lui dalla regione montuosa, ed egli si mise alla loro testa.

Eud divenne un “incoraggiatore” per gli altri del popolo di Dio.

Così, in quel giorno, Moab fu umiliato sotto la mano d'Israele e il paese ebbe pace per ottant'anni.

Eud con il suo gesto portò ottanta anni di pace per il popolo di Dio.

I nostri gesti eroici possono essere questi e il Signore onorerà i Suoi servi che si muovono in questo modo, ricordiamoci che

noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male. (2 Corinzi 5:10)

 

***

…ma non dobbiamo mai scordarci che il nostro sommo esempio e compitore della nostra Salvezza è Gesù Cristo.

Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta.

Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.

Considerate perciò colui che ha sopportato una simile ostilità contro la sua persona da parte dei peccatori, affinché non vi stanchiate perdendovi d'animo. (Ebrei 12:1-3)

 

Gesù è il vero Liberatore, Colui che ha portato a termine la conquista e Colui che compirà fino in fondo l’Opera purificatrice:

Ma la bestia fu presa, e con lei fu preso il falso profeta che aveva fatto prodigi davanti a lei, con i quali aveva sedotto quelli che avevano preso il marchio della bestia e quelli che adoravano la sua immagine.

Tutti e due furono gettati vivi nello stagno ardente di fuoco e di zolfo.

Il rimanente fu ucciso con la spada che usciva dalla bocca di colui che era sul cavallo, e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni. (Apocalisse 19:20-21)

 

Quando i mille anni saranno trascorsi, Satana sarà sciolto dalla sua prigione e uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per radunarle alla battaglia: il loro numero è come la sabbia del mare.

E salirono sulla superficie della terra e assediarono il campo dei santi e la città diletta; ma un fuoco dal cielo discese e le divorò.

E il diavolo che le aveva sedotte fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli. (Apocalisse 20:7-10)

 

Poi vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra.

La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro.

E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono.

I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere.

Il mare restituì i morti che erano in esso; la morte e l'Ades restituirono i loro morti; ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere.

Poi la morte e l'Ades furono gettati nello stagno di fuoco.

Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco.

E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco. (Apocalisse 20:11-15)

 

Il nostro Signore e Dio porterà a compimento la purificazione della TERRA PROMESSA e allora potremo entrare in quel riposo che Egli ha preparato per i Suoi figli.

Stiamo dunque attenti: la promessa di entrare nel suo riposo è ancora valida e nessuno di voi deve pensare di esserne escluso.

Poiché a noi come a loro è stata annunciata una buona notizia; a loro però la parola della predicazione non giovò a nulla non essendo stata assimilata per fede da quelli che l'avevano ascoltata.

Noi che abbiamo creduto, infatti, entriamo in quel riposo, come Dio ha detto: «Così giurai nella mia ira: "Non entreranno nel mio riposo!"»

E così disse, benché le sue opere fossero terminate fin dalla creazione del mondo.

Infatti, in qualche luogo, a proposito del settimo giorno, è detto così: «Dio si riposò il settimo giorno da tutte le sue opere»; e di nuovo nel medesimo passo: «Non entreranno nel mio riposo

Poiché risulta che alcuni devono entrarci, e quelli ai quali la buona notizia fu prima annunciata non vi entrarono a motivo della loro disubbidienza, Dio stabilisce di nuovo un giorno - oggi - dicendo per mezzo di Davide, dopo tanto tempo, come si è detto prima: «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori!»

Infatti, se Giosuè avesse dato loro il riposo, Dio non parlerebbe ancora d'un altro giorno.

Rimane dunque un riposo sabatico per il popolo di Dio; infatti chi entra nel riposo di Dio si riposa anche lui dalle opere proprie, come Dio si riposò dalle sue.

Sforziamoci dunque di entrare in quel riposo, affinché nessuno cada seguendo lo stesso esempio di disubbidienza.

Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l'anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore.

E non v'è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui; ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo render conto.

Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo.

Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato.

Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno. (Ebrei 4)

 

 

Gianni Marinuzzi