Lo
sguardo del pellegrino
Gesù stava insegnando di sabato in una sinagoga.
Ecco una donna, che da diciotto anni aveva uno spirito che
la rendeva inferma, ed era tutta
curva e assolutamente incapace di raddrizzarsi.
Gesù, vedutala, la chiamò a sé e le disse: «Donna,
tu sei liberata dalla tua infermità».
Pose le mani su di lei, e nello stesso momento
ella fu raddrizzata e glorificava Dio.
(Luca
13:10-13)
La triste
condizione di questa donna le rendeva praticamente impossibile volgere lo
sguardo verso l’alto, era costretta dalla
sua infermità a guardare solo in basso, non oltre i suoi piedi.
Questo modo
di “vedere le cose” sono una conseguenza di una grave
infermità!
Di questa
donna sappiamo poco, di essa non viene detto il nome, non sembra avere una
propria volontà, non chiede la guarigione, non è in grado di prendere alcuna
iniziativa…
… ci ricorda
lo stato dell’uomo carnale, costretto dalle conseguenze deformanti del
peccato a dirigere il suo sguardo solo a quanto c’è in terra, avere una
visione molto limitata delle cose, quasi “animale”;
… Luca in
questo passo ci rivela la miracolosa guarigione di questa anonima donna,
operata da Gesù, al fine di poterla renderla
libera dalla sua infermità, libera di fissare lo sguardo in
alto, di ridarle quella “dignità” perduta di “essere umano” capace di
“guardare il suo Signore” e di fissare lo sguardo oltre il “terreno”.
Questa è la
posizione che Gesù Cristo ha voluto per noi, da esseri “curvati al terreno”,
Egli ci ha messi in condizione di guardare a Lui, in alto, attraverso i
cieli, per vivere con un nuovo sguardo, lo sguardo del pellegrino.
L’apostolo
Paolo, ci parla di questo sguardo:
Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo
esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in
giorno.
Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce
un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria,
mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a
quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un
tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.
(2 Corinzi 4:16-18)
Ogni uomo ha
una identità, un padre, un obiettivo di vita, una patria dove poter abitare,
mira a progredire e ad avere una vita ricca di benedizioni.
Anche noi
come cristiani abbiamo aspettative ed ambizioni e la Parola di Dio ci indica
dove noi possiamo fissare lo sguardo per trovare tutto questo, affinchè
possiamo vivere la nostra vita con uno scopo …un grande scopo …uno scopo
eterno!
La vita del
cristiano deve essere tutta proiettata in avanti, nel Regno futuro, se non
abbiamo questo sguardo, siamo
paragonati a degli infelici… …della peggiore specie, difatti Paolo scriveva
così ai fratelli di Corinto:
Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più
miseri fra tutti gli uomini.
(1 Corinzi 15:19)
L’autore
della lettera agli ebrei elenca in modo dettagliato e preciso tutti coloro
che hanno vissuto per fede, dichiarandoli testimoni ed esempi di fede:
- Abele fu
dichiarato giusto (Ebrei 11:4)
- Enoc fu
dichiarato gradito a Dio (Ebrei 11:5)
- Noè fu
dichiarato erede di giustizia (Ebrei 11:7)
- Abramo,
Isacco e Giacobbe furono dichiarati eredi della promessa (Ebrei 11:9)
- Sara fu
reputata degna di portare il compimento della promessa (Ebrei 11:11)
- Mosè, Raab,
e altri grandi personaggi dell’Antico Patto furono graditi a Dio per la loro
fede.
Tutti costoro sono morti nella fede, senza ricevere le cose promesse, ma le hanno vedute e
salutate da lontano, confessando di
essere forestieri e pellegrini sulla terra.
Infatti, chi dice così dimostra di cercare una patria; e se
avessero avuto a cuore quella da cui erano usciti, certo avrebbero avuto
tempo di ritornarvi!
Ma ora ne desiderano
una migliore, cioè quella celeste; perciò Dio non si vergogna di essere
chiamato il loro Dio, poiché ha preparato loro una città.
(Ebrei 11:13-16)
Questi
esempi di fede, sono quindi per noi dei testimoni, e siamo chiamati ad
imparare da loro:
Tutti costoro, pur avendo avuto buona testimonianza per la
loro fede, non ottennero ciò che era stato promesso.
Perché Dio aveva in
vista per noi qualcosa di meglio, in modo che loro non giungessero alla
perfezione senza di noi.
Anche noi, dunque,
poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni,
deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo
con perseveranza la gara che ci è proposta,
fissando lo sguardo su Gesù, colui
che crea la fede e la rende perfetta.
Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la
croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.
(Ebrei 11-39 / 12:2)
Vogliamo per
questo guardare dove possiamo fissare il nostro sguardo per concentrare
tutta la nostra speranza, affinchè non rimaniamo
delusi o confusi nel prosieguo della nostra vita:
Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con
Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale
abbiamo anche avuto, per la fede,
l'accesso a questa grazia nella
quale stiamo fermi; e ci gloriamo
nella speranza della gloria di Dio; non solo, ma ci gloriamo anche nelle
afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza, la pazienza
esperienza, e l'esperienza speranza.
Or la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori
mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato.
(Romani 5:1-5)
***
Dov’è la nostra identità?
L’identità di ogni uomo è contenuta
nel nome.
Il nostro
nome ci identifica in modo inequivocabile qui sulla terra, ed anche nei
cieli è così. Per questo il Signore Gesù parlando ai Suoi discepoli diceva:
Tuttavia, non vi rallegrate perché gli spiriti vi sono
sottoposti, ma rallegratevi perché i
vostri nomi sono scritti nei cieli».
(Luca 10:20)
Nella
Lettera che Lo Spirito Santo, per mano di Giovanni scriveva all’angelo della
chiesa di Pergamo, troviamo così scritto:
Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.
A chi vince io darò della manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale è
scritto un nome nuovo che nessuno
conosce, se non colui che lo riceve".
(Apocalisse
2:17)
Anche nella
Lettera che Lo Spirito Santo, per mano di Giovanni scriveva all’angelo della
chiesa di Sardi, troviamo così scritto:
Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche, e
io non cancellerò il suo nome dal
libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio e davanti
ai suoi angeli.
(Apocalisse
3:5)
Come
possiamo vedere, la nostra vera identità è in Cristo, nei cieli,
non su questa terra.
Per questo
il cristiano, come un pellegrino, attraversa questo mondo come un
forestiero, non ha una vera e propria identità “umana”, è considerato un
“defunto” a questo mondo… …non ha più un nome, un tesoro, una proprietà, un
diritto… …il suo sguardo è ormai fissato nei cieli!
Come scrive
Paolo ai fratelli di Colosse noi
siamo morti agli elementi del mondo:
Se siete morti con
Cristo agli elementi del mondo, perché, come se viveste nel mondo, vi
lasciate imporre dei precetti…
(Colossesi 2:20)
Se
riusciremo a vivere in questo modo, pre-gusteremo con gioia la nostra
appartenenza al nostro vero Regno, altrimenti, pur essendo stranieri,
subiremo le frustrazioni di qualunque altro mortale.
***
Dov’è il nostro Padre?
Pur avendo
avuto, ciascuno di noi, un padre biologico, dal quale abbiamo ricevuto la
vita terrena, un nome, una identità, dal quale ereditiamo i pregi, difetti,
delle cose …il cristiano rigenerato per mezzo dello Spirito Santo ha un
nuovo Padre, un Padre Spirituale che gli ha dato la Vera vita, Eterna
come Lui, un nuovo nome, una nuova identità e siamo anche eredi delle Sue
ricchezze…
Proprio per
questo, Gesù, parlava così ai Suoi discepoli, evidenziando dove si trova
il nostro Padre:
Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché
vedano le vostre buone opere e glorifichino
il Padre vostro che è nei cieli. (Matteo 5:16)
…affinché siate figli del
Padre vostro che è nei cieli; poiché egli fa levare il suo
sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli
ingiusti.
(Matteo
5:45)
Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome…
(Matteo 6:9)
Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro
qualcuno, perdonate; affinché il
Padre vostro, che è nei cieli, vi perdoni le vostre colpe.
(Marco
11:25)
Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai
vostri figli, quanto più il Padre
vostro, che è nei cieli, darà cose buone a quelli che gliele
domandano!
(Matteo
7:11)
Così il Padre vostro
che è nei cieli vuole che neppure uno di questi piccoli perisca.
(Matteo
18:14)
E per questo
anche li avverte di non cercare altri “padri”:
Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre,
perché uno solo è il Padre vostro,
quello che è nei cieli.(Matteo 23:9)
***
Dov’è il nostro premio, la nostra ricompensa?
Gesù ebbe
modo di parlare della ricompensa che spetta a coloro che mirano al Regno di
Dio:
Rallegratevi e giubilate, perché
il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno
perseguitato i profeti che sono stati prima di voi.
(Matteo 5:12)
«Guardatevi dal praticare la vostra giustizia davanti agli uomini, per
essere osservati da loro; altrimenti
non ne avrete premio presso il Padre vostro che è nei cieli.
Quando dunque fai l'elemosina, non far suonare la tromba davanti a te, come
fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere onorati dagli
uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno.
Ma quando tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra quel che fa la
destra, affinché la tua elemosina sia fatta in segreto; e
il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa.
«Quando pregate, non siate come gli ipocriti; poiché essi amano pregare
stando in piedi nelle sinagoghe e agli angoli delle piazze per essere visti
dagli uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno.
Ma tu, quando preghi, entra nella tua
cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel
segreto; e il Padre tuo, che vede nel
segreto, te ne darà la ricompensa.
(Matteo 6:1-6)
«Quando digiunate, non abbiate un
aspetto malinconico come gli ipocriti; poiché essi si sfigurano la faccia
per far vedere agli uomini che digiunano. Io vi dico in verità: questo è il
premio che ne hanno. Ma tu, quando
digiuni, ungiti il capo e lavati la faccia, affinché non appaia agli uomini
che tu digiuni, ma al Padre tuo che è nel segreto; e
il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa.
(Matteo 6:16-18)
Egli, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi che siete poveri, perché il regno di Dio è vostro.
Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati
voi che ora piangete, perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno, e quando vi
scacceranno da loro, e vi insulteranno e metteranno al bando il vostro nome
come malvagio, a motivo del Figlio dell'uomo.
Rallegratevi in quel giorno e saltate di gioia, perché,
ecco, il vostro premio è grande
nei cieli; perché i padri loro facevano lo stesso ai profeti.
Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra
consolazione.
Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame.
Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e
piangerete.
Guai a voi quando tutti gli uomini diranno bene di voi,
perché i padri loro facevano lo stesso con i falsi profeti.
(Luca 6:20-26)
Anche
l’apostolo Paolo, scrivendo ai fratelli di Efeso li esortava a guardare alla
ricompensa che riceveremo dal Signore:
Servi, ubbidite ai vostri padroni secondo la carne con
timore e tremore, nella semplicità del vostro cuore, come a Cristo, non
servendo per essere visti, come per piacere agli uomini, ma come servi di
Cristo. Fate la volontà di Dio di buon animo, servendo con benevolenza, come
se serviste il Signore e non gli uomini;
sapendo che ognuno, quando abbia
fatto qualche bene, ne riceverà la ricompensa dal Signore, servo o libero
che sia.
(Efesini 6:5-8)
L’autore
della lettera agli Ebrei ci porta come esempio Mosè, che nonostante potesse
confidare in ampie possibilità umane, seppe guardare alla ricompensa
celeste:
Per fede Mosè, fattosi grande, rifiutò di essere chiamato
figlio della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo
di Dio, che godere per breve tempo i piaceri del peccato; stimando gli
oltraggi di Cristo ricchezza maggiore dei tesori d'Egitto,
perché aveva lo sguardo rivolto alla ricompensa.
(Ebrei 11:24-26)
Ancora
Giovanni, ci incoraggia sia nella sua lettera che riportando la promessa di
Gesù Cristo a chiusura del Libro dell’Apocalisse, della certa ricompensa
celeste:
Poiché molti seduttori sono usciti per il mondo, i quali
non riconoscono pubblicamente che Gesù Cristo è venuto in carne. Quello è il
seduttore e l'anticristo.
Badate a voi stessi affinché non perdiate il frutto delle
opere compiute, ma riceviate piena
ricompensa.
(2 Giovanni 7-8)
Chi è ingiusto continui a praticare l'ingiustizia; chi è
impuro continui a essere impuro; e chi è giusto continui a praticare la
giustizia, e chi è santo si santifichi ancora».
«Ecco, sto per
venire e con me avrò la ricompensa da dare a ciascuno secondo le sue
opere...(Apocalisse 22:11-12)
***
Dov’è la nostra casa?
Sappiamo infatti che se questa tenda che è la nostra dimora
terrena viene disfatta, abbiamo da
Dio un edificio, una casa non fatta da mano d'uomo, eterna, nei cieli.
(2 Corinzi
5:1)
***
Dov’è il nostro tempio?
Ora, il punto essenziale delle cose che stiamo dicendo è
questo: abbiamo un sommo sacerdote tale che si è seduto alla destra del
trono della Maestà nei cieli,
ministro del santuario e del vero
tabernacolo, che il Signore, e non un uomo, ha eretto.
(Ebrei 8:1-2)
***
Dov’è la nostra cittadinanza?
Quanto a noi, la
nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il
Salvatore, Gesù Cristo, il Signore. (Filippesi
3:20)
***
Dov’è la nostra Speranza?
Noi ringraziamo Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo,
pregando sempre per voi, perché abbiamo sentito parlare della vostra fede in
Cristo Gesù e dell'amore che avete per tutti i santi, a causa
della speranza che vi è riservata
nei cieli, della quale avete già sentito parlare mediante la
predicazione della verità del vangelo.
(Colossesi 1:3-5)
Già il
profeta Michea ci ha lasciato un bell’esempio:
Quanto a me, io
volgerò lo sguardo verso il SIGNORE, spererò nel Dio della mia salvezza;
il mio Dio mi ascolterà.
(Michea 7:7)
***
Dove sono le nostre benedizioni?
Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù
Cristo, che ci ha benedetti di ogni
benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo.
(Efesini 1:3)
***
Dov’è il nostro Sommo Sacerdote?
Ora, il punto essenziale delle cose che stiamo dicendo è
questo: abbiamo un sommo sacerdote
tale che si è seduto alla destra del trono della Maestà nei cieli,
ministro del santuario e del vero tabernacolo, che il Signore, e non un
uomo, ha eretto.
(Ebrei 8:1-2)
***
Dov’è il nostro mondo?
Ma, secondo la sua promessa,
noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la
giustizia.
(2 Pietro 3:13)
***
Dov’è il nostro tesoro?
Il ricco e saggio Salomone, parlando
proprio dell’inganno delle ricchezze disse:
Non ti affannare per diventare ricco; smetti di applicarvi
la tua intelligenza.
Vuoi fissare lo sguardo su ciò che scompare?
Poiché la ricchezza si fa delle ali, come l'aquila che vola
verso il cielo.
(Proverbi
23:4-5)
Paolo ci
informa che tutti i nostri tesori sono nascosti in Cristo, nei cieli:
Desidero infatti che sappiate quale arduo combattimento
sostengo per voi, per quelli di Laodicea e per tutti quelli che non mi hanno
mai visto di persona, affinché siano consolati i loro cuori e, uniti
mediante l'amore, siano dotati di tutta la ricchezza della piena
intelligenza per conoscere a fondo il mistero di Dio, cioè Cristo,
nel quale tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti.
(Colossesi 2:1-3)
Gesù ci
avverte:
…dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore.
(Matteo
6:21)
***
CONCLUSIONE
Proprio
l’apostolo Pietro, nella Sua lettera ci insegna come attraversare questa
vita con il giusto sguardo di chi è straniero e pellegrino ed è in cammino
verso la sua patria:
Carissimi, io vi
esorto, come stranieri e pellegrini, ad astenervi dalle carnali
concupiscenze che danno l'assalto contro l'anima, avendo una buona
condotta fra i pagani, affinché laddove sparlano di voi, chiamandovi
malfattori, osservino le vostre opere buone e diano gloria a Dio nel giorno
in cui li visiterà.
(1 Pietro 2:11-12)
A questa
esortazione di Pietro, fanno eco le esortazioni di Paolo:
Sia questo dunque il sentimento di quanti siamo maturi;
se in qualche cosa voi pensate altrimenti, Dio vi rivelerà anche quella.
Soltanto, dal punto a cui siamo arrivati,
continuiamo a camminare per la stessa
via.
Siate miei imitatori, fratelli, e guardate quelli che
camminano secondo l'esempio che avete in noi. Perché molti camminano da
nemici della croce di Cristo (ve l'ho detto spesso e ve lo dico anche ora
piangendo), la fine dei quali è la perdizione; il loro dio è il ventre e la
loro gloria è in ciò che torna a loro vergogna; gente che ha l'animo alle
cose della terra.
Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove
aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore, che trasformerà il corpo
della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria,
mediante il potere che egli ha di sottomettere a sé ogni cosa.
(Filippesi 3:15-21)
Se dunque siete stati risuscitati con Cristo,
cercate le cose di lassù dove Cristo
è seduto alla destra di Dio.
Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; poiché voi
moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio.
Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con
lui manifestati in gloria.
(Colossesi 3:1-4)
Il nostro
Dio, sta preparando per noi, che Lo amiamo, delle meraviglie che superano di
gran lunga qualsiasi nostra aspettativa:
Ma com'è scritto: «Le
cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel
cuore dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano».
(1 Corinzi
2:9)
E’
meraviglioso notare Stefano nel momento del suo martirio, che punta lo
sguardo in alto, nei cieli, non si sofferma a guardare i volti iracondo dei
suoi aguzzini, ed il Signore lo ricompensa:
…Stefano, pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide
la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra, e disse: «Ecco, io vedo i
cieli aperti, e il Figlio dell'uomo in piedi alla destra di Dio!
(Atti 7:55-56)
Dio ci ha
indicato Abraamo come esempio di fede, vogliamo quindi prendere come esempio
ciò che Dio gli rinnovò la promessa della discendenza futura, quando Abraamo
rifiutò qualsiasi ricompensa offerta dal re di Sodoma:
Poi lo condusse fuori e gli disse:
«Guarda il cielo e
conta le stelle se le puoi contare».
E soggiunse: «Tale
sarà la tua discendenza».
Egli credette al SIGNORE, che gli contò questo come giustizia.
(Genesi 15:5-6)
Abraamo
credette … e noi?