Un mondo sottosopra

 

 

Dopo essere passati per Amfipoli e per Apollonia, giunsero a Tessalonica, dove c'era una sinagoga dei Giudei; e Paolo, com'era sua consuetudine, entrò da loro, e per tre sabati tenne loro ragionamenti tratti dalle Scritture, spiegando e dimostrando che il Cristo doveva morire e risuscitare dai morti. «E il Cristo», egli diceva, «è quel Gesù che io vi annuncio».

Alcuni di loro furono convinti, e si unirono a Paolo e Sila; e così una gran folla di Greci pii, e non poche donne delle famiglie più importanti.

Ma i Giudei, mossi da invidia, presero con loro alcuni uomini malvagi tra la gente di piazza; e, raccolta quella plebaglia, misero in subbuglio la città; e, assalita la casa di Giasone, cercavano di trascinare Paolo e Sila davanti al popolo.

Ma non avendoli trovati, trascinarono Giasone e alcuni fratelli davanti ai magistrati della città, gridando: «Costoro, che hanno messo sottosopra il mondo, sono venuti anche qui, e Giasone li ha ospitati; ed essi tutti agiscono contro i decreti di Cesare, dicendo che c'è un altro re, Gesù».

E misero in agitazione la popolazione e i magistrati della città, che udivano queste cose.

Questi, dopo aver ricevuto una cauzione da Giasone e dagli altri, li lasciarono andare.   (Atti 17:1-9)

 

***

L’accusa che i giudei e gli uomini malvagi portano contro Paolo e Sila è in realtà una stupenda testimonianza di evangelizzazione!

Essi hanno messo sottosopra il mondo!

Gli accusatori dichiarano che vi sono i decreti di Cesare, ma essi oppongono ad essi un altro Re con altri decreti: Gesù!

Il Vangelo è infatti profondamente opposto ai valori del mondo e i cristiani hanno valori completamente opposti ai valori e i comportamenti del mondo.

Essi quindi agiscono contro i decreti del mondo… …non si conformano al mondo, sono di un altro Regno.

Oggi come allora viviamo in un mondo dove regna Cesare con i suoi “decreti” e noi siamo chiamati a dichiarare con forza e vivere testimoniando che c’è un altro Re con altri decreti, altre leggi e altri valori: il Regno eterno di Gesù Cristo!

Proviamo a vedere in cosa il cristianesimo è opposto al regno di Cesare ed in cosa possiamo mettere il mondo sottosopra!

 

***

La potenza del regno di Dio:

L’espressione dell’autorità rispetto ai valori del potere.

Come abbiamo più volte visto nello studio dell’Apocalisse le direzioni del potere e dell’autorità sono opposte fra loro, il potere sale dal basso, l’autorità è conferita dall’alto.

Il potere sfrutta il prossimo, l’autorità lo serve!

Esempi di interventi mediante “discesa dal cielo”:

E Gesù, tosto che fu battezzato, salì fuor dell'acqua; ed ecco i cieli s'apersero, ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venir sopra lui. ( Matteo 3:16

Ed ecco si fece un gran terremoto; perché un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra, e vi sedette sopra. (Matteo 28:2)

E nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figliuol dell'uomo che è nel cielo. (Giovanni 3:13)

…perché son disceso dal cielo per fare non la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato. (Giovanni 6:38)

Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che darò è la mia carne, che darò per la vita del mondo. ( Giovanni 6:51 )

Questo è il pane che è disceso dal cielo; non qual era quello che i padri mangiarono e morirono; chi mangia di questo pane vivrà in eterno. (Giovanni 6:58)

E come avevo cominciato a parlare, lo Spirito Santo scese su loro, com'era sceso su noi da principio. ( Atti 11:15 )

Colui che è disceso, è lo stesso che è salito al disopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni cosa. ( Efesini 4:10 )

 

Esempi di interventi mediante “salita”:

In verità, in verità io vi dico che chi non entra per la porta nell'ovile delle pecore, ma vi sale da un'altra parte, esso è un ladro e un brigante.

(Giovanni 10:1)

E quando avranno compiuta la loro testimonianza, la bestia che sale dall'abisso moverà loro guerra e li vincerà e li ucciderà. (Apocalisse 11:7)

La bestia che hai veduta era, e non è, e deve salire dall'abisso e andare in perdizione. (Apocalisse 17:8)

E salirono sulla distesa della terra e attorniarono il campo dei santi e la città diletta; ma dal cielo discese del fuoco e le divorò. (Apocalisse 20:9)

 

Un bellissimo esempio di chi aveva capito questo è il centurione di Capernaum:

Un centurione aveva un servo, molto stimato, che era infermo e stava per morire; avendo udito parlare di Gesù, gli mandò degli anziani dei Giudei per pregarlo che venisse a guarire il suo servo.

Essi, presentatisi a Gesù, lo pregavano con insistenza, dicendo: «Egli merita che tu gli conceda questo; perché ama la nostra nazione ed è lui che ci ha costruito la sinagoga».

Gesù s'incamminò con loro; ormai non si trovava più molto lontano dalla casa, quando il centurione mandò degli amici a dirgli: «Signore, non darti quest'incomodo, perché io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; perciò non mi sono neppure ritenuto degno di venire da te; ma di' una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch'io sono uomo sottoposto all'autorità altrui, e ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: "Vai", ed egli va; a un altro: "Vieni", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo", ed egli lo fa».

Udito questo, Gesù restò meravigliato di lui; e, rivolgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neppure in Israele ho trovato una così gran fede!» E quando gli inviati furono tornati a casa, trovarono il servo guarito. (Luca 7:2-10)

 

L’autorità è conferita a colui che si sottomette a chi è superiore ed ha autorità fino a che rimane sottomesso al suo diretto superiore, in caso di ribellione egli “perde autorità”.

I suoi ordini sono autorevoli in forza della sottomissione all’autorità superiore.

Gesù rimase stupito di quanto quest’uomo disse!

 

Durante l’ultima cena Gesù lascia ai discepoli le istruzioni circa il prosieguo del loro cammino durante la Sua assenza corporale e rivela loro modi di vivere completamente opposti ai modi naturali:

Or prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta per lui l'ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.

Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo,

Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio se ne tornava, si alzò da tavola, depose le sue vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse.

Poi mise dell'acqua in una bacinella, e cominciò a lavare i piedi ai discepoli, e ad asciugarli con l'asciugatoio del quale era cinto. (Giovanni 13:1-5)

 

Quando dunque ebbe loro lavato i piedi ed ebbe ripreso le sue vesti, si mise di nuovo a tavola, e disse loro: «Capite quello che vi ho fatto?

Voi mi chiamate Maestro e Signore; e dite bene, perché lo sono.

Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri.

Infatti vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io.

In verità, in verità vi dico che il servo non è maggiore del suo signore, né il messaggero è maggiore di colui che lo ha mandato.

Se sapete queste cose, siete beati se le fate.(Giovanni 13:12-17)

 

Fra di loro nacque anche una contesa: chi di essi fosse considerato il più grande.

Ma egli disse loro: «I re delle nazioni le signoreggiano, e quelli che le sottomettono al loro dominio sono chiamati benefattori.

Ma per voi non dev'essere così; anzi il più grande tra di voi sia come il più piccolo, e chi governa come colui che serve.

Perché, chi è più grande, colui che è a tavola oppure colui che serve?

Non è forse colui che è a tavola?

Ma io sono in mezzo a voi come colui che serve.

Or voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io dispongo che vi sia dato un regno, come il Padre mio ha disposto che fosse dato a me, affinché mangiate e beviate alla mia tavola nel mio regno, e sediate su troni per giudicare le dodici tribù d'Israele. (Luca 22:24-30)

 

Come concepiamo noi l’autorità?

Pensiamo sia qualcosa da conquistare… …o pensiamo sia qualcosa da ricevere?

Pensiamo sia una posizione che ci permette di farci servire o pensiamo sia una posizione dove siamo chiamati a servire più degli altri?

Solo imitando il Signore Gesù Cristo riusciremo a mettere sottosopra il mondo… altrimenti avremo i suoi stessi concetti e ci conformeremo a lui.

Ricordiamoci dell’esortazione di Paolo:

Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà. (Romani 12:2)

 

***

 Le ricchezze del regno di Dio:

 Ogni regno ha la sua moneta e i suoi valori.

Il regno di Cesare ci propone tesori che la Parola chiama “ingannevoli” e tali sono.

La ricchezza non fa la felicità dice un antico proverbio popolare…

…figuriamoci la miseria! (la risposta sarcastica)

Sono vere tutte e due le massime, solo il Signore rende felici!

I valori del Regno di Gesù Cristo sono tutti diversi dai nostri, lo diceva a Giobbe già il saggio Eliù circa 4000 anni fa:

Egli dà forse importanza alle tue ricchezze?

Non hanno valore per lui, né l'oro, né tutto il fasto della ricchezza.

(Giobbe 36:19)

 

Le ricchezze terrene hanno un tremendo effetto sulla nostra vita, difatti Davide circa 3000 anni fa diceva:

Sono duri di cuore a causa delle loro ricchezze, la loro bocca parla con arroganza. (Salmo 17:10)

 E sempre Davide descrive la fine ingloriosa degli uomini che confidano in esse:

Perché ti vanti del male, uomo prepotente?

La bontà di Dio dura per sempre.

La tua lingua medita rovine; essa è simile a un rasoio affilato, o artefice d'inganni. Tu preferisci il male al bene, mentire piuttosto che dir la verità.

Tu ami ogni parola che causa rovina, o lingua insidiosa!

Perciò Dio ti distruggerà per sempre; ti afferrerà, ti strapperà dalla tua tenda e ti sradicherà dalla terra dei viventi.

I giusti lo vedranno e temeranno, poi rideranno di lui, dicendo:

«Ecco l'uomo che non aveva fatto di Dio la sua fortezza, ma aveva fiducia nell'abbondanza delle sue ricchezze, e si faceva forte della sua perversità!»

Ma io sono come un olivo verdeggiante nella casa di Dio; io confido per sempre nella bontà di Dio.

Sempre ti celebrerò per quanto hai fatto, e in presenza dei tuoi fedeli spererò nel tuo nome, perché tu sei buono. (Salmo 52)

 

Ancora Davide ci parla della vanità delle ricchezze terrene e di tutti i nostri sforzi per accumularle:

Certo, l'uomo va e viene come un'ombra; certo, s'affanna per quel ch'è vanità; egli accumula ricchezze, senza sapere chi le raccoglierà. (Salmo 39:6)

 

E avverte solennemente colui che si trova ad abbondare nelle ricchezze

  se le ricchezze abbondano, si distacchi da esse il vostro cuore. (Salmo 62:10)

L’amore per le ricchezze di Cesare sono un tremendo inganno, la Parola ci parla chiaramente di questo:

Chi ama l'argento non è saziato con l'argento; e chi ama le ricchezze non ne trae profitto di sorta. Anche questo è vanità. (Ecclesiaste 5:10)

 

Gesù nella parabola del seminatore ci parla di questo inganno delle ricchezze che porta a rendere infruttuosa la Parola di Dio soffocandola nel cuore che si volge ad esse:

Quello che ha ricevuto il seme tra le spine è colui che ode la parola; poi gli impegni mondani e l'inganno delle ricchezze soffocano la parola che rimane infruttuosa. (Matteo 13:22)

 

Non per niente, guardando il giovane ricco andarsene rattristato per aver scoperto che l’amore per le sue ricchezze era più forte dell’amore per Dio, esclamò:  Quanto difficilmente coloro che hanno delle ricchezze entreranno nel regno di Dio! (Marco 10:23)

 

Non dobbiamo essere superficiali, Paolo ci parla di un inganno che fa “sviare” anche coloro che una volta erano fedeli:

Infatti l'amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori. (1 Timoteo 6:10)

 

Giacomo sentenzia contro i ricchi che confidano nelle loro ricchezze ed opprimono gli altri facendosi forti di esse:

A voi ora, o ricchi! Piangete e urlate per le calamità che stanno per venirvi addosso! Le vostre ricchezze sono marcite e le vostre vesti sono tarlate.

Il vostro oro e il vostro argento sono arrugginiti, e la loro ruggine sarà una testimonianza contro di voi e divorerà le vostre carni come un fuoco.

Avete accumulato tesori negli ultimi giorni.

Ecco, il salario da voi frodato ai lavoratori che hanno mietuto i vostri campi grida; e le grida di quelli che hanno mietuto sono giunte agli orecchi del Signore degli eserciti.

Sulla terra siete vissuti sfarzosamente e nelle baldorie sfrenate; avete impinguato i vostri cuori in tempo di strage.

Avete condannato, avete ucciso il giusto. Egli non vi oppone resistenza. (Giacomo 5:1-6)

 

I figli della luce, in opposizione a tale “decreto di Cesare”, vivono nella fiducia in Dio:

La vostra condotta non sia dominata dall'amore del denaro; siate contenti delle cose che avete; perché Dio stesso ha detto: «Io non ti lascerò e non ti abbandonerò». (Ebrei 13:5)

 

E soprattutto a coloro che sono in autorità è chiesto di testimoniare di questo:

Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino né violento, ma sia mite, non litigioso, non attaccato al denaro, che governi bene la propria famiglia e tenga i figli sottomessi e pienamente rispettosi (perché se uno non sa governare la propria famiglia, come potrà aver cura della chiesa di Dio?), che non sia convertito di recente, affinché non diventi presuntuoso e cada nella condanna inflitta al diavolo.

Bisogna inoltre che abbia una buona testimonianza da quelli di fuori, perché non cada in discredito e nel laccio del diavolo.

Allo stesso modo i diaconi devono essere dignitosi, non doppi nel parlare, non propensi a troppo vino, non avidi di illeciti guadagni; uomini che custodiscano il mistero della fede in una coscienza pura.

Anche questi siano prima provati; poi svolgano il loro servizio se sono irreprensibili.

Allo stesso modo siano le donne dignitose, non maldicenti, sobrie, fedeli in ogni cosa.

I diaconi siano mariti di una sola moglie, e governino bene i loro figli e le loro famiglie.

Perché quelli che hanno svolto bene il compito di diaconi si acquistano un grado onorabile e una grande franchezza nella fede che è in Cristo Gesù.

(1 Timoteo 3:2-13)

 

Le ricchezze a cui aspirano i figli del Regno di Dio sono di tutt’altra natura, Gesù disse a proposito:

Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano.

Perché dov'è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore. (Matteo 6:19-21)

 

Paolo ci parla di un forziere pieno di tesori a nostra disposizione:

Desidero infatti che sappiate quale arduo combattimento sostengo per voi, per quelli di Laodicea e per tutti quelli che non mi hanno mai visto di persona, affinché siano consolati i loro cuori e, uniti mediante l'amore, siano dotati di tutta la ricchezza della piena intelligenza per conoscere a fondo il mistero di Dio, cioè Cristo, nel quale tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti. (Colossesi 2:1-3)

 

In Cristo troviamo tutti i tesori celesti, e ci sono donati:

A me, dico, che sono il minimo fra tutti i santi, è stata data questa grazia di annunciare agli stranieri le insondabili ricchezze di Cristo e di manifestare a tutti quale sia il piano seguito da Dio riguardo al mistero che è stato fin dalle più remote età nascosto in Dio, il Creatore di tutte le cose; affinché i principati e le potenze nei luoghi celesti conoscano oggi, per mezzo della chiesa, la infinitamente varia sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che egli ha attuato mediante il nostro Signore, Cristo Gesù; nel quale abbiamo la libertà di accostarci a Dio, con piena fiducia, mediante la fede in lui.

Vi chiedo quindi di non scoraggiarvi a motivo delle tribolazioni che io soffro per voi, poiché esse sono la vostra gloria.

Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell'uomo interiore, e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell'amore, siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.

 (Efesini 3:8-19)

 

***

 La sapienza nel regno di Dio:

 Viviamo in un mondo che si pensa sia all’apice della conoscenza tecnologica, sia “evoluto” ed intelligente.

Sotto alcuni aspetti forse è vero, ma forse dovremo chiederci se è questa la Sapienza che viene dall’alto, e se la stessa scienza che ammiriamo è la stessa che tende a negare con tutti gli sforzi addirittura la stessa esistenza di Dio… chiediamoci è proprio sapienza?

Già il profeta Geremia 2500 anni fa scriveva:

I saggi saranno confusi, saranno costernati, saranno presi; ecco, hanno rigettato la parola del SIGNORE; quale saggezza possono avere? (Geremia 8:9)

 

Siamo quindi proprio sicuri di ammirare e rincorrere qualcosa di veramente “sapiente?”

Paolo nella sua prima lettera ai corinzi (persone greche, immerse nella cultura filosofica più elevata del suo tempo che ancora oggi è alla base di molta “sapienza”) scriveva:

Dov'è il sapiente? Dov'è lo scriba? Dov'è il contestatore di questo secolo? Non ha forse Dio reso pazza la sapienza di questo mondo?

Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione.

I Giudei infatti chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza, ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia; ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio; poiché la pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini.

Infatti, fratelli, guardate la vostra vocazione; non ci sono tra di voi molti sapienti secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili; ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio.

Ed è grazie a lui che voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione; affinché, com'è scritto:
«Chi si vanta, si vanti nel Signore».

E io, fratelli, quando venni da voi, non venni ad annunciarvi la testimonianza di Dio con eccellenza di parola o di sapienza; poiché mi proposi di non sapere altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso.

Io sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore; la mia parola e la mia predicazione non consistettero in discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza, affinché la vostra fede fosse fondata non sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.

Tuttavia, a quelli tra di voi che sono maturi esponiamo una sapienza, però non una sapienza di questo mondo né dei dominatori di questo mondo, i quali stanno per essere annientati; ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra gloria e che nessuno dei dominatori di questo mondo ha conosciuta; perché, se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.

Ma com'è scritto: «Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano».

A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Infatti, chi, tra gli uomini, conosce le cose dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio.

Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate; e noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali.

Ma l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente.

L'uomo spirituale, invece, giudica ogni cosa ed egli stesso non è giudicato da nessuno.

Infatti «chi ha conosciuto la mente del Signore da poterlo istruire

Ora noi abbiamo la mente di Cristo. (1 Corinzi 1:20 / 2:1-16)

 

Che lezione!

Paolo stava veramente mettendo sottosopra il mondo!

Egli addirittura mette sullo stesso piano il sapiente con il contestatore di questo secolo!

L’uomo senza Dio è sapiente di una sapienza satanica, la Parola parla di questa sapienza capace di concepire e fare il male:

-          dai tempi di Noè:

Il SIGNORE vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo. (Genesi 6:5)

 -          all’età moderna:

Siccome non si sono curati di conoscere Dio, Dio li ha abbandonati in balìa della loro mente perversa sì che facessero ciò che è sconveniente; ricolmi di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di contesa, di frode, di malignità; calunniatori, maldicenti, abominevoli a Dio, insolenti, superbi, vanagloriosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza affetti naturali, spietati. (Romani 1:28-31)

 

Quante volte noi cerchiamo di convincere gli increduli esponendo una sapienza umana o quanto meno cercando di far “ragionare” con concetti di sapienza umana?

Così facendo finiamo per rischiare di far fondare la fede sulla sapienza umana e non sulla potenza di Dio.

Quante volte noi stessi rincorriamo concetti di sapienza umana cercando di adattarli a concetti spirituali… …e falliamo, facciamo confusione!

Facendo così non mettiamo sottosopra il mondo!

Noi siamo abituati a vedere che nel nostro mondo una buona arte dell’eloquenza e lo sfoggio di una certa sapienza aprono porte e ci pongono sopra gli altri godendo abusivamente di privilegi esclusivi che vanno oltre le nostre parole.

Sembrerebbe quasi che coloro che dettano le regole abbiamo poi il “privilegio” di non osservarle

Nel regno di Dio è proprio l’opposto:

Fratelli miei, non siate in molti a fare da maestri, sapendo che ne subiremo un più severo giudizio, poiché manchiamo tutti in molte cose.

Se uno non sbaglia nel parlare è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo.

Se mettiamo il freno in bocca ai cavalli perché ci ubbidiscano, noi possiamo guidare anche tutto il loro corpo.

Ecco, anche le navi, benché siano così grandi e siano spinte da venti impetuosi, sono guidate da un piccolo timone, dovunque vuole il timoniere.

Così anche la lingua è un piccolo membro, eppure si vanta di grandi cose.

Osservate: un piccolo fuoco può incendiare una grande foresta!

Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell'iniquità. Posta com'è fra le nostre membra, contamina tutto il corpo e, infiammata dalla geenna, dà fuoco al ciclo della vita.

Ogni specie di bestie, uccelli, rettili e animali marini si può domare, ed è stata domata dalla razza umana; ma la lingua, nessun uomo la può domare; è un male continuo, è piena di veleno mortale.

Con essa benediciamo il Signore e Padre; e con essa malediciamo gli uomini che sono fatti a somiglianza di Dio.

Dalla medesima bocca escono benedizioni e maledizioni.

Fratelli miei, non dev'essere così.

La sorgente getta forse dalla medesima apertura il dolce e l'amaro?

Può forse, fratelli miei, un fico produrre olive, o una vite fichi?

Neppure una sorgente salata può dare acqua dolce.

Chi fra voi è saggio e intelligente?

Mostri con la buona condotta le sue opere compiute con mansuetudine e saggezza. Ma se avete nel vostro cuore amara gelosia e spirito di contesa, non vi vantate e non mentite contro la verità.

Questa non è la saggezza che scende dall'alto; ma è terrena, animale e diabolica.

Infatti dove c'è invidia e contesa, c'è disordine e ogni cattiva azione.

La saggezza che viene dall'alto, anzitutto è pura; poi pacifica, mite, conciliante, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale, senza ipocrisia.

Il frutto della giustizia si semina nella pace per coloro che si adoperano per la pace. (Giacomo 3:1-18)

 

Credendo veramente queste cose, applicandole e vivendole si può veramente mettere sottosopra il mondo!

 

***

 

La forza del regno di Dio:

 Il regno di Cesare era un regno umanamente forte, un impero ancora oggi ammirato e oggetto di miraggio per molti dittatori terreni.

Ma come tutti i regni della storia hanno un inizio ed una fine.

La vera forza di un regno è nella sua durata.

Per quanto potenti i regni della terra sono passeggeri, possiamo ben constatare che fin dall’antichità i regni si sono avvicendati tra loro, non esiste un regno che abbia una continuità storica.

Il regno di Dio è un regno eterno, è un regno che fonda le sue radici nell’eternità stessa di Dio:

Ce lo annunciano i salmisti:

Il tuo trono, o Dio, dura in eterno; lo scettro del tuo regno è uno scettro di giustizia. (Salmo 45:6)

 

Il tuo regno è un regno eterno e il tuo dominio dura per ogni età. (Salmo 145:13)

 

Ce lo conferma il re più rinomato della storia dell’umanità, Nabucodonosor:

Come sono grandi i suoi segni! Come sono potenti i suoi prodigi! Il suo regno è un regno eterno e il suo dominio dura di generazione in generazione.

(Daniele 4:3)

 

Alla fine di quei giorni, io, Nabucodonosor, alzai gli occhi al cielo e la ragione tornò in me. Benedissi l'Altissimo, lodai e glorificai colui che vive in eterno: il suo dominio è un dominio eterno e il suo regno dura di generazione in generazione. (Daniele 4:34)

 Lo dichiara altresì il re Dario di Babilonia:

Io decreto che in tutto il territorio del mio regno si tema e si rispetti il Dio di Daniele, perché è il Dio vivente che dura in eterno; il suo regno non sarà mai distrutto e il suo dominio durerà sino alla fine. (Daniele 6:26)

 Fu rivelato all’amato profeta Daniele:

Io guardavo, nelle visioni notturne, ed ecco venire sulle nuvole del cielo uno simile a un figlio d'uomo; egli giunse fino al vegliardo e fu fatto avvicinare a lui; gli furono dati dominio, gloria e regno, perché le genti di ogni popolo, nazione e lingua lo servissero. Il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà distrutto. (Daniele 7:13-14)

 Allora il regno, il potere e la grandezza dei regni che sono sotto tutti i cieli saranno dati al popolo dei santi dell'Altissimo; il suo regno è un regno eterno, e tutte le potenze lo serviranno e gli ubbidiranno". (Daniele 7:27)

 

Lo conferma l’angelo inviato a Maria, nell’annuncio della nascita di Gesù:

Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù.

Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre.

Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine».

Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?»

L'angelo le rispose: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà dell'ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio. (Luca 1:31-35)

 

Lo attesta l’apostolo Pietro:

In questo modo infatti vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. (2 Pietro 1:11)

 

Cosa rincorriamo noi?

Dove volgiamo lo sguardo?

Ci lasciamo “rapire lo sguardo” da ciò che è temporaneo, passeggero o da ciò che è eterno?

Per mettere sottosopra il mondo non dobbiamo avere i suoi stessi parametri!

Ricordiamoci dell’esortazione di Paolo:

Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno.

Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne. (2 Corinzi 4:16-18)

 

***

 L’onore e la gloria del regno di Dio:

 Ogni essere umano desidera l’onore e la gloria, anche se non in modo palese ma ognuno di noi ha in sé questa sana inclinazione.

Il regno di Cesare ha i suoi parametri di onore e gloria in opposizione all’onore ed alla gloria del Regno di Gesù Cristo.

Spesso per riconoscere un uomo glorioso e onorato lo si distingue dal vestito che porta, ai tempi di Cesare vi erano abiti sontuosi e sgargianti che solo i notabili potevano indossare.

Anche i figli del Regno di Gesù Cristo sono chiamati ad indossare abiti che rendono “onorevoli”:

Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno, senza gozzoviglie e ubriachezze; senza immoralità e dissolutezza; senza contese e gelosie; ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per soddisfarne i desideri. (Romani 13:14)

 

L’abito che deve quindi indossare un figlio del Regno di Gesù Cristo è una buona condotta e il “non avere cura della carne e dei suoi desideri”.

Paolo infatti scriveva:

Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne.

Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorreste.

Ma se siete guidati dallo Spirito, non siete sotto la legge.

Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio.
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge.
Quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri.

Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche guidati dallo Spirito.

Non siamo vanagloriosi, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri.

(Galati 5:16-26)

 

Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria.

Per queste cose viene l'ira di Dio sugli uomini ribelli.

E così camminaste un tempo anche voi, quando vivevate in esse.

Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, malignità, calunnia; e non vi escano di bocca parole oscene.

Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell'uomo vecchio con le sue opere e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l'ha creato.

Qui non c'è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.

Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza.

Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi.

Al di sopra di tutte queste cose rivestitevi dell'amore che è il vincolo della perfezione.

E la pace di Cristo, alla quale siete stati chiamati per essere un solo corpo, regni nei vostri cuori; e siate riconoscenti.

La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente, ammaestrandovi ed esortandovi gli uni gli altri con ogni sapienza, cantando di cuore a Dio, sotto l'impulso della grazia, salmi, inni e cantici spirituali.

Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di lui. (Colossesi 3:6-17)

 

I figli del Regno di Dio hanno desideri concernenti il Regno di Dio.

Se i nostri desideri sono ancora legati al regno di Cesare… …è ora di ravvedersi!

Paolo si dichiarava morto al peccato e al mondo e un morto non ha più desideri per il mondo che ha perduto:

I desideri di Paolo erano questi:

Fratelli, il desiderio del mio cuore e la mia preghiera a Dio per loro è che siano salvati. (Romani 10:1)

 

Sono stretto da due lati: da una parte ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è molto meglio; ma, dall'altra, il mio rimanere nel corpo è più necessario per voi. (Filippesi 1:23-24)

 

Paolo rinnegò tutti i suoi desideri carnali e le sue ambizioni che una volta erano il suo prestigio, questa fu la testimonianza che metteva il mondo sottosopra:

Ma ciò che per me era un guadagno, l'ho considerato come un danno, a causa di Cristo.

Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui non con una giustizia mia, derivante dalla legge, ma con quella che si ha mediante la fede in Cristo: la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede.

Tutto questo allo scopo di conoscere Cristo, la potenza della sua risurrezione, la comunione delle sue sofferenze, divenendo conforme a lui nella sua morte, per giungere in qualche modo alla risurrezione dei morti. (Filippesi 3:7-11)

 

Per questo Giacomo ci esorta a rivedere le nostre valutazioni, i nostri desideri, le nostre ambizioni che si riflettono poi anche nel modo di vedere il prossimo:

Infatti, se nella vostra adunanza entra un uomo con un anello d'oro, vestito splendidamente, e vi entra pure un povero vestito malamente, e voi avete riguardo a quello che veste elegantemente e gli dite: «Tu, siedi qui al posto d'onore»; e al povero dite: «Tu, stattene là in piedi», o «siedi in terra accanto al mio sgabello», non state forse usando un trattamento diverso e giudicando in base a ragionamenti malvagi? (Giacomo 2:2-4)

 

Paolo era un uomo ambizioso ed alla fine dei suoi giorni disse:

Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione. (2 Timoteo 4:8)

 

Giacomo ci incoraggia a sostenere le prove con queste parole:

Beato l'uomo che sopporta la prova; perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che lo amano. (Giacomo 1:12)

 

Pietro anch’egli ci incoraggia: E quando apparirà il supremo pastore, riceverete la corona della gloria che non appassisce. (1 Pietro 5:4)

 

Il Signore Gesù Cristo dice:

- all’angelo della chiesa di Smirne:

Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita.

(Apocalisse 2:10)

 - all’angelo della chiesa di Filadelfia:

Io vengo presto; tieni fermamente quello che hai, perché nessuno ti tolga la tua corona. (Apocalisse 3:11)

 

Quali sono i nostri desideri e le nostre ambizioni?    Abbiamo messo il NOSTRO CUORE sottosopra?

 

Solo dopo aver messo sottosopra il nostro cuore, potremo mettere sottosopra il mondo che ci circonda.

 

***

 

Conclusione:

 

I valori di questo mondo sono opposti ai valori del Regno di Dio perché Cesare è opposto a Gesù Cristo, i suoi decreti sono contrari ai decreti del Regno Eterno.

Siamo chiamati a credere, vivere e testimoniare a voce e in fatti del Regno di Gesù Cristo.

Ma la nostra testimonianza sarà inutile se non addirittura cattiva se non sarà coerente, Gesù disse:

«Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può essere mio discepolo. E chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, infatti, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolare la spesa per vedere se ha abbastanza per poterla finire?

Perché non succeda che, quando ne abbia posto le fondamenta e non la possa finire, tutti quelli che la vedranno comincino a beffarsi di lui, dicendo: "Quest'uomo ha cominciato a costruire e non ha potuto terminare".
Oppure, qual è il re che, partendo per muovere guerra a un altro re, non si sieda prima a esaminare se con diecimila uomini può affrontare colui che gli viene contro con ventimila? Se no, mentre quello è ancora lontano, gli manda un'ambasciata e chiede di trattare la pace.

Così dunque ognuno di voi, che non rinuncia a tutto quello che ha, non può essere mio discepolo.

Il sale, certo, è buono; ma se anche il sale diventa insipido, con che cosa gli si darà sapore? Non serve né per il terreno, né per il concime; lo si butta via. Chi ha orecchi per udire oda». (Luca 14:26-35)

 

Non dobbiamo illuderci ed illudere gli altri, non possiamo dire di credere e continuare a ragionare, vivere, condurci secondo i decreti del regno di Cesare, se siamo figli del Regno di Gesù Cristo dobbiamo vivere, ragionare e condurci secondo i Suoi decreti, secondo i Suoi valori, secondo le Sue regole, solo così saremo dei veri testimoni e potremo mettere il mondo sottosopra!

Nel Libro dell’Apocalisse vediamo finalmente rivelata la Gloria di Gesù Cristo, che come Agnello di Dio immolato viene glorificato dagli angeli con questa splendida dichiarazione:

Essi dicevano a gran voce: «Degno è l'Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l'onore, la gloria e la lode». (Apocalisse 5:12)

 

In attesa di quei nuovi cieli e nuova terra (poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi -cfr Apocalisse 21:1- con tutti i loro valori arrugginiti e rosi dai tarli) che ci aspettano e dove avranno corso i valori celesti del Regno di Gesù Cristo …cominciamo fin da ora ad investire in valori eterni!

 

Gianni Marinuzzi