PRIMA LETTERA DI PAOLO A TIMOTEO  - LA CONDUZIONE DELLA CHIESA

 

INTRODUZIONE E SALUTO

 

INTRODUZIONE

 

IDENTIFICAZIONE DELLA LETTERA

 

Questa prima lettera a Timoteo fa parte di quelle denominate “lettere pastorali” (di cui fanno parte le due lettere di Paolo scritte a Timoteo e la lettera scritta a Tito) e sono le ultime lettere scritte da Paolo e due dei suoi più fedeli giovani collaboratori.

 

In queste lettere pastorali sono evidenti:

 - la preoccupazione di Paolo circa la sana crescita spirituale della Chiesa;

 - gli attacchi dei falsi dottori;

 - l’amministrazione dell’ordine in una Chiesa ancora senza una guida scritta ed autorevole.

 Sono inoltre lettere scritte con un carattere molto personale, non formale.

 

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IDENTIFICAZIONE DI TIMOTEO

 Timoteo era un giovane nato da padre greco e madre ebrea (cfr Atti 16:1), che abitava nella Galazia (Derba e Listra), dove Paolo aveva svolto buona parte del suo primo viaggio missionario insieme a Barnaba (cfr Atti 14) durante il quale si erano probabilmente convertite sua madre Eunice e sua nonna Loide (cfr 2 Timoteo 1:5).

 Egli, probabilmente allevato nel Signore dalla madre e dalla nonna, era un giovane di buone speranze:

 Giunse anche a Derba e a Listra; e là c'era un discepolo, di nome Timoteo, figlio di una donna ebrea credente, ma di padre greco.

Di lui rendevano buona testimonianza i fratelli che erano a Listra e a Iconio.

(Atti 16:1-2)

 All’inizio del secondo viaggio missionario, Paolo lo prese con sé e Silvano, e (per evitare sterili discussioni con “i giudei” della Galazia) lo fece circoncidere:

 Paolo volle che egli partisse con lui; perciò lo prese e lo circoncise a causa dei Giudei che erano in quei luoghi; perché tutti sapevano che il padre di lui era greco.  (Atti 16:3)

 

Egli, come un buon discepolo, aveva assistito in prima persona:

 - l’insegnamento di Paolo

 - la condotta di Paolo

 - i propositi di Paolo

 - la fede di Paolo

 - la pazienza di Paolo

 - l’amore di Paolo

 - la costanza di Paolo

 - le persecuzioni subite da Paolo

 - le sofferenze provate da Paolo

 - le liberazioni operate dal Signore in favore di Paolo

 Tu invece hai seguito da vicino il mio insegnamento, la mia condotta, i miei propositi, la mia fede, la mia pazienza, il mio amore, la mia costanza, le mie persecuzioni, le mie sofferenze, quello che mi accadde ad Antiochia, a Iconio e a Listra.

Sai quali persecuzioni ho sopportate; e il Signore mi ha liberato da tutte.

(2 Timoteo 3:10-11)

 

Discepolare significa tutto questo!

 Spesso invece si impartiscono delle nozioni teoriche e si pensa di aver discepolato un giovane fratello (magari giungendo ad ottenere un titolo)…

 …che illusione e che delusione dopo…

 Un vero discepolo deve conoscere profondamente il maestro, deve vederlo non soltanto come insegnante ma come maestro di vita, sotto ogni aspetto!

 

 

Da come si esprime Paolo possiamo conoscere Timoteo come un ragazzo timido e non particolarmente coraggioso:

 Dio infatti ci ha dato uno spirito non di timidezza, ma di forza, d'amore e di autocontrollo.

Non aver dunque vergogna della testimonianza del nostro Signore, né di me, suo carcerato; ma soffri anche tu per il vangelo, sorretto dalla potenza di Dio.

 Ma Paolo, non aveva posto il suo sguardo sulle sue caratteristiche umane, di Timoteo apprezzava la sua sincerità, il suo amore per il Vangelo ed il suo interesse per i fratelli, di lui troviamo scritto:

 Ora spero nel Signore Gesù di mandarvi presto Timoteo per essere io pure incoraggiato nel ricevere vostre notizie.

Infatti non ho nessuno di animo pari al suo che abbia sinceramente a cuore quel che vi concerne.

Poiché tutti cercano i loro propri interessi, e non quelli di Cristo Gesù.

Voi sapete che egli ha dato buona prova di sé, perché ha servito con me la causa del vangelo, come un figlio con il proprio padre.  (Filippesi 2:19-22)

 

E questa profonda stima lo portava ad inviarlo spesso in missione:

 Durante il periodo passato a Corinto (nel secondo viaggio missionario):

 Perciò, non potendo più resistere, preferimmo restare soli ad Atene; e mandammo Timoteo, nostro fratello e servitore di Dio nella predicazione del vangelo di Cristo, per confermarvi e confortarvi nella vostra fede, affinché nessuno fosse scosso in mezzo a queste tribolazioni; infatti voi stessi sapete che a questo siamo destinati…

Ma ora Timoteo è ritornato e ci ha recato buone notizie della vostra fede e del vostro amore, e ci ha detto che conservate sempre un buon ricordo di noi e desiderate vederci, come anche noi desideriamo vedere voi.

Per questa ragione, fratelli, siamo stati consolati a vostro riguardo, a motivo della vostra fede, pur fra tutte le nostre angustie e afflizioni; perché ora, se state saldi nel Signore, ci sentiamo rivivere.

(tratto da 1 Tessalonicesi 3:1-8)

 

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Durante il periodo passato ad Efeso (nel terzo viaggio missionario):

 Dopo questi fatti Paolo si mise in animo di andare a Gerusalemme, passando per la Macedonia e per l'Acaia. «Dopo essere stato là», diceva, «bisogna che io veda anche Roma».

Mandati in Macedonia due dei suoi aiutanti, Timoteo ed Erasto, egli si fermò ancora per qualche tempo in Asia.

(Atti 19:21-22)

 Appunto per questo vi ho mandato Timoteo, che è mio caro e fedele figlio nel Signore; egli vi ricorderà come io mi comporto in Cristo Gesù, e come insegno dappertutto, in ogni chiesa.

(1 Corinzi 4:17)

 Perché il Figlio di Dio, Cristo Gesù, che è stato da noi predicato fra voi, cioè da me, da Silvano e da Timoteo, non è stato «sì» e «no»; ma è sempre stato «sì» in lui.

(2 Corinzi 1:19)

 

  Durante il periodo di prigionia passato a Roma:

 Ora spero nel Signore Gesù di mandarvi presto Timoteo per essere io pure incoraggiato nel ricevere vostre notizie.

(Filippesi 2:19)

 

Fu “compagno esterno” di viaggio di Paolo durante il trasferimento da Efeso in Macedonia passando per Corinto (sotto il complotto dei giudei (nel terzo viaggio missionario):

 Attraversate quelle regioni, rivolgendo molte esortazioni ai discepoli, giunse in Grecia.

Qui si trattenne tre mesi.

Poi, dato che i Giudei avevano ordito un complotto contro di lui mentre stava per imbarcarsi per la Siria, decise di ritornare attraverso la Macedonia.

Lo accompagnarono Sòpatro di Berea, figlio di Pirro, Aristarco e Secondo di Tessalonica, Gaio di Derba, Timoteo e, della provincia d'Asia, Tichico e Trofimo.

Questi andarono avanti e ci aspettarono a Troas.

(Atti 20:2-5)

 

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Timoteo scrisse le due lettere ai Tessalonicesi, la seconda lettera ai Corinzi, la lettera ai Filippesi, la lettera ai Colossesi e a Filemone insieme a Paolo:

 Paolo, Silvano e Timoteo alla chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: grazia a voi e pace.

(1 Tessalonicesi 1:1)

 Paolo, Silvano e Timoteo, alla chiesa dei Tessalonicesi, che è in Dio nostro Padre e nel Signore Gesù Cristo…

(2 Tessalonicesi 1:1)

 Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timoteo, alla chiesa di Dio che è in Corinto, con tutti i santi che sono in tutta l'Acaia…

(2 Corinzi 1:1)

 Paolo e Timoteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono in Filippi…

(Filippesi 1:1)

 Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timoteo ai santi e fedeli fratelli in Cristo che sono in Colosse…

(Colossesi 1:1-2)

 Paolo, prigioniero di Cristo Gesù, e il fratello Timoteo, al caro Filemone, nostro collaboratore…

(Filemone 1)

 Da cosa scrive l’autore della lettera agli ebrei, fu anch’egli imprigionato e poi liberato:

 Sappiate che il nostro fratello Timoteo è stato messo in libertà; con lui, se viene presto, verrò a vedervi.

(Ebrei 13:23)

 

Possiamo schematizzare la prima lettera scritta a Timoteo come segue:

 

1)                Saluto (1:1-2)

 

2)                Istruzioni concernenti i falsi dottori (1:3-17)

a.                Azione destabilizzante dei falsi dottori (1:3-4)

b.                Scopo dell’incarico (1:5)

c.                False dottrine proposte dai falsi dottori (1:6-11)

d.                Esperienza di Paolo a proposito della Grazia (1:12-17)

3)                Affidamento dell’incarico (1:18-20)

 

4)                Istruzioni concernenti la vita nella chiesa (2:1 / 6:19)

a.                Istruzioni sulla preghiera (2:1-7)

b.                Istruzioni relativamente agli uomini (2:8)

c.                Istruzioni relativamente alle donne (2:9-15)

d.                Istruzioni relativamente agli anziani (3:1-7)

e.                Istruzioni relativamente ai diaconi (3:8-13)

f. La chiesa colonna e sostegno della Verità (3:14-15)

g.                Il mistero della Pietà (3:16)

h.               L’apostasia futura (4:1-5)

i.  Comportamento del buon servitore di Cristo (4:6 / 6:10)

                                                         i.    Nell’insegnamento (4:6-11)

                                                       ii.    Nell’esempio (4:12)

                                                      iii.    Nella edificazione personale (4:13-16)

                                                      iv.    Nelle riprensioni e nelle esortazioni (5:1-2)

                                                       v.    Nell’assistenza delle vedove (5:3-16)

                                                      vi.    Nei rapporti con gli anziani (l’onore ed il rispetto) (5:17-19)

                                                     vii.    Nella riprensione pubblica ed imparziale degli anziani (5:20-21)

                                                   viii.    Nella prudenza nei rapporti spirituali degli anziani (5:22)

                                                      ix.    Consiglio terapeutico personale (5:23)

                                                       x.    I peccati e le buone opere manifeste (5:24-25)

                                                      xi.    I rapporti tra i fratelli schiavi e i padroni (6:1-2)

                                                     xii.    I rapporti con gli eretici e gli avidi (6:3-10)

                                                   xiii.    Esortazione e ordinamento alla santità personale (6:11-16)

                                                   xiv.    Istruzioni circa i fratelli ricchi (6:17-19)

 5)                Conclusione (breve riepilogo ) (6:20-21)

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 SALUTO (1:1-2)

 

Paolo, apostolo di Cristo Gesù per ordine di Dio, nostro Salvatore, e di Cristo Gesù, nostra speranza, a Timoteo, mio legittimo figlio nella fede: grazia, misericordia, pace, da Dio Padre e da Cristo Gesù nostro Signore.

 Paolo, apostolo di Cristo Gesù per ordine di Dio, nostro Salvatore…

 Nonostante l’informalità della lettera, Paolo si presenta a Timoteo come apostolo di Cristo Gesù per ordine di Dio, probabilmente perché vuole richiamare nel suo discepolo l’autorità che rappresenta e l’importanza degli insegnamenti che gli sta per impartire.

 Paolo evidenzia come l’essere una autorità spirituale è da ritenersi un ordine di Dio, non un titolo da sfoggiare in modo “prestigioso”.

 Purtroppo il mondo corrotto in cui viviamo ha completamente deformato il senso dell’autorità, dove chi è in autorità è colui che serve e non colui che viene servito!

 

E Paolo sottolinea come questo ordine sia stato dato da Dio nostro Salvatore, ovvero Colui che ci ha salvati, ci ha salvati per servirLo ed eseguire i Suoi ordini, non per lasciarci liberi di disonorarLo in una vita vuota e senza scopo!

 

Paolo aveva ben compreso questo:

 Saulo, sempre spirante minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote, e gli chiese delle lettere per le sinagoghe di Damasco affinché, se avesse trovato dei seguaci della Via, uomini e donne, li potesse condurre legati a Gerusalemme.

E durante il viaggio, mentre si avvicinava a Damasco, avvenne che, d'improvviso, sfolgorò intorno a lui una luce dal cielo e, caduto in terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?»

Egli domandò: «Chi sei, Signore?»

E il Signore: «Io sono Gesù, che tu perseguiti. Àlzati, entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare».

Gli uomini che facevano il viaggio con lui rimasero stupiti, perché udivano la voce, ma non vedevano nessuno.

Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla; e quelli, conducendolo per mano, lo portarono a Damasco, dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda.

Or a Damasco c'era un discepolo di nome Anania; e il Signore gli disse in visione: «Anania!»

Egli rispose: «Eccomi, Signore».

E il Signore a lui: «Àlzati, va' nella strada chiamata Diritta, e cerca in casa di Giuda uno di Tarso chiamato Saulo; poiché ecco, egli è in preghiera, e ha visto in visione un uomo, chiamato Anania, entrare e imporgli le mani perché ricuperi la vista».

Ma Anania rispose: «Signore, ho sentito dire da molti di quest'uomo quanto male abbia fatto ai tuoi santi in Gerusalemme. E qui ha ricevuto autorità dai capi dei sacerdoti per incatenare tutti coloro che invocano il tuo nome».

Ma il Signore gli disse: «Va', perché egli è uno strumento che ho scelto per portare il mio nome davanti ai popoli, ai re, e ai figli d'Israele; perché io gli mostrerò quanto debba soffrire per il mio nome».

Allora Anania andò, entrò in quella casa, gli impose le mani e disse: «Fratello Saulo, il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada per la quale venivi, mi ha mandato perché tu riacquisti la vista e sia riempito di Spirito Santo».

In quell'istante gli caddero dagli occhi come delle squame, e ricuperò la vista; poi, alzatosi, fu battezzato. E, dopo aver preso cibo, gli ritornarono le forze.

Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, e si mise subito a predicare nelle sinagoghe che Gesù è il Figlio di Dio.

Tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: «Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocano questo nome ed era venuto qua con lo scopo di condurli incatenati ai capi dei sacerdoti?»

Ma Saulo si fortificava sempre di più e confondeva i Giudei residenti a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo.

(Atti 9:1-22)

 

E lo aveva testimoniato lui stesso:

 - davanti ai giudei:

 Mentre ero per strada e mi avvicinavo a Damasco, verso mezzogiorno, improvvisamente dal cielo mi sfolgorò intorno una gran luce.

Caddi a terra e udii una voce che mi disse: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?"

Io risposi: "Chi sei, Signore?"

Ed egli mi disse: "Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti".

Coloro che erano con me videro sì la luce, ma non intesero la voce di colui che mi parlava.

Allora dissi: "Signore, che devo fare?"

E il Signore mi disse: "Àlzati, va' a Damasco, e là ti saranno dette tutte le cose che ti è ordinato di fare".

E siccome non ci vedevo più a causa del fulgore di quella luce, fui condotto per mano da quelli che erano con me; e, così, giunsi a Damasco.

Un certo Anania, uomo pio secondo la legge, al quale tutti i Giudei che abitavano là rendevano buona testimonianza, venne da me, e, accostatosi, mi disse: "Fratello Saulo, ricupera la vista". E in quell'istante riebbi la vista e lo guardai.

Egli soggiunse: "Il Dio dei nostri padri ti ha destinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua bocca. Perché tu gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai viste e udite. E ora, perché indugi? Àlzati, sii battezzato e lavato dei tuoi peccati, invocando il suo nome".

(Atti 22:6-16)

- davanti ad Agrippa:

 Mentre mi dedicavo a queste cose e andavo a Damasco con l'autorità e l'incarico da parte dei capi dei sacerdoti, a mezzogiorno vidi per strada, o re, una luce dal cielo, più splendente del sole, la quale sfolgorò intorno a me e ai miei compagni di viaggio.

Tutti noi cademmo a terra, e io udii una voce che mi disse in lingua ebraica: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Ti è duro ricalcitrare contro il pungolo".

Io dissi: "Chi sei, Signore?"

E il Signore rispose: "Io sono Gesù, che tu perseguiti. Ma àlzati e sta' in piedi perché per questo ti sono apparso: per farti ministro e testimone delle cose che hai viste, e di quelle per le quali ti apparirò ancora, liberandoti da questo popolo e dalle nazioni, alle quali io ti mando per aprire loro gli occhi, affinché si convertano dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio, e ricevano, per la fede in me, il perdono dei peccati e la loro parte di eredità tra i santificati".

(Atti 26:12-18)

 E se Paolo aveva testimoniato a Timoteo l’importanza di ubbidire all’ordine del Signore, voleva ora renderlo responsabile circa gli insegnamenti e gli ordini che stava per impartirgli, circa la vigilanza e la conduzione della Chiesa del Signore.

 

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In un certo senso le lettere pastorali sono molto simili al discorso fatto da Paolo sulla spiaggia di Mileto proprio agli anziani di Efeso (città nella quale Paolo ordina a Timoteo di rimanere per vigilare e mettere ordine):

 «Voi sapete in quale maniera, dal primo giorno che giunsi in Asia, mi sono sempre comportato con voi, servendo il Signore con ogni umiltà, e con lacrime, tra le prove venutemi dalle insidie dei Giudei; e come non vi ho nascosto nessuna delle cose che vi erano utili, e ve le ho annunciate e insegnate in pubblico e nelle vostre case, e ho avvertito solennemente Giudei e Greci di ravvedersi davanti a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù Cristo.

Ed ecco che ora, legato dallo Spirito, vado a Gerusalemme, senza sapere le cose che là mi accadranno.

So soltanto che lo Spirito Santo in ogni città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni.

Ma non faccio nessun conto della mia vita, come se mi fosse preziosa, pur di condurre a termine la mia corsa e il servizio affidatomi dal Signore Gesù, cioè di testimoniare del vangelo della grazia di Dio.

E ora, ecco, io so che voi tutti fra i quali sono passato predicando il regno, non vedrete più la mia faccia.

Perciò io dichiaro quest'oggi di essere puro del sangue di tutti; perché non mi sono tirato indietro dall'annunciarvi tutto il consiglio di Dio.

Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue.

Io so che dopo la mia partenza si introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli.

Perciò vegliate, ricordandovi che per tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lacrime.

E ora, vi affido a Dio e alla Parola della sua grazia, la quale può edificarvi e darvi l'eredità di tutti i santificati.

Non ho desiderato né l'argento, né l'oro, né i vestiti di nessuno.

Voi stessi sapete che queste mani hanno provveduto ai bisogni miei e di coloro che erano con me.

In ogni cosa vi ho mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse egli stesso: "Vi è più gioia nel dare che nel ricevere"».

(Atti 20:18-35)

 

Paolo identifica Dio come nostro Salvatore (perché fu per la volontà del Padre che Gesù Cristo ci ha salvati), come disse Gesù stesso:

 Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.

Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

(Giovanni 3:16-17)

 Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori; perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che egli mi ha dati, ma che li risusciti nell'ultimo giorno.

Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno».  (Giovanni 6:37-40)

 Padre, se vuoi, allontana da me questo calice!

Però non la mia volontà, ma la tua sia fatta.  (Luca 22:42)

 

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…e di Cristo Gesù, nostra speranza…

 Se Paolo identifica Dio come nostro Salvatore, identifica Gesù come la nostra speranza.

 

Gesù è la nostra speranza perché in Lui sono tutte le Promesse e le Benedizioni:

 Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo.

In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui, avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà, a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio.

In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia, che egli ha riversata abbondantemente su di noi dandoci ogni sorta di sapienza e d'intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno benevolo che aveva prestabilito dentro di sé, per realizzarlo quando i tempi fossero compiuti. Esso consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra.

In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà, per essere a lode della sua gloria; noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo.

In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria.

(Efesini 1:3-14)

 …ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d'Israele ed estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo.

Ma ora, in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo.

Lui, infatti, è la nostra pace; lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo e ha abbattuto il muro di separazione abolendo nel suo corpo terreno la causa dell'inimicizia, la legge fatta di comandamenti in forma di precetti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo facendo la pace; e per riconciliarli tutti e due con Dio in un corpo unico mediante la sua croce, sulla quale fece morire la loro inimicizia.

Con la sua venuta ha annunciato la pace a voi che eravate lontani e la pace a quelli che erano vicini; perché per mezzo di lui gli uni e gli altri abbiamo accesso al Padre in un medesimo Spirito.

(Efesini 2:12-18)

 Dio ha voluto far loro conoscere quale sia la ricchezza della gloria di questo mistero fra gli stranieri, cioè Cristo in voi, la speranza della gloria

(Colossesi 1:27)

 Infatti la grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata, e ci insegna a rinunciare all'empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo, aspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù.

(Tito 2:11-13)

 glorificate il Cristo come Signore nei vostri cuori.

Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni.

(1 Pietro 3:15)

 

Ed è una speranza completa:

 Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo; perché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità; e voi avete tutto pienamente in lui, che è il capo di ogni principato e di ogni potenza; in lui siete anche stati circoncisi di una circoncisione non fatta da mano d'uomo, ma della circoncisione di Cristo, che consiste nello spogliamento del corpo della carne: siete stati con lui sepolti nel battesimo, nel quale siete anche stati risuscitati con lui mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti.

Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i nostri peccati; egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l'ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce.

(Colossesi 2:8-15)

 

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…a Timoteo, mio legittimo (lett. “vero”) figlio nella fede…

 Come un fedele discepolo, Paolo considera Timoteo un suo figlio nella fede, un suo imitatore (perché i figli imparano dai padri):

   Siate dunque imitatori di Dio, perché siete figli da lui amati…   (Efesini 5:1)

 

E Paolo è un promotore di questo insegnamento:

   Voi siete divenuti imitatori nostri e del Signore…   (1 Tessalonicesi 1:6)

 Vi esorto dunque: siate miei imitatori. (1 Corinzi 4:16)

   Siate miei imitatori, come anch'io lo sono di Cristo.   (1 Corinzi 11:1)

   Siate miei imitatori, fratelli…   (Filippesi 3:17)

 

Ma dobbiamo anche considerare come Paolo ritenesse suoi figli quelli che aveva generati in Cristo Gesù, mediante il vangelo:

 Vi scrivo queste cose non per farvi vergognare, ma per ammonirvi come miei cari figli.

Poiché anche se aveste diecimila precettori in Cristo, non avete però molti padri; perché sono io che vi ho generati in Cristo Gesù, mediante il vangelo.

Vi esorto dunque: siate miei imitatori.

Appunto per questo vi ho mandato Timoteo, che è mio caro e fedele figlio nel Signore; egli vi ricorderà come io mi comporto in Cristo Gesù, e come insegno dappertutto, in ogni chiesa.  (1 Corinzi 4:14-17)

 

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…grazia, misericordia, pace, da Dio Padre e da Cristo Gesù nostro Signore.

 

Al saluto ordinario implorante grazia e pace sui destinatari delle sue lettere, Paolo aggiunge la parola misericordia.

 Grazia indica, in modo generale, ogni favore di Dio al peccatore.

 Misericordia è la compassione verso chi si trova in stato di necessità, nella debolezza o in particolari difficoltà

 Pace è la calma dell'anima derivante dalla certezza della grazia e della misericordia di Dio in Cristo.

 

Queste tre benedizioni spirituali sono quelle che possono sostenere un figlio di Dio nel suo servizio:

 Ogni servitore, nella sua umanità e nel suo servizio necessita della grazia di Dio in quanto non è degno di svolgere un compito spirituale.

 Ogni servitore, nella sua umanità e nel suo servizio necessita della misericordia di Dio in quanto certamente commetterà degli errori nel suo servizio.

 Ogni servitore, nella sua umanità e nel suo servizio necessita della pace di Dio per poter svolgere il suo servizio con una coscienza pulita.

  Nello stesso tempo deve esercitare queste realtà spirituali nel suo servizio:

 Ogni servitore, deve esercitare nella amministrazione del servizio spirituale la grazia di Dio, perché è chiamato a portarla intorno a sé.

 Ogni servitore, deve esercitare nella amministrazione del servizio spirituale la misericordia di Dio per il peccatore pentito, perché è chiamato a portarla intorno a sé.

 Ogni servitore, deve procacciare ed esercitare nella amministrazione del servizio spirituale la pace di Dio, perché è chiamato a portarla intorno a sé.

 Ed è con questo saluto che Paolo apre questa lettera di insegnamento dottrinale!

 

 Gianni Marinuzzi